Bitter Virgin
Il Manga è stato pubblicato tra il 2005 e il 2008 ed è composto da soli 4 volumi: il genere è quello scolastico sentimentale e per i temi trattati è adatto ad un pubblico adulto, target seinen-josei.
L’autrice Kei Kusunoki non fa mistero di essersi ispirata nella redazione dell’opera alla sua dolorosa esperienza autobiografica (dedica un paio di brevi capitoletti di spiegazione a metà opera e al termine sia per far capire il perché dei temi trattati, sia per far capire come ha superato il suo trauma) e così nel manga ha affrontato con grande sensibilità temi piuttosto “impegnativi” quali: l’abuso di minori, l’incesto (patrigno nei confronti della figlia acquisita), l’aborto (spontaneo e indotto), la gravidanza indesiderata, l’abbandono da parte della madre del bambino appena nato e la sua adozione, la violenza sessuale e la morte del feto durante il parto. Si tratta di un filotto di argomenti/temi non da poco che sono stati gestiti dall’autrice con il giusto tono drammatico e con una sensibilità “femminile” nella illustrazione e la resa delle espressioni dei protagonisti, nei dialoghi, nelle implicazioni psicologiche dei personaggi, nella gestione e accettazione delle conseguenze del passato, del suo superamento, il messaggio di speranza di fondo per chi subisce tali accadimenti.
Quindi un manga che rappresenta un “unicum” (in senso positivo) tra quelli che ho letto e che presenta tuttavia dei limiti, sia grafici sia di trama, per assurgere ad un’opera significativa: a livello di trama, il fatto che l’opera sia sviluppata in soli quattro volumi, rende l’opera un po’ troppo “frettolosa” nella gestione di tutti gli eventi posti a fondamento della narrazione. Su alcuni, credo che l’autrice abbia escogitato delle soluzioni un po’ troppo “forzate” e poco credibili e anche l’approfondimento psicologico sconta un po’ di “approssimazione” a causa della mancanza di “spazio” sufficiente per illustrare i drammi rappresentati nella storia e le conseguenze sui protagonisti della storia. Pertanto la trama resta un po’ "prevedibile” nel suo breve sviluppo e senza imprevisti o sorprese inaspettate o sorprendenti.
Lato tecnico, il manga è disegnato con pochi o nulli fondali e particolari: si concentra esclusivamente sui personaggi e le loro espressioni e, leggendo l’opera a distanza di parecchi anni dalla pubblicazione, sconta anche un comparto grafico un po’ datato rispetto agli stili in uso di recente.
I dialoghi in questo senso emergono meglio e rappresentano una parte fondamentale per far in modo che il lettore possa cogliere al meglio le sfumature degli stati d’animo ma le espressioni restano comunque con uno stile un po’ piatto...
Attenzione: questa parte contiene molti spoiler!
La trama è piuttosto semplice: Hinako Aikawa è una ragazza delle scuole superiori che si è trasferita da Tokyo nella scuola in un piccolo paese di provincia frequentata da Daisuke Suwa, Yuzu (l’amica di infanzia e compagna di classe di Daisuke Suwa), Kazuki (la compagna di classe che insiste nel diventare la ragazza di Suwa). Nella narrazione fanno poi capolino la madre di Daisuke e soprattutto sua sorella Izumi, che aveva lasciato la casa anni prima per trasfersi a Tokyo a studiare all’università e poi restarci per lavoro.
Si capisce ben presto che Hinako si è trasferita (in realtà si è allontanata in modo traumatico dalla madre) da Tokyo perché è stata vittima di ripetuti abusi e violenze da parte del suo patrigno che hanno avuto come conseguenza prima un aborto spontaneo e successivamente un parto forzato. Nella dolorosa vicenda, Hinako non è stata inizialmente creduta dalla madre (salvo poi ricredersi e allontanare il patrigno) e pertanto decide di allontanarsi da lei andando a vivere da sola trasferendosi in una piccola città di campagna, con la speranza di iniziare da capo la sua vita in un posto dove non conoscessero il suo passato e il suo doloroso trauma e cercare di superare la sua paura verso gli uomini.
Ed ecco il primo tema della storia su cui l’autrice costringe a riflettere il lettore: in una situazione come quella vissuta da Hinako, la vittima non può condividere l’orrore e il dolore vissuti pena il giudizio e l’impossibilità ad essere creduta, aiutata e supportata per superare il profondo trauma subito. In generale la società non riesce ancora a comprendere una vicenda che segna profondamente lo sviluppo fisico e psicologico di una ragazzina che si è ritrovata all’improvviso non solo ad affrontare il “mondo adulto” perdendo la fiducia in ciò che di più caro aveva (gli affetti familiari e sua madre) ma anche a rinunciare alla sua giovinezza per trovarsi costretta a generare una nuova vita di cui poi è costretta per la tenera età ad abbandonare in adozione... Tale aspetto è mirabilmente descritto nel manga sia quando Hinako festeggia il primo compleanno del bambino dato in adozione (la scena della torta di compleanno è piuttosto toccante...) sia quando rapporterà alla maternità di Izumi.
La sorella di Daisuke ritorna al paesello natio incinta di una persona (collega che non si è separato dalla moglie) che poi l’ha abbandonata ma, nonostante il disappunto della madre, crede fermamente nella nascita del bambino e tale aspetto ingenera in Hinako il turbamento in lei che nel suo caso aveva visto nel nascituro una persona “indesiderata” ,ma che comunque sentiva come parte di sé e ora ne soffriva tremendamente la mancanza... E quando Hinako cercherà di confortare Izumi dopo la nascita del bambino morto, rivelandole il suo dolorosissimo segreto, entrambe realizzeranno vicendevolmente che non solo sole nella loro sofferenza e che devono trovare la forza per poter superare i loro traumi. Altrettanto forte è l’ingenuità rubata a Hinako dal patrigno e la disapprovazione della madre incredula: Hinako inizialmente è stata quasi portata a pensare che l’approccio del patrigno fosse un segno di affetto e poi per amore nei confronti della madre tace fino a quando l’evidenza non poteva essere più celata. Il dramma della madre che accusa la figlia di essere una poco di buono (situazione aggravata dalla seconda gravidanza dopo l’aborto spontaneo) sono veramente “toccanti” al pari della successiva riconciliazione tra le due una volta che la madre crederà alla figlia in occasione della seconda gravidanza che si concluderà anticipatamente per motivi di salute di Hinako (parto cesareo)…
Insomma una storia forte, affrescata nei dettagli salienti dalla mangaka con una sintesi incredibile e che non può lasciare insensibile soprattutto non tanto nella descrizione di quanto le è accaduto ma nello sgomento e smarrimento di Hinako ogniqualvolta si ritrova a pensare al suo passato. Scioccante è la scena della violenza sessuale che avrebbe subito Hinako se non fosse intervenuto Daisuke in suo soccorso: pensare che lei in un primo momento pensa di non reagire al violentatore come se fosse un oggetto perché era qualcosa di già vissuto e così facendo avrebbe sofferto meno è un chiaro segnale di cosa possa passare per la mente di una vittima di tali violenze in quei momenti...
Daisuke, il protagonista maschile, inizialmente manifesta disinteresse per la nuova compagna di classe, ritenendola troppo riservata e timida. In seguito ad un evento piuttosto singolare (viene scambiato per equivoco da Hinako per un prete nel confessionale di una chiesa dove lei si era rifugiata per pregare per poi confessarsi), Hinako, rivela inconsapevolmente a Daisuke, il proprio segreto nei dettagli. Daisuke ne rimane profondamente colpito, tanto da considerare Hinako sotto una nuova prospettiva pur mantenendo il suo segreto con tutti. E così il rapporto tra i due evolve tra equivoci (“lei non sa che lui sa”), situazioni anche da rom-com (in cui si aggiunge la tsundere Kazumi che fa di tutto per rendere Daisuke il suo ragazzo) fino al punto che prima Daisuke e poi Hinako tendono a provare qualcosa per l’altro nonostante Kazuki, la maternità della sorella di Daisuke (e il conseguente lutto per la morte del bambino), l’amore non corrisposto di Yuzu nei confronti di Daisuke e da ultimo la rivelazione del segreto di Hinako (Yuzu aveva sentito il dialogo tra Hinako e Izumi) e lo rinfaccerà a Daisuke con il pretesto di proteggerlo da Hinako e con Kazumi che sente tutto di nascosto.
Particolarmente toccante è l’evoluzione dell’affettività di Hinako: mentre il contatto con qualsiasi esponente di sesso maschile le era impossibile per le violenze subite, con Daisuke piano piano riesce a fidarsi di lui (perché pensava che lui non fosse interessato a lei come ragazza) resistendo alla tentazione di fuggire e a isolarsi, iniziando a manifestare sempre più interesse nei suoi confronti e meravigliandosi della sensazione che provava: lei non si era mai innamorata di un ragazzo. Al termine del manga dopo essere stata inseguita da Daisuke per dirle che del suo passato non gli importava nulla e che l’amava, è significativa quanto Hinako afferma più volte a Daisuke: gli intima di non muoversi e poi, per la prima volta, lo abbraccia dicendogli che l’amava. Un chiaro segnale che dopo tante sofferenze, Hinako si stava riaprendo al mondo e in particolare iniziava a fidarsi del sesso opposto e soprattutto di una persona come Daisuke per il quale aveva già manifestato un certo interesse e fiducia (paradigmatica è la circostanza in cui lo difende dalle accuse di Kazuki di averla violentata...).
Al dramma di Hinako nel manga c’è ampio spazio anche per quello “autobiografico” di Izumi che perde il bambino nato morto. In tale circostanza c’è molto della mangaka e del suo dolore vissuto per la perdita del figlio nelle medesime circostanze. A livello di trama, questo ulteriore dramma e il parallelismo con quello di Hinako (l’aborto e l’adozione del figlio mai conosciuto) permette alla storia di affrontare una tematica altrettanto “spinosa” e dolorosa: la descrizione minuziosa dei preparativi alla nascita, il coinvolgimento della madre che dimostra di essere molto più forte delle convenzioni sociali (accettando con entusiasmo la nascita del primo nipote al di là di cosa ne pensavano le persone che la conoscevano), la morte e l’elaborazione del lutto, il superamento del lutto e il ritorno alla vita di tutti i giorni nonostante il grande investimento emotivo di tutta la famiglia (anche Daisuke resta molto colpito dalla morte del nipotino) sono un’altra “perla” del manga che con molta dolcezza e sensibilità porta all’epilogo della storia con un messaggio di fondo positivo e di speranza al superamento di tutte le difficoltà e i drammi che la vita pone di fronte alle persone. Il messaggio che si scambiano Daisuke e Hinako è molto forte e si potrebbe riassumere in “Let’s start anyway our relationship against all odds” senza farsi influenzare da cosa pensano gli altri, dalle convenzioni sociali e dalla meschinità delle persone.
L’autrice Kei Kusunoki non fa mistero di essersi ispirata nella redazione dell’opera alla sua dolorosa esperienza autobiografica (dedica un paio di brevi capitoletti di spiegazione a metà opera e al termine sia per far capire il perché dei temi trattati, sia per far capire come ha superato il suo trauma) e così nel manga ha affrontato con grande sensibilità temi piuttosto “impegnativi” quali: l’abuso di minori, l’incesto (patrigno nei confronti della figlia acquisita), l’aborto (spontaneo e indotto), la gravidanza indesiderata, l’abbandono da parte della madre del bambino appena nato e la sua adozione, la violenza sessuale e la morte del feto durante il parto. Si tratta di un filotto di argomenti/temi non da poco che sono stati gestiti dall’autrice con il giusto tono drammatico e con una sensibilità “femminile” nella illustrazione e la resa delle espressioni dei protagonisti, nei dialoghi, nelle implicazioni psicologiche dei personaggi, nella gestione e accettazione delle conseguenze del passato, del suo superamento, il messaggio di speranza di fondo per chi subisce tali accadimenti.
Quindi un manga che rappresenta un “unicum” (in senso positivo) tra quelli che ho letto e che presenta tuttavia dei limiti, sia grafici sia di trama, per assurgere ad un’opera significativa: a livello di trama, il fatto che l’opera sia sviluppata in soli quattro volumi, rende l’opera un po’ troppo “frettolosa” nella gestione di tutti gli eventi posti a fondamento della narrazione. Su alcuni, credo che l’autrice abbia escogitato delle soluzioni un po’ troppo “forzate” e poco credibili e anche l’approfondimento psicologico sconta un po’ di “approssimazione” a causa della mancanza di “spazio” sufficiente per illustrare i drammi rappresentati nella storia e le conseguenze sui protagonisti della storia. Pertanto la trama resta un po’ "prevedibile” nel suo breve sviluppo e senza imprevisti o sorprese inaspettate o sorprendenti.
Lato tecnico, il manga è disegnato con pochi o nulli fondali e particolari: si concentra esclusivamente sui personaggi e le loro espressioni e, leggendo l’opera a distanza di parecchi anni dalla pubblicazione, sconta anche un comparto grafico un po’ datato rispetto agli stili in uso di recente.
I dialoghi in questo senso emergono meglio e rappresentano una parte fondamentale per far in modo che il lettore possa cogliere al meglio le sfumature degli stati d’animo ma le espressioni restano comunque con uno stile un po’ piatto...
Attenzione: questa parte contiene molti spoiler!
La trama è piuttosto semplice: Hinako Aikawa è una ragazza delle scuole superiori che si è trasferita da Tokyo nella scuola in un piccolo paese di provincia frequentata da Daisuke Suwa, Yuzu (l’amica di infanzia e compagna di classe di Daisuke Suwa), Kazuki (la compagna di classe che insiste nel diventare la ragazza di Suwa). Nella narrazione fanno poi capolino la madre di Daisuke e soprattutto sua sorella Izumi, che aveva lasciato la casa anni prima per trasfersi a Tokyo a studiare all’università e poi restarci per lavoro.
Si capisce ben presto che Hinako si è trasferita (in realtà si è allontanata in modo traumatico dalla madre) da Tokyo perché è stata vittima di ripetuti abusi e violenze da parte del suo patrigno che hanno avuto come conseguenza prima un aborto spontaneo e successivamente un parto forzato. Nella dolorosa vicenda, Hinako non è stata inizialmente creduta dalla madre (salvo poi ricredersi e allontanare il patrigno) e pertanto decide di allontanarsi da lei andando a vivere da sola trasferendosi in una piccola città di campagna, con la speranza di iniziare da capo la sua vita in un posto dove non conoscessero il suo passato e il suo doloroso trauma e cercare di superare la sua paura verso gli uomini.
Ed ecco il primo tema della storia su cui l’autrice costringe a riflettere il lettore: in una situazione come quella vissuta da Hinako, la vittima non può condividere l’orrore e il dolore vissuti pena il giudizio e l’impossibilità ad essere creduta, aiutata e supportata per superare il profondo trauma subito. In generale la società non riesce ancora a comprendere una vicenda che segna profondamente lo sviluppo fisico e psicologico di una ragazzina che si è ritrovata all’improvviso non solo ad affrontare il “mondo adulto” perdendo la fiducia in ciò che di più caro aveva (gli affetti familiari e sua madre) ma anche a rinunciare alla sua giovinezza per trovarsi costretta a generare una nuova vita di cui poi è costretta per la tenera età ad abbandonare in adozione... Tale aspetto è mirabilmente descritto nel manga sia quando Hinako festeggia il primo compleanno del bambino dato in adozione (la scena della torta di compleanno è piuttosto toccante...) sia quando rapporterà alla maternità di Izumi.
La sorella di Daisuke ritorna al paesello natio incinta di una persona (collega che non si è separato dalla moglie) che poi l’ha abbandonata ma, nonostante il disappunto della madre, crede fermamente nella nascita del bambino e tale aspetto ingenera in Hinako il turbamento in lei che nel suo caso aveva visto nel nascituro una persona “indesiderata” ,ma che comunque sentiva come parte di sé e ora ne soffriva tremendamente la mancanza... E quando Hinako cercherà di confortare Izumi dopo la nascita del bambino morto, rivelandole il suo dolorosissimo segreto, entrambe realizzeranno vicendevolmente che non solo sole nella loro sofferenza e che devono trovare la forza per poter superare i loro traumi. Altrettanto forte è l’ingenuità rubata a Hinako dal patrigno e la disapprovazione della madre incredula: Hinako inizialmente è stata quasi portata a pensare che l’approccio del patrigno fosse un segno di affetto e poi per amore nei confronti della madre tace fino a quando l’evidenza non poteva essere più celata. Il dramma della madre che accusa la figlia di essere una poco di buono (situazione aggravata dalla seconda gravidanza dopo l’aborto spontaneo) sono veramente “toccanti” al pari della successiva riconciliazione tra le due una volta che la madre crederà alla figlia in occasione della seconda gravidanza che si concluderà anticipatamente per motivi di salute di Hinako (parto cesareo)…
Insomma una storia forte, affrescata nei dettagli salienti dalla mangaka con una sintesi incredibile e che non può lasciare insensibile soprattutto non tanto nella descrizione di quanto le è accaduto ma nello sgomento e smarrimento di Hinako ogniqualvolta si ritrova a pensare al suo passato. Scioccante è la scena della violenza sessuale che avrebbe subito Hinako se non fosse intervenuto Daisuke in suo soccorso: pensare che lei in un primo momento pensa di non reagire al violentatore come se fosse un oggetto perché era qualcosa di già vissuto e così facendo avrebbe sofferto meno è un chiaro segnale di cosa possa passare per la mente di una vittima di tali violenze in quei momenti...
Daisuke, il protagonista maschile, inizialmente manifesta disinteresse per la nuova compagna di classe, ritenendola troppo riservata e timida. In seguito ad un evento piuttosto singolare (viene scambiato per equivoco da Hinako per un prete nel confessionale di una chiesa dove lei si era rifugiata per pregare per poi confessarsi), Hinako, rivela inconsapevolmente a Daisuke, il proprio segreto nei dettagli. Daisuke ne rimane profondamente colpito, tanto da considerare Hinako sotto una nuova prospettiva pur mantenendo il suo segreto con tutti. E così il rapporto tra i due evolve tra equivoci (“lei non sa che lui sa”), situazioni anche da rom-com (in cui si aggiunge la tsundere Kazumi che fa di tutto per rendere Daisuke il suo ragazzo) fino al punto che prima Daisuke e poi Hinako tendono a provare qualcosa per l’altro nonostante Kazuki, la maternità della sorella di Daisuke (e il conseguente lutto per la morte del bambino), l’amore non corrisposto di Yuzu nei confronti di Daisuke e da ultimo la rivelazione del segreto di Hinako (Yuzu aveva sentito il dialogo tra Hinako e Izumi) e lo rinfaccerà a Daisuke con il pretesto di proteggerlo da Hinako e con Kazumi che sente tutto di nascosto.
Particolarmente toccante è l’evoluzione dell’affettività di Hinako: mentre il contatto con qualsiasi esponente di sesso maschile le era impossibile per le violenze subite, con Daisuke piano piano riesce a fidarsi di lui (perché pensava che lui non fosse interessato a lei come ragazza) resistendo alla tentazione di fuggire e a isolarsi, iniziando a manifestare sempre più interesse nei suoi confronti e meravigliandosi della sensazione che provava: lei non si era mai innamorata di un ragazzo. Al termine del manga dopo essere stata inseguita da Daisuke per dirle che del suo passato non gli importava nulla e che l’amava, è significativa quanto Hinako afferma più volte a Daisuke: gli intima di non muoversi e poi, per la prima volta, lo abbraccia dicendogli che l’amava. Un chiaro segnale che dopo tante sofferenze, Hinako si stava riaprendo al mondo e in particolare iniziava a fidarsi del sesso opposto e soprattutto di una persona come Daisuke per il quale aveva già manifestato un certo interesse e fiducia (paradigmatica è la circostanza in cui lo difende dalle accuse di Kazuki di averla violentata...).
Al dramma di Hinako nel manga c’è ampio spazio anche per quello “autobiografico” di Izumi che perde il bambino nato morto. In tale circostanza c’è molto della mangaka e del suo dolore vissuto per la perdita del figlio nelle medesime circostanze. A livello di trama, questo ulteriore dramma e il parallelismo con quello di Hinako (l’aborto e l’adozione del figlio mai conosciuto) permette alla storia di affrontare una tematica altrettanto “spinosa” e dolorosa: la descrizione minuziosa dei preparativi alla nascita, il coinvolgimento della madre che dimostra di essere molto più forte delle convenzioni sociali (accettando con entusiasmo la nascita del primo nipote al di là di cosa ne pensavano le persone che la conoscevano), la morte e l’elaborazione del lutto, il superamento del lutto e il ritorno alla vita di tutti i giorni nonostante il grande investimento emotivo di tutta la famiglia (anche Daisuke resta molto colpito dalla morte del nipotino) sono un’altra “perla” del manga che con molta dolcezza e sensibilità porta all’epilogo della storia con un messaggio di fondo positivo e di speranza al superamento di tutte le difficoltà e i drammi che la vita pone di fronte alle persone. Il messaggio che si scambiano Daisuke e Hinako è molto forte e si potrebbe riassumere in “Let’s start anyway our relationship against all odds” senza farsi influenzare da cosa pensano gli altri, dalle convenzioni sociali e dalla meschinità delle persone.
Questo manga l'ho letto e riletto un paio di volte, perché ritengo che sia un piccolo gioiellino. Cercando di non fare gli spoiler del caso, bisogna comunque dire che la trama affronta, con un tono di colore pastello, il dramma dell'abuso su di una ragazza.
Tutta la storia ruota intorno a Suwa e allo sconcertante segreto che è venuto a sapere, ottima la trama, scelta con cura la location, ovvero il piccolo paese di provincia dove avvengono i fatti narrati, e buona la sceneggiatura degli eventi. I personaggi principali ruotano intorno al loro personale carosello di emozioni che non sanno gestire, alla voglia di rivalsa, di una vera e propria fuga dal proprio piccolo mondo, e vengono prepotentemente schiacciati dalla realtà della propria situazione, non in senso negativo ma in un crescendo di consapevolezza della propria maturità, affrontando con discernimento i drammi che la vita pone davanti, passo dopo passo.
A parte i protagonisti, il carrozzone dei comprimari va dall'amica d'infanzia dai sentimenti vacui, alla ragazza yandere con l'ossessione per il protagonista. Ruolo da non sottovalutare è anche quello della madre di Suwa, che pur rimanendo nell'ombra offre molti spunti di riflessione sulla famiglia. In questa vicenda, a parte i mostri nascosti nell'animo umano, non ci sono dei veri e propri personaggi cattivi o comunque non sono palesati nelle vicende narrate.
Il tratto del manga risulta morbido, ma volte quasi spigoloso, comunque le espressioni sono facilmente riconoscibili anche senza bisogno dei dialoghi. Chiaroscuri e sfondi potevano essere meglio dettagliati ma in fondo si sarebbero persi tra la profondità della trama. Concludendo, per chi come me spazia anche nelle opere più impegnate, questo manga seinen è di valore e si fa apprezzare.
Tutta la storia ruota intorno a Suwa e allo sconcertante segreto che è venuto a sapere, ottima la trama, scelta con cura la location, ovvero il piccolo paese di provincia dove avvengono i fatti narrati, e buona la sceneggiatura degli eventi. I personaggi principali ruotano intorno al loro personale carosello di emozioni che non sanno gestire, alla voglia di rivalsa, di una vera e propria fuga dal proprio piccolo mondo, e vengono prepotentemente schiacciati dalla realtà della propria situazione, non in senso negativo ma in un crescendo di consapevolezza della propria maturità, affrontando con discernimento i drammi che la vita pone davanti, passo dopo passo.
A parte i protagonisti, il carrozzone dei comprimari va dall'amica d'infanzia dai sentimenti vacui, alla ragazza yandere con l'ossessione per il protagonista. Ruolo da non sottovalutare è anche quello della madre di Suwa, che pur rimanendo nell'ombra offre molti spunti di riflessione sulla famiglia. In questa vicenda, a parte i mostri nascosti nell'animo umano, non ci sono dei veri e propri personaggi cattivi o comunque non sono palesati nelle vicende narrate.
Il tratto del manga risulta morbido, ma volte quasi spigoloso, comunque le espressioni sono facilmente riconoscibili anche senza bisogno dei dialoghi. Chiaroscuri e sfondi potevano essere meglio dettagliati ma in fondo si sarebbero persi tra la profondità della trama. Concludendo, per chi come me spazia anche nelle opere più impegnate, questo manga seinen è di valore e si fa apprezzare.
"Bitter Virgin" è un manga composto da quattro volumi ideato e disegnato da Kei Kusonoki.
La storia racconta la difficile situazione di Aikawa Hinako, una ragazza di diciassette anni la cui vita è stata rovinata da ripetuti abusi e violenze da parte del suo patrigno. In seguito ad un aborto, e successivamente ad un parto forzato, Aikawa decide di abbandonare la sua casa e trasferirsi in una piccola città di campagna con l'intento di dimenticare almeno in parte i traumi subiti, e di superare la sua paura verso gli uomini. Nella sua nuova scuola incontrerà Suwa Daisuke, un ragazzo che in seguito ad una serie di eventi verrà a conoscenza del suo spiacevole passato.
Contrariamente alle apparenze, "Bitter Virgin" si rivela essere una storia matura e di un certo impatto. Le tematiche analizzate sono tutt'altro che leggere, e vengono trattate in maniera piuttosto realistica, a discapito di qualche obbligata forzatura.
La trama si sviluppa egregiamente e con i tempi giusti. L'attenzione e la curiosità del lettore vengono adeguatamente stimolate da una narrazione appassionante e ricca di colpi di scena. I personaggi sono ottimamente caratterizzati, realistici e credibili; stessa cosa si può dire della loro interazione e dello sviluppo dei rapporti interpersonali.
Tecnicamente il tratto dell'autrice, il design dei personaggi in primis, è tipicamente quello di un manga shoujo, a conferma delle sue precedenti opere. I fondali sono scarni di dettagli, se non dei più essenziali, e l'impaginazione di alcune tavole poteva essere sicuramente gestita meglio. La storia è breve ma non per questo poco intensa. La drammaticità della situazione è tangibile e resa alla perfezione, personalmente sono rimasto abbastanza colpito da questo, e non nego di essermi emozionato.
Il finale è un po' frettoloso e piuttosto prevedibile, ma tutto sommato conclude appropriatamente la vicenda, anche se avrei sperato in qualcosa di meglio.
In conclusione "Bitter Virgin" è un manga di grande impatto e che si incarica di trattare un argomento importante, e lo fa anche bene. Una lettura non alla portata di tutti, che sconsiglio alle persone facilmente impressionabili e a coloro che, ingannati dalle copertine e dallo stile del disegno in generale, potrebbero credere di intraprendere una lettura leggera. Un'opera di indubbio valore, ma che a causa della sua brevità non riuscirà, almeno dal sottoscritto, a farsi ricordare. Nel complesso un 7,5.
La storia racconta la difficile situazione di Aikawa Hinako, una ragazza di diciassette anni la cui vita è stata rovinata da ripetuti abusi e violenze da parte del suo patrigno. In seguito ad un aborto, e successivamente ad un parto forzato, Aikawa decide di abbandonare la sua casa e trasferirsi in una piccola città di campagna con l'intento di dimenticare almeno in parte i traumi subiti, e di superare la sua paura verso gli uomini. Nella sua nuova scuola incontrerà Suwa Daisuke, un ragazzo che in seguito ad una serie di eventi verrà a conoscenza del suo spiacevole passato.
Contrariamente alle apparenze, "Bitter Virgin" si rivela essere una storia matura e di un certo impatto. Le tematiche analizzate sono tutt'altro che leggere, e vengono trattate in maniera piuttosto realistica, a discapito di qualche obbligata forzatura.
La trama si sviluppa egregiamente e con i tempi giusti. L'attenzione e la curiosità del lettore vengono adeguatamente stimolate da una narrazione appassionante e ricca di colpi di scena. I personaggi sono ottimamente caratterizzati, realistici e credibili; stessa cosa si può dire della loro interazione e dello sviluppo dei rapporti interpersonali.
Tecnicamente il tratto dell'autrice, il design dei personaggi in primis, è tipicamente quello di un manga shoujo, a conferma delle sue precedenti opere. I fondali sono scarni di dettagli, se non dei più essenziali, e l'impaginazione di alcune tavole poteva essere sicuramente gestita meglio. La storia è breve ma non per questo poco intensa. La drammaticità della situazione è tangibile e resa alla perfezione, personalmente sono rimasto abbastanza colpito da questo, e non nego di essermi emozionato.
Il finale è un po' frettoloso e piuttosto prevedibile, ma tutto sommato conclude appropriatamente la vicenda, anche se avrei sperato in qualcosa di meglio.
In conclusione "Bitter Virgin" è un manga di grande impatto e che si incarica di trattare un argomento importante, e lo fa anche bene. Una lettura non alla portata di tutti, che sconsiglio alle persone facilmente impressionabili e a coloro che, ingannati dalle copertine e dallo stile del disegno in generale, potrebbero credere di intraprendere una lettura leggera. Un'opera di indubbio valore, ma che a causa della sua brevità non riuscirà, almeno dal sottoscritto, a farsi ricordare. Nel complesso un 7,5.
"Bitter Virgin" è un'opera di Kei Kusunoki, composta da 4 volumetti e completata nel 2005. Un manga sentimentale/scolastico, con toni piuttosto drammatici, per certi versi. Insomma, non proprio una storia da prendere così sottogamba, ma neanche poi così seriosa.
In generale l'ho trovata molto interessante, anche se piuttosto scontata e senza sviluppi così sorprendenti. Si attiene fedelmente ai solidi binari che si era prefissata in partenza, senza drastici sconvolgimenti o sviluppi inaspettati. Una scelta comoda, sotto alcuni punti di vista, ma comunque ben studiata e capace di concludere un manga buono, con un senso logico e senza eccessivi dilungamenti.
Suwa Daisuke è uno studente delle superiori, nel pieno della sua fase adolescenziale, ma non ancora interessato all'amore. Anzi, sembra non comprenderne l'effettivo significato: rimane distaccato e freddo dalle attenzioni delle sue compagne di classe. Eppure l'incontro con la timida Aikawa Hinako gli sconvolgerà la vita, non tanto per un qualche folgorante innamoramento, quanto piuttosto per la scoperta di un segreto.
Daisuke entra nella chiesetta di paese, ormai abbandonata, ma, sentendo entrare qualcun altro, si nasconde precipitosamente nel confessionale. Il caso vuole che proprio Aikawa è la nuova arrivata; ignara della presenza del compagno di classe, si dirige nel confessionale e, dopo un attimo di titubanza, racconta al supposto prete tutta la sua tragica storia. Stuprata dal padre adottivo e non creduta dalla madre, è costretta ad affrontare ben due gravidanze, di cui la prima, purtroppo, finisce con un aborto spontaneo. La seconda però si conclude e la giovane studentessa, ancora troppo giovane, decide di affidare il figlio alle cure di un orfanotrofio. Però è troppo tardi… non si può più tornare indietro quando tutto il mondo che ci circonda inizia velocemente a sgretolarsi. La madre finalmente le crede e scaccia di casa il marito, eppure non riesce a conquistare nuovamente la fiducia di Aikawa, che si trasferisce nell'attuale scuola.
Daisuke cerca in qualche modo di consolare la ragazza, ma è lui quello che è rimasto più sconvolto. Inizia a comprendere i dolori della fanciulla e, quasi inavvertitamente le si avvicina. Aikawa soffre di androfobia, non sopporta il contatto con gli uomini, eppure con Daisuke non ha problemi: sa che il ragazzo non prova nulla per lei. Ma è veramente così?
Una storia abbastanza semplice per quanto riguarda la trama, un passato dolorosissimo, che non può essere cancellato dal passare del tempo, una cicatrice sulla pelle che non andrà mai via. Il manga non è molto lungo e proprio per questo i vari personaggi sono costretti a crescere abbastanza velocemente. Il rapporto tra i due compagni fiorisce e si capisce fin da subito come andranno a finire le cose.
Sul piano caratteriale, devo constatare uno studio buono, ma un pochino superficiale, che si ferma alle prime impressioni. È vero che i sentimenti emergono molto bene e che i drammi psicologici vengono trattati in maniera accurata, ma allo stesso tempo non sono riuscito a immedesimarmi fino in fondo con il protagonista, o con un altro personaggio del racconto. Il pathos c'è, ma rimarrà sempre velato da un tessuto trasparente, che filtrerà inevitabilmente le varie emozioni… peccato.
I disegni non sono proprio del mio stile preferito, anche perché assomigliano più a quelli di uno shoujo che ai classici disegni da commedia. Comunque sono ben realizzati e curati nei vari dettagli. L'impianto tecnico è importante e, a mio avviso, costituisce il 50% della valutazione, ma bisogna comunque tener presente la trama e il coinvolgimento o meno del lettore.
In questo caso si raggiunge un effetto discreto, che permette una lettura piacevole, nonostante i temi trattati. Come già detto in precedenza, si cerca comunque di alleviare i toni con qualche, seppur sporadica, battuta. Senza contare poi che, in mezzo a tutto ciò, si inseriscono i classici triangoli/quadrati amorosi tipici delle commedie sentimentali. La yandere, nonché supposta ex- fidanzata di Daisuke, e l'amica d'infanzia, rassegnata come sempre a sopprimere il proprio amore.
"Bitter Virgin" è un buon manga, anche se non proprio un capolavoro. Ho apprezzato moltissimo la riflessioni su temi ben più profondi dei classici litigi amorosi tra ragazzine e credo che, nel complesso, riesca a mantenere un livello elevato per tutti e 4 i volumi.
Voto finale: 7
In generale l'ho trovata molto interessante, anche se piuttosto scontata e senza sviluppi così sorprendenti. Si attiene fedelmente ai solidi binari che si era prefissata in partenza, senza drastici sconvolgimenti o sviluppi inaspettati. Una scelta comoda, sotto alcuni punti di vista, ma comunque ben studiata e capace di concludere un manga buono, con un senso logico e senza eccessivi dilungamenti.
Suwa Daisuke è uno studente delle superiori, nel pieno della sua fase adolescenziale, ma non ancora interessato all'amore. Anzi, sembra non comprenderne l'effettivo significato: rimane distaccato e freddo dalle attenzioni delle sue compagne di classe. Eppure l'incontro con la timida Aikawa Hinako gli sconvolgerà la vita, non tanto per un qualche folgorante innamoramento, quanto piuttosto per la scoperta di un segreto.
Daisuke entra nella chiesetta di paese, ormai abbandonata, ma, sentendo entrare qualcun altro, si nasconde precipitosamente nel confessionale. Il caso vuole che proprio Aikawa è la nuova arrivata; ignara della presenza del compagno di classe, si dirige nel confessionale e, dopo un attimo di titubanza, racconta al supposto prete tutta la sua tragica storia. Stuprata dal padre adottivo e non creduta dalla madre, è costretta ad affrontare ben due gravidanze, di cui la prima, purtroppo, finisce con un aborto spontaneo. La seconda però si conclude e la giovane studentessa, ancora troppo giovane, decide di affidare il figlio alle cure di un orfanotrofio. Però è troppo tardi… non si può più tornare indietro quando tutto il mondo che ci circonda inizia velocemente a sgretolarsi. La madre finalmente le crede e scaccia di casa il marito, eppure non riesce a conquistare nuovamente la fiducia di Aikawa, che si trasferisce nell'attuale scuola.
Daisuke cerca in qualche modo di consolare la ragazza, ma è lui quello che è rimasto più sconvolto. Inizia a comprendere i dolori della fanciulla e, quasi inavvertitamente le si avvicina. Aikawa soffre di androfobia, non sopporta il contatto con gli uomini, eppure con Daisuke non ha problemi: sa che il ragazzo non prova nulla per lei. Ma è veramente così?
Una storia abbastanza semplice per quanto riguarda la trama, un passato dolorosissimo, che non può essere cancellato dal passare del tempo, una cicatrice sulla pelle che non andrà mai via. Il manga non è molto lungo e proprio per questo i vari personaggi sono costretti a crescere abbastanza velocemente. Il rapporto tra i due compagni fiorisce e si capisce fin da subito come andranno a finire le cose.
Sul piano caratteriale, devo constatare uno studio buono, ma un pochino superficiale, che si ferma alle prime impressioni. È vero che i sentimenti emergono molto bene e che i drammi psicologici vengono trattati in maniera accurata, ma allo stesso tempo non sono riuscito a immedesimarmi fino in fondo con il protagonista, o con un altro personaggio del racconto. Il pathos c'è, ma rimarrà sempre velato da un tessuto trasparente, che filtrerà inevitabilmente le varie emozioni… peccato.
I disegni non sono proprio del mio stile preferito, anche perché assomigliano più a quelli di uno shoujo che ai classici disegni da commedia. Comunque sono ben realizzati e curati nei vari dettagli. L'impianto tecnico è importante e, a mio avviso, costituisce il 50% della valutazione, ma bisogna comunque tener presente la trama e il coinvolgimento o meno del lettore.
In questo caso si raggiunge un effetto discreto, che permette una lettura piacevole, nonostante i temi trattati. Come già detto in precedenza, si cerca comunque di alleviare i toni con qualche, seppur sporadica, battuta. Senza contare poi che, in mezzo a tutto ciò, si inseriscono i classici triangoli/quadrati amorosi tipici delle commedie sentimentali. La yandere, nonché supposta ex- fidanzata di Daisuke, e l'amica d'infanzia, rassegnata come sempre a sopprimere il proprio amore.
"Bitter Virgin" è un buon manga, anche se non proprio un capolavoro. Ho apprezzato moltissimo la riflessioni su temi ben più profondi dei classici litigi amorosi tra ragazzine e credo che, nel complesso, riesca a mantenere un livello elevato per tutti e 4 i volumi.
Voto finale: 7
Kei Kusunoki è una mangaka famosa o per le sue opere a carattere ecchi (le due serie di Girl Saurus) o horror (Slayer e Innocent Witch), ma nella sua vita ad un certo punto accade un evento che la segna profondamente: la nascita di un figlio morto o come preferisce scrivere nel manga "morto alla nascita". Dopo questo brutto avvenimento nella sua vita si sente in dovere di raccontare il dolore di una donna che perde il proprio bambino e lo fa in Bitter Virgin, manga pubblicato nel 2005 in Giappone, ma ancora inedito in Italia.
La storia ruota attorno a Suwa Daisuke, un liceale di bell'aspetto, che ha il sogno di andare via dalla piccola cittadina di campagna in cui vive ed emigrare a Tokyo come ha fatto precedentemente sua sorella maggiore. E' sempre circondato da belle ragazze e, per sua affermazione, l'unica con cui non starebbe mai è Aikawa Hinako, che considera troppo strana. Ma questa sua opinione sulla ragazza cambia velocemente quando Daisuke per sbaglio ascolta ciò che non vorrebbe: la compagna di classe è stata violentata ripetutamente dal suo patrigno e successivamente ha avuto un aborto, e ha avuto un bambino un anno prima che ha dato in adozione. Da questo punto in poi, il protagonista non riesce più a vedere la povera ragazza sotto la stessa luce e cerca di aiutarla nonostante non possa rivelarle di sapere il suo segreto.
I personaggi di contorno sono anch'essi molto importanti: Kazuki, ragazza che vuole a tutti i costi l'amore di Daisuke anche diventando violenta a causa della sua estrema gelosia; Yuzu, l'amica d'infanzia e vicina di casa sempre premurosa; la mamma, che inizialmente ci viene descritta come superficiale, ma che nei momenti difficili risulta una donna forte e premurosa pronta a dare tutto per i suoi figli. Ma il personaggio secondario che sconvolge la trama e dà una scossa è la sorella maggiore Izumi, da considerare come l'impersonificazione della mangaka. Interessante e particolare è come Daisuke paragona le sofferenze patite tra la sua gravidanza, terminata con la nascita di un bambino morto, e quella di Hinako.
La carne sul fuoco è veramente tanta ed è sorprendente come l'autrice riesca a mantenere un certo equilibrio ed a non scadere nella drammaticità gratuita, anche grazie all'inserimento della storia in un contesto scolastico che riesce ad alleggerire i momenti più tristi e cupi dell'opera. Personalmente ho apprezzato molto la caratterizzazione dei protagonisti, soprattutto Daisuke, che fa sentire al lettore tutti i suoi dubbi ed i suoi tormenti interiori.
Anche il finale mi ha colpito: non dà soluzioni riparatrici a tutto, non conclude con il buonismo, ma insegna che tutto si può riparare, basta impegnarsi tanto.
Non posso che consigliare quest'opera perché mi ha trasportato davvero molto, mi ha fatto sentire all'interno delle stesse vicende. Il mio voto è più che positivo e gli attribuisco un bel 9.
La storia ruota attorno a Suwa Daisuke, un liceale di bell'aspetto, che ha il sogno di andare via dalla piccola cittadina di campagna in cui vive ed emigrare a Tokyo come ha fatto precedentemente sua sorella maggiore. E' sempre circondato da belle ragazze e, per sua affermazione, l'unica con cui non starebbe mai è Aikawa Hinako, che considera troppo strana. Ma questa sua opinione sulla ragazza cambia velocemente quando Daisuke per sbaglio ascolta ciò che non vorrebbe: la compagna di classe è stata violentata ripetutamente dal suo patrigno e successivamente ha avuto un aborto, e ha avuto un bambino un anno prima che ha dato in adozione. Da questo punto in poi, il protagonista non riesce più a vedere la povera ragazza sotto la stessa luce e cerca di aiutarla nonostante non possa rivelarle di sapere il suo segreto.
I personaggi di contorno sono anch'essi molto importanti: Kazuki, ragazza che vuole a tutti i costi l'amore di Daisuke anche diventando violenta a causa della sua estrema gelosia; Yuzu, l'amica d'infanzia e vicina di casa sempre premurosa; la mamma, che inizialmente ci viene descritta come superficiale, ma che nei momenti difficili risulta una donna forte e premurosa pronta a dare tutto per i suoi figli. Ma il personaggio secondario che sconvolge la trama e dà una scossa è la sorella maggiore Izumi, da considerare come l'impersonificazione della mangaka. Interessante e particolare è come Daisuke paragona le sofferenze patite tra la sua gravidanza, terminata con la nascita di un bambino morto, e quella di Hinako.
La carne sul fuoco è veramente tanta ed è sorprendente come l'autrice riesca a mantenere un certo equilibrio ed a non scadere nella drammaticità gratuita, anche grazie all'inserimento della storia in un contesto scolastico che riesce ad alleggerire i momenti più tristi e cupi dell'opera. Personalmente ho apprezzato molto la caratterizzazione dei protagonisti, soprattutto Daisuke, che fa sentire al lettore tutti i suoi dubbi ed i suoi tormenti interiori.
Anche il finale mi ha colpito: non dà soluzioni riparatrici a tutto, non conclude con il buonismo, ma insegna che tutto si può riparare, basta impegnarsi tanto.
Non posso che consigliare quest'opera perché mi ha trasportato davvero molto, mi ha fatto sentire all'interno delle stesse vicende. Il mio voto è più che positivo e gli attribuisco un bel 9.
Bitter Virgin è un seinen sentimentale/drammatico raccolto in 4 volumi, scritto e disegnato dalla mangaka Kei Kusunoki, uscito per la prima volta tra il 2005 e il 2008 sulla rivista Young Gangan dell'editore Square Enix.
A prima vista non mi aveva ispirato particolarmente, ho letto questo manga sotto consiglio di un amico e devo dire che in qualche modo mi ha colpito, forse proprio per le tematiche un po' particolari e abbastanza lontane da quelle che affronto di solito.
La vicenda ruota attorno alla storia d'amore tra il protagonista, Daisuke, e la sua compagna di classe Aikawa. Daisuke viene a scoprire per un equivoco il tragico passato della ragazza, la quale è stata abusata dal secondo marito della madre, che l'ha violentata più volte fino a metterla incinta.
Il manga non parla tanto di queste esperienze, quanto del dover uscire dal trauma generato da esse: Aikawa normalmente non riesce nemmeno ad interagire con l'altro sesso, e il pensiero del bambino che è stata costretta a partorire e a dare in adozione è per lei uno spettro che ne infesta i pensieri.
La fragilità emotiva permea drammaticamente tutta l'opera, e traspare la difficoltà del protagonista nell'aiutare l'amica, per quella amara consapevolezza di non avere gli strumenti adatti per farlo, di non poter mai realmente capire la sofferenza vissuta dall'altra persona.
La storia poi si allarga di altri personaggi e vicende, che la Kusunoki sa spargere abbastanza bene sul tavolo degli eventi, e che richiamano altre tematiche importanti come la possessività o l'esperienza dell'aborto (vero elemento autobiografico dell'opera, che è stata scritta in reazione alla perdita del figlio dell'autrice durante la gravidanza).
Riguardo all'aspetto tecnico, si vedono inevitabilmente alcune mancanze: la caratterizzazione dei personaggi per degli aspetti è un po' debole, a volte le loro scelte e i loro comportamenti non sono molto naturali, e anche i disegni non li ho mai apprezzati, essendo uno stile che risente un po' dell'influenza shojo che personalmente non adoro.
Ma in definitiva Bitter Virgin è sicuramente un'opera che consiglio, non è una lettura leggera e non lo vuole essere, va fatta decantare piuttosto che leggerla tutta d'un fiato. Perdonate i punti deboli dell'intreccio o dei personaggi e concentratevi su quello che realmente la storia vuole comunicare attraverso i suoi temi.
A prima vista non mi aveva ispirato particolarmente, ho letto questo manga sotto consiglio di un amico e devo dire che in qualche modo mi ha colpito, forse proprio per le tematiche un po' particolari e abbastanza lontane da quelle che affronto di solito.
La vicenda ruota attorno alla storia d'amore tra il protagonista, Daisuke, e la sua compagna di classe Aikawa. Daisuke viene a scoprire per un equivoco il tragico passato della ragazza, la quale è stata abusata dal secondo marito della madre, che l'ha violentata più volte fino a metterla incinta.
Il manga non parla tanto di queste esperienze, quanto del dover uscire dal trauma generato da esse: Aikawa normalmente non riesce nemmeno ad interagire con l'altro sesso, e il pensiero del bambino che è stata costretta a partorire e a dare in adozione è per lei uno spettro che ne infesta i pensieri.
La fragilità emotiva permea drammaticamente tutta l'opera, e traspare la difficoltà del protagonista nell'aiutare l'amica, per quella amara consapevolezza di non avere gli strumenti adatti per farlo, di non poter mai realmente capire la sofferenza vissuta dall'altra persona.
La storia poi si allarga di altri personaggi e vicende, che la Kusunoki sa spargere abbastanza bene sul tavolo degli eventi, e che richiamano altre tematiche importanti come la possessività o l'esperienza dell'aborto (vero elemento autobiografico dell'opera, che è stata scritta in reazione alla perdita del figlio dell'autrice durante la gravidanza).
Riguardo all'aspetto tecnico, si vedono inevitabilmente alcune mancanze: la caratterizzazione dei personaggi per degli aspetti è un po' debole, a volte le loro scelte e i loro comportamenti non sono molto naturali, e anche i disegni non li ho mai apprezzati, essendo uno stile che risente un po' dell'influenza shojo che personalmente non adoro.
Ma in definitiva Bitter Virgin è sicuramente un'opera che consiglio, non è una lettura leggera e non lo vuole essere, va fatta decantare piuttosto che leggerla tutta d'un fiato. Perdonate i punti deboli dell'intreccio o dei personaggi e concentratevi su quello che realmente la storia vuole comunicare attraverso i suoi temi.
Bitter Virgin è un manga di soli 4 volumi scritto e disegnato da Kei Kusunoki, la quale ha cercato di raccontare seppur in maniera non fedele la sua storia personale (o per lo meno una parte).
Suwa Daisuke è un normalissimo studente delle superiori che, diversamente da molti altri manga, è popolare tra le ragazze, ed è interessato ad Aikawa Hinako, una nuova studentessa che incosapevolmente gli racconta un fatto a lei successo in passato.
Questo fa aumentare l'interesse del ragazzo nei suoi confronti, così i due riescono a diventare amici, fatto che rende altre ragazze invidiose di questa relazione.
Per non cadere nello spoiler non dico altro riguardante la trama, ma posso tranquillamente spendere due parole sui due protagonisti, che godono di una ottima caratterizzazione, così come i personaggi secondari.
Daisuke non è il solito ragazzo passivo ed impacciato, anzi si troverà a gestire un segreto molto più grande di lui e lo farà in maniera egregia. Hinako invece il segreto lo porta dentro di sé e ciò la condiziona nei rapporti con i ragazzi e gli altri compagni in generale. Tutti i personaggi secondari hanno un ruolo abbastanza importante nella trama, tre ragazze su tutti: la pseudo fidanzata di Daisuke, la sua amica di infazia e sua sorella. Tutte e tre contribuiscono a svelare, anche se in maniera differente, sempre nuovi lati di entrambi i protagonisti.
Il finale poi è quanto di più reale potesse succedere, appagante sotto tutti i punti di vista.
La vita reale, la realtà e la verità sono tutte cose che si percepiscono nello svolgersi delle varie vicende, questo perché l'autrice si rifà a vicende a lei personalmente accadute. Gelosia, invidia, tristezza ed angoscia sono tutti sentimenti che oltre ovviamente all'amore vengono trasmessi al lettore.
Per quanto riguarda i disegni devo dire che non sono il massimo, ma non sono nemmeno brutti. Penso si adattino perfettamente alla storia narrata.
Consiglio la lettura di questo Bitter Virgin a tutti, perché è una bella lettura, molto profonda, ma che trascina fino alla fine coinvolgendo il lettore.
Se un giorno verrà mai portato in Italia sono sicuro che lo acquisterò senza ombra di dubbio.
Suwa Daisuke è un normalissimo studente delle superiori che, diversamente da molti altri manga, è popolare tra le ragazze, ed è interessato ad Aikawa Hinako, una nuova studentessa che incosapevolmente gli racconta un fatto a lei successo in passato.
Questo fa aumentare l'interesse del ragazzo nei suoi confronti, così i due riescono a diventare amici, fatto che rende altre ragazze invidiose di questa relazione.
Per non cadere nello spoiler non dico altro riguardante la trama, ma posso tranquillamente spendere due parole sui due protagonisti, che godono di una ottima caratterizzazione, così come i personaggi secondari.
Daisuke non è il solito ragazzo passivo ed impacciato, anzi si troverà a gestire un segreto molto più grande di lui e lo farà in maniera egregia. Hinako invece il segreto lo porta dentro di sé e ciò la condiziona nei rapporti con i ragazzi e gli altri compagni in generale. Tutti i personaggi secondari hanno un ruolo abbastanza importante nella trama, tre ragazze su tutti: la pseudo fidanzata di Daisuke, la sua amica di infazia e sua sorella. Tutte e tre contribuiscono a svelare, anche se in maniera differente, sempre nuovi lati di entrambi i protagonisti.
Il finale poi è quanto di più reale potesse succedere, appagante sotto tutti i punti di vista.
La vita reale, la realtà e la verità sono tutte cose che si percepiscono nello svolgersi delle varie vicende, questo perché l'autrice si rifà a vicende a lei personalmente accadute. Gelosia, invidia, tristezza ed angoscia sono tutti sentimenti che oltre ovviamente all'amore vengono trasmessi al lettore.
Per quanto riguarda i disegni devo dire che non sono il massimo, ma non sono nemmeno brutti. Penso si adattino perfettamente alla storia narrata.
Consiglio la lettura di questo Bitter Virgin a tutti, perché è una bella lettura, molto profonda, ma che trascina fino alla fine coinvolgendo il lettore.
Se un giorno verrà mai portato in Italia sono sicuro che lo acquisterò senza ombra di dubbio.
Lo ammetto: ho oscillato fra il 7 e l'8 nel dare il voto a questo manga. Il motivo? Perché il primo volumetto è veramente pessimo, superficiale, sciatto, evanescente, accelerato e pretenzioso, degno del più mediocre fra gli Shojo. Ho deciso, tuttavia, che un unico volumetto storto non era sufficiente per penalizzare l'intera opera, e ho scelto, di conseguenza, il pieno 8. Ritengo che questo sia un ottimo manga: non un capolavoro assoluto, ma di certo un'ottima opera, che tratta di parecchi temi delicati in maniera umile e carica di tensione (eccezion fatta, ancora una volta, per il primo volume). E' vero, ci sono delle incongruenze, senza contare il fatto che la storia aveva un enorme - enorme! - potenziale, che l'autrice non è riuscita a sfruttare appieno, riprendendosi però grazie all'introduzione di personaggi diversi e nuove complicazioni per i protagonisti. Bitter Virgin espone una vicenda particolare, realistica e credibile, magari in maniera eccessivamente rapida (si tratta, comunque, di soli 4 volumi), ma soddisfacente e dotata di un certo fascino.
I personaggi mostrano delle discrepanze nei loro caratteri, e questo non ha aiutato lo sviluppo della storia: a cominciare da Daisuke, il protagonista maschile, che all'inizio appare come un playboy, ma inizia a mettere la testa a posto quando si prende una cotta per la sua compagna Aikawa Hinako, dopo essere venuto suo malgrado a conoscenza di un terribile segreto che la riguarda. Quello che non convince è il modo in cui Daisuke passa dallo status di sciupafemmine a quello di timido innamorato: lo so per esperienza personale, chi appartiene a quella razza è dotato di una certa forza di carattere che non si può perdere da un giorno all'altro. Questo non vale tanto per il suo atteggiamento nei confronti di Hinako, quanto per la sua posizione nei confronti di un altro personaggio femminile che si può considerare uno pseudo-antagonista. Hinako, dal canto suo, è molto coerente e commovente come personaggio ma è... fredda: per meglio dire, l'autrice quasi non le da espressione, nemmeno nei casi in cui si lascia trasportare nelle emozioni. Questo, inoltre, è un problema che ho riscontrato in più d'un personaggio: non c'è coerenza su questo punto, e la cosa è molto fastidiosa. Daisuke, ad esempio, fa delle espressioni tragiche per delle stupidaggini, per poi sembrare quasi impassibile negli eventi più gravi.
Ho apprezzato, nei disegni, le tecniche di "shading" e la cura riposta nella caratterizzazione dei personaggi. Ho apprezzato ancora di più il fatto che l'autrice non si abbandoni a tracciare scene oscene o "adulte", poiché, considerando gli eventi narrati sarebbe stato qualcosa di terribilmente fuori luogo.
A leggere tutto questo, il mio giudizio può apparire stranamente duro, e incoerente con il voto assegnato: lasciatemi dire a mia discolpa che, nonostante tutto, il manga è riuscito ad emozionarmi, poiché mi ha lasciato immedesimare in alcune situazioni - ad esempio, nella vicenda accaduta alla sorella di Daisuke; avrebbe potuto succedermi lo stesso, e il solo pensiero... diciamo soltanto che sono contento di averlo letto.
Consiglio questo manga... più agli amanti del Josei, che del Seinen: non so perché è stato etichettato come tale, ma presenta più somiglianze con il primo dei due generi. Per il resto, è una storia molto bella: come ho già detto, aveva molto più potenziale, ma resta sempre una storia molto bella.
I personaggi mostrano delle discrepanze nei loro caratteri, e questo non ha aiutato lo sviluppo della storia: a cominciare da Daisuke, il protagonista maschile, che all'inizio appare come un playboy, ma inizia a mettere la testa a posto quando si prende una cotta per la sua compagna Aikawa Hinako, dopo essere venuto suo malgrado a conoscenza di un terribile segreto che la riguarda. Quello che non convince è il modo in cui Daisuke passa dallo status di sciupafemmine a quello di timido innamorato: lo so per esperienza personale, chi appartiene a quella razza è dotato di una certa forza di carattere che non si può perdere da un giorno all'altro. Questo non vale tanto per il suo atteggiamento nei confronti di Hinako, quanto per la sua posizione nei confronti di un altro personaggio femminile che si può considerare uno pseudo-antagonista. Hinako, dal canto suo, è molto coerente e commovente come personaggio ma è... fredda: per meglio dire, l'autrice quasi non le da espressione, nemmeno nei casi in cui si lascia trasportare nelle emozioni. Questo, inoltre, è un problema che ho riscontrato in più d'un personaggio: non c'è coerenza su questo punto, e la cosa è molto fastidiosa. Daisuke, ad esempio, fa delle espressioni tragiche per delle stupidaggini, per poi sembrare quasi impassibile negli eventi più gravi.
Ho apprezzato, nei disegni, le tecniche di "shading" e la cura riposta nella caratterizzazione dei personaggi. Ho apprezzato ancora di più il fatto che l'autrice non si abbandoni a tracciare scene oscene o "adulte", poiché, considerando gli eventi narrati sarebbe stato qualcosa di terribilmente fuori luogo.
A leggere tutto questo, il mio giudizio può apparire stranamente duro, e incoerente con il voto assegnato: lasciatemi dire a mia discolpa che, nonostante tutto, il manga è riuscito ad emozionarmi, poiché mi ha lasciato immedesimare in alcune situazioni - ad esempio, nella vicenda accaduta alla sorella di Daisuke; avrebbe potuto succedermi lo stesso, e il solo pensiero... diciamo soltanto che sono contento di averlo letto.
Consiglio questo manga... più agli amanti del Josei, che del Seinen: non so perché è stato etichettato come tale, ma presenta più somiglianze con il primo dei due generi. Per il resto, è una storia molto bella: come ho già detto, aveva molto più potenziale, ma resta sempre una storia molto bella.
"Dicono che le cose brutte non accadono a chi non se le va a cercare, ma è una bugia." (Tori Amos)
Dalle fanfiction ai telefilm, dalla letteratura ai videogiochi, quella dello stupro è una delle tematiche più inflazionate e strumentalizzate, quasi come se si trattasse di una macabra moda da seguire a tutti i costi. Particolarmente odiosa è la combo "abuso + gravidanza", un vero e proprio rifugio nell'audacia che soltanto una parte infinitesimale di coloro che vi si cimentano può permettersi di effettuare con successo. Inutile dire che disapprovo una simile spettacolarizzazione di un argomento tanto delicato, e che di conseguenza nutro per le opere che ne parlano un'istintiva diffidenza. Capita, tuttavia, di venire piacevolmente smentiti, e credetemi se vi dico che non c'è soddisfazione più grande che un lettore possa provare.
La mancanza di una figura paterna, l'invidia per la sorella maggiore Izumi e le aspettative della madre, che dà per scontato che le succeda nella gestione della locanda di famiglia, hanno fatto di Daisuke un adolescente frustrato e incattivito, quantunque non senza cuore. Ha dalla sua fascino e furbizia, ma forse sopravvaluta la sua conoscenza della psiche femminile, come dimostra l'infondatezza del suo giudizio su Hinako, da lui ritenuta una gattamorta. La realtà è ben diversa e soprattutto molto più drammatica: a seguito delle violenze usatele dal patrigno, del quale è rimasta incinta due volte, la ragazza ha infatti sviluppato una forte avversione per gli uomini. Daisuke, appresa la verità per puro caso, comincia ad interessarsi a lei, finendo per innamorarsene. Quest'ultima sembra gradire le sue attenzioni, ma ha paura di come potrebbe reagire se gli raccontasse del suo passato, ignara del fatto che ne è già a conoscenza. Come se non bastasse i due devono fare i conti anche con la gelosia di Kazuki, da sempre invaghita di Daisuke e convinta di poterlo indurre, un giorno, a ricambiare i suoi sentimenti. A che tipo di relazione potrebbero portare simili premesse? E soprattutto, quanto durerebbe?
Generalmente storie di questo tipo - storie così inevitabilmente al femminile - vengono narrate dal punto di vista della vittima; in "Bitter Virgin", invece, il protagonista è il ragazzo che le farà scoprire l'amore. Dal canto suo Daisuke, analizzando i rapporti che lo legano alle donne della sua vita, imparerà a comprendere meglio se stesso e la società che lo circonda. Se prima se ne era sentito escluso, adesso, dopo averne conosciuto gli orrori e le contraddizioni, è lui a decidere di non piegarsi alle sue leggi non scritte, pur sapendo a quali difficoltà è destinato ad andare incontro.
Un'altra tematica su cui si concentra il manga è quella della maternità negata, argomento che tocca la Kusunoki tristemente da vicino. La storia di Hinako, rimasta incinta contro la sua volontà quando era poco più di una bambina, viene contrapposta a quella di Izumi, di qualche anno più grande e ben consapevole delle conseguenze delle proprie azioni: due madri per caso, due madri a metà, nonché due agnelli sacrificali sull'altare della convenienza.
Quando si ha così tanta carne al fuoco basta poco per lasciarsi sfuggire la situazione di mano, a maggior ragione data la complessità degli argomenti trattati. Prima ancora delle adeguate competenze narrative, infatti, essi richiedono sincerità, intelligenza e senso della misura - doti, purtroppo, che non tutti gli autori posseggono o sono in grado di far emergere. Il curriculum di Kei Kusunoki, famosa per la sua vena ecchi molto pronunciata e per le sue opere poco impegnate, lascerebbe intendere che le storie drammatiche non siano la sua specialità, e invece la sceneggiatura di "Bitter Virgin" si presenta sorprendentemente consistente e ben calibrata senza per questo rinunciare a qualche momento di distensione che, lungi dall'essere fuori luogo, conferisce al susseguirsi degli eventi una cadenza meno serrata e un tocco di autenticità in più. È vero che di tanto in tanto viene commesso qualche peccato di ingenuità, ma nulla che possa nuocere in maniera significativa all'economia della storia. Semmai l'unica mia criticità in tal senso riguarda le circostanze a dir poco improbabili grazie alle quali Daisuke scopre che Hinako non è quella che crede, perché si sarebbe senz'altro potuto fare di meglio.
Anche il comparto psicologico è più che soddisfacente, anche se non nego che mi sarebbe piaciuto conoscere qualcosa di più sul passato di Kazuki, il cui comportamento, in mancanza di una backstory degna di questo nome, risulta a tratti difficilmente giustificabile. Solitamente l'insorgere di simili problemi deriva, tra le altre cose, dall'incapacità di un autore di destreggiarsi in maniera efficace tra mostrato e raccontato, ma in questo frangente la Kusunoki riesce nella non facile impresa di non fare né l'una né l'altra cosa. Mi rivolgo ora ad eventuali aspiranti scrittori "in ascolto": non provateci a casa, intesi?
Mentirei se dicessi di essere rimasta favorevolmente colpita dai disegni, che sono sì l'ideale per il taglio falsamente disimpegnato che l'autrice ha deciso di utilizzare per imbastire la sua storia, ma che a parer mio non hanno molta personalità. Non sempre, inoltre, le tavole sono costruite in modo tale da sfruttare al meglio lo spazio a disposizione, ma in generale denotano intuito e buon gusto.
Ho deciso di dare 8 a "Bitter Virgin" perché, pur vertendo su argomenti delicati, non cede alla tentazione di indulgere nella drammaticità gratuita. Non sarà perfetto, ma rimane comunque una lettura da cui chi vuole mettere alla prova la propria vena tragica dovrebbe prendere esempio.
Dalle fanfiction ai telefilm, dalla letteratura ai videogiochi, quella dello stupro è una delle tematiche più inflazionate e strumentalizzate, quasi come se si trattasse di una macabra moda da seguire a tutti i costi. Particolarmente odiosa è la combo "abuso + gravidanza", un vero e proprio rifugio nell'audacia che soltanto una parte infinitesimale di coloro che vi si cimentano può permettersi di effettuare con successo. Inutile dire che disapprovo una simile spettacolarizzazione di un argomento tanto delicato, e che di conseguenza nutro per le opere che ne parlano un'istintiva diffidenza. Capita, tuttavia, di venire piacevolmente smentiti, e credetemi se vi dico che non c'è soddisfazione più grande che un lettore possa provare.
La mancanza di una figura paterna, l'invidia per la sorella maggiore Izumi e le aspettative della madre, che dà per scontato che le succeda nella gestione della locanda di famiglia, hanno fatto di Daisuke un adolescente frustrato e incattivito, quantunque non senza cuore. Ha dalla sua fascino e furbizia, ma forse sopravvaluta la sua conoscenza della psiche femminile, come dimostra l'infondatezza del suo giudizio su Hinako, da lui ritenuta una gattamorta. La realtà è ben diversa e soprattutto molto più drammatica: a seguito delle violenze usatele dal patrigno, del quale è rimasta incinta due volte, la ragazza ha infatti sviluppato una forte avversione per gli uomini. Daisuke, appresa la verità per puro caso, comincia ad interessarsi a lei, finendo per innamorarsene. Quest'ultima sembra gradire le sue attenzioni, ma ha paura di come potrebbe reagire se gli raccontasse del suo passato, ignara del fatto che ne è già a conoscenza. Come se non bastasse i due devono fare i conti anche con la gelosia di Kazuki, da sempre invaghita di Daisuke e convinta di poterlo indurre, un giorno, a ricambiare i suoi sentimenti. A che tipo di relazione potrebbero portare simili premesse? E soprattutto, quanto durerebbe?
Generalmente storie di questo tipo - storie così inevitabilmente al femminile - vengono narrate dal punto di vista della vittima; in "Bitter Virgin", invece, il protagonista è il ragazzo che le farà scoprire l'amore. Dal canto suo Daisuke, analizzando i rapporti che lo legano alle donne della sua vita, imparerà a comprendere meglio se stesso e la società che lo circonda. Se prima se ne era sentito escluso, adesso, dopo averne conosciuto gli orrori e le contraddizioni, è lui a decidere di non piegarsi alle sue leggi non scritte, pur sapendo a quali difficoltà è destinato ad andare incontro.
Un'altra tematica su cui si concentra il manga è quella della maternità negata, argomento che tocca la Kusunoki tristemente da vicino. La storia di Hinako, rimasta incinta contro la sua volontà quando era poco più di una bambina, viene contrapposta a quella di Izumi, di qualche anno più grande e ben consapevole delle conseguenze delle proprie azioni: due madri per caso, due madri a metà, nonché due agnelli sacrificali sull'altare della convenienza.
Quando si ha così tanta carne al fuoco basta poco per lasciarsi sfuggire la situazione di mano, a maggior ragione data la complessità degli argomenti trattati. Prima ancora delle adeguate competenze narrative, infatti, essi richiedono sincerità, intelligenza e senso della misura - doti, purtroppo, che non tutti gli autori posseggono o sono in grado di far emergere. Il curriculum di Kei Kusunoki, famosa per la sua vena ecchi molto pronunciata e per le sue opere poco impegnate, lascerebbe intendere che le storie drammatiche non siano la sua specialità, e invece la sceneggiatura di "Bitter Virgin" si presenta sorprendentemente consistente e ben calibrata senza per questo rinunciare a qualche momento di distensione che, lungi dall'essere fuori luogo, conferisce al susseguirsi degli eventi una cadenza meno serrata e un tocco di autenticità in più. È vero che di tanto in tanto viene commesso qualche peccato di ingenuità, ma nulla che possa nuocere in maniera significativa all'economia della storia. Semmai l'unica mia criticità in tal senso riguarda le circostanze a dir poco improbabili grazie alle quali Daisuke scopre che Hinako non è quella che crede, perché si sarebbe senz'altro potuto fare di meglio.
Anche il comparto psicologico è più che soddisfacente, anche se non nego che mi sarebbe piaciuto conoscere qualcosa di più sul passato di Kazuki, il cui comportamento, in mancanza di una backstory degna di questo nome, risulta a tratti difficilmente giustificabile. Solitamente l'insorgere di simili problemi deriva, tra le altre cose, dall'incapacità di un autore di destreggiarsi in maniera efficace tra mostrato e raccontato, ma in questo frangente la Kusunoki riesce nella non facile impresa di non fare né l'una né l'altra cosa. Mi rivolgo ora ad eventuali aspiranti scrittori "in ascolto": non provateci a casa, intesi?
Mentirei se dicessi di essere rimasta favorevolmente colpita dai disegni, che sono sì l'ideale per il taglio falsamente disimpegnato che l'autrice ha deciso di utilizzare per imbastire la sua storia, ma che a parer mio non hanno molta personalità. Non sempre, inoltre, le tavole sono costruite in modo tale da sfruttare al meglio lo spazio a disposizione, ma in generale denotano intuito e buon gusto.
Ho deciso di dare 8 a "Bitter Virgin" perché, pur vertendo su argomenti delicati, non cede alla tentazione di indulgere nella drammaticità gratuita. Non sarà perfetto, ma rimane comunque una lettura da cui chi vuole mettere alla prova la propria vena tragica dovrebbe prendere esempio.
Ho appena finito di leggere questo manga. Tutto sommato, mi ha interessato; fino alla fine ero incuriosita dalla trama e non potevo non andare avanti nella lettura. Il tema è abbastanza forte, in quanto è incentrato sulla violenza sessuale subita dalla protagonista femminile da parte del patrigno e ovviamente da ciò scaturisce la paura per tutto il genere maschile poi tranne che per un solo ragazzo e chi leggerà il manga capirà il perché.
Insomma, io credo che è stato ben gestito questo tema perché penso non sia mai facile parlarne ma in questo caso è stato magistralmente trattato in modo delicato e serio. Nel manga c'è sempre una sorta di romanticismo fra i due protagonisti, di dolcezza che ispira il protagonista, anche se all'inizio non si direbbe.
Lo consiglio certamente! Buona lettura.
Insomma, io credo che è stato ben gestito questo tema perché penso non sia mai facile parlarne ma in questo caso è stato magistralmente trattato in modo delicato e serio. Nel manga c'è sempre una sorta di romanticismo fra i due protagonisti, di dolcezza che ispira il protagonista, anche se all'inizio non si direbbe.
Lo consiglio certamente! Buona lettura.
Quello della violenza sessuale è uno dei temi che vengono riproposti più di frequente, non solo nel mondo dell'animazione ma anche in quello della cinematografia in generale. In genere si tende a rappresentare l'atto dello stupro e le conseguenze più immediate sulla psicologia della vittima, al fine di metterne in evidenza la crudeltà sia fisica che morale.
Bitter Virgin è tutto questo, ma non solo questo; anzi mi sento di dire che questi aspetti vanno considerati come di secondo piano rispetto a quello che doveva essere, nelle intenzioni del suo autore, il vero tema di questo manga: la possibilità di una rinascita interiore.
La scena si apre a circa un anno di distanza dalla violenza subita dalla giovanissima Hinako, vittima delle molestie del nuovo compagno di sua madre. Lo stato mentale della ragazza appare letteralmente distrutto, non solo a causa dello stupro subito ma anche perché a seguito di ciò ha dato alla luce due figli, il primo morto alla nascita il secondo dato in adozione. A seguito di tutto ciò Hinako ha acquisito un'irrazionale paura nei confronti degli uomini, che cercherà di evitare in tutti i modi possibili.
Daisuke, invece, è un ragazzo di bell'aspetto il cui sogno è lasciare il piccolo paese in cui vive per trasferirsi definitivamente a Tokyo, proprio come aveva fatto prima di lui sua sorella. La sua vita, però, verrà sconvolta quando, per un caso fortuito, verrà a conoscenza della triste storia di Hinako di cui finirà, pian piano, per innamorarsi.
Bitter Virgin narra di come la maturità e l'amore di Daisuke riusciranno a far breccia nel cuore di lei, donandogli una nuova vita e un futuro diverso da quello a cui si sentiva ormai destinata.
Devo dire che, nonostante, una certo semplicismo nel trattare certe situazioni, questo manga m'è piaciuto molto. Daisuke rappresenta il tipo di persona che ognuno di noi (si spera) aspira ad essere almeno da un punto di vista morale; ossia una persona incurante degli stupidi luoghi comuni intorno alla convenienza di innamorarsi di una ragazza che, pur suo malgrado, è stata parte di eventi tanto drammatici. Luoghi comuni che trasformano, per assurdo, la vittima in colpevole e che la condannano a subire una seconda forma di violenza, grave quasi quanto la prima: l'emarginazione.
La bellezza di questo manga viene a mio avviso fortemente limitato dalla presenza di molte situazioni altamente improbabili o comunque molto fantasiose. Tuttavia il romanticismo che aleggia su tutta la storia rende trascurabili questi dettagli e genera un grado di coinvolgimento del lettore elevatissimo. Insomma mi sento di consigliarlo davvero a tutti; la mia valutazione, di conseguenza è molto molto positiva.
Bitter Virgin è tutto questo, ma non solo questo; anzi mi sento di dire che questi aspetti vanno considerati come di secondo piano rispetto a quello che doveva essere, nelle intenzioni del suo autore, il vero tema di questo manga: la possibilità di una rinascita interiore.
La scena si apre a circa un anno di distanza dalla violenza subita dalla giovanissima Hinako, vittima delle molestie del nuovo compagno di sua madre. Lo stato mentale della ragazza appare letteralmente distrutto, non solo a causa dello stupro subito ma anche perché a seguito di ciò ha dato alla luce due figli, il primo morto alla nascita il secondo dato in adozione. A seguito di tutto ciò Hinako ha acquisito un'irrazionale paura nei confronti degli uomini, che cercherà di evitare in tutti i modi possibili.
Daisuke, invece, è un ragazzo di bell'aspetto il cui sogno è lasciare il piccolo paese in cui vive per trasferirsi definitivamente a Tokyo, proprio come aveva fatto prima di lui sua sorella. La sua vita, però, verrà sconvolta quando, per un caso fortuito, verrà a conoscenza della triste storia di Hinako di cui finirà, pian piano, per innamorarsi.
Bitter Virgin narra di come la maturità e l'amore di Daisuke riusciranno a far breccia nel cuore di lei, donandogli una nuova vita e un futuro diverso da quello a cui si sentiva ormai destinata.
Devo dire che, nonostante, una certo semplicismo nel trattare certe situazioni, questo manga m'è piaciuto molto. Daisuke rappresenta il tipo di persona che ognuno di noi (si spera) aspira ad essere almeno da un punto di vista morale; ossia una persona incurante degli stupidi luoghi comuni intorno alla convenienza di innamorarsi di una ragazza che, pur suo malgrado, è stata parte di eventi tanto drammatici. Luoghi comuni che trasformano, per assurdo, la vittima in colpevole e che la condannano a subire una seconda forma di violenza, grave quasi quanto la prima: l'emarginazione.
La bellezza di questo manga viene a mio avviso fortemente limitato dalla presenza di molte situazioni altamente improbabili o comunque molto fantasiose. Tuttavia il romanticismo che aleggia su tutta la storia rende trascurabili questi dettagli e genera un grado di coinvolgimento del lettore elevatissimo. Insomma mi sento di consigliarlo davvero a tutti; la mia valutazione, di conseguenza è molto molto positiva.
Ho letto il primo volume di questo manga in internet.
Abbiamo il classico protagonista, Daisuke, che in apparenza sembra insensibile ma che poi rimane vittima di una ragazzina che guarda caso va in chiesa a confessarsi e invece di accertarsi che ci sia un prete non sa che a liberarla dai suoi peccati è niente meno che Daisuke. Lei però non se ne accorge minimamente e comincia a dire tutto, ovvero che è rimasta incinta, ha abortito, di nuovo incinta e non mi ricordo più. E da qui in poi il protagonista pare affetto da malattia mentale poiché non riesce più a spiaccicare parola quando vede la ragazzina e come stregato comincia a provare amore per lei. Tutto ciò già nei primi capitoli... non voglio nemmeno immaginare cosa viene dopo!
La trama è quanto di più stupido io abbia trovato fin ora sul mercato. Al di là dei personaggi - una ragazza che piace solo per ciò che ha passato e un ragazzo imbambolato più che mai - è proprio, secondo me, la trama che non regge, perché troppe coincidenze e assurdità rendono questa storia irreale e ridicola.
Consiglio: naturalmente raccomando vivamente d'astenersi da una tale lettura. Mi domando come sia potuto piacere a qualcuno questo manga! È vero che ognuno ha i suoi gusti, però a tutto c'è un limite!
Voto: 1.
Abbiamo il classico protagonista, Daisuke, che in apparenza sembra insensibile ma che poi rimane vittima di una ragazzina che guarda caso va in chiesa a confessarsi e invece di accertarsi che ci sia un prete non sa che a liberarla dai suoi peccati è niente meno che Daisuke. Lei però non se ne accorge minimamente e comincia a dire tutto, ovvero che è rimasta incinta, ha abortito, di nuovo incinta e non mi ricordo più. E da qui in poi il protagonista pare affetto da malattia mentale poiché non riesce più a spiaccicare parola quando vede la ragazzina e come stregato comincia a provare amore per lei. Tutto ciò già nei primi capitoli... non voglio nemmeno immaginare cosa viene dopo!
La trama è quanto di più stupido io abbia trovato fin ora sul mercato. Al di là dei personaggi - una ragazza che piace solo per ciò che ha passato e un ragazzo imbambolato più che mai - è proprio, secondo me, la trama che non regge, perché troppe coincidenze e assurdità rendono questa storia irreale e ridicola.
Consiglio: naturalmente raccomando vivamente d'astenersi da una tale lettura. Mi domando come sia potuto piacere a qualcuno questo manga! È vero che ognuno ha i suoi gusti, però a tutto c'è un limite!
Voto: 1.
Kei Kusonoki è famosa per opere di carattere leggero, siano esse comiche, romantiche, ecchi o fantastiche. Qui però si impegna in un'opera realistica, altamente drammatica. I temi sono molto seri: si parla di violenza sessuale in famiglia su minorenni, gravidanza indesiderata, aborto, ma anche di bullismo scolastico al femminile. Nonostante l'elevato tasso di drammaticità, la storia si legge piuttosto bene, soprattutto grazie ai disegni molto chiari e solari, che fanno da contrappunto al tema impegnato. L'ambientazione poi è quella scolastica tipica della commedia sentimentale e del genere harem: anche questo contribuisce a sdrammatizzare l'atmosfera.
Mi sono piaciuti molto ed ho giudicato credibili tutti i personaggi che si incontrano nell'opera, non solo i protagonisti ma anche i comprimari. Bellissima è la protagonista femminile, sia dal punto di vista grafico, sia come persona, molto forte e molto fragile allo stesso tempo. Perfetto è il protagonista maschile, cosa che ho apprezzato perché a volte non trovo molto credibili i personaggi maschili nei manga scritti da donne (con le dovute eccezioni). Buoni anche gli altri tre personaggi femminili di rilievo, la sorella maggiore di lui, l'amica d'infanzia e la spasimante fuori di testa e violenta.
Anche se è apparso su una rivista seinen e i disegni non sono in stile shojo, questo è un manga che si rivolge principalmente ad un pubblico femminile e penso che noi maschietti non possiamo capirlo fino in fondo, soprattutto le parti che riguardano la gravidanza. Apparentemente l'autrice ha vissuto in prima persona l'esperienza della gravidanza negata (con un figlio nato morto). È un tema che mi ha toccato perché è una cosa successa a mia madre. Il primo figlio dei miei genitori è nato morto. Fortunatamente i miei genitori hanno superato l'evento e dopo poco più di un anno sono nato io. Il mio nome l'ho ereditato dal mio fratello maggiore che non è vissuto. Leggendo questo manga mi è venuto naturale pensare a quello che devono aver passato i miei all'epoca (tra l'altro secondo i dottori mia madre non avrebbe più potuto avere figli, invece ne ha avuti tre! Non credete a quello che vi dicono i medici!).
Il finale mi è piaciuto particolarmente: è tutto sommato un finale positivo, considerato quello che succede ai protagonisti, e lascia aperta una speranza per il futuro. I disegni come sempre nelle opere della Kusunoki sono eccellenti.
Mi sono piaciuti molto ed ho giudicato credibili tutti i personaggi che si incontrano nell'opera, non solo i protagonisti ma anche i comprimari. Bellissima è la protagonista femminile, sia dal punto di vista grafico, sia come persona, molto forte e molto fragile allo stesso tempo. Perfetto è il protagonista maschile, cosa che ho apprezzato perché a volte non trovo molto credibili i personaggi maschili nei manga scritti da donne (con le dovute eccezioni). Buoni anche gli altri tre personaggi femminili di rilievo, la sorella maggiore di lui, l'amica d'infanzia e la spasimante fuori di testa e violenta.
Anche se è apparso su una rivista seinen e i disegni non sono in stile shojo, questo è un manga che si rivolge principalmente ad un pubblico femminile e penso che noi maschietti non possiamo capirlo fino in fondo, soprattutto le parti che riguardano la gravidanza. Apparentemente l'autrice ha vissuto in prima persona l'esperienza della gravidanza negata (con un figlio nato morto). È un tema che mi ha toccato perché è una cosa successa a mia madre. Il primo figlio dei miei genitori è nato morto. Fortunatamente i miei genitori hanno superato l'evento e dopo poco più di un anno sono nato io. Il mio nome l'ho ereditato dal mio fratello maggiore che non è vissuto. Leggendo questo manga mi è venuto naturale pensare a quello che devono aver passato i miei all'epoca (tra l'altro secondo i dottori mia madre non avrebbe più potuto avere figli, invece ne ha avuti tre! Non credete a quello che vi dicono i medici!).
Il finale mi è piaciuto particolarmente: è tutto sommato un finale positivo, considerato quello che succede ai protagonisti, e lascia aperta una speranza per il futuro. I disegni come sempre nelle opere della Kusunoki sono eccellenti.