Ten Count
Premessa: Essedo un'opera datata, ovviamente e purtroppo dovrò ricorrere a fare dei lievi spoiler.
10 Conto. Trattasi di un'opera yaoi di buona fattura, ma di lieve spessore. La trama vede come protagonista Shirotani Tadaomi, un uomo, con ben poco testosterone, che lavora come segretario in un'azienda. Sempre vestito elegantemente, Shirotani soffre di misofobia, che vuol dire paura dei microbi e di un'ipotetica insudiciata con il mondo circostante alla persona che soffre di questo disturbo. Insomma una sorta di disturbo ossessivo compulsivo che prende il sopravvento delle persone non permettendogli di compiere azioni che, liberate da questo disturbo non faticherebbero a compiere. Shirotani soffre di questo disturbo in concomitanza con una vita principalmente solitaria e più dedita al lavoro che alla persona, come direbbe Marx, un vero e proprio proletario alienato dalla sua reale condizione per colpa del lavoro. Un giorno Shirotani conoscerà un giovane psicoterapeuta di nome Kurose Riku. Egli, interessato alla presenza fisica del nostro protagonista, deciderà in maniera molto scontrosa di permettere a Shriotani di seguire un percorso di riabilitazione dal disturbo della misofobia a gratis, sembra quasi di trovarci d'innanzi ad uno stereotipo di socialismo pratico. La storia prosegue tra le vicende di questi nostri due principali personaggi, che per superare il disturbo, o in qualche modo mitigarlo, seguiranno le direttive di una lista nella quale il nostro caro Shirotani, sotto consiglio dello psicoterapeuta, avrà segnato 10 azioni che vorrebbe riuscire a compire, realizzando quindi una sorta di linea guida per fuoriuscire dalla misofobia acuta. Ovviamente trattandosi dei nostri due maschioni da competizione, si arriverà al coito e al reciproco amore, ma come ci si arriverà a questa nostra importante meta?
Anzi tutto occorre raffigurare i nostri due protagonisti in maniera tecnica.
Shirotani Tadaomi: Un personaggio che ovviamente ricade nella fede, e non spettro come si tende in maniera acritica a credere, dell'Uke. Ovviamente è una persona debole e dai tratti femminili, questo per via di una mancanza di testosterone che non gli è stato somministrato da piccolo... ok sto divagando... insomma, quello che DEVE rappresentare questo personaggio è l'essere passivo, l'essere schiavo di un rapporto di dominio, basato sul predominio dell'altro...
Kurose Riku: Ovviamente, essendo più alto e serioso, è il nostro bel manzone Seme della storia, ed essendo anche uno PISSicanalista, appare come molto misterioso, tetro ed interessante, tuttavia, dal passato intrigante; ed in realtà la sua storia è di gran lunga la parte più bella dell'intera opera.
Ciò che questa storia manca è proprio un che di originalità nei rapporti, don't get me wrong! anche io non posso non eccitarmi d'innanzi a si tali ed esaltanti scene di pseudo-masochismo del sesso, il cosi detto "stupro con consenso", come già il caro ed insuperabile Croix89 ha fatto notare nel video sullo stupro, noi esseri umani, sopra tutto noi maschi, bianchi ed occidentali, abbiamo un desiderio oramai millenario di oppressione delle minoranze, mi si perdoni l'iperbole metaforica. Quando l'uke del rapporto viene penetrato e piange di dolore e di piacere per via della prestanza fisica del "suo" seme, in realtà assistiamo ad un seme che domina il SUO uke, schiavismo allo stato puro. Ma finché si tratta di un rapporto amoroso, ci può stare, come scriveva quella grandissima checca rivoluzionaria di Mario Mieli, l'amore senza violenza non si potrebbe definire tale! E, come sempre, ha perfettamente ragione, ma Mieli è anche colui che sostiene l'anarchia del sesso, chi, in un rapporto da', deve anche essere disposto a ricevere, solo così si distrugge quell'idea di dominio basato sul rapporto carnale stesso, che la fisica dei nostri corpi ci impone. Noi si deve essere più forti della natura!
Per questi motivi, ritengo che questa storia in alcuni punti importanti toppi non poco: Per primo abbiamo il rapporto con il padre di Shirotani, il quale assume un ruolo di desiderio intrinseco per il nostro protagonista, ma mai in realtà, nella storia effettiva, compia chissà quale ruolo. Il rapporto tra Shirotani e quella gran' baldracc... di Ueda, la quale nonostante quello che ha provocato al nostro povero ed indifeso Shirotani, avrà un ritorno nell'ultimo volume utile, come Chamberlain in Cecoslovacchia nel 1939, quella scenetta al bar la si poteva risparmiare, anzi, ora che ci scrivo, tutto il sesto ed ultimo volume lo si poteva benissimamente risparmiare.
Il rapporto tra lo scrittore Nishigaki e Kurose era la cosa più bella e tenera dell'intero manga, il fatto che non sia avvenuto alcun tipo di profondo significato, quasi religioso al riguardo, lo si deve al mancato suicidio. Se lo scrittore si fosse veramente suicidato, allora Kurose sarebbe stato di conseguenza ancora più profondo ed interessante, poiché, sarebbe stato ancora più dilaniato e straziato dai sensi di colpa, rivelando quindi una maggiore umanità di quanto non avvenga nell'opera, ed avrebbe anche perso il ruolo di bastardo della coppia, come molti fan della storia hanno fatto notare all'autrice. Questo mancato significato, ha a mio avviso, rovinato di molto il finale dell'opera, che così facendo perde valore e profondità.
E poi, l'ultima critica va alla psicoanalisi, che fredda i rapporti umani manco la formula quadratica possa freddare le aspettative di gioia di uno studente liceale che non si è preparato per il compito di algebra in classe. La psicoanalisi alla fine, CVD, non ha aiutato il nostro protagonista, il quale deve ora convivere con una misofobia attenuta, in aggiunta ad un violento, seppur a tratti affascinante seme.
Il fatto che Kurose possa essere stato l'uke di qualcuno, anche se solo nell'ottica di una fervida immaginazione, e che alla fine da tale regno (quello dell'immaginazione) non sia uscita, poteva essere di gran lunga l'asticella di un voto superiore per quest'opera, che tutto sommato, grazie all'analisi psicologica e ai disegni, riesce a ritagliarsi un voto onesto e positivo.
10 Conto. Trattasi di un'opera yaoi di buona fattura, ma di lieve spessore. La trama vede come protagonista Shirotani Tadaomi, un uomo, con ben poco testosterone, che lavora come segretario in un'azienda. Sempre vestito elegantemente, Shirotani soffre di misofobia, che vuol dire paura dei microbi e di un'ipotetica insudiciata con il mondo circostante alla persona che soffre di questo disturbo. Insomma una sorta di disturbo ossessivo compulsivo che prende il sopravvento delle persone non permettendogli di compiere azioni che, liberate da questo disturbo non faticherebbero a compiere. Shirotani soffre di questo disturbo in concomitanza con una vita principalmente solitaria e più dedita al lavoro che alla persona, come direbbe Marx, un vero e proprio proletario alienato dalla sua reale condizione per colpa del lavoro. Un giorno Shirotani conoscerà un giovane psicoterapeuta di nome Kurose Riku. Egli, interessato alla presenza fisica del nostro protagonista, deciderà in maniera molto scontrosa di permettere a Shriotani di seguire un percorso di riabilitazione dal disturbo della misofobia a gratis, sembra quasi di trovarci d'innanzi ad uno stereotipo di socialismo pratico. La storia prosegue tra le vicende di questi nostri due principali personaggi, che per superare il disturbo, o in qualche modo mitigarlo, seguiranno le direttive di una lista nella quale il nostro caro Shirotani, sotto consiglio dello psicoterapeuta, avrà segnato 10 azioni che vorrebbe riuscire a compire, realizzando quindi una sorta di linea guida per fuoriuscire dalla misofobia acuta. Ovviamente trattandosi dei nostri due maschioni da competizione, si arriverà al coito e al reciproco amore, ma come ci si arriverà a questa nostra importante meta?
Anzi tutto occorre raffigurare i nostri due protagonisti in maniera tecnica.
Shirotani Tadaomi: Un personaggio che ovviamente ricade nella fede, e non spettro come si tende in maniera acritica a credere, dell'Uke. Ovviamente è una persona debole e dai tratti femminili, questo per via di una mancanza di testosterone che non gli è stato somministrato da piccolo... ok sto divagando... insomma, quello che DEVE rappresentare questo personaggio è l'essere passivo, l'essere schiavo di un rapporto di dominio, basato sul predominio dell'altro...
Kurose Riku: Ovviamente, essendo più alto e serioso, è il nostro bel manzone Seme della storia, ed essendo anche uno PISSicanalista, appare come molto misterioso, tetro ed interessante, tuttavia, dal passato intrigante; ed in realtà la sua storia è di gran lunga la parte più bella dell'intera opera.
Ciò che questa storia manca è proprio un che di originalità nei rapporti, don't get me wrong! anche io non posso non eccitarmi d'innanzi a si tali ed esaltanti scene di pseudo-masochismo del sesso, il cosi detto "stupro con consenso", come già il caro ed insuperabile Croix89 ha fatto notare nel video sullo stupro, noi esseri umani, sopra tutto noi maschi, bianchi ed occidentali, abbiamo un desiderio oramai millenario di oppressione delle minoranze, mi si perdoni l'iperbole metaforica. Quando l'uke del rapporto viene penetrato e piange di dolore e di piacere per via della prestanza fisica del "suo" seme, in realtà assistiamo ad un seme che domina il SUO uke, schiavismo allo stato puro. Ma finché si tratta di un rapporto amoroso, ci può stare, come scriveva quella grandissima checca rivoluzionaria di Mario Mieli, l'amore senza violenza non si potrebbe definire tale! E, come sempre, ha perfettamente ragione, ma Mieli è anche colui che sostiene l'anarchia del sesso, chi, in un rapporto da', deve anche essere disposto a ricevere, solo così si distrugge quell'idea di dominio basato sul rapporto carnale stesso, che la fisica dei nostri corpi ci impone. Noi si deve essere più forti della natura!
Per questi motivi, ritengo che questa storia in alcuni punti importanti toppi non poco: Per primo abbiamo il rapporto con il padre di Shirotani, il quale assume un ruolo di desiderio intrinseco per il nostro protagonista, ma mai in realtà, nella storia effettiva, compia chissà quale ruolo. Il rapporto tra Shirotani e quella gran' baldracc... di Ueda, la quale nonostante quello che ha provocato al nostro povero ed indifeso Shirotani, avrà un ritorno nell'ultimo volume utile, come Chamberlain in Cecoslovacchia nel 1939, quella scenetta al bar la si poteva risparmiare, anzi, ora che ci scrivo, tutto il sesto ed ultimo volume lo si poteva benissimamente risparmiare.
Il rapporto tra lo scrittore Nishigaki e Kurose era la cosa più bella e tenera dell'intero manga, il fatto che non sia avvenuto alcun tipo di profondo significato, quasi religioso al riguardo, lo si deve al mancato suicidio. Se lo scrittore si fosse veramente suicidato, allora Kurose sarebbe stato di conseguenza ancora più profondo ed interessante, poiché, sarebbe stato ancora più dilaniato e straziato dai sensi di colpa, rivelando quindi una maggiore umanità di quanto non avvenga nell'opera, ed avrebbe anche perso il ruolo di bastardo della coppia, come molti fan della storia hanno fatto notare all'autrice. Questo mancato significato, ha a mio avviso, rovinato di molto il finale dell'opera, che così facendo perde valore e profondità.
E poi, l'ultima critica va alla psicoanalisi, che fredda i rapporti umani manco la formula quadratica possa freddare le aspettative di gioia di uno studente liceale che non si è preparato per il compito di algebra in classe. La psicoanalisi alla fine, CVD, non ha aiutato il nostro protagonista, il quale deve ora convivere con una misofobia attenuta, in aggiunta ad un violento, seppur a tratti affascinante seme.
Il fatto che Kurose possa essere stato l'uke di qualcuno, anche se solo nell'ottica di una fervida immaginazione, e che alla fine da tale regno (quello dell'immaginazione) non sia uscita, poteva essere di gran lunga l'asticella di un voto superiore per quest'opera, che tutto sommato, grazie all'analisi psicologica e ai disegni, riesce a ritagliarsi un voto onesto e positivo.
Parto dal presupposto che io leggo questo genere ovvero yaoi solo se si tratta di storie un po' fuori dal comune con trame particolari.
Proprio per questo, incuriosito dalla trama, ho deciso per l'acquisto di Ten count. Le vicende partono dall'incontro tra uno psicoterapeuta, Kurose, e un segretario d'azienda, Shirotani.
Quest'ultimo soffre di un disturbo ovvero la misofobia che ,senza alcuna spiegazione iniziale, il terapeuta decide di trattare gratuitamente.
La storia parte quindi con un ottimo spunto che prosegue per l'intero arco narrativo, se si tralasciano le scene esplicite di sesso, che possono piacere o no. Si scoprono i motivi per cui i due protagonisti si comportano in questa maniera; Shirotani è misofobo, Kurose è determinato ad aiutarlo a tutti i costi a superare il suo disturbo. Entrambi hanno un passato particolare che secondo me ha arricchito il racconto e non poco, portandolo a non essere in tutto e per tutto come i classici yaoi.
Un punto negativo lo evidenzio in alcuni tratti di trama che potevano essere sviluppati un po' meglio, in modo meno frettoloso. Nel complesso regge comunque bene fino alla fine.
I disegni sono gradevoli ed i volumi si leggono bene senza annoiarsi.
Anche le scene di sesso seppur molte, non le ho trovate volgari; Certo se vi fa schifo vedere due uomini che amoreggiano lasciate perdere proprio l'opera. Non fa per voi.
Non eccelsa come storia ma sicuramente apprezzata con un bel finale.
Come voto assegno un 7 meritato .
Proprio per questo, incuriosito dalla trama, ho deciso per l'acquisto di Ten count. Le vicende partono dall'incontro tra uno psicoterapeuta, Kurose, e un segretario d'azienda, Shirotani.
Quest'ultimo soffre di un disturbo ovvero la misofobia che ,senza alcuna spiegazione iniziale, il terapeuta decide di trattare gratuitamente.
La storia parte quindi con un ottimo spunto che prosegue per l'intero arco narrativo, se si tralasciano le scene esplicite di sesso, che possono piacere o no. Si scoprono i motivi per cui i due protagonisti si comportano in questa maniera; Shirotani è misofobo, Kurose è determinato ad aiutarlo a tutti i costi a superare il suo disturbo. Entrambi hanno un passato particolare che secondo me ha arricchito il racconto e non poco, portandolo a non essere in tutto e per tutto come i classici yaoi.
Un punto negativo lo evidenzio in alcuni tratti di trama che potevano essere sviluppati un po' meglio, in modo meno frettoloso. Nel complesso regge comunque bene fino alla fine.
I disegni sono gradevoli ed i volumi si leggono bene senza annoiarsi.
Anche le scene di sesso seppur molte, non le ho trovate volgari; Certo se vi fa schifo vedere due uomini che amoreggiano lasciate perdere proprio l'opera. Non fa per voi.
Non eccelsa come storia ma sicuramente apprezzata con un bel finale.
Come voto assegno un 7 meritato .
Attenzione: presenza di Spoiler!!!
"Ten Count" è un manga di genere yaoi, composto da sei volumi, usciti tra il 2013 e il 2018, l'autrice è Rihito Takarai.
La storia racconta di Shirotani, un segretario misofobico, e del suo terapista, Kurose; sicuramente è una storia molto particolare.
L'incontro tra Shirotani e Kurose, avviene in seguito a un incidente che coinvolge il superiore di Shirotani: in questo frangente Kurose, essendo uno psicologo, si accorge del disturbo di Shirotani e decide di aiutarlo, gratuitamente.
Inizialmente Shirotani è molto scettico, oltre a non capire perchè Kurose gli abbia proposto di curarlo gratuitamente,, infatti non è mai andato da un terapeuta per il suo problema, anche se questo gli impedisce di avere una vita normale, nonostante i suoi dubbi Shirotani decide di accettare. Con la terapia migliora, ma non gli sono ancora molto chiare le intenzioni di Kurose.
Andando avanti però, Shirotani capisce che Kurose vuole essere qualcosa in più di un terapeuta, e anche lui capisce che il loro rapporto non è solo quello tra paziente e dottore, e qui piano piano comincia una storia d'amore molto particolare.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, ovvero i disegni, devo dire che mi piacciono, sia per quanto riguarda i personaggi, sia per quanto riguarda gli sfondi.
Passiamo ora alla caratterizzazione dei personaggi: sicuramente i due protagonisti sono molto particolari, e non è solo Shirotani ad avere dei problemi, e anche due altri personaggi si dimostreranno essere “molto discutibili”, per così dire. Escludendo alcune esagerazioni, tutto sommato ritengo che sia stato fatto un buon lavoro.
Per quanto riguarda la trama, devo dire che è interessante, sicuramente non è banale, questo aspetto è pienamente promosso, forse il difetto principale rimane la parte terminale, dove tutto sembra troppo affrettato , anche se non posso lamentarmi del finale.
In conclusione: un manga yaoi interessante, che tratta un particolare rapporto medico-paziente, con aspetti di tipo psicologico, senza troppi stereotipi, in cui anche il personaggio che riveste il ruolo del seme è più fragile di quanto sembri, lo consiglio caldamente.
Voto finale 7,5
"Ten Count" è un manga di genere yaoi, composto da sei volumi, usciti tra il 2013 e il 2018, l'autrice è Rihito Takarai.
La storia racconta di Shirotani, un segretario misofobico, e del suo terapista, Kurose; sicuramente è una storia molto particolare.
L'incontro tra Shirotani e Kurose, avviene in seguito a un incidente che coinvolge il superiore di Shirotani: in questo frangente Kurose, essendo uno psicologo, si accorge del disturbo di Shirotani e decide di aiutarlo, gratuitamente.
Inizialmente Shirotani è molto scettico, oltre a non capire perchè Kurose gli abbia proposto di curarlo gratuitamente,, infatti non è mai andato da un terapeuta per il suo problema, anche se questo gli impedisce di avere una vita normale, nonostante i suoi dubbi Shirotani decide di accettare. Con la terapia migliora, ma non gli sono ancora molto chiare le intenzioni di Kurose.
Andando avanti però, Shirotani capisce che Kurose vuole essere qualcosa in più di un terapeuta, e anche lui capisce che il loro rapporto non è solo quello tra paziente e dottore, e qui piano piano comincia una storia d'amore molto particolare.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico, ovvero i disegni, devo dire che mi piacciono, sia per quanto riguarda i personaggi, sia per quanto riguarda gli sfondi.
Passiamo ora alla caratterizzazione dei personaggi: sicuramente i due protagonisti sono molto particolari, e non è solo Shirotani ad avere dei problemi, e anche due altri personaggi si dimostreranno essere “molto discutibili”, per così dire. Escludendo alcune esagerazioni, tutto sommato ritengo che sia stato fatto un buon lavoro.
Per quanto riguarda la trama, devo dire che è interessante, sicuramente non è banale, questo aspetto è pienamente promosso, forse il difetto principale rimane la parte terminale, dove tutto sembra troppo affrettato , anche se non posso lamentarmi del finale.
In conclusione: un manga yaoi interessante, che tratta un particolare rapporto medico-paziente, con aspetti di tipo psicologico, senza troppi stereotipi, in cui anche il personaggio che riveste il ruolo del seme è più fragile di quanto sembri, lo consiglio caldamente.
Voto finale 7,5
Davvero un boys love stupendo!
Non avevo grandi aspettative su quest'opera, ma mi sono ritrovata per le mani un manga davvero interessante.
Shirotani è un ragazzo dolce e gentile affetto da misofobia, la paura di toccare oggetti senza guanti per paura di sporcarsi, infettarsi, contaminarsi. Una fobia che gli crea non poche difficoltà nella vita quotidiana. Tuttavia lavora e cerca di fare una vita normale.
Un giorno Shirotani conosce Kurose, uno psicoterapeuta che, senza un motivo apparente, si offre di aiutarlo a intraprendere un percorso riabilitativo senza compenso.
La cosa lascia scettico Shirotani che comunque decide di accettare.
Ma perchè Kurose è così disponibile ad aiutarlo proponendo una terapia dopo averlo appena conosciuto e senza stipendio?
Pagina dopo pagina entriamo nella vita e nelle difficoltà di un misofobo e rimaniamo toccati dalla sensibilità e gentilezza di Kurose nell'aiutarlo.
Tra i due nasce una tenera amicizia. E shirotani qualche piccolo passo lo riesce a fare.
All'improvviso Kurose decide di troncare il loro rapporto paziente-medico. Shirotami resta assai stupito e deluso, visti i primi piccoli successi della terapia.
La ragione è semplice. Kurose, con tutta sincerità gli confessa di essersi innamorato di lui, nonostante la sua fobia.
E che, dal momento che lo desidera, verrebbe naturale il desiderio di "sporcarlo".
Per il suo bene interrompe la terapia. E Shirotani che farà?
La J-Pop ancora una volta porta in Italia un boys love accattivante, dove nulla è lasciato al caso e dove il rapporto tra i due protagonisti cambia sempre e non cade mai nel banale.
L'edizione è ben fatta, di ottima qualità.
I disegni sono belli e curati, dai candidi colori chiari e luminosi.
I personaggi sono pochi ma ben caratterizzati.
Quest'opera è stata meritatamente acclamata e presto ne uscirà la versione anime.
Consiglio la lettura a tutte le amanti dei boys love.
Non avevo grandi aspettative su quest'opera, ma mi sono ritrovata per le mani un manga davvero interessante.
Shirotani è un ragazzo dolce e gentile affetto da misofobia, la paura di toccare oggetti senza guanti per paura di sporcarsi, infettarsi, contaminarsi. Una fobia che gli crea non poche difficoltà nella vita quotidiana. Tuttavia lavora e cerca di fare una vita normale.
Un giorno Shirotani conosce Kurose, uno psicoterapeuta che, senza un motivo apparente, si offre di aiutarlo a intraprendere un percorso riabilitativo senza compenso.
La cosa lascia scettico Shirotani che comunque decide di accettare.
Ma perchè Kurose è così disponibile ad aiutarlo proponendo una terapia dopo averlo appena conosciuto e senza stipendio?
Pagina dopo pagina entriamo nella vita e nelle difficoltà di un misofobo e rimaniamo toccati dalla sensibilità e gentilezza di Kurose nell'aiutarlo.
Tra i due nasce una tenera amicizia. E shirotani qualche piccolo passo lo riesce a fare.
All'improvviso Kurose decide di troncare il loro rapporto paziente-medico. Shirotami resta assai stupito e deluso, visti i primi piccoli successi della terapia.
La ragione è semplice. Kurose, con tutta sincerità gli confessa di essersi innamorato di lui, nonostante la sua fobia.
E che, dal momento che lo desidera, verrebbe naturale il desiderio di "sporcarlo".
Per il suo bene interrompe la terapia. E Shirotani che farà?
La J-Pop ancora una volta porta in Italia un boys love accattivante, dove nulla è lasciato al caso e dove il rapporto tra i due protagonisti cambia sempre e non cade mai nel banale.
L'edizione è ben fatta, di ottima qualità.
I disegni sono belli e curati, dai candidi colori chiari e luminosi.
I personaggi sono pochi ma ben caratterizzati.
Quest'opera è stata meritatamente acclamata e presto ne uscirà la versione anime.
Consiglio la lettura a tutte le amanti dei boys love.
Premetto che non ho mai letto storie della Takarai prima di TenCount, ma la pubblicazione serrata di J-Pop e la notorietà che stava acquisendo mi hanno spinto verso questa lettura.
Inizialmente la trama si discosta dai tradizionali smut e si configura più come un ibrido da potenzialità rare per un genere come quello yaoi, abbastanza ghettizzato nei suoi standard.
Proseguendo però nella lettura purtroppo si rimane un po' delusi, la tanto agognata trama con introspezione psicologica e traumi vari viene presto accantonata a favore dei soliti cliché di questo genere: seme/uke, servo/padrone, caratteristiche fisiche standardizzate etc.
La storia, a tratti fondamentalmente incoerente, si incentra sempre più sul rapporto carnale dei due e, se piace lo stile grafico dell'autrice e si è interessati ad uno smut, allora questa serie fa al caso vostro.
Penso comunque che un'autrice sia libera di discostarsi da un genere che le è congeniale a favore di un mondo sconosciuto (spinta magari da una crescita personale o banalmente dalla noia), e credo che la qualità dei suoi lavori risieda proprio nella capacità di successo che questo manga riesce ad ottenere nonostante si configuri come un banale smut.
Infatti TenCount ottiene riconoscimenti in patria (vi è in generale trepidante attesa per l'uscita dei volumetti) e una casa editrice come la j-pop decide di pubblicarlo in Italia, seppur cavalcando l'onda di un mercato ancora inesplorato e dalla capacità di profitto elevatissima, ma in ogni caso inizia partendo proprio da questa serie; mentre gli atri smut difficilmente possono vantare un tale riconoscimento anche estero.
Insomma come smut è un prodotto interessante, pioniere (insieme ad altri ovviamente) di un genere taboo in Italia, e per questo va considerato e rispettato.
Inizialmente la trama si discosta dai tradizionali smut e si configura più come un ibrido da potenzialità rare per un genere come quello yaoi, abbastanza ghettizzato nei suoi standard.
Proseguendo però nella lettura purtroppo si rimane un po' delusi, la tanto agognata trama con introspezione psicologica e traumi vari viene presto accantonata a favore dei soliti cliché di questo genere: seme/uke, servo/padrone, caratteristiche fisiche standardizzate etc.
La storia, a tratti fondamentalmente incoerente, si incentra sempre più sul rapporto carnale dei due e, se piace lo stile grafico dell'autrice e si è interessati ad uno smut, allora questa serie fa al caso vostro.
Penso comunque che un'autrice sia libera di discostarsi da un genere che le è congeniale a favore di un mondo sconosciuto (spinta magari da una crescita personale o banalmente dalla noia), e credo che la qualità dei suoi lavori risieda proprio nella capacità di successo che questo manga riesce ad ottenere nonostante si configuri come un banale smut.
Infatti TenCount ottiene riconoscimenti in patria (vi è in generale trepidante attesa per l'uscita dei volumetti) e una casa editrice come la j-pop decide di pubblicarlo in Italia, seppur cavalcando l'onda di un mercato ancora inesplorato e dalla capacità di profitto elevatissima, ma in ogni caso inizia partendo proprio da questa serie; mentre gli atri smut difficilmente possono vantare un tale riconoscimento anche estero.
Insomma come smut è un prodotto interessante, pioniere (insieme ad altri ovviamente) di un genere taboo in Italia, e per questo va considerato e rispettato.
Ho sempre amato le storie della Takarai, fino al giorno in cui ha cominciato a lavorare a TEN COUNT. Partita bene, la storia ha cominciato a prendere una piega anomala dopo pochi capitoli, per quanto riguarda lo stile narrativo tipicamente delicato e profondo dell'autrice.
Un po' è stato questo a farmi storcere il naso.
La delusione nel vedere un tema nuovo, interessante e profondo tramutarsi in un pesante e a tratti volgare smut. Non che non li apprezzi ma se ho voglia di leggerne uno vado a cercarli io e di certo non mi aspetto di cominciare una storia nuova, sapendo che è di un'autrice che ha sempre disegnato con uno stile delicato e soft, per poi avere la sorpresina. È stato uno shock.
Tutto scorre troppo velocemente rendendo poco realistico sia il racconto che gli stessi personaggi. Il sesso è il perno principale attorno al quale ruota una pseudo trama che avrebbe potuto essere imbastita e sfruttata molto meglio. Una occasione persa per la Takarai, benché alla fine abbia avuto ugualmente successo in Giappone. Anche a livello grafico non mi piace molto, il tratto è diventato più spigoloso e graffiante, alle volte i volti sembrano quasi deformi.
Assegno un 6 come voto ma solo per l'affetto che nutro nei confronti dell'autrice.
Un po' è stato questo a farmi storcere il naso.
La delusione nel vedere un tema nuovo, interessante e profondo tramutarsi in un pesante e a tratti volgare smut. Non che non li apprezzi ma se ho voglia di leggerne uno vado a cercarli io e di certo non mi aspetto di cominciare una storia nuova, sapendo che è di un'autrice che ha sempre disegnato con uno stile delicato e soft, per poi avere la sorpresina. È stato uno shock.
Tutto scorre troppo velocemente rendendo poco realistico sia il racconto che gli stessi personaggi. Il sesso è il perno principale attorno al quale ruota una pseudo trama che avrebbe potuto essere imbastita e sfruttata molto meglio. Una occasione persa per la Takarai, benché alla fine abbia avuto ugualmente successo in Giappone. Anche a livello grafico non mi piace molto, il tratto è diventato più spigoloso e graffiante, alle volte i volti sembrano quasi deformi.
Assegno un 6 come voto ma solo per l'affetto che nutro nei confronti dell'autrice.
Ten Count ha fatto discutere nel bene e nel male molti lettori, a me piace senza distinzioni di volumi, anche se a partire dal terzo volume la Takarai ci ha dato dentro a più non posso. Niente di male in questo - secondo me - ma è stata una sorpresa conoscendola da sempre come un'autrice di BL "moderati". La trama anche se stereotipata sa essere originale, tra i due protagonisti che sono interessanti, procede tutto molto lentamente. Il rapporto tra il terapeuta e il paziente può essere meglio descritto come "un fuoco senza fiamma". Perché? Perché Kurose costringe Shirotani a guardare direttamente i suoi difetti e problemi, e di conseguenza ad accettarli.
Col proseguire della storia ho trovato alcuni sviluppi e scelte incoerenti con la malattia del protagonista, Shirotani, ma alla fine prendo Ten Count per quello che è: uno smut.
Col proseguire della storia ho trovato alcuni sviluppi e scelte incoerenti con la malattia del protagonista, Shirotani, ma alla fine prendo Ten Count per quello che è: uno smut.
Banalissimo.
Una delusione cocente.
Come ha potuto Rihito Takarai, l'autrice del brillante Hana no Miyako De, ridursi ad un'opera stereotipata come Ten Count... e per giunta riscuotere maggior successo?
Ho notato che nessuno ha recensito questo manga e quindi ho deciso di farlo io. Partiamo dalla trama: Shirotani, ragazzo riservato e maniaco della pulizia, soffre di misofobia, ossia il timore di sporcarsi - la classica malattia condivisa da tutti gli hikikomori, per intenderci - e viene seguito gratis da un interessatissimo e per nulla interessante psicoterapeuta, Kurose. Ovviamente i due si innamoreranno e esprimeranno tutti nei migliori topoi dei peggiori manga yaoi: vi basterà vedere la copertina per capire tutto.
Shirotani, che è il più basso e "quindi" il passivo della coppia, rifiuta a voce le avances ma non manca di arrossire anziché combattere ogni volta che Kurose si prende troppe libertà con lui; si lascia manipolare come preferisce e finisce cotto a puntino di lui, pur negandolo fino alla morte. Come ogni uke che si rispetti risponde con un "No!" preventivo ad ogni tocco, si taglia i capelli perché piacciono al suo seme (e il seme giustifica la cosa come "Perché così sembri più piccolo", inquietante) e soprattutto alla sua età non sa ancora che cosa sia la sodomia e, mostrando la purezza degna di ogni uke che si rispetti, lo chiede al suo seme che subito gli fa una dimostrazione pratica.
Quanto a Kurose, lui è il classico seme spacciato per romantico e paziente ma in realtà manipolatore (come lo chiamereste uno che al "Non toccarmi!" se ne infischia e continua a toccarti ovunque ripetendo come un mantra "Eppure so che ti piace... il tuo corpo risponde bene..." finché non se ne convince l'altro?), che decide di fare una terapia shock al suo gratuito paziente.
Ho interrotto la lettura al secondo volume, quando le lacrime agli occhi e l'arrossire eccessivo del protagonista arrivano a praticamente cancellargli la faccia. Ovviamente solo lui, perché l'altro è un seme, quindi è un "vero uomo", e i seme non arrossiscono mai. Non ho parole.
Ho messo quattro come voto solo per il comparto grafico perché pur sempre gradevole anche se decisamente inferiore rispetto a quello di Hana no Miyako De (perché qui compaiono volti allungati e deformi, profili tutti sproporzionati e un'anatomia contorsionista decisamente bizzarra) ma che pure perpetra i soliti cliché: il passivo è il più basso della coppia, il passivo arrossisce e lacrima abbondantemente, il passivo che ogni capitolo sembra ringiovanire e diventare più efebico ed innocente, il passivo che ogni capitolo diventa sempre più basso, l'attivo non sorride mai o se sorride lo fa con pazienza e senza allegria, l'attivo ha sempre mani enormi e da pianista, l'attivo non arrossisce... ecc. potrei continuare all'infinito.
Se amate questo genere di cliché, allora adorerete il manga; se invece siete stufi di vedervi propinata sempre la stessa roba con così poca fantasia seguite il mio consiglio e lasciate perdere questo manga. È banale: non trovo altre parole per descriverlo.
Una delusione cocente.
Come ha potuto Rihito Takarai, l'autrice del brillante Hana no Miyako De, ridursi ad un'opera stereotipata come Ten Count... e per giunta riscuotere maggior successo?
Ho notato che nessuno ha recensito questo manga e quindi ho deciso di farlo io. Partiamo dalla trama: Shirotani, ragazzo riservato e maniaco della pulizia, soffre di misofobia, ossia il timore di sporcarsi - la classica malattia condivisa da tutti gli hikikomori, per intenderci - e viene seguito gratis da un interessatissimo e per nulla interessante psicoterapeuta, Kurose. Ovviamente i due si innamoreranno e esprimeranno tutti nei migliori topoi dei peggiori manga yaoi: vi basterà vedere la copertina per capire tutto.
Shirotani, che è il più basso e "quindi" il passivo della coppia, rifiuta a voce le avances ma non manca di arrossire anziché combattere ogni volta che Kurose si prende troppe libertà con lui; si lascia manipolare come preferisce e finisce cotto a puntino di lui, pur negandolo fino alla morte. Come ogni uke che si rispetti risponde con un "No!" preventivo ad ogni tocco, si taglia i capelli perché piacciono al suo seme (e il seme giustifica la cosa come "Perché così sembri più piccolo", inquietante) e soprattutto alla sua età non sa ancora che cosa sia la sodomia e, mostrando la purezza degna di ogni uke che si rispetti, lo chiede al suo seme che subito gli fa una dimostrazione pratica.
Quanto a Kurose, lui è il classico seme spacciato per romantico e paziente ma in realtà manipolatore (come lo chiamereste uno che al "Non toccarmi!" se ne infischia e continua a toccarti ovunque ripetendo come un mantra "Eppure so che ti piace... il tuo corpo risponde bene..." finché non se ne convince l'altro?), che decide di fare una terapia shock al suo gratuito paziente.
Ho interrotto la lettura al secondo volume, quando le lacrime agli occhi e l'arrossire eccessivo del protagonista arrivano a praticamente cancellargli la faccia. Ovviamente solo lui, perché l'altro è un seme, quindi è un "vero uomo", e i seme non arrossiscono mai. Non ho parole.
Ho messo quattro come voto solo per il comparto grafico perché pur sempre gradevole anche se decisamente inferiore rispetto a quello di Hana no Miyako De (perché qui compaiono volti allungati e deformi, profili tutti sproporzionati e un'anatomia contorsionista decisamente bizzarra) ma che pure perpetra i soliti cliché: il passivo è il più basso della coppia, il passivo arrossisce e lacrima abbondantemente, il passivo che ogni capitolo sembra ringiovanire e diventare più efebico ed innocente, il passivo che ogni capitolo diventa sempre più basso, l'attivo non sorride mai o se sorride lo fa con pazienza e senza allegria, l'attivo ha sempre mani enormi e da pianista, l'attivo non arrossisce... ecc. potrei continuare all'infinito.
Se amate questo genere di cliché, allora adorerete il manga; se invece siete stufi di vedervi propinata sempre la stessa roba con così poca fantasia seguite il mio consiglio e lasciate perdere questo manga. È banale: non trovo altre parole per descriverlo.