Gigantomachia
Da bambino ero un appassionato di miti e leggende e quindi il titolo di quest’opera mi ha riportato dei ricordi relativi alla mitologia greca. Zeus, vinto il padre, liberato i fratelli, scacciato i Titani, stabilitosi sull’Olimpo conosce la collera di nonna Gea (la Terra) che gli manda contro degli altri suoi figli: i Giganti. Non so quanto Miura conoscesse del mito greco o se l’impulso gli venisse dall’Attacco dei Giganti ma di certo quest’opera mi ha deluso.
Non nei disegni, nè per il fatto che sia un’opera monca: Miura narra secondo me quello che è il prologo di un’opera che poteva sostituire "Berserk" una volta finito, ma in realtà è una perdita di tempo. Miura narra una storia che non ti prende: disegni bellissimi ma la narrazione lascia diversi punti interrogativi.
I personaggi poi sono abbastanza piatti: si salva mala pena Prome. Delos così buono e piatto non mi piace, gli altri personaggi sono di contorno, gli stessi combattimenti che dovrebbero essere il punto forte in realtà non reggono il confronto con i migliori di "Berserk", niente in quest’opera è paragonabile alla saga del cavaliere oscuro!
Cerco di dare a Cesare ciò che è di Cesare: quello che leggo è un opera abbozzata di un grande autore in crisi di scrittura.
Voto: cinque
Non nei disegni, nè per il fatto che sia un’opera monca: Miura narra secondo me quello che è il prologo di un’opera che poteva sostituire "Berserk" una volta finito, ma in realtà è una perdita di tempo. Miura narra una storia che non ti prende: disegni bellissimi ma la narrazione lascia diversi punti interrogativi.
I personaggi poi sono abbastanza piatti: si salva mala pena Prome. Delos così buono e piatto non mi piace, gli altri personaggi sono di contorno, gli stessi combattimenti che dovrebbero essere il punto forte in realtà non reggono il confronto con i migliori di "Berserk", niente in quest’opera è paragonabile alla saga del cavaliere oscuro!
Cerco di dare a Cesare ciò che è di Cesare: quello che leggo è un opera abbozzata di un grande autore in crisi di scrittura.
Voto: cinque
"Gigantomachia" è un volume unico, edito da Planet Manga per l'Italia, ad opera del celeberrimo mangaka Kentaro Miura, famoso per aver creato "Berserk".
La storia ci catapulta sulla terra, in un'epoca non ben precisata nel futuro, presentandoci il viaggio di Delos e Prome, un nerboruto umano e un'entità ultraterrena con le sembianze di una bambina. La narrazione scorrerà veloce, dal momento che il lettore verrà immediatamente catapultato nel mezzo dell'azione, tralasciando gran parte del contesto in cui ci si ritrova immersi. Se dovessi decidere se questo possa essere considerato un valore aggiunto o un terribile demerito, purtroppo temo di dover pendere per lo più sulla seconda ipotesi, specialmente se si considera l'immane valore aggiunto che un worldbulding avrebbe potuto dare per la profondità narrativa di questa storia.
L'autore deciderà di darci un assaggio di quello che è il contesto della storia, preferendo di gran lunga concentrarsi sull'azione e i combattimenti che si verranno a creare, visto l'esiguo spazio a disposizione in un singolo volume, si potrebbe perdonare questa costruzione del volume, ma quando si viene introdotti in uno splendido mondo fantasy, anticipandoci creature gargantuesche e nefaste ambientazioni e poi si viene a conoscenza di un misero 1% di tutto ciò, non si può che rimanere delusi di quello che si ha in mano rispetto a quanto ci si sarebbe aspettato o immaginato.
Ovviamente rimane innegabile il grandissimo lavoro dietro alla costruzione di una storia, che riuscisse comunque ad avere un senso in un singolo volume e in parte l'obbiettivo si può dire raggiunto, purtroppo la vastità della "carte messa sul fuoco" non poteva che portare a più interrogativi insoluti, piuttosto che riflessioni positive, che potessero almeno in parte chiudere il cerchio della trama venutasi a creare.
I personaggi saranno prevalentemente ben caratterizzati, anche se ben poco sfaccettati, anzi saranno fin troppo estremizzati nella loro rappresentazione, che fanno perdere gran parte della loro credibilità senza un solido contesto su cui basarsi, di cui apprezzo il flebile tentativo che si è provato a fare, ma non bastano le azioni e due brevi vignette in merito, per permettermi di convincermi e far diventare veritiero quanto sto leggendo.
Inoltre l'enfasi rimarcata su taluni comportamenti, quali la sessualizzazione e il feticismo sulla "pioggia dorata" di Prome e l'estrema bontà che va oltre il dolore di Delos, che travalica l'incoscienza, potrebbero non essere ben accetti da ogni lettore.
Nel mio caso su Prome ho trovato riuscita la rappresentazione come un'essere innaturale, quindi riuscendo a passare oltre a queste rappresentazioni, mentre per Delos, non sono proprio riuscito a farmi persuadere della sua autenticità come personaggio, essendo fin troppo estremo come comportamento.
I disegni sono decisamente il punto forte dell'intero volume, è inutile decantare quanta sia la bravura del maestro nel rappresentare terribili mostri e nel frattempo delineare cosi perfettamente le sagome umane, per non parlare delle scelte registiche e di composizione delle tavole o l'immersività che si verrà a creare, nel vedere gran parte delle scene che rappresentavano un'azione, che sembravano prendere vita e muoversi davanti ai miei occhi.
L'edizione in mio possesso è la Maximum Edition, quindi di dimensioni pari all'edizione Maximum di "Berserk", senza sovraccoperta o pagine a colori, ma un semplicissimo volume di dimensioni per l'appunto maxi.
Ho trovato l'edizione senza infamia e senza lode, se la dimensione maggiorata sarà un piacere per gli occhi, potendo godere delle tavole in formato più grande, personalmente ho trovato la lettura veramente scomoda, costringendomi a dover cambiare posizione molto spesso, senza essere riuscito alla fine della sua fruizione, ad aver trovato un modo comodo ed adeguato per riuscire a leggere in tranquillità.
In conclusione, apprezzo che l'arte grafica del Sensei sia potuta rinascere sotto un'ulteriore forma, purtroppo non ho trovato spunti adeguati per poter promuovere la storia, apprezzando semplicemente la sua messa in atto, con scontri grandiosi di cui però non mi provocavano emozioni, come invece avrebbero dovuto, fallendo nel riuscire a coinvolgermi o farmi eventualmente fantasticare su possibili "what if", lasciandomi purtroppo particolarmente indifferente, se non per l'incommensurabile lavoro svolto nei disegni che si dimostrano particolarmente valevoli per l'intera economia di "Gigantomachia"
La storia ci catapulta sulla terra, in un'epoca non ben precisata nel futuro, presentandoci il viaggio di Delos e Prome, un nerboruto umano e un'entità ultraterrena con le sembianze di una bambina. La narrazione scorrerà veloce, dal momento che il lettore verrà immediatamente catapultato nel mezzo dell'azione, tralasciando gran parte del contesto in cui ci si ritrova immersi. Se dovessi decidere se questo possa essere considerato un valore aggiunto o un terribile demerito, purtroppo temo di dover pendere per lo più sulla seconda ipotesi, specialmente se si considera l'immane valore aggiunto che un worldbulding avrebbe potuto dare per la profondità narrativa di questa storia.
L'autore deciderà di darci un assaggio di quello che è il contesto della storia, preferendo di gran lunga concentrarsi sull'azione e i combattimenti che si verranno a creare, visto l'esiguo spazio a disposizione in un singolo volume, si potrebbe perdonare questa costruzione del volume, ma quando si viene introdotti in uno splendido mondo fantasy, anticipandoci creature gargantuesche e nefaste ambientazioni e poi si viene a conoscenza di un misero 1% di tutto ciò, non si può che rimanere delusi di quello che si ha in mano rispetto a quanto ci si sarebbe aspettato o immaginato.
Ovviamente rimane innegabile il grandissimo lavoro dietro alla costruzione di una storia, che riuscisse comunque ad avere un senso in un singolo volume e in parte l'obbiettivo si può dire raggiunto, purtroppo la vastità della "carte messa sul fuoco" non poteva che portare a più interrogativi insoluti, piuttosto che riflessioni positive, che potessero almeno in parte chiudere il cerchio della trama venutasi a creare.
I personaggi saranno prevalentemente ben caratterizzati, anche se ben poco sfaccettati, anzi saranno fin troppo estremizzati nella loro rappresentazione, che fanno perdere gran parte della loro credibilità senza un solido contesto su cui basarsi, di cui apprezzo il flebile tentativo che si è provato a fare, ma non bastano le azioni e due brevi vignette in merito, per permettermi di convincermi e far diventare veritiero quanto sto leggendo.
Inoltre l'enfasi rimarcata su taluni comportamenti, quali la sessualizzazione e il feticismo sulla "pioggia dorata" di Prome e l'estrema bontà che va oltre il dolore di Delos, che travalica l'incoscienza, potrebbero non essere ben accetti da ogni lettore.
Nel mio caso su Prome ho trovato riuscita la rappresentazione come un'essere innaturale, quindi riuscendo a passare oltre a queste rappresentazioni, mentre per Delos, non sono proprio riuscito a farmi persuadere della sua autenticità come personaggio, essendo fin troppo estremo come comportamento.
I disegni sono decisamente il punto forte dell'intero volume, è inutile decantare quanta sia la bravura del maestro nel rappresentare terribili mostri e nel frattempo delineare cosi perfettamente le sagome umane, per non parlare delle scelte registiche e di composizione delle tavole o l'immersività che si verrà a creare, nel vedere gran parte delle scene che rappresentavano un'azione, che sembravano prendere vita e muoversi davanti ai miei occhi.
L'edizione in mio possesso è la Maximum Edition, quindi di dimensioni pari all'edizione Maximum di "Berserk", senza sovraccoperta o pagine a colori, ma un semplicissimo volume di dimensioni per l'appunto maxi.
Ho trovato l'edizione senza infamia e senza lode, se la dimensione maggiorata sarà un piacere per gli occhi, potendo godere delle tavole in formato più grande, personalmente ho trovato la lettura veramente scomoda, costringendomi a dover cambiare posizione molto spesso, senza essere riuscito alla fine della sua fruizione, ad aver trovato un modo comodo ed adeguato per riuscire a leggere in tranquillità.
In conclusione, apprezzo che l'arte grafica del Sensei sia potuta rinascere sotto un'ulteriore forma, purtroppo non ho trovato spunti adeguati per poter promuovere la storia, apprezzando semplicemente la sua messa in atto, con scontri grandiosi di cui però non mi provocavano emozioni, come invece avrebbero dovuto, fallendo nel riuscire a coinvolgermi o farmi eventualmente fantasticare su possibili "what if", lasciandomi purtroppo particolarmente indifferente, se non per l'incommensurabile lavoro svolto nei disegni che si dimostrano particolarmente valevoli per l'intera economia di "Gigantomachia"
Non ho idea se Miura abbia avuto l'intenzione di scopiazzare un altro celebre manga, se abbia deciso di seguire la scia della gigantomania (gioco di parole?) di questi anni o semplicemente gli piacesse il tema. Non lo so e non posso saperlo, non essendo Miura e non avendo neppure letto il manga da cui avrebbe preso spunto.
Probabilmente il fatto che il volume, ricordiamo autoconclusivo, sia in medias res lascia un po' delusi, non potendo conoscere la biografia di Delos, non potendo sapere come e perché è stato scelto da Prome. Per il resto, Gigantomachia è giustamente autoconclusivo ed è giustamente senza un finale. Non potrebbe essere altrimenti, visto il tema. Parliamo di una situazione terrestre post-apocalittica, sebbene Miura abbia felicemente deciso di allontanarsi dalla solita antropofobia con l'uomo malvagio che per motivi egoistici distrugge la Terra con l'energia atomica sprigionata per cause belliche. Qui la Terra è semplicemente agli inizi di un nuovo ciclo, uno di quegli innumerevoli cicli dovuti ad estinzioni di massa per motivi assolutamente in linea con il cerchio ecologico. Chi è Prome? Per me ella rappresenta lo spirito vitale, quasi una sorta di Gea stessa, la quale ha (come spiega nel settimo capitolo) il compito di produrre biodiversità e fare in modo che l'uomo riesca ad inserirsi in questo tripudio di vita. Il Gigante, in tal senso, è solo un figlio della Terra, utilizzato da Prome per rinverdirla, ma utilizzato da qualcun altro per scopi imperialistici o di guadagno sociale. All'interno di questo sfondo, tanto poetico quanto di pura biologia, vi è la descrizione di una società arcaica e dedita alla sopravvivenza, quella degli uomini-coleottero, che vedono il Gigante "in stasi" semplicemente come un Dio prodigo, e un accenno ad una società più evoluta, simile a quella romana (almeno per il vestiario), dedita invece al saccheggio ed all'estensione territoriale, che in un qualche modo è riuscita a sfruttare i Giganti per il proprio tornaconto e che va in giro cercando di ottenerli tutti. A Probe, che non è immanente e non si vuole mischiare con i futili screzii inter-umani, interessa solo che i Giganti tornino alla Terra per far ricominciare il ciclo biologico. Che poi l'Impero sia la forza umana che in quel momento storico ha avuto la capacità di soggiogare i Giganti per i propri comodi a lei non interessa, non vuole punire l'imperiale per la sua ὕβϱις, non è una moralizzatrice.
È questo il bello di Gigantomachia: Miura ha adoperato la vicenda del piccolo popolo, mista alla violenza dello scontro con Ogun, per narrarci qualcosa di più grande, di molto più grande.
Questo è anche il motivo per cui il volume non ha una conclusione: il ciclo è infinito, è quasi l'eterno ritorno. Dopo che tutti i Giganti saranno tornati alla Terra e che, quindi, il patto tra Delos e Probe sarà estintosi, probabilmente ella scomparirà e ritornerà solamente dopo qualche decina di milioni di anni, per ricominciare tutto da capo.
Probabilmente il fatto che il volume, ricordiamo autoconclusivo, sia in medias res lascia un po' delusi, non potendo conoscere la biografia di Delos, non potendo sapere come e perché è stato scelto da Prome. Per il resto, Gigantomachia è giustamente autoconclusivo ed è giustamente senza un finale. Non potrebbe essere altrimenti, visto il tema. Parliamo di una situazione terrestre post-apocalittica, sebbene Miura abbia felicemente deciso di allontanarsi dalla solita antropofobia con l'uomo malvagio che per motivi egoistici distrugge la Terra con l'energia atomica sprigionata per cause belliche. Qui la Terra è semplicemente agli inizi di un nuovo ciclo, uno di quegli innumerevoli cicli dovuti ad estinzioni di massa per motivi assolutamente in linea con il cerchio ecologico. Chi è Prome? Per me ella rappresenta lo spirito vitale, quasi una sorta di Gea stessa, la quale ha (come spiega nel settimo capitolo) il compito di produrre biodiversità e fare in modo che l'uomo riesca ad inserirsi in questo tripudio di vita. Il Gigante, in tal senso, è solo un figlio della Terra, utilizzato da Prome per rinverdirla, ma utilizzato da qualcun altro per scopi imperialistici o di guadagno sociale. All'interno di questo sfondo, tanto poetico quanto di pura biologia, vi è la descrizione di una società arcaica e dedita alla sopravvivenza, quella degli uomini-coleottero, che vedono il Gigante "in stasi" semplicemente come un Dio prodigo, e un accenno ad una società più evoluta, simile a quella romana (almeno per il vestiario), dedita invece al saccheggio ed all'estensione territoriale, che in un qualche modo è riuscita a sfruttare i Giganti per il proprio tornaconto e che va in giro cercando di ottenerli tutti. A Probe, che non è immanente e non si vuole mischiare con i futili screzii inter-umani, interessa solo che i Giganti tornino alla Terra per far ricominciare il ciclo biologico. Che poi l'Impero sia la forza umana che in quel momento storico ha avuto la capacità di soggiogare i Giganti per i propri comodi a lei non interessa, non vuole punire l'imperiale per la sua ὕβϱις, non è una moralizzatrice.
È questo il bello di Gigantomachia: Miura ha adoperato la vicenda del piccolo popolo, mista alla violenza dello scontro con Ogun, per narrarci qualcosa di più grande, di molto più grande.
Questo è anche il motivo per cui il volume non ha una conclusione: il ciclo è infinito, è quasi l'eterno ritorno. Dopo che tutti i Giganti saranno tornati alla Terra e che, quindi, il patto tra Delos e Probe sarà estintosi, probabilmente ella scomparirà e ritornerà solamente dopo qualche decina di milioni di anni, per ricominciare tutto da capo.
"Gigantomakhia" è un breve sinen creato da Kentaro Miura, della durata di sette capitoli, racchiusi in un unico volume.
La vicenda è ambientata in un futuro molto lontano, dopo la fine di tutto, dove i miti risorgono; Delos, un ex gladiatore dalla forza strabiliante, insieme alla sua compagna Prome, una ragazza strana in grado di usare la magia, viaggiano tra i confini dell'impero in un deserto alla ricerca della tribù degli insetti lottatori. Una volta trovati, si lasciano catturare dalle guardie e vengono subito condannati a morte in un'arena, dove Delos dovrà combattere contro uno degli scarabei sacri, molto forte e conosciuto come l'eroe dell'arena, Ogun.
Essendo un singolo volume non mi aspettavo granché da quest'opera, ma qualche buon aspetto lo possiede, ad esempio ho trovato molto interessanti i disegni di Miura, già potuti ammirare in Berserk, che come sempre sono molto realistici e pieni di dettagli, la fisionomia di Delos e dei personaggi umani sono giustamente accettabili; gli insetti sono ben disegnati anche loro, il loro fisico è simile a quello dell'uomo ma con forme e dettagli che fanno la differenza.
Delos è il tipico personaggio forte e con grandi abilità, molto fedele nel combattimento, che rispecchia lo stile del gladiatore, ovvero dare spettacolo durante un match e vincere per vivere.
Non mi è sembrato di vedere originalità in quest'opera, forse perchè breve e senza ulteriori spiegazioni o dettagli sulla storia, però ho apprezzato molto i disegni di Miura e l'ambientazione.
Forse se Miura continuerà a disegnare e dare uno sviluppo a questa breve storia, diventerà una buona vicenda da seguire e collezionare magari.
La vicenda è ambientata in un futuro molto lontano, dopo la fine di tutto, dove i miti risorgono; Delos, un ex gladiatore dalla forza strabiliante, insieme alla sua compagna Prome, una ragazza strana in grado di usare la magia, viaggiano tra i confini dell'impero in un deserto alla ricerca della tribù degli insetti lottatori. Una volta trovati, si lasciano catturare dalle guardie e vengono subito condannati a morte in un'arena, dove Delos dovrà combattere contro uno degli scarabei sacri, molto forte e conosciuto come l'eroe dell'arena, Ogun.
Essendo un singolo volume non mi aspettavo granché da quest'opera, ma qualche buon aspetto lo possiede, ad esempio ho trovato molto interessanti i disegni di Miura, già potuti ammirare in Berserk, che come sempre sono molto realistici e pieni di dettagli, la fisionomia di Delos e dei personaggi umani sono giustamente accettabili; gli insetti sono ben disegnati anche loro, il loro fisico è simile a quello dell'uomo ma con forme e dettagli che fanno la differenza.
Delos è il tipico personaggio forte e con grandi abilità, molto fedele nel combattimento, che rispecchia lo stile del gladiatore, ovvero dare spettacolo durante un match e vincere per vivere.
Non mi è sembrato di vedere originalità in quest'opera, forse perchè breve e senza ulteriori spiegazioni o dettagli sulla storia, però ho apprezzato molto i disegni di Miura e l'ambientazione.
Forse se Miura continuerà a disegnare e dare uno sviluppo a questa breve storia, diventerà una buona vicenda da seguire e collezionare magari.
"Gigantomachia" è una storia fantasy di un unico volume scritta da Kentaro Miura.
Trama:
Siamo cento milioni di anni nel futuro e il nostro mondo, dopo vari cataclismi, è completamente cambiato e gli umani si sono dovuti adattare per sopravvivere a territori diventati ormai ostili, formando in questo modo nuove razze.
In questo mondo incontriamo i nostri protagonisti, Delos un ex-schiavo dal cuore puro e Prome, una ragazzina dai poteri speciali, che viaggiano nel deserto in cerca della tribù degli uomini-coleotteri. Purtroppo entrambi vengono catturati da quest'ultimi in quanto essi odiano gli Hyuu (umani) per tutte le atrocità che hanno commesso contro la loro gente. Delos sarà costretto a combattere per la sua vita contro Ogun, il campione degli uomini-coleotteri, ma intanto un Gigante dell'impero si sta avvicinando minacciosamente alla tribù.
Miura, Miura, Miura...
Per chi non sapesse chi fosse costui ve lo spiego brevemente. È l'autore di uno dei manga più belli mai creato fin'ora (e uno dei miei preferiti in assoluto) ossia "Berserk". Fosse famoso solo per quello...
Purtroppo lui è uno di quei autori che di tanto in tanto spariscono per poi ricomparire dopo tanto tempo con un nuovo capitolo. E quindi, una serie che conta ben 37 volumi e che va avanti dal 1989 (!) è ancora in corso e nessuno sa quando finirà.
Ma non siamo qui per parlare di queste cose (ormai i fan di "Berserk" hanno quasi accettato questo destino crudele).
Il manga aveva già avuto delle critiche anche prima che uscisse o che fosse definitivamente finito. I motivi sono due: il primo è perché in molti chiedono che l'autore continui a disegnare "Berserk" (fa tre capitoli e scompare per tantissimo tempo).
Il secondo invece è perché molti credono che abbia deciso di sfruttare il successo di "Shingeki no Kyojin" utilizzando i giganti. Non so se Miura abbia voluto cogliere la palla al balzo o, come dice lui, questa era una storia che voleva scrivere già da tempo, ma non posso negare che questo volumetto sia stato fatto bene.
Il manga in questione prende il nome dalla guerra che i Giganti (Ctoni) ingaggiarono contro gli Dei dell'Olimpo per volere della loro madre Gaia. Per chi conosce bene questo mito moltissime citazioni (alcune delle quali molto sottili e ben congegnate) piaceranno di sicuro in quanto si capisce che l'autore si sia informato parecchio sull'argomento.
I giganti qui rappresentati sono divisi in due categorie: quelli che fanno parte dell'Impero (chiamati giganti dell'Olimpo) e quelli invece che fanno parte di Gaia. Al contrario del mito qui i ruoli si invertono e sono i giganti dell'Olimpo ad essere gli antagonisti.
Da notare anche i nomi dei nostri protagonisti. Soprattutto Prome ha un nome che può essere avvicinato a quello di Prometeo (e non è casuale la scelta del nome).
I riferimenti sono tanti e chi conosce bene la mitologia (o ne è appassionato come me) apprezzerà parecchio.
Per quanto riguarda lo sviluppo della trama mi è piaciuto l'approccio avuto nella prima parte. Si inizia con l'essere già catapultati in questo mondo completamente diverso da quel che conosciamo, dando così un'aura di mistero che incuriosisce il lettore. Anche l'arrivo alla città degli uomini-coleotteri è ben fatta in quanto ci spiega chiaramente come è strutturata la loro città, i loro usi e i loro costumi.
La seconda parte è meno interessante non per ciò che succede ma per via del ritmo troppo frenetico. Qui assistiamo allo scontro fra giganti che, nonostante sia stato bello da vedere, è risultato troppo breve e anche gli ultimi momenti con la tribù dei Myuu (gli uomini-coleotteri) è stata fatta un po' in fretta, come se volesse finire il prima possibile la storia.
C'è anche da dire che non esiste un vero e proprio finale e qui mi sorge una domanda: resterà un volume unico o verrà fatta una serie? Il mondo in cui si muovono Delos e Prome è incredibilmente vasto e sarebbe interessante vederli di nuovo in azione incontrando nuove razze e spiegando molte cose riguardo l'Impero e i giganti.
I personaggi principali sono caratterizzati molto bene. Nonostante la breve durata del volume proveremo simpatia per entrambi, specialmente per Delos. Simpatico anche le gag tra i due che ci faranno affezionare ancor di più a questa bizzarra coppia.
Per finire in bellezza parliamo del disegno. Miura è ormai famoso per i suoi bellissimi disegni che in certe tavole sembrano veri e propri quadri. C'è una cura quasi maniacale sia per i paesaggi sia per i personaggi. Anche le creature presenti sono ben dettagliate e alcune di loro sembrano usciti fuori proprio da "Berserk". Su quest'argomento non c'è nient'altro da dire. I disegni sono perfetti.
Quindi, nonostante abbia dei difetti, Gigantomachia è una storia piacevole e per nulla pesante. Sarei molto curioso di sapere cosa avrà in mente di fare Miura con quest'opera.
Trama:
Siamo cento milioni di anni nel futuro e il nostro mondo, dopo vari cataclismi, è completamente cambiato e gli umani si sono dovuti adattare per sopravvivere a territori diventati ormai ostili, formando in questo modo nuove razze.
In questo mondo incontriamo i nostri protagonisti, Delos un ex-schiavo dal cuore puro e Prome, una ragazzina dai poteri speciali, che viaggiano nel deserto in cerca della tribù degli uomini-coleotteri. Purtroppo entrambi vengono catturati da quest'ultimi in quanto essi odiano gli Hyuu (umani) per tutte le atrocità che hanno commesso contro la loro gente. Delos sarà costretto a combattere per la sua vita contro Ogun, il campione degli uomini-coleotteri, ma intanto un Gigante dell'impero si sta avvicinando minacciosamente alla tribù.
Miura, Miura, Miura...
Per chi non sapesse chi fosse costui ve lo spiego brevemente. È l'autore di uno dei manga più belli mai creato fin'ora (e uno dei miei preferiti in assoluto) ossia "Berserk". Fosse famoso solo per quello...
Purtroppo lui è uno di quei autori che di tanto in tanto spariscono per poi ricomparire dopo tanto tempo con un nuovo capitolo. E quindi, una serie che conta ben 37 volumi e che va avanti dal 1989 (!) è ancora in corso e nessuno sa quando finirà.
Ma non siamo qui per parlare di queste cose (ormai i fan di "Berserk" hanno quasi accettato questo destino crudele).
Il manga aveva già avuto delle critiche anche prima che uscisse o che fosse definitivamente finito. I motivi sono due: il primo è perché in molti chiedono che l'autore continui a disegnare "Berserk" (fa tre capitoli e scompare per tantissimo tempo).
Il secondo invece è perché molti credono che abbia deciso di sfruttare il successo di "Shingeki no Kyojin" utilizzando i giganti. Non so se Miura abbia voluto cogliere la palla al balzo o, come dice lui, questa era una storia che voleva scrivere già da tempo, ma non posso negare che questo volumetto sia stato fatto bene.
Il manga in questione prende il nome dalla guerra che i Giganti (Ctoni) ingaggiarono contro gli Dei dell'Olimpo per volere della loro madre Gaia. Per chi conosce bene questo mito moltissime citazioni (alcune delle quali molto sottili e ben congegnate) piaceranno di sicuro in quanto si capisce che l'autore si sia informato parecchio sull'argomento.
I giganti qui rappresentati sono divisi in due categorie: quelli che fanno parte dell'Impero (chiamati giganti dell'Olimpo) e quelli invece che fanno parte di Gaia. Al contrario del mito qui i ruoli si invertono e sono i giganti dell'Olimpo ad essere gli antagonisti.
Da notare anche i nomi dei nostri protagonisti. Soprattutto Prome ha un nome che può essere avvicinato a quello di Prometeo (e non è casuale la scelta del nome).
I riferimenti sono tanti e chi conosce bene la mitologia (o ne è appassionato come me) apprezzerà parecchio.
Per quanto riguarda lo sviluppo della trama mi è piaciuto l'approccio avuto nella prima parte. Si inizia con l'essere già catapultati in questo mondo completamente diverso da quel che conosciamo, dando così un'aura di mistero che incuriosisce il lettore. Anche l'arrivo alla città degli uomini-coleotteri è ben fatta in quanto ci spiega chiaramente come è strutturata la loro città, i loro usi e i loro costumi.
La seconda parte è meno interessante non per ciò che succede ma per via del ritmo troppo frenetico. Qui assistiamo allo scontro fra giganti che, nonostante sia stato bello da vedere, è risultato troppo breve e anche gli ultimi momenti con la tribù dei Myuu (gli uomini-coleotteri) è stata fatta un po' in fretta, come se volesse finire il prima possibile la storia.
C'è anche da dire che non esiste un vero e proprio finale e qui mi sorge una domanda: resterà un volume unico o verrà fatta una serie? Il mondo in cui si muovono Delos e Prome è incredibilmente vasto e sarebbe interessante vederli di nuovo in azione incontrando nuove razze e spiegando molte cose riguardo l'Impero e i giganti.
I personaggi principali sono caratterizzati molto bene. Nonostante la breve durata del volume proveremo simpatia per entrambi, specialmente per Delos. Simpatico anche le gag tra i due che ci faranno affezionare ancor di più a questa bizzarra coppia.
Per finire in bellezza parliamo del disegno. Miura è ormai famoso per i suoi bellissimi disegni che in certe tavole sembrano veri e propri quadri. C'è una cura quasi maniacale sia per i paesaggi sia per i personaggi. Anche le creature presenti sono ben dettagliate e alcune di loro sembrano usciti fuori proprio da "Berserk". Su quest'argomento non c'è nient'altro da dire. I disegni sono perfetti.
Quindi, nonostante abbia dei difetti, Gigantomachia è una storia piacevole e per nulla pesante. Sarei molto curioso di sapere cosa avrà in mente di fare Miura con quest'opera.
"Gigantomachia" è un'opera che è stata pesantemente attaccata da moltissimi, spesso anche prima di essere letta.
Le critiche più comunemente mosse sono state relative al fatto che, secondo molti, Miura dovrebbe concentrarsi su "Berserk", invece di iniziare nuovi progetti. Altri ancora, invece, hanno criticato il tema dei giganti, che secondo molti è scopiazzato da "Shingeki no Kyojin", e l'irriverenza (qualcuno direbbe feticismo) di alcune scene.
La mia opinione è che faccia bene staccare ogni tanto e pensare a qualcosa di diverso, quando si ha il blocco dello scrittore e che quindi "Gigantomachia" potrebbe essere una buona scusa, per Miura, per trovare una ventata di novità e tornare più ispirato anche per i lavori sospesi.
Per quanto riguarda il tema dei giganti, mi pare evidente che si tratta di un qualcosa che è pesantemente diverso da "Shingeki no Koijin". Se l'abbia fatto per ispirazione basata su questo manga e anime di successo, o se l'abbia fatto per mostrare che l'idea ce l'aveva avuta prima lui (mi hanno riferito che aveva affermato questa cosa) oppure - come spero - semplicemente perché gli è venuta in mente una buona storia, poco importa. Da ora, inizio a parlare del manga a prescindere dal gossip e dalle speculazioni.
Gigantomachia prende il titolo dalla lotta tra gli Ctonia (ventiquattro giganti metà bestie e metà umani figli di Gea o Gaia) e gli dei dell'Olimpo. Le citazioni di questo mito sono molto sottili e bisogna, come sempre, stare attenti ed essere buoni osservatori per coglierle, perché i giapponesi sono dei maestri nel citare e omaggiare in maniera discreta grandi opere.
Il manga ruota intorno ai due protagonisti: Prome e Delos, il cui ruolo è di trovare i giganti e liberarli dal giogo dell'impero, che li usa come armi.
Prome è una ragazzina che viene chiamata divinità, ma anche spettro (per Delos è una divinità e per il popolo dello Scarabeo è uno spettro). Il suo nome ricorda quello di Prometeo (Prometheus), e io personalmente ne ho letto la similitudine nel suo ruolo di portatrice di vita e luce in un mondo che è stato reso buio e povero di forme di vita a seguito di una non meglio definita rappresaglia da parte di un non meglio specificato "impero".
Delos prende il nome dalla città natale di Apollo e Artemide: Delo. Città greca, secondo il mito è stata creata da Zeus a partire dal cadavere di Asteria, figlia dei titani Ceo e Perse, che, trasformata in quaglia, era precipitata nel mar Egeo. Qui la citazione consiste nel fatto che Delos ha la benedizione dei giganti e... va beh, evito lo spoiler!
Delos è un wrestler e questo può essere ricondotto al fatto che l'unica forma di lotta corpo a corpo conosciuta nell'età classica (nel Mediterraneo) era la lotta greco-romana (simile al wrestling moderno).
E' interessante notare che Miura inverte i ruoli. Qui i cattivi sono i giganti dell'Olimpo, che combattono per l'impero (non è chiaro se l'impero si chiami Olimpo o meno, ma i giganti imperiali vengono chiamati "giganti dell'Olimpo" da Prome), mentre i buoni sono i giganti che combattono per Gaia (che in realtà è uno).
Secondo il mito, nella gigantomachia, i giganti vengono sconfitti perché gli dei chiedono aiuto ad Eracle. Infatti i giganti, secondo la mitologia greca, possono essere sconfitti soltanto dalla collaborazione tra un dio e un semidio. Qui la citazione è chiarissima e, a mio avviso, geniale: nell'opera di Miura, infatti, lo stratagemma viene utilizzato da Gaia e non dall'Olimpo. Delos (che è simile a un semidio, per via della benedizione dei Giganti) e Prome (dea), uniscono le loro forze e sono gli unici ad avere la capacità e la forza di sconfiggere i giganti e piegarli al loro volere; cioè portarli a ricongiungersi con la loro madre Gaia (che nel manga è reso straordinariamente grazie a una poeticissima fusione che dona la vita).
Una interpretazione storica della gigantomachia greca è rappresentata da una lotta tra i greci e delle civiltà non elleniche che adoravano la madre terra (i Greci l'avevano declassata a sorella di Zeus, Demetra). Secondo la ricostruzione, vinsero gli ellenici, imponendo il loro pantheon.
Effettivamente, anche questo elemento è riscontrabile in Gigantomachia di Miura, poiché la più importante battaglia si svolge tra l'impero (che non riconosce la divinità delle altre popolazioni e tantomeno Gaia) e il popolo dello Scarabeo, che venera una divinità fusa con Gaia. L'impero li cerca e vuole cacciarli per "derubarli del loro dio", come si afferma nel manga.
Le battaglie sono molto ben disegnate e, anche se parecchio lente, sono appropriate, in quanto trasmettono esattamente la ragione per cui si svolgono. La sintesi e la lentezza della battaglia giocano decisamente a favore, in un contesto simile. Sia perché c'è più tempo per i ragionamenti e l'esplicitazione dei sentimenti, sia perché nelle scene che riguardano i giganti, è più evidente la massa dei lottatori. A questo proposito, c'è da dire che come al solito il tratto di Miura è magistrale e la sua resa grafica dei giganti è davvero impressionante.
L'irriverenza, a volte è superflua, ma trovo che non sia del tutto male, allentare la serietà dei temi trattati dai personaggi con scene comico-feticiste qua e là. Se si abbandona la rigidità tipica degli occidentali nei confronti delle perversioni, ci si può anche fare una risata.
In conclusione, trovo che Gigantomachia sia una storia davvero bella e interessante e a tratti divertente. I personaggi sono molto particolari e hanno molte potenzialità, così come anche la storia e il background. In effetti io penso che Miura dovrebbe pensare di fare di questo volumetto unico, un pretesto per iniziare una nuova serie di Gigantomachia (anche con altri protagonisti, volendo).
Concludo invitando i detrattori a criticare di meno e cercare di comprendere di più la chiave di lettura di certe opere che magari non comprendono appieno inizialmente. Bisogna essere mentalmente aperti per leggere ed apprezzare ciò che è distante da noi. In questo caso, bisogna anche avere una base di cultura storico-letteraria, per saper apprezzare.
Le critiche più comunemente mosse sono state relative al fatto che, secondo molti, Miura dovrebbe concentrarsi su "Berserk", invece di iniziare nuovi progetti. Altri ancora, invece, hanno criticato il tema dei giganti, che secondo molti è scopiazzato da "Shingeki no Kyojin", e l'irriverenza (qualcuno direbbe feticismo) di alcune scene.
La mia opinione è che faccia bene staccare ogni tanto e pensare a qualcosa di diverso, quando si ha il blocco dello scrittore e che quindi "Gigantomachia" potrebbe essere una buona scusa, per Miura, per trovare una ventata di novità e tornare più ispirato anche per i lavori sospesi.
Per quanto riguarda il tema dei giganti, mi pare evidente che si tratta di un qualcosa che è pesantemente diverso da "Shingeki no Koijin". Se l'abbia fatto per ispirazione basata su questo manga e anime di successo, o se l'abbia fatto per mostrare che l'idea ce l'aveva avuta prima lui (mi hanno riferito che aveva affermato questa cosa) oppure - come spero - semplicemente perché gli è venuta in mente una buona storia, poco importa. Da ora, inizio a parlare del manga a prescindere dal gossip e dalle speculazioni.
Gigantomachia prende il titolo dalla lotta tra gli Ctonia (ventiquattro giganti metà bestie e metà umani figli di Gea o Gaia) e gli dei dell'Olimpo. Le citazioni di questo mito sono molto sottili e bisogna, come sempre, stare attenti ed essere buoni osservatori per coglierle, perché i giapponesi sono dei maestri nel citare e omaggiare in maniera discreta grandi opere.
Il manga ruota intorno ai due protagonisti: Prome e Delos, il cui ruolo è di trovare i giganti e liberarli dal giogo dell'impero, che li usa come armi.
Prome è una ragazzina che viene chiamata divinità, ma anche spettro (per Delos è una divinità e per il popolo dello Scarabeo è uno spettro). Il suo nome ricorda quello di Prometeo (Prometheus), e io personalmente ne ho letto la similitudine nel suo ruolo di portatrice di vita e luce in un mondo che è stato reso buio e povero di forme di vita a seguito di una non meglio definita rappresaglia da parte di un non meglio specificato "impero".
Delos prende il nome dalla città natale di Apollo e Artemide: Delo. Città greca, secondo il mito è stata creata da Zeus a partire dal cadavere di Asteria, figlia dei titani Ceo e Perse, che, trasformata in quaglia, era precipitata nel mar Egeo. Qui la citazione consiste nel fatto che Delos ha la benedizione dei giganti e... va beh, evito lo spoiler!
Delos è un wrestler e questo può essere ricondotto al fatto che l'unica forma di lotta corpo a corpo conosciuta nell'età classica (nel Mediterraneo) era la lotta greco-romana (simile al wrestling moderno).
E' interessante notare che Miura inverte i ruoli. Qui i cattivi sono i giganti dell'Olimpo, che combattono per l'impero (non è chiaro se l'impero si chiami Olimpo o meno, ma i giganti imperiali vengono chiamati "giganti dell'Olimpo" da Prome), mentre i buoni sono i giganti che combattono per Gaia (che in realtà è uno).
Secondo il mito, nella gigantomachia, i giganti vengono sconfitti perché gli dei chiedono aiuto ad Eracle. Infatti i giganti, secondo la mitologia greca, possono essere sconfitti soltanto dalla collaborazione tra un dio e un semidio. Qui la citazione è chiarissima e, a mio avviso, geniale: nell'opera di Miura, infatti, lo stratagemma viene utilizzato da Gaia e non dall'Olimpo. Delos (che è simile a un semidio, per via della benedizione dei Giganti) e Prome (dea), uniscono le loro forze e sono gli unici ad avere la capacità e la forza di sconfiggere i giganti e piegarli al loro volere; cioè portarli a ricongiungersi con la loro madre Gaia (che nel manga è reso straordinariamente grazie a una poeticissima fusione che dona la vita).
Una interpretazione storica della gigantomachia greca è rappresentata da una lotta tra i greci e delle civiltà non elleniche che adoravano la madre terra (i Greci l'avevano declassata a sorella di Zeus, Demetra). Secondo la ricostruzione, vinsero gli ellenici, imponendo il loro pantheon.
Effettivamente, anche questo elemento è riscontrabile in Gigantomachia di Miura, poiché la più importante battaglia si svolge tra l'impero (che non riconosce la divinità delle altre popolazioni e tantomeno Gaia) e il popolo dello Scarabeo, che venera una divinità fusa con Gaia. L'impero li cerca e vuole cacciarli per "derubarli del loro dio", come si afferma nel manga.
Le battaglie sono molto ben disegnate e, anche se parecchio lente, sono appropriate, in quanto trasmettono esattamente la ragione per cui si svolgono. La sintesi e la lentezza della battaglia giocano decisamente a favore, in un contesto simile. Sia perché c'è più tempo per i ragionamenti e l'esplicitazione dei sentimenti, sia perché nelle scene che riguardano i giganti, è più evidente la massa dei lottatori. A questo proposito, c'è da dire che come al solito il tratto di Miura è magistrale e la sua resa grafica dei giganti è davvero impressionante.
L'irriverenza, a volte è superflua, ma trovo che non sia del tutto male, allentare la serietà dei temi trattati dai personaggi con scene comico-feticiste qua e là. Se si abbandona la rigidità tipica degli occidentali nei confronti delle perversioni, ci si può anche fare una risata.
In conclusione, trovo che Gigantomachia sia una storia davvero bella e interessante e a tratti divertente. I personaggi sono molto particolari e hanno molte potenzialità, così come anche la storia e il background. In effetti io penso che Miura dovrebbe pensare di fare di questo volumetto unico, un pretesto per iniziare una nuova serie di Gigantomachia (anche con altri protagonisti, volendo).
Concludo invitando i detrattori a criticare di meno e cercare di comprendere di più la chiave di lettura di certe opere che magari non comprendono appieno inizialmente. Bisogna essere mentalmente aperti per leggere ed apprezzare ciò che è distante da noi. In questo caso, bisogna anche avere una base di cultura storico-letteraria, per saper apprezzare.
In un futuro apocalittico con imperi opprimenti, ribelli in armonia con la natura, panorami mozzafiato e condizioni di sopravvivenza al limite, si muovono i nostri protagonisti, il tarchiato ex gladiatore Delos e la misteriosa creatura dalle sembianze di ragazza Prome.
Ci trovate qualcosa di già visto, rivisto, sentito e risentito? Anch'io, ma del resto è lì l'abilità dell'autore.
Kentaro Miura è un autore avvezzo alle serie lunghe, come berserk, ed avrebbe fatto meglio a continuare così. I suoi sono personaggi ben caratterizzati, che ci fanno schierare da subito con o contro di loro, e solitamente a ballare sulle nostre posizioni via via che la vicenda si snoda.
Purtroppo qui non si snoda affatto, non viene chiarito chi siano questi due personaggi, come si sono conosciuti, qual è la situazione, inoltre vengono inseriti termini inventati (o comunque piuttosto tecnici) il cui significato non è dato sapere.
Delos è un personaggio molto interessante, meno tragico del protagonista del capolavoro di Miura ma sarà la lunghezza, però sarebbe stato meglio saperne di più.
Discorso ancora più valido per Prome (essendo un volume unico mi fermo qui per non spoilerare) e sul rapporto tra i due.
Sul tratto grafico nulla da dire, è crudo, lineare, chiaro, e come sempre non si fa scrupolo a sottolineare ogni difetto o pregio con assoluto realismo, e gli sfondi rimangono nel cuore (ed io solitamente gli bado poco ma questo autore merita).
Il volumetto è comico, simpatico, spesso tragico e pieno di lotte. Insomma, sarebbe stata una serie carina, magari anche se limitata a tre-cinque volumi.
Ci trovate qualcosa di già visto, rivisto, sentito e risentito? Anch'io, ma del resto è lì l'abilità dell'autore.
Kentaro Miura è un autore avvezzo alle serie lunghe, come berserk, ed avrebbe fatto meglio a continuare così. I suoi sono personaggi ben caratterizzati, che ci fanno schierare da subito con o contro di loro, e solitamente a ballare sulle nostre posizioni via via che la vicenda si snoda.
Purtroppo qui non si snoda affatto, non viene chiarito chi siano questi due personaggi, come si sono conosciuti, qual è la situazione, inoltre vengono inseriti termini inventati (o comunque piuttosto tecnici) il cui significato non è dato sapere.
Delos è un personaggio molto interessante, meno tragico del protagonista del capolavoro di Miura ma sarà la lunghezza, però sarebbe stato meglio saperne di più.
Discorso ancora più valido per Prome (essendo un volume unico mi fermo qui per non spoilerare) e sul rapporto tra i due.
Sul tratto grafico nulla da dire, è crudo, lineare, chiaro, e come sempre non si fa scrupolo a sottolineare ogni difetto o pregio con assoluto realismo, e gli sfondi rimangono nel cuore (ed io solitamente gli bado poco ma questo autore merita).
Il volumetto è comico, simpatico, spesso tragico e pieno di lotte. Insomma, sarebbe stata una serie carina, magari anche se limitata a tre-cinque volumi.
"Gigantomachia" è un manga di un solo volume, scritto e disegnato da Kentaro Miura, famoso autore dell'ormai storico "Berserk".
Anziché dedicarsi a continuare, per non dire concludere, la sua opera più famosa, il bravo Miura realizza invece un volume unico sui giganti perché come ha detto lui, ad un certo punto gli è venuta l'ispirazione per una storia sui giganti.
Di sicuro non c'entra affatto che in Giappone e nel resto del mondo "Shingeki no Kyojin - L'attacco dei Giganti" abbia avuto un successo strepitoso. No, sicuramente no…
Tornando a questo "Gigantomachia", abbiamo una storia ambientata in un lontano futuro, dove sulla Terra a causa di alcune catastrofi ambientali, la vita si è evoluta in nuove forme e gli umani non sono più la specie dominante.
In questo ambiente, viaggiano Delos e Prome. Il primo un ragazzo muscoloso dal cuore d'oro, l'altra all'apparenza una graziosa bambina, dotata di misteriosi poteri. I due si imbattono in una tribù di uomini coleotteri e vengono catturati. Ben presto però, tutti dovranno fare i conti con un misterioso gigante, arrivato ad attaccare il villaggio degli uomini coleotteri.
Per quel che riguarda la storia in sé, a me è sembrata solo appena discreta. L'inizio in quasi medias res, senza spiegazione alcuna sul mondo e sulla situazione in cui i protagonisti si trovano, funziona abbastanza bene, ma già quando compaiono gli uomini coleotteri, tutta la vicenda inizia a perdere d'interesse. Troppo tempo speso a spiegare chi sono gli abitanti di questa tribù e perché si comportano a quel modo con Delos e Prome.
Le cose si fanno un po' più interessanti con la comparsa del gigante, ma poi iniziano le scopiazzature da "Shingeki no Kyojin" (non scrivo cosa, ma riguarda il potere del protagonista, chi conosce il manga capirà a cosa mi riferisco), e dopo un breve combattimento, è tutto finito. La storia non ha nemmeno un vero finale, finendo per sembrare solo una sorta di pilota per quella che potrebbe essere una serie dato che da quel dicono i personaggi alla fine, il loro viaggio sarà ancora lungo.
I personaggi però sono interessanti e ben caratterizzati. I due protagonisti hanno personalità e anche in poche pagine riescono a lasciare il segno con i loro dialoghi e modi di fare o pensare, Delos in particolare. Sono simpatiche anche le maliziose gag con Prome. Non si può dire invece lo stesso degli altri comprimari, che visto anche il numero esiguo di pagine fanno solo da mere comparse.
Oltre a questo, rimangono gli splendidi disegni di Miura e dei suoi assistenti. Le tavole sono davvero belle da vedere, specialmente alcune doppie pagine verso la fine. Il design di mostri e creature non sfigura di fronte a quello dei mostri di "Berserk" e sembrano venuti fuori dagli stessi sogni o incubi. È da segnalare che il volume in Italia è stato pubblicato in due formati: standard e maxi (lo stesso della collana "Maximum Berserk" ). Per apprezzare ancora di più i disegni, è ideale comprare il volume nella versione in maxi formato, mentre se siete interessati solo alla storia o al mero collezionismo in quanto fan dell'autore, il volume in formato standard è più che sufficiente.
Due parole solo sul titolo: "Gigantomachia" è la parola con cui viene definita la guerra tra Giganti e divinità dell'Olimpo raccontata nella mitologia greca. Purtroppo il titolo è ingannevole, dato che a parte in alcuni dialoghi, che lasciano presagire sviluppi futuri che non ci saranno (sempre che Miura non decida di proseguire) la storia non è in alcun modo legata agli eventi del mito.
In breve dunque, il volume è consigliato quasi solamente ai fan dell'autore e dei suoi disegni in particolare perché è davvero molto ben illustrato. La storia invece non convince completamente ma essendo solo un volume unico rimane comunque una lettura sufficientemente gradevole.
Anziché dedicarsi a continuare, per non dire concludere, la sua opera più famosa, il bravo Miura realizza invece un volume unico sui giganti perché come ha detto lui, ad un certo punto gli è venuta l'ispirazione per una storia sui giganti.
Di sicuro non c'entra affatto che in Giappone e nel resto del mondo "Shingeki no Kyojin - L'attacco dei Giganti" abbia avuto un successo strepitoso. No, sicuramente no…
Tornando a questo "Gigantomachia", abbiamo una storia ambientata in un lontano futuro, dove sulla Terra a causa di alcune catastrofi ambientali, la vita si è evoluta in nuove forme e gli umani non sono più la specie dominante.
In questo ambiente, viaggiano Delos e Prome. Il primo un ragazzo muscoloso dal cuore d'oro, l'altra all'apparenza una graziosa bambina, dotata di misteriosi poteri. I due si imbattono in una tribù di uomini coleotteri e vengono catturati. Ben presto però, tutti dovranno fare i conti con un misterioso gigante, arrivato ad attaccare il villaggio degli uomini coleotteri.
Per quel che riguarda la storia in sé, a me è sembrata solo appena discreta. L'inizio in quasi medias res, senza spiegazione alcuna sul mondo e sulla situazione in cui i protagonisti si trovano, funziona abbastanza bene, ma già quando compaiono gli uomini coleotteri, tutta la vicenda inizia a perdere d'interesse. Troppo tempo speso a spiegare chi sono gli abitanti di questa tribù e perché si comportano a quel modo con Delos e Prome.
Le cose si fanno un po' più interessanti con la comparsa del gigante, ma poi iniziano le scopiazzature da "Shingeki no Kyojin" (non scrivo cosa, ma riguarda il potere del protagonista, chi conosce il manga capirà a cosa mi riferisco), e dopo un breve combattimento, è tutto finito. La storia non ha nemmeno un vero finale, finendo per sembrare solo una sorta di pilota per quella che potrebbe essere una serie dato che da quel dicono i personaggi alla fine, il loro viaggio sarà ancora lungo.
I personaggi però sono interessanti e ben caratterizzati. I due protagonisti hanno personalità e anche in poche pagine riescono a lasciare il segno con i loro dialoghi e modi di fare o pensare, Delos in particolare. Sono simpatiche anche le maliziose gag con Prome. Non si può dire invece lo stesso degli altri comprimari, che visto anche il numero esiguo di pagine fanno solo da mere comparse.
Oltre a questo, rimangono gli splendidi disegni di Miura e dei suoi assistenti. Le tavole sono davvero belle da vedere, specialmente alcune doppie pagine verso la fine. Il design di mostri e creature non sfigura di fronte a quello dei mostri di "Berserk" e sembrano venuti fuori dagli stessi sogni o incubi. È da segnalare che il volume in Italia è stato pubblicato in due formati: standard e maxi (lo stesso della collana "Maximum Berserk" ). Per apprezzare ancora di più i disegni, è ideale comprare il volume nella versione in maxi formato, mentre se siete interessati solo alla storia o al mero collezionismo in quanto fan dell'autore, il volume in formato standard è più che sufficiente.
Due parole solo sul titolo: "Gigantomachia" è la parola con cui viene definita la guerra tra Giganti e divinità dell'Olimpo raccontata nella mitologia greca. Purtroppo il titolo è ingannevole, dato che a parte in alcuni dialoghi, che lasciano presagire sviluppi futuri che non ci saranno (sempre che Miura non decida di proseguire) la storia non è in alcun modo legata agli eventi del mito.
In breve dunque, il volume è consigliato quasi solamente ai fan dell'autore e dei suoi disegni in particolare perché è davvero molto ben illustrato. La storia invece non convince completamente ma essendo solo un volume unico rimane comunque una lettura sufficientemente gradevole.
Opera del 2014, "Gigantomachia" nasce come volume autoconclusivo dalle mani di Kentaro Miura, autore famoso grazie al suo "Berserk" (oramai in corso dal 1988). In un pianeta Terra del futuro in cui si sono susseguiti diversi cataclismi, la vita ha subito notevoli cambiamenti. La razza umana non è più la stessa, l'istinto di sopravvivenza l'ha portata ad adattarsi ad ambienti divenuti col tempo ostili. La simbiosi con numerose altre specie animali e vegetali ha dato vita a razze diverse. In questo contesto troviamo Delos, un guerriero scampato dalla schiavitù, che viene accompagnato nel suo viaggio da Prome, un'essere dall'aspetto di giovane fanciulla con poteri misteriosi. Alla ricerca delle varie civiltà umanoidi sviluppatesi attorno ai Giganti dormienti, si troveranno a vagare per il deserto ai margini dell'Impero fino a giungere a una civiltà che ha trovato il suo equilibrio ibridandosi con gli scarabei.
L'edizione Planet manga recensita è la Artist Edition con formato Maximum (come per Berserk), senza sovraccoperta, al prezzo di 7,50€. Esiste poi una versione con formato classico a 5,00€. Edizione senza troppi pregi (se non per il formato grande), né evidenti difetti (anche il prezzo "ci può stare", tendente all'eccessivo per la qualità del volume).
Il tratto di Miura è ottimo, dettagliato, sprigiona potenza e risulta essere perfetto per definire corpi massicci. Il formato grande fa la sua parte mostrando le tavole in tutta la loro qualità.
Cenno storico, con "Gigantomachia" (dal greco: γίγας, gigante, e μαχή, battaglia) viene definita la lotta che i Giganti ingaggiarono contro gli Dei dell'Olimpo, aizzati dalla loro madre Gea e dai Titani. È interessante evidenziare come alcune informazioni su questo mito vengano accennate da Miura senza però approfondire il discorso proprio per non dare un imput troppo dettagliato alla trama che già giova di numerosi misteri che mischiano magia e mito alla scienza.
Volume autoconclusivo o possibile serie? Bel dilemma, viene presentato come lavoro concluso, ma leggendolo si nota come sia ben predisposto per evolvere in una serie. Anche se solo superficialmente, vengono dati molti spunti per una trama di ampio respiro ed enormi potenzialità di sviluppo, dal concetto stesso di Gigante che viene utilizzato sia come arma (dall'Impero) che come fonte di vita (dalla civiltà minacciata), alla storia personale dei due protagonisti (accennata solamente). Il viaggio poi è un elemento classico che si ritrova in molti fumetti e da adito ad altrettanti pensieri scontati sulla sua possibile evoluzione. In sostanza funziona sia come lavoro breve che come possibile prologo di una storia ben più complessa e longeva, non dando un finale ben definito (al contrario, rimane apertissimo), ma soprattutto un inizio chiaro.
Gigantomachia risulta essere una lettura piacevole, scorrevole e che riesce a catturare l'attenzione per molteplici fattori, dal disegno alla buona caratterizzazione dei protagonisti, alla trama. Sicuramente le potenzialità per una serie ci sono, ma nulla toglie che possa essere apprezzato anche come storia breve.
L'edizione Planet manga recensita è la Artist Edition con formato Maximum (come per Berserk), senza sovraccoperta, al prezzo di 7,50€. Esiste poi una versione con formato classico a 5,00€. Edizione senza troppi pregi (se non per il formato grande), né evidenti difetti (anche il prezzo "ci può stare", tendente all'eccessivo per la qualità del volume).
Il tratto di Miura è ottimo, dettagliato, sprigiona potenza e risulta essere perfetto per definire corpi massicci. Il formato grande fa la sua parte mostrando le tavole in tutta la loro qualità.
Cenno storico, con "Gigantomachia" (dal greco: γίγας, gigante, e μαχή, battaglia) viene definita la lotta che i Giganti ingaggiarono contro gli Dei dell'Olimpo, aizzati dalla loro madre Gea e dai Titani. È interessante evidenziare come alcune informazioni su questo mito vengano accennate da Miura senza però approfondire il discorso proprio per non dare un imput troppo dettagliato alla trama che già giova di numerosi misteri che mischiano magia e mito alla scienza.
Volume autoconclusivo o possibile serie? Bel dilemma, viene presentato come lavoro concluso, ma leggendolo si nota come sia ben predisposto per evolvere in una serie. Anche se solo superficialmente, vengono dati molti spunti per una trama di ampio respiro ed enormi potenzialità di sviluppo, dal concetto stesso di Gigante che viene utilizzato sia come arma (dall'Impero) che come fonte di vita (dalla civiltà minacciata), alla storia personale dei due protagonisti (accennata solamente). Il viaggio poi è un elemento classico che si ritrova in molti fumetti e da adito ad altrettanti pensieri scontati sulla sua possibile evoluzione. In sostanza funziona sia come lavoro breve che come possibile prologo di una storia ben più complessa e longeva, non dando un finale ben definito (al contrario, rimane apertissimo), ma soprattutto un inizio chiaro.
Gigantomachia risulta essere una lettura piacevole, scorrevole e che riesce a catturare l'attenzione per molteplici fattori, dal disegno alla buona caratterizzazione dei protagonisti, alla trama. Sicuramente le potenzialità per una serie ci sono, ma nulla toglie che possa essere apprezzato anche come storia breve.