Canto d'acciaio
Sono contento che la Rizzoli abbia deciso di portare questo titolo in Italia, sebbene ammetto di averlo letto su internet nella versione americana.
Il tutto si compone di tre racconti uno molto lungo, uno brevissimo e uno breve.
La cosa in comune è il fantascientifico: il racconto brevissimo mette in scena un affogamento e una ragazza a cui rimane nell’occhio l’uomo che affoga… ogni volta che vede qualcosa di bianco assiste a tale scena.
Quello breve racconta di una donna che va in coma e si risveglia pensando di essere un’altra persona.
Il racconto lungo che è quello che il nome al volume invece tratta di un uomo a cui la mafia taglia entrambe le braccia e riesce ,grazie ad un dottore matto, a sviluppare poteri di telecinesi e a sostituirle con protesi di ferro.
Questo racconto mi è piaciuto dall’inizio alla fine anche se collega sempre Cosa Nostra agli italiani: spiega un personaggio che gli italiani non riuscivano a trovare lavoro in America e dunque si dedicarono a lavori illegali.
Qualcuno oggi in nome della cancel culture potrebbe chiedere che quest’opera sia bandita perché associa gli italiani al mondo del crimine ma secondo me basta contestualizzare la storia.
Certo sarebbe stato bello se Tezuka avesse associato alla mafia gli irlandesi o i cinesi ma va bene anche così.
Certo che il protagonista non eccede in furbizia: si affida alla Mafia e poi dice di non conoscerne le regole, prima fra tutte l’omertà. In fondo è giapponese quindi questa regola doveva conoscerla per via della Yakuza.
Insomma non è l’opera migliore del mondo ma merita un otto e l’invito ai fan di Tezuka a leggerla… come dicevo ne è uscita un’edizione italiana giusto il mese scorso.
Il tutto si compone di tre racconti uno molto lungo, uno brevissimo e uno breve.
La cosa in comune è il fantascientifico: il racconto brevissimo mette in scena un affogamento e una ragazza a cui rimane nell’occhio l’uomo che affoga… ogni volta che vede qualcosa di bianco assiste a tale scena.
Quello breve racconta di una donna che va in coma e si risveglia pensando di essere un’altra persona.
Il racconto lungo che è quello che il nome al volume invece tratta di un uomo a cui la mafia taglia entrambe le braccia e riesce ,grazie ad un dottore matto, a sviluppare poteri di telecinesi e a sostituirle con protesi di ferro.
Questo racconto mi è piaciuto dall’inizio alla fine anche se collega sempre Cosa Nostra agli italiani: spiega un personaggio che gli italiani non riuscivano a trovare lavoro in America e dunque si dedicarono a lavori illegali.
Qualcuno oggi in nome della cancel culture potrebbe chiedere che quest’opera sia bandita perché associa gli italiani al mondo del crimine ma secondo me basta contestualizzare la storia.
Certo sarebbe stato bello se Tezuka avesse associato alla mafia gli irlandesi o i cinesi ma va bene anche così.
Certo che il protagonista non eccede in furbizia: si affida alla Mafia e poi dice di non conoscerne le regole, prima fra tutte l’omertà. In fondo è giapponese quindi questa regola doveva conoscerla per via della Yakuza.
Insomma non è l’opera migliore del mondo ma merita un otto e l’invito ai fan di Tezuka a leggerla… come dicevo ne è uscita un’edizione italiana giusto il mese scorso.