I Fanatici del Gekiga
Su questo titolo mi ero fatto grandi aspettative, tanto da spendere i 25 euro per comprarlo. Ne valeva la pena? Secondo me no.
La storia è comparsa ad episodi, più o meno legati l’uno all’altro, su una rivista della Shogakukan: 11 episodi di una trentina di pagine l’uno in 5 anni… Per carità l’edizione è ottima e la storia di per sè non manca di essere interessante: tutto verterebbe sulla vita di quattro autori tra i precursori del genere gekiga: Takao Saito, Takigawa, Masahiko Matsumoto e Yoshihiro Tatsumi.
Matsumoto è l’autore del manga di ricordi in questione e questi ricordi pagano il ticket a Takao Saito che è amico e benefattore dell’autore. In realtà anche se Saito è il protagonista della storia l’altro protagonista per spazio dedicato è Takigawa… che in realtà non esiste! Ma come è un racconto biografico, presumibilmente vero… Il mistero è presto svelato: dietro questo personaggio si nasconde Masami Kuroda e il motivo per cui non viene nominato il vero nome è che l’autore si considera suo amico e si vergogna dei comportamenti del suo amico. Rubare soldi, scontare assegni a vuoto, ubriacarsi, andare a puttane, sprecare i soldi quando la famiglia ha invece un disperato bisogno…
Avevo letto un altro manga sulla nascita del movimento gekiga: “Una vita tra i margini” di Yoshihiro Tatsumi e devo ammettere che la narrazione è molto diversa, Tatsumi mette l’accento su di sé mentre Matsumoto la fa risultare come cosa più di gruppo sebbene consideri il nucleo fondamentale i quattro sopradetti.
I racconti partono dal lavoro dei quattro per la Hinomaru Bunko di Osaka fino ad arrivare a Tokyo, passando dagli Akahon (i libretti rossi a noleggio) alle riviste prendendo in esame questi pochi anni (due/tre al massimo) in cui gli autori maturano l’idea di una rivista di manga per adulti, che per volontà dell’autore saranno solo di tipo thriller benché gli autori volessero sperimentare anche altro.
La rivista in questione è Kage che è la precorritrice delle riviste seinen sia pure con il limite che dicevo: solo gialli. Dopo la crisi della Hinomaru il gruppo non si disgrega anche se ci sono piccoli allontanamenti… Machi, Kagi altre riviste mensili… poi tutto finisce con l’arrivo a Tokyo.
Non si parla né del manifesto del gekiga di Tatsumi né della nascita del gruppo del gekiga kobo, qualche nome di autori del Kansai spunta per caso nella narrazione (mancano però autori come Kazuo Umezu o Hiroshi Hirata) ma non si parla neanche per sbaglio di nessuno dei grandi autori del Kanto: Goseki Kojima, Sanpei Shirato, Tetsuya Chiba, Yoshiharu Tsuge…
Comunque dicevo che l’opera è interessante, l’edizione è preziosa tanto che fra le due cose mi azzarderei un sette e mezzo, forse addirittura un otto se non che il prezzo è troppo alto e dunque il mio voto scende a sei.
Ricordo che la Nippon Shock ha fatto un lavoro economico di buon livello con Losers: so che la linea editoriale di Coconino è diversa, ma ciò limita molto la clientela e fa apprezzare meno e non più certi prodotti.
La storia è comparsa ad episodi, più o meno legati l’uno all’altro, su una rivista della Shogakukan: 11 episodi di una trentina di pagine l’uno in 5 anni… Per carità l’edizione è ottima e la storia di per sè non manca di essere interessante: tutto verterebbe sulla vita di quattro autori tra i precursori del genere gekiga: Takao Saito, Takigawa, Masahiko Matsumoto e Yoshihiro Tatsumi.
Matsumoto è l’autore del manga di ricordi in questione e questi ricordi pagano il ticket a Takao Saito che è amico e benefattore dell’autore. In realtà anche se Saito è il protagonista della storia l’altro protagonista per spazio dedicato è Takigawa… che in realtà non esiste! Ma come è un racconto biografico, presumibilmente vero… Il mistero è presto svelato: dietro questo personaggio si nasconde Masami Kuroda e il motivo per cui non viene nominato il vero nome è che l’autore si considera suo amico e si vergogna dei comportamenti del suo amico. Rubare soldi, scontare assegni a vuoto, ubriacarsi, andare a puttane, sprecare i soldi quando la famiglia ha invece un disperato bisogno…
Avevo letto un altro manga sulla nascita del movimento gekiga: “Una vita tra i margini” di Yoshihiro Tatsumi e devo ammettere che la narrazione è molto diversa, Tatsumi mette l’accento su di sé mentre Matsumoto la fa risultare come cosa più di gruppo sebbene consideri il nucleo fondamentale i quattro sopradetti.
I racconti partono dal lavoro dei quattro per la Hinomaru Bunko di Osaka fino ad arrivare a Tokyo, passando dagli Akahon (i libretti rossi a noleggio) alle riviste prendendo in esame questi pochi anni (due/tre al massimo) in cui gli autori maturano l’idea di una rivista di manga per adulti, che per volontà dell’autore saranno solo di tipo thriller benché gli autori volessero sperimentare anche altro.
La rivista in questione è Kage che è la precorritrice delle riviste seinen sia pure con il limite che dicevo: solo gialli. Dopo la crisi della Hinomaru il gruppo non si disgrega anche se ci sono piccoli allontanamenti… Machi, Kagi altre riviste mensili… poi tutto finisce con l’arrivo a Tokyo.
Non si parla né del manifesto del gekiga di Tatsumi né della nascita del gruppo del gekiga kobo, qualche nome di autori del Kansai spunta per caso nella narrazione (mancano però autori come Kazuo Umezu o Hiroshi Hirata) ma non si parla neanche per sbaglio di nessuno dei grandi autori del Kanto: Goseki Kojima, Sanpei Shirato, Tetsuya Chiba, Yoshiharu Tsuge…
Comunque dicevo che l’opera è interessante, l’edizione è preziosa tanto che fra le due cose mi azzarderei un sette e mezzo, forse addirittura un otto se non che il prezzo è troppo alto e dunque il mio voto scende a sei.
Ricordo che la Nippon Shock ha fatto un lavoro economico di buon livello con Losers: so che la linea editoriale di Coconino è diversa, ma ciò limita molto la clientela e fa apprezzare meno e non più certi prodotti.