Blue Lock
Io sono tra quelli che dicono che non bisogna recensire, in negativo, un'opera che non si sia finito di leggere.
"Blue Lock" è un'eccezione.
"Blue Lock" è un'opera che vorrebbe parlare di calcio, ma tratta un qualcosa di totalmente distorto che con il calcio non c'entra nulla. Degli attaccanti adolescenti militanti le squadre liceali di calcio vengono radunati dal governo Giapponese, o di qualsiasi ente poco affidabile si tratti, e vengono invitati a partecipare ad una specie di gara di sopravvivenza dove il vincitore diventerà l'attaccante che porterà il Giappone a vincere millemila trofei, mentre i perdenti rinunceranno a giocare per la propria nazionale a vita. Qualsiasi bambino italiano (quindi che di pallone si presume ne capisca più di un 50enne giapponese medio) sa con certezza che questa manovra governativa è destinata a fallire. I giovani protagonisti no e quindi accettano tutti in massa.
Mi frullano in mente delle domande basilari: "E se il vincitore si rivelasse una pippa?" "Il Giappone ha davvero così bisogno di un attaccante?"
Naturalmente chiedo troppo ad un'opera che non ha alcun senso logico; vado dunque avanti sperando di trovare un appiglio, un qualcosa che mi faccia continuare una storia che parte male sin dal principio, ma più avanzo e più perdo la fiducia: i nostri giovani calciatori sono tutti più che insopportabili, gli avvenimenti sono piatti e i disegni non bastano più per convincermi a continuare una serie che ormai è finita dritta dritta tra i miei più grandi e convinti NO.
Voto 4/10 (potrei mettere di meno, ma avendola droppata dopo solo due volumi non mi sembrava corretto)
"Blue Lock" è un'eccezione.
"Blue Lock" è un'opera che vorrebbe parlare di calcio, ma tratta un qualcosa di totalmente distorto che con il calcio non c'entra nulla. Degli attaccanti adolescenti militanti le squadre liceali di calcio vengono radunati dal governo Giapponese, o di qualsiasi ente poco affidabile si tratti, e vengono invitati a partecipare ad una specie di gara di sopravvivenza dove il vincitore diventerà l'attaccante che porterà il Giappone a vincere millemila trofei, mentre i perdenti rinunceranno a giocare per la propria nazionale a vita. Qualsiasi bambino italiano (quindi che di pallone si presume ne capisca più di un 50enne giapponese medio) sa con certezza che questa manovra governativa è destinata a fallire. I giovani protagonisti no e quindi accettano tutti in massa.
Mi frullano in mente delle domande basilari: "E se il vincitore si rivelasse una pippa?" "Il Giappone ha davvero così bisogno di un attaccante?"
Naturalmente chiedo troppo ad un'opera che non ha alcun senso logico; vado dunque avanti sperando di trovare un appiglio, un qualcosa che mi faccia continuare una storia che parte male sin dal principio, ma più avanzo e più perdo la fiducia: i nostri giovani calciatori sono tutti più che insopportabili, gli avvenimenti sono piatti e i disegni non bastano più per convincermi a continuare una serie che ormai è finita dritta dritta tra i miei più grandi e convinti NO.
Voto 4/10 (potrei mettere di meno, ma avendola droppata dopo solo due volumi non mi sembrava corretto)
"Blue Lock" è sicuramente un'opera da tenere in considerazione, lo stile dei disegni è molto coinvolgente sia per il dinamismo spesso presente nelle tavole, sia per l'aurea aggressiva che l'autore riesce ad impartire ai giocatori.
E' un manga sportivo che vuole innovare questo genere, rompendo i vecchi canoni. Infatti siamo abituati in questo tipo di manga a vedere una squadra che si forma, i legami che nascono, legami vecchi che si rinnovano di nuova linfa, ma in "Blue Lock" si vuole puntare molto di più verso l'individualismo, che per noi occidentali può essere una cosa banale, ma in oriente vivono un senso di comunità sicuramente maggiore rispetto a noi, di conseguenza è sicuramente qualcosa di interessante e vedere come si evolverà in futuro.
Sicuramente per chi apprezza il genere è un manga imperdibile, ma mi sento di consigliarlo anche a chi è nuovo nel genere potrebbe essere un buon punto di partenza per poi riscoprire le origini di questa categoria.
I disegni sono particolarmente belli, le tavole a volte sono ultra dinamiche sembra quasi che tutto sia sottomesso al dinamismo voluto dall'autore.
E' un manga sportivo che vuole innovare questo genere, rompendo i vecchi canoni. Infatti siamo abituati in questo tipo di manga a vedere una squadra che si forma, i legami che nascono, legami vecchi che si rinnovano di nuova linfa, ma in "Blue Lock" si vuole puntare molto di più verso l'individualismo, che per noi occidentali può essere una cosa banale, ma in oriente vivono un senso di comunità sicuramente maggiore rispetto a noi, di conseguenza è sicuramente qualcosa di interessante e vedere come si evolverà in futuro.
Sicuramente per chi apprezza il genere è un manga imperdibile, ma mi sento di consigliarlo anche a chi è nuovo nel genere potrebbe essere un buon punto di partenza per poi riscoprire le origini di questa categoria.
I disegni sono particolarmente belli, le tavole a volte sono ultra dinamiche sembra quasi che tutto sia sottomesso al dinamismo voluto dall'autore.
«Blue Lock» è un manga decisamente particolare, unico suo genere, la premessa della trama è praticamente un grande battle royale a eliminazione diretta tra 300 giocatori di calcio, tutti attaccanti, con lo scopo di creare l'attaccante definitivo per guidare il Giappone verso la vittoria nei futuri mondiali. Partendo con questo incipit ha quindi un approccio completamente opposto ai soliti spokon basati sui giochi a squadra... le partite e le sfide infatti, per quanto possa sembrare strano, si svolgono con 11 attaccanti in ogni squadra e non ci son altri ruoli.
Ma la particolarità principale di questa storia è che, diversamente dalla maggior parte dei manga di questo genere in cui si va definire l'importanza del gioco di squadra, dell'amicizia, della fiducia e della coesione, «Blue Lock» butta via tutto questo e, anzi, quasi ne minimizza il valore (e questo non piacerà ad alcuni lettori), i protagonisti del manga sono solamente attaccanti tutti in competizione. L'egoismo, la mania di protagonismo e la voglia di vincere, pur schiacciando i sogni degli avversari, sono ciò che contraddistingue i personaggi di questo manga... questo però permette al mangaka di poter creare personaggi estremamente carismatici anche spesso esagerando. Inoltre l'idea di base dell'eliminazione diretta dei personaggi li sottopone a una fortissima pressione psicologica, che il mangaka non manca si sfruttare per caratterizzarli al meglio e enfatizzare ancora di più le azioni durante le partite.
Un'altra nota di merito del manga sono i disegni, sia nella caratterizzazione visiva e stilistica dei personaggi che nelle scene in movimento che sono fantastiche; se devo fare un paragone a livello di stile ricorda molto «Bleach», ma messo in forma di un manga sportivo, soprattutto per quanto riguarda le espressioni nel volto, già questo lo distingue molto da qualunque altro manga del genere.
Detto questo ad alcuni (soprattutto, magari, proprio a chi gioca a questo tipo di sport) potrebbe non piacere che si concentri sul valorizzare un unico ruolo... ma se cercate un manga sportivo diverso dal solito, con personaggi carismatici e siete un po' stufi delle solite opere basate sul gioco di squadra... allora questo è il manga che fa per voi.
Ma la particolarità principale di questa storia è che, diversamente dalla maggior parte dei manga di questo genere in cui si va definire l'importanza del gioco di squadra, dell'amicizia, della fiducia e della coesione, «Blue Lock» butta via tutto questo e, anzi, quasi ne minimizza il valore (e questo non piacerà ad alcuni lettori), i protagonisti del manga sono solamente attaccanti tutti in competizione. L'egoismo, la mania di protagonismo e la voglia di vincere, pur schiacciando i sogni degli avversari, sono ciò che contraddistingue i personaggi di questo manga... questo però permette al mangaka di poter creare personaggi estremamente carismatici anche spesso esagerando. Inoltre l'idea di base dell'eliminazione diretta dei personaggi li sottopone a una fortissima pressione psicologica, che il mangaka non manca si sfruttare per caratterizzarli al meglio e enfatizzare ancora di più le azioni durante le partite.
Un'altra nota di merito del manga sono i disegni, sia nella caratterizzazione visiva e stilistica dei personaggi che nelle scene in movimento che sono fantastiche; se devo fare un paragone a livello di stile ricorda molto «Bleach», ma messo in forma di un manga sportivo, soprattutto per quanto riguarda le espressioni nel volto, già questo lo distingue molto da qualunque altro manga del genere.
Detto questo ad alcuni (soprattutto, magari, proprio a chi gioca a questo tipo di sport) potrebbe non piacere che si concentri sul valorizzare un unico ruolo... ma se cercate un manga sportivo diverso dal solito, con personaggi carismatici e siete un po' stufi delle solite opere basate sul gioco di squadra... allora questo è il manga che fa per voi.