Killing Morph
"Killing Morph" è una serie composta da quattro volumi, nata dalla mente di Masaya Hokazono e dalle mani di Nokuto Koike, editato per l'Italia da Planet Manga.
La storia racconta di come la nostra protagonista, dopo essere sopravvissuta ad un efferato attacco, all'arma bianca, di un'estraneo incappucciato, debba affrontare la propria vita, in preda a visioni e allucinazioni inerenti a quanto ha visto.
Tutta la trama si dipanerà attraverso continui misteri e assalti dell'apparente inarrestabile serial killer, che continueranno a tenere alta l'attenzione del lettore e gli autori non lesineranno con scene truculente e gore, mostrando chiaramente corpi e membra fatte a brandelli.
Purtroppo, lasciandolo proprio come un marchio inciso a fuoco, dopo una cavalcata di avvenimenti, caricando lo spettatore di sempre più di carne al fuoco e aspettative, ci sarà una netta cesatura della storia, che porterà ad una battuta di arresto e una conclusione, che è al limite della troncatura, netta, brutale, che non riesce minimamente a far tirare tutti i fili per poter sciogliere tutti i nodi, venutesi a creare nel dipanamento della storia.
I personaggi principali, cioè i ben pochi che non sono destinati a diventare carne da macello, saranno ben caratterizzati, nonostante le scene d'azione facciano prevalentemente da padrone, si riuscirà sempre a ritagliare spazio per l'introspezione della protagonista e del serial killer, mostrandoci l'ambivalenza e l'inaspettata ed eventuale somiglianza fra i due.
Tale assioma si verrà a creare, grazie a diverse condizioni, che potrebbero essere riassumibili con parecchi aforismi, quali: "anche un coniglio messo in trappola, è pronto a lottare", "se una forza inarrestabile, incontrasse un oggetto inamovibile?" e infine "chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro".
I disegni saranno molto accattivanti, dettagliati sia per quanto riguarda i personaggi, che rispetto ai combattimenti, riuscendo a catturare il movimento e l'efferatezza di ogni singolo attacco, riuscendo a dare risalto alla follia e alla paura insita in ogni personaggio, con espressioni e fisiognomica ben curate e l'inserimento di molte tavole a doppia pagina, molto ad effetto, che serviranno come inciso per i momenti più d'impatto e adrenalinici.
L'autore conscio della sua bravura nel raffigurare gli stati d'animo, attraverso la mimica facciale, sfrutta il più possibile tale sua bravura, concentrandosi molto su primi piani e sul linguaggio non verbale, dato dal volto o dal corpo, dando una velocità impressionante alle tavole, e per forza di cose, agli avvenimenti raccontati.
L'edizione sarà molto ben curata, solida, molto flessibile e corredata da sovracoperte, che fanno capire immediatamente, che tipo di storia andremo a leggere, di stampo molto scure raffiguranti ogni volta un personaggio diverso, con sguardi pervasi dalla follia.
Unica nota di “demerito”, sarebbe la mancanza di qualsivoglia pagina a colori, supplemento però non così strettamente necessario, per quanto mi riguarda.
In definitiva, "Killing Morph" è una serie che non ci si accorgerà di leggere, fino al brutale epilogo, che risulta più duro di qualsiasi massacro messo in atto nelle precedenti pagine, che farà rimanere il lettore con un forte sentore d’amarezza e delusione, però tale finale insoddisfacente, non fa comunque rimpiangere tutti i restanti capitoli, con cui si è potuto ammirare disegni incredibilmente affascinanti, nonostante mostrassero scene di incredula efferatezza, e una trama imbastita, cosi pregna di ingegnosi misteri, che non faranno rimpiangere il tempo usato per poterli leggere, insomma una grandissima occasione sprecata.
La storia racconta di come la nostra protagonista, dopo essere sopravvissuta ad un efferato attacco, all'arma bianca, di un'estraneo incappucciato, debba affrontare la propria vita, in preda a visioni e allucinazioni inerenti a quanto ha visto.
Tutta la trama si dipanerà attraverso continui misteri e assalti dell'apparente inarrestabile serial killer, che continueranno a tenere alta l'attenzione del lettore e gli autori non lesineranno con scene truculente e gore, mostrando chiaramente corpi e membra fatte a brandelli.
Purtroppo, lasciandolo proprio come un marchio inciso a fuoco, dopo una cavalcata di avvenimenti, caricando lo spettatore di sempre più di carne al fuoco e aspettative, ci sarà una netta cesatura della storia, che porterà ad una battuta di arresto e una conclusione, che è al limite della troncatura, netta, brutale, che non riesce minimamente a far tirare tutti i fili per poter sciogliere tutti i nodi, venutesi a creare nel dipanamento della storia.
I personaggi principali, cioè i ben pochi che non sono destinati a diventare carne da macello, saranno ben caratterizzati, nonostante le scene d'azione facciano prevalentemente da padrone, si riuscirà sempre a ritagliare spazio per l'introspezione della protagonista e del serial killer, mostrandoci l'ambivalenza e l'inaspettata ed eventuale somiglianza fra i due.
Tale assioma si verrà a creare, grazie a diverse condizioni, che potrebbero essere riassumibili con parecchi aforismi, quali: "anche un coniglio messo in trappola, è pronto a lottare", "se una forza inarrestabile, incontrasse un oggetto inamovibile?" e infine "chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro".
I disegni saranno molto accattivanti, dettagliati sia per quanto riguarda i personaggi, che rispetto ai combattimenti, riuscendo a catturare il movimento e l'efferatezza di ogni singolo attacco, riuscendo a dare risalto alla follia e alla paura insita in ogni personaggio, con espressioni e fisiognomica ben curate e l'inserimento di molte tavole a doppia pagina, molto ad effetto, che serviranno come inciso per i momenti più d'impatto e adrenalinici.
L'autore conscio della sua bravura nel raffigurare gli stati d'animo, attraverso la mimica facciale, sfrutta il più possibile tale sua bravura, concentrandosi molto su primi piani e sul linguaggio non verbale, dato dal volto o dal corpo, dando una velocità impressionante alle tavole, e per forza di cose, agli avvenimenti raccontati.
L'edizione sarà molto ben curata, solida, molto flessibile e corredata da sovracoperte, che fanno capire immediatamente, che tipo di storia andremo a leggere, di stampo molto scure raffiguranti ogni volta un personaggio diverso, con sguardi pervasi dalla follia.
Unica nota di “demerito”, sarebbe la mancanza di qualsivoglia pagina a colori, supplemento però non così strettamente necessario, per quanto mi riguarda.
In definitiva, "Killing Morph" è una serie che non ci si accorgerà di leggere, fino al brutale epilogo, che risulta più duro di qualsiasi massacro messo in atto nelle precedenti pagine, che farà rimanere il lettore con un forte sentore d’amarezza e delusione, però tale finale insoddisfacente, non fa comunque rimpiangere tutti i restanti capitoli, con cui si è potuto ammirare disegni incredibilmente affascinanti, nonostante mostrassero scene di incredula efferatezza, e una trama imbastita, cosi pregna di ingegnosi misteri, che non faranno rimpiangere il tempo usato per poterli leggere, insomma una grandissima occasione sprecata.
Ho iniziato questa serie con diverse aspettative, poi deluse sul finale.
"Killing Morph" ha una premessa interessante, dei bei disegni con tratto pulito, gore al punto giusto, cosa è andato storto?
La cosa che mi ha portata a divorarmi la serie è stata la seguente: sapere come andava a finire. conoscere l'entità del morph, conoscere il suo legame con la protagonista, insomma riuscire a incastrare tutti i pezzi del puzzle e vedere l'immagine finale.
Peccato che la fine più che un puzzle composto arriva ad essere un insieme di pezzi che non si legano gli uni con gli altri, francamente perchè secondo me (pura opinione personale) l'autore non sapeva come finire, e allora ha detto, ma si, buttiamoci una open ending e lasciamoli alla libera interpretazione.
Un'occasione mancata che mi è spiaciuta tantissimo, perchè la storia prende sul serio! L'ho appunto divorata, ma se alla fine ci si ritrova con un pugno di polvere, non è il massimo.
Ciò che mi ha delusa sono le premesse. il manga ti fa capire che gli orrori sono il prodotto di uno schema calibrato e definito, non casuali. che tutto esiste e succede per un motivo, una logica, ma alla fine, la logica che dovrebbe spiegare i fatti evapora in un punto interrogativo.
Peccato, credevo molto in questa serie ma mi trovo con molto amarezza a sconsigliarla, a meno che non vogliate leggervi qualcosa di gore e veloce, per provare qualche brivido ma senza troppe pretese.
"Killing Morph" ha una premessa interessante, dei bei disegni con tratto pulito, gore al punto giusto, cosa è andato storto?
La cosa che mi ha portata a divorarmi la serie è stata la seguente: sapere come andava a finire. conoscere l'entità del morph, conoscere il suo legame con la protagonista, insomma riuscire a incastrare tutti i pezzi del puzzle e vedere l'immagine finale.
Peccato che la fine più che un puzzle composto arriva ad essere un insieme di pezzi che non si legano gli uni con gli altri, francamente perchè secondo me (pura opinione personale) l'autore non sapeva come finire, e allora ha detto, ma si, buttiamoci una open ending e lasciamoli alla libera interpretazione.
Un'occasione mancata che mi è spiaciuta tantissimo, perchè la storia prende sul serio! L'ho appunto divorata, ma se alla fine ci si ritrova con un pugno di polvere, non è il massimo.
Ciò che mi ha delusa sono le premesse. il manga ti fa capire che gli orrori sono il prodotto di uno schema calibrato e definito, non casuali. che tutto esiste e succede per un motivo, una logica, ma alla fine, la logica che dovrebbe spiegare i fatti evapora in un punto interrogativo.
Peccato, credevo molto in questa serie ma mi trovo con molto amarezza a sconsigliarla, a meno che non vogliate leggervi qualcosa di gore e veloce, per provare qualche brivido ma senza troppe pretese.
«Killing Morph» ("Satsuriku Morph" originariamente) è un manga, scritto da Nokuto Koike e disegnato da Masaya Hokazono splatter che si fonda su un buon punto di partenza che non verrà sfruttato a sufficienza nel corso della storia.
Un folle armato di armi bianche compie una strage in pieno giorno, uccidendo chiunque gli passi accanto camminando per strada. Madoka rimane impietrita di fronte ad un simile , la polizia interviene e la ragazza viene messa in salvo. "M" così verrà chiamato l'autore del massacro non ha una identità, non si riesce in nessun modo a risalire chi sia, così ci sarà chi avrà paura di lui, vivendo in preda al terrore di un suo ritorno e chi lo elogerà, elevandolo a mito, supponendo possegga capacità magiche sovrannaturali. I delitti continueranno anche se il colpevole è stato arrestato, Honda uno dei poliziotti autori dell'arresto indagherà per scoprire la realtà insieme alla ragazza.
La storia offre molti spunti interessanti e sembra che siano anche approfonditi: il terrore è reale, si sente lo si respira insieme ai sopravvissuti, l'autore gioca bene sul confine sogno-allucinazione-realtà. Chi sopravvive ad un qualcosa del genere viene segnato, avrà incubi, anche allucinazioni, avrà sempre il terrore che situazioni del genere vengano ripetute, anche tale paura è infondata, impossibile nel realizzarsi non importa, in questo, nell'impronta psicologica causata dal forte stress nei vari personaggi, l'opera è ben riuscita.
Molte le scene crude, forti, vedere corpi fatti a pezzi sin troppo facilmente a discapito del realismo è cosa comune nel contesto/genere splatter.
Il problema è come evolve il tutto, non si vuole indagare sino in fondo sulle motivazioni di "M" ma peggio come un morbo ciò che lo distingueva si propaga senza motivazione alcuna in altre persone. La parte meno riuscita è il finale. Il lettore sarà sorpreso di come, da un momento all'altro, verrà conclusa la storia, così bruscamente. Molti saranno i punti non chiariti che potrebbero non soddisfare il lettore (sia esso esigente che meno). La sensazione che si avrà è che poteva finire anche prima.
I disegni sono affidati alla bravura e all'esperienza di Masaya Hokazono già collaudata nell'illustrare scene molto splatter come avviene in Freak Island. Ben fatti e realistici.
Non sono molti i personaggi che verranno approfonditi durante la storia, Honda e Madoka sono quelli che nel bene e nel male vengono meglio caratterizzati, "M" non è stato analizzato come meritava.
In definitiva lo si consiglia a chi ama il genere splatter senza pretese con bei disegni realistici e una buona storia di base.
Un folle armato di armi bianche compie una strage in pieno giorno, uccidendo chiunque gli passi accanto camminando per strada. Madoka rimane impietrita di fronte ad un simile , la polizia interviene e la ragazza viene messa in salvo. "M" così verrà chiamato l'autore del massacro non ha una identità, non si riesce in nessun modo a risalire chi sia, così ci sarà chi avrà paura di lui, vivendo in preda al terrore di un suo ritorno e chi lo elogerà, elevandolo a mito, supponendo possegga capacità magiche sovrannaturali. I delitti continueranno anche se il colpevole è stato arrestato, Honda uno dei poliziotti autori dell'arresto indagherà per scoprire la realtà insieme alla ragazza.
La storia offre molti spunti interessanti e sembra che siano anche approfonditi: il terrore è reale, si sente lo si respira insieme ai sopravvissuti, l'autore gioca bene sul confine sogno-allucinazione-realtà. Chi sopravvive ad un qualcosa del genere viene segnato, avrà incubi, anche allucinazioni, avrà sempre il terrore che situazioni del genere vengano ripetute, anche tale paura è infondata, impossibile nel realizzarsi non importa, in questo, nell'impronta psicologica causata dal forte stress nei vari personaggi, l'opera è ben riuscita.
Molte le scene crude, forti, vedere corpi fatti a pezzi sin troppo facilmente a discapito del realismo è cosa comune nel contesto/genere splatter.
Il problema è come evolve il tutto, non si vuole indagare sino in fondo sulle motivazioni di "M" ma peggio come un morbo ciò che lo distingueva si propaga senza motivazione alcuna in altre persone. La parte meno riuscita è il finale. Il lettore sarà sorpreso di come, da un momento all'altro, verrà conclusa la storia, così bruscamente. Molti saranno i punti non chiariti che potrebbero non soddisfare il lettore (sia esso esigente che meno). La sensazione che si avrà è che poteva finire anche prima.
I disegni sono affidati alla bravura e all'esperienza di Masaya Hokazono già collaudata nell'illustrare scene molto splatter come avviene in Freak Island. Ben fatti e realistici.
Non sono molti i personaggi che verranno approfonditi durante la storia, Honda e Madoka sono quelli che nel bene e nel male vengono meglio caratterizzati, "M" non è stato analizzato come meritava.
In definitiva lo si consiglia a chi ama il genere splatter senza pretese con bei disegni realistici e una buona storia di base.
"Killing Morph" è un'occasione persa. Non mi nascondo dietro giri di parole, non c'è altro modo per dirlo e non ha senso cercare di nasconderlo ai novizi lettori. Si tratta a mio parere di un rimpianto piuttosto grande, di un enorme "what if", un condizionale di dimensioni elefantiache per il quale provo dispiacere, forse anche compassione.
Riconosco che i primi capitoli siano stati piuttosto interessanti e mi abbiano tenuto incollato allo schermo; d'altronde, uno scoppio di rabbia omicida senza preamboli e inizialmente senza senso sono un teaser che solletica il lettore a rimanere affascinato dal prodotto. Da qui, purtroppo, a mio avviso inizia un calo lento ma costante che porta ad un finale piuttosto inspiegabile, frettoloso, non curato. Grottesco, a suo modo.
La commistione di componenti thriller e fantascientifico diventa una miscela instabile che, a parer mio, intoppa lo scorrimento delle vicende e non la facilita. Quello che inizialmente sembrava un piccolo trattato sulle parafilie dei serial-killer, ben curato, approfondito e studiato, diventa un richiamo alla saga di Freddy Krueger, in una sorta di universo onirico-barra-illusorio-barra-pseudoscientifico che puzza un poco di arrampicata sugli specchi. Il finale del manga, arrivato solo dopo 36 capitoli, finisce per essere una manna salvifica ed un'oasi di pace: la destinazione giusta, fin troppo rimandata, di un prodotto morente e mal organizzato.
In conclusione, il manga non merita la sufficienza. Ero stato attratto dalla violenza espressa in alcune tavole, e di questo sono stato soddisfatto. A non regalarmi buone sensazioni è stato il complesso delle vicende e le scelte narrative di cui parlavo sopra.
La ricercatezza della narrazione e dei personaggi, in un manga horror-splatter, a mio parere è un accessorio: può essere assente e non ne sentirò la mancanza, fintantochè resta presente la principale componente macabra, morbosa e violenta. Se però si compie la scelta di regalare un contesto all'opera, deve essere ben fatto e ben studiato. Quello di "Killing Morph" è il caso del classico compromesso che non accontenta nessuno.
Riconosco che i primi capitoli siano stati piuttosto interessanti e mi abbiano tenuto incollato allo schermo; d'altronde, uno scoppio di rabbia omicida senza preamboli e inizialmente senza senso sono un teaser che solletica il lettore a rimanere affascinato dal prodotto. Da qui, purtroppo, a mio avviso inizia un calo lento ma costante che porta ad un finale piuttosto inspiegabile, frettoloso, non curato. Grottesco, a suo modo.
La commistione di componenti thriller e fantascientifico diventa una miscela instabile che, a parer mio, intoppa lo scorrimento delle vicende e non la facilita. Quello che inizialmente sembrava un piccolo trattato sulle parafilie dei serial-killer, ben curato, approfondito e studiato, diventa un richiamo alla saga di Freddy Krueger, in una sorta di universo onirico-barra-illusorio-barra-pseudoscientifico che puzza un poco di arrampicata sugli specchi. Il finale del manga, arrivato solo dopo 36 capitoli, finisce per essere una manna salvifica ed un'oasi di pace: la destinazione giusta, fin troppo rimandata, di un prodotto morente e mal organizzato.
In conclusione, il manga non merita la sufficienza. Ero stato attratto dalla violenza espressa in alcune tavole, e di questo sono stato soddisfatto. A non regalarmi buone sensazioni è stato il complesso delle vicende e le scelte narrative di cui parlavo sopra.
La ricercatezza della narrazione e dei personaggi, in un manga horror-splatter, a mio parere è un accessorio: può essere assente e non ne sentirò la mancanza, fintantochè resta presente la principale componente macabra, morbosa e violenta. Se però si compie la scelta di regalare un contesto all'opera, deve essere ben fatto e ben studiato. Quello di "Killing Morph" è il caso del classico compromesso che non accontenta nessuno.