P&Me - Policeman and me
Nota: la recensione contiene possibili spoiler.
“Policeman & Me" è una serie shoujo in corso di pubblicazione in Italia e nel momento in cui scrivo questa recensione siamo arrivati al volume 14 (di 16). Se siete attirati dal titolo mossi dall'idea di trovare una storia d'amore struggente tra un uomo adulto e una studentessa del liceo, suggerisco di indirizzare lo sguardo verso altri orizzonti. “Policeman & Me" infatti è la storia di una relazione che si fonde con altri temi non propriamente romantici. Il protagonista principale di questo manga è Kota e la sua comunità verso la quale presta servizio come diligente poliziotto. Se siete pronti a digerire una serie manga in cui i temi principali sono i disagi sociali, l'amicizia e le piccole sventure di quartiere allora potrete godervi quest'opera sicuramente unica nel panorama shoujo manga italiano.
L’inizio della trama segue un copione noto agli amanti dello shoujo, salvo deviare già nel secondo volume verso tematiche meno romantiche. Kako e Kota si conoscono in un Gōkon, un appuntamento al buio di gruppo in cui i sessi opposti si incontrano. Kako partecipa alla serata nei panni di una bella ventiduenne, mentre Kota mostra il suo lato più simpatico e piacevole. La sintonia che scatta tra loro è immediata e gli eventi presto sveleranno cosa si nasconde dietro le loro identità infiocchettate per la serata. Kako non è un'affascinante donna ventiduenne ma una studentessa liceale sognatrice. Kota non è solo l’audace simpatico ragazzo attirato dal sesso debole, ma un poliziotto rigoroso e disciplinato. Quando i due inizieranno a giocare a carte scoperte prenderà piede una relazione atipica dove diventerà fondamentale preservare il loro segreto per contenere i timori dei genitori di lei e per mantenere le apparenze nella comunità.
A ravvivare e rendere diversa questa storia contribuisce il contesto in cui sono inseriti i protagonisti. Le avventure di Kota e Kako non sono narrate in una metropoli dove è facile mimetizzarsi tra le folle ai semafori e i locali. Entrambi vivono un luogo in cui le vite di perfetti sconosciuti si incrociano facilmente e dove chiamare la stazione di polizia garantisce l’intervento delle forze dell’ordine in pochi minuti. Un luogo dove le vicende del passato sono sempre vive nei ricordi dei suoi protagonisti, perché le strade sono sempre le stesse e le vite dei suoi cittadini evolvono nel tempo più che nello spazio. Sono elementi poco attraenti per chi è abituato alle letture allestite nelle dinamiche scolastiche e metropolitane, soprattutto se amanti degli shoujo. In questo caso particolare, invece, sono aspetti del contesto che non possono essere trascurati perché hanno un impatto su un poliziotto chiamato a garantire la serenità della cittadina e dei suoi quartieri, soprattutto sulla sua visibilità e sulla sua relazione di coppia.
"P&Me" è una lettura scorrevole, non così ordinaria come potrebbe apparire. La relazione tra Kako e Kota offre il pretesto per affondare il naso nelle situazioni di coppia tra una minorenne e un poliziotto, spaziando verso altri temi. Anche la cittadina più tranquilla, infatti, può rivelare dei disagi sociali che ne minano la vivibilità. La segnalazione più superficiale può nascondere un sottosuolo di problematiche sociali e adolescenziali, che l’autrice propone con delicatezza e non dimenticando la lente shoujo. Quest'ultima è alimentata dai punti di vista del razionale Kota e della fiduciosa Kako. Kota apprenderà dai suoi casi quando attivare la testa e il cuore, affrontando i dilemmi tipici della sua professione: quando fare il proprio dovere non combacia sempre con il fare la cosa giusta.
Dallo spazio dato al personaggio di Kota e alle sue vicende si comprende che in questo manga il personaggio maschile è la bussola. L’autrice propone dei flashback che raccontano il passato di Kota e gli eventi che lo hanno spinto a scegliere la professione di poliziotto di quartiere. La sua prossimità fisica con le vittime e la sua forte motivazione al ruolo lo rendono un amante assente e indecifrabile (e bacchettone) agli occhi di una Kako nel pieno dell’età dei batticuori. Il modo fanciullesco e ingenuo con cui la protagonista si approccia ai problemi le si riverserà sotto forma di imprevisti a sue spese, in cui Kota non mancherà dal tirarla fuori dai guai.
La caratterizzazione dei personaggi è funzionale all’andamento della trama, con particolare attenzione verso gli attori secondari e amici della coppia. Credo che Kota sia un personaggio maschile interessante ma allo stesso tempo ingessato dal suo personaggio pubblico. Vengono alla luce molto bene i suoi dilemmi professionali, il suo passato e i suoi valori. Se spostiamo il suo personaggio nell'ambito privato, tra le mura di casa, manca di genuinità e audacia. Il personaggio femminile è poco incisivo, l'incauta e finta ventiduenne nei volumi successivi lascia il posto ad una ragazzetta imbranata e incantata dal potere dell'uniforme. L'accoppiamento con un personaggio deciso come Kota adombra le sue qualità, rendendola poco vicina nelle attitudini alle adolescenti di nuova generazione. Nel momento in cui scrivo, le vicende sono entrate nell'arco narrativo finale e qualcosa sembra evolvere da parte di entrambi: Kako mette il naso fuori dal mondo scolastico, iniziando a domandarsi cosa può esistere oltre il suo sogno di coppia; Kota si interroga sul suo rapporto fisico con Kako e sull'effetto negativo per la coppia di essere sempre cauti e controllati.
Quando l'asse narrativo si sposta dalle vicende pubbliche a quelle private, la storia perde il suo mordente. L'intimità di coppia è quasi assente e questo contribuisce a rallentare l'interesse dei lettori alla ricerca delle atmosfere romantiche. E' importante in questo senso fare attenzione a come si scelgono i titoli e al modo in cui li si pubblicizza, perché basta poco (una recensione, una copertina, un canale di promozione) per creare le aspettative e perdere la fiducia di un target di lettori appassionato ed esigente.
Considero "Policeman&Me" una serie particolare e una scelta editoriale per alcuni versi coraggiosa. I temi nel piatto sono tanti e scomodi: il rapporto con una minorenne; la necessità di preservare le apparenze e le convenzioni sociali; i ritmi di lavoro usuranti; i disagi sociali delle fasce più deboli; la delinquenza minorile, la violenza domestica e l'abbandono. Non credo che sia una serie per tutti i lettori. Con questo non intendo affermare che lo apprezza solo chi è in grado di decifrarlo con una analisi letteraria acuta. Semplicemente appartiene ad un genere che attira difficilmente i target di lettori "in blocco": non ha abbastanza romance per essere una storia d'amore; non ha sufficiente azione per essere considerato poliziesco. Personalmente sono contenta di averlo in libreria e lo suggerisco se siete aperti/e a opere dalla trama e lo stile narrativo ibrido.
“Policeman & Me" è una serie shoujo in corso di pubblicazione in Italia e nel momento in cui scrivo questa recensione siamo arrivati al volume 14 (di 16). Se siete attirati dal titolo mossi dall'idea di trovare una storia d'amore struggente tra un uomo adulto e una studentessa del liceo, suggerisco di indirizzare lo sguardo verso altri orizzonti. “Policeman & Me" infatti è la storia di una relazione che si fonde con altri temi non propriamente romantici. Il protagonista principale di questo manga è Kota e la sua comunità verso la quale presta servizio come diligente poliziotto. Se siete pronti a digerire una serie manga in cui i temi principali sono i disagi sociali, l'amicizia e le piccole sventure di quartiere allora potrete godervi quest'opera sicuramente unica nel panorama shoujo manga italiano.
L’inizio della trama segue un copione noto agli amanti dello shoujo, salvo deviare già nel secondo volume verso tematiche meno romantiche. Kako e Kota si conoscono in un Gōkon, un appuntamento al buio di gruppo in cui i sessi opposti si incontrano. Kako partecipa alla serata nei panni di una bella ventiduenne, mentre Kota mostra il suo lato più simpatico e piacevole. La sintonia che scatta tra loro è immediata e gli eventi presto sveleranno cosa si nasconde dietro le loro identità infiocchettate per la serata. Kako non è un'affascinante donna ventiduenne ma una studentessa liceale sognatrice. Kota non è solo l’audace simpatico ragazzo attirato dal sesso debole, ma un poliziotto rigoroso e disciplinato. Quando i due inizieranno a giocare a carte scoperte prenderà piede una relazione atipica dove diventerà fondamentale preservare il loro segreto per contenere i timori dei genitori di lei e per mantenere le apparenze nella comunità.
A ravvivare e rendere diversa questa storia contribuisce il contesto in cui sono inseriti i protagonisti. Le avventure di Kota e Kako non sono narrate in una metropoli dove è facile mimetizzarsi tra le folle ai semafori e i locali. Entrambi vivono un luogo in cui le vite di perfetti sconosciuti si incrociano facilmente e dove chiamare la stazione di polizia garantisce l’intervento delle forze dell’ordine in pochi minuti. Un luogo dove le vicende del passato sono sempre vive nei ricordi dei suoi protagonisti, perché le strade sono sempre le stesse e le vite dei suoi cittadini evolvono nel tempo più che nello spazio. Sono elementi poco attraenti per chi è abituato alle letture allestite nelle dinamiche scolastiche e metropolitane, soprattutto se amanti degli shoujo. In questo caso particolare, invece, sono aspetti del contesto che non possono essere trascurati perché hanno un impatto su un poliziotto chiamato a garantire la serenità della cittadina e dei suoi quartieri, soprattutto sulla sua visibilità e sulla sua relazione di coppia.
"P&Me" è una lettura scorrevole, non così ordinaria come potrebbe apparire. La relazione tra Kako e Kota offre il pretesto per affondare il naso nelle situazioni di coppia tra una minorenne e un poliziotto, spaziando verso altri temi. Anche la cittadina più tranquilla, infatti, può rivelare dei disagi sociali che ne minano la vivibilità. La segnalazione più superficiale può nascondere un sottosuolo di problematiche sociali e adolescenziali, che l’autrice propone con delicatezza e non dimenticando la lente shoujo. Quest'ultima è alimentata dai punti di vista del razionale Kota e della fiduciosa Kako. Kota apprenderà dai suoi casi quando attivare la testa e il cuore, affrontando i dilemmi tipici della sua professione: quando fare il proprio dovere non combacia sempre con il fare la cosa giusta.
Dallo spazio dato al personaggio di Kota e alle sue vicende si comprende che in questo manga il personaggio maschile è la bussola. L’autrice propone dei flashback che raccontano il passato di Kota e gli eventi che lo hanno spinto a scegliere la professione di poliziotto di quartiere. La sua prossimità fisica con le vittime e la sua forte motivazione al ruolo lo rendono un amante assente e indecifrabile (e bacchettone) agli occhi di una Kako nel pieno dell’età dei batticuori. Il modo fanciullesco e ingenuo con cui la protagonista si approccia ai problemi le si riverserà sotto forma di imprevisti a sue spese, in cui Kota non mancherà dal tirarla fuori dai guai.
La caratterizzazione dei personaggi è funzionale all’andamento della trama, con particolare attenzione verso gli attori secondari e amici della coppia. Credo che Kota sia un personaggio maschile interessante ma allo stesso tempo ingessato dal suo personaggio pubblico. Vengono alla luce molto bene i suoi dilemmi professionali, il suo passato e i suoi valori. Se spostiamo il suo personaggio nell'ambito privato, tra le mura di casa, manca di genuinità e audacia. Il personaggio femminile è poco incisivo, l'incauta e finta ventiduenne nei volumi successivi lascia il posto ad una ragazzetta imbranata e incantata dal potere dell'uniforme. L'accoppiamento con un personaggio deciso come Kota adombra le sue qualità, rendendola poco vicina nelle attitudini alle adolescenti di nuova generazione. Nel momento in cui scrivo, le vicende sono entrate nell'arco narrativo finale e qualcosa sembra evolvere da parte di entrambi: Kako mette il naso fuori dal mondo scolastico, iniziando a domandarsi cosa può esistere oltre il suo sogno di coppia; Kota si interroga sul suo rapporto fisico con Kako e sull'effetto negativo per la coppia di essere sempre cauti e controllati.
Quando l'asse narrativo si sposta dalle vicende pubbliche a quelle private, la storia perde il suo mordente. L'intimità di coppia è quasi assente e questo contribuisce a rallentare l'interesse dei lettori alla ricerca delle atmosfere romantiche. E' importante in questo senso fare attenzione a come si scelgono i titoli e al modo in cui li si pubblicizza, perché basta poco (una recensione, una copertina, un canale di promozione) per creare le aspettative e perdere la fiducia di un target di lettori appassionato ed esigente.
Considero "Policeman&Me" una serie particolare e una scelta editoriale per alcuni versi coraggiosa. I temi nel piatto sono tanti e scomodi: il rapporto con una minorenne; la necessità di preservare le apparenze e le convenzioni sociali; i ritmi di lavoro usuranti; i disagi sociali delle fasce più deboli; la delinquenza minorile, la violenza domestica e l'abbandono. Non credo che sia una serie per tutti i lettori. Con questo non intendo affermare che lo apprezza solo chi è in grado di decifrarlo con una analisi letteraria acuta. Semplicemente appartiene ad un genere che attira difficilmente i target di lettori "in blocco": non ha abbastanza romance per essere una storia d'amore; non ha sufficiente azione per essere considerato poliziesco. Personalmente sono contenta di averlo in libreria e lo suggerisco se siete aperti/e a opere dalla trama e lo stile narrativo ibrido.