Akame ga Kill!
Se cercate un manga battle dalle tinte adulte e con una costruzione ben fatta, Akame Ga Kill è quello che per voi.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo manga che mi sono ritrovato quasi per caso a leggere dopo averlo comprato a prezzo stracciato.
Ha infatti alcuni notevoli punti di forza. In primis una trama davvero ben costruita, se non per la complessità e stratificazione, sicuramente per la coerenza e per la capacità di fornire sviluppi soddisfacenti. Il mondo di AGK è molto semplice, ma perfettamente funzionante e grande il giusto per la storia che vuole raccontare.
Altro punto di forza sono i personaggi. Tutti i principali sono ben caratterizzati e hanno sia una personalità che un modo di combattere ben preciso e unico.
Il disegno è molto dinamico e curato, anche se a volte un poco confusionario.
Altra cosa che mi ha sorpreso molto è il sistema di combattimento, basato sui Teigu, che sarebbero delle armi uniche, ognuna con un potere peculiare, che i vari personaggi utilizzano. Questo rende ogni combattimento differente ed evita di annoiare, senza aver mai bisogno di creare power up o poteri nuovi di punto in bianco ad un certo punto della storia.
Il risultato finale è quello di trovarsi a leggere un manga dalla struttura solida, che scorre molto bene e che alla fine soddisfa le aspettative. Anche la lunghezza, 15 volumi, l'ho trovata perfetta.
La violenza è presente in abbondanza, ma bisogna dire che il manga non sfocia mai nel gore e nello splatter gratuito, riuscendo a bilanciare la parte più cruenta con altre di riflessione, amore e commedia.
L'unico reale difetto dell'opera è l'originalità. Perché di fondo, tutto quello che vediamo in questo manga, ha il sapore di qualcosa di già visto, di essere un enorme rimescolare di elementi noti a tutti.
Diciamo che è un manga che nasce con voglia di raccontare una storia piuttosto modesta, ma riesce a farlo in maniera ottimale. Anche se alla fine non c'è nulla che lo renda memorabile.
A parte questo c'è un filone amoroso piuttosto importante nella storia, che però risulta ben riuscito e godibile, senza eccessi di romanticismo (se non in alcune piccole scelte che però sono più gusto personale).
Se cercate un manga pieno di azione, sangue, ma allo stesso tempo con una trama davvero ben scritta e non presente solo per dare una logica agli spargimenti di sangue, siete nel posto giusto.
Un manga difficile che qualcuno possa ritenere il migliore mai letto, ma ancora più difficile che qualcuno possa pensare sia uno dei peggiori, perché Akame Ga Kill è un ottimo manga, che della modestia fa la sua miglior arma.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo manga che mi sono ritrovato quasi per caso a leggere dopo averlo comprato a prezzo stracciato.
Ha infatti alcuni notevoli punti di forza. In primis una trama davvero ben costruita, se non per la complessità e stratificazione, sicuramente per la coerenza e per la capacità di fornire sviluppi soddisfacenti. Il mondo di AGK è molto semplice, ma perfettamente funzionante e grande il giusto per la storia che vuole raccontare.
Altro punto di forza sono i personaggi. Tutti i principali sono ben caratterizzati e hanno sia una personalità che un modo di combattere ben preciso e unico.
Il disegno è molto dinamico e curato, anche se a volte un poco confusionario.
Altra cosa che mi ha sorpreso molto è il sistema di combattimento, basato sui Teigu, che sarebbero delle armi uniche, ognuna con un potere peculiare, che i vari personaggi utilizzano. Questo rende ogni combattimento differente ed evita di annoiare, senza aver mai bisogno di creare power up o poteri nuovi di punto in bianco ad un certo punto della storia.
Il risultato finale è quello di trovarsi a leggere un manga dalla struttura solida, che scorre molto bene e che alla fine soddisfa le aspettative. Anche la lunghezza, 15 volumi, l'ho trovata perfetta.
La violenza è presente in abbondanza, ma bisogna dire che il manga non sfocia mai nel gore e nello splatter gratuito, riuscendo a bilanciare la parte più cruenta con altre di riflessione, amore e commedia.
L'unico reale difetto dell'opera è l'originalità. Perché di fondo, tutto quello che vediamo in questo manga, ha il sapore di qualcosa di già visto, di essere un enorme rimescolare di elementi noti a tutti.
Diciamo che è un manga che nasce con voglia di raccontare una storia piuttosto modesta, ma riesce a farlo in maniera ottimale. Anche se alla fine non c'è nulla che lo renda memorabile.
A parte questo c'è un filone amoroso piuttosto importante nella storia, che però risulta ben riuscito e godibile, senza eccessi di romanticismo (se non in alcune piccole scelte che però sono più gusto personale).
Se cercate un manga pieno di azione, sangue, ma allo stesso tempo con una trama davvero ben scritta e non presente solo per dare una logica agli spargimenti di sangue, siete nel posto giusto.
Un manga difficile che qualcuno possa ritenere il migliore mai letto, ma ancora più difficile che qualcuno possa pensare sia uno dei peggiori, perché Akame Ga Kill è un ottimo manga, che della modestia fa la sua miglior arma.
"Akame ga Kill!" è ambientato in un mondo fantasy dove, oltre ai classici umani, sono presenti anche tante diverse tipologie di bestie pericolose e che vede come sede principale degli eventi la capitale dell'impero e i suoi confini; impero che dura da millenni ma in cui corruzione e repressioni sommarie sono ormai sempre più dilaganti, portando così allo stremo la popolazione.
A capo di questo enorme impero e a tirarne le fila dall'ombra è il primo ministro, che manovra a suo piacimento il vero regnante (che è ancora solo un ragazzino), a cercare di contrastarlo e di eliminarlo troveremo i Night Raid, un gruppo di assassini professionisti composto dai più svariati personaggi, vi fanno parte infatti ex generali e soldati dell'impero, killer che dopo aver lavorato per il ministro si sono resi conto di come stiano realmente le cose, persone discriminate e giovani partiti con grandi propositi, ma bene presto messi davanti alla realtà, come Tatsumi, uno dei principali protagonisti dell'opera che parte dal suo villaggio con due amici per diventare un soldato importante dell'impero e aiutare così economicamente i suoi compaesani.
La realtà però, come detto, colpirà ben presto Tatsumi che passerà quindi dal voler diventare un importante soldato dell'impero ad entrare nei già detti Night Raid, dove conosceremo tanti diversi assassini come Akame (che da il titolo all'opera), Bulat, Mine, Leone ed altri, con cui Tatsumi stringerà rapporti sempre più profondi e sinceri.
La cosa che più mi ha colpito dell'opera, oltre all'ottimo disegno e alle varie battaglie sempre diverse tra loro, è che, nonostante la trama sia abbastanza semplice e scontata, riesce a regalare diversi colpi di scena portando svolte inattese, e soprattutto morti che nessuno si sarebbe aspettato, scopriremo ben presto che personaggi importanti possono veder arrivare la loro morte da un momento all'altro, coinvolgendo così ancora di più il lettore che non sa quando e come potrebbe finire la storia di personaggi importanti all'interno dell'opera.
Se cercate bei combattimenti, una storia intricata il giusto e bei personaggi a cui sicuramente ci si potrà affezionare, "Akame ga Kill!" è sicuramente un'opera da non lasciarsi scappare.
A capo di questo enorme impero e a tirarne le fila dall'ombra è il primo ministro, che manovra a suo piacimento il vero regnante (che è ancora solo un ragazzino), a cercare di contrastarlo e di eliminarlo troveremo i Night Raid, un gruppo di assassini professionisti composto dai più svariati personaggi, vi fanno parte infatti ex generali e soldati dell'impero, killer che dopo aver lavorato per il ministro si sono resi conto di come stiano realmente le cose, persone discriminate e giovani partiti con grandi propositi, ma bene presto messi davanti alla realtà, come Tatsumi, uno dei principali protagonisti dell'opera che parte dal suo villaggio con due amici per diventare un soldato importante dell'impero e aiutare così economicamente i suoi compaesani.
La realtà però, come detto, colpirà ben presto Tatsumi che passerà quindi dal voler diventare un importante soldato dell'impero ad entrare nei già detti Night Raid, dove conosceremo tanti diversi assassini come Akame (che da il titolo all'opera), Bulat, Mine, Leone ed altri, con cui Tatsumi stringerà rapporti sempre più profondi e sinceri.
La cosa che più mi ha colpito dell'opera, oltre all'ottimo disegno e alle varie battaglie sempre diverse tra loro, è che, nonostante la trama sia abbastanza semplice e scontata, riesce a regalare diversi colpi di scena portando svolte inattese, e soprattutto morti che nessuno si sarebbe aspettato, scopriremo ben presto che personaggi importanti possono veder arrivare la loro morte da un momento all'altro, coinvolgendo così ancora di più il lettore che non sa quando e come potrebbe finire la storia di personaggi importanti all'interno dell'opera.
Se cercate bei combattimenti, una storia intricata il giusto e bei personaggi a cui sicuramente ci si potrà affezionare, "Akame ga Kill!" è sicuramente un'opera da non lasciarsi scappare.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
"Akame ga Kill!" é un manga di 15 volumi scritto da Takahiro e disegnato da Tetsuya Tashiro, serializzato su Gangan Joker dal 2010 al 2016, ed edito in Italia da PlanetManga.
Di genere fantasy, azione e avventura, é un manga shounen, ma tratta tematiche molto mature. Ma prima di iniziare la recensione devo fare qualche precisazione. Personalmente, questo è il mio manga preferito, per cui mantenermi lucido e oggettivo risulta davvero impegnativo e ci sarebbe molto da dire, ma proverò ad essere sintetico e anche a evitare, o quantomeno ridurre al minimo, gli spoiler.
Ci troviamo in mondo fantastico popolato da creature mostruose, in un grande, millenario e fiorente impero, almeno di facciata, perché in realtà corruzione e violenza dilagano mentre il governo e l'esercito vivono nel lusso. Causa di buona parte di questa situazione è Honest, primo ministro e consigliere del giovanissimo imperatore e di fatti burattinaio di quest' ultimo. Il giovane Tatsumi, protagonista della storia, parte dal suo piccolo villaggio ormai ridotto alla fame, per recarsi alla capitale, col sogno di diventare ricco e salvare la sua gente dalla povertà. Ad accompagnarlo ci sono la bella Sayo e l' allegro Ieyasu, i suoi migliori amici, ma i tre vengono separati a causa di un agguato di alcuni banditi. Tatsumi arriva così alla capitale da solo. Da buon campagnolo, si lascia affascinare dalla città e truffare dalla prima bella ragazza che incontra. Ma per sua fortuna una ragazza di buona famiglia lo accoglie in casa sua. I genitori di lei decidono di aiutare Tatsumi a ritrovare i suoi amici e di ospitarlo. Da lì con una serie di colpi di scena e rivelazioni shock, il protagonista si ritroverà costretto ad unirsi ai Night Raid, un gruppo di assassini che uccidono le persone corrotte e malvagie. Rispetto al primo capitolo, dove la storia aveva tutte le caratteristiche di un classico shonen, il manga inizia a distanziarsi da quelle caratteristiche. Attraverso un linguaggio semplice e diretto, manda importanti e forti messaggi che riguardano la politica e la corruzione. L' impero potrebbe essere la contro parte di un qualsiasi altro paese. Tutte le storie, anche se prive di qualunque collegamento diretto con la realtà, sono vicinissime ad essa.
"Akame ga Kill!" non si risparmia argomenti molto scomodi, quali droga, prostituzione e schiavismo. La storia scorre bene e senza grossi problemi, con tanti scontri avvincenti e all'ultimo respiro. "Akame ga Kill!" é, lo ripeto, uno shonen, protagonista e quasi tutti i personaggi sono molto giovani e all'apparenza stereotipati. Dico apparenza perché in realtà ognuno di loro mostrerà una crescita e riflessioni interessanti, a partire dal protagonista, Tatsumi che da ingenuo campagnolo diventerà un letale assassino, cambiando profondamente e diventando via via più cupo. Affezionarsi ai personaggi é facilissimo, come soffrire per loro, data la facilità con cui muoiono. Gli scontri infatti sono sempre imprevedibili e quasi sempre si risolveranno con la morte di qualcuno. Ecco, un difetto del manga é proprio questo schema del "approfondisco lui/lei e due capitoli dopo muore", dopo un po' stanca, ma non sarà così per tutto il manga. Nemico principale é il primo ministro Honest, personaggio completamente malvagio, letteralmente bidimensionale, senza un minimo di approfondimento, proprio per essere l' incarnazione di tutto il marcio pensabile.
Leggere "Akame ga Kill!" ha cambiato molto il mio modo di vedere il mondo. È un manga indirizzato agli adolescenti, ma anche e soprattutto agli adulti. Personalmente lo consiglio a tutti, una bella storia, temi impegnativi, tante emozioni e anche un contenuto numero di volumi.
Voto 8,75
"Akame ga Kill!" é un manga di 15 volumi scritto da Takahiro e disegnato da Tetsuya Tashiro, serializzato su Gangan Joker dal 2010 al 2016, ed edito in Italia da PlanetManga.
Di genere fantasy, azione e avventura, é un manga shounen, ma tratta tematiche molto mature. Ma prima di iniziare la recensione devo fare qualche precisazione. Personalmente, questo è il mio manga preferito, per cui mantenermi lucido e oggettivo risulta davvero impegnativo e ci sarebbe molto da dire, ma proverò ad essere sintetico e anche a evitare, o quantomeno ridurre al minimo, gli spoiler.
Ci troviamo in mondo fantastico popolato da creature mostruose, in un grande, millenario e fiorente impero, almeno di facciata, perché in realtà corruzione e violenza dilagano mentre il governo e l'esercito vivono nel lusso. Causa di buona parte di questa situazione è Honest, primo ministro e consigliere del giovanissimo imperatore e di fatti burattinaio di quest' ultimo. Il giovane Tatsumi, protagonista della storia, parte dal suo piccolo villaggio ormai ridotto alla fame, per recarsi alla capitale, col sogno di diventare ricco e salvare la sua gente dalla povertà. Ad accompagnarlo ci sono la bella Sayo e l' allegro Ieyasu, i suoi migliori amici, ma i tre vengono separati a causa di un agguato di alcuni banditi. Tatsumi arriva così alla capitale da solo. Da buon campagnolo, si lascia affascinare dalla città e truffare dalla prima bella ragazza che incontra. Ma per sua fortuna una ragazza di buona famiglia lo accoglie in casa sua. I genitori di lei decidono di aiutare Tatsumi a ritrovare i suoi amici e di ospitarlo. Da lì con una serie di colpi di scena e rivelazioni shock, il protagonista si ritroverà costretto ad unirsi ai Night Raid, un gruppo di assassini che uccidono le persone corrotte e malvagie. Rispetto al primo capitolo, dove la storia aveva tutte le caratteristiche di un classico shonen, il manga inizia a distanziarsi da quelle caratteristiche. Attraverso un linguaggio semplice e diretto, manda importanti e forti messaggi che riguardano la politica e la corruzione. L' impero potrebbe essere la contro parte di un qualsiasi altro paese. Tutte le storie, anche se prive di qualunque collegamento diretto con la realtà, sono vicinissime ad essa.
"Akame ga Kill!" non si risparmia argomenti molto scomodi, quali droga, prostituzione e schiavismo. La storia scorre bene e senza grossi problemi, con tanti scontri avvincenti e all'ultimo respiro. "Akame ga Kill!" é, lo ripeto, uno shonen, protagonista e quasi tutti i personaggi sono molto giovani e all'apparenza stereotipati. Dico apparenza perché in realtà ognuno di loro mostrerà una crescita e riflessioni interessanti, a partire dal protagonista, Tatsumi che da ingenuo campagnolo diventerà un letale assassino, cambiando profondamente e diventando via via più cupo. Affezionarsi ai personaggi é facilissimo, come soffrire per loro, data la facilità con cui muoiono. Gli scontri infatti sono sempre imprevedibili e quasi sempre si risolveranno con la morte di qualcuno. Ecco, un difetto del manga é proprio questo schema del "approfondisco lui/lei e due capitoli dopo muore", dopo un po' stanca, ma non sarà così per tutto il manga. Nemico principale é il primo ministro Honest, personaggio completamente malvagio, letteralmente bidimensionale, senza un minimo di approfondimento, proprio per essere l' incarnazione di tutto il marcio pensabile.
Leggere "Akame ga Kill!" ha cambiato molto il mio modo di vedere il mondo. È un manga indirizzato agli adolescenti, ma anche e soprattutto agli adulti. Personalmente lo consiglio a tutti, una bella storia, temi impegnativi, tante emozioni e anche un contenuto numero di volumi.
Voto 8,75
"Akame ga kill!" è un manga composto da 15 volumi, usciti tra il 2010 e il 2016.
In genere a me non piacciono molto le opere ambientate in mondi antichi vagamente fantasy, ma per quest'opera ho fatto un'eccezione e sono contento di averla fatta, visto il risultato.
Quest'opera ci butta nella lotta di un gruppo di assassini che lavorano per dei rivoluzionari, che vogliono rovesciare un brutale e corrotto impero, dopo anni e anni di soprusi, omicidi e torture, inflitti a tutte le persone che non si sono volute piegare, e a tutte le persone deboli.
Il nostro protagonista si troverà per caso coinvolto nella lotta, a causa di forze maggiori, ma poi deciderà di unirsi e vedremo la sua crescita, insieme a quelli di molti altri personaggi.
Questo fumetto ha molti punti di forza, ma sicuramente quello che mi viene in mente per primo è la caratterizzazione dei personaggi: è ottima, coerente, ha una logica e degli sviluppi molto interessanti, nulla viene lasciato al caso.
Molto bello il disegno, buoni gli sfondi, la bellezza dei disegni si nota soprattutto durante le scene d'azione, e durante le parti "fanservice" sui personaggi femminili.
Per quanto riguarda la trama: molto interessante, parte con una trama abbastanza originale e poi migliora ulteriormente, mettendo moltissimi elementi decisamente suggestivi, come i mostri e i teigu.
Sicuramente un altro punto di forza dell'opera, che si collega a quanto dicevo in precedenza, è il world-building dell'opera: devo dire che mi è piaciuto particolarmente, i vari aspetti del mondo sono molto curati, cercando di non lasciare nulla al caso.
In conclusione: un ottimo manga, che consiglio caldamente, a tutte le persone che cercano un buon fumetto d'azione, con molti combattimenti, personaggi ben caratterizzati e qualche pizzico di fanservice.
Voto finale 8,5
In genere a me non piacciono molto le opere ambientate in mondi antichi vagamente fantasy, ma per quest'opera ho fatto un'eccezione e sono contento di averla fatta, visto il risultato.
Quest'opera ci butta nella lotta di un gruppo di assassini che lavorano per dei rivoluzionari, che vogliono rovesciare un brutale e corrotto impero, dopo anni e anni di soprusi, omicidi e torture, inflitti a tutte le persone che non si sono volute piegare, e a tutte le persone deboli.
Il nostro protagonista si troverà per caso coinvolto nella lotta, a causa di forze maggiori, ma poi deciderà di unirsi e vedremo la sua crescita, insieme a quelli di molti altri personaggi.
Questo fumetto ha molti punti di forza, ma sicuramente quello che mi viene in mente per primo è la caratterizzazione dei personaggi: è ottima, coerente, ha una logica e degli sviluppi molto interessanti, nulla viene lasciato al caso.
Molto bello il disegno, buoni gli sfondi, la bellezza dei disegni si nota soprattutto durante le scene d'azione, e durante le parti "fanservice" sui personaggi femminili.
Per quanto riguarda la trama: molto interessante, parte con una trama abbastanza originale e poi migliora ulteriormente, mettendo moltissimi elementi decisamente suggestivi, come i mostri e i teigu.
Sicuramente un altro punto di forza dell'opera, che si collega a quanto dicevo in precedenza, è il world-building dell'opera: devo dire che mi è piaciuto particolarmente, i vari aspetti del mondo sono molto curati, cercando di non lasciare nulla al caso.
In conclusione: un ottimo manga, che consiglio caldamente, a tutte le persone che cercano un buon fumetto d'azione, con molti combattimenti, personaggi ben caratterizzati e qualche pizzico di fanservice.
Voto finale 8,5
Inizio col dire che inizialmente ho visto l'anime e in seguito ho comprato il manga; tra i due ho preferito il manga. Innanzitutto nella versione cartacea la storia risulta più completa, più approfondita e più lunga (ci sono nuove vicende e nuovi personaggi) rispetto all'anime, che risulta essere più frettoloso.
I personaggi, sia quelli dalla parte dei Night Raid che, in alcuni casi, anche dalla parte dell'Impero, sono ben sviluppati ed è molto facile affezionarsi a molti di loro, compresi anche alcuni dalla parte dell'impero, anche se nella storia fungono da antagonisti; la caratteristica di affezionarsi anche a personaggi che si trovano a combattere contro i nostri protagonisti è una cosa che ho apprezzato molto, poiché, oltre ad essere una caratteristica unica, che non ho notato in nessun altro manga, ci permette di vedere anche il punto di vista dei membri che si trovano a combattere contro i Night Raid.
Inoltre l'opera cresce sempre più volume dopo volume (un esempio lampante sono i disegni) e la storia scorre abbastanza bene, non avendo una trama complicata.
Voto finale:9
Il finale di questo manga mi è rimasto nel cuore.
I personaggi, sia quelli dalla parte dei Night Raid che, in alcuni casi, anche dalla parte dell'Impero, sono ben sviluppati ed è molto facile affezionarsi a molti di loro, compresi anche alcuni dalla parte dell'impero, anche se nella storia fungono da antagonisti; la caratteristica di affezionarsi anche a personaggi che si trovano a combattere contro i nostri protagonisti è una cosa che ho apprezzato molto, poiché, oltre ad essere una caratteristica unica, che non ho notato in nessun altro manga, ci permette di vedere anche il punto di vista dei membri che si trovano a combattere contro i Night Raid.
Inoltre l'opera cresce sempre più volume dopo volume (un esempio lampante sono i disegni) e la storia scorre abbastanza bene, non avendo una trama complicata.
Voto finale:9
Il finale di questo manga mi è rimasto nel cuore.
Qualche mese fa entrai nella mia fumetteria di fiducia in cerca di qualche nuovo titolo. Ero in pari con tutte le mie letture e volevo qualcosa di non eccessivamente
lungo e che possibilmente fosse già completato, quindi il negoziante mi indirizzò verso un manga che aveva riscosso un grande successo: Akame Ga Kill.
Presi il primo volume per darci un'occhiata e il giorno dopo... i restanti 14.
"Akame Ga Kill" è la storia di Tatsumi, un ragazzo partito dal suo villaggio alla volta della capitale per ottenere successo e denaro, insieme agli amici Sayo e Yeiasu.
La capitale riserverà purtroppo tragiche sorprese e spingerà il ragazzo ad entrare a far parte di una gilda di assassini nota come Night Raid, dove egli incontrerà
l'altra protagonista della storia, la micidiale e spietata, ma allo stesso tempo sbadata e dolce Akame. I guerrieri della gilda e in generale tutti i guerrieri
di una certa forza incontrati nella storia devono buona parte della loro forza ai teigu, armi create grazie all'ausilio di parti prelevate dalle cosiddette
"specie pericolose", ovvero animali rari e molto difficili da sconfiggere.
La storia porterà Tatsumi alla resa dei conti con l'impero, tra momenti di gioia e amore e sacrifici dolorosi.
Una particolarità molto apprezzata di questo manga e che mi ricorda un po', per esempio il fantastico "Tokyo Ghoul", è la difficoltà nel riconoscere gli schieramenti
di buoni e cattivi: fondamentalmente i personaggi sono divisi in diverse fazioni, i Night Raid, gli Jaegers capitanati da Lady Esdeath (gran personaggio), i Wild Hunt,
i rivoluzionari e l'impero. Anche nelle fazioni che a rigor di logica dovrebbero essere catalogate come "cattive" molti personaggi esprimono in realtà
sentimenti e sensazioni spesso positive e nascono importanti e sincere amicizie, permettendo così di comprendere le diverse motivazioni che spingono ognuno di loro
a schierarsi da una parte piuttosto che dall'altra.
I primi 10 volumi sono a parer mio e secondo un gusto strettamente personali veramente fantastici, Tatsumi cresce passando dall'essere un semplice ragazzino alle
prime armi a uomo in grado di contrastare anche i nemici più forti, trovando poi l'amore nella sua compagna d'armi Mine, creando così una coppia che mi è piaciuta davvero molto.
Il tutto tra combattimenti violenti e caotici, senza esclusione di colpi e di morti eccellenti, che mi hanno tenuto con il fiato sospeso nella speranza che i personaggi a me cari non passassero a miglior vita.
Poi arrivano gli ultimi 4/5 volumi.. sia chiaro non li ho disprezzati, ma speravo in qualcosa di diverso come finale. Molte persone lo hanno apprezzato ma io solo in parte.
Innanzitutto credo che non siano stati sufficienti a descrivere l'arco narrativo finale: nonostante la notevole corposità degli albi l'azione è stata molto compressa e sono stati
messi da parte alcuni personaggi che a mio parere erano veramente fondamentali. In più Tatsumi ha vissuto troppo sul filo del rasoio per tutto il finale, mettendomi
quasi una sorta di ansia di cui non sono riuscito a liberarmi nemmeno con il finale. Avrei apprezzato uno sviluppo più calmo e un finale un po' meno forzato.
Detto questo "Akame ga Kill" è stata un'opera che mi ha tenuto davvero incollato alla lettura per diversi giorni, che direi che sia l'effetto che tutti i mangaka cercano
di suscitare in chi acquista le loro creazioni. Perciò lo considero un manga decisamente riuscito e da consigliare agli amanti del genere Dark fantasy.
lungo e che possibilmente fosse già completato, quindi il negoziante mi indirizzò verso un manga che aveva riscosso un grande successo: Akame Ga Kill.
Presi il primo volume per darci un'occhiata e il giorno dopo... i restanti 14.
"Akame Ga Kill" è la storia di Tatsumi, un ragazzo partito dal suo villaggio alla volta della capitale per ottenere successo e denaro, insieme agli amici Sayo e Yeiasu.
La capitale riserverà purtroppo tragiche sorprese e spingerà il ragazzo ad entrare a far parte di una gilda di assassini nota come Night Raid, dove egli incontrerà
l'altra protagonista della storia, la micidiale e spietata, ma allo stesso tempo sbadata e dolce Akame. I guerrieri della gilda e in generale tutti i guerrieri
di una certa forza incontrati nella storia devono buona parte della loro forza ai teigu, armi create grazie all'ausilio di parti prelevate dalle cosiddette
"specie pericolose", ovvero animali rari e molto difficili da sconfiggere.
La storia porterà Tatsumi alla resa dei conti con l'impero, tra momenti di gioia e amore e sacrifici dolorosi.
Una particolarità molto apprezzata di questo manga e che mi ricorda un po', per esempio il fantastico "Tokyo Ghoul", è la difficoltà nel riconoscere gli schieramenti
di buoni e cattivi: fondamentalmente i personaggi sono divisi in diverse fazioni, i Night Raid, gli Jaegers capitanati da Lady Esdeath (gran personaggio), i Wild Hunt,
i rivoluzionari e l'impero. Anche nelle fazioni che a rigor di logica dovrebbero essere catalogate come "cattive" molti personaggi esprimono in realtà
sentimenti e sensazioni spesso positive e nascono importanti e sincere amicizie, permettendo così di comprendere le diverse motivazioni che spingono ognuno di loro
a schierarsi da una parte piuttosto che dall'altra.
I primi 10 volumi sono a parer mio e secondo un gusto strettamente personali veramente fantastici, Tatsumi cresce passando dall'essere un semplice ragazzino alle
prime armi a uomo in grado di contrastare anche i nemici più forti, trovando poi l'amore nella sua compagna d'armi Mine, creando così una coppia che mi è piaciuta davvero molto.
Il tutto tra combattimenti violenti e caotici, senza esclusione di colpi e di morti eccellenti, che mi hanno tenuto con il fiato sospeso nella speranza che i personaggi a me cari non passassero a miglior vita.
Poi arrivano gli ultimi 4/5 volumi.. sia chiaro non li ho disprezzati, ma speravo in qualcosa di diverso come finale. Molte persone lo hanno apprezzato ma io solo in parte.
Innanzitutto credo che non siano stati sufficienti a descrivere l'arco narrativo finale: nonostante la notevole corposità degli albi l'azione è stata molto compressa e sono stati
messi da parte alcuni personaggi che a mio parere erano veramente fondamentali. In più Tatsumi ha vissuto troppo sul filo del rasoio per tutto il finale, mettendomi
quasi una sorta di ansia di cui non sono riuscito a liberarmi nemmeno con il finale. Avrei apprezzato uno sviluppo più calmo e un finale un po' meno forzato.
Detto questo "Akame ga Kill" è stata un'opera che mi ha tenuto davvero incollato alla lettura per diversi giorni, che direi che sia l'effetto che tutti i mangaka cercano
di suscitare in chi acquista le loro creazioni. Perciò lo considero un manga decisamente riuscito e da consigliare agli amanti del genere Dark fantasy.
Ho deciso di dare la mia opinione su questo titolo a qualche giorno di distanza dal termine per guardarlo interamente a mente fredda.
Si presenta come un classico battle shounen, ambientato in un'epoca non ben definita, dove la fanno da padrone combattimenti all'ultimo sangue e armi leggendarie.
La trama è semplice, abbastanza lineare e facile da seguire, ma con qualche colpo di scena che saprà sconvolgere il quadro generale della situazione. I personaggi sono caratterizzati molto bene, ognuno con il proprio carattere, il proprio stile di combattimento e la propria storia alle spalle. Ci si affeziona facilmente anche a quei personaggi considerati "nemici" dei protagonisti principali.
In particolare ho apprezzato il fatto che non ci sia nulla di lasciato al caso, sia le vicende della trama che le storie dei personaggi vengono narrate molto bene, senza lasciare dubbi o la sensazione di parti mancanti in chi legge.
Inoltre, il tratto del disegno lo trovo molto bello, semplice ma capace di far entrare nel vivo dei combattimenti; forse l'unico neo è che non sempre l'azione risulta comprensibile, qualche volta bisogna sgranare un po' gli occhi per capire chi ha colpito cosa.
Leggetelo perché di sicuro non ve ne pentirete!
Si presenta come un classico battle shounen, ambientato in un'epoca non ben definita, dove la fanno da padrone combattimenti all'ultimo sangue e armi leggendarie.
La trama è semplice, abbastanza lineare e facile da seguire, ma con qualche colpo di scena che saprà sconvolgere il quadro generale della situazione. I personaggi sono caratterizzati molto bene, ognuno con il proprio carattere, il proprio stile di combattimento e la propria storia alle spalle. Ci si affeziona facilmente anche a quei personaggi considerati "nemici" dei protagonisti principali.
In particolare ho apprezzato il fatto che non ci sia nulla di lasciato al caso, sia le vicende della trama che le storie dei personaggi vengono narrate molto bene, senza lasciare dubbi o la sensazione di parti mancanti in chi legge.
Inoltre, il tratto del disegno lo trovo molto bello, semplice ma capace di far entrare nel vivo dei combattimenti; forse l'unico neo è che non sempre l'azione risulta comprensibile, qualche volta bisogna sgranare un po' gli occhi per capire chi ha colpito cosa.
Leggetelo perché di sicuro non ve ne pentirete!
Akame ga Kill! è un manga shōnen che riesce subito nell'intento di attirare l'attenzione del lettore attraverso i brutali e sadici scenari narrati all'interno dell'opera, d'altronde si tratta solo del primo dei tanti pregi che caratterizzano la serie scritta da Takahiro e disegnata da Tetsuya Tashiro. Ma partiamo dal principio: Tatsumi è un giovane ragazzo di compagna, il quale insieme ai suoi amici Ieyasu e Sayo, decide di dirigersi nella "Capitale" dell'Impero per fare carriera e riuscire a guadagnare abbastanza denaro da permettere la sopravvivenza del proprio villaggio. Tuttavia le infinite possibilità e lo splendore mostrato dalla Capitale Imperiale non sono altro che una maschera ben costruita, dietro la quale si cela una profonda corruzione e un'atroce malvagità manifestata sia dalla maggior parte dei cittadini che la abitano, sia dai funzionari che la governano.
Coloro che si oppongono a tutta questa ferocia sono un piccolo gruppo di assassini ben addestrati che si fanno chiamare Night Raid, dei quali entra a far parte lo stesso Tatsumi, proprio dopo aver vissuto in prima persona una dimostrazione agghiacciante (tortura e uccisione dei suoi migliori amici) della doppia faccia mostrata dai cittadini della capitale. La trama, già di per sé molto interessante e avvolta nel mistero, è coadiuvata da un'ottima caratterizzazione da parte dei personaggi primari o secondari che siano: a spiccare fra tutti c'è sicuramente la figura del nostro protagonista, il quale all'inizio resta pur sempre legato ai valori e all'umanità che lo definiscono, ma col trascorrere del tempo diventa sempre più consapevole del fatto che per raggiungere i propri obbiettivi e salvare l'impero non può far altro che trasformarsi in un soggetto risoluto, serio e talvolta distaccato dalla vita tranquilla e serena che precedentemente conduceva; non è da meno in questo discorso la figura di Akame, che potrebbe essere definita come l’antitesi di Tatsumi, poiché essendo stata abituata fin da piccola a sopravvivere da sola e con i propri mezzi attraverso un addestramento fuori dall’immaginario, ha una capacità di giudizio e risolutezza tale da non vacillare mai in nessuna situazione le si pone dinanzi, neanche quando si tratta di prendere decisioni sui propri amici o sulla sua amata sorellina.
Tra lei e Tatsumi nasce fin da subito una buona e sincera amicizia, la quale cresce sempre di più durante la lettura dei volumi, e viene sancita dalla promessa di entrambi di non morire in battaglia e di estirpare la malvagità e la corruzione presente nell’impero. Akame è dunque definibile come l’antitesi del protagonista per il semplice fatto che a differenza del primo, è un personaggio avente già una sua caratterizzazione profonda, radicata e che ha raggiunto una maturazione a livello psicologico tale da non avere bisogno di particolari cambiamenti o trasformazioni durante il proseguire della narrazione. Un’altra menzione particolare va devoluta “all’individuo più forte dell’impero” (così come almeno Takahiro scrive sempre nel suo manga): il generale Esdeath. Ritengo sia uno dei personaggi più belli che abbia visto in azione /letto negli ultimi anni… Il genio militare e la follia sono i due attributi che possono caratterizzarla nel migliore dei modi! I due termini utilizzati possono sembrare una contraddizione vera e propria per descrivere un essere umano, tuttavia sono proprio questi due elementi a renderla così speciale.
Possiede una personalità e un’infanzia molto simile a quella di Akame, ma a livello ideologico c’è una differenza abissale: Esdeath, essendo cresciuta in un ambiente ostile, oltre ad avere una facilità disarmante nel prendere decisioni e nell’uccidere chi intralcia i propri piani senza battere ciglio, ritiene che tutti coloro che non riescono a sopravvivere all’avversità non possono essere che classificati come “deboli” (tutto sommato un’idea a livello concettuale molto simile a quella darwiniana della “selezione naturale”); oltretutto è caratterizzata da un’indole sadica e torturatrice soprattutto nei confronti di coloro i quali hanno tradito l’impero. Nel complesso la maggior parte dei personaggi descritti da Takahiro mostrano caratteristiche che si avvicinano più alla follia che al raziocinio (masochismo, sadismo, narcisismo, malvagità, complessi particolari e stravaganti), ma è proprio ciò a rendere l’opera imprevedibile e impossibile da decifrare nella sua interezza. Durante la lettura del manga si ha come la sensazione che in qualsiasi momento possa succedere qualcosa, che gli equilibri siano sempre appesi ad un filo sottilissimo e facile da spezzare… quando parlo di imprevedibilità, faccio riferimento nello specifico anche alla sopravvivenza dei personaggi stessi, buoni o cattivi che siano, i quali, come per la storia, sono sempre appesi ad un filo. Un'altra caratteristica interessante riscontrata nel manga è l’abilità di Takahiro di riuscire a confondere la valenza dei personaggi durante il corso delle vicende, cioè a definirli sotto un’unica matrice, senza utilizzare particolari differenziazioni ad esempio tra “bene” e male”. Ciò significa che così come i buoni anche i cattivi hanno le loro “valide” ragioni per combattere l’esercito rivoluzionario e i Night Raid stessi… voler difendere la propria patria e i cittadini di cui ne fanno parte non credo sia un ideale privo di qualsiasi valore. A mio modo di vedere, l’unica pecca che ho riscontrato all’interno della relazione tra personaggi in generale, è stato il fidanzamento di Tatsumi: magari potrebbe anche trattarsi di un gusto puramente soggettivo, tuttavia ho riscontrato un’esagerata banalità con la quale è stata fondata e supportata la questione. Quando il protagonista ha deciso di accettare la richiesta, almeno interiormente ho percepito come la sensazione che chiunque tra le ragazze dei Night Raid chiedesse al ragazzo di fidanzarsi, avrebbe accettato comunque. Questa mia impressione poi si è mantenuta costante anche durante i volumi conclusivi dell’opera, dove tralasciando qualche scenetta-gag di gelosia messa qua e là, la coppia non è riuscito a trasmettermi nulla a livello emotivo.
Dal manga è stata tratta anche una serie anime, la quale però, arrivata ad un certo punto della storia, prende una piega completamente diversa rispetto al manga. Sinceramente le due opere messe a paragone hanno i loro pro e i loro contro, ma avendo visto e letto entrambe, ritengo superiore e maggiormente esplicativo il manga rispetto all’anime. Sostanzialmente ho trovato i volumi non eccessivamente pesanti e corposi dato che mi è capitato di leggerli per la maggior parte delle volte anche in tarda serata; i disegni sempre piuttosto chiari e facili da interpretare così come le ambientazioni che fanno da cornice e sfondo alla narrazione, per non parlare poi dei combattimenti… davvero realizzati in modo eccezionale! Molto interessante l’idea del mangaka, Tashiro, di aggiungere ogni tanto durante lo scorrere delle pagine, gli “schizzi preparatori” dei personaggi principali della serie. Un plauso va fatto anche a Takahiro, il quale ha cercato sempre di essere il più chiaro possibile durante la stesura della storia, anche per quei caratteri che magari sono comparsi all’interno di un singolo volume, attraverso delle esplicazioni ulteriori a fine manga.
Akame ga Kill! è uno degli shonen più belli realizzati nell’arco degli ultimi anni! Il livello di trama, personaggi, combattimenti e ambientazioni, raggiunge dei livelli altissimi in ogni singola pagina del manga: cinico, incisivo e soprattutto emozionante da leggere.
Il mio voto è 9.
P.S. Alla fine di ogni volume di Akame ga Kill! è presente una collaborazione con i vari manga più importanti pubblicati sulla rivista Gangan Joker. Seppur di poche pagine, la lettura è stata davvero piacevole e divertente, avendo la possibilità di confrontare personaggi di opere e autori diversi.
Coloro che si oppongono a tutta questa ferocia sono un piccolo gruppo di assassini ben addestrati che si fanno chiamare Night Raid, dei quali entra a far parte lo stesso Tatsumi, proprio dopo aver vissuto in prima persona una dimostrazione agghiacciante (tortura e uccisione dei suoi migliori amici) della doppia faccia mostrata dai cittadini della capitale. La trama, già di per sé molto interessante e avvolta nel mistero, è coadiuvata da un'ottima caratterizzazione da parte dei personaggi primari o secondari che siano: a spiccare fra tutti c'è sicuramente la figura del nostro protagonista, il quale all'inizio resta pur sempre legato ai valori e all'umanità che lo definiscono, ma col trascorrere del tempo diventa sempre più consapevole del fatto che per raggiungere i propri obbiettivi e salvare l'impero non può far altro che trasformarsi in un soggetto risoluto, serio e talvolta distaccato dalla vita tranquilla e serena che precedentemente conduceva; non è da meno in questo discorso la figura di Akame, che potrebbe essere definita come l’antitesi di Tatsumi, poiché essendo stata abituata fin da piccola a sopravvivere da sola e con i propri mezzi attraverso un addestramento fuori dall’immaginario, ha una capacità di giudizio e risolutezza tale da non vacillare mai in nessuna situazione le si pone dinanzi, neanche quando si tratta di prendere decisioni sui propri amici o sulla sua amata sorellina.
Tra lei e Tatsumi nasce fin da subito una buona e sincera amicizia, la quale cresce sempre di più durante la lettura dei volumi, e viene sancita dalla promessa di entrambi di non morire in battaglia e di estirpare la malvagità e la corruzione presente nell’impero. Akame è dunque definibile come l’antitesi del protagonista per il semplice fatto che a differenza del primo, è un personaggio avente già una sua caratterizzazione profonda, radicata e che ha raggiunto una maturazione a livello psicologico tale da non avere bisogno di particolari cambiamenti o trasformazioni durante il proseguire della narrazione. Un’altra menzione particolare va devoluta “all’individuo più forte dell’impero” (così come almeno Takahiro scrive sempre nel suo manga): il generale Esdeath. Ritengo sia uno dei personaggi più belli che abbia visto in azione /letto negli ultimi anni… Il genio militare e la follia sono i due attributi che possono caratterizzarla nel migliore dei modi! I due termini utilizzati possono sembrare una contraddizione vera e propria per descrivere un essere umano, tuttavia sono proprio questi due elementi a renderla così speciale.
Possiede una personalità e un’infanzia molto simile a quella di Akame, ma a livello ideologico c’è una differenza abissale: Esdeath, essendo cresciuta in un ambiente ostile, oltre ad avere una facilità disarmante nel prendere decisioni e nell’uccidere chi intralcia i propri piani senza battere ciglio, ritiene che tutti coloro che non riescono a sopravvivere all’avversità non possono essere che classificati come “deboli” (tutto sommato un’idea a livello concettuale molto simile a quella darwiniana della “selezione naturale”); oltretutto è caratterizzata da un’indole sadica e torturatrice soprattutto nei confronti di coloro i quali hanno tradito l’impero. Nel complesso la maggior parte dei personaggi descritti da Takahiro mostrano caratteristiche che si avvicinano più alla follia che al raziocinio (masochismo, sadismo, narcisismo, malvagità, complessi particolari e stravaganti), ma è proprio ciò a rendere l’opera imprevedibile e impossibile da decifrare nella sua interezza. Durante la lettura del manga si ha come la sensazione che in qualsiasi momento possa succedere qualcosa, che gli equilibri siano sempre appesi ad un filo sottilissimo e facile da spezzare… quando parlo di imprevedibilità, faccio riferimento nello specifico anche alla sopravvivenza dei personaggi stessi, buoni o cattivi che siano, i quali, come per la storia, sono sempre appesi ad un filo. Un'altra caratteristica interessante riscontrata nel manga è l’abilità di Takahiro di riuscire a confondere la valenza dei personaggi durante il corso delle vicende, cioè a definirli sotto un’unica matrice, senza utilizzare particolari differenziazioni ad esempio tra “bene” e male”. Ciò significa che così come i buoni anche i cattivi hanno le loro “valide” ragioni per combattere l’esercito rivoluzionario e i Night Raid stessi… voler difendere la propria patria e i cittadini di cui ne fanno parte non credo sia un ideale privo di qualsiasi valore. A mio modo di vedere, l’unica pecca che ho riscontrato all’interno della relazione tra personaggi in generale, è stato il fidanzamento di Tatsumi: magari potrebbe anche trattarsi di un gusto puramente soggettivo, tuttavia ho riscontrato un’esagerata banalità con la quale è stata fondata e supportata la questione. Quando il protagonista ha deciso di accettare la richiesta, almeno interiormente ho percepito come la sensazione che chiunque tra le ragazze dei Night Raid chiedesse al ragazzo di fidanzarsi, avrebbe accettato comunque. Questa mia impressione poi si è mantenuta costante anche durante i volumi conclusivi dell’opera, dove tralasciando qualche scenetta-gag di gelosia messa qua e là, la coppia non è riuscito a trasmettermi nulla a livello emotivo.
Dal manga è stata tratta anche una serie anime, la quale però, arrivata ad un certo punto della storia, prende una piega completamente diversa rispetto al manga. Sinceramente le due opere messe a paragone hanno i loro pro e i loro contro, ma avendo visto e letto entrambe, ritengo superiore e maggiormente esplicativo il manga rispetto all’anime. Sostanzialmente ho trovato i volumi non eccessivamente pesanti e corposi dato che mi è capitato di leggerli per la maggior parte delle volte anche in tarda serata; i disegni sempre piuttosto chiari e facili da interpretare così come le ambientazioni che fanno da cornice e sfondo alla narrazione, per non parlare poi dei combattimenti… davvero realizzati in modo eccezionale! Molto interessante l’idea del mangaka, Tashiro, di aggiungere ogni tanto durante lo scorrere delle pagine, gli “schizzi preparatori” dei personaggi principali della serie. Un plauso va fatto anche a Takahiro, il quale ha cercato sempre di essere il più chiaro possibile durante la stesura della storia, anche per quei caratteri che magari sono comparsi all’interno di un singolo volume, attraverso delle esplicazioni ulteriori a fine manga.
Akame ga Kill! è uno degli shonen più belli realizzati nell’arco degli ultimi anni! Il livello di trama, personaggi, combattimenti e ambientazioni, raggiunge dei livelli altissimi in ogni singola pagina del manga: cinico, incisivo e soprattutto emozionante da leggere.
Il mio voto è 9.
P.S. Alla fine di ogni volume di Akame ga Kill! è presente una collaborazione con i vari manga più importanti pubblicati sulla rivista Gangan Joker. Seppur di poche pagine, la lettura è stata davvero piacevole e divertente, avendo la possibilità di confrontare personaggi di opere e autori diversi.
Eliminare la malvagità dell’impero. Ma potrà un assassino portare giustizia?
L’opera, in generale, presenta una trama che, anche se può risultare banale, riesce a coinvolgere anche il lettore più esperto: gli assassini, normalmente percepiti dal pubblico in modo negativo, hanno un ruolo predominante e si occupano di eliminare ciò che di brutto e corrotto esiste nel mondo per poter creare un nuovo regno. I Night Raid, infatti, sono in realtà solamente un piccolo gruppo che fa il cosiddetto “lavoro sporco” per quello che è l’esercito rivoluzionario, intenzionato a fare un colpo di Stato e a eliminare il primo ministro, principale responsabile della degradazione e della rovina del regno. L’imperatore, infatti, è solamente un ragazzino, ed è il primo ministro a muovere i fili dietro all’esercito e alla repressione di ogni suo possibile rivale politico.
Per quanto riguarda i personaggi, troviamo tra i Night Raid assassini con caratteri completamente diversi e con obiettivi diversi, ma che si aiutano l’un l’altro durante le missioni creando così forti legami: si passa da chi, come Akame, che dà il nome alla serie, sembra sempre priva di emozioni (una sua caratteristica è dire sempre “eliminare” prima di far fuori un obiettivo) a chi, come Leone, che viene dai bassifondi della città, è sempre piena di vita. Troviamo tra i membri di questo gruppo anche Najenda (il boss) che era un generale dell’esercito; Bulat, anch’esso soldato prima di unirsi ai Night Raid e sempre dedito ad allenarsi; Mine, molto permalosa e sicura di sé; Sheele, il tipico esempio di ragazza goffa e con la testa tra le nuvole; Lubbock, apparentemente molto pigro ma pieno di risorse. Ciò che unisce questi protagonisti è il fatto che si considerano parte della stessa famiglia. Ognuno di loro ha avuto un brutto passato alle spalle, ma l’ha superato e si è impegnato per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo.
Altra particolarità di questo manga è quanto sia spietato. Infatti Takahiro non fa differenza tra i personaggi, che siano personaggi principali o antagonisti, potrebbero fare tutti una brutta fine. Ma non è spietato solo in questo, basti vedere lo stile di disegno e la violenza presente.
La tanta violenza infatti è strana, visto che negli altri manga del suo genere c’è si, ma in quantità minore. L’unica cosa che non mi é piaciuta molto sono i personaggi stereotipati (la tsundere, il pervertito, la “oppai”), ma questo non vuol dire che siano brutti, visto che io mi ci sono affezionato comunque.
L’opera, in generale, presenta una trama che, anche se può risultare banale, riesce a coinvolgere anche il lettore più esperto: gli assassini, normalmente percepiti dal pubblico in modo negativo, hanno un ruolo predominante e si occupano di eliminare ciò che di brutto e corrotto esiste nel mondo per poter creare un nuovo regno. I Night Raid, infatti, sono in realtà solamente un piccolo gruppo che fa il cosiddetto “lavoro sporco” per quello che è l’esercito rivoluzionario, intenzionato a fare un colpo di Stato e a eliminare il primo ministro, principale responsabile della degradazione e della rovina del regno. L’imperatore, infatti, è solamente un ragazzino, ed è il primo ministro a muovere i fili dietro all’esercito e alla repressione di ogni suo possibile rivale politico.
Per quanto riguarda i personaggi, troviamo tra i Night Raid assassini con caratteri completamente diversi e con obiettivi diversi, ma che si aiutano l’un l’altro durante le missioni creando così forti legami: si passa da chi, come Akame, che dà il nome alla serie, sembra sempre priva di emozioni (una sua caratteristica è dire sempre “eliminare” prima di far fuori un obiettivo) a chi, come Leone, che viene dai bassifondi della città, è sempre piena di vita. Troviamo tra i membri di questo gruppo anche Najenda (il boss) che era un generale dell’esercito; Bulat, anch’esso soldato prima di unirsi ai Night Raid e sempre dedito ad allenarsi; Mine, molto permalosa e sicura di sé; Sheele, il tipico esempio di ragazza goffa e con la testa tra le nuvole; Lubbock, apparentemente molto pigro ma pieno di risorse. Ciò che unisce questi protagonisti è il fatto che si considerano parte della stessa famiglia. Ognuno di loro ha avuto un brutto passato alle spalle, ma l’ha superato e si è impegnato per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo.
Altra particolarità di questo manga è quanto sia spietato. Infatti Takahiro non fa differenza tra i personaggi, che siano personaggi principali o antagonisti, potrebbero fare tutti una brutta fine. Ma non è spietato solo in questo, basti vedere lo stile di disegno e la violenza presente.
La tanta violenza infatti è strana, visto che negli altri manga del suo genere c’è si, ma in quantità minore. L’unica cosa che non mi é piaciuta molto sono i personaggi stereotipati (la tsundere, il pervertito, la “oppai”), ma questo non vuol dire che siano brutti, visto che io mi ci sono affezionato comunque.
[<b>ATTENZIONE! CONTIENE IMPORTANTI SPOILER SULLA TRAMA!</b>]
Akame ga Kill! è uno shonen dalla forte componente violenta, pieno di scene splatter e combattimenti avvincenti. La trama è molto semplice: un giovane ragazzo di campagna, Tatsumi, vuol far strada nell'esercito assieme a due suoi amici in modo tale da poter guadagnare il denaro per salvare il suo villaggio, in grave difficoltà a causa della forte tassazione dell'Impero. Decide quindi di andare nella capitale, luogo pieno di aspettative: ben presto però si ritrova coinvolto in uno scontro tra la ricca famiglia che lo ospita e un gruppo di criminali, i Night Raid, che semina il panico eliminando persone di alto rango e componenti dell'esercito imperiale.
In uno scontro, scopre quella che è la vera faccia della capitale: corruzione e marcio regnano nella città che dovrebbe essere il simbolo e la forza dell'Impero; a rafforzare queste sensazioni, il ragazzo scopre che la giovane che lo ha ospitato ha come hobby quello di torturare a morte persone che, come lui, provengono dalla campagna. Qui capisce che proprio i suoi due amici d’infanzia sono stati vittime di questa famiglia, e lui stesso decide di porre fine alla vita di chi aveva fatto quello ai suoi amici. Tatsumi decide poi di unirsi ai Night Raid per salvare il suo villaggio ed eliminare la feccia che scorre nella capitale.
L'opera, in generale, presenta una trama che, anche se può risultare banale, riesce a coinvolgere anche il lettore più esperto: gli assassini, normalmente percepiti dal pubblico in modo negativo, hanno un ruolo predominante e si occupano di eliminare ciò che di brutto e corrotto esiste nel mondo per poter creare un nuovo regno. I Night Raid, infatti, sono in realtà solamente un piccolo gruppo che fa il cosiddetto “lavoro sporco” per quello che è l'esercito rivoluzionario, intenzionato a fare un colpo di stato e a eliminare il primo ministro, principale responsabile della degradazione e della rovina del regno. L'imperatore, infatti, è solamente un ragazzino, ed è solo il primo ministro a muovere i fili dietro all'esercito e alla repressione di ogni suo possibile rivale politico.
Per quanto riguarda i personaggi, troviamo tra i Night Raid assassini con caratteri completamente diversi e con obiettivi diversi, ma che si aiutano l'un l'altro durante le missioni creando così forti legami: si passa da chi, come Akame, che dà il nome alla serie, sembra sempre priva di emozioni (una sua caratteristica è dire sempre "eliminare" prima di far fuori un obiettivo) a chi, come Leone, che viene dai bassi fondi della città, è sempre piena di vita. Troviamo tra i membri di questo gruppo anche Najenda (il boss) che era un generale dell'esercito; Bulat, anch'esso soldato prima di unirsi ai Night Raid e sempre dedito ad allenarsi; Mine, molto permalosa e sicura di sé; Sheele, il tipico esempio di ragazza goffa e con la testa tra le nuvole; Lubbock, apparentemente molto pigro ma pieno di risorse. Ciò che unisce questi protagonisti è il fatto che si considerano parte della stessa famiglia. Ognuno di loro ha avuto un brutto passato alle spalle, ma l'ha superato e si è impegnato per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo.
Un aspetto che ho davvero apprezzato in quest'opera è stato il fatto che ogni personaggio non ha particolari abilità, un’energia particolare, oppure delle mosse tipiche di alto livello come in moltissimi altri manga (basti pensare al chakra di Naruto, ai frutti del mare di One Piece, ai diversi tipi di nen di Hunter x Hunter, per citarne alcuni): ognuno di loro combatte con la propria abilità e con un'arma. La particolarità degli scontri è infatti determinata dal tipo di arma che ognuno usa. Esistono infatti delle armi chiamate teigu (armi imperiali), forgiate da un vecchio imperatore usando resti di bestie pericolose con caratteristiche speciali e metalli non più reperibili. Queste armi sono di vario tipo: troviamo Murasame (di Akame), capace di iniettare un veleno maledetto nel corpo di chi viene ferito, uccidendolo in un solo colpo; Incursio (di Bulat), teigu armatura che aumenta la potenza fisica dei colpi e permette di usare anche una particolare lancia; Pumpkin (di mine), un fucile che aumenta la potenza di fuoco quando chi la usa è in pericolo…
Non tutti sono in grado di usare i teigu, in quanto per ogni arma esistono diversi gradi di compatibilità che permettono di adoperarle o meno. Ogni membro dei Night Raid ne possiede uno, e anche i membri più forti dell'esercito ne sono in possesso, e ben presto si scopre che esiste una regola non scritta che afferma che in uno scontro tra utilizzatori di teigu uno dei due verrà sicuramente ucciso. I combattimenti sono molto frequenti, e questa “legge non scritta” porta inevitabilmente ad alimentare la già cruenta atmosfera che si percepisce con lo scorrere delle pagine, dando al fumetto una forte componente splatter di cui, secondo me, non si può fare a meno.
I disegni sono molto ben fatti a mio avviso, ricchi di dettagli e di sfumature, e i combattimenti stessi sono molto ben calibrati fin dalle prime pagine, portando il fumetto ad aver un climax ascendente di scontri mozzafiato che sono uno dei punti focali di questa serie. Sono rimasto personalmente colpito da tutto quanto: trama, aspetto grafico, dialoghi, atmosfera tesa alternata da scene piene delle tipiche gag presenti nei manga. C'è tutto quanto ed è tutto ben fatto.
Akame ga Kill! è uno shonen dalla forte componente violenta, pieno di scene splatter e combattimenti avvincenti. La trama è molto semplice: un giovane ragazzo di campagna, Tatsumi, vuol far strada nell'esercito assieme a due suoi amici in modo tale da poter guadagnare il denaro per salvare il suo villaggio, in grave difficoltà a causa della forte tassazione dell'Impero. Decide quindi di andare nella capitale, luogo pieno di aspettative: ben presto però si ritrova coinvolto in uno scontro tra la ricca famiglia che lo ospita e un gruppo di criminali, i Night Raid, che semina il panico eliminando persone di alto rango e componenti dell'esercito imperiale.
In uno scontro, scopre quella che è la vera faccia della capitale: corruzione e marcio regnano nella città che dovrebbe essere il simbolo e la forza dell'Impero; a rafforzare queste sensazioni, il ragazzo scopre che la giovane che lo ha ospitato ha come hobby quello di torturare a morte persone che, come lui, provengono dalla campagna. Qui capisce che proprio i suoi due amici d’infanzia sono stati vittime di questa famiglia, e lui stesso decide di porre fine alla vita di chi aveva fatto quello ai suoi amici. Tatsumi decide poi di unirsi ai Night Raid per salvare il suo villaggio ed eliminare la feccia che scorre nella capitale.
L'opera, in generale, presenta una trama che, anche se può risultare banale, riesce a coinvolgere anche il lettore più esperto: gli assassini, normalmente percepiti dal pubblico in modo negativo, hanno un ruolo predominante e si occupano di eliminare ciò che di brutto e corrotto esiste nel mondo per poter creare un nuovo regno. I Night Raid, infatti, sono in realtà solamente un piccolo gruppo che fa il cosiddetto “lavoro sporco” per quello che è l'esercito rivoluzionario, intenzionato a fare un colpo di stato e a eliminare il primo ministro, principale responsabile della degradazione e della rovina del regno. L'imperatore, infatti, è solamente un ragazzino, ed è solo il primo ministro a muovere i fili dietro all'esercito e alla repressione di ogni suo possibile rivale politico.
Per quanto riguarda i personaggi, troviamo tra i Night Raid assassini con caratteri completamente diversi e con obiettivi diversi, ma che si aiutano l'un l'altro durante le missioni creando così forti legami: si passa da chi, come Akame, che dà il nome alla serie, sembra sempre priva di emozioni (una sua caratteristica è dire sempre "eliminare" prima di far fuori un obiettivo) a chi, come Leone, che viene dai bassi fondi della città, è sempre piena di vita. Troviamo tra i membri di questo gruppo anche Najenda (il boss) che era un generale dell'esercito; Bulat, anch'esso soldato prima di unirsi ai Night Raid e sempre dedito ad allenarsi; Mine, molto permalosa e sicura di sé; Sheele, il tipico esempio di ragazza goffa e con la testa tra le nuvole; Lubbock, apparentemente molto pigro ma pieno di risorse. Ciò che unisce questi protagonisti è il fatto che si considerano parte della stessa famiglia. Ognuno di loro ha avuto un brutto passato alle spalle, ma l'ha superato e si è impegnato per riuscire a raggiungere il proprio obiettivo.
Un aspetto che ho davvero apprezzato in quest'opera è stato il fatto che ogni personaggio non ha particolari abilità, un’energia particolare, oppure delle mosse tipiche di alto livello come in moltissimi altri manga (basti pensare al chakra di Naruto, ai frutti del mare di One Piece, ai diversi tipi di nen di Hunter x Hunter, per citarne alcuni): ognuno di loro combatte con la propria abilità e con un'arma. La particolarità degli scontri è infatti determinata dal tipo di arma che ognuno usa. Esistono infatti delle armi chiamate teigu (armi imperiali), forgiate da un vecchio imperatore usando resti di bestie pericolose con caratteristiche speciali e metalli non più reperibili. Queste armi sono di vario tipo: troviamo Murasame (di Akame), capace di iniettare un veleno maledetto nel corpo di chi viene ferito, uccidendolo in un solo colpo; Incursio (di Bulat), teigu armatura che aumenta la potenza fisica dei colpi e permette di usare anche una particolare lancia; Pumpkin (di mine), un fucile che aumenta la potenza di fuoco quando chi la usa è in pericolo…
Non tutti sono in grado di usare i teigu, in quanto per ogni arma esistono diversi gradi di compatibilità che permettono di adoperarle o meno. Ogni membro dei Night Raid ne possiede uno, e anche i membri più forti dell'esercito ne sono in possesso, e ben presto si scopre che esiste una regola non scritta che afferma che in uno scontro tra utilizzatori di teigu uno dei due verrà sicuramente ucciso. I combattimenti sono molto frequenti, e questa “legge non scritta” porta inevitabilmente ad alimentare la già cruenta atmosfera che si percepisce con lo scorrere delle pagine, dando al fumetto una forte componente splatter di cui, secondo me, non si può fare a meno.
I disegni sono molto ben fatti a mio avviso, ricchi di dettagli e di sfumature, e i combattimenti stessi sono molto ben calibrati fin dalle prime pagine, portando il fumetto ad aver un climax ascendente di scontri mozzafiato che sono uno dei punti focali di questa serie. Sono rimasto personalmente colpito da tutto quanto: trama, aspetto grafico, dialoghi, atmosfera tesa alternata da scene piene delle tipiche gag presenti nei manga. C'è tutto quanto ed è tutto ben fatto.
"Akame ga Kill!" è un manga scritto da Takahiro e illustrato da Tetsuya Tashiro, iniziato nel 2010 e tuttora in corso.
Non credo ci sia bisogno di raccontare la trama, visto che vi basterà andare un po' in su e la troverete.
Non dirò di essere stato sorpreso dalla violenza presente, visto che l'ho letto sapendo a cosa andavo in contro, e comunque un (bel) po' di violenza non mi è mai dispiaciuta.
In realtà avevo visto prima l'anime, ed era stato proprio quello a farmi piacere il genere splatter. Ho deciso di leggere il manga perché sentivo dire che era meglio dell'anime.
Una grande particolarità di questo manga è che i personaggi principali non sono i classici eroi dal cuore puro, perché, come dicono anche loro, anche se fanno qualcosa di buono uccidendo i tiranni, sono pur sempre assassini, e potrebbero morire in qualunque momento come punizione.
Altra particolarità, è quanto sia spietato. Infatti Takahiro non fa differenza tra i personaggi, che siano personaggi principali o antagonisti, potrebbero fare tutti una brutta fine. Ma non è spietato solo in questo, basti vedere lo stile di disegno e la violenza presente.
La tanta violenza infatti è strana, visto che negli altri manga del suo genere c'è si, ma in quantità minore.
L'unica cosa che non mi é piaciuta molto sono in personaggi stereotipati (la tsundere, il pervertito, la "oppai"), ma questo non vuol dire che sono brutti, visto che io mi ci sono affezionato comunque (ed in seguito questo + stato anche un problema).
Il mio voto, considerando il difetto, è 9 e mezzo, però visto che per me quello è l'unico difetto, ho deciso di arrotondare per eccesso.
Lo consiglio veramente, a parer mio è uno dei migliori nel suo genere.
Però vi avverto, sono presenti molti momenti drammatici, quindi se piangete facilmente, evitatelo.
Non credo ci sia bisogno di raccontare la trama, visto che vi basterà andare un po' in su e la troverete.
Non dirò di essere stato sorpreso dalla violenza presente, visto che l'ho letto sapendo a cosa andavo in contro, e comunque un (bel) po' di violenza non mi è mai dispiaciuta.
In realtà avevo visto prima l'anime, ed era stato proprio quello a farmi piacere il genere splatter. Ho deciso di leggere il manga perché sentivo dire che era meglio dell'anime.
Una grande particolarità di questo manga è che i personaggi principali non sono i classici eroi dal cuore puro, perché, come dicono anche loro, anche se fanno qualcosa di buono uccidendo i tiranni, sono pur sempre assassini, e potrebbero morire in qualunque momento come punizione.
Altra particolarità, è quanto sia spietato. Infatti Takahiro non fa differenza tra i personaggi, che siano personaggi principali o antagonisti, potrebbero fare tutti una brutta fine. Ma non è spietato solo in questo, basti vedere lo stile di disegno e la violenza presente.
La tanta violenza infatti è strana, visto che negli altri manga del suo genere c'è si, ma in quantità minore.
L'unica cosa che non mi é piaciuta molto sono in personaggi stereotipati (la tsundere, il pervertito, la "oppai"), ma questo non vuol dire che sono brutti, visto che io mi ci sono affezionato comunque (ed in seguito questo + stato anche un problema).
Il mio voto, considerando il difetto, è 9 e mezzo, però visto che per me quello è l'unico difetto, ho deciso di arrotondare per eccesso.
Lo consiglio veramente, a parer mio è uno dei migliori nel suo genere.
Però vi avverto, sono presenti molti momenti drammatici, quindi se piangete facilmente, evitatelo.
Avete mai letto shonen manga come One Piece, Naruto, e simili? Avete mai pensato che questi manga sarebbero stati molto più godibili con meno plot armor, resurrezioni, cattivi che diventano buoni e forza dell' amicizia? Questo sembra proprio quello che sia passato per la mente di Takahiro per la realizzazione di "Akame ga Kill!". Questo manga presenta i classici elementi dello shonen d'azione, ma li presenta in maniera più brutale, dando al lettore una sensazione del tipo: "nessuno è al sicuro", neppure i protagonisti. Il manga è ambientato all'interno di un impero crudele e corrotto che vede i propri abitanti, specialmente quelli che vengono dai piccoli centri e le campagne, come nient'altro che una mandria di cui alimentarsi e su cui sfogare le proprie perversioni. Naturalmente viene a formarsi una ribellione e il manga segue un gruppo di antieroi che formano i "Night Raid", ovvero assassini d'élite della ribellione. E qui già si vedono le prime differenze con i tipici shonen d'azione. I "Night Raid" sono assassini veri, duri e puri. Non sono come i pirati di One Piece per cui la pirateria è andare a far baldoria per i mari. Non sono come i boy-scout ninja di Naruto. Il loro lavoro è uccidere, e lo fanno senza battere ciglio e con estrema e glaciale efficienza. Come strumento di lavoro il drappello usa armi uniche chiamate "Teigu" le cui caratteristiche possono variare molto fra loro, arrivando persino a Teigu viventi che possono sembrare dei cagnolini. Ovviamente per i nostri (per così dire) eroi non sarà tutto rose e fiori, visto che l'impero è potente e ben organizzato e reagirà con un élite di guerrieri equipaggiati a loro volta di Teigu che darà un gran filo da torcere ai night raid. Costoro saranno capitanati da Esdeath, una invincibile e spietata dea della guerra. Anche lei rompe gli stereotipi: non è qualcuno che viene tenuta al guinzaglio da qualche espediente narrativo, non è controllata o assurdamente sottomessa a qualcuno, non viene raggirata, non deve sfogare la sua rabbia sul mondo a causa della sua triste infanzia. E' sempliciemente una sadica che adora la guerra e si diverte a far sopravvivere focolai di ribellione per farli riorganizzare e divertirsi a massacrarli ancora una volta. Lei e il suo gruppo rappresenteranno una minaccia spesso letale per i night raid. Come già detto "nessuno è al sicuro" e non si avrà mai la certezza di chi uscirà vivo da una battaglia, una cosa che non succedeva da molto in un manga shonen di questo tipo.
Per me un manga molto godibile che rompe parecchi stereotipi che sentivo la necessità che venissero rotti, e presenta uno dei pochi shonen filtrati delle stupidaggini sulla forza dell' amore e altre amenità varie incentrandosi su azione e combattimenti che a causa della natura di questo manga lasciano sempre il lettore in tensione che non potrà dare per scontato chi sarà ancora in vita al termine del capitolo. Il manga presenta svariati difetti narrativi, il setting è accennato, non vengono dati dettagli sulla storia e la politica dell'impero, e molti personaggi non ricevono un adeguato focus fino all'ultimo momento prima che escano di scena. Ma globalmentee mi sta piacendo parecchio.
Per me un manga molto godibile che rompe parecchi stereotipi che sentivo la necessità che venissero rotti, e presenta uno dei pochi shonen filtrati delle stupidaggini sulla forza dell' amore e altre amenità varie incentrandosi su azione e combattimenti che a causa della natura di questo manga lasciano sempre il lettore in tensione che non potrà dare per scontato chi sarà ancora in vita al termine del capitolo. Il manga presenta svariati difetti narrativi, il setting è accennato, non vengono dati dettagli sulla storia e la politica dell'impero, e molti personaggi non ricevono un adeguato focus fino all'ultimo momento prima che escano di scena. Ma globalmentee mi sta piacendo parecchio.
Akame ga Kill! è un manga scritto da Takahiro e illustrato da Tetsuya Tahiro, la cui serializzazione è iniziata nel 2010 ed è tuttora in corso.
Il protagonista è il giovane Tatsumi che, insieme ad un paio di amici, decide di salvare il proprio villaggio, stritolato dalle tasse, facendo fortuna grazie alle proprie capacità di combattimento, affinate nel corso di anni di addestramento. Separato dai suoi compagni, raggiunge comunque comunque la sua meta: la capitale dell'Impero. Qui viene rapidamente derubato del suo denaro da un'avvenente truffatrice, ma viene fortunatamente accolto nella casa di una famiglia di facoltosi filantropi. La notte seguente, la villa viene attaccata da un gruppo di famigerati assassini, i Night Raid, i quali rivelano a Tatsumi, inizialmente accorso in difesa dei nobili, che questi ultimi in realtà attiravano viandanti e senzatetto nella loro dimora per poi torturali e ucciderli. Dopo aver scoperto che la stessa fine era capitata ai suoi due amici e aver ucciso con le sue stesse mani una dei seviziatori, Tatsumi si unisce ai Night Raid, il cui scopo è uccidere criminali, maniaci omicidi, corrotti e violenti, lottando dalla parte del popolo e degli oppressi.
Dopo un inizio in pieno stile shounen fantasy, con un protagonista giovane e ardito, pieno di fiducia nel prossimo e un'ambientazione variegata, con tanto di mostri incredibili, Akame ga Kill! si rivela un'opera molto più cupa e violenta di quanto mi fossi aspettato. La vicenda è quasi un continuo bagno di sangue, costellata di personaggi sadici ogni oltre limite. Si tratta di un manga che illustra un mondo corrotto, cruento e colmo di disperazione e abusi, che mi ha immediatamente ricordato quello di Berserk.
La storia, inoltre, è tutt'altro che superficiale, non si assiste ad un gruppo di eroi senza macchia che affrontano i cattivi di turno: alcuni dei nemici affrontati sono fermamente convinti di essere dalla parte della ragione e di combattere per la giustizia, mentre i "buoni" sono, in fin dei conti, degli assassini che non disdegnano obiettivi politici. Lo stesso protagonista, all'inizio della vicenda, non riesce ad uccidere a sangue freddo e si interroga sull'effettiva, presunta malvagità degli antagonisti, alcuni dei quali hanno atteggiamenti quantomeno altalenanti (quasi da disturbo bipolare, ad esser sinceri). E' un manga che mostra cose che altri lavori difficilmente rappresentano. L'autore non fa sconti a nessuno, anche a costo di farsi odiare, specialmente per il trattamento riservato ad alcuni protagonisti, spesso e volentieri privi delle cosiddette plot armor.
Molti tra i personaggi, sia protagonisti che loro avversari, sono interessanti e divertenti. Tuttavia, a causa della brevità del manga (sono usciti appena 10 volumi, per meno di 50 capitoli), alcuni tra essi sono ancora nella fase stereotipata (tsundere, pervertito, eroe dall'animo puro e antagonista dal cuore nero come la pece), nonostante a buona parte di loro sia stato dedicato un breve flashback sul motivo che li ha spinti ad intraprendere determinate strade.
I rapporti tra i personaggi sono ben approfonditi e rendono ancora più difficile definire fino a che punto una persona può essere definita buona o cattiva.
La trama, nonostante non sia particolarmente ricca di colpi di scena, è estremamente avvincente ed è davvero straziante interrompere la lettura. Inoltre, è stato davvero piacevole riscontrare la presenza di momenti più rilassanti dedicati alla commedia e a gag (alcune davvero esilaranti), utili per spezzare il continuum di violenza e morte che altrimenti sarebbe quasi insopportabile. C'è persino lo spazio per un pizzico di romanticismo.
Dal punto di vista tecnico, il character design è piacevole e proporzionato, il tratto è tutto sommato pulito, mentre gli sfondi non sono particolarmente curati o suggestivi, per quanto vari.
Le scene d'azione sono emozionanti e di media durata, il che le rende ancora più godibili, rispetto ai combattimenti interminabili presenti in altre opere di carattere simile. Notevole anche l'assenza dei tanto odiati e ingiustificati power up che risolvono gli scontri a favore dell'eroe di turno.
In conclusione, Akame ga Kill! è sicuramente uno dei manga che più mi hanno preso in questo periodo, grazie al suo sapiente mix di atmosfere leggere e cupe, alla sua capacità di mantenere il lettore in perenne tensione e alla sua imprevedibilità, dato che la sopravvivenza dei buoni non è affatto scontata.
Consigliato a chi desidera una lettura impegnata, ma mai noiosa, con momenti drammatici e altri dai toni più scherzosi, con una vivida rappresentazione dei combattimenti e di efferate violenze che non risparmiano nessuno.
Il protagonista è il giovane Tatsumi che, insieme ad un paio di amici, decide di salvare il proprio villaggio, stritolato dalle tasse, facendo fortuna grazie alle proprie capacità di combattimento, affinate nel corso di anni di addestramento. Separato dai suoi compagni, raggiunge comunque comunque la sua meta: la capitale dell'Impero. Qui viene rapidamente derubato del suo denaro da un'avvenente truffatrice, ma viene fortunatamente accolto nella casa di una famiglia di facoltosi filantropi. La notte seguente, la villa viene attaccata da un gruppo di famigerati assassini, i Night Raid, i quali rivelano a Tatsumi, inizialmente accorso in difesa dei nobili, che questi ultimi in realtà attiravano viandanti e senzatetto nella loro dimora per poi torturali e ucciderli. Dopo aver scoperto che la stessa fine era capitata ai suoi due amici e aver ucciso con le sue stesse mani una dei seviziatori, Tatsumi si unisce ai Night Raid, il cui scopo è uccidere criminali, maniaci omicidi, corrotti e violenti, lottando dalla parte del popolo e degli oppressi.
Dopo un inizio in pieno stile shounen fantasy, con un protagonista giovane e ardito, pieno di fiducia nel prossimo e un'ambientazione variegata, con tanto di mostri incredibili, Akame ga Kill! si rivela un'opera molto più cupa e violenta di quanto mi fossi aspettato. La vicenda è quasi un continuo bagno di sangue, costellata di personaggi sadici ogni oltre limite. Si tratta di un manga che illustra un mondo corrotto, cruento e colmo di disperazione e abusi, che mi ha immediatamente ricordato quello di Berserk.
La storia, inoltre, è tutt'altro che superficiale, non si assiste ad un gruppo di eroi senza macchia che affrontano i cattivi di turno: alcuni dei nemici affrontati sono fermamente convinti di essere dalla parte della ragione e di combattere per la giustizia, mentre i "buoni" sono, in fin dei conti, degli assassini che non disdegnano obiettivi politici. Lo stesso protagonista, all'inizio della vicenda, non riesce ad uccidere a sangue freddo e si interroga sull'effettiva, presunta malvagità degli antagonisti, alcuni dei quali hanno atteggiamenti quantomeno altalenanti (quasi da disturbo bipolare, ad esser sinceri). E' un manga che mostra cose che altri lavori difficilmente rappresentano. L'autore non fa sconti a nessuno, anche a costo di farsi odiare, specialmente per il trattamento riservato ad alcuni protagonisti, spesso e volentieri privi delle cosiddette plot armor.
Molti tra i personaggi, sia protagonisti che loro avversari, sono interessanti e divertenti. Tuttavia, a causa della brevità del manga (sono usciti appena 10 volumi, per meno di 50 capitoli), alcuni tra essi sono ancora nella fase stereotipata (tsundere, pervertito, eroe dall'animo puro e antagonista dal cuore nero come la pece), nonostante a buona parte di loro sia stato dedicato un breve flashback sul motivo che li ha spinti ad intraprendere determinate strade.
I rapporti tra i personaggi sono ben approfonditi e rendono ancora più difficile definire fino a che punto una persona può essere definita buona o cattiva.
La trama, nonostante non sia particolarmente ricca di colpi di scena, è estremamente avvincente ed è davvero straziante interrompere la lettura. Inoltre, è stato davvero piacevole riscontrare la presenza di momenti più rilassanti dedicati alla commedia e a gag (alcune davvero esilaranti), utili per spezzare il continuum di violenza e morte che altrimenti sarebbe quasi insopportabile. C'è persino lo spazio per un pizzico di romanticismo.
Dal punto di vista tecnico, il character design è piacevole e proporzionato, il tratto è tutto sommato pulito, mentre gli sfondi non sono particolarmente curati o suggestivi, per quanto vari.
Le scene d'azione sono emozionanti e di media durata, il che le rende ancora più godibili, rispetto ai combattimenti interminabili presenti in altre opere di carattere simile. Notevole anche l'assenza dei tanto odiati e ingiustificati power up che risolvono gli scontri a favore dell'eroe di turno.
In conclusione, Akame ga Kill! è sicuramente uno dei manga che più mi hanno preso in questo periodo, grazie al suo sapiente mix di atmosfere leggere e cupe, alla sua capacità di mantenere il lettore in perenne tensione e alla sua imprevedibilità, dato che la sopravvivenza dei buoni non è affatto scontata.
Consigliato a chi desidera una lettura impegnata, ma mai noiosa, con momenti drammatici e altri dai toni più scherzosi, con una vivida rappresentazione dei combattimenti e di efferate violenze che non risparmiano nessuno.
Cercavo uno Shonen recente che valesse la pena leggere, quando mi sono imbattuto in questo Akame ga Kiru! (conosciuto anche come Akame ga Kill!) e, spinto da alcuni pareri positivi trovati sul Web e dallo stile di disegno decisamente di mio gradimento, ho cominciato la lettura senza avere comunque nessuna particolare aspettativa. Quindi non avevo idea che stavo per cominciare a leggere quello che ora a mio parere è uno dei migliori Shonen degli ultimi anni.
La storia parla di un ragazzo di nome Tatsumi che, assieme a due amici di nome Sayo e Ieyasu, lascia il suo villaggio ormai caduto in povertà. L'intento dei tre è quello di diventare cavalieri della capitale in modo da poter portare ricchezza al loro povero villaggio. Durante il viaggio però vengono assaliti da alcuni banditi e si vedono costretti a separarsi, scegliendo come punto di ritrovo proprio la capitale. Una volta arrivato, Tatsumi non trova traccia dei suoi amici e comincia a rendersi conto che la capitale non assomiglia per niente a come l'aveva immaginata, è infatti un luogo pieno di malvagità e corruzione. In seguito ad alcuni avvenimenti, Tatsumi viene ospitato a casa di una famiglia nobile che però una notte viene assalita da un gruppo di assassini chiamati "Night Raid" che cominciano a uccidere uno per uno i membri della famiglia e le loro guardie. Non capendo il perché di tale gesto, Tatsumi cerca di proteggerli, ma quando viene a conoscenza del segreto che la famiglia nascondeva, va su tutte le furie e sarà lui stesso a uccidere l'ultimo membro rimasto per poi unirsi ai "Night Raid" che si scoprono essere un gruppo di assassini su commissione che punta a uccidere tutte le persone malvagie e corrotte della capitale per poter creare un domani migliore.
Quanto ho scritto finora (cercando di evitare gli spoiler) è solo quello che succede nel primo capitolo, infatti i primi capitoli sono una sorta di prologo che serve a presentare i personaggi e il mondo che li circonda, un mondo in cui regna il caos e la malvagità, governato da un uomo che fa torturare e uccidere chiunque vada contro la sua linea di pensiero, un mondo in cui la vera "giustizia" viene portata avanti da una banda di assassini.
I temi trattati sono quindi abbastanza maturi, infatti non importa come la si veda o quale sia l'obbiettivo finale, uccidere è sbagliato e questo problema attanaglierà più volte il protagonista che si chiederà spesso se effettivamente stia facendo la cosa giusta.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e ad ogni uno di essi viene dato un motivo per uccidere: c'è chi è sadico, chi lo fa perché pensa sia la cosa giusta da fare, chi lo fa per vendetta, c'è addirittura chi non è bravo in nient'altro e uccide per non sentirsi inutile!
Akame ga Kill! è uno Shonen crudo, violento, a tratti addirittura inquietante che non lascia spazio a buonismi, infatti l'autore non si fa problemi a far morire o ferire i personaggi principali o addirittura i protagonisti, e questa non è una cosa che si vede in molti Manga di questo genere, specialmente in quelli moderni.
Non dimentichiamoci comunque che stiamo parlando di uno Shonen di combattimento con ambientazione Fantasy, non potevano quindi mancare i classici "poteri speciali" che qui sono rappresentati dai "Teigu", che possono essere delle armi, degli oggetti o addirittura strane creature che in passato furono fatti creare da un re per garantire la protezione del suo popolo anche dopo la sua morte. Di questi Teigu che in totale sono quarantotto, alcuni sono sparsi in giro per il mondo, mentre altri sono in possesso di alcuni personaggi che li utilizzano in battaglia.
Non mancheranno nemmeno i classici siparietti comici, alcuni decisamente riusciti, altri un po' meno, che servono a sdrammatizzare e ad alleggerire il tutto.
Per quanto riguarda i difetti, sforzandomi, potrei dire che per alcuni certi personaggi potrebbero risultare un po' stereotipati e che si sarebbero potute evitare alcune scene di fan service, anche se c'è da dire che quest'ultimo non è particolarmente invadente o fastidioso come lo è in altre opere dello stesso genere.
Ora, il voto più oggettivo che mi sento di dare a Akame ga Kill! è un 8, infatti lo consiglio a chiunque cerchi uno Shonen pieno di avventura, azione, combattimenti e che tratti anche temi abbastanza maturi, ma per me è da 10, perché raramente mi è capitato di appassionarmi così tanto a una storia o affezionarmi così tanto a dei personaggi, è praticamente uno Shonen fatto apposta per me!
Concludo questa recensione di Akame ga Kill! dicendo che spero che prima o poi venga fatta una trasposizione Anime, perché sarebbe veramente bello vedere certi combattimenti o certe scene animate! Ma ancora di più spero che questo Manga arrivi in Italia, perché cavolo, ormai portano di tutto, soprattutto per quanto riguarda il panorama Shonen, perché non qualcosa di valido come Akame ga Kill!?
La storia parla di un ragazzo di nome Tatsumi che, assieme a due amici di nome Sayo e Ieyasu, lascia il suo villaggio ormai caduto in povertà. L'intento dei tre è quello di diventare cavalieri della capitale in modo da poter portare ricchezza al loro povero villaggio. Durante il viaggio però vengono assaliti da alcuni banditi e si vedono costretti a separarsi, scegliendo come punto di ritrovo proprio la capitale. Una volta arrivato, Tatsumi non trova traccia dei suoi amici e comincia a rendersi conto che la capitale non assomiglia per niente a come l'aveva immaginata, è infatti un luogo pieno di malvagità e corruzione. In seguito ad alcuni avvenimenti, Tatsumi viene ospitato a casa di una famiglia nobile che però una notte viene assalita da un gruppo di assassini chiamati "Night Raid" che cominciano a uccidere uno per uno i membri della famiglia e le loro guardie. Non capendo il perché di tale gesto, Tatsumi cerca di proteggerli, ma quando viene a conoscenza del segreto che la famiglia nascondeva, va su tutte le furie e sarà lui stesso a uccidere l'ultimo membro rimasto per poi unirsi ai "Night Raid" che si scoprono essere un gruppo di assassini su commissione che punta a uccidere tutte le persone malvagie e corrotte della capitale per poter creare un domani migliore.
Quanto ho scritto finora (cercando di evitare gli spoiler) è solo quello che succede nel primo capitolo, infatti i primi capitoli sono una sorta di prologo che serve a presentare i personaggi e il mondo che li circonda, un mondo in cui regna il caos e la malvagità, governato da un uomo che fa torturare e uccidere chiunque vada contro la sua linea di pensiero, un mondo in cui la vera "giustizia" viene portata avanti da una banda di assassini.
I temi trattati sono quindi abbastanza maturi, infatti non importa come la si veda o quale sia l'obbiettivo finale, uccidere è sbagliato e questo problema attanaglierà più volte il protagonista che si chiederà spesso se effettivamente stia facendo la cosa giusta.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e ad ogni uno di essi viene dato un motivo per uccidere: c'è chi è sadico, chi lo fa perché pensa sia la cosa giusta da fare, chi lo fa per vendetta, c'è addirittura chi non è bravo in nient'altro e uccide per non sentirsi inutile!
Akame ga Kill! è uno Shonen crudo, violento, a tratti addirittura inquietante che non lascia spazio a buonismi, infatti l'autore non si fa problemi a far morire o ferire i personaggi principali o addirittura i protagonisti, e questa non è una cosa che si vede in molti Manga di questo genere, specialmente in quelli moderni.
Non dimentichiamoci comunque che stiamo parlando di uno Shonen di combattimento con ambientazione Fantasy, non potevano quindi mancare i classici "poteri speciali" che qui sono rappresentati dai "Teigu", che possono essere delle armi, degli oggetti o addirittura strane creature che in passato furono fatti creare da un re per garantire la protezione del suo popolo anche dopo la sua morte. Di questi Teigu che in totale sono quarantotto, alcuni sono sparsi in giro per il mondo, mentre altri sono in possesso di alcuni personaggi che li utilizzano in battaglia.
Non mancheranno nemmeno i classici siparietti comici, alcuni decisamente riusciti, altri un po' meno, che servono a sdrammatizzare e ad alleggerire il tutto.
Per quanto riguarda i difetti, sforzandomi, potrei dire che per alcuni certi personaggi potrebbero risultare un po' stereotipati e che si sarebbero potute evitare alcune scene di fan service, anche se c'è da dire che quest'ultimo non è particolarmente invadente o fastidioso come lo è in altre opere dello stesso genere.
Ora, il voto più oggettivo che mi sento di dare a Akame ga Kill! è un 8, infatti lo consiglio a chiunque cerchi uno Shonen pieno di avventura, azione, combattimenti e che tratti anche temi abbastanza maturi, ma per me è da 10, perché raramente mi è capitato di appassionarmi così tanto a una storia o affezionarmi così tanto a dei personaggi, è praticamente uno Shonen fatto apposta per me!
Concludo questa recensione di Akame ga Kill! dicendo che spero che prima o poi venga fatta una trasposizione Anime, perché sarebbe veramente bello vedere certi combattimenti o certe scene animate! Ma ancora di più spero che questo Manga arrivi in Italia, perché cavolo, ormai portano di tutto, soprattutto per quanto riguarda il panorama Shonen, perché non qualcosa di valido come Akame ga Kill!?