Cloth Road
Storia molto particolare, diversa dai soliti shonen. Inizia un po' lenta ma già dal secondo volume ingrana e dal quarto mostra la sua vera potenzialità. I disegni sono molto particolari ma tremendamente adatti alla storia, il character design dei personaggi è studiatissimo e ben curato (dato che la storia tratta di micro tecnologie impiantate nei vestiti in grado così di assumere forme, consistenze e colori di ogni genere).
Anche se ad una prima occhiata può sembrare banale vi assicuro che non è così e ve ne accorgerete fin dal secondo volume.
Lo consiglio a tutti gli amanti degli shonen...
Anche se ad una prima occhiata può sembrare banale vi assicuro che non è così e ve ne accorgerete fin dal secondo volume.
Lo consiglio a tutti gli amanti degli shonen...
Francamente deludente questa Cloth Road, uno shounen come ce ne sono mille uscito dalla penna del semi-sconosciuto Hideyuki Kurata, e salvato da una insufficienza in extremis dal disegno di Okama.
La storia assume i connotati, ormai usati ed abusati, dello shounen più classico: un paio di ragazzini alla riscossa contro il mondo, in una serie di interminabili battaglie lunghe capitoli interi, ostacolati da "malvagi" che fanno sembrare Gargamella un serial killer. Quello che dovrebbe essere il carattere che distingue la serie, ovvero che i combattenti sono modelli e stiliste, non viene per nulla sfruttato: potrebbero essere supereroi in calzamaglia o lottatori di sumo, non farebbe alcuna differenza. Trama quindi stereotipata, noiosa e poco sfruttata anche dove scorci di originalità ci sarebbero.
Okama, famoso più per i suoi doujin e anime designs che per manga, tiene la barca a galla quasi da solo... e a fatica. Probabilmente abituato a non avere i limiti imposti dal bianco e nero e dai dialoghi, il suo disegno solitamente incredibile soffre, e Cloth Road diventa purtroppo una delle sue prove grafiche più deboli: confuso, abbozzato e spesso difficile da "decifrare".
Un'opera, insomma, più o meno da dimenticare. Speriamo che Kurata finisca nel dimenticatoio presto, come merita, e che Okama non venga più coinvolto in progetti di così bassa lega.
La storia assume i connotati, ormai usati ed abusati, dello shounen più classico: un paio di ragazzini alla riscossa contro il mondo, in una serie di interminabili battaglie lunghe capitoli interi, ostacolati da "malvagi" che fanno sembrare Gargamella un serial killer. Quello che dovrebbe essere il carattere che distingue la serie, ovvero che i combattenti sono modelli e stiliste, non viene per nulla sfruttato: potrebbero essere supereroi in calzamaglia o lottatori di sumo, non farebbe alcuna differenza. Trama quindi stereotipata, noiosa e poco sfruttata anche dove scorci di originalità ci sarebbero.
Okama, famoso più per i suoi doujin e anime designs che per manga, tiene la barca a galla quasi da solo... e a fatica. Probabilmente abituato a non avere i limiti imposti dal bianco e nero e dai dialoghi, il suo disegno solitamente incredibile soffre, e Cloth Road diventa purtroppo una delle sue prove grafiche più deboli: confuso, abbozzato e spesso difficile da "decifrare".
Un'opera, insomma, più o meno da dimenticare. Speriamo che Kurata finisca nel dimenticatoio presto, come merita, e che Okama non venga più coinvolto in progetti di così bassa lega.