L'inchiostro del passato
E darei anche un voto più alto se l'Aurea Edizioni avesse avuto la buona grazia di fare un'edizione lievemente superiore - spiegherò alla fine - e SOPRATTUTTO avesse fatto un minimo di pubblicità a quest'opera, che sicuramente la meritava; tutte le informazioni che trovate nella scheda, a cui rimando per la trama, vengono dal materiale, assai cospicuo, distribuito intelligentemente, dall'Editore Francese. In Italia questo volume è passato "insalutato ospite", eppure è un bel volume che narra una storia di cura, di insegnamento, di memoria, di affetti fra un uomo che tutto ha perduto e una giovane allieva di cui intuisce le capacità ma che è ben capace di lasciar a mani più forti delle sue.
Il centro di tutta la storia è nel viaggio che il maestro calligrafo e Atsuko compiono per raggiungere Tokyo, una Tokyo colta nel momento della sua nascita, con le strade di fango che vengono letteralmente costruite e ricostruite sotto i piedi delle persone, in cui i quartieri si ampliano di mese in mese, una città viva e vitale, un luogo da cui l'uomo è fuggito, un viaggio che affronta per l'amore di questa giovane che ha appena conosciuto ma di cui intuisce le grandi potenzialità di pittrice e per se stesso. Aiutare la ragazza vuol dire sanare se stesso. Chiudere un capitolo della sua vita apertosi con la morte della sua famiglia.
Molto ben ricostruiti gli ambienti di questa Tokyo rurale e per nulla bozzettistici i capitoli dedicati alla vita del villaggio, neppure il finale con il secondo incontro fra Atsuko e il suo maestro e soprattutto l'incontro fra lo stesso Mohitsu e la nobile che l'aveva accolto nella sua casa all'inizio della storia.
È una buona storia, solo all'apparenza scontata, che si legge senza fretta e soprattutto si rilegge, ma per essere ben compresa, soprattutto nella sua parte finale doveva avere una breve sezione in cui fosse spiegato cos'è la calligrafia ed il suo valore artistico/culturale ed una traduzione chiara dei Kanji che compaiono nell'albo. Questo manca.
Il centro di tutta la storia è nel viaggio che il maestro calligrafo e Atsuko compiono per raggiungere Tokyo, una Tokyo colta nel momento della sua nascita, con le strade di fango che vengono letteralmente costruite e ricostruite sotto i piedi delle persone, in cui i quartieri si ampliano di mese in mese, una città viva e vitale, un luogo da cui l'uomo è fuggito, un viaggio che affronta per l'amore di questa giovane che ha appena conosciuto ma di cui intuisce le grandi potenzialità di pittrice e per se stesso. Aiutare la ragazza vuol dire sanare se stesso. Chiudere un capitolo della sua vita apertosi con la morte della sua famiglia.
Molto ben ricostruiti gli ambienti di questa Tokyo rurale e per nulla bozzettistici i capitoli dedicati alla vita del villaggio, neppure il finale con il secondo incontro fra Atsuko e il suo maestro e soprattutto l'incontro fra lo stesso Mohitsu e la nobile che l'aveva accolto nella sua casa all'inizio della storia.
È una buona storia, solo all'apparenza scontata, che si legge senza fretta e soprattutto si rilegge, ma per essere ben compresa, soprattutto nella sua parte finale doveva avere una breve sezione in cui fosse spiegato cos'è la calligrafia ed il suo valore artistico/culturale ed una traduzione chiara dei Kanji che compaiono nell'albo. Questo manca.