Kishuku Gakkou no Juliet

A sentire Shakespeare non si pensa forse a Romeo e Giulietta o Amleto? Quanti anime sono stati influenzati dagli amanti veronesi e questo manga, a giudicare dal sottotitolo amare o non amare, reca qualcosa di speciale. Ma andiamo con ordine. Due nazioni , dopo guerre e non meglio specificati conflitti hanno raggiunto da alcuni decenni una sorta di pace, cementata dalla scuola d’elite Dalia Academy ove gli studenti delle due nazioni studiano insieme, divisi nei dormitori dei White Cats e dei Black Dogs. Ma Romio Inuzuka, capo dei giovani black dog e Yuliet Persia, giovane fanciulla comandante dei White Cats nasce una storia d’amore, una volta tanto ricambiata fin dal primo momento. Per non farsi scoprire dovranno servirsi dei più diversi sotterfugi, dato che farsi scoprire , come capita sempre in questo tipo di storie, avrebbe conseguenze terribili. Tra le varie vicende divertenti e allo stesso tempo allarmanti , illuminati dai molti e simpatici compagni di scuola, ci ritroveremo in una storia da cui non riusciremo più a uscire , data la simpatia dei protagonisti e comprimari. Ci sembrerà davvero di essere a nostra volta studenti dell’accademia. Ma come il sottotitolo può far pensare, qui vi è anche un forte riferimento ad Amleto. Essere o non essere, amare o non amare , odiare o non odiare. Perché cioè, dobbiamo odiarci tra nazioni rivali? Solo perché i nostri antenati lo hanno sempre fatto? Possibile che i giovani debbano seguire questo cammino o , piuttosto non possano fare qualcosa di diverso e aprirsi all’amore? La grafica è ottima, semplice e curata allo stesso tempo, ottima la regia delle tavole. La durata complessiva è di una quindicina di tankoboon e i primi quattro sono stati trasposti fedelmente nella serie animata. Simpatico il fatto che mentre Touwa , la nazione dei Black Dogs sia il Giappone, West, la nazione dei White Cats sia chiaramente ispirata all’ Italia! Anche se notoriamente non sono tenero con i manga, un buon voto lo voglio dare non solo per la qualità dell’opera, ma anche per l’originalità con cui viene trattato un tema un pò troppo inflazionato.