I Mille Colori dell'Amore ~Tutto comincia da te~
"I mille colori dell'amore" è una commedia romantica scolastica proposta dalla Planet Manga in 9 volumi. L'autrice, Ai Minase, si è già affermata in Italia grazie ad altre due opere pubblicate e note - "Namida Usagi" e "Dolce Primo Amore". Se non conoscete questa mangaka e il suo stile, vi suggerisco di non iniziare da questa opera perché a mio avviso è quella che meno offre valore aggiunto alle sue opere e al panorama shoujo in generale.
La trama inizia con un incontro fortuito avvenuto tra Mashiro Ogawa e Haruto Yuki in un'isola di cui lei è originaria e dove lui è in vacanza. Mashiro sogna di incontrare il primo amore e, quando tra i due ragazzi appena conosciuti scatta la scintilla, lei decide di preservare questo sentimento mai provato. Dopo quattro anni Mashiro si trasferisce in città e il destino vuole che incroci nuovamente Haruto sia per strada, sia nella nuova classe dove viene accolta. Haruto non solo non la riconosce ma sembra infastidito dai tentativi di approccio della ragazza. La fortuna per Mashiro è che - sempre per caso - riesce ad entrare nell'entourage di amicizie che le permetterà di ridurre le distanze con il suo primo amore.
Ai Minase non delude sia dal punto di vista grafico, sia dalla capacità di tenere il ritmo della narrazione. Gli elementi attesi da un romanzo scolastico shoujo sono tutti presenti, anche se la carica di tenerezza dei personaggi e dei dialoghi qui arriva a dei livelli spiazzanti e surreali.
Gli elementi che io non ho apprezzato e che riducono drasticamente la valutazione di questa opera sono legati a queste riflessioni:
- Dopo "Namida Usagi" e "Dolce Primo Amore", ricche di elementi di novità o ben miscelati, avrei apprezzato una storia dai contorni più adulti. Il copione di questa storia l'ho trovato più adatto ad un target Kodomo per il continuo rimando al concetto di "amore per la vita" ridotto forse troppo alle estreme conseguenze. L'ho colto dai dialoghi associabili a dei ragazzini delle medie più che a dei liceali e dalle riflessioni - forse troppo lagnose.
- La protagonista femminile: tiepida, inconsistente, crocerossina apprezzata da questo ragazzetto perché "nonostante lui la tratti male lei continua a sorridergli". A mio avviso non è un messaggio educativo per le giovani generazioni, specie dopo altre due opere proposte in cui le protagoniste femminili non offendono i canoni del genere.
- Avrei offerto più spazio agli amici dei protagonisti, che avevano una caratterizzazione propria interessantissima e che sono stati relegati a ruoli marginali, i Soliti oserei dire. Himeno, l'amica, aveva un profilo creativo e gaio che non meritava di diventare l'accessorio di Mashiro.
Con questa opera Ai Minase secondo me ha fatto qualche passo indietro, potrebbe essere la sua prima opera e non l'ultima. Spero di ritrovarla nelle forme che mi hanno permesso di apprezzarla perché il potenziale c'è e non è poco.
La trama inizia con un incontro fortuito avvenuto tra Mashiro Ogawa e Haruto Yuki in un'isola di cui lei è originaria e dove lui è in vacanza. Mashiro sogna di incontrare il primo amore e, quando tra i due ragazzi appena conosciuti scatta la scintilla, lei decide di preservare questo sentimento mai provato. Dopo quattro anni Mashiro si trasferisce in città e il destino vuole che incroci nuovamente Haruto sia per strada, sia nella nuova classe dove viene accolta. Haruto non solo non la riconosce ma sembra infastidito dai tentativi di approccio della ragazza. La fortuna per Mashiro è che - sempre per caso - riesce ad entrare nell'entourage di amicizie che le permetterà di ridurre le distanze con il suo primo amore.
Ai Minase non delude sia dal punto di vista grafico, sia dalla capacità di tenere il ritmo della narrazione. Gli elementi attesi da un romanzo scolastico shoujo sono tutti presenti, anche se la carica di tenerezza dei personaggi e dei dialoghi qui arriva a dei livelli spiazzanti e surreali.
Gli elementi che io non ho apprezzato e che riducono drasticamente la valutazione di questa opera sono legati a queste riflessioni:
- Dopo "Namida Usagi" e "Dolce Primo Amore", ricche di elementi di novità o ben miscelati, avrei apprezzato una storia dai contorni più adulti. Il copione di questa storia l'ho trovato più adatto ad un target Kodomo per il continuo rimando al concetto di "amore per la vita" ridotto forse troppo alle estreme conseguenze. L'ho colto dai dialoghi associabili a dei ragazzini delle medie più che a dei liceali e dalle riflessioni - forse troppo lagnose.
- La protagonista femminile: tiepida, inconsistente, crocerossina apprezzata da questo ragazzetto perché "nonostante lui la tratti male lei continua a sorridergli". A mio avviso non è un messaggio educativo per le giovani generazioni, specie dopo altre due opere proposte in cui le protagoniste femminili non offendono i canoni del genere.
- Avrei offerto più spazio agli amici dei protagonisti, che avevano una caratterizzazione propria interessantissima e che sono stati relegati a ruoli marginali, i Soliti oserei dire. Himeno, l'amica, aveva un profilo creativo e gaio che non meritava di diventare l'accessorio di Mashiro.
Con questa opera Ai Minase secondo me ha fatto qualche passo indietro, potrebbe essere la sua prima opera e non l'ultima. Spero di ritrovarla nelle forme che mi hanno permesso di apprezzarla perché il potenziale c'è e non è poco.