Konosuba! - This Wonderful World
Un isekai con un impianto assolutamente originale e innovativo, come lecito aspettarsi da un’opera tanto famosa.
(¬_¬") 🗯ね? (Giusto?)
* Trama e storia *
Kazuma Sato è un hikikomori sedicenne che muore come un cretino e rinasce in un mondo fantasy, portandosi dietro la divinità Aqua che si rivela essere piuttosto inutile. Arrivato in questo mondo fantasy conosce anche la maga Megumin e la combattente Darkness, e il quartetto diventa un gruppo di avventurieri sgangherato votato alla sconfitta del Demon King.
Se volete saperne di più c’è la sinossi.
Ok, la storia alla base è talmente banale da avermi suscitato fastidio… ma visto che me l’hanno consigliato come “opera fondamentale” del genere isekai ho deciso di tapparmi il naso e leggerlo.
E sai che c’è? C’è che non mi è dispiaciuto, dopotutto.
“Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!” è un manga gestito in archi di media lunghezza, intervallati qui e là da episodi filler e/o situazioni che spezzano la trama principale. Il genere è un fantasy con ispirazioni che vanno da Dungeons & Dragons a stereotipi da JRPG. La narrazione pone un netto accento sugli aspetti da commedia, principalmente comica, talvolta demenziale, raramente con una spruzzata di ecchi assolutamente casto e infantile. E negli ultimi volumi c’è anche un po’ di romanticismo.
Konosuba è la dimostrazione che per fare un manga gradevole a volte basta un po’ di buon gusto nel rielaborare e riproporre temi e situazioni assolutamente ordinari e stravisti.
Non serve esagerare.
Non serve spararle troppo grosse.
Non serve sorprendere e sparigliare le carte ad ogni capitolo.
Non servono cattivi davvero cattivi.
Non serve il continuo ricorso al cliffhanger.
Non serve una trama stupidamente intricata.
Non servono battaglie epocali infinitamente lunghe.
Non serve l’ordalia insopportabile del continuo power creep.
Non servono personaggi che declamano dialoghi melodrammatici.
Non servono scene splatter o nemici disturbati.
Non servono storie d’amore struggenti.
Non servono scene di nudo.
Non serve, soprattutto, prendersi inutilmente sul serio.
Il risultato è un’opera che si legge velocissima, che è leggera come una piuma, che al termine forse mi ha lasciato poco e che, a dirla tutta, non eccelle in nulla. Eppure è anche un’opera che è riuscita a farmi simpatizzare per questo o quel personaggio e, soprattutto, che è riuscita a intrattenermi nella lettura.
Ho letto i 17 volumi usciti finora in poco più di una settimana e la cosa non mi è mai pesata. La sera, prima di andare a letto, uno o due volumetti per staccare la spina e farsi due risate alle spalle del povero Kazuma, impegnato in qualche avventura improbabile e vessato dal suo stuolo di disgraziate.
Di contro Konosuba è un manga che ha davvero poco mordente, e che quindi immagino possa avere enormi problemi a mantenere l’attenzione di quei lettori che si aspettano di leggere qualcosa di più viscerale o intenso.
* Sviluppo dei personaggi *
Di solito tendo a spendere molte parole su questo aspetto, ma in questo caso non c’è molto da dire… perché la crescita è davvero molto limitata e, anche se presente, è solo un aspetto secondario dell’intrattenimento che viene offerto al lettore.
Il gruppo dei protagonisti è un’estremizzazione del classico party standard di Dungeons and Dragons: ladro, chierico, guerriero e mago.
Kazuma è il leader del gruppo (almeno sulla carta), ma è un sempliciotto che si fa continuamente abbindolare dalle compagne e che non riesce a farsi rispettare. Non è un campione della giustizia, ma non ha abbastanza cattiveria per compiere atti davvero spregevoli, e quindi risulta meschino ma comunque buono. È pigro e indolente ma finisce sempre per impegnarsi per gli altri. È debole e umorale ma alla fine in qualche modo riesce sempre ad uscirne facendo una buona figura.
Le sue capacità ne fanno sostanzialmente il ladro del gruppo, rendendolo abbastanza versatile ma con un livello di potere abbastanza infimo. Nel corso dei volumi inizierà ad avere un minimo di prestigio e un po’ di denaro, ma il suo carattere non verrà stravolto. La sua crescita è sostanzialmente confinata in pochi momenti in cui racconta il proprio passato e nelle relazioni che si vanno stringendo con le ragazze nel corso dei volumi.
Aqua è insopportabile. Nonostante sia una divinità è egocentrica, stupida, inopportuna, fastidiosa e potrei aggiungere almeno un’altra mezza dozzina di insulti assortiti. È il chierico del gruppo e la sua utilità è sostanzialmente quella di scacciare demoni e non morti e curare tutti. I suoi poteri sono di livello assurdo, essendo una divinità, ma l’autore è bravo a non abusarne mai in modo troppo esagerato.
È interessante il rapporto con la dea rivale Eris, cosa che dà spazio ad alcuni siparietti divertenti, soprattutto per quanto riguarda le rivalità delle due chiese. Crescita non pervenuta.
Darkness è una ragazza che proviene da una famiglia nobile e la cosa crea un forte contrasto con la sua caratterizzazione: è una masochista continuamente preda di pensieri legati alla sofferenza fisica e all’umiliazione. È una specie di crociato o di cavaliere templare, una via di mezzo tra un paladino e un guerriero, votata unicamente alle skill difensive.
Nelle prime fasi non è un personaggio che ho amato particolarmente (ha una caratterizzazione troppo esagerata) ma, soprattutto nei volumi centrali, ha molto spazio e degli sprazzi di evoluzione interessanti. Negli ultimi volumi ho avuto l’impressione che l’aspetto masochistico che la rendeva un po’ macchietta sia stato fortemente smussato, e che sia stata garantita al personaggio una discreta crescita. Ora mi piace di più, solo che così è finita un po' in secondo piano.
Megumin è una ragazzina estremamente dotata per la magia, ma sfortunatamente sa utilizzare un solo incantesimo che genera una gigantesca esplosione ad area. È più giovane del protagonista di 2-3 anni e nel corso dei volumi matura in modo abbastanza netto, addolcendo molto il carattere tsundere ed egocentrico dei primi volumi. È sicuramente il personaggio con la crescita più netta. Non aggiungo altro perché per farlo dovrei fare spoiler sulla trama, ma è un buon personaggio, mi sta piacendo molto come l'autore lo sta facendo evolvere.
Ovviamente è un pool di personaggi in linea con il tono leggero dell’opera, non c’è chissà quale spessore da indagare. Anche i comportamenti dei singoli (e del gruppo) sono molto spesso dettati unicamente dalle necessità umoristiche, più che dalla credibilità.
* Disegni*
Il tratto di Mishima è abbastanza semplice e sicuramente meno accattivante rispetto a tanti altri autori, tuttavia non è affatto sgradevole. I disegni non sono mai difficili da interpretare o confusi, le tavole non sono mai troppo piatte o bianche. In sostanza un lavoro che magari non è brillante, ma che è assolutamente dignitoso e fatto con cura.
* Dialoghi e scrittura *
Questi sono sicuramente gli aspetti che ho apprezzato di meno.
I dialoghi, praticamente di ogni personaggio, sono davvero troppo superficiali e, spesso, addirittura banali. In alcuni frangenti mi sono trovato a fermarmi nella lettura e a “prendere fiato” rendendomi conto che avevo quasi l’istinto di skippare interi baloon perché non stavano aggiungendo nulla.
Anche la scrittura, intesa come insieme di sceneggiatura e narrazione, non mi ha impressionato. Alcune scene sono eccessivamente prolisse, altre sembrano mancare di uno sviluppo, e altre su cui si poteva investire maggiormente sono lasciate un po’ in secondo piano.
E questo aspetto purtroppo coinvolge anche la narrazione dei personaggi. Le reazioni di Kazuma, per esempio, sono talvolta eccessive e talvolta troppo blande, finendo per far risultare il personaggio un po’ troppo sopra le righe in alcuni casi, e un po’ troppo vittima degli eventi in altri.
Capisco la leggerezza che caratterizza tutto il manga, ma in termini di scrittura secondo me si poteva mettere un po’ più di consistenza e struttura senza che il tono dell’opera ne venisse intaccato.
_____
* IN DEFINITIVA *
In definitiva considero Konosuba un manga “carino”. E’ svilente definirlo semplicemente così? Boh, non lo so. Quello che so è che il target del lettore tipo deve essere davvero piuttosto giovane a giudicare dal livello di spessore dell’intera opera. Che, tengo a ripeterlo, non è comunque affatto sgradevole.
(¬_¬") 🗯ね? (Giusto?)
* Trama e storia *
Kazuma Sato è un hikikomori sedicenne che muore come un cretino e rinasce in un mondo fantasy, portandosi dietro la divinità Aqua che si rivela essere piuttosto inutile. Arrivato in questo mondo fantasy conosce anche la maga Megumin e la combattente Darkness, e il quartetto diventa un gruppo di avventurieri sgangherato votato alla sconfitta del Demon King.
Se volete saperne di più c’è la sinossi.
Ok, la storia alla base è talmente banale da avermi suscitato fastidio… ma visto che me l’hanno consigliato come “opera fondamentale” del genere isekai ho deciso di tapparmi il naso e leggerlo.
E sai che c’è? C’è che non mi è dispiaciuto, dopotutto.
“Kono Subarashii Sekai ni Shukufuku wo!” è un manga gestito in archi di media lunghezza, intervallati qui e là da episodi filler e/o situazioni che spezzano la trama principale. Il genere è un fantasy con ispirazioni che vanno da Dungeons & Dragons a stereotipi da JRPG. La narrazione pone un netto accento sugli aspetti da commedia, principalmente comica, talvolta demenziale, raramente con una spruzzata di ecchi assolutamente casto e infantile. E negli ultimi volumi c’è anche un po’ di romanticismo.
Konosuba è la dimostrazione che per fare un manga gradevole a volte basta un po’ di buon gusto nel rielaborare e riproporre temi e situazioni assolutamente ordinari e stravisti.
Non serve esagerare.
Non serve spararle troppo grosse.
Non serve sorprendere e sparigliare le carte ad ogni capitolo.
Non servono cattivi davvero cattivi.
Non serve il continuo ricorso al cliffhanger.
Non serve una trama stupidamente intricata.
Non servono battaglie epocali infinitamente lunghe.
Non serve l’ordalia insopportabile del continuo power creep.
Non servono personaggi che declamano dialoghi melodrammatici.
Non servono scene splatter o nemici disturbati.
Non servono storie d’amore struggenti.
Non servono scene di nudo.
Non serve, soprattutto, prendersi inutilmente sul serio.
Il risultato è un’opera che si legge velocissima, che è leggera come una piuma, che al termine forse mi ha lasciato poco e che, a dirla tutta, non eccelle in nulla. Eppure è anche un’opera che è riuscita a farmi simpatizzare per questo o quel personaggio e, soprattutto, che è riuscita a intrattenermi nella lettura.
Ho letto i 17 volumi usciti finora in poco più di una settimana e la cosa non mi è mai pesata. La sera, prima di andare a letto, uno o due volumetti per staccare la spina e farsi due risate alle spalle del povero Kazuma, impegnato in qualche avventura improbabile e vessato dal suo stuolo di disgraziate.
Di contro Konosuba è un manga che ha davvero poco mordente, e che quindi immagino possa avere enormi problemi a mantenere l’attenzione di quei lettori che si aspettano di leggere qualcosa di più viscerale o intenso.
* Sviluppo dei personaggi *
Di solito tendo a spendere molte parole su questo aspetto, ma in questo caso non c’è molto da dire… perché la crescita è davvero molto limitata e, anche se presente, è solo un aspetto secondario dell’intrattenimento che viene offerto al lettore.
Il gruppo dei protagonisti è un’estremizzazione del classico party standard di Dungeons and Dragons: ladro, chierico, guerriero e mago.
Kazuma è il leader del gruppo (almeno sulla carta), ma è un sempliciotto che si fa continuamente abbindolare dalle compagne e che non riesce a farsi rispettare. Non è un campione della giustizia, ma non ha abbastanza cattiveria per compiere atti davvero spregevoli, e quindi risulta meschino ma comunque buono. È pigro e indolente ma finisce sempre per impegnarsi per gli altri. È debole e umorale ma alla fine in qualche modo riesce sempre ad uscirne facendo una buona figura.
Le sue capacità ne fanno sostanzialmente il ladro del gruppo, rendendolo abbastanza versatile ma con un livello di potere abbastanza infimo. Nel corso dei volumi inizierà ad avere un minimo di prestigio e un po’ di denaro, ma il suo carattere non verrà stravolto. La sua crescita è sostanzialmente confinata in pochi momenti in cui racconta il proprio passato e nelle relazioni che si vanno stringendo con le ragazze nel corso dei volumi.
Aqua è insopportabile. Nonostante sia una divinità è egocentrica, stupida, inopportuna, fastidiosa e potrei aggiungere almeno un’altra mezza dozzina di insulti assortiti. È il chierico del gruppo e la sua utilità è sostanzialmente quella di scacciare demoni e non morti e curare tutti. I suoi poteri sono di livello assurdo, essendo una divinità, ma l’autore è bravo a non abusarne mai in modo troppo esagerato.
È interessante il rapporto con la dea rivale Eris, cosa che dà spazio ad alcuni siparietti divertenti, soprattutto per quanto riguarda le rivalità delle due chiese. Crescita non pervenuta.
Darkness è una ragazza che proviene da una famiglia nobile e la cosa crea un forte contrasto con la sua caratterizzazione: è una masochista continuamente preda di pensieri legati alla sofferenza fisica e all’umiliazione. È una specie di crociato o di cavaliere templare, una via di mezzo tra un paladino e un guerriero, votata unicamente alle skill difensive.
Nelle prime fasi non è un personaggio che ho amato particolarmente (ha una caratterizzazione troppo esagerata) ma, soprattutto nei volumi centrali, ha molto spazio e degli sprazzi di evoluzione interessanti. Negli ultimi volumi ho avuto l’impressione che l’aspetto masochistico che la rendeva un po’ macchietta sia stato fortemente smussato, e che sia stata garantita al personaggio una discreta crescita. Ora mi piace di più, solo che così è finita un po' in secondo piano.
Megumin è una ragazzina estremamente dotata per la magia, ma sfortunatamente sa utilizzare un solo incantesimo che genera una gigantesca esplosione ad area. È più giovane del protagonista di 2-3 anni e nel corso dei volumi matura in modo abbastanza netto, addolcendo molto il carattere tsundere ed egocentrico dei primi volumi. È sicuramente il personaggio con la crescita più netta. Non aggiungo altro perché per farlo dovrei fare spoiler sulla trama, ma è un buon personaggio, mi sta piacendo molto come l'autore lo sta facendo evolvere.
Ovviamente è un pool di personaggi in linea con il tono leggero dell’opera, non c’è chissà quale spessore da indagare. Anche i comportamenti dei singoli (e del gruppo) sono molto spesso dettati unicamente dalle necessità umoristiche, più che dalla credibilità.
* Disegni*
Il tratto di Mishima è abbastanza semplice e sicuramente meno accattivante rispetto a tanti altri autori, tuttavia non è affatto sgradevole. I disegni non sono mai difficili da interpretare o confusi, le tavole non sono mai troppo piatte o bianche. In sostanza un lavoro che magari non è brillante, ma che è assolutamente dignitoso e fatto con cura.
* Dialoghi e scrittura *
Questi sono sicuramente gli aspetti che ho apprezzato di meno.
I dialoghi, praticamente di ogni personaggio, sono davvero troppo superficiali e, spesso, addirittura banali. In alcuni frangenti mi sono trovato a fermarmi nella lettura e a “prendere fiato” rendendomi conto che avevo quasi l’istinto di skippare interi baloon perché non stavano aggiungendo nulla.
Anche la scrittura, intesa come insieme di sceneggiatura e narrazione, non mi ha impressionato. Alcune scene sono eccessivamente prolisse, altre sembrano mancare di uno sviluppo, e altre su cui si poteva investire maggiormente sono lasciate un po’ in secondo piano.
E questo aspetto purtroppo coinvolge anche la narrazione dei personaggi. Le reazioni di Kazuma, per esempio, sono talvolta eccessive e talvolta troppo blande, finendo per far risultare il personaggio un po’ troppo sopra le righe in alcuni casi, e un po’ troppo vittima degli eventi in altri.
Capisco la leggerezza che caratterizza tutto il manga, ma in termini di scrittura secondo me si poteva mettere un po’ più di consistenza e struttura senza che il tono dell’opera ne venisse intaccato.
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* IN DEFINITIVA *
In definitiva considero Konosuba un manga “carino”. E’ svilente definirlo semplicemente così? Boh, non lo so. Quello che so è che il target del lettore tipo deve essere davvero piuttosto giovane a giudicare dal livello di spessore dell’intera opera. Che, tengo a ripeterlo, non è comunque affatto sgradevole.