Rensou no Aria
Orrore. Se è questo che danno da leggere alle ragazzine, mi stupisco che qualcuna possa venir su bene. D'accordo che è rivolto ad un pubblico di giovanissime e quindi la storia in sé può anche non essere eccelsa, ma qui sono orribili sia la trama che l'ordito. E' un volume unico, e ringraziamo sentitamente per questo.
Siamo nell'abusata ambientazione del "Papà Gambalunga" di buona memoria: un orfanotrofio finanziato dal canonico presidente di una grande società. L'orfanella Aria riceve periodicamente dei regali da detto presidente, tale Jinguji, e per il sedicesimo compleanno le viene inviato un anello di fidanzamento. Da lì, si moltiplicheranno i tentativi di ucciderla, tanto che sbucherà dal nulla una guardia del corpo, tale Canon, un belloccio inviato a proteggerla dal suo fidanzato. Possiamo stare certi che le cose non saranno affatto come sembrano in principio, anche se ci sarà risparmiato lo sviluppo più ovvio.
Cosa non mi è piaciuto? Tutto, o quasi. La totale inverosimiglianza della trama nel suo sviluppo è insanabile, così come il fatto che di tutte le malefatte che avvengono nessuno pagherà il fio. Come dire che la potenza e il denaro possono mettere tutto a tacere, chiunque si comporti male. Sarà anche vero, ma qui non viene fatto passare come messaggio malinconico di fine storia, ma come assunto inespresso dell'intero manga. Fa parte della storia, dell'ambientazione, non se ne parla, viene dato per scontato. Come messaggio per le giovanissime non mi sembra il massimo.
E' un volume unico, quindi lo sviluppo dei personaggi viene tenuto al minimo. Ciononostante, quel poco non si può dire sia proprio plausibile. La storia del rapporto fra Canon e Jinguji e delle motivazioni di costui verso Aria sono chicche del genere, e la conversione delle ultime pagine fa cadere le braccia per terra. Né si può dire che i disegni facciano gridare alla meraviglia: sono proprio al limite della sufficienza, e volendo essere molto generosi. Il chara è spesso poco curato, gli sfondi sono minimalisti e approssimativi, insomma, neanche lì ci si salva.
A chi si potrebbe consigliarlo? A nessuno, perché passata l'età della ragione è una minestrina inaffrontabile e indigeribile, e per le giovanissime è foriero di un messaggio ben poco edificante.
Siamo nell'abusata ambientazione del "Papà Gambalunga" di buona memoria: un orfanotrofio finanziato dal canonico presidente di una grande società. L'orfanella Aria riceve periodicamente dei regali da detto presidente, tale Jinguji, e per il sedicesimo compleanno le viene inviato un anello di fidanzamento. Da lì, si moltiplicheranno i tentativi di ucciderla, tanto che sbucherà dal nulla una guardia del corpo, tale Canon, un belloccio inviato a proteggerla dal suo fidanzato. Possiamo stare certi che le cose non saranno affatto come sembrano in principio, anche se ci sarà risparmiato lo sviluppo più ovvio.
Cosa non mi è piaciuto? Tutto, o quasi. La totale inverosimiglianza della trama nel suo sviluppo è insanabile, così come il fatto che di tutte le malefatte che avvengono nessuno pagherà il fio. Come dire che la potenza e il denaro possono mettere tutto a tacere, chiunque si comporti male. Sarà anche vero, ma qui non viene fatto passare come messaggio malinconico di fine storia, ma come assunto inespresso dell'intero manga. Fa parte della storia, dell'ambientazione, non se ne parla, viene dato per scontato. Come messaggio per le giovanissime non mi sembra il massimo.
E' un volume unico, quindi lo sviluppo dei personaggi viene tenuto al minimo. Ciononostante, quel poco non si può dire sia proprio plausibile. La storia del rapporto fra Canon e Jinguji e delle motivazioni di costui verso Aria sono chicche del genere, e la conversione delle ultime pagine fa cadere le braccia per terra. Né si può dire che i disegni facciano gridare alla meraviglia: sono proprio al limite della sufficienza, e volendo essere molto generosi. Il chara è spesso poco curato, gli sfondi sono minimalisti e approssimativi, insomma, neanche lì ci si salva.
A chi si potrebbe consigliarlo? A nessuno, perché passata l'età della ragione è una minestrina inaffrontabile e indigeribile, e per le giovanissime è foriero di un messaggio ben poco edificante.