Origin
Mi ero promesso di acquistare «Origin» prima ancora di avere una vaga idea di ciò di cui parlasse. Non tanto per la fama di Boichi, che, anzi, come sceneggiatore/narratore mi sembrava di capire avesse fatto cilecca in "Sun Ken Rock"; quanto per la copertina del primo volume che non saprei come definire se non come 'magnetica'. La trama, indubbiamente interessante - nonché ben sviluppata - all'inizio non l'ho neanche calcolata, e infatti mi sono catapultato in una storia dalla quale non avevo la minima idea di cosa aspettarmi.
«Origin» possiede, per farla breve, tutto ciò che ritengo si possa cercare in un manga. Una storia interessante, ed a mio avviso anche originale (certo, oggi è impensabile ritenere 'originale' una storia futuristica a tema robot, ma valla a realizzare decentemente e poi ne parliamo!); dei bei personaggi; ottimo intrattenimento - che in questo caso è rappresentato dai combattimenti - e, inaspettatamente, un mondo filosofico celato in profondità. Per non parlare del superbo disegno.
Il manga parla di Jin Tanaka, un robot che vive in mezzo agli umani, il cui obiettivo è quello di eliminare altri 8 pericolosi robot, definiti come «i suoi fratelli», poiché creati dallo stesso scienziato. Attraverso una storia così semplice - che per fortuna non subisce grosse variazioni a livello narrativo - veniamo catapultati nella Tokyo del 2048, nella vita di Jin, dei robot, assieme a tutta l'ambientazione e l'immaginario in cui vive il protagonista, il quale passo passo si rivelerà più che zelante sia nel fornirci delle adeguate spiegazioni che facilitino la comprensione di molti eventi, nonché dello scenario futuristico in cui ci troviamo. I primissimi volumi di Origin, inoltre, vantano anche di un piccolo repertorio di gag e situazioni comiche, sulle quali personalmente avrei spinto [moltissimo] l'acceleratore, ma che comunque fanno la loro figura. Ciò che però, a fine lettura, ti fa davvero realizzare che capolavoro questo fumetto aspiri ad essere, è la componente filosofica. Se già nel corso del manga abbondano le riflessioni di umani e robot circa l'essere umano in sé ed il senso della vita, l'ultimo volume costituisce davvero un insieme di cultura e messaggi dall'enorme impatto circa i succitati temi.
Se ho scelto di dargli un 8 e mezzo, nonostante lo ritenga un'opera eccellente, è perché innanzitutto, per me, un 10 va dato ad un'opera completa, che ti trasmetta un mondo e t'insegni qualcosa. In questo intento «Origin» è riuscito solo in parte: a mio avviso sarebbe dovuto durare molto più di 10 volumi, e questo s'intende bene specie se si osserva l'ultimo albo, i cui eventi scorrono frettolosi, come se Boichi avesse finito lo spazio a sua disposizione. È lampante che questa non fosse la sua volontà*, ma credo che tutti abbiamo letto in vita nostra manga che siano durati il triplo dello spazio meritato, e non mi capacito di come questo possa essere avvenuto; piuttosto, in mancanza di alternative, avrei realizzato una seconda stagione. A ridurre il mio voto poi da probabile 9 ad un fermo 8,5 è stata la conseguenza di questo primo difetto: molte dinamiche illustrateci, estremamente complesse, avrebbero richiesto quasi un volume a testa per essere esplicate, invece di trovarsele tutte addosso in un solo, ultimo albo, e perciò non hanno permesso ad «Origin» di elevarsi al potenziale capolavoro che io ritengo. Ciò non toglie che superbo era e superbo rimane.
In conclusione: «Origin», credetemi, è davvero un manga di tutto rispetto. Quando le tavole che hai dinanzi sono di un simile livello e la componente culturale/narrativa è così ampia, c'è ben poco da criticare, se non ciò che sarebbe potuto essere se fosse stato ancora meglio. Dopo due annate di pessimi manga letti e buttati nel dimenticatoio, serie peraltro parecchio grosse ed acclamate, non posso fare a meno di gioire dopo una lettura di tale livello. Promosso a pienissimi voti.
*Non ho trovato fonti che confermassero l'interruzione forzata di Origin, ma preciso che, anche qualora la sua conclusione frettolosa fosse stata una scelta [errata] di Boichi, il mio voto resta invariato.
«Origin» possiede, per farla breve, tutto ciò che ritengo si possa cercare in un manga. Una storia interessante, ed a mio avviso anche originale (certo, oggi è impensabile ritenere 'originale' una storia futuristica a tema robot, ma valla a realizzare decentemente e poi ne parliamo!); dei bei personaggi; ottimo intrattenimento - che in questo caso è rappresentato dai combattimenti - e, inaspettatamente, un mondo filosofico celato in profondità. Per non parlare del superbo disegno.
Il manga parla di Jin Tanaka, un robot che vive in mezzo agli umani, il cui obiettivo è quello di eliminare altri 8 pericolosi robot, definiti come «i suoi fratelli», poiché creati dallo stesso scienziato. Attraverso una storia così semplice - che per fortuna non subisce grosse variazioni a livello narrativo - veniamo catapultati nella Tokyo del 2048, nella vita di Jin, dei robot, assieme a tutta l'ambientazione e l'immaginario in cui vive il protagonista, il quale passo passo si rivelerà più che zelante sia nel fornirci delle adeguate spiegazioni che facilitino la comprensione di molti eventi, nonché dello scenario futuristico in cui ci troviamo. I primissimi volumi di Origin, inoltre, vantano anche di un piccolo repertorio di gag e situazioni comiche, sulle quali personalmente avrei spinto [moltissimo] l'acceleratore, ma che comunque fanno la loro figura. Ciò che però, a fine lettura, ti fa davvero realizzare che capolavoro questo fumetto aspiri ad essere, è la componente filosofica. Se già nel corso del manga abbondano le riflessioni di umani e robot circa l'essere umano in sé ed il senso della vita, l'ultimo volume costituisce davvero un insieme di cultura e messaggi dall'enorme impatto circa i succitati temi.
Se ho scelto di dargli un 8 e mezzo, nonostante lo ritenga un'opera eccellente, è perché innanzitutto, per me, un 10 va dato ad un'opera completa, che ti trasmetta un mondo e t'insegni qualcosa. In questo intento «Origin» è riuscito solo in parte: a mio avviso sarebbe dovuto durare molto più di 10 volumi, e questo s'intende bene specie se si osserva l'ultimo albo, i cui eventi scorrono frettolosi, come se Boichi avesse finito lo spazio a sua disposizione. È lampante che questa non fosse la sua volontà*, ma credo che tutti abbiamo letto in vita nostra manga che siano durati il triplo dello spazio meritato, e non mi capacito di come questo possa essere avvenuto; piuttosto, in mancanza di alternative, avrei realizzato una seconda stagione. A ridurre il mio voto poi da probabile 9 ad un fermo 8,5 è stata la conseguenza di questo primo difetto: molte dinamiche illustrateci, estremamente complesse, avrebbero richiesto quasi un volume a testa per essere esplicate, invece di trovarsele tutte addosso in un solo, ultimo albo, e perciò non hanno permesso ad «Origin» di elevarsi al potenziale capolavoro che io ritengo. Ciò non toglie che superbo era e superbo rimane.
In conclusione: «Origin», credetemi, è davvero un manga di tutto rispetto. Quando le tavole che hai dinanzi sono di un simile livello e la componente culturale/narrativa è così ampia, c'è ben poco da criticare, se non ciò che sarebbe potuto essere se fosse stato ancora meglio. Dopo due annate di pessimi manga letti e buttati nel dimenticatoio, serie peraltro parecchio grosse ed acclamate, non posso fare a meno di gioire dopo una lettura di tale livello. Promosso a pienissimi voti.
*Non ho trovato fonti che confermassero l'interruzione forzata di Origin, ma preciso che, anche qualora la sua conclusione frettolosa fosse stata una scelta [errata] di Boichi, il mio voto resta invariato.
Il mondo di Origin ci porta nel Giappone di molti decenni del futuro per la precisione siamo nel 2048 a Tokyo dove è stata realizzata una ferrovia che unisce il paese del sol levante con la Russia, questo ha permesso di aumentare gli scambi commerciali ma anche favorito molte organizzazioni criminali.
Il nostro protagonista è un androide il cui nome è Origin(che da il titolo al opera) anche se per camuffarsi nella società umana utilizza un altro nome, dato che Origin è il nome che li venne dato dal suo creatore(che lui chiama padre), prima di morire suo “padre” gli disse di vivere degnamente e questo è sempre stato il suo Central Dogma da allora, la morte di suo “padre” avvenne in circostanze poche chiare ma sembra che sia stato un sabotaggio alla sua fabbrica da parte di dei concorrenti, dato che stava lavorando su androidi e I.A.
Il nostro protagonista scopre di avere dei “fratelli/sorelle”, in quanto nonostante il sabotaggio e successivo incendio alla fabbrica di suo “padre” altri robot si salvarono, ma a differenza sua non gli venne lasciato nessun Central Dogma e quindi se lo dovettero trovare da soli e questo li porto a uccidere moltissimi esseri umani, e Origin decide di ostacolarli pensando che dopo rimarranno nascosti nel ombra ma le cose prenderanno una piega diversa e inaspettata.
In Origin i robot (e gli androidi soprattutto) la fanno da padrone dato che hanno un ruolo importantissimo in tutta l’opera, dato che sia il protagonista che gli antagonisti sono androidi e lo stesso protagonista lavora, in un azienda che si occupa proprio di robot e I.A. in tale opera gli umani non ritengono gli androidi dei robot efficienti, soprattutto per il combattimento preferendo dei grossi mecha per esempio. Gli androidi hanno vari sistemi ridondanti(ovvero con più sistemi che fanno le stesse cose in modo che se si rompe uno si può continuare lo stesso), per esempio alcuni suoi avversari hanno telecamere sia negli occhi che nel torace, infatti per distruggere i suoi antagonisti deve distruggere vari sistemi presenti nel corpo dei suoi avversari, essendo un androide prende pezzi dai suoi nemici per ripararsi/potenziarsi, e quando combatte deve stare attento oltre che hai danni anche al energia residua e al calore sprigionato che potrebbe mandarlo in surriscaldamento.
In Origin un altro caposaldo sono le I.A. Intanto perché ovviamente tutti gli androidi ne sono dotati dal protagonista fino hai suoi rivali, sia perché nel corso della storia spunterà un I.A. molto importante per il corso degli eventi, in particolare uno dei motivi principali per cui il protagonista sopravvive sempre (oltre perché se no finirebbe l’opera…) e che rispetto hai suoi avversari androidi la sua intelligenza è molto più sviluppata, e infatti loro decidono di provare a sconfiggerlo potenziando le loro intelligenze.
In Origin come molte opere cyberpunk abbiamo anche una grande multinazionale/corporazione che sfrutta le aziende minori, il nostro protagonista avendo bisogno di denaro per comprare i pezzi di ricambio decide di lavorare appunto per la maggiore corporazione del Giappone/Mondo, che si occupa in particolare di robot e I.A. qui troverà una ragazza che lo farà cambiare molto e grazie a lei cambierà il suo Central Dogma dato da suo padre.
Allora volendo fare una valutazione generale del opera parliamo di un manga molto comico per certi versi in alcuni frangenti anche demenziali, che alterna questi momenti con altri molti seri anche se questo non sempre è piacevole, il disegno è piacevole e non mancano i personaggi sexy anche se non è proprio un opera ecchi.
Il nostro protagonista è un androide il cui nome è Origin(che da il titolo al opera) anche se per camuffarsi nella società umana utilizza un altro nome, dato che Origin è il nome che li venne dato dal suo creatore(che lui chiama padre), prima di morire suo “padre” gli disse di vivere degnamente e questo è sempre stato il suo Central Dogma da allora, la morte di suo “padre” avvenne in circostanze poche chiare ma sembra che sia stato un sabotaggio alla sua fabbrica da parte di dei concorrenti, dato che stava lavorando su androidi e I.A.
Il nostro protagonista scopre di avere dei “fratelli/sorelle”, in quanto nonostante il sabotaggio e successivo incendio alla fabbrica di suo “padre” altri robot si salvarono, ma a differenza sua non gli venne lasciato nessun Central Dogma e quindi se lo dovettero trovare da soli e questo li porto a uccidere moltissimi esseri umani, e Origin decide di ostacolarli pensando che dopo rimarranno nascosti nel ombra ma le cose prenderanno una piega diversa e inaspettata.
In Origin i robot (e gli androidi soprattutto) la fanno da padrone dato che hanno un ruolo importantissimo in tutta l’opera, dato che sia il protagonista che gli antagonisti sono androidi e lo stesso protagonista lavora, in un azienda che si occupa proprio di robot e I.A. in tale opera gli umani non ritengono gli androidi dei robot efficienti, soprattutto per il combattimento preferendo dei grossi mecha per esempio. Gli androidi hanno vari sistemi ridondanti(ovvero con più sistemi che fanno le stesse cose in modo che se si rompe uno si può continuare lo stesso), per esempio alcuni suoi avversari hanno telecamere sia negli occhi che nel torace, infatti per distruggere i suoi antagonisti deve distruggere vari sistemi presenti nel corpo dei suoi avversari, essendo un androide prende pezzi dai suoi nemici per ripararsi/potenziarsi, e quando combatte deve stare attento oltre che hai danni anche al energia residua e al calore sprigionato che potrebbe mandarlo in surriscaldamento.
In Origin un altro caposaldo sono le I.A. Intanto perché ovviamente tutti gli androidi ne sono dotati dal protagonista fino hai suoi rivali, sia perché nel corso della storia spunterà un I.A. molto importante per il corso degli eventi, in particolare uno dei motivi principali per cui il protagonista sopravvive sempre (oltre perché se no finirebbe l’opera…) e che rispetto hai suoi avversari androidi la sua intelligenza è molto più sviluppata, e infatti loro decidono di provare a sconfiggerlo potenziando le loro intelligenze.
In Origin come molte opere cyberpunk abbiamo anche una grande multinazionale/corporazione che sfrutta le aziende minori, il nostro protagonista avendo bisogno di denaro per comprare i pezzi di ricambio decide di lavorare appunto per la maggiore corporazione del Giappone/Mondo, che si occupa in particolare di robot e I.A. qui troverà una ragazza che lo farà cambiare molto e grazie a lei cambierà il suo Central Dogma dato da suo padre.
Allora volendo fare una valutazione generale del opera parliamo di un manga molto comico per certi versi in alcuni frangenti anche demenziali, che alterna questi momenti con altri molti seri anche se questo non sempre è piacevole, il disegno è piacevole e non mancano i personaggi sexy anche se non è proprio un opera ecchi.