Anorexia
[<b>ATTENZIONE! CONTIENE IMPORTANTI SPOILER</b>]
Ataru Moroboshi ha un fratello: si chiama Ryoji e sembra essere il ragazzo più sfortunato di tutto il Giappone. Fin da piccolo viene ignorato dai genitori che hanno occhi solo per sua sorella gemella, futura ballerina, la quale lo maltratta da sempre, giungendo infine, forse, a evirarlo. A quattordici anni, quando la ragazza rimane paraplegica, i due vengono abbandonati dai genitori che non vogliono più occuparsi di loro. A sedici anni deve lasciare il liceo per un tiro mancino della ragazza di cui é innamorato, affrontando anche il disprezzo dei compagni per essere stato cavaliere disinteressato quando invece avrebbe dovuto “darci dentro” con lei.
Trovato lavoro in un'industria in cui si lavora la carne, ecco che resta coinvolto in un incidente che ferisce sia lui che la giovane proprietaria della ditta. Pur non avendone alcuna colpa, accetta di lasciare tutto per diventare il suo servitore e aiutarla nella vita quotidiana nella sua lussuosa casa. Sembrerebbe un manga umoristico, ma in realtà non vi é nulla di cui ridere, dato che ci troviamo in un incubo. La famiglia della datrice di lavoro é composta da cinque fratelli, tre femmine e due maschi. La sorella maggiore alterna normalità a feroce pazzia, il fratello minore é un sadico, il maggiore é il medico della sorella di Ryogi, e l'ultima é una cameriera che esegue gli ordini senza discutere.
Inoltre, tutti sono dediti al cannibalismo (una vittima sarà una persona ben nota al protagonista)! Tutto si svolge in assenza di moralità, in base al principio che si possa fare ciò che si vuole perché il fine giustifica i mezzi, nell’idea che per situazioni disperate ci vogliono soluzioni disperate, e ciò che si vuole é sempre lecito. Ma è giusto far morire chi ti ha fatto tanto male? E fino a che punto ci si può spingere per essere amati dai propri genitori? L'amore può non esser per nulla romantico e andare a braccetto con la convenienza? Una storia horror e splatter che, incredibilmente, sa parlare d'amore, perché innamorarsi può dare una via di riscatto anche ai peggiori delinquenti.
La regia é curatissima, poiché tutte le trame e le sottotrame di questa folle famiglia vengono descritti con i tempi giusti. Anche la sfida di inserire tutto in appena due tankobon viene, a mio avviso, vinta, poiché tempi e spazi vengono usati bene, senza dire né troppo né poco. La grafica curata ma non curatissima, semplice ma non semplicistica, adempie bene al suo scopo. Indubbiamente un buon horror che aiuta a riflettere e in cui tutte le risposte vengono, salvo forse una, date con il finale, ma anche un'opera che fa davvero paura, non adatta alle persone più impressionabili. E, come disse Chuck Palahniuk, autore di Fight Club e di varie opere in cui si parla davvero profondamente di certi argomenti, "Ogni famiglia é una piccola setta"! Con un pizzico di generosità: voto, 8.
Ataru Moroboshi ha un fratello: si chiama Ryoji e sembra essere il ragazzo più sfortunato di tutto il Giappone. Fin da piccolo viene ignorato dai genitori che hanno occhi solo per sua sorella gemella, futura ballerina, la quale lo maltratta da sempre, giungendo infine, forse, a evirarlo. A quattordici anni, quando la ragazza rimane paraplegica, i due vengono abbandonati dai genitori che non vogliono più occuparsi di loro. A sedici anni deve lasciare il liceo per un tiro mancino della ragazza di cui é innamorato, affrontando anche il disprezzo dei compagni per essere stato cavaliere disinteressato quando invece avrebbe dovuto “darci dentro” con lei.
Trovato lavoro in un'industria in cui si lavora la carne, ecco che resta coinvolto in un incidente che ferisce sia lui che la giovane proprietaria della ditta. Pur non avendone alcuna colpa, accetta di lasciare tutto per diventare il suo servitore e aiutarla nella vita quotidiana nella sua lussuosa casa. Sembrerebbe un manga umoristico, ma in realtà non vi é nulla di cui ridere, dato che ci troviamo in un incubo. La famiglia della datrice di lavoro é composta da cinque fratelli, tre femmine e due maschi. La sorella maggiore alterna normalità a feroce pazzia, il fratello minore é un sadico, il maggiore é il medico della sorella di Ryogi, e l'ultima é una cameriera che esegue gli ordini senza discutere.
Inoltre, tutti sono dediti al cannibalismo (una vittima sarà una persona ben nota al protagonista)! Tutto si svolge in assenza di moralità, in base al principio che si possa fare ciò che si vuole perché il fine giustifica i mezzi, nell’idea che per situazioni disperate ci vogliono soluzioni disperate, e ciò che si vuole é sempre lecito. Ma è giusto far morire chi ti ha fatto tanto male? E fino a che punto ci si può spingere per essere amati dai propri genitori? L'amore può non esser per nulla romantico e andare a braccetto con la convenienza? Una storia horror e splatter che, incredibilmente, sa parlare d'amore, perché innamorarsi può dare una via di riscatto anche ai peggiori delinquenti.
La regia é curatissima, poiché tutte le trame e le sottotrame di questa folle famiglia vengono descritti con i tempi giusti. Anche la sfida di inserire tutto in appena due tankobon viene, a mio avviso, vinta, poiché tempi e spazi vengono usati bene, senza dire né troppo né poco. La grafica curata ma non curatissima, semplice ma non semplicistica, adempie bene al suo scopo. Indubbiamente un buon horror che aiuta a riflettere e in cui tutte le risposte vengono, salvo forse una, date con il finale, ma anche un'opera che fa davvero paura, non adatta alle persone più impressionabili. E, come disse Chuck Palahniuk, autore di Fight Club e di varie opere in cui si parla davvero profondamente di certi argomenti, "Ogni famiglia é una piccola setta"! Con un pizzico di generosità: voto, 8.
Dopo un piccolo incidente avvenuto in macelleria, un ragazzo molto gentile decide di rimediare al danno procurato a un'ereditiera acconsentendo a qualsiasi richiesta fatta. Da qui la vita del giovane protagonista subisce una drastica e orrenda modifica, dove si accorgerà di essere capitato in una casa degli orrori, da cui difficilmente potrà scappare.
La trama è abbastanza interessante e coinvolgente, così anche il proprio sviluppo che, capitolo per capitolo, riesce a intraprendere nuovi sbocchi interessanti nella storia; pur se breve, è costruita benissimo e vi vedo pochissime lacune, fattore positivo per un manga di breve durata, che incide successivamente sul finale a sorpresa che non omette nessun segreto, dando spiegazioni concrete su tutta la vicenda.
I personaggi sono ben realizzati, ci sono i due protagonisti che tendono a trasmettere drammaticità e tenerezza, accompagnati da qualche scena ecchi, mentre il resto dei personaggi sono da contorno e trasmettono follia e paura, in quanto molto freddi e misteriosi.
I disegni di Nini mi sono piaciuti, in quanto molto puliti e molto tendenti all'horror; il nero viene evidenziato più volte, sugli sfondi e nei momenti drammatici, seguiti da ottime espressioni sul viso dei personaggi che trasmettono i loro momenti di terrore e pazzia.
In conclusione, "Anorexia", di Akira e Nini, è un buon prodotto che mi ha coinvolto nella lettura e mi ha appassionato, soprattutto verso i capitoli finali; consiglio agli appassionati horror ma anche a chi cerca una breve storia interessante e diversa dal solito.
La trama è abbastanza interessante e coinvolgente, così anche il proprio sviluppo che, capitolo per capitolo, riesce a intraprendere nuovi sbocchi interessanti nella storia; pur se breve, è costruita benissimo e vi vedo pochissime lacune, fattore positivo per un manga di breve durata, che incide successivamente sul finale a sorpresa che non omette nessun segreto, dando spiegazioni concrete su tutta la vicenda.
I personaggi sono ben realizzati, ci sono i due protagonisti che tendono a trasmettere drammaticità e tenerezza, accompagnati da qualche scena ecchi, mentre il resto dei personaggi sono da contorno e trasmettono follia e paura, in quanto molto freddi e misteriosi.
I disegni di Nini mi sono piaciuti, in quanto molto puliti e molto tendenti all'horror; il nero viene evidenziato più volte, sugli sfondi e nei momenti drammatici, seguiti da ottime espressioni sul viso dei personaggi che trasmettono i loro momenti di terrore e pazzia.
In conclusione, "Anorexia", di Akira e Nini, è un buon prodotto che mi ha coinvolto nella lettura e mi ha appassionato, soprattutto verso i capitoli finali; consiglio agli appassionati horror ma anche a chi cerca una breve storia interessante e diversa dal solito.
Non so se definirlo un manga cattivo o un cattivo manga, perché di idee ce n'erano tante, forse troppe, ma sono state inserite e sviluppate male senza un filo logico. In "Anorexia", opera dalle tinte horror, nulla è sensato, a partire dalla trama.
Ryoji è un liceale che per mantenersi lavora in una macelleria. Un giorno il ragazzo per un errore di distrazione causa un incidente sul posto di lavoro, coinvolgendo anche la direttrice del laboratorio che in quel momento si trovava lì. Rimane gravemente ferita, almeno all'inizio, perché dopo la vediamo più in forma di prima. Per sdebitarsi, Ryoji accetta di diventare il cagnolino di Hanako e pertanto di obbedirle incondizionatamente, rinunciando definitivamente alla scuola per andare a vivere da lei. Qua conoscerà la sua particolare famiglia...
Premetto che ho una mente aperta e leggo di tutto, ma certe cose in questa miniserie composta da due volumi vanno oltre a ogni mia immaginazione. Imprevedibile? Sì, poiché gli eventi si susseguono senza avviso e senza soffermarsi un attimo, passando da un fatto all'altro con una velocità incredibile, col risultato che potrebbero risultare un po' confusi.
Così come sono caotiche le azioni dei personaggi, oserei definirli un poco psicopatici, oltre che inquietanti! Del tipo che non si capisce cosa pensino esattamente: passano dal sorridere felicemente a rattristarsi di colpo! Ho apprezzato però che ci si sia concentrati su tutto il cast: ogni personaggio ha il proprio spazio, e c'è un tentativo di spiegare il perché del disordine mentale e della loro caratterizzazione...almeno credo. Le atmosfere sono sia comiche che tragiche, cioè ho la sensazione che il manga sia stato creato volutamente così, in maniera anormale per esprimere dei concetti che vogliono essere normali quali la libertà, l'essere amati e accettati, la famiglia, condividere qualcosa di speciale con qualcuno.
Di argomenti introdotti ce ne sono diversi, alcuni pure atipici come il cannibalismo o l'anoressia, come suggerisce il titolo, purtroppo molti non vengono approfonditi adeguatamente né tantomeno conclusi. Magari sono stati approfonditi e conclusi senza che me ne accorgessi. Magari sono stati approfonditi e conclusi in modo così strano che è come se non lo fossero stati. Chi lo sa, perché leggendolo nel complesso, questa potrebbe essere una di quelle storie che sembrano superficiali ma che in realtà hanno un significato profondo se viste in un'altra ottica. Il fatto è che alla sottoscritta non ha convinta completamente, una serie di WTF? per poi finire con qualcosa che non rende affatto tutto il caos generato finora.
Comunque, già dal fatto che le prime pagine vengono inaugurate con un "vuoi bere la mia pipì?" c'era da preoccuparsi. Non so esattamente cosa mi aspettassi, ma ciò che so è che per quanto cattivo, peculiare, volgare, malato, non sense e perverso, "Anorexia" è un'opera che rimane impressa, volente o nolente. L'autore è lo stesso di quell'altra perla incomprensibile conosciuta come Sasami-san @ Ganbaranai; chi ha avuto a che fare con questa serie si tenga pronto per affrontare un altro lavoro da continui [!!!]
I disegni, invece, sono a cura di un certo/a Nini, che usa un tratto moderno sul genere moe dominato prevalentemente dal character loli e shota, il che non infastidisce dato che i disegni sono puliti, espressivi e chiari anche nelle sequenze di movimento.
Ryoji è un liceale che per mantenersi lavora in una macelleria. Un giorno il ragazzo per un errore di distrazione causa un incidente sul posto di lavoro, coinvolgendo anche la direttrice del laboratorio che in quel momento si trovava lì. Rimane gravemente ferita, almeno all'inizio, perché dopo la vediamo più in forma di prima. Per sdebitarsi, Ryoji accetta di diventare il cagnolino di Hanako e pertanto di obbedirle incondizionatamente, rinunciando definitivamente alla scuola per andare a vivere da lei. Qua conoscerà la sua particolare famiglia...
Premetto che ho una mente aperta e leggo di tutto, ma certe cose in questa miniserie composta da due volumi vanno oltre a ogni mia immaginazione. Imprevedibile? Sì, poiché gli eventi si susseguono senza avviso e senza soffermarsi un attimo, passando da un fatto all'altro con una velocità incredibile, col risultato che potrebbero risultare un po' confusi.
Così come sono caotiche le azioni dei personaggi, oserei definirli un poco psicopatici, oltre che inquietanti! Del tipo che non si capisce cosa pensino esattamente: passano dal sorridere felicemente a rattristarsi di colpo! Ho apprezzato però che ci si sia concentrati su tutto il cast: ogni personaggio ha il proprio spazio, e c'è un tentativo di spiegare il perché del disordine mentale e della loro caratterizzazione...almeno credo. Le atmosfere sono sia comiche che tragiche, cioè ho la sensazione che il manga sia stato creato volutamente così, in maniera anormale per esprimere dei concetti che vogliono essere normali quali la libertà, l'essere amati e accettati, la famiglia, condividere qualcosa di speciale con qualcuno.
Di argomenti introdotti ce ne sono diversi, alcuni pure atipici come il cannibalismo o l'anoressia, come suggerisce il titolo, purtroppo molti non vengono approfonditi adeguatamente né tantomeno conclusi. Magari sono stati approfonditi e conclusi senza che me ne accorgessi. Magari sono stati approfonditi e conclusi in modo così strano che è come se non lo fossero stati. Chi lo sa, perché leggendolo nel complesso, questa potrebbe essere una di quelle storie che sembrano superficiali ma che in realtà hanno un significato profondo se viste in un'altra ottica. Il fatto è che alla sottoscritta non ha convinta completamente, una serie di WTF? per poi finire con qualcosa che non rende affatto tutto il caos generato finora.
Comunque, già dal fatto che le prime pagine vengono inaugurate con un "vuoi bere la mia pipì?" c'era da preoccuparsi. Non so esattamente cosa mi aspettassi, ma ciò che so è che per quanto cattivo, peculiare, volgare, malato, non sense e perverso, "Anorexia" è un'opera che rimane impressa, volente o nolente. L'autore è lo stesso di quell'altra perla incomprensibile conosciuta come Sasami-san @ Ganbaranai; chi ha avuto a che fare con questa serie si tenga pronto per affrontare un altro lavoro da continui [!!!]
I disegni, invece, sono a cura di un certo/a Nini, che usa un tratto moderno sul genere moe dominato prevalentemente dal character loli e shota, il che non infastidisce dato che i disegni sono puliti, espressivi e chiari anche nelle sequenze di movimento.