Babil Junior II - The Returner
Sei anni dopo la morte di Mitsuteru Yokoyama vediamo comparire un’altra volta all’opera uno dei suoi personaggi principali: il leggendario Babil Junior.
Ci tengo a precisarlo subito che questo fumetto è di Takashi Noguchi solamente e che Yokoyama appare solamente perché creatore dei personaggi. I personaggi sono disegnati in un modo molto più moderno della serie del 1971, ma - a dir la verità - il loro chara non mi piace molto.
Per apprezzare questa opera sarebbe il caso di leggere non solo il manga del 1971 ma anche "His name is 101" opera del 1977 in cui il nemico sono gli Stati Uniti e la CIA, qui troviamo Koichi regalare il suo sangue per combattere le malattie dei terrestri, ma i ricercatori americani li usano per creare dei super combattenti. Quest’opera non è arrivata in Italia.
In "The returner" vediamo proseguire questa lotta: credo sia stato un errore per Star Comics scegliere di non pubblicare tutte le avventure precedenti di Babil ma credo che The returner possa comunque essere letto come un’opera indipendente, anche se vediamo comparire dei personaggi e far riferimento nei dialoghi alle opere precedenti. Se si approccia a questo manga è meglio sapere che è la prosecuzione di qualcosa di precedente.
Certo non potendo aver letto 101 farò dei confronti fra "The returner" e Babil II (1971): inanzi tutto dicevo i personaggi hanno un chara completamente diverso; "The returner" risente dell’influsso della scuola americana, inoltre in "The returner" i combattimenti sono molto più cinetici, il movimento è decisamente più fluido e l’impostazione delle tavole permette un maggior impatto.
Dunque è superiore?
Be diciamo che io vedo di malocchio alcune innovazioni: nella serie originale Babil e i suoi assistenti robot Rodem, Ropuloss e Poseidon non si curano/riparano da soli ma vengono curati/riparati dalla Torre di Babele… in "The returner" vediamo questi danneggiati o feriti mortalmente in una pagina e sani poche pagine dopo… la cosa non mi sembra troppo realistica.
Dei sei volumi che ho letto posso dire che le spiegazioni sono poche, accettando qualunque cosa in attesa di spiegazioni negli undici volumi successivi do un otto, soprattutto per la velocità dell’azione: la maggior parte delle tavole sono d’azione e quindi i dialoghi sono ridotti all’osso.
Ci tengo a precisarlo subito che questo fumetto è di Takashi Noguchi solamente e che Yokoyama appare solamente perché creatore dei personaggi. I personaggi sono disegnati in un modo molto più moderno della serie del 1971, ma - a dir la verità - il loro chara non mi piace molto.
Per apprezzare questa opera sarebbe il caso di leggere non solo il manga del 1971 ma anche "His name is 101" opera del 1977 in cui il nemico sono gli Stati Uniti e la CIA, qui troviamo Koichi regalare il suo sangue per combattere le malattie dei terrestri, ma i ricercatori americani li usano per creare dei super combattenti. Quest’opera non è arrivata in Italia.
In "The returner" vediamo proseguire questa lotta: credo sia stato un errore per Star Comics scegliere di non pubblicare tutte le avventure precedenti di Babil ma credo che The returner possa comunque essere letto come un’opera indipendente, anche se vediamo comparire dei personaggi e far riferimento nei dialoghi alle opere precedenti. Se si approccia a questo manga è meglio sapere che è la prosecuzione di qualcosa di precedente.
Certo non potendo aver letto 101 farò dei confronti fra "The returner" e Babil II (1971): inanzi tutto dicevo i personaggi hanno un chara completamente diverso; "The returner" risente dell’influsso della scuola americana, inoltre in "The returner" i combattimenti sono molto più cinetici, il movimento è decisamente più fluido e l’impostazione delle tavole permette un maggior impatto.
Dunque è superiore?
Be diciamo che io vedo di malocchio alcune innovazioni: nella serie originale Babil e i suoi assistenti robot Rodem, Ropuloss e Poseidon non si curano/riparano da soli ma vengono curati/riparati dalla Torre di Babele… in "The returner" vediamo questi danneggiati o feriti mortalmente in una pagina e sani poche pagine dopo… la cosa non mi sembra troppo realistica.
Dei sei volumi che ho letto posso dire che le spiegazioni sono poche, accettando qualunque cosa in attesa di spiegazioni negli undici volumi successivi do un otto, soprattutto per la velocità dell’azione: la maggior parte delle tavole sono d’azione e quindi i dialoghi sono ridotti all’osso.
"Babil Junior II - The Returner" è il seguito di "Babil Junior", pubblicato in Giappone dal 2010 e in Italia dal 2012, quindi a molti anni di distanza dall'opera originale, conclusasi nel 1973. Mitsuteru Yokoyama, che ne era l'autore, compare anche tra quelli di "Babil Junior II - The Returner", in quanto creatore dei personaggi (provenienti anche da altri suoi manga, come "Mars"), sebbene sia nel frattempo tragicamente venuto a mancare. Il disegnatore è Takashi Noguchi, che ha uno stile molto diverso da quello di Yokoyama, molto più moderno (anche per motivi anagrafici) ma anche più "sporco": le tavole mantengono comunque una certa eleganza compositiva. Il character design è tra le cose che più sono cambiate, a partire da quello del protagonista, che ha conservato la sua uniforme scolastica da liceale ma che, nel volto e nella capigliatura, mi ha ricordato piuttosto L di "Death Note". Fra i suoi tre servitori, Ropuros è praticamente irriconoscibile e risulta difficile anche individuare una struttura anatomica riconducibile ad un organismo vivente che esista nella realtà. Anche quella di Poseidon è cambiata, diventando meno simile a quella di un robot umanoide.
A differenza che nell'opera precedente, è Koichi/Babil Jr. a prendere l'iniziativa, attaccando direttamente le forze armate statunitensi. Il motivo che viene fornito è che gli USA, in quanto unica superpotenza mondiale rimasta, con la loro politica metterebbero a rischio la pace nel mondo e l'esistenza dell'intera umanità. Francamente, si fa fatica a capire un tale modo di agire di Koichi in assenza di una prima mossa ostile da parte americana, tanto più che la pubblicazione di questa serie è cominciata nel periodo della presidenza Obama, generalmente apprezzata anche da chi è stato tradizionalmente critico verso la politica estera americana, tacciata d'imperialismo per le sue ingerenze all'estero.
Nella vicenda ha un ruolo importante anche Yomi, l'eterno nemico, che in alcuni momenti agisce come alleato di Koichi e ha un aspetto completamente diverso da quello della serie degli anni '70, al punto di sembrare un altro personaggio: ciò trova comunque una sua giustificazione verso la fine.
Chi ha amato il manga di "Babil Junior" resterà sicuramente sconcertato e forse deluso; d'altronde, per capire pienamente le tante citazioni, è necessario conoscere già in partenza le principali opere di Yokoyama.
A differenza che nell'opera precedente, è Koichi/Babil Jr. a prendere l'iniziativa, attaccando direttamente le forze armate statunitensi. Il motivo che viene fornito è che gli USA, in quanto unica superpotenza mondiale rimasta, con la loro politica metterebbero a rischio la pace nel mondo e l'esistenza dell'intera umanità. Francamente, si fa fatica a capire un tale modo di agire di Koichi in assenza di una prima mossa ostile da parte americana, tanto più che la pubblicazione di questa serie è cominciata nel periodo della presidenza Obama, generalmente apprezzata anche da chi è stato tradizionalmente critico verso la politica estera americana, tacciata d'imperialismo per le sue ingerenze all'estero.
Nella vicenda ha un ruolo importante anche Yomi, l'eterno nemico, che in alcuni momenti agisce come alleato di Koichi e ha un aspetto completamente diverso da quello della serie degli anni '70, al punto di sembrare un altro personaggio: ciò trova comunque una sua giustificazione verso la fine.
Chi ha amato il manga di "Babil Junior" resterà sicuramente sconcertato e forse deluso; d'altronde, per capire pienamente le tante citazioni, è necessario conoscere già in partenza le principali opere di Yokoyama.