Cronache avventurose
“Cronache Avventurose” è un’opera di Akira Matsumoto, successivamente meglio conosciuto come Leiji, realizzata nel 1953, ma pubblicata in patria solo alla fine degli anni Novanta. Si tratta di un lavoro fatto quando ancora Matsumoto non era un professionista e quindi probabilmente per questo è rimasto inedito per cosi tanto tempo.
È un titolo molto breve che di poco supera le venti pagine, che letto al giorno d’oggi senza un adeguato contesto rischia di essere dimenticato velocemente vista l’assurdità e l’estrema semplicità delle vicende. Tuttavia, se contestualizzato, ci si rende conto che questo manga è molto meno banale di ciò che può sembrare. In primo luogo per il disegno, che ancora oggi risulta piuttosto gradevole, seppur il frutto del lavoro di un ragazzino. Inoltre, l’edizione nostrana è ampiamente dotata di una serie di approfondimenti e dettagli storici che aiutano perfettamente il lettore a calarsi nel periodo storico in cui Matsumoto concepì quest’opera, riuscendo così ad apprezzare meglio alcune sfumature della storia, del mondo in cui è ambientata e dei personaggi.
Non voglio illudere nessuno, “Cronache Avventurose” rimane un’opera amatoriale degli anni Cinquanta che rischia di passare facilmente inosservata se non per l’importanza che oggi le attribuiamo a posteriori, data dalla carriera del suo autore. Eppure, se letto con la giusta ottica, è un manga che non dispiace e che consiglio a tutti coloro che volessero scoprire un’epoca di pubblicazioni per noi in buona parte sconosciuta.
È un titolo molto breve che di poco supera le venti pagine, che letto al giorno d’oggi senza un adeguato contesto rischia di essere dimenticato velocemente vista l’assurdità e l’estrema semplicità delle vicende. Tuttavia, se contestualizzato, ci si rende conto che questo manga è molto meno banale di ciò che può sembrare. In primo luogo per il disegno, che ancora oggi risulta piuttosto gradevole, seppur il frutto del lavoro di un ragazzino. Inoltre, l’edizione nostrana è ampiamente dotata di una serie di approfondimenti e dettagli storici che aiutano perfettamente il lettore a calarsi nel periodo storico in cui Matsumoto concepì quest’opera, riuscendo così ad apprezzare meglio alcune sfumature della storia, del mondo in cui è ambientata e dei personaggi.
Non voglio illudere nessuno, “Cronache Avventurose” rimane un’opera amatoriale degli anni Cinquanta che rischia di passare facilmente inosservata se non per l’importanza che oggi le attribuiamo a posteriori, data dalla carriera del suo autore. Eppure, se letto con la giusta ottica, è un manga che non dispiace e che consiglio a tutti coloro che volessero scoprire un’epoca di pubblicazioni per noi in buona parte sconosciuta.