The Earl and the Fairy
"The Earl and The Fairy" è uno shoujo fantasy proposto in Italia dalla casa editrice Flashbook e composto da quattro volumi. Si tratta di una storia che mette insieme la creatività di Mizue Tani e il delicato stile grafico di Ayuko. Metto in luce questo lavoro di coppia perché se avete letto in passato delle opere di Ayuko, e non le avete apprezzate, questa fortunatamente si allontana dalle atmosfere malinconiche scolastiche per approdare nell'Inghilterra del diciannovesimo secolo.
Lydia Carlton è una ragazza che si fa notare per il colore ramato dei suoi capelli ed è dotata di un dono fuori dal comune: vede le fate. Questo potere, per chi ci crede, è in grado di creare un contatto con esseri magici invisibili all'occhio umano e attraverso la figura del "fairy doctor", quale è Lydia, viene mantenuto un equilibrio tra due realtà parallele (umana e magica). Il mondo delle fate, per quanto incredibile e leggendario, racchiude dei misteri e dei tesori che anche il più diffidente degli umani sarebbe curioso di scoprire. Con questa motivazione l'affascinante e umano Edgar Ashenbert irrompe nella vita di Lydia. Presentandosi come l'erede di una di una stirpe prestigiosa del Cavaliere Blu, la ingaggia come sua "Fairy Doctor" per recuperare un tesoro di famiglia che gli consentirà di essere riconosciuto. Lydia parteciperà così ad una burrascosa avventura insieme a Edgar e alla sua squadra di fedeli seguaci.
"The Earl & Fairy" promette avventura e mistero, associati ad una bella dose di buon umore. Lydia è un personaggio orgoglioso delle sue doti, messe in discussione dalla società, e quando le viene affidato l'incarico da Edgar è decisa a portarlo avanti con professionalità. Edgar, da parte sua, è criptico e non ama scoprire le sue carte alla giovane Fairy Doctor. Regala in corso di narrazione dei siparietti simpatici e mostra la sua natura di uomo sensibile al fascino femminile. La collaborazione di Lydia ed Edgar si poggia su delle motivazioni solide da ambo i lati e i contenuti si svilupperanno in modo più drammatico di quanto avevo immaginato in apertura. Ciononostante i personaggi non si prendono mai completamente sul serio e i momenti distensivi aiutano a conoscerli oltre la loro missione. Questo contribuisce a non appesantire la storia con interazioni gravose, lasciando spazio a una sottile componente romantica tra Lydia ed Edgar.
Paragrafo a parte dedicato a chi ricerca il batticuore. "The Earl & The Fairy" non è una storia d'amore e non coinvolge con sentimenti avvincenti, non lasciatevi disorientare dalle copertine evocative. Si tratta di una bella storia fantasy che celebra un potere sovrannaturale e racconta il crearsi di una sintonia tra due protagonisti di sesso opposto. Si lascia intendere che c'è qualcosa tra i due ma il fulcro della storia si concentra su tutt'altro. Se ricercate un fantasy senza troppe ambizioni ma grazioso, concentrato in pochi volumi, e con una bella edizione, questo shoujo può incontrare il vostro gusto. Vista la brevità della serie, gli episodi sono narrati in modo serrato, con un buon connubio di azione, enigma e sorpresa. Alcuni momenti avrebbero meritato più pagine per aiutare forse anche il lettore a comprendere delle dinamiche o relazioni pregresse tra i protagonisti e i personaggi secondari. A parte questo ultimo aspetto, è un'opera nell'insieme ben curata e dilettevole.
Lydia Carlton è una ragazza che si fa notare per il colore ramato dei suoi capelli ed è dotata di un dono fuori dal comune: vede le fate. Questo potere, per chi ci crede, è in grado di creare un contatto con esseri magici invisibili all'occhio umano e attraverso la figura del "fairy doctor", quale è Lydia, viene mantenuto un equilibrio tra due realtà parallele (umana e magica). Il mondo delle fate, per quanto incredibile e leggendario, racchiude dei misteri e dei tesori che anche il più diffidente degli umani sarebbe curioso di scoprire. Con questa motivazione l'affascinante e umano Edgar Ashenbert irrompe nella vita di Lydia. Presentandosi come l'erede di una di una stirpe prestigiosa del Cavaliere Blu, la ingaggia come sua "Fairy Doctor" per recuperare un tesoro di famiglia che gli consentirà di essere riconosciuto. Lydia parteciperà così ad una burrascosa avventura insieme a Edgar e alla sua squadra di fedeli seguaci.
"The Earl & Fairy" promette avventura e mistero, associati ad una bella dose di buon umore. Lydia è un personaggio orgoglioso delle sue doti, messe in discussione dalla società, e quando le viene affidato l'incarico da Edgar è decisa a portarlo avanti con professionalità. Edgar, da parte sua, è criptico e non ama scoprire le sue carte alla giovane Fairy Doctor. Regala in corso di narrazione dei siparietti simpatici e mostra la sua natura di uomo sensibile al fascino femminile. La collaborazione di Lydia ed Edgar si poggia su delle motivazioni solide da ambo i lati e i contenuti si svilupperanno in modo più drammatico di quanto avevo immaginato in apertura. Ciononostante i personaggi non si prendono mai completamente sul serio e i momenti distensivi aiutano a conoscerli oltre la loro missione. Questo contribuisce a non appesantire la storia con interazioni gravose, lasciando spazio a una sottile componente romantica tra Lydia ed Edgar.
Paragrafo a parte dedicato a chi ricerca il batticuore. "The Earl & The Fairy" non è una storia d'amore e non coinvolge con sentimenti avvincenti, non lasciatevi disorientare dalle copertine evocative. Si tratta di una bella storia fantasy che celebra un potere sovrannaturale e racconta il crearsi di una sintonia tra due protagonisti di sesso opposto. Si lascia intendere che c'è qualcosa tra i due ma il fulcro della storia si concentra su tutt'altro. Se ricercate un fantasy senza troppe ambizioni ma grazioso, concentrato in pochi volumi, e con una bella edizione, questo shoujo può incontrare il vostro gusto. Vista la brevità della serie, gli episodi sono narrati in modo serrato, con un buon connubio di azione, enigma e sorpresa. Alcuni momenti avrebbero meritato più pagine per aiutare forse anche il lettore a comprendere delle dinamiche o relazioni pregresse tra i protagonisti e i personaggi secondari. A parte questo ultimo aspetto, è un'opera nell'insieme ben curata e dilettevole.
Dato il progresso tecnologico ottocentesco ha ancora senso parlare di fate? Evidentemente sì, dato che la nostra protagonista, l’affascinante Lydia, è un giovane dottore delle fate, in grado di comunicare con loro.
Ben presto si troverà, insieme al suo gatto magico Nico, in un gioco più grande di lei, in due giovani e affascinanti avventurieri che ne cercano l’aiuto, così da recuperare la spada che li renderà conti, responsabili della potente popolazione fatata che ancora esiste e ben si nasconde al mondo umano. Indubbiamente non sarà facile capire di quale dei due fidarsi, dato che si comporteranno entrambi da delinquenti, ma Lydia saprà chi scegliere. Per i primi due volumi la storia seguirà quella dell’anime o forse no, dato che non ci sarà il cavallo Kelpie e che la sorella di Raven avrà un ruolo più esteso. Ma con il terzo la situazione prenderà un andamento diverso, con nuovi personaggi e nuove svolte. Indubbiamente il manga è fatto molto meglio, con una storia più comprensibile, senza quell’eterno dubbio di essersi dimenticati qualcosa, di non aver capito il senso della storia. Lo stile di disegno è molto buono, né sottile né grosso, ben curato ma senza troppi fronzoli e la regia ottima. Ma in definitiva la storia rimane sempre mediocre, non è certo un manga che cambia la vita, ma è comunque gradevole poiché presenta personaggi interessanti, oltre al tema spinoso di capire di chi fidarsi e di chi no, o al tema della responsabilità verso i propri subordinati.
Come voto do un sei, dato che all’anime avevo dato cinque.
Ben presto si troverà, insieme al suo gatto magico Nico, in un gioco più grande di lei, in due giovani e affascinanti avventurieri che ne cercano l’aiuto, così da recuperare la spada che li renderà conti, responsabili della potente popolazione fatata che ancora esiste e ben si nasconde al mondo umano. Indubbiamente non sarà facile capire di quale dei due fidarsi, dato che si comporteranno entrambi da delinquenti, ma Lydia saprà chi scegliere. Per i primi due volumi la storia seguirà quella dell’anime o forse no, dato che non ci sarà il cavallo Kelpie e che la sorella di Raven avrà un ruolo più esteso. Ma con il terzo la situazione prenderà un andamento diverso, con nuovi personaggi e nuove svolte. Indubbiamente il manga è fatto molto meglio, con una storia più comprensibile, senza quell’eterno dubbio di essersi dimenticati qualcosa, di non aver capito il senso della storia. Lo stile di disegno è molto buono, né sottile né grosso, ben curato ma senza troppi fronzoli e la regia ottima. Ma in definitiva la storia rimane sempre mediocre, non è certo un manga che cambia la vita, ma è comunque gradevole poiché presenta personaggi interessanti, oltre al tema spinoso di capire di chi fidarsi e di chi no, o al tema della responsabilità verso i propri subordinati.
Come voto do un sei, dato che all’anime avevo dato cinque.
L'universo di The Earl and the Fairy, "Hakushaku to Yousei" in titolo giapponese, ha origine come light novel. Il romanzo è terminato con ben 32 volumi, e tale apprezzamento per la suddetta opera di Mizue Tani ha fatto sì che arrivassero una trasposizione animata di dodici episodi, vari drama CD e anche un adattamento a fumetti della celebre Ayuko, una delle autrici di punta per l'editore nostrano Flashbook Edizioni.
Il manga, essendo una miniserie di quattro volumi, ovviamente è più incompleto rispetto alla novel, ma è comunque un buona partenza per avvicinarsi alle avventure del conte e della fata.
La storia è ambiantata nell'Inghilterra del diciannovesimo secolo. Lydia Carlton è una fanciulla che dinanzi alla gente spicca particolarmente per i suoi capelli rossi e la sua abitudine di parlare con creature che normalmente nessuno vede. Per questo viene spesso definitiva stramba, ma lei non si demoralizza e continua a voler diventare una rispettabile Fairy Doctor affinché possa onorare i desideri della madre defunta, anch'essa una Fairy Doctor, ossia umani che hanno la facoltà di vedere creature speciali come folletti e gnomi e il cui obiettivo è far conoscere la loro magica esistenza a più persone possibili. In Scozia, la pacifica vita della ragazza s'interrompe quando riceve una lettera dal padre, che la invita a trovarlo a Londra. Così il suo viaggio ha inizio, ma arrivata quasi a destinazione viene coinvolta da certi affari oscuri. Un ragazzo affascinante la salva da una possibile trappola e si presenta come il discendente del leggendario Cavaliere Blu, ma per poter essere riconosciuto ufficialmente come tale deve impadronirsi della gemma incastrato in una spada. Per poterla trovare, egli sostiene di avere il bisogno di una Fairy Doctor, e Lydia dovrà decidere se collaborare o meno con lui. Fidarsi oppure no?
I primi albi sono, oltre ad essere introduttivi in quanto presentano la storia e i personaggi, anche quelli più interessanti poiché si concentrano sui misteri principali che attirano l'attenzione dei lettori. Man mano che si scorrono le pagine si capiscono più dettagli sull'obiettivo della missione, nonché si approfondisce il personaggio emblematico di Edgar, focalizzandosi in parte anche sul suo rapporto con Lydia e con i due seguaci, Ermine e Raven.
Sul piano narrativo, sempre parlando dei primi due tankobon, la storia scorre in modo incantevole con frangenti divertenti tra Lydia ed Edgar, ma riserva anche degli spazi più drammatici come il passato di quest'ultimo. Inoltre, a rendere tutto più avventurioso, ci pensa il tratto delicato della mano di Ayuko, la quale se la cava egregiamente coi costumi dell'epoca e le pose fiabesce.
La trama far storcere un po' il naso negli ultimi due volumi, in cui i dialoghi e le vicende si fanno più incasinati e tendono a tediare, peccando di buchi narrativi e di una caratterizzazione dei personaggi non molto sviluppata alla fine. Si ha la sensazione di perdere quel filo conduttore che legava il tutt'uno, ma probabilmente è dipeso dal fatto che essendo solo una piccola parte della lunga novel diversi dettagli vengono affrettati, dispersi, confusi. D'altronde anche l'anime era così. Ordunque, coloro che sono approdati al manga perché dopo la serie animata volevano saperne maggiormente sui sentimenti e sulle avventure di Edgar e Lydia, a malincuore non verranno accontentati nemmeno per quanto riguarda il finale. Per quello e gli altri particolari ci si dovrà immergere nei romanzi.
Il fumetto di The Earl and the Fairy è raccomandato soprattutto al pubblico che ha una predilezione per il fantasy romantico, elegante e semplice.
Comunque sia, i disegni e le copertine dell'autrice valgono l'acquisto. Da menzionare anche la buona edizione fatta dall'editore italiano.
Il manga, essendo una miniserie di quattro volumi, ovviamente è più incompleto rispetto alla novel, ma è comunque un buona partenza per avvicinarsi alle avventure del conte e della fata.
La storia è ambiantata nell'Inghilterra del diciannovesimo secolo. Lydia Carlton è una fanciulla che dinanzi alla gente spicca particolarmente per i suoi capelli rossi e la sua abitudine di parlare con creature che normalmente nessuno vede. Per questo viene spesso definitiva stramba, ma lei non si demoralizza e continua a voler diventare una rispettabile Fairy Doctor affinché possa onorare i desideri della madre defunta, anch'essa una Fairy Doctor, ossia umani che hanno la facoltà di vedere creature speciali come folletti e gnomi e il cui obiettivo è far conoscere la loro magica esistenza a più persone possibili. In Scozia, la pacifica vita della ragazza s'interrompe quando riceve una lettera dal padre, che la invita a trovarlo a Londra. Così il suo viaggio ha inizio, ma arrivata quasi a destinazione viene coinvolta da certi affari oscuri. Un ragazzo affascinante la salva da una possibile trappola e si presenta come il discendente del leggendario Cavaliere Blu, ma per poter essere riconosciuto ufficialmente come tale deve impadronirsi della gemma incastrato in una spada. Per poterla trovare, egli sostiene di avere il bisogno di una Fairy Doctor, e Lydia dovrà decidere se collaborare o meno con lui. Fidarsi oppure no?
I primi albi sono, oltre ad essere introduttivi in quanto presentano la storia e i personaggi, anche quelli più interessanti poiché si concentrano sui misteri principali che attirano l'attenzione dei lettori. Man mano che si scorrono le pagine si capiscono più dettagli sull'obiettivo della missione, nonché si approfondisce il personaggio emblematico di Edgar, focalizzandosi in parte anche sul suo rapporto con Lydia e con i due seguaci, Ermine e Raven.
Sul piano narrativo, sempre parlando dei primi due tankobon, la storia scorre in modo incantevole con frangenti divertenti tra Lydia ed Edgar, ma riserva anche degli spazi più drammatici come il passato di quest'ultimo. Inoltre, a rendere tutto più avventurioso, ci pensa il tratto delicato della mano di Ayuko, la quale se la cava egregiamente coi costumi dell'epoca e le pose fiabesce.
La trama far storcere un po' il naso negli ultimi due volumi, in cui i dialoghi e le vicende si fanno più incasinati e tendono a tediare, peccando di buchi narrativi e di una caratterizzazione dei personaggi non molto sviluppata alla fine. Si ha la sensazione di perdere quel filo conduttore che legava il tutt'uno, ma probabilmente è dipeso dal fatto che essendo solo una piccola parte della lunga novel diversi dettagli vengono affrettati, dispersi, confusi. D'altronde anche l'anime era così. Ordunque, coloro che sono approdati al manga perché dopo la serie animata volevano saperne maggiormente sui sentimenti e sulle avventure di Edgar e Lydia, a malincuore non verranno accontentati nemmeno per quanto riguarda il finale. Per quello e gli altri particolari ci si dovrà immergere nei romanzi.
Il fumetto di The Earl and the Fairy è raccomandato soprattutto al pubblico che ha una predilezione per il fantasy romantico, elegante e semplice.
Comunque sia, i disegni e le copertine dell'autrice valgono l'acquisto. Da menzionare anche la buona edizione fatta dall'editore italiano.
La serie di Light Novel "The Earl and The Fairy", scritta dall'autrice Mizue Tani, nasce nel 2004 per poi diventare, nel 2008, il classico evento "cross-media" vittima di ogni tipo di trasposizione: anime, visual novel, drama CD ed ovviamente anche manga. Quest'ultimo è stato affidato ad Ayuko, già nota al pubblico italiano grazie alle sue raccolte ("Goodbye My Life" e "After The Tempest"), che con quest'opera firma il suo esordio con una serie.
Lydia Cartlon ha deciso di diventare una "Fairy Doctor" per seguire le orme della defunta madre, utilizzando la passione e le conoscenze che le ha trasmesso, anche se si tratta di una professione malvista in un 19° secolo nel quale sempre meno persone credono in fate, spiriti e folletti.
In seguito ad una lettera del padre, Lydia lascia le tranquille campagne scozzesi di Edimburgo per raggiungerlo a Londra ma, in virtù delle sue doti, verrà coinvolta nella ricerca di una leggendaria spada da Edgar, il quale si presenta come ultimo discendente del Cavaliere Blu: colui che detiene il titolo di Signore del Paese delle Fate.
La storia si apre con un buon ritmo e ricca di misteri, in grado di coinvolgere facilmente il lettore grazie anche alla sua tipica atmosfera vittoriana condita dalle figure folkloristiche del nord europa (fate, pixies e spiritelli di sorta).
Lo sviluppo risulta ottimo e permette, durante i quattro volumi che compongono la serie, di avere una narrazione fluente anche a cavallo tra un arco narrativo e il successivo, donando così una gradevole continuità che si riflette anche sul lento mutare del rapporto tra i personaggi e le divagazioni che sbirciano sul passato degli stessi. Nel complesso quindi "The Earl and The Fairy" risulta ben amalgamato malgrado la sua relativa semplicità, sia nell'aspetto sentimentale che in quello narrativo. Purtroppo questa leggerezza inizia a diventa un difetto con l'avvicinarsi della conclusione, poiché l'opera originale è progettata per evolversi su una continuità narrativa più lunga ed articolata che in soli quattro volumi non si può raggiungere. Proprio per questo l'aspetto sentimentale della vicenda parrà piuttosto superficiale e sbrigativo, mentre le caratterizzazioni di alcuni personaggi finiscono con il risultare poco incisive, tranne per la riuscita eroina protagonista.
In Giappone ovviamente tutto questo risulta meno invasivo e importante, visto che serve come base per spingere i lettori verso i romanzi originali, ma è facilmente intuibile come all'estero - bel paese compreso - sia inutile e quasi fastidioso, come il classico finale aperto che lascia i personaggi nella loro felice quotidianità.
I disegni di Ayuko risultano perfettamente calzanti con le loro marcate atmosfere, come ha già ampiamente mostrato in altri suoi lavori.
Il tratto graffiante e lo stile spigoloso mostrano un comparto grafico piuttosto grezzo, ma l'autrice rivela una buona attenzione per i particolari riuscendo ad esprimere al meglio il fascino dell'epoca nel quale è ambientato, mentre i volti - soprattutto quello della protagonista - risultano ottimamente espressivi.
A riscuotere maggior successo, e a elevare la riuscita dell'opera, è ancora l'abilità di Ayuko nel sottolineare ed ampliare le atmosfere delle diverse situazioni con una spiazzante semplicità, sfruttando abilmente piccoli accorgimenti grafici (quali l'utilizzo dei neri, retini o l'impostazione delle tavole) per esprimerle al meglio: dai colpi di scena più cupi ai momento più dolci, senza dimenticare le magiche apparizioni degli spiritelli, passando da un'atmosfera all'altra con immediatezza.
L'edizione della Flashbook propone i quattro volumetti nella solita qualità offerta dall'editore, ovvero un buon prezzo corrisposto da una qualità ormai consolidata che vede i volumetti, fatti con materiali morbidi e flessibili, avvolti da una sovraccoperta, mentre la buona qualità di stampa - vittima di qualche leggerissimo moiré - viene impressa su una carta dai toni grigi senza trasparenze.
La serie breve "The Earl and The Fairy" si rivela quindi una lettura originale e ben realizzata, grazie soprattutto alle sue marcate atmosfere e le citazioni folkloristiche di fate e folletti, diventando così una sorta di fiaba condita da tanti misteri ed un pizzico di sentimenti.
Peccato solamente che queste riuscite peculiarità non nascondano il fatto che la serie mostri diverse debolezze legate al fatto di essere solo una piccola parte rispetto all'opera originaria, dando così un profilo sentimentale breve e poco curato con personaggi poco caratterizzati, ottima protagonista esclusa .
Malgrado questi difetti "The Earl and The Fairy" rimane comunque una gradevole lettura che non mancherà di intrattenere efficacemente sfruttando la sua ottima atmosfera gotica/fiabesca, ottimamente trasmessa dall'abile Ayuko.
Lydia Cartlon ha deciso di diventare una "Fairy Doctor" per seguire le orme della defunta madre, utilizzando la passione e le conoscenze che le ha trasmesso, anche se si tratta di una professione malvista in un 19° secolo nel quale sempre meno persone credono in fate, spiriti e folletti.
In seguito ad una lettera del padre, Lydia lascia le tranquille campagne scozzesi di Edimburgo per raggiungerlo a Londra ma, in virtù delle sue doti, verrà coinvolta nella ricerca di una leggendaria spada da Edgar, il quale si presenta come ultimo discendente del Cavaliere Blu: colui che detiene il titolo di Signore del Paese delle Fate.
La storia si apre con un buon ritmo e ricca di misteri, in grado di coinvolgere facilmente il lettore grazie anche alla sua tipica atmosfera vittoriana condita dalle figure folkloristiche del nord europa (fate, pixies e spiritelli di sorta).
Lo sviluppo risulta ottimo e permette, durante i quattro volumi che compongono la serie, di avere una narrazione fluente anche a cavallo tra un arco narrativo e il successivo, donando così una gradevole continuità che si riflette anche sul lento mutare del rapporto tra i personaggi e le divagazioni che sbirciano sul passato degli stessi. Nel complesso quindi "The Earl and The Fairy" risulta ben amalgamato malgrado la sua relativa semplicità, sia nell'aspetto sentimentale che in quello narrativo. Purtroppo questa leggerezza inizia a diventa un difetto con l'avvicinarsi della conclusione, poiché l'opera originale è progettata per evolversi su una continuità narrativa più lunga ed articolata che in soli quattro volumi non si può raggiungere. Proprio per questo l'aspetto sentimentale della vicenda parrà piuttosto superficiale e sbrigativo, mentre le caratterizzazioni di alcuni personaggi finiscono con il risultare poco incisive, tranne per la riuscita eroina protagonista.
In Giappone ovviamente tutto questo risulta meno invasivo e importante, visto che serve come base per spingere i lettori verso i romanzi originali, ma è facilmente intuibile come all'estero - bel paese compreso - sia inutile e quasi fastidioso, come il classico finale aperto che lascia i personaggi nella loro felice quotidianità.
I disegni di Ayuko risultano perfettamente calzanti con le loro marcate atmosfere, come ha già ampiamente mostrato in altri suoi lavori.
Il tratto graffiante e lo stile spigoloso mostrano un comparto grafico piuttosto grezzo, ma l'autrice rivela una buona attenzione per i particolari riuscendo ad esprimere al meglio il fascino dell'epoca nel quale è ambientato, mentre i volti - soprattutto quello della protagonista - risultano ottimamente espressivi.
A riscuotere maggior successo, e a elevare la riuscita dell'opera, è ancora l'abilità di Ayuko nel sottolineare ed ampliare le atmosfere delle diverse situazioni con una spiazzante semplicità, sfruttando abilmente piccoli accorgimenti grafici (quali l'utilizzo dei neri, retini o l'impostazione delle tavole) per esprimerle al meglio: dai colpi di scena più cupi ai momento più dolci, senza dimenticare le magiche apparizioni degli spiritelli, passando da un'atmosfera all'altra con immediatezza.
L'edizione della Flashbook propone i quattro volumetti nella solita qualità offerta dall'editore, ovvero un buon prezzo corrisposto da una qualità ormai consolidata che vede i volumetti, fatti con materiali morbidi e flessibili, avvolti da una sovraccoperta, mentre la buona qualità di stampa - vittima di qualche leggerissimo moiré - viene impressa su una carta dai toni grigi senza trasparenze.
La serie breve "The Earl and The Fairy" si rivela quindi una lettura originale e ben realizzata, grazie soprattutto alle sue marcate atmosfere e le citazioni folkloristiche di fate e folletti, diventando così una sorta di fiaba condita da tanti misteri ed un pizzico di sentimenti.
Peccato solamente che queste riuscite peculiarità non nascondano il fatto che la serie mostri diverse debolezze legate al fatto di essere solo una piccola parte rispetto all'opera originaria, dando così un profilo sentimentale breve e poco curato con personaggi poco caratterizzati, ottima protagonista esclusa .
Malgrado questi difetti "The Earl and The Fairy" rimane comunque una gradevole lettura che non mancherà di intrattenere efficacemente sfruttando la sua ottima atmosfera gotica/fiabesca, ottimamente trasmessa dall'abile Ayuko.
Avevo sentito parlare un gran bene di questo manga, invece per me è stata proprio una delusione. Sia la storia che il disegno sono del tutto insignificanti, l'ambientazione conferisce un po' di fascino, ma non è sfruttata al meglio.
I protagonisti sono incolori, lei la tipica ragazza che ad ogni capitolo ha bisogno di essere salvata da una situazione pericolosa, e lui il "bello ma stronzo"; anche il tragico passato sa parecchio di cliché, soprattutto perché non è approfondito a dovere (chi cavolo era questo principe, alla fine?).
L'unica cosa che ho veramente gradito sono le copertine, con interessanti accostamenti cromatici.
Tutto il resto, bocciato.
I protagonisti sono incolori, lei la tipica ragazza che ad ogni capitolo ha bisogno di essere salvata da una situazione pericolosa, e lui il "bello ma stronzo"; anche il tragico passato sa parecchio di cliché, soprattutto perché non è approfondito a dovere (chi cavolo era questo principe, alla fine?).
L'unica cosa che ho veramente gradito sono le copertine, con interessanti accostamenti cromatici.
Tutto il resto, bocciato.
Avendo visto l'anime, e avendolo letto già in inglese, ho deciso di dare un piccolo parere.
Partiamo dalla cosa più 'superficiale', ma che sa il fatto suo: il disegno. Ayuko è davvero pazzesca. Il suo tratto è inconfondibile, sublime, e al tempo stesso deciso, nonostante a volte sembri molto abbozzato. Abbozzato non nel senso d'incurato, attenzione. E ciò conferisce molta più dolcezza e sentimento nel tratto.
Per non parlare della scenografia, che in un manga - a parer mio - conta veramente tanto. Gli sfondi, quando son presenti, sono davvero curati e belli. Ma soprattutto, alcune inquadrature sono mozzafiato!
Passiamo poi alla storia: un'epoca vittoriana (e anche qui, un punto in più a favore di questo manga), che ignora (o vuole ignorare?) un mondo parallelo come quello delle fate.
Qui in molti storcono il naso: "Fate? Che storia idiota".
Beh, la storia in sé non ha un gran spessore psicologico, questo è palese ed è da dire, ma ciò non significa che debba essere ugualmente un manga "stupido".
E' una storia carina, con dei bei personaggi che secondo me vengono approfonditi nella giusta maniera e che si muovono secondo una logica, senza idee campate in aria, e con una storia che ha le sue motivazioni.
Interessante il passato di Edgar, come anche quello di Lydia e della madre; ma lo è ancora di più quello di Raven!
Insomma, la storia sa come proseguire e come tenere incollato il lettore per la curiosità.
Ciò che posso dire è che, avendo letto solo il primo volume, posso solo sperare che migliori, e che la vicenda si faccia più movimentata (e ciò lo inizio a intuire proprio dalle ultime pagine di questo volumetto ^^).
Perché sì, l'unica cosa è che in questo primo 'episodio' troviamo molte spiegazioni del passato di determinati personaggi. Non che la cosa mi dispiaccia, comunque.
Che dire, un bell'otto e passa la paura. Almeno per quanto mi riguarda, appena uscirà in fumetteria correrò a prenderlo.
Partiamo dalla cosa più 'superficiale', ma che sa il fatto suo: il disegno. Ayuko è davvero pazzesca. Il suo tratto è inconfondibile, sublime, e al tempo stesso deciso, nonostante a volte sembri molto abbozzato. Abbozzato non nel senso d'incurato, attenzione. E ciò conferisce molta più dolcezza e sentimento nel tratto.
Per non parlare della scenografia, che in un manga - a parer mio - conta veramente tanto. Gli sfondi, quando son presenti, sono davvero curati e belli. Ma soprattutto, alcune inquadrature sono mozzafiato!
Passiamo poi alla storia: un'epoca vittoriana (e anche qui, un punto in più a favore di questo manga), che ignora (o vuole ignorare?) un mondo parallelo come quello delle fate.
Qui in molti storcono il naso: "Fate? Che storia idiota".
Beh, la storia in sé non ha un gran spessore psicologico, questo è palese ed è da dire, ma ciò non significa che debba essere ugualmente un manga "stupido".
E' una storia carina, con dei bei personaggi che secondo me vengono approfonditi nella giusta maniera e che si muovono secondo una logica, senza idee campate in aria, e con una storia che ha le sue motivazioni.
Interessante il passato di Edgar, come anche quello di Lydia e della madre; ma lo è ancora di più quello di Raven!
Insomma, la storia sa come proseguire e come tenere incollato il lettore per la curiosità.
Ciò che posso dire è che, avendo letto solo il primo volume, posso solo sperare che migliori, e che la vicenda si faccia più movimentata (e ciò lo inizio a intuire proprio dalle ultime pagine di questo volumetto ^^).
Perché sì, l'unica cosa è che in questo primo 'episodio' troviamo molte spiegazioni del passato di determinati personaggi. Non che la cosa mi dispiaccia, comunque.
Che dire, un bell'otto e passa la paura. Almeno per quanto mi riguarda, appena uscirà in fumetteria correrò a prenderlo.