Silver
Negli ultimi anni ho notato una sempre più crescente tendenza nel rendere in formato manga molti romanzi della Harlequin. In Italia sono spesso venuti nel format "Harmony", romanzi rosa, a tratti piccanti, quindi per un pubblico "adulto" (metto tra virgolette, dato che il primo Harmony l'ho letto alle medie). Le casalinghe annoiate non sono solo quelle del famoso "Desperate Housewives".
Penny Jordan, che ha dato vita al vero "Silver", nel suo genere è davvero un'autrice di talento. Ho già letto svariate sue storie, ma questa non ho mai avuto il piacere di leggerla, e trovarmela sotto forma di fumetto mi ha davvero sorpresa e deliziata.
La storia narrata è quella della ricca Geraldine Francis. Lei è ricca, ma è davvero una ragazza dolce, per nulla viziata, e, ahimè, anche molto ingenua. La storia comincia quando Geraldine è ancora una ragazzina. Il cugino Charles e la sua famiglia mirano alle sue ricchezze, e con una facilità incredibile il malvagio cugino riesce a farla innamorare di sé. Entrerà in campo anche un altro ragazzo, Jake (come spesso accade nelle storie d'amore, se non c'è una sottospecie di triangolo, non son contenti), inizialmente al servizio del padre di lei.
A seguito dell'omicidio del padre, fatto inizialmente passare per disgrazia, Geraldine ne dovrà affrontare di ogni, tra cui un periodo in collegio, durante il quale assumerà parecchio peso; durante un incontro col suo "promesso sposo" non solo la giovane verrà rifiutata, ma capirà anche di essere stata usata e ingannata.
Comincerà quindi il suo percorso in cerca di vendetta. Una cosa alla "Conte di Montecristo", che negli ultimi anni ha ispirato non poche persone, vedi la serie TV "Revenge" o l'anime - liberamente ispirato, ci tengo a precisarlo - "Gankutsuou - Il conte di Montecristo".
Non avendo letto il libro non mi è possibile far paragoni, ma conoscendo lo stile della scrittrice credo che questo non solo sia un più che discreto prodotto, ma che abbia anche seguito piuttosto fedelmente quanto voleva dire la Jordan. Ammetto che, in alcuni momenti, la trama è un poco noiosetta, ma ci sta che in nove volumi (che non sono pochi), non sia sempre avvincente ed emozionante.
Il tratto dei disegni all'inizio non mi aveva molto convinta, ma andando avanti mi ci sono abituata e anche affezionata. Lo potremmo definire un tratto adulto, adeguato per la storia trattata.
Per me "Silver" è un buon manga, da leggere se piace il genere e se si vuole vedere i protagonisti del libro prendere forma. Approvato!
Penny Jordan, che ha dato vita al vero "Silver", nel suo genere è davvero un'autrice di talento. Ho già letto svariate sue storie, ma questa non ho mai avuto il piacere di leggerla, e trovarmela sotto forma di fumetto mi ha davvero sorpresa e deliziata.
La storia narrata è quella della ricca Geraldine Francis. Lei è ricca, ma è davvero una ragazza dolce, per nulla viziata, e, ahimè, anche molto ingenua. La storia comincia quando Geraldine è ancora una ragazzina. Il cugino Charles e la sua famiglia mirano alle sue ricchezze, e con una facilità incredibile il malvagio cugino riesce a farla innamorare di sé. Entrerà in campo anche un altro ragazzo, Jake (come spesso accade nelle storie d'amore, se non c'è una sottospecie di triangolo, non son contenti), inizialmente al servizio del padre di lei.
A seguito dell'omicidio del padre, fatto inizialmente passare per disgrazia, Geraldine ne dovrà affrontare di ogni, tra cui un periodo in collegio, durante il quale assumerà parecchio peso; durante un incontro col suo "promesso sposo" non solo la giovane verrà rifiutata, ma capirà anche di essere stata usata e ingannata.
Comincerà quindi il suo percorso in cerca di vendetta. Una cosa alla "Conte di Montecristo", che negli ultimi anni ha ispirato non poche persone, vedi la serie TV "Revenge" o l'anime - liberamente ispirato, ci tengo a precisarlo - "Gankutsuou - Il conte di Montecristo".
Non avendo letto il libro non mi è possibile far paragoni, ma conoscendo lo stile della scrittrice credo che questo non solo sia un più che discreto prodotto, ma che abbia anche seguito piuttosto fedelmente quanto voleva dire la Jordan. Ammetto che, in alcuni momenti, la trama è un poco noiosetta, ma ci sta che in nove volumi (che non sono pochi), non sia sempre avvincente ed emozionante.
Il tratto dei disegni all'inizio non mi aveva molto convinta, ma andando avanti mi ci sono abituata e anche affezionata. Lo potremmo definire un tratto adulto, adeguato per la storia trattata.
Per me "Silver" è un buon manga, da leggere se piace il genere e se si vuole vedere i protagonisti del libro prendere forma. Approvato!
Ricordate ancora la prima volta che siete saliti sulle montagne russe? Io me la ricordo perfettamente. Accelerazione, attesa, emozione fortissima; salita, momento di respiro, e giù come se se il trenino che mi portava fosse stato un giavellotto scagliato verso il terreno. Leggere Silver è stato un po' come andare sulle montagne russe: la vicenda si dispiega in tre picchi, composti da salita, momento di stallo e discesa fortissima. D'altronde, un manga che si rispetti deve forzatamente avere un capo, un corpus e una coda, e Silver non fa eccezione. Questo, tuttavia, non lo esime dai difetti, alcuni dei quali piuttosto gravi.
Ho la sensazione che ben pochi, qui in Italia, abbiano avuto modo di venire a contatto con le opere di Kazuko Fujita, un po' perché questa autrice è inedita, nel bel paese, e un po' perché ha uno stile e una tecnica narrativa che potrebbero non riscuotere grande consenso. Kazuko Fujita è conosciuta soprattutto per aver trasposto nella nona arte varie opere della letteratura mondiale di genere romantico, tra cui le più famose (sì, i nomi che ha loro affibbiato sono tutto un programma) sono il qui recensito Silver, che viene dall'omonimo scritto di Penny Jordan, e Gold, tratto dal romanzo Secret Child di Ann Major. Ho fatto uno sbaglio a leggere prima Gold che Silver, e non solo per questioni cronologiche (Gold è del 2003, Silver del 2000), ma anche perché il mio giudizio su Gold sarebbe stato alleggerito dall'aver già visionato la qui presente opera che, nonostante le buone premesse, si perde in un vortice di alti e bassi - e qui di nuovo un riferimento alle montagne russe -, di occasioni mancate (soprattutto nel finale, che lascia trattenere il fiato fino all'ultimo istante, nell'attesa di una sorpresa che non si presenterà mai) e di personaggi le cui motivazioni sono a tratti poco convincenti, difetto, quest'ultimo, presente anche in Gold. Si passa da istanti di grande intrattenimento a situazioni che lasciano nella mente soltanto la domanda "E allora?", e a questo si aggiunge il fatto che i personaggi trascorrono una vignetta su tre a fornicare, il che, anche se è l'elemento più coerente della trama, ti lascia addosso il desiderio di aver visto più azione e meno "baiser". Certo, in quanto uomo, tutto ciò non mi è dispiaciuto poi tanto... ma è anche vero che per queste cose esistono i porno e le signore della strada, e avrei preferito che alcune parti della storia fossero lasciate all'intuizione, piuttosto che sbattute senza ritegno in faccia al lettore. Oltre a ciò, mi sento in dovere di aggiungere che ho trovato la storia un po' anacronistica: ragazzini minorenni che vengono già promessi e maritati, nella democratica e liberissima Gran Bretagna dei giorni nostri? D'accordo che stiamo parlando di un contesto aristocratico, ma questo genere di cose, i matrimoni combinati sin dalla tenera età, intendo, ormai si fanno solo in Oriente e nei paesi poveri. Credo che su questo punto si siano un po' combinate la licenza poetica e la mentalità nipponica dell'autrice.
Adesso che abbiamo ricapitolato i punti deboli della trama, disquisiamo sui punti forti. Lasciate che menzioni la cosa adesso, per non doverci tornare su in seguito: sì, fanatiche dello Yaoi, c'è materiale anche per voi, pochissimo, ma ce n'è. Tuttavia, c'è molto più materiale per noialtri che abbiamo solo una cosa in testa, quindi mettetevi il cuore in pace, e non gasatevi per via del primo volumetto.
Detto questo, passo a dedicare un applauso figurato all'autrice per alcune sue scelte. Il fatto di scadere raramente o quasi mai in toni da commedia, ad esempio: la vicenda è sempre seria e intensa, e, anche se vi sono dei momenti di leggerezza, questi servono solo a non rendere il tutto troppo pesante ed omogeneo. Poi, vi è la trama accattivante, farcita delle solite perle di trovate alle quali le trasposizioni di Kazuko Fujita mi hanno ormai abituato. Aggiungiamo anche i personaggi, i quali, anche se come ho detto prima non sono sempre del tutto coerenti, hanno una personalità ben sviluppata e, anche se avrei preferito che l'autrice perdesse più tempo nell'illustrare il background di alcuni di loro, sono tutti a loro modo memorabili, in particolar modo la protagonista: la piccola Geraldine/Silver, la quale è riuscita perfino a suscitare in me il desiderio che esista davvero una donna così, e non solo per la bellezza cui nessuno, nel manga, sembra in grado di sfuggire. Dulcis in fundo, l'ultimo plauso va al realismo che, nonostante le falle che ho già esposto, ti fa sentire davvero coinvolto nella vicenda, portandoti perfino a perdonare la casualità miracolosa con cui certi personaggi continuano ad incontrarsi, instillando nel contempo la più totale e fiduciosa sospensione dell'incredulità.
Non sono un gran giudice di disegni; di solito mi soffermo a descriverli solo se c'è qualcosa di cui parlare, e questo è uno di quei casi. Onestamente trovo che l'autrice abbia compiuto un lavoro migliore su Gold piuttosto che su Silver, e basti dire che neanche Gold era un granché. Ciò non mi ha ostacolato la lettura, certo, ma avrei preferito che fosse stato usato un tratto leggermente più pesante e meno evanescente.
Pregi e difetti: come nella dottrina dello yin e dello yang il male e il bene non sono contrapposti, ma si equilibrano e si completano a vicenda, così in Silver ciò che più non convince fa da apristrada a ciò che più coinvolge. Ribadisco qui che avrei preferito un finale un po' diverso, uno più aperto, magari, o più inaspettato. Ma anche così l'opera si merita un 7 pieno: non un voto eccellente, ma neanche un'insufficienza. Non quanto basta, e solo questo mi dispiace, per essere considerato un possibile candidato alla pubblicazione italiana: come per Gold, temo che le possibilità di vedere Silver in una fumetteria del nostro paese siano piuttosto basse, per non dire nulle.
Ho la sensazione che ben pochi, qui in Italia, abbiano avuto modo di venire a contatto con le opere di Kazuko Fujita, un po' perché questa autrice è inedita, nel bel paese, e un po' perché ha uno stile e una tecnica narrativa che potrebbero non riscuotere grande consenso. Kazuko Fujita è conosciuta soprattutto per aver trasposto nella nona arte varie opere della letteratura mondiale di genere romantico, tra cui le più famose (sì, i nomi che ha loro affibbiato sono tutto un programma) sono il qui recensito Silver, che viene dall'omonimo scritto di Penny Jordan, e Gold, tratto dal romanzo Secret Child di Ann Major. Ho fatto uno sbaglio a leggere prima Gold che Silver, e non solo per questioni cronologiche (Gold è del 2003, Silver del 2000), ma anche perché il mio giudizio su Gold sarebbe stato alleggerito dall'aver già visionato la qui presente opera che, nonostante le buone premesse, si perde in un vortice di alti e bassi - e qui di nuovo un riferimento alle montagne russe -, di occasioni mancate (soprattutto nel finale, che lascia trattenere il fiato fino all'ultimo istante, nell'attesa di una sorpresa che non si presenterà mai) e di personaggi le cui motivazioni sono a tratti poco convincenti, difetto, quest'ultimo, presente anche in Gold. Si passa da istanti di grande intrattenimento a situazioni che lasciano nella mente soltanto la domanda "E allora?", e a questo si aggiunge il fatto che i personaggi trascorrono una vignetta su tre a fornicare, il che, anche se è l'elemento più coerente della trama, ti lascia addosso il desiderio di aver visto più azione e meno "baiser". Certo, in quanto uomo, tutto ciò non mi è dispiaciuto poi tanto... ma è anche vero che per queste cose esistono i porno e le signore della strada, e avrei preferito che alcune parti della storia fossero lasciate all'intuizione, piuttosto che sbattute senza ritegno in faccia al lettore. Oltre a ciò, mi sento in dovere di aggiungere che ho trovato la storia un po' anacronistica: ragazzini minorenni che vengono già promessi e maritati, nella democratica e liberissima Gran Bretagna dei giorni nostri? D'accordo che stiamo parlando di un contesto aristocratico, ma questo genere di cose, i matrimoni combinati sin dalla tenera età, intendo, ormai si fanno solo in Oriente e nei paesi poveri. Credo che su questo punto si siano un po' combinate la licenza poetica e la mentalità nipponica dell'autrice.
Adesso che abbiamo ricapitolato i punti deboli della trama, disquisiamo sui punti forti. Lasciate che menzioni la cosa adesso, per non doverci tornare su in seguito: sì, fanatiche dello Yaoi, c'è materiale anche per voi, pochissimo, ma ce n'è. Tuttavia, c'è molto più materiale per noialtri che abbiamo solo una cosa in testa, quindi mettetevi il cuore in pace, e non gasatevi per via del primo volumetto.
Detto questo, passo a dedicare un applauso figurato all'autrice per alcune sue scelte. Il fatto di scadere raramente o quasi mai in toni da commedia, ad esempio: la vicenda è sempre seria e intensa, e, anche se vi sono dei momenti di leggerezza, questi servono solo a non rendere il tutto troppo pesante ed omogeneo. Poi, vi è la trama accattivante, farcita delle solite perle di trovate alle quali le trasposizioni di Kazuko Fujita mi hanno ormai abituato. Aggiungiamo anche i personaggi, i quali, anche se come ho detto prima non sono sempre del tutto coerenti, hanno una personalità ben sviluppata e, anche se avrei preferito che l'autrice perdesse più tempo nell'illustrare il background di alcuni di loro, sono tutti a loro modo memorabili, in particolar modo la protagonista: la piccola Geraldine/Silver, la quale è riuscita perfino a suscitare in me il desiderio che esista davvero una donna così, e non solo per la bellezza cui nessuno, nel manga, sembra in grado di sfuggire. Dulcis in fundo, l'ultimo plauso va al realismo che, nonostante le falle che ho già esposto, ti fa sentire davvero coinvolto nella vicenda, portandoti perfino a perdonare la casualità miracolosa con cui certi personaggi continuano ad incontrarsi, instillando nel contempo la più totale e fiduciosa sospensione dell'incredulità.
Non sono un gran giudice di disegni; di solito mi soffermo a descriverli solo se c'è qualcosa di cui parlare, e questo è uno di quei casi. Onestamente trovo che l'autrice abbia compiuto un lavoro migliore su Gold piuttosto che su Silver, e basti dire che neanche Gold era un granché. Ciò non mi ha ostacolato la lettura, certo, ma avrei preferito che fosse stato usato un tratto leggermente più pesante e meno evanescente.
Pregi e difetti: come nella dottrina dello yin e dello yang il male e il bene non sono contrapposti, ma si equilibrano e si completano a vicenda, così in Silver ciò che più non convince fa da apristrada a ciò che più coinvolge. Ribadisco qui che avrei preferito un finale un po' diverso, uno più aperto, magari, o più inaspettato. Ma anche così l'opera si merita un 7 pieno: non un voto eccellente, ma neanche un'insufficienza. Non quanto basta, e solo questo mi dispiace, per essere considerato un possibile candidato alla pubblicazione italiana: come per Gold, temo che le possibilità di vedere Silver in una fumetteria del nostro paese siano piuttosto basse, per non dire nulle.