Alla capitale dei fiori
Normalmente parlo prima delle mie impressioni per poi giungere alla valutazione finale, ma qui farò il contrario. Il mio voto è 7.5 ed è in realtà una media (arrotondata per eccesso) data dai punteggi delle due storie proposte: 8 per la prima, 6.5 per la seconda.
Parte prima: in questa metà di volume viene raccontata una storia spin-off di "Solo i fiori sanno..." (che non è necessario aver già letto) che mi è piaciuta davvero moltissimo. Tolti tutti i classici cliché degli yaoi (che approfondirò più in là) risulta essere un racconto particolarmente intenso, triste e drammatico ma al contempo infinitamente dolce. Un equilibrio, questo, non facile da gestire, ma la Takarai ci è riuscita egregiamente e la lettura mi ha piacevolmente coinvolta fino al suo più che degno finale.
Parte seconda: nella seconda metà del volume ritroviamo i protagonisti di "Solo i fiori sanno..." (che poco avevo apprezzato già in quell'opera e che è bene aver già letto) in un sequel volto a scoprire come si è evoluta la loro relazione. Carino il primo capitolo a riguardo, mentre del secondo ho apprezzato giusto il risvolto a fine volume. Comunque non capisco come, dopo tanto tempo insieme, i due possano trattarsi come se si fossero appena conosciuti e fidanzati. Mi sembra un po' un caso limite, appena accettabile.
Più in generale, parlando del manga preso integralmente, il mio parere a riguardo è molto simile a quello già espresso per il prequel/serie principale. Bellissimi come sempre i disegni, anche qui riproposti con una piacevole prima pagina a colori che ha sicuramente il suo perché. Carina la storia, anche se personalmente ritengo che una presentazione più realistica dell'omosessualità non potrebbe che giovare a tutte le opere di quest'autrice (come di molte altre), di cui non riesco per niente ad apprezzare il modo di esprimere i rapporti intimi. Eccessiva è infatti la rappresentazione visiva, e standardizzato come uscito da uno stampino il modo di farlo. Una grande pecca che peggiora notevolmente un'opera che potrebbe presentarsi in una veste sicuramente migliore.
Parte prima: in questa metà di volume viene raccontata una storia spin-off di "Solo i fiori sanno..." (che non è necessario aver già letto) che mi è piaciuta davvero moltissimo. Tolti tutti i classici cliché degli yaoi (che approfondirò più in là) risulta essere un racconto particolarmente intenso, triste e drammatico ma al contempo infinitamente dolce. Un equilibrio, questo, non facile da gestire, ma la Takarai ci è riuscita egregiamente e la lettura mi ha piacevolmente coinvolta fino al suo più che degno finale.
Parte seconda: nella seconda metà del volume ritroviamo i protagonisti di "Solo i fiori sanno..." (che poco avevo apprezzato già in quell'opera e che è bene aver già letto) in un sequel volto a scoprire come si è evoluta la loro relazione. Carino il primo capitolo a riguardo, mentre del secondo ho apprezzato giusto il risvolto a fine volume. Comunque non capisco come, dopo tanto tempo insieme, i due possano trattarsi come se si fossero appena conosciuti e fidanzati. Mi sembra un po' un caso limite, appena accettabile.
Più in generale, parlando del manga preso integralmente, il mio parere a riguardo è molto simile a quello già espresso per il prequel/serie principale. Bellissimi come sempre i disegni, anche qui riproposti con una piacevole prima pagina a colori che ha sicuramente il suo perché. Carina la storia, anche se personalmente ritengo che una presentazione più realistica dell'omosessualità non potrebbe che giovare a tutte le opere di quest'autrice (come di molte altre), di cui non riesco per niente ad apprezzare il modo di esprimere i rapporti intimi. Eccessiva è infatti la rappresentazione visiva, e standardizzato come uscito da uno stampino il modo di farlo. Una grande pecca che peggiora notevolmente un'opera che potrebbe presentarsi in una veste sicuramente migliore.
Una scoperta davvero gradevole.
Una serie diversa dagli shonen-ai e yaoi in circolazione tanto popolari presso il pubblico, ma allo stesso tempo semplice e lineare.
Hana no miyako de è un manga in volume unico che narra la storia di Akira e Motoharu, due amici d'infanzia che crescono insieme e vedono il loro rapporto cambiare quando uno dei due non decide di rischiare dichiarando i propri sentimenti all'altro: la loro relazione oscilla, tra amicizia e attrazione, fino al finale dolce amaro della serie.
Cosa fa di Hana no miyako de (a mio parere) un manga migliore di altre serie sullo stesso argomento? La risposta è fondamentalmente una sola: è plausibile.
Molto più realistico degli yaoi dove lo stereotipo ukeseme è lampante dalla copertina (qui forse farete fatica a indovinare quale dei due tiene le redini all'inizio) e uno dei protagonisti è solitamente ridotto a una donnina isterica e piagnucolante trattata nel modo più maschilista possibile. Ebbene, qui non c'è niente di tutto questo: i due protagonisti sono due ragazzi dal carattere timido e, cosa che personalmente ho apprezzato moltissimo, i loro contrasti non nascono da nessuna isteria tsundere o litigio ingiustificato da classico manga yaoi.
Inoltre i protagonisti non arrossiscono ogni cinque minuti e senza motivo e tra loro sembra esserci, in generale, un rapporto paritario.
Un'altra lancia a favore di questa mini-serie: il finale.
Solitamente nei manga yaoi si giunge a conclusioni affrettate per non deludere il pubblico o, peggio ancora, all'annullamento di tutti quelli che realisticamente potrebbero essere problemi interessanti da sviluppare in una trama. Qui la trama e il realismo vincono sui personaggi, regalando un finale forse dolceamaro ma sicuramente più apprezzabile rispetto a quello di altre serie.
E, in fondo, non è più interessante l'amore proibito e segreto?
Sconsigliato a tutti i fan di Junjou Romantica, Sekaiichi Hatsukoi, You're my Prize in Viewfinder e Crimson Spell. Se invece non apprezzate questi manga, Hana no Miyako De vi farà riprendere la speranza e cambiare idea sullo yaoi.
Una serie diversa dagli shonen-ai e yaoi in circolazione tanto popolari presso il pubblico, ma allo stesso tempo semplice e lineare.
Hana no miyako de è un manga in volume unico che narra la storia di Akira e Motoharu, due amici d'infanzia che crescono insieme e vedono il loro rapporto cambiare quando uno dei due non decide di rischiare dichiarando i propri sentimenti all'altro: la loro relazione oscilla, tra amicizia e attrazione, fino al finale dolce amaro della serie.
Cosa fa di Hana no miyako de (a mio parere) un manga migliore di altre serie sullo stesso argomento? La risposta è fondamentalmente una sola: è plausibile.
Molto più realistico degli yaoi dove lo stereotipo ukeseme è lampante dalla copertina (qui forse farete fatica a indovinare quale dei due tiene le redini all'inizio) e uno dei protagonisti è solitamente ridotto a una donnina isterica e piagnucolante trattata nel modo più maschilista possibile. Ebbene, qui non c'è niente di tutto questo: i due protagonisti sono due ragazzi dal carattere timido e, cosa che personalmente ho apprezzato moltissimo, i loro contrasti non nascono da nessuna isteria tsundere o litigio ingiustificato da classico manga yaoi.
Inoltre i protagonisti non arrossiscono ogni cinque minuti e senza motivo e tra loro sembra esserci, in generale, un rapporto paritario.
Un'altra lancia a favore di questa mini-serie: il finale.
Solitamente nei manga yaoi si giunge a conclusioni affrettate per non deludere il pubblico o, peggio ancora, all'annullamento di tutti quelli che realisticamente potrebbero essere problemi interessanti da sviluppare in una trama. Qui la trama e il realismo vincono sui personaggi, regalando un finale forse dolceamaro ma sicuramente più apprezzabile rispetto a quello di altre serie.
E, in fondo, non è più interessante l'amore proibito e segreto?
Sconsigliato a tutti i fan di Junjou Romantica, Sekaiichi Hatsukoi, You're my Prize in Viewfinder e Crimson Spell. Se invece non apprezzate questi manga, Hana no Miyako De vi farà riprendere la speranza e cambiare idea sullo yaoi.