Bernie no Enikki
''Barney's Drawing Diary'' è una storia scritta e disegnata da Mineko, inedita in Italia.
Trama: Una strabiliante realtà è quella pacifica che esiste dopo una guerra che ha distrutto tutto il mondo privando le persone d'ogni cosa. Questa realtà è abitata da gatti. Il protagonista della storia è Barney, un gatto la quale famiglia è composta da altri due piccoli fratelli, Lu e Liz, dal padre capitano della nave Hope, mentre la madre, deceduta, era una pittrice famosa.
La vicenda vede lo svolgersi delle avventurose e dolci giornate di Barney. Più che una crescita e una scoperta ci sono spunti per riflessioni, per sorrisi. Con una fantasia mai tinta di moralità banale o luoghi comuni flaccidi, si mostrano come piccole cose possono dimostrarsi enormi e come semplicemente ci si può ancora stupire per piccoli cambi di stagione e pittoriche notti di luna piena.
L'appuntamento ricorrente di ogni fine giornata di Barney è quello di disegnare sul suo diario un'immagine che lo ha colpito, compito assegnatogli dal maestro a scuola.
Nonostante la semplicità sia della storia raccontata che del simbolismo impresso, si raggiungono punte di delicatissima e sottile poesia nell'intero capitolo dedicato alla madre di Barney, confermando nel testo scritto questa infantile vena poetica.
Il personaggio di Barney non ha una vera e propria caratterizzazione, in quanto al lettore viene data un'immagine alquanto apatica e passiva del gatto. Nonostante sia il protagonista, quindi a lui il compito di ''svolgere'' la vicenda, Barney non si muove e non parla da personaggio attivo ed il suo punto di vista ci è dato solo tramite i disegni nel diario e la sua espressività è pacata, sia in tristezza che in felicità.
L'ambientazione è piuttosto semplice, c'è una resa poetica dei luoghi narrati grazie anche ad una notevole capacità grafica. Gli ambienti oltre ad essere dei paesaggi costieri sono particolari case e arredamenti, tendenti, nonostante una datazione temporale incerta, ad un'epoca moderna anche se a tratti un po' retrò.
Disegno: sotto un punto di vista grafico quello che si presenta davanti sono pagine piene di luce, dove predominano i bianchi racchiusi da una linea di contorno a formare gli oggetti. Il contrasto è presente nella figura di Barney (che è di pelo nero) e di particolari scene notturne o buie.
Nonostante la caratterizzazione grafica di tutti i gatti sia piatta, ogni personaggio è riconoscibile in quanto ai principali è data una maggiore cura.
Le architetture sono in accordo con i personaggi e le ambientazioni sono oniriche, immense e armoniche.
Sicuramente sia sotto il punto di vista narrativo che grafico una storia originale e ben orchestrata.
L'opera è inedita in Italia.
Impressioni personali: inizialmente l'opera mi aveva incuriosita perché come protagonisti vi erano dei gatti (animale preferito) e sopratutto perché è stato inserito sotto la tipologia josei.
Non trovo dispendioso dare ad un'operetta come questa un voto così alto, se lo merita tutto e non lo merita per nulla. La dolcezza e la limpidità della storia, del suo simbolismo e l'essere apatico di Barney sembrano non esistere a questo mondo e dargli un valore sarebbe come non credere a realtà immaginifiche e impossibili. E' proprio questo il bello, il pensare ad una realtà pacifica e costruirla non su questa realtà fattibile e logora ma sempre su altre realtà, altre utopie, altri mondi impossibili dove però vive come un miraggio la bellezza. Nonostante tutti questi gran eden, io preferisco il marcio e le nostre fogne, ed apprezzo gli slanci di fantasia di belle menti quando cercano non di risolvere il problema ma di nasconderlo o quantomeno, reinventarlo.
Trama: Una strabiliante realtà è quella pacifica che esiste dopo una guerra che ha distrutto tutto il mondo privando le persone d'ogni cosa. Questa realtà è abitata da gatti. Il protagonista della storia è Barney, un gatto la quale famiglia è composta da altri due piccoli fratelli, Lu e Liz, dal padre capitano della nave Hope, mentre la madre, deceduta, era una pittrice famosa.
La vicenda vede lo svolgersi delle avventurose e dolci giornate di Barney. Più che una crescita e una scoperta ci sono spunti per riflessioni, per sorrisi. Con una fantasia mai tinta di moralità banale o luoghi comuni flaccidi, si mostrano come piccole cose possono dimostrarsi enormi e come semplicemente ci si può ancora stupire per piccoli cambi di stagione e pittoriche notti di luna piena.
L'appuntamento ricorrente di ogni fine giornata di Barney è quello di disegnare sul suo diario un'immagine che lo ha colpito, compito assegnatogli dal maestro a scuola.
Nonostante la semplicità sia della storia raccontata che del simbolismo impresso, si raggiungono punte di delicatissima e sottile poesia nell'intero capitolo dedicato alla madre di Barney, confermando nel testo scritto questa infantile vena poetica.
Il personaggio di Barney non ha una vera e propria caratterizzazione, in quanto al lettore viene data un'immagine alquanto apatica e passiva del gatto. Nonostante sia il protagonista, quindi a lui il compito di ''svolgere'' la vicenda, Barney non si muove e non parla da personaggio attivo ed il suo punto di vista ci è dato solo tramite i disegni nel diario e la sua espressività è pacata, sia in tristezza che in felicità.
L'ambientazione è piuttosto semplice, c'è una resa poetica dei luoghi narrati grazie anche ad una notevole capacità grafica. Gli ambienti oltre ad essere dei paesaggi costieri sono particolari case e arredamenti, tendenti, nonostante una datazione temporale incerta, ad un'epoca moderna anche se a tratti un po' retrò.
Disegno: sotto un punto di vista grafico quello che si presenta davanti sono pagine piene di luce, dove predominano i bianchi racchiusi da una linea di contorno a formare gli oggetti. Il contrasto è presente nella figura di Barney (che è di pelo nero) e di particolari scene notturne o buie.
Nonostante la caratterizzazione grafica di tutti i gatti sia piatta, ogni personaggio è riconoscibile in quanto ai principali è data una maggiore cura.
Le architetture sono in accordo con i personaggi e le ambientazioni sono oniriche, immense e armoniche.
Sicuramente sia sotto il punto di vista narrativo che grafico una storia originale e ben orchestrata.
L'opera è inedita in Italia.
Impressioni personali: inizialmente l'opera mi aveva incuriosita perché come protagonisti vi erano dei gatti (animale preferito) e sopratutto perché è stato inserito sotto la tipologia josei.
Non trovo dispendioso dare ad un'operetta come questa un voto così alto, se lo merita tutto e non lo merita per nulla. La dolcezza e la limpidità della storia, del suo simbolismo e l'essere apatico di Barney sembrano non esistere a questo mondo e dargli un valore sarebbe come non credere a realtà immaginifiche e impossibili. E' proprio questo il bello, il pensare ad una realtà pacifica e costruirla non su questa realtà fattibile e logora ma sempre su altre realtà, altre utopie, altri mondi impossibili dove però vive come un miraggio la bellezza. Nonostante tutti questi gran eden, io preferisco il marcio e le nostre fogne, ed apprezzo gli slanci di fantasia di belle menti quando cercano non di risolvere il problema ma di nasconderlo o quantomeno, reinventarlo.