Remina l'astro infernale
Questa è la prima storia sci-fi del maestro Ito che abbia letto fino ad ora e non ne sono rimasto deluso, tranne per i capitoli finali: forse un po' troppo esagerati e sopra le righe (non mi sarei stupito se a un certo punto fosse comparso Kamina di "Gurren Lagann" a salvare la situazione).
La storia ha delle evidenti ispirazioni ai racconti di Lovecraft e alla fantascienza occidentale (e forse anche a "Devilman"), parlerei volentieri dell'aspetto tecnico come disegni, ma non mi ritengo abbastanza qualificato e con abbastanza esperienza per farlo, posso solo dire che li ho trovati piacevoli alla vista.
Il finale è quello che secondo me rovina un po' quest'opera, troppo forzato e esagerato, ma comunque questo aspetto non danneggia più di tanto la lettura del volume.
Come conclusione del volume il mangaka ha aggiunto una corta storia di un capitolo che devo dire, ha uno svolgimento e un finale veramente favolosi.
La storia ha delle evidenti ispirazioni ai racconti di Lovecraft e alla fantascienza occidentale (e forse anche a "Devilman"), parlerei volentieri dell'aspetto tecnico come disegni, ma non mi ritengo abbastanza qualificato e con abbastanza esperienza per farlo, posso solo dire che li ho trovati piacevoli alla vista.
Il finale è quello che secondo me rovina un po' quest'opera, troppo forzato e esagerato, ma comunque questo aspetto non danneggia più di tanto la lettura del volume.
Come conclusione del volume il mangaka ha aggiunto una corta storia di un capitolo che devo dire, ha uno svolgimento e un finale veramente favolosi.
"Remina l’astro infernale" è un manga pubblicato dalla Star Comics nel tardo 2018, scritto e disegnato da Junji Ito.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Trama: in un futuro prossimo uno scienziato scopre l’esistenza di un nuovo pianeta che battezza con il nome della figlia sedicenne, cioè Remina. Ciò procura ai due, all'inizio, molta fama, vantaggi e rispetto dalle persone. Ma il bello durerà poco perché presto scopriranno che il pianeta Remina è in realtà un enorme creatura aliena che, in rotta di collisione con la Terra, sta pian piano divorando ogni cosa che incontra nel Sistema Solare.
Lo scienziato e Remina passeranno così dalla fama a vivere un vero e proprio orrore perché la folla, impazzita dal terrore, comincerà a considerare i due responsabili di tutto, dando vita a una vera e propria caccia all’uomo.
Questo racconto dalle tinte Lovecraftiane e sci-fi, è incentrato su come le persone possano trasformarsi facilmente da vittime a carnefici in situazioni estreme.
Nonostante non la consideri una delle opere più belle di Junji Ito, mi ha davvero rapita e impressionata perché il comportamento estremo dell’essere umano è una delle cose che più mi spaventa.
L’amore infinito che inizialmente rivolgono a Remina solo perché il suo nome è stato dato a un famoso pianeta appena scoperto è qualcosa di bello ma anche inquietante, già grottesco ed esagerato ma terribilmente reale, proprio come accade per le vere idol del sol levante e non solo.
Un amore ossessionante.
Ma quando il pianeta Remina rivelerà la sua vera natura, tutto ciò si tramuterà in profondo odio ed è qui che inizio davvero a sentirmi male.
In situazioni estreme l’essere umano può trasformarsi in un mostro e alla giovane Remina non risparmieranno niente, dalla morte orrenda dei propri cari davanti ai suoi giovani occhi, alle torture, i pestaggi e gli inseguimenti.
Intorno a lei poi ruoterà un sistema di personaggi più o meno tutti negativi ma umani, dal folle innamorato al persecutore di prima categoria. Nessuno lascerà respiro a Remina, che sarà semplice vittima degli eventi che avverranno. Lei quasi mai dirà una parola e non potremo fare altro che provare un enorme pena per lei, conoscendone dopotutto solo l’ascesa e poi la caduta nella disgrazia.
Una cosa di certo non la metto in dubbio: Junji Ito è sempre stato un maestro nel parlare di persone, delle emozioni pure che esse possono convogliare in azioni, che avranno sempre, prima o poi, una conseguenza.
Attenzione: la recensione contiene spoiler
Trama: in un futuro prossimo uno scienziato scopre l’esistenza di un nuovo pianeta che battezza con il nome della figlia sedicenne, cioè Remina. Ciò procura ai due, all'inizio, molta fama, vantaggi e rispetto dalle persone. Ma il bello durerà poco perché presto scopriranno che il pianeta Remina è in realtà un enorme creatura aliena che, in rotta di collisione con la Terra, sta pian piano divorando ogni cosa che incontra nel Sistema Solare.
Lo scienziato e Remina passeranno così dalla fama a vivere un vero e proprio orrore perché la folla, impazzita dal terrore, comincerà a considerare i due responsabili di tutto, dando vita a una vera e propria caccia all’uomo.
Questo racconto dalle tinte Lovecraftiane e sci-fi, è incentrato su come le persone possano trasformarsi facilmente da vittime a carnefici in situazioni estreme.
Nonostante non la consideri una delle opere più belle di Junji Ito, mi ha davvero rapita e impressionata perché il comportamento estremo dell’essere umano è una delle cose che più mi spaventa.
L’amore infinito che inizialmente rivolgono a Remina solo perché il suo nome è stato dato a un famoso pianeta appena scoperto è qualcosa di bello ma anche inquietante, già grottesco ed esagerato ma terribilmente reale, proprio come accade per le vere idol del sol levante e non solo.
Un amore ossessionante.
Ma quando il pianeta Remina rivelerà la sua vera natura, tutto ciò si tramuterà in profondo odio ed è qui che inizio davvero a sentirmi male.
In situazioni estreme l’essere umano può trasformarsi in un mostro e alla giovane Remina non risparmieranno niente, dalla morte orrenda dei propri cari davanti ai suoi giovani occhi, alle torture, i pestaggi e gli inseguimenti.
Intorno a lei poi ruoterà un sistema di personaggi più o meno tutti negativi ma umani, dal folle innamorato al persecutore di prima categoria. Nessuno lascerà respiro a Remina, che sarà semplice vittima degli eventi che avverranno. Lei quasi mai dirà una parola e non potremo fare altro che provare un enorme pena per lei, conoscendone dopotutto solo l’ascesa e poi la caduta nella disgrazia.
Una cosa di certo non la metto in dubbio: Junji Ito è sempre stato un maestro nel parlare di persone, delle emozioni pure che esse possono convogliare in azioni, che avranno sempre, prima o poi, una conseguenza.
Per quanto io assolutamente ami Junji Ito e quasi tutte le opere da lui sfornate, devo ammettere che tra i suoi (pochi) difetti c'è sicuramente una 'monomania' tematica di fondo che, quando si guarda dalla debita distanza una carriera più che ventennale, potrebbe anche essere poco dolcemente bollata come monotonia. In fondo non solo Ito (a parte il suo geniale 'Cat Diary' e pochi one-shot) non si è mai misurato con generi al di fuori dell'horror; ma, anche nella scelta comunque legittima di dedicarsi ad un solo genere, si è sempre piuttosto limitato ad un ripetitivo canovaccio tra 'Twilight Zone' e Cronenberg che, alla lunga, rende i suoi lavori piuttosto monocordi. Tutte le sue storie vertono intorno ad una 'trovata' che, nei pochi casi migliori, permette di sfornare capolavori come 'Gyo' o 'Spiral'; più spesso, esaurito l'effetto wow, rendono la storia prevedibile ed in fondo un po' ingenua, non sempre in senso buono.
Sono tanti questi lavori piuttosto minori all'interno della bibliografia di Ito, ed 'Hellstar Remina' è purtroppo uno di questi. Il problema di fondo è che, se guardate le tavole riproposte in basso, avete già visto il meglio che il manga ha da offrire: il 'mostro' è spoilerato e ciò che rimane, doveste decidere di comprare il volumetto, sono gli aspetti meno convincenti dello stile di Ito - personaggi senza espressione, dialoghi che non vanno da nessuna parte, una patina che più che retrò sembra datata. E' un po' come quando si sopporta la prima ora e dieci di un film horror di serie C solo per vedere il mostro: vistolo, si può tranquillamente cambiare canale.
Certo, non ci sono solo ombre: il 'mostro' è effettivamente visivamente spiazzante, e non mancano (pochi) momenti onirici degni di 'Gyo'; ma il dramma anche psicologico di 'Spiral' o il fascino diabolico di 'Tomie' sono ben lontani. Forse Ito dovrebbe produrre meno, e concentrarsi invece sul creare impalcature narrative più solide per i suoi comunque sempre convincenti mostri.
Sono tanti questi lavori piuttosto minori all'interno della bibliografia di Ito, ed 'Hellstar Remina' è purtroppo uno di questi. Il problema di fondo è che, se guardate le tavole riproposte in basso, avete già visto il meglio che il manga ha da offrire: il 'mostro' è spoilerato e ciò che rimane, doveste decidere di comprare il volumetto, sono gli aspetti meno convincenti dello stile di Ito - personaggi senza espressione, dialoghi che non vanno da nessuna parte, una patina che più che retrò sembra datata. E' un po' come quando si sopporta la prima ora e dieci di un film horror di serie C solo per vedere il mostro: vistolo, si può tranquillamente cambiare canale.
Certo, non ci sono solo ombre: il 'mostro' è effettivamente visivamente spiazzante, e non mancano (pochi) momenti onirici degni di 'Gyo'; ma il dramma anche psicologico di 'Spiral' o il fascino diabolico di 'Tomie' sono ben lontani. Forse Ito dovrebbe produrre meno, e concentrarsi invece sul creare impalcature narrative più solide per i suoi comunque sempre convincenti mostri.