Jesus Christ
Un manga molto tranquillo e leggero che si lascia leggere anche solo col secondo e ultimo volume.
Lo stile narrativo appare poco dinamico nonostante la trama sia ricca di scene anche molto veloci. Le sequenze comiche sono abbastanza sempliciotte e nella storia non si sente una vera e propria trama portante, è piuttosto una serie di eventi casuali che non hanno nulla di profondo per cui conquistare il lettore. Infatti, nell'insieme l'unica cosa che provoca è un lieve sorriso, anche dovuto al tratto semplice ma guardabile del disegno. Premetto che quest'ultimo non brilla di originalità: un disegno simile l'ho rivisto in tante vecchie opere manga, ma qui è usato con abbastanza cura dei dettagli.
Concludo asserendo che in linea di massima non consiglio questo manga perché non arricchisce il lettore. Jesus Christ è mediocre, provoca generalmente indifferenza.
Lo stile narrativo appare poco dinamico nonostante la trama sia ricca di scene anche molto veloci. Le sequenze comiche sono abbastanza sempliciotte e nella storia non si sente una vera e propria trama portante, è piuttosto una serie di eventi casuali che non hanno nulla di profondo per cui conquistare il lettore. Infatti, nell'insieme l'unica cosa che provoca è un lieve sorriso, anche dovuto al tratto semplice ma guardabile del disegno. Premetto che quest'ultimo non brilla di originalità: un disegno simile l'ho rivisto in tante vecchie opere manga, ma qui è usato con abbastanza cura dei dettagli.
Concludo asserendo che in linea di massima non consiglio questo manga perché non arricchisce il lettore. Jesus Christ è mediocre, provoca generalmente indifferenza.
"Jesus Christ" è un two shot pubblicato dalla Play Press nel 2007 al costo di 3,90€ a volumetto. L'autrice (cosa più sconvolgente) è Miwa Ueda.
Allora, partendo dall'innegabile fatto che la maggior parte delle opere pubblicate della Play Press sono, per dirla gentilmente, delle "ciofeche", questa proprio è l'eccezione che conferma la regola. Ciò comunque spiegherebbe il perché del fallimento della Play Press.
Comunque, Jesus Christ è un two shot della Ueda, famosissima da noi per il suo osannato Peach Girl, la mini serie Ura Peach Girl (che racconta appunto le vicende di Ura) e infine l'attuale Papillion edito dalla Star Comics. Perché dico tutto questo? Semplice: perché chi ha letto solo queste tre opere avrà di certo un ottimo giudizio sulle opere della Ueda (io le ho lette tutte e tre), ma se poi ti capita di leggere Jesus Christ è tutto un altro paio di maniche. Jesus Christ è forse l'opera più inutile, non sense e improbabile della suddetta mangaka.
La trama: due gemelli, Ukyo e Sakyo, sono stati separati alla nascita, e il maschietto (avendo avuto la sfortuna di nascere dopo altri 3 maschi) viene dato in adozione allo zio, mentre la bambina rimane nella famiglia perché è la prima femmina per i genitori. Dopo 15 anni però i due gemelli vengono a conoscenza rispettivamente l'uno dell'altra, e qui si scatena un parapiglia: infatti Ukyo è cresciuta in una famiglia di uomini, come un vero maschiaccio, rozza, forzuta e sbadata, invece Sakyo è un ragazzo cresciuto fra modi gentili e femminili, e così si rivela essere un ragazzo solo all'anagrafe, infatti porta i capelli lunghi e si veste da donna (tipo Seiko di Lovely Complex per capirci).
Fra i due gemelli non scorre buon sangue, infatti Sakyo si stabilisce nella scuola di Ukyo e le soffia il ragazzo che le piace, spacciandosi per una donna. Anche se poi alla fine si scoprirà la sua strana malattia di allergia alle donne (?), che lo fa diventare isterico quando una donna (che non sia la sorella però) lo sfiora.
Comunque succedono un paio di cose, ma alla fine i due gemelli diventano uniti e si cominciano a voler bene a vicenda. Diciamo che fino alla metà del primo tankbon la storia è carina, ma dopo prende una piega inutile e stupidissima.
<b>[Attenzione, possibili spoiler.]</b>
Entra un terzo coprotagonista, il principe Karl, innamorato di Sakyo (non sa che è un ragazzo, e nessuno si accinge a dirglielo), con un triste passato alle spalle e bla bla bla. Inizialmente prende in antipatia Ukyo, ma poi cambia idea. Con lui vivranno idee strampalate, e alla fine della storia ancora nessuno rivela a Karl la sessualità ambigua di Sakyo.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Parlando del titolo, "Jesus Christ", vi chiederete "perché mai un titolo così?". È un'espressione che dice una o due volte Sakyo nel corso dell'opera, tutto qui.
A mio parere un opera così è la più grande caduta di stile che una mangaka potesse fare nella sua vita, e se parliamo di una come la Ueda, è due volte peggio. Sinceramente l'ho trovata veramente inutile, soprattutto il finale, perché in realtà l'opera non ha un finale concreto. Il "the end" della storia sa quasi di cretino, qualcosa di buttato lì senza motivo alcuno, perché non si sapeva come altro far finire una cosa del genere.
Motivo il mio 4, perché in fondo è un voto altino per un opera così, ma non ho dato 2 o 3 per vari motivi. Primo, perché la prima metà del primo tankbon è veramente carina, e se la Ueda fosse rimasta su quel genere di avventure sarebbe riuscito in modo migliore questo two shot; secondo perché l'idea dei gemelli donna-che-fa-l'uomo e viceversa l'ho trovata fantasiosa e simpatica, e terzo perché questo manga mi ha strappato più di qualche volta una risata. Comunque, un consiglio, a meno che non siate fans della Ueda, e vogliate a tutti i costi recuperare ogni sua opera, Jesus Christ è un opera che può benissimo mancare nella vostra collezione, soprattutto perché, a meno che non ne acquisisca i diritti qualcun altro, la Play Press non la ristamperà, e perciò è difficile trovarla). Magari, invece di Jesus Christ, perché non date un'occhiata ad Angels War, sempre della stessa mangaka?
Allora, partendo dall'innegabile fatto che la maggior parte delle opere pubblicate della Play Press sono, per dirla gentilmente, delle "ciofeche", questa proprio è l'eccezione che conferma la regola. Ciò comunque spiegherebbe il perché del fallimento della Play Press.
Comunque, Jesus Christ è un two shot della Ueda, famosissima da noi per il suo osannato Peach Girl, la mini serie Ura Peach Girl (che racconta appunto le vicende di Ura) e infine l'attuale Papillion edito dalla Star Comics. Perché dico tutto questo? Semplice: perché chi ha letto solo queste tre opere avrà di certo un ottimo giudizio sulle opere della Ueda (io le ho lette tutte e tre), ma se poi ti capita di leggere Jesus Christ è tutto un altro paio di maniche. Jesus Christ è forse l'opera più inutile, non sense e improbabile della suddetta mangaka.
La trama: due gemelli, Ukyo e Sakyo, sono stati separati alla nascita, e il maschietto (avendo avuto la sfortuna di nascere dopo altri 3 maschi) viene dato in adozione allo zio, mentre la bambina rimane nella famiglia perché è la prima femmina per i genitori. Dopo 15 anni però i due gemelli vengono a conoscenza rispettivamente l'uno dell'altra, e qui si scatena un parapiglia: infatti Ukyo è cresciuta in una famiglia di uomini, come un vero maschiaccio, rozza, forzuta e sbadata, invece Sakyo è un ragazzo cresciuto fra modi gentili e femminili, e così si rivela essere un ragazzo solo all'anagrafe, infatti porta i capelli lunghi e si veste da donna (tipo Seiko di Lovely Complex per capirci).
Fra i due gemelli non scorre buon sangue, infatti Sakyo si stabilisce nella scuola di Ukyo e le soffia il ragazzo che le piace, spacciandosi per una donna. Anche se poi alla fine si scoprirà la sua strana malattia di allergia alle donne (?), che lo fa diventare isterico quando una donna (che non sia la sorella però) lo sfiora.
Comunque succedono un paio di cose, ma alla fine i due gemelli diventano uniti e si cominciano a voler bene a vicenda. Diciamo che fino alla metà del primo tankbon la storia è carina, ma dopo prende una piega inutile e stupidissima.
<b>[Attenzione, possibili spoiler.]</b>
Entra un terzo coprotagonista, il principe Karl, innamorato di Sakyo (non sa che è un ragazzo, e nessuno si accinge a dirglielo), con un triste passato alle spalle e bla bla bla. Inizialmente prende in antipatia Ukyo, ma poi cambia idea. Con lui vivranno idee strampalate, e alla fine della storia ancora nessuno rivela a Karl la sessualità ambigua di Sakyo.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Parlando del titolo, "Jesus Christ", vi chiederete "perché mai un titolo così?". È un'espressione che dice una o due volte Sakyo nel corso dell'opera, tutto qui.
A mio parere un opera così è la più grande caduta di stile che una mangaka potesse fare nella sua vita, e se parliamo di una come la Ueda, è due volte peggio. Sinceramente l'ho trovata veramente inutile, soprattutto il finale, perché in realtà l'opera non ha un finale concreto. Il "the end" della storia sa quasi di cretino, qualcosa di buttato lì senza motivo alcuno, perché non si sapeva come altro far finire una cosa del genere.
Motivo il mio 4, perché in fondo è un voto altino per un opera così, ma non ho dato 2 o 3 per vari motivi. Primo, perché la prima metà del primo tankbon è veramente carina, e se la Ueda fosse rimasta su quel genere di avventure sarebbe riuscito in modo migliore questo two shot; secondo perché l'idea dei gemelli donna-che-fa-l'uomo e viceversa l'ho trovata fantasiosa e simpatica, e terzo perché questo manga mi ha strappato più di qualche volta una risata. Comunque, un consiglio, a meno che non siate fans della Ueda, e vogliate a tutti i costi recuperare ogni sua opera, Jesus Christ è un opera che può benissimo mancare nella vostra collezione, soprattutto perché, a meno che non ne acquisisca i diritti qualcun altro, la Play Press non la ristamperà, e perciò è difficile trovarla). Magari, invece di Jesus Christ, perché non date un'occhiata ad Angels War, sempre della stessa mangaka?