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Ninfea

Volumi letti: 12/12 --- Voto 7
"Himitsu, the top secret" è una serie Goen in dodici volumi dell'autrice Reiko Shimizu, già nota in Italia per la pubblicazione di un'altra opera. Questo è il mio primo approccio all'opera di questa mangaka, e come inizio mi sono trovata un po' spiazzata da uno shoujo dalla tematica particolarissima, che ho trovato molto inconsueta per il tipo di storia che narra.

Himitsu è una detective-story che narra le vicende del distretto di polizia 9, detto 'il nono', ufficio che si occupa delle indagini di efferati delitti, e ha una tecnica innovativa e particolarissima per risolvere tali casi; questa tecnica prevede di poter prendere il cervello di un defunto - vittima o carnefice - e attraverso un particolare esame, una scansione tomografica, estrarre le immagini dei ricordi e proiettarle sullo schermo di un PC, per analizzarle e trovare indizi alla soluzione dei casi.
Mettendo da parte la verosimiglianza, la questione posta da questo tipo di tecnica, oltre quella etica, non troppo sviluppata, ma solo accennata attraverso la voce di alcuni personaggi, è il problema psicologico che investe gli investigatori che devono visionare le immagini di delitti efferati, pratica discutibile che rischia di minare e compromettere la loro sanità mentale.

I protagonisti principali sono Maki, direttore del nono, personaggio femmineo (all'inizio ho creduto davvero che fosse una donna travestita) dall'aspetto delicato e quasi fragile, ma dal carattere scontroso, lunatico, freddo e con qualche problema psicologico derivato da vecchie vicende in cui rimasero coinvolti i suoi vecchi sottoposti, tra cui un suo caro amico; Aoki è un suo collaboratore, ragazzo sensibile e più sentimentale, suggestionato da Maki in maniera quasi ossessiva, sentimento manifestato da rossori, turbamenti, pensieri e vari flashback, elemento che francamente ho trovato ridicolo e spesso fuori luogo nell'ambito delle indagini che i due si trovano a svolgere.
La serie si sviluppa in maniera episodica, i delitti sono vari e in apparenza non correlati tra loro, ma le indagini del nono svelano i retroscena, le motivazioni dei personaggi coinvolti, lo stato d'animo che genera le azioni; sono spesso storie crudeli, malinconiche o molto tristi, e tutti questi sentimenti negativi influenzano chi si trova a dover vedere queste storie macabre, chi si tratti di Maki, Aoki, Okabe o gli altri collaboratori, che sono più che altro comparse.

Il problema di un lavoro simile è il suo impatto sulla vita privata dell'ispettore; sarà quasi devastante su quella di Aoki, coinvolto lui stesso in un terribile delitto, fidanzato con la dottoressa che fa le autopsie, donna forte e volitiva, anche lei coinvolta con Maki e il suo passato fatto di terribili esperienze che rischiano di farlo crollare, per quanto di questo personaggio in realtà ci venga detto davvero poco; della sua vita privata non sappiamo nulla, l'autrice ci suggerisce qualcosa attraverso un paio di immagini che non vengono riprese né spiegate in corso d'opera.
Maki è senza dubbio il personaggio più enigmatico e indecifrabile di tutta la serie, ma il suo carisma è tale che influenza e affascina chiunque attorno a sé; perfino i suoi collaboratori del nono ne sono fortemente impressionati, e lo rispettano per l'approccio serio e rigoroso che ha sul lavoro. Tra lui e Aoki scatta uno strano rapporto, che assume sfumature ambigue e una deriva sentimentale che mi ha fatto storcere un po' il naso; non è propriamente un'amicizia, perché questi due uomini raramente hanno davvero un confronto sul piano umano, ma ha qualcosa di ossessivo e romantico, soprattutto da parte di Aoki, che nel contesto generale della storia mi è parso poco attinente, e perfino forzato, per le situazioni drammatiche che i protagonisti si trovano a vivere. Forse siamo di fronte a cliché tipici del genere, che io conosco poco, ma la mia impressione è che mal si adattino al tipo di storia narrata, così fortemente drammatica, cupa e non di facile impatto. Uno sviluppo più realistico e verosimile del rapporto tra i vari personaggi, senza isterismi e svenimenti, forse mi avrebbe convinto di più.
Tralasciando quelli che a me sono sembrati difetti di forma, il manga è interessante, coinvolgente, e sa mantenere alta la tensione, mentre ci pone di fronte a qualche riflessione morale sul portare alla luce i segreti, la vita intima e privata degli altri, le loro debolezze, le meschinità umane o gli atti di coraggio.
La trama diventa un poco confusa negli ultimi volumi, con flashback che mostrano un passato inquietante, collegato alla soluzione di un paio di casi con una forte connotazione politica.

I disegni sono gradevoli, il tratto è elegante e pulito; l'edizione Goen è impreziosita dalle tavole a colori che aprono i volumi, che ho trovato molto belle.
Non posso dirmi certa del lavoro di traduzione e adattamento, alcune parti mi sono sembrate ripetitive, e ho colto qualche refuso, ma nulla che renda difficoltosa la lettura.
Una serie molto particolare, non sempre facile, che piacerà a chi apprezza una trama inconsueta con un pizzico di mistero, con qualche piccolo difetto su cui si può sorvolare.


 1
Shiva

Volumi letti: 1/12 --- Voto 8
Il primo volume della serie si articola in due storie (più alcuni extra finali): una storia introduttiva riguardante un mistero in cui è avvolto il presidente degli Stati Uniti, che costituisce un eccellente prologo (e dove compare un personaggio decisamente interessante, ed enigmatico nei suoi sentimenti, che spero di rivedere in futuro) e una storia più corposa in cui compaiono quelli che saranno i protagonisti effettivi della serie: Maki e Aoki. Entrambe le storie risultano molto intriganti e lo stile della Shimizu si conferma ancora una volta eccelso, sia dal punto di vista dei disegni, che trovo sempre molto raffinati, anche nelle scene più cruente, sia dal punto di vista della sceneggiatura, in cui traspare tutta la sua originalità e inventiva, come già succedeva ai tempi della Principessa Splendente (un gran capolavoro che vi invito caldamente a leggere, qualora non l'aveste già fatto).

L'unica pecca, purtroppo, che mi ha portato a non assegnare un bel 10 ciccione (le opere della Shimizu si meritano tutte un 10 e oltre, a mio avviso! Sì, ho una vera idolatria nei confronti di questa autrice) riguarda l'edizione italiana. Esteticamente nulla da dire, perché il volume si presenta meravigliosamente con tanto di sovra-copertina e ottima resa delle pagine a colori, ma langue per quanto riguarda la traduzione e l'adattamento. Troppi, troppi refusi a mio avviso, e in alcuni punti la traduzione l'ho trovata pessima, legnosa e zoppicante. Badate bene, lavorando nel settore della traduzione ho l'occhio più allenato e critico in questo senso, quindi certe cose balzano più alla mia attenzione e mi infastidiscono maggiormente. Peccato, perché avendo letto altre opere edite dalla Goen, in quei casi mi ero, invece, sorpresa per l'ottima resa della traduzione e la mancanza di refusi (soprattutto in "Kiss Him Not Me"). Penso che in questo caso la povera traduttrice non sia stata supportata da un buon adattatore e/o revisore, o almeno da una buona dose di pignoleria e accuratezza, perché almeno metà dei refusi e delle parti poco convincenti sarebbero potute essere perfezionate con veramente poco.

Parliamoci chiaro: è stato un vero e proprio atto di coraggio da parte della Goen portare un'opera del genere, considerando il mega flop (assai immeritato, lasciatemelo dire) che ebbe "La Principessa Splendente", opera grandiosa della medesima autrice, ai suoi tempi. La Planet Manga sudò sette camicie e sette pigiami per portarla a termine, però almeno ce la fece. Dubito che "Himitsu" possa incorrere in una sorte contraria, in quanto pur presentando tematiche intriganti e una struttura pseudo-episodica che potrebbero renderla fruibile da un pubblico leggermente più vasto, penso che lo stile della Shimizu, almeno da noi, rimarrà sempre godibile solo per una piccola nicchia di veri estimatori (con un cuore portato alle ship, magari, aggiungerei? Beh, dai, basta vedere Maki e Aoki, in alcune scene giuro che mi sono venuti dei mega flash di Sutton e Miller, pur non portandomi - ancora, perlomeno - ai medesimi batticuori). Nonostante ciò, è un'opera che merita un trattamento di tutto rispetto dal punto di vista della resa in italiano, quindi spero fortemente che ci dedichino più attenzione in futuro (considerando anche quanto tempo passa tra l'uscita di un volume e l'altro, direi che il tempo per lavorarci per bene è l'unica cosa che non gli manca di sicuro...)