Kore wa Koi no Hanashi
«Quanti bambini ha subito, e ora... i bambini son più vecchi di lui...»
Una frase, proveniente da una vecchissima canzone di Ligabue, che sembra adattarsi benissimo al protagonista maschile di questa storia. Kore wa Koi no Hanashi (lett. "Questo è un racconto d'amore") narra le disavventure di Shinichi Mazuku, affascinante e talentuoso scrittore, che si ritrova tutto d'un tratto a fare da tutore ad una bambina, Akio Morimoto, la cui situazione familiare non è delle più rosee. Il resto della storia credo lo abbiate già intuito dal titolo dell'opera: bene, la mia recensione è finita, andate pure a visitare pagine più divertenti.
Scherzi a parte, che questo sia davvero un racconto d'amore o meno, solo il finale potrà dircelo. Tutto ciò che possiamo fare, nel frattempo, è analizzare le vicende in corso. Devo dire che la prima impressione che ho avuto su quest'opera non è stata affatto positiva: la prima cosa che ho notato di questo manga è una certa mancanza di originalità, e, anche se la vicenda si dispiega in maniere abbastanza differenti rispetto alle opere cui ha attinto, le somiglianze continuano ad affacciarsi fra le vignette come talpe impertinenti dai loro buchi. Chi ha già letto Usagi Drop (per citare l'esempio più noto e recente) non può non notare una certa somiglianza nell'impronta originale dei protagonisti: la formula è sempre la stessa, un trentenne sociopatico mescolato ad una bambina abbandonata dalla sua stessa famiglia, l'amico innamorato di lei, la vicinanza che cresce... insomma, se avete già letto Usagi Drop saprete già dove voglio andare a parare. Nonostante questo, Kore wa Koi no Hanashi ha sufficiente personalità da distaccarsi dalle opere cui si ispira, e possiamo dire liberamente che paragonare quest'opera a Usagi Drop è come mettere a confronto "Madame Bovary" e "Anna Karenina": la storia è simile e il filone lo stesso, ma la forma è molto, molto diversa, e tale discorso non è circoscritto alle mere sequenze narrative. Kore wa Koi no Hanashi è meno incentrato sul lato pragmatico della vicenda, prediligendo invece l'analisi psicologica, la quale - e questo l'ho apprezzato parecchio - viene in gran parte lasciata all'intuizione del lettore. Credo di non proferire un'eresia nel sostenere che, con ogni probabilità, in questo manga contano più gli sguardi che i discorsi, e a sostenere questo peculiare metodo narrativo vi è il tratto elaborato e artistico di Chika (chi ha già letto Sensei wa Ore no Mono, inoltre, non potrà fare a meno di notare una certa somiglianza fra la protagonista, l'infermiera Natsu, e la piccola Akio). Per questo le differenze fra Kore wa Koi no Hanashi e Usagi Drop non si limitano al modo in cui è impostata la vicenda: c'è anche la grandissima differenza fra lo stile della Sensei Unita Yumi (宇仁田 ゆみ) e quello di Chika.
Anche i personaggi, pur ricalcando un certo stereotipo, sono ben caratterizzati: lo sviluppo, poi, lo reputo eccellente. Abbiamo il lupo solitario Shinichi, del quale non ho apprezzato particolarmente il background, che reputo inutilmente tragico - fossi stato anch'io uno scrittore di successo, credo mi sarei comportato nello stesso modo (pochi contatti, una casetta in campagna, continue scappatelle con donne facili, sigarette a gogo...), ma non ho certo subito traumi così profondi, nella vita. C'è da dire però che, nonostante la rudezza, il tipo risulta abbastanza simpatico, e subirà un interessante cambiamento nel corso del manga. Abbiamo Hata, il cinico manager, capace di creare situazioni al limite del "metafumetto", del fumetto nel fumetto. Anche lui viene sviluppato molto bene nel corso della storia, arrivando a ricevere perfino un capitolo dedicato, nella mia modesta opinione il migliore di tutta la serie. Abbiamo Akio, il personaggio che dimostra la crescita più interessante, anche se non posso rivelarne il motivo senza spoilerare. Abbiamo Sugita e Utsumi, che per ora non hanno ancora avuto il loro momento di gloria, ma sono sicuro, e per motivi ben fondati, che l'autrice non lascerà in sospeso la loro vicenda. A deludere è unicamente il personaggio di Satomi: troppo statico, e troppo stereotipato.
La staticità: al contempo, il punto forte e il punto debole del manga. Chika è stata in grado, di quando in quando, di paralizzare la vicenda fino al punto di assopirla, per poi sganciarci addosso devastanti bombe, e in alcuni casi più d'una alla volta. Le conseguenze di queste bombe, però, in certe occasioni le gestisce un po' maluccio; vuole un po' strafare, insomma, ma tutto sommato risulta sempre credibile.
Beh, che altro dire? Io, come sempre, spero in un finale a sorpresa, ma le mie speranze si affievoliscono ogni capitolo che passa. Anche così, però, Kore wa Koi no Hanashi rimane un manga molto valido: niente a che vedere coi modelli cui si ispira, ma comunque molto valido. Promosso.
Una frase, proveniente da una vecchissima canzone di Ligabue, che sembra adattarsi benissimo al protagonista maschile di questa storia. Kore wa Koi no Hanashi (lett. "Questo è un racconto d'amore") narra le disavventure di Shinichi Mazuku, affascinante e talentuoso scrittore, che si ritrova tutto d'un tratto a fare da tutore ad una bambina, Akio Morimoto, la cui situazione familiare non è delle più rosee. Il resto della storia credo lo abbiate già intuito dal titolo dell'opera: bene, la mia recensione è finita, andate pure a visitare pagine più divertenti.
Scherzi a parte, che questo sia davvero un racconto d'amore o meno, solo il finale potrà dircelo. Tutto ciò che possiamo fare, nel frattempo, è analizzare le vicende in corso. Devo dire che la prima impressione che ho avuto su quest'opera non è stata affatto positiva: la prima cosa che ho notato di questo manga è una certa mancanza di originalità, e, anche se la vicenda si dispiega in maniere abbastanza differenti rispetto alle opere cui ha attinto, le somiglianze continuano ad affacciarsi fra le vignette come talpe impertinenti dai loro buchi. Chi ha già letto Usagi Drop (per citare l'esempio più noto e recente) non può non notare una certa somiglianza nell'impronta originale dei protagonisti: la formula è sempre la stessa, un trentenne sociopatico mescolato ad una bambina abbandonata dalla sua stessa famiglia, l'amico innamorato di lei, la vicinanza che cresce... insomma, se avete già letto Usagi Drop saprete già dove voglio andare a parare. Nonostante questo, Kore wa Koi no Hanashi ha sufficiente personalità da distaccarsi dalle opere cui si ispira, e possiamo dire liberamente che paragonare quest'opera a Usagi Drop è come mettere a confronto "Madame Bovary" e "Anna Karenina": la storia è simile e il filone lo stesso, ma la forma è molto, molto diversa, e tale discorso non è circoscritto alle mere sequenze narrative. Kore wa Koi no Hanashi è meno incentrato sul lato pragmatico della vicenda, prediligendo invece l'analisi psicologica, la quale - e questo l'ho apprezzato parecchio - viene in gran parte lasciata all'intuizione del lettore. Credo di non proferire un'eresia nel sostenere che, con ogni probabilità, in questo manga contano più gli sguardi che i discorsi, e a sostenere questo peculiare metodo narrativo vi è il tratto elaborato e artistico di Chika (chi ha già letto Sensei wa Ore no Mono, inoltre, non potrà fare a meno di notare una certa somiglianza fra la protagonista, l'infermiera Natsu, e la piccola Akio). Per questo le differenze fra Kore wa Koi no Hanashi e Usagi Drop non si limitano al modo in cui è impostata la vicenda: c'è anche la grandissima differenza fra lo stile della Sensei Unita Yumi (宇仁田 ゆみ) e quello di Chika.
Anche i personaggi, pur ricalcando un certo stereotipo, sono ben caratterizzati: lo sviluppo, poi, lo reputo eccellente. Abbiamo il lupo solitario Shinichi, del quale non ho apprezzato particolarmente il background, che reputo inutilmente tragico - fossi stato anch'io uno scrittore di successo, credo mi sarei comportato nello stesso modo (pochi contatti, una casetta in campagna, continue scappatelle con donne facili, sigarette a gogo...), ma non ho certo subito traumi così profondi, nella vita. C'è da dire però che, nonostante la rudezza, il tipo risulta abbastanza simpatico, e subirà un interessante cambiamento nel corso del manga. Abbiamo Hata, il cinico manager, capace di creare situazioni al limite del "metafumetto", del fumetto nel fumetto. Anche lui viene sviluppato molto bene nel corso della storia, arrivando a ricevere perfino un capitolo dedicato, nella mia modesta opinione il migliore di tutta la serie. Abbiamo Akio, il personaggio che dimostra la crescita più interessante, anche se non posso rivelarne il motivo senza spoilerare. Abbiamo Sugita e Utsumi, che per ora non hanno ancora avuto il loro momento di gloria, ma sono sicuro, e per motivi ben fondati, che l'autrice non lascerà in sospeso la loro vicenda. A deludere è unicamente il personaggio di Satomi: troppo statico, e troppo stereotipato.
La staticità: al contempo, il punto forte e il punto debole del manga. Chika è stata in grado, di quando in quando, di paralizzare la vicenda fino al punto di assopirla, per poi sganciarci addosso devastanti bombe, e in alcuni casi più d'una alla volta. Le conseguenze di queste bombe, però, in certe occasioni le gestisce un po' maluccio; vuole un po' strafare, insomma, ma tutto sommato risulta sempre credibile.
Beh, che altro dire? Io, come sempre, spero in un finale a sorpresa, ma le mie speranze si affievoliscono ogni capitolo che passa. Anche così, però, Kore wa Koi no Hanashi rimane un manga molto valido: niente a che vedere coi modelli cui si ispira, ma comunque molto valido. Promosso.