Dolly Kill Kill
Ho apprezzato molto quest'opera, «Dolly Kill Kill», soprattutto per lo stile di disegno, i toni dark e creepy delle tavole, dei personaggi, e anche dei "dolly" così come ho apprezzato le tavole dinamiche e splatter relative ai combattimenti.
La trama l'ho trovata forse un po' troppo articolata, un po' un caso della serie "solo perché qualcosa è difficile da capire non vuol dire, per forza, che sia bello", inoltre il finale (senza fare spoiler), è lasciato aperto, via delle modeste entrate di questa serie, e la cosa mi ha, ovviamente, amareggiato. Ho apprezzato la caratterizzazione di alcuni personaggi, come il signor Madoka e Banira, oltre che le back-story di personaggi tipo Sakamaki o Namekata.
In conclusione: consiglio quest'opera moderatamente, va bene se si cerca qualcosa di pochi volumi e dalla trama dai toni cupi e con ottimi disegni.
La trama l'ho trovata forse un po' troppo articolata, un po' un caso della serie "solo perché qualcosa è difficile da capire non vuol dire, per forza, che sia bello", inoltre il finale (senza fare spoiler), è lasciato aperto, via delle modeste entrate di questa serie, e la cosa mi ha, ovviamente, amareggiato. Ho apprezzato la caratterizzazione di alcuni personaggi, come il signor Madoka e Banira, oltre che le back-story di personaggi tipo Sakamaki o Namekata.
In conclusione: consiglio quest'opera moderatamente, va bene se si cerca qualcosa di pochi volumi e dalla trama dai toni cupi e con ottimi disegni.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
«Dolly Kill Kill» opera prima di Yukiaki Kurando, che ne cura anche i disegni, è un'occasione sprecata, ma andiamo con ordine.
La storia racconta di un'invasione di mostri con le fattezze di bambole (in stile «Magical Girl of the End») accompagnati da numerosi insetti che mieteranno vittime in tutto il mondo. Iruma Ikaruga è uno dei sopravvissuti che ha visto morire davanti ai suoi occhi il suo migliore amico e la sua amata, ma sono davvero morti? A lui si affianca l'altro protagonista Namekata Kyujin per una lotta contro gli invasori e gli umani che manovrano il tutto da dietro le quinte. Ma cosa realmente spinge questi umani? Il loro obiettivo è veramente malvagio? Se qualcuno conoscesse «Super Shen» avrebbe una risposta in merito.
La storia, piuttosto semplice e lineare, viene raccontata bene, sembra che vi sia altro, sembra che i nemici non siano soltanto dei robot ma, almeno alcuni di loro, siano senzienti e si oppongano al loro destino fornendo al lettore qualcosa di nuovo ed interessante, ma viene poco sfruttato e alla fine del tutto trascurato, come se si desse di per certo un ipotetico continuo della storia, cosa che già poco sopporto in un'anime in un manga non lo accetto.
Il problema principale di fondo è proprio nell'assenza di un vero finale alla storia, una cosa è un finale aperto, una cosa diversa è proprio la mancanza di un punto fermo nella storia.
Altro punto debole è la mancanza di motivazioni valide dei nemici principali, che ricordiamoci fanno delle stragi, cosa che difficilmente puoi spiegare senza essere il male peggiore, cosa che potrebbe ricordare il ragionamento dietro le azioni di alcuni personaggi di «Shingeki no Kyojin» ma qui vediamo il tutto in proporzioni ancora peggiori. Alcuni personaggi sono molto interessanti da entrambe le parti, il citato Namekata, ma anche gli antagonisti sono caratteristici, si pensi al "peluche" del coniglio che ricorda per evoluzione un sayan o il mostro umano di cui parlavo prima. I disegni sono notevoli, si pensi ai vari combattimenti molto ben illustrati, quando si assiste ad un combattimento di arti marziali e si comprende facilmente cosa accade vuol dire che è reso bene ed è credibile. Il designer dei nemici è la parte che più colpisce. Alcuni personaggi sono volutamente disegnati in maniera grezza e sono anche quelli riusciti peggio. Le ambientazioni, post apocalittiche, sono nella norma.
In definitiva un prodotto non malvagio che poteva essere sviluppato maggiormente, che aveva diversi spunti interessanti ma vengono poco sfruttati, peccato.
«Dolly Kill Kill» opera prima di Yukiaki Kurando, che ne cura anche i disegni, è un'occasione sprecata, ma andiamo con ordine.
La storia racconta di un'invasione di mostri con le fattezze di bambole (in stile «Magical Girl of the End») accompagnati da numerosi insetti che mieteranno vittime in tutto il mondo. Iruma Ikaruga è uno dei sopravvissuti che ha visto morire davanti ai suoi occhi il suo migliore amico e la sua amata, ma sono davvero morti? A lui si affianca l'altro protagonista Namekata Kyujin per una lotta contro gli invasori e gli umani che manovrano il tutto da dietro le quinte. Ma cosa realmente spinge questi umani? Il loro obiettivo è veramente malvagio? Se qualcuno conoscesse «Super Shen» avrebbe una risposta in merito.
La storia, piuttosto semplice e lineare, viene raccontata bene, sembra che vi sia altro, sembra che i nemici non siano soltanto dei robot ma, almeno alcuni di loro, siano senzienti e si oppongano al loro destino fornendo al lettore qualcosa di nuovo ed interessante, ma viene poco sfruttato e alla fine del tutto trascurato, come se si desse di per certo un ipotetico continuo della storia, cosa che già poco sopporto in un'anime in un manga non lo accetto.
Il problema principale di fondo è proprio nell'assenza di un vero finale alla storia, una cosa è un finale aperto, una cosa diversa è proprio la mancanza di un punto fermo nella storia.
Altro punto debole è la mancanza di motivazioni valide dei nemici principali, che ricordiamoci fanno delle stragi, cosa che difficilmente puoi spiegare senza essere il male peggiore, cosa che potrebbe ricordare il ragionamento dietro le azioni di alcuni personaggi di «Shingeki no Kyojin» ma qui vediamo il tutto in proporzioni ancora peggiori. Alcuni personaggi sono molto interessanti da entrambe le parti, il citato Namekata, ma anche gli antagonisti sono caratteristici, si pensi al "peluche" del coniglio che ricorda per evoluzione un sayan o il mostro umano di cui parlavo prima. I disegni sono notevoli, si pensi ai vari combattimenti molto ben illustrati, quando si assiste ad un combattimento di arti marziali e si comprende facilmente cosa accade vuol dire che è reso bene ed è credibile. Il designer dei nemici è la parte che più colpisce. Alcuni personaggi sono volutamente disegnati in maniera grezza e sono anche quelli riusciti peggio. Le ambientazioni, post apocalittiche, sono nella norma.
In definitiva un prodotto non malvagio che poteva essere sviluppato maggiormente, che aveva diversi spunti interessanti ma vengono poco sfruttati, peccato.