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GianniGreed

Volumi letti: 5/5 --- Voto 6
"Gyakuten Saiban" è una popolare serie di videogame giapponesi, ed è conosciuta in occidente con il nome di "Phoenix Wright - Ace Attorney".
Protagonista del videogame è l'avvocato Ryuichi Naruhodo, chiamato Phoenix Wright nella versione americana, che insieme alla sua assistente sensitiva Mayoi/Maya, deve difendere i suoi malcapitati clienti da accuse di omicidio in serrati processi giudiziari. Dal videogame sono stati tratti diversi manga, e questo qui in questione è quello ufficiale. Sceneggiato da Kenji Kuroda e disegnato da Kazuo Maekawa, lungo cinque volumi, racconta di nuovi e inediti casi mai visti nei giochi.

Il manga non ha una vera e propria trama di fondo, e ogni caso è scollegato dagli altri. Gli elementi di base sono sempre gli stessi tipici del videogame su cui è basato: c'è un omicidio, e un malcapitato individuo si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, con tutte le prove che lo indicano come colpevole.
L'avvocato Phoenix Wright dovrà quindi dimostrare la sua innocenza cercando prove e contraddizioni nelle testimonianze dei vari testimoni coinvolti di volta in volta. Nel corso del fumetto, oltre ai nuovi personaggi creati per l'occasione, fanno anche la loro comparsa tutti i personaggi principali del gioco: Edgeworth, Gumshoe, Pearl, la sublime Franziska…

I vari casi del manga sono tutti abbastanza interessanti e complessi, con risvolti che in alcune occasioni sono davvero imprevedibili, e pertanto abbastanza appassionanti. Tuttavia non sono comunque all'altezza di quelli visti nei videogame che per complessità, rivelazioni e colpi di scena vari, sono molte spanne sopra. Pesa un po' inoltre, il fatto che ogni capitolo sia a sé stante, a differenza di quelli dei videogame che sono in qualche modo collegati tra loro. I volumi possono essere letti praticamente nell'ordine che il lettore vuole e sono perfettamente comprensibili perché ciò che succede in uno non influisce sugli altri. Anche perché il manga non ha nemmeno un vero finale, dato che risolto l'ultimo caso del manga la storia finisce esattamente come in tutti gli altri capitoli.
Un altro difetto del manga è che a differenza del videogame, dove il giocatore è parte attiva (deve trovare le prove e capire quando e come usarle durante i processi), nel manga il lettore può solo limitarsi a leggere come il giovane avvocato riesce a provare l'innocenza dei suoi clienti. Questo limita il grado di coinvolgimento.

Nulla da dire di negativo invece sui disegni. Lo stile grafico di Kazuo Maekawa è molto simile a quello usato negli artwork dei videogame e i personaggi disegnati da lui sono molto somiglianti alle controparti videoludiche.
Le tavole sono tutte molto pulite e ordinate dato che il manga non ha molte scene d'azione al suo interno. Una cosa forse negativa per alcuni può essere il fatto che è un manga davvero pieno di molto testo, dato che i personaggi, specialmente duranti i processi parlano davvero molto. Stiamo però parlando di un manga tratto da un videogame di genere visual novel, e perciò chi già conosce la saga è abituato a leggere molto.

Ed è proprio a loro, e solo a loro, che è rivolto questo manga. Per apprezzarlo appieno è necessario essere grandi fan dei videogame e dei suoi protagonisti. Chi ama la saga di "Gyakuten Saiban/Ace Attorney" potrà leggere tante nuove avventure mai viste nei giochi, piene di personaggi strambi, tanto umorismo, e processi combattuti a colpi di "obiezione!". Gli altri invece potrebbero trovare la lettura un po' pesante e noiosa. In quel caso è meglio recuperare i videogame, che sono decisamente più belli.


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Akemichan

Volumi letti: 5/5 --- Voto 6
Phoenix Wright - Ace Attorney è il manga tratto dall'omonimo videogame della Capcom. Quando si dovrebbe fare una recensione bisognerebbe tenere separati i due mezzi di comunicazione e basarsi solo su quello che si sta recensendo, ma in questo particolare caso trovo che sia molto difficile farlo. Dopotutto, questo manga non è certo nato per essere letto al di fuori dagli appassionati del videogame (perché se così fosse avrebbe fallito su tutta la linea) e come tale, a mio parere, va giudicato.
Partiamo con lo specificare che "tratto" non indica che la storia racconti quello che succede nei videogame, ma sono tutte avventure inedite. Il protagonista, l'avvocato difensore Phoenix Wright, risolve una serie di casi in tribunali difendendo i clienti all'interno del tribunale e battendo i vari procuratori che si trova ad affrontare, con l'aiuto della fidata assistente Maya Fey.
Il fatto di leggere nuove avventure è sicuramente un punto a favore del manga, che invece di riprodurre pedissequamente una storia già scritta, per quanto bella, cerca di fornire al proprio pubblico (costituito, ripeto, dai solo giocatori) qualcosa di nuovo che però involve i personaggi che si sono amati nel gioco. Lo sfavore è che si tratta di casi totalmente scoordinati l'uno dall'altro, non esiste una vera trama che li colleghi o anche solo che colleghi il manga in generale, a differenza del videogame dove, nonostante fossero presenti giocate autoconclusive, spesso e volentieri c'era un collegamento comune che riguardava, se non la storia stessa, almeno lo sviluppo del personaggi. Contando che il manga esce dopo il terzo della trilogia, che è la summa di tutte le trame, dove tutti i casi sono strettamente collegati, si sente la mancanza di un filo conduttore comune.
I casi in sé sono anche carini, ma per qualcuno abituato a leggere/vedere molti gialli, non hanno un granché guizzo di particolarità ed alcuni sono facilmente risolvibili alla prima indagine, se uno ha l'occhio abbastanza esperto. Laddove i casi semplici nel videogame non costituivano un problema perché c'era la sfida di trovare l'indizio giusto al momento giusto, qui si subisce la situazione passivamente, e il fatto che i casi non siano nulla di speciale non permette di goderseli come semplice spettatore.
Tolta la trama e i casi, ciò che rimane sono i personaggi. Devo dire che in questo aspetto il manga non fallisce, sono tutti abbastanza IC e anche con qualche guizzo particolare interessante come nel caso di Franziska (a parte Phoenix che pensa a Dahilia come ad una cara ragazza, quello era un po' fuori del seminato!). Tuttavia, nonostante le loro specificità e il tentativo di riprodurre su carta le loro gag, rimane sempre un qualcosa di artificiale, l'impressione che non raggiunga il livello di divertimento nel vedere lo sviluppo dei personaggi e le loro interazioni durante lo svolgimento del gioco. Non sono caratterizzati male. e si riguardano volentieri, ma, forse vista anche l'eccessiva velocità dei casi, non vengono approfonditi abbastanza. Inoltre, spesso e volentieri non viene data importanza a cose che invece nel gioco sono fondamentali, come la possibilità per Maya di evocare gli spiriti.
Come ho detto iniziando questa recensione, il manga è chiaramente destinato al solo pubblico di appassionati, perché non è abbastanza individuale per poter essere apprezzato da uno a totale digiuno da questa serie. Tuttavia, anche per un appassionato non è una lettura così imperdibile, anzi, potrebbe ritrovarsi ad essere frustrato dalla pochezza del manga rispetto al gioco. Non è del tutto da buttare, e suppongo che pur di rivedere Phoenix in azione si possa scendere a compromessi con la semplicità del manga, ma non la ritengo una lettura così imperdibile in generale.