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Atom

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
"Urasawa: gli esordi" è un volume, piuttosto generoso, nel quale sono stati raccolti tutti i racconti brevi risalenti al periodo in cui il maestro muoveva i primi passi verso il successo.

Racconti che trattano gli argomenti più vari e che in alcuni casi si dimostrano estremamente originali.
I più riusciti sono quelli che godono di un approfondimento maggiore in virtù del numero più elevato di capitoli. Ad esempio quello in cui vengono narrate le "gesta" di un poliziotto scapestrato, oppure quello in cui un una coppia di signori cerca di trovare il modo per andare nello spazio.

Il volume si legge tutto d'un fiato, segno che le storie funzionano alla grande. È evidente, però, che quasi tutte sono di puro intrattenimento e non possono nemmeno essere accostate alle opere più recenti di Urasawa. Chi ha avuto la fortuna di leggerle al momento della loro pubblicazione ha potuto certamente godere appieno della grande energia sprigionata dalle loro pagine, ma tutti coloro che si trovano a leggerle dopo essersi gustati i capolavori del maestro non porteranno che trovarle poco interessanti.

Il tratto è già di ottimo livello, anche se non lo si può minimamente paragonare a quello attuale. Diciamo che, per essere un esordiente, è più che buono ed è immediatamente riconoscibile.

L'edizione della Panini Comics è piuttosto buona, anche se la mole del volume lo rende poco fruibile. L'edizione, inoltre, è dotata di sovraccoperta.

Il mio voto è 6.5


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Kabutomaru

Volumi letti: 1/1 --- Voto 5
Anche uno dei più grandi maestri come Naoki Urasawa ha dovuto cominciare sgomitando dal basso, creando una serie di storie brevi, nella speranza che qualcuna di esse attirasse l'attenzione di qualche editor che avrebbe potuto lanciarlo nella sua futura carriera di mangaka. Come quasi tutti le storie dell'autore, quest'opera è edita in Italia da Planet Manga al prezzo di 15.90 euro. Il costo è alto e l'edizione non mi ha soddisfatto visto il piccolo formato, con la costina che si piega facilmente (600 e passa pagine... si poteva scegliere un materiale migliore) e le pagine ondulate. Alla fine del volume vi è un'intervista dell'autore, grazie alla quale il lettore potrà sapere molte chicche su di lui.

Essendo, per lo più, una raccolta di one-shot, "Naoki Urasawa-Gli Esordi" raccoglie più di una ventina di storie dell'autore, create sin dall'inizio della sua carriera sino alla sua prima serializzazione ,"Pineapple Army". Tranne per qualche rara eccezione (“N.A.S.A.” e “Singing Policeman”), le storie sono per lo più auto-conclusive, e per questo motivo risultano scialbe, insipide e poco incisive. Il problema è che mancano le due cose per cui Urasawa è celebre :

- Caratterizzazione psicologica dei personaggi verosimile.

- Struttura narrativa estremamente intricata, con varie sotto-trame.

Dimenticatevi tutto ciò in questa raccolta, visto che le storie durano molto poco (un 20-30 pagine), per riuscire ad abbozzare dei personaggi o creare architetture narrative intricate. Le uniche storie degne di nota risultano essere "Addio Mr. Bunny", "N.A.S.A." (peccato che risulti incompleta, era interessante), "Old Western Mama" e "Shinjuku Lullaby". Quest'ultima risulta essere la più interessante di tutto il volume, poiché è un noir che racconta un oscuro spaccato della società Giapponese e quindi, alla storia, Urasawa inserisce anche della protesta sociale.

Neanche il disegno purtroppo riesce a risollevare le sorti della raccolta, poiché esso risulta molto acerbo e ben lontano dalla precisione e dalle inquadrature ad effetto ben studiate e costruite, presenti nelle opere successive.

Questo volume, visto anche il costo abbastanza proibitivo, è rivolto ai soli fan dell'autore, che vogliono vedere il suo percorso evolutivo. Dimenticatevi di "Monster", "20th Century boys" o "Pluto": le storie raccolte qui sono distanti anni luce dai futuri thriller psicologici del maestro. Se vi aspettate qualcosa del genere, fermatevi subito poiché potreste rimanere fortemente delusi. Ai neo-lettori consiglio di cominciare con le opere della maturità di Urasawa e solo successivamente, se vi piace l'autore, prendere questo volume.


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TheRolandDeschain

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
Si tratta di una piacevole lettura, ma quasi nulla degno di nota. Ecco cosa rimane di Urasawa: gli esordi, edito in una pessima edizione dalla casa editrice Planet Manga.
C'è da dire che i prodromi del sublime stile che Urasawa avrebbe maturato in seguito sono certamente visibili, ma solo ad una attenta lettura dell'opera che si sviluppa in una trentina scarsa di racconti brevi. Degni di nota la prima opera in assoluto di Urasawa, "Beta", le novel sul Policeman e la struggente e malinconica "Shinjuku Lullaby", la storia migliore in assoluto.

Il disegno si dimostra ben lontano dal solito stile che il maestro avrebbe sviluppato in seguito ma le forti tematiche psicologiche rinvenibili in ognuna delle storie brevi rappresentano l'indelebile marchio di fabbrica dell'autore di capolavori quali "20th century boys", "Monster" e "Pluto".
Il voto sufficiente è dovuto alla precarietà dei disegni, al dispersivo numero delle storie brevi che si susseguono numerose constando a loro volta di ben poche pagine e rendendo la lettura a tratti persino fastidiosa per brevità e molteplicità di diverse tematiche trattate. Perla dell'opera è indubbiamente "Shinjuku Lullaby", vero e proprio spleen notturno dedicato alla vita nella metropoli di Tokyo.

L'edizione a cura della Planet Manga risulta, purtroppo, davvero pessima: la qualità della carta e l'attaccatura alla costina sono letteralmente orribili, per un costo dell'albo tutt'altro che economico.
Dedicato, ovviamente, solo ai veri fan del maestro Urasawa.


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Tacchan

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
Grazie a Panini Comics, che ha deciso di pubblicare un corposo volumetto contenente i primi lavori di Urasawa, potrete gustarvi gli esordi di quello che è uno degli autori più apprezzati del momento.
La raccolta offre una certa varietà e mediamente si lascia leggere con un certo piacere, il problema è che non ho trovato nessuna storia in grado di lasciare il segno. Anzi, la maggior parte dimostra uno stile molto acerbo e poco definito, con un Urasawa che propone anche qualche spunto interessante, ma che non riesce a concretizzarlo in modo efficace.
Fra i vari racconti offerti mi sono rimasti particolarmente impressi quelli che narrano le disavventure di un giovane allupato e poco rispettoso delle regole che, suo malgrado, si trova a fare il poliziotto. Si tratta di una mezza dozzina di capitoli che ho trovato simpatici e che sono stati in grado di farmi fare qualche risata: di certo non si tratta di una lettura con molto spessore, eppure sono certamente quelli che ho preferito. Altri, come N.A.S.A., vengono introdotti in modo molto interessate, ma sfortunatamente rimangono incompiuti o comunque non hanno un finale all'altezza. Un altro esempio di questo lo si trova in "Addio, Mr. Bunny", che si dimostra troppo breve per riuscire a lasciare qualcosa, nonostante il soggetto avesse potenzialità.
Il volumetto, pur offrendo in primis opere spensierate e che puntano a far divertire, si dimostra vario e vi potrete trovare anche un lavoro come "Shinjuku Lullaby", che presenta un tema di grande impatto sociale e che mostra un oscuro e interessante spaccato della recente storia della società giapponese. Sfortunatamente, anche in questo caso, il risultato finale si dimostra solo discreto visto che Urasawa non riesce a proporre una narrazione fluida e coinvolgente, che balbetta proprio nella parte finale del lavoro.

In generale manca del tutto la caratterizzazione psicologica nella quale Urasawa è maestro, ma forse è cosa ingrata pretenderla visto il numero esiguo di pagine che contraddistingue ogni racconto. Di certo troverete tanti racconti, il volumetto è davvero ricco di pagine e da leggere ne avrete. Il livello medio è sufficiente: qualche racconto arriva ad un livello discreto, tuttavia alcuni si dimostrano proprio banali ed effimeri.
Si tratta, se amate l'autore, di una lettura che potreste trovare interessante. Sconsiglio a tutti di approcciarsi a Urasawa partendo dai suoi esordi, ma di iniziare piuttosto con un'opera come Monster e solo dopo, volendo, acquistare questa raccolta.


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Turboo Stefo

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
Anche il pluripremiato autore di "Monster", "Master Keaton" e "20th Century Boys" ha dovuto iniziare come tanti altri mangaka, ovvero farsi una dura gavetta tra serie mozzate e progetti naufragati, mentre la fiducia e la speranza vacillano pericolosamente, fino al giorno in cui arriva il primo successo nel 1986, con "Pineapple Army".
Come facilmente intuibile, il volumone intitolato "Uraswawa - Gli esordi" contiene tutti i lavori del mangaka prodotti durante i primi tre anni della sua carriera.

Nelle numerose pagine che raccolgono i balbettanti inizi del mangaka si trovano una moltitudine di storie ben variegate, seppur con una maggiore inclinazione verso temi musicali e polizieschi, nella quale si nota soprattutto una grossa influenza comica simile a quella che lo porterà a scrivere "Happy!", soprattutto nei siparietti comici dei bambini. Invece la sua grande dote di maestro del thriller sembra essere completamente assente, se non per qualche azzeccata combinazione di eventi, e sembrano lavori scritti da un autore ben lontano da quello tanto apprezzato da pubblico e critica. O almeno in apparenza.
Osservate con un occhio più attento, le storie rivelano ben altro sotto la banale superficie proposta, andando a narrare piccole avventure di personaggi dalla caratterizzazione semplice e, soprattutto, incredibilmente umana nella loro forma complessiva. In questo modo riescono ad accostare efficacemente il lettore alle situazioni ed i messaggi - ovviamente immediati e non particolarmente complessi o profondi - che contengono.
Questo avviene soprattutto per le mini-serie, come le avventure del "Policeman" Yamashita (le quali occupano circa 1/3 del volume), l'energico "Mighty Boy" o le varie one-shot con personaggi abbastanza "sfigati" nel loro status sociale piuttosto comune.
Un altro aspetto del mangaka che si può intravedere è la profonda emotività di alcune storie, come "N.A.S.A" (seppur crudelmente monca), "Old Western Mama" o "Addio, Mr. Bunny", che nella loro semplicità riescono a stuzzicare la morale del lettore portando anche una piccola dose di sentimentalismo di forte impatto.
L'unica piccola mosca bianca del volume è il cupo e fosco "Shinjuku Lullaby", un cinico e freddo spaccato su una delicata situazione sociale parallela a brutti ricordi del passato. In bilico tra il Noir e una denuncia per sensibilizzare i lettori, si rivela un Urasawa quasi inedito e sconosciuto.

Lo stile dell'autore è ancora acerbo, anonimo ed incolore, soprattutto nelle prime opere come "Beta" e "Magia", mentre si riesce già ad intravedere la sottile abilità registica pronta ad essere sviluppata. Per il resto manca anche la classica espressività che offrirà nelle opere future, ma questo è dato soprattutto dalla natura principalmente comica della raccolta.

L'edizione targata Panini non deve essere stata un lavoro facile da confezionare. La carta è bianca e di buona grammatura, ottima la stampa curata e pulita, e la rilegatura è incredibilmente resistente ed elastica, permettendo al volume di subire l'ovvio maltrattamento per aprire le pagine centrali - anche se in realtà si aprono con semplicità e senza sforzo. Peccato solamente per la costina che si segna facilmente proprio per via delle numerose pagine, ma la sovraccoperta copre a dovere il tutto. Il prezzo quindi è elevato ma proporzionato alla mole e alla qualità offerta.
Ottima l'intervista all'autore nel finale, un gradito extra.

Complessivamente il pesante tomo regala una gradita lettura nella sua varietà, grazie alle storie leggere ed ai piccoli messaggi che talvolta fanno capolino. Tuttavia pur regalando una discreta dose di commedia, in una lettura leggera e spensierata, è difficile trovare un pubblico che possa veramente gradire "Urasawa - Gli esordi". Gli unici che potrebbero apprezzare appieno l'opera sono i fan del mangaka, quelli pronti ad assaporare le sue origini per poi spulciarle ed andare a cercare le ombre di ciò che diventerà in futuro, mentre chi non lo conosce ancora può recarsi senza remore alle sue serie più famose. Anche se più impegnative non deluderanno di certo.