La fine del gioco
"Se fossi stata un uomo, avrei ottenuto quel posto indipendentemente dal mio comportamento".
Sono queste le amare riflessioni di Verity Diamond: un nome, un programma, per la figlia del direttore di una famosa azienda.
Verity è probabilmente l'eroina più antipatica di tutta la collana X Me, il che se non altro ci impedisce di farne una vittima come spesso accade con gli altri titoli; nondimeno,le scelte degli uomini e l'atteggiamento che essi mantengono verso di lei (specialmente suo padre) sono estremamente maschilisti.
Le donne vivono di emozioni e,per quanto possano studiare e impegnarsi, saranno sempre dipendenti dagli uomini della loro vita; preferiranno essere amate piuttosto che fare la cosa giusta (il che comporta anche la tenacia di saper sfidare l'opinione comune).
Verity parte con l'idea di sostituire suo padre nell'azienda di famiglia, ma il lavoro sembra essere solo una richiesta di approvazione.
Il gioco sadico intrapreso da Holt Jefferson, destinato ad occupare il posto richiesto dalla ragazza, non è privo di tensione erotica e porterà ad esiti prevedibili.
Se inizialmente le parole di Verity potevano suonare come una critica alla società, Jessica Steele (autrice del soggetto) le usa semplicemente per farla sembrare presuntuosa. È un peccato che i volti così espressivi di Harumo Sanazaki siano finiti a far da"contorno" a questa minestrina riscaldata.
Sono queste le amare riflessioni di Verity Diamond: un nome, un programma, per la figlia del direttore di una famosa azienda.
Verity è probabilmente l'eroina più antipatica di tutta la collana X Me, il che se non altro ci impedisce di farne una vittima come spesso accade con gli altri titoli; nondimeno,le scelte degli uomini e l'atteggiamento che essi mantengono verso di lei (specialmente suo padre) sono estremamente maschilisti.
Le donne vivono di emozioni e,per quanto possano studiare e impegnarsi, saranno sempre dipendenti dagli uomini della loro vita; preferiranno essere amate piuttosto che fare la cosa giusta (il che comporta anche la tenacia di saper sfidare l'opinione comune).
Verity parte con l'idea di sostituire suo padre nell'azienda di famiglia, ma il lavoro sembra essere solo una richiesta di approvazione.
Il gioco sadico intrapreso da Holt Jefferson, destinato ad occupare il posto richiesto dalla ragazza, non è privo di tensione erotica e porterà ad esiti prevedibili.
Se inizialmente le parole di Verity potevano suonare come una critica alla società, Jessica Steele (autrice del soggetto) le usa semplicemente per farla sembrare presuntuosa. È un peccato che i volti così espressivi di Harumo Sanazaki siano finiti a far da"contorno" a questa minestrina riscaldata.