Kamen Boxer
Avendo sentito parlare bene del maestro Kazuhiko Shimamoto ho deciso di provare a leggere qualche sua opera: ho iniziato con il volume unico uscito nel 1989 per la Tokume Shoten dedicato all’eroe “boxeur mascherato”.
Premetto che ho gustato in passato vari manga dedicati a questo sport: Ashita no Joe, One Pound Gospel, Katsu!!… e tutti mi hanno soddisfatto. Questo partiva con un gap enorme riuscire a creare un’opera sportiva interessante in solo volume.
Certo ci sono autore, tipo Rumiko Takahashi, che riescono a darti un capolavoro con un racconto di venti pagine, ma di Takahashi c’è ne una.
Per carità si capisce sin dal primo dei cinque episodi di questo manga che quest’opera è nata per essere breve e che la boxe è usata come pretesto per un manga scanzonato in cui l’autore si dimostra deciso a farti ridere.
Il problema è che cerca la risata facile… e quando uno ha letto tanti manga comici certi trucchi infantili non funzionano più. Considero dunque persa la ragione sociale del manga, ma anche se non mi ha fatto ridere devo ammettere che mi ha fatto passare un’oretta senza annoiarmi.
Secondo problema: anche se i disegni non sono brutti sono comunque abbastanza datati: vi faccio qualche titolo di manga usciti quell’anno e subito capirete che c’erano in circolazione già fumetti caratterizzati da un buon disegno, tipo "Berserk" di Kentaro Miura, "Video Girl Ai" di Masakazu Katsura, "Keiji il magnifico" di Tetsuo Hara, "Offered" di Ryoichi Ikegami… insomma Shimamoto è legato ancora alla vecchia scuola.
Mi chiederete ne consigli la lettura? Direi di no. Questa è un’opera cui assegno a malapena la sufficienza.
Si, si legge ma in circolazione ci sono tante cose migliori.
Premetto che ho gustato in passato vari manga dedicati a questo sport: Ashita no Joe, One Pound Gospel, Katsu!!… e tutti mi hanno soddisfatto. Questo partiva con un gap enorme riuscire a creare un’opera sportiva interessante in solo volume.
Certo ci sono autore, tipo Rumiko Takahashi, che riescono a darti un capolavoro con un racconto di venti pagine, ma di Takahashi c’è ne una.
Per carità si capisce sin dal primo dei cinque episodi di questo manga che quest’opera è nata per essere breve e che la boxe è usata come pretesto per un manga scanzonato in cui l’autore si dimostra deciso a farti ridere.
Il problema è che cerca la risata facile… e quando uno ha letto tanti manga comici certi trucchi infantili non funzionano più. Considero dunque persa la ragione sociale del manga, ma anche se non mi ha fatto ridere devo ammettere che mi ha fatto passare un’oretta senza annoiarmi.
Secondo problema: anche se i disegni non sono brutti sono comunque abbastanza datati: vi faccio qualche titolo di manga usciti quell’anno e subito capirete che c’erano in circolazione già fumetti caratterizzati da un buon disegno, tipo "Berserk" di Kentaro Miura, "Video Girl Ai" di Masakazu Katsura, "Keiji il magnifico" di Tetsuo Hara, "Offered" di Ryoichi Ikegami… insomma Shimamoto è legato ancora alla vecchia scuola.
Mi chiederete ne consigli la lettura? Direi di no. Questa è un’opera cui assegno a malapena la sufficienza.
Si, si legge ma in circolazione ci sono tante cose migliori.
