Love Roma
Divertente come sono venuto a conoscenza di questo manga: per la noia (ci sarebbe un'espressione, in inglese, che suona più adatta per descrivere il mio stato di allora: "out of boredom") mi è capitato di digitare il vocabolo "Roma" su un sito di manga. Non ho trovato nulla di relativo alla mia città, peccato, però fra i risultati della ricerca c'era questo manga dall'aspetto così inusuale. Dopo aver finito tutti e cinque i volumi, posso confermare che Roma non c'entra assolutamente nulla con questo fumetto, e il titolo è probabilmente una semplice contrazione di "Romance", o "Romantic", o qualche vocabolo inglese di cui non sono a conoscenza.
La prima cosa che salta all'occhio, osservando i campioni tratti dalle pagine di Love Roma, è sicuramente la grafica, che può risultare piuttosto anomala: i personaggi sembrano dei pupazzetti di gomma, e non sono granché particolareggiati o dettagliati. In realtà, nonostante questa strana tecnica, i disegni sono probabilmente ciò che salva questo manga dall'insufficienza. Non solo si adattano bene al tono da commedia e alle risate a denti stretti che esso saltuariamente ci offre, ma ad un'osservazione più attenta ci si accorge che ben raramente l'artista ha lasciato degli sfondi vuoti, o comunque non ha elaborato i fondali. Insomma, ciò che Toyoda Minoru non ci ha offerto in termini di design dei personaggi ce lo ha invece trasmesso con il duro lavoro che ha sicuramente richiesto il non tracciare quasi mai delle vignette mezze bianche. Comunque, una volta che ci si fa l'abitudine, ci si può perfino ritrovare a considerare come sia più piacevole leggere qualcosa di diverso, di tanto in tanto, piuttosto che la solita pappa pluricefala che il grosso della produzione manga ci offre.
Parliamo della storia. C'è qualcosa di strano riguardo al fatto che questo manga sia stato categorizzato come Seinen: a me, personalmente, sembra più un classico e monotono Shonen Sentimentale, e non so davvero chi, fra coloro che costituiscono il target cui il Seinen è indirizzato, abbia ancora voglia di andare a leggere l'ennesima commedia romantica ambientata fra i banchi di scuola. Forse, la ragione di una tale classificazione va ricercata in quello che accade negli ultimi capitoli, ma secondo me non è sufficiente per considerare Love Roma al di sopra di un qualunque Shonen Sentimentale a random. La storia è piuttosto scialba e, se si fa eccezione della simpatica caratterizzazione di Hoshino, anche poco coinvolgente, sia in termini comici che in termini emotivi. Davvero, non è che il fumetto sia del tutto piatto, è solo che prosegue sempre sulla stessa linea, dando peraltro la sensazione di qualcosa di ingessato e scricchiolante. Insomma, va bene che è una commedia, ma il punto è proprio questo: ciò che gli manca in termini di profondità dovrebbe sopperirlo con le risate, e l'impresa gli riesce solo a metà. I personaggi non offrono nulla di particolarmente esilarante (oppure, sono io che non ho capito la loro comicità? Bah, per me resta comunque roba degna di un Kodomo...), né sono sviluppati in maniera naturale: lo ripeto, tutto sembra ingessato e rugginoso perfino per gli standard nipponici, che ricordiamolo, non sono un popolo di romanticoni.
Una bella nota positiva l'ho invece trovata nella traduzione e nell'editing del manga. La Del Rey, casa editrice americana, ha compiuto un lavoro superbo con i tankobon, offrendoci anche dettagliate spiegazioni, nonché note accurate sugli elementi della storia e dei dialoghi che potevano risultare più ostici per noi occidentali. Simpatiche anche le aggiunte da parte del mangaka, che spende sempre un paio di pagine al termine di ogni volume per presentarci dei siparietti comici fra i personaggi del fumetto.
Soddisfacente anche il finale, abbastanza aperto e degnamente conclusivo, per quanto sciapo come il resto del manga. Mi è dispiaciuto però che non si faccia granché menzione di come sarebbero andate a finire le altre storie d'amore che nascono nel corso del manga, oltre a quella dei protagonisti.
Ricapitolando, Love Roma è abbastanza leggero e piacevole come manga, ma non ha offerto niente che potesse convincermi ad assegnare un voto al di sopra della sufficienza. Certo, io non vorrei spargere cattiverie né parlare male di gente che non conosco, ma da un autore che a 32 e passa anni (queste informazioni le divulga lui stesso nel manga, in una scheda con i suoi dati) ancora viveva coi genitori non avrei dovuto aspettarmi qualcosa di diverso. Lo ripeto, il manga nel complesso non fa vomitare, tutt'altro: solo che è così poco convincente, e la sua comicità è così limitata che non ha alcun modo di innalzarsi al di sopra della mediocrità, neanche grazie ai suoi singolari disegni. Promosso con riserva.
La prima cosa che salta all'occhio, osservando i campioni tratti dalle pagine di Love Roma, è sicuramente la grafica, che può risultare piuttosto anomala: i personaggi sembrano dei pupazzetti di gomma, e non sono granché particolareggiati o dettagliati. In realtà, nonostante questa strana tecnica, i disegni sono probabilmente ciò che salva questo manga dall'insufficienza. Non solo si adattano bene al tono da commedia e alle risate a denti stretti che esso saltuariamente ci offre, ma ad un'osservazione più attenta ci si accorge che ben raramente l'artista ha lasciato degli sfondi vuoti, o comunque non ha elaborato i fondali. Insomma, ciò che Toyoda Minoru non ci ha offerto in termini di design dei personaggi ce lo ha invece trasmesso con il duro lavoro che ha sicuramente richiesto il non tracciare quasi mai delle vignette mezze bianche. Comunque, una volta che ci si fa l'abitudine, ci si può perfino ritrovare a considerare come sia più piacevole leggere qualcosa di diverso, di tanto in tanto, piuttosto che la solita pappa pluricefala che il grosso della produzione manga ci offre.
Parliamo della storia. C'è qualcosa di strano riguardo al fatto che questo manga sia stato categorizzato come Seinen: a me, personalmente, sembra più un classico e monotono Shonen Sentimentale, e non so davvero chi, fra coloro che costituiscono il target cui il Seinen è indirizzato, abbia ancora voglia di andare a leggere l'ennesima commedia romantica ambientata fra i banchi di scuola. Forse, la ragione di una tale classificazione va ricercata in quello che accade negli ultimi capitoli, ma secondo me non è sufficiente per considerare Love Roma al di sopra di un qualunque Shonen Sentimentale a random. La storia è piuttosto scialba e, se si fa eccezione della simpatica caratterizzazione di Hoshino, anche poco coinvolgente, sia in termini comici che in termini emotivi. Davvero, non è che il fumetto sia del tutto piatto, è solo che prosegue sempre sulla stessa linea, dando peraltro la sensazione di qualcosa di ingessato e scricchiolante. Insomma, va bene che è una commedia, ma il punto è proprio questo: ciò che gli manca in termini di profondità dovrebbe sopperirlo con le risate, e l'impresa gli riesce solo a metà. I personaggi non offrono nulla di particolarmente esilarante (oppure, sono io che non ho capito la loro comicità? Bah, per me resta comunque roba degna di un Kodomo...), né sono sviluppati in maniera naturale: lo ripeto, tutto sembra ingessato e rugginoso perfino per gli standard nipponici, che ricordiamolo, non sono un popolo di romanticoni.
Una bella nota positiva l'ho invece trovata nella traduzione e nell'editing del manga. La Del Rey, casa editrice americana, ha compiuto un lavoro superbo con i tankobon, offrendoci anche dettagliate spiegazioni, nonché note accurate sugli elementi della storia e dei dialoghi che potevano risultare più ostici per noi occidentali. Simpatiche anche le aggiunte da parte del mangaka, che spende sempre un paio di pagine al termine di ogni volume per presentarci dei siparietti comici fra i personaggi del fumetto.
Soddisfacente anche il finale, abbastanza aperto e degnamente conclusivo, per quanto sciapo come il resto del manga. Mi è dispiaciuto però che non si faccia granché menzione di come sarebbero andate a finire le altre storie d'amore che nascono nel corso del manga, oltre a quella dei protagonisti.
Ricapitolando, Love Roma è abbastanza leggero e piacevole come manga, ma non ha offerto niente che potesse convincermi ad assegnare un voto al di sopra della sufficienza. Certo, io non vorrei spargere cattiverie né parlare male di gente che non conosco, ma da un autore che a 32 e passa anni (queste informazioni le divulga lui stesso nel manga, in una scheda con i suoi dati) ancora viveva coi genitori non avrei dovuto aspettarmi qualcosa di diverso. Lo ripeto, il manga nel complesso non fa vomitare, tutt'altro: solo che è così poco convincente, e la sua comicità è così limitata che non ha alcun modo di innalzarsi al di sopra della mediocrità, neanche grazie ai suoi singolari disegni. Promosso con riserva.