logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 0
kirk

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
Secondo me questo fumetto presenta alti e bassi con una trama a dir poco confusionaria.
I protagonisti sono due: Yosuke Mikura, scrittore simbolista, e Barbara, una vagabonda pigra e dipendente dall’alcool.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Mikura è già un autore di successo, ma grazie all’ispirazione venutagli dalla coabitazione con Barbara, una barbona trovata sotto una colonna di una stazione ferroviaria, si trova nelle mani un libro che lo consacrerà definitivamente. All’inizio vediamo la depravazione di Yosuke che vuol far l’amore con manichini e cagne, poi scopriremo che Barbara è una musa, che porta fortuna agli artisti con cui vive, ma quando li lascia loro cadono come in un burrone perdendo la fama e la ricchezza accumulata, in alcuni casi riducendosi a relitti umani.

Fine parte contenente spoiler

Vediamo nel libro citazioni di frasi e nomi di persone famose: fra tutti Verlaine, un poeta francese maledetto, particolarmente caro a Barbara, anche lei, per gran parte del fumetto, donna maledetta. Anche se muta nella parte centrale per ritornare alle origini infine.
In fondo cos'è una musa divina, se una specie di strega? Qui ci troviamo di fronte a un twist leggibile, ma che fa pensare al fatto che Tezuka mischia elementi come un apprendista stregone perché neanche lui sa dove va… tutto infatti si svolgeva su un altro registro fino alla comparsa di Mnemosine, la madre di Barbara.
Mnemosine ha una specie di negozio in cui giacciono tesori che arrivano da tutto il mondo e sono considerati scomparsi. Il nome del personaggio greco se non sbaglio significa memoria e in questo fumetto lei non ha il ruolo che mi aspettavo: una riflessione sulla conservazione delle opere d’arte non c’è. Interessante è che è disegnata come una Venere primitiva, una dea madre dei popoli preistorici, quando era l’elemento femminile ad essere considerato magico.
Qui non vediamo all’opera nessuna delle altre sue figlie. Opera solo Barbara, figlia della memoria e dell’ebbrezza (il padre non è Zeus, ma Bacco), e dunque i suoi favoriti non possono essere personaggi normali.
Creare un opera d’arte è come uccidere un leone, qui Tezuka lo ferisce solamente. Credo che al netto di tutto il mio voto non possa essere superiore ad un sei. Già in passato (per "Alabaster") ho deciso di alzare il voto all’autore per l’importanza che vedo in lui e non nell’opera: da ora in avanti non lo farò più.
Bisogna trattare con giustizia le opere, al di là della considerazione per l’autore.


 5
Irene Tempesta

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
Non sono una grande amante di Osamu Tezuka ma "Barbara", come mi aspettavo dalle premesse, si è rivelato una lettura bellissima. Lo possiamo annoverare tra i lavori più adulti e sensuali del maestro.

Yosuke Mikura è un famoso scrittore di romanzi, un esteta raffinato che un giorno qualunque, nella stazione di Shinjuku, trova una barbona raggomitolata e puzzolente che dice di chiamarsi Barbara, e decide di portarla con sé senza uno scopo preciso, lei diventa una parassita alcolista a casa sua.
Va detto che Mikura non è un santo anzi, se si presenta l'occasione, cerca di andare a letto con belle donne, e Barbara inizialmente si comporta come un'amica che cerca di tirarlo fuori dai casini, i due litigano spesso violentemente, si lasciano senza rivedersi per mesi, per poi tornare inevitabilmente vicini, come uniti da uno strano legame.
Barbara è un'anima inafferrabile, non appartiene a nessuno, è decisamente alcolista, pigra, sudicia, spudorata, capricciosa, irresponsabile e un po' pazza... come Mikura. Ella è come una musa, suscita ispirazioni e sentimenti contrastanti nello scrittore che, da quando lei è entrata nella sua vita, nota l'avvenire di fatti alquanto strani e misteriosi: un suo amico venuto dal lontano, a sorpresa gli rivela che Barbara fu anche sua musa e la fortuna lo abbandonò, insieme a lei, anni prima; l'esistenza di un negozio sotterraneo gestito dalla madre di Barbara con innumerevoli quadri prestigiosissimi dal valore inestimabile... per scoprire poi che quel negozio appare e scompare in quella via magicamente; la comparsa di inquietanti bambole vudù, seguite da morti misteriose...

Un indovino predice al nostro protagonista un avvenire sconcertante: Mikura sta scrivendo un romanzo (ispirato da Barbara), ma non deve assolutamente far morire il protagonista, il destino di quest'ultimo infatti è legato al suo creatore: "Se lo lascia vivo, lei sarà baciato dalla fortuna e il libro sarà un best-seller, ma se il protagonista verrà ammazzato, in quel momento anche lei, Mikura morirà!"
Il nostro protagonista, scettico, non ascolterà l'indovino, ma incredibilmente alcuni fatti nella vita reale che gli succederanno a breve, saranno proprio quelli che aveva scritto nel suo romanzo!
Inoltre l'ispettore di Polizia conosce bene Barbara: è stata arrestata innumerevoli volte per reati di poco conto, ma alcuni per violenze e gli consiglia di tagliare quanto prima i legami con lei. Il nostro protagonista ci riuscirà?

Il personaggio di Yosuke Mikura mi è piaciuto tantissimo, meravigliosamente sfaccettato, psicologicamente ben costruito, con pregi, debolezze e difetti come tutti, come la sua maschera di famoso e posato scrittore all'esterno in contrapposizione con la sua essenza, brutale nel privato con Barbara.
Il sentimento che lo lega a questa ragazza stracciona, libera, spregiudicata, sensuale, con un'aura maledetta e malefica è qualcosa di estremamente intenso e totalizzante per lui, inizialmente nemmeno lui capisce questa necessità inconscia di avere vicino Barbara, data la natura di lei alcolista, rissosa e vagabonda, per poi scoprire di esserne pazzamente innamorato e di essere disposto a qualsiasi cosa pur di averla vicino, anche se lei dovesse essere un diavolo, un demone o una strega, entrando in un turbine di violenza e delirio. Il sentimento ad un certo punto sarà ricambiato e nascerà una storia d'amore, condita da avvenimenti inaspettati e singolari. I colpi di scena sono numerosi e porteranno il lettore inchiodato fino all'ultima pagina.

Indubbiamente una lettura per un pubblico adulto, con una trama avvincente, ottimamente strutturata fino al finale, per nulla scontato.

Il tratto di Tezuka è semplice, pulito e preciso.
Nonostante la pubblicazione in patria tra il 1973 e il 1974, la lettura gode di una certa freschezza e originalità anche ai giorni nostri.
Lode alla J-Pop per aver portato in Italia un'opera così interessante, in un volume unico di ottima qualità.

Ringrazio le biblioteche che al momento investono molto sui manga e mi hanno permesso di leggere questo volume ( e anche "I tre Adolf") gratuitamente prendendolo in prestito.
Consiglio a tutti di chiedere alla vostra biblioteca comunale titoli manga a catalogo, ciò vi permetterà di risparmiare spazio e denaro. Poi, se vorrete averlo in libreria, lo si può sempre acquistare.

Lo consiglio a tutti in generale.
E, ovviamente, ai fan di Osamu Tezuka.