Storia di una Geisha
La storia di questa bambina di tredici anni che viene venduta per un sacco di riso ad una Geisha anziana, padrona di un per Geishe e Danna o clienti di una classe sociale molto alta, per farla lavorare come serva delle Geishe ormai professioniste, alla bambina le viene insegnato a suonare lo “Shamisen” che uno strumento musicale simile alla chitarra ma con un’asta molto lunga e si suono con un plettro fatto d’avorio. La storia della bambina si svolge in contemporanea con la storia del Giappone nell’epoca “Showa” ( dal 1926 al 1989) con fatti storici molto importanti come l’incidente Mukden o la propaganda nazionalistica e militare. Tsuru subirà uno stupro e cosi la padrona deciderà di iniziarla a Geisha matura, quindi ci sarà un balzo di cinque anni, dove vediamo Tsuru essere diventata adulta e una Geisha professionista e li si comincia a conoscere a fondo il personaggio di Tsuru. Un manga molto complesso che da sfoggio di tutta la bellezza, l’eleganza del tratto Kazuo Kamimura figura molto importante nel mondo del Gekiga manga. La cosa che colpisce molto di questo manga, è anche le scene cruente sono eleganti e delicate, una storia che si centra non solo sul mondo delle geishe ma anche delle donne in generale. Questo manga mi lascia spiazzato perché ogni parola che spendo non sarà mai sufficiente per descrivere questo capolavoro. Molto curiosa la storia della sua pubblicazione, sicuramente lo rileggerò perché questo manga rileggendolo si può scoprire cose nuove.
“Storia di una Geisha” di Kamimura è un seinen manga redatto da J-POP. Il volume unico racchiude 16 capitoli, ognuno dei quali racconta un episodio di vita di Tsuru, una giovane shikomikko che aspira a diventare una geisha. Kamimura racconta la storia di una bambina che vive nel mondo “dei fiori e dei salici”, venduta da una famiglia povera a una casa di geisha a Tokyo qualche anno prima della seconda guerra mondiale. Il lettore ha la possibilità di entrare in un mondo conosciuto da pochi, in un Giappone non ancora contaminato dall’occidente e dall’epoca moderna. Quella di Tsuru è una vita dura, non è mai realmente libera, sempre sotto dominio di qualcuno, fin da bambina è sempre stata attorniata da personaggi cattivi, viscidi e con un doppio fine, sono poche le persone che si rivolgono a lei con gentilezza sincera. Nonostante la sua vita difficile ha un animo che non si lascia abbattere dalle avversità.
Le tavole del maestro sono disegnate in maniera impeccabile e la grandezza del volume gli rende giustizia, si riescono ad apprezzare i momenti più crudi e intensi. Il background è disegnato in maniera precisa, le case tradizionali e le viuzze della città ti trascinano in un mondo senza tempo.
Al volume come voto do 9, è ben fatto, la storia ti coinvolge. I personaggi principali sono ben descritti, l’autore è riuscito a delineare bene le loro personalità.
Le tavole del maestro sono disegnate in maniera impeccabile e la grandezza del volume gli rende giustizia, si riescono ad apprezzare i momenti più crudi e intensi. Il background è disegnato in maniera precisa, le case tradizionali e le viuzze della città ti trascinano in un mondo senza tempo.
Al volume come voto do 9, è ben fatto, la storia ti coinvolge. I personaggi principali sono ben descritti, l’autore è riuscito a delineare bene le loro personalità.
Una gru infreddolita - Storia di una geisha è un manga di Kazuo Kamimura, talentuoso mangaka già reso noto in Italia grazie alla pubblicazione di Lady Snowblood e purtroppo prematuramente scomparso. Anche stavolta la protagonista è un'affascinante figura femminile: siamo nei primi anni dell'epoca Showa e la piccola Tsuru (il cui nome è dovuto ad un'abitudine che ha da piccola, stare in piedi su una gamba sola per scaldarsi l'altra nei giorni freddi), come tante sue coetanee nate in famiglie troppo povere per sfamarle, è stata venduta ad un'okiya. La storia si svolge in un lasso di tempo abbastanza lungo, dai suoi primi anni di apprendistato come shikomikko, piccola tuttofare, al suo debutto, fino all'apice del suo successo. Come ormai abbiamo avuto già modo di apprendere anche da altri manga o romanzi ci viene mostrato come il mondo dei fiori e dei salici, tanto intrigante agli occhi di noi occidentali, non è esente da aspetti molto tristi. Al di là dell'annosa questione del mizuage, una geisha non può scegliere chi amare, che sia piacente o ripugnante, gentile o prepotente, deve tenersi stretto il suo danna (in pratica il suo protettore, il suo amante ufficiale) perché senza di lui non potrebbe mai sostenere le sue spese, vertiginose ma comunque necessarie per non rovinare la propria carriera. L'autore ci mostra bambine del tutto private della loro infanzia, fin dall'inizio inglobate e persino partecipi a gelosie e contrasti fra donne, da cui non potranno mai tirarsi del tutto fuori per non cadere nel dimenticatoio. Queste bambine infatti si rendono presto conto di non essere entrate in una nuova famiglia, ma di essere diventate una semplice merce di scambio, e che ogni loro compagna non è un'amica o una semplice compagna di sventura, ma può rivelarsi in qualsiasi momento una pericolosa rivale, una terribile minaccia da cui guardarsi. Oltre a Tsuru troviamo altre figure più o meno rilevanti, tutte comunque utili a darci un'idea della reale situazione dell'ambiente in cui lei vive: le altre geishe, le shikomikko, la okasan, i clienti, gli amori impossibili, eccetera.
Kamimura ci mostra una realtà amara, dura da accettare (soprattutto per noi appartenenti ad una cultura e con una mentalità così diverse), e lo fa in maniera molto efficace e realistica grazie al suo stile di disegno, gradevole ed elegante, che gli consente anche di evitare di mostrarci dettagli troppo scabrosi per rendere l'idea. Mi riferisco in particolare al capitolo 8, ultimo capitolo dedicato alla Tsuru bambina, un vero pugno nello stomaco. Purtroppo la struttura del manga è episodica (non amo molto le storie ad episodi!), ma ciò non impedisce di cogliere ugualmente l'evoluzione del personaggio da un capitolo all'altro: nel capitolo 9 avremmo voluto leggere cos'era successo nei giorni immediatamente successivi a quella particolare vicenda, invece ritroviamo Tsuru ormai cresciuta, ormai geisha pronta al debutto, completamente trasformata e non solo per via dell'età e dell'abbigliamento.
Una piacevole lettura, che non costituisce una totale novità per me che ho già letto vari libri sull'argomento ma che sicuramente arricchisce di molto la mia conoscenza, anche con dettagli che non avevo trovato altrove. E contrariamente a quanto mi capita in particolare con una mangaka che voi tutti conoscete, riesco anche a tollerare la mancanza di un vero e proprio finale: l'ultimo capitolo potrebbe tranquillamente essere una conclusione, ma la storia avrebbe anche potuto andare avanti. Non ha importanza: certo, attraverso questi 16 capitoli abbiamo avuto modo di affezionarci a Tsuru ed avremmo voluto sapere tutto di lei, ma è chiaro che non è questo lo scopo dell'autore, infatti la nostra "gru infreddolita" ha svolto egregiamente il suo ruolo, quello di aprirci una finestra sul suo misterioso mondo, che mai ci verrà mostrato totalmente. Nonostante questo film sia stato duramente criticato in Giappone, soprattutto dalla geisha realmente esistente a cui la storia è ispirata, mi pare calzante la riflessione finale di Sayuri (tanto che mi pare che la sua voce, in una delle ultime scene del film, possa essere tranquillamente quella di Tsuru, che nell'ultima tavola di un capitolo si trova persino in una posa simile, piangente sul ciglio di una rupe a picco sul mare: che il regista si sia ispirato al manga?) in Memorie di una geisha: "Il cuore muore di morte lenta, perdendo ogni speranza come foglie, finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla. Lei dipinge il viso per nascondere il viso, i suoi occhi sono acqua profonda. Non è per una geisha desiderare, non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un'artista del mondo che fluttua, danza, canta, intrattiene tutto quello che vorremmo. Il resto è ombra, il resto è segreto."
L'edizione mi pare ben realizzata, con un accettabile rapporto qualità/prezzo. In formato sufficientemente grande per poterci far apprezzare meglio le tavole, ha una sovracoperta ed un'interessante post-fazione e si apre comodamente. Ma la cosa più importante è che questa nostra edizione italiana, realizzata come omaggio all'autore in occasione del trentennale della sua scomparsa, è la prima edizione monografica realmente integrale di quest'opera: il capitolo 8, come il 13, non erano mai stati inseriti nelle edizioni monografiche di questo manga, quella del marzo del 1992 e quella del settembre del 1996. Recuperarli ed inserirli è stato alquanto complesso, infatti ho letto in un articolo che è stato necessario scansionare le tavole mancanti dai numeri di Big comic, la rivista su cui Itezuru (titolo originale) fu pubblicato in capitoli, per la prima volta, fra il 1974 ed il 1980.
Motivo in più per recuperare in fretta questo gioiellino, un manga incentrato su un mondo che nonostante i suoi lati oscuri continuerà sempre ad attrarre ed incuriosire noi occidentali, un'opera che non può mancare nella biblioteca di qualsiasi appassionato.
Voto finale: 10
Kamimura ci mostra una realtà amara, dura da accettare (soprattutto per noi appartenenti ad una cultura e con una mentalità così diverse), e lo fa in maniera molto efficace e realistica grazie al suo stile di disegno, gradevole ed elegante, che gli consente anche di evitare di mostrarci dettagli troppo scabrosi per rendere l'idea. Mi riferisco in particolare al capitolo 8, ultimo capitolo dedicato alla Tsuru bambina, un vero pugno nello stomaco. Purtroppo la struttura del manga è episodica (non amo molto le storie ad episodi!), ma ciò non impedisce di cogliere ugualmente l'evoluzione del personaggio da un capitolo all'altro: nel capitolo 9 avremmo voluto leggere cos'era successo nei giorni immediatamente successivi a quella particolare vicenda, invece ritroviamo Tsuru ormai cresciuta, ormai geisha pronta al debutto, completamente trasformata e non solo per via dell'età e dell'abbigliamento.
Una piacevole lettura, che non costituisce una totale novità per me che ho già letto vari libri sull'argomento ma che sicuramente arricchisce di molto la mia conoscenza, anche con dettagli che non avevo trovato altrove. E contrariamente a quanto mi capita in particolare con una mangaka che voi tutti conoscete, riesco anche a tollerare la mancanza di un vero e proprio finale: l'ultimo capitolo potrebbe tranquillamente essere una conclusione, ma la storia avrebbe anche potuto andare avanti. Non ha importanza: certo, attraverso questi 16 capitoli abbiamo avuto modo di affezionarci a Tsuru ed avremmo voluto sapere tutto di lei, ma è chiaro che non è questo lo scopo dell'autore, infatti la nostra "gru infreddolita" ha svolto egregiamente il suo ruolo, quello di aprirci una finestra sul suo misterioso mondo, che mai ci verrà mostrato totalmente. Nonostante questo film sia stato duramente criticato in Giappone, soprattutto dalla geisha realmente esistente a cui la storia è ispirata, mi pare calzante la riflessione finale di Sayuri (tanto che mi pare che la sua voce, in una delle ultime scene del film, possa essere tranquillamente quella di Tsuru, che nell'ultima tavola di un capitolo si trova persino in una posa simile, piangente sul ciglio di una rupe a picco sul mare: che il regista si sia ispirato al manga?) in Memorie di una geisha: "Il cuore muore di morte lenta, perdendo ogni speranza come foglie, finché un giorno non ce ne sono più. Nessuna speranza. Non rimane nulla. Lei dipinge il viso per nascondere il viso, i suoi occhi sono acqua profonda. Non è per una geisha desiderare, non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un'artista del mondo che fluttua, danza, canta, intrattiene tutto quello che vorremmo. Il resto è ombra, il resto è segreto."
L'edizione mi pare ben realizzata, con un accettabile rapporto qualità/prezzo. In formato sufficientemente grande per poterci far apprezzare meglio le tavole, ha una sovracoperta ed un'interessante post-fazione e si apre comodamente. Ma la cosa più importante è che questa nostra edizione italiana, realizzata come omaggio all'autore in occasione del trentennale della sua scomparsa, è la prima edizione monografica realmente integrale di quest'opera: il capitolo 8, come il 13, non erano mai stati inseriti nelle edizioni monografiche di questo manga, quella del marzo del 1992 e quella del settembre del 1996. Recuperarli ed inserirli è stato alquanto complesso, infatti ho letto in un articolo che è stato necessario scansionare le tavole mancanti dai numeri di Big comic, la rivista su cui Itezuru (titolo originale) fu pubblicato in capitoli, per la prima volta, fra il 1974 ed il 1980.
Motivo in più per recuperare in fretta questo gioiellino, un manga incentrato su un mondo che nonostante i suoi lati oscuri continuerà sempre ad attrarre ed incuriosire noi occidentali, un'opera che non può mancare nella biblioteca di qualsiasi appassionato.
Voto finale: 10