Dosanko gyaru wa namara menkoi
In questa recensione voglio semplicemente consigliare questa serie e scrivere che questo manga merita. Merita semplicemente perché nell'ambito delle commedie romantiche "harem" cioè tra quelle in cui il protagonista si ritrova a scegliere fra due o più ragazze (genere molto comune nei manga, se ne avete letta anche solo una avrete capito di cosa parlo) sia semplicemente tra i migliori che si trovano in giro.
Uno dei maggior pregi della serie è che la storia va sempre avanti, che può sembrare scontato, ma non lo è affatto visto che nella maggior parte dei casi i manga di questo genere sono afflitti proprio da questo problema e spesso finiscono per essere serie di 20 volumi dei quali 18 risultano completamente inutili ai fini della trama e sono lì solo a far numero (anche qui, chi conosce almeno un po' il genere capirà subito cosa intendo dire).
Per carità, sicuramente ci sono dei capitoli di quel tipo anche in questo manga, ma si tratta di uno ogni tanto che spezza un po' il ritmo, ma in generale ogni capitolo (ogni mini arco narrativo) è essenziale perché porta avanti la storia e le relazioni tra i personaggi.
Un'altra cosa che rende la serie di pregio è proprio la parte comica. Qui si parla di una commedia romantica, non, per dire, di una commedia demenziale, quindi ovviamente si parla di un tipo di comicità leggera e divertente, scorrevole, ma non esagerata, non pensata per far morire dalle risate (come è giusto che sia in un manga del genere). Insomma, per come si presuppone sia presente nel genere, anche la comicità in questa serie risulta di pregio.
Se proprio bisogna trovarle un difetto, questo riguarda la parte artistica. In realtà anche i disegni funzionano bene, sono sempre chiari, con la giusta quantità di dettagli, ecc. Il loro difetto è, però, che i personaggi spesso sembrano essere un po' sproporzionati e soprattutto sembrano spesso avere delle pose molto poco naturali, insomma: sembrano dei pezzi di legno.
In ogni caso, se si è anche vagamente interessati al genere, questo manga è sicuramente da prendere in seria considerazione.
Uno dei maggior pregi della serie è che la storia va sempre avanti, che può sembrare scontato, ma non lo è affatto visto che nella maggior parte dei casi i manga di questo genere sono afflitti proprio da questo problema e spesso finiscono per essere serie di 20 volumi dei quali 18 risultano completamente inutili ai fini della trama e sono lì solo a far numero (anche qui, chi conosce almeno un po' il genere capirà subito cosa intendo dire).
Per carità, sicuramente ci sono dei capitoli di quel tipo anche in questo manga, ma si tratta di uno ogni tanto che spezza un po' il ritmo, ma in generale ogni capitolo (ogni mini arco narrativo) è essenziale perché porta avanti la storia e le relazioni tra i personaggi.
Un'altra cosa che rende la serie di pregio è proprio la parte comica. Qui si parla di una commedia romantica, non, per dire, di una commedia demenziale, quindi ovviamente si parla di un tipo di comicità leggera e divertente, scorrevole, ma non esagerata, non pensata per far morire dalle risate (come è giusto che sia in un manga del genere). Insomma, per come si presuppone sia presente nel genere, anche la comicità in questa serie risulta di pregio.
Se proprio bisogna trovarle un difetto, questo riguarda la parte artistica. In realtà anche i disegni funzionano bene, sono sempre chiari, con la giusta quantità di dettagli, ecc. Il loro difetto è, però, che i personaggi spesso sembrano essere un po' sproporzionati e soprattutto sembrano spesso avere delle pose molto poco naturali, insomma: sembrano dei pezzi di legno.
In ogni caso, se si è anche vagamente interessati al genere, questo manga è sicuramente da prendere in seria considerazione.
12 tankobon usciti in Giappone, divorati in meno di una settimana e, per me, sono tutti pollici verdi.
N.B. Il manga è disponibile gratuitamente in inglese sull’app di Shueisha. Questa recensione in particolare è aggiornata al capitolo 108, che ad oggi è l’ultimo uscito e sarà pubblicato in futuro nel 13° tankobon. Il manga è ancora in corso ma per come sono evoluti gli eventi credo siamo vicini alla conclusione. I giochi sono fatti ormai, le scelte compiute, e quindi non mi aspetto novità tali da richiedere una revisione massiccia di questa recensione.
* Trama e storia *
“Dosanko gyaru wa namara menkoi” è una romcom dalla struttura abbastanza classica per il genere, con rimandi ecchi ed harem non troppo accentuati, ambientata nell’isola più nord del Giappone. Fin dall’inizio la narrazione scorre abbastanza veloce e vediamo già nei primi capitoli il protagonista (Tsubasa Shiki) mettere in subbuglio i sentimenti di due compagne di classe: la bionda gyaru Fuyuki Minami e la mora gaming nerd Sayuri Akino.
Nella primissima fase la narrazione è affidata a una serie di episodi autoconclusivi con alcuni brevi archi che, abbastanza velocemente, diventano un po’ più lunghi, profondi e danno vita a una continuity in cui si intrecciano le relazioni di amicizia e sentimentali del protagonista con le due ragazze. Ben presto comunque la competizione diventa una gara a tre, visto che alla lotta per la conquista del cuore di Tsubasa si aggiunge anche Rena Natsukawa, senpai più vecchia di un anno ma vicina di casa di Tsubaru.
Il manga ha, rispetto a molti altri che ne condividono il genere, uno sviluppo abbastanza veloce, con le ragazze del piccolo harem che comprendono piuttosto bene e tutto sommato velocemente i propri sentimenti, senza neppure troppi tentennamenti o dubbi, ponendo quindi in molte fasi l’accento più sull’aspetto sentimentale, che su quello più divertente legato all’amicizia e alla scuola. Aspetti che comunque, tengo a precisarlo, restano assolutamente centrali nell’opera.
Le trame, che non presentano novità eclatanti in termini di sviluppo, le ho trovate piuttosto coinvolgenti e piacevoli, grazie a un pool di personaggi positivi e gradevoli, alla scelta autorale di limitare al minimo i contrasti nel gruppo, dando invece un forte risalto all’amicizia tra tutti i ragazzi coinvolti, e a un ottimo utilizzo dell’ambientazione scelta: l’Hokkaido.
L’isola più a nord dell’arcipelago giapponese, infatti, è raramente sfruttata, e (per quanto concerne la mia modesta esperienza) quasi sempre gli autori si limitano alla città di Sapporo o a qualche impianto termale. Ottima quindi, per conto mio, la resa di atmosfere un po’ diverse dal solito che garantiscono a situazioni chiaramente già viste un certo senso di freschezza. Va detto però che verso la fine forse l’autore eccede anche un po’ troppo nell’opera di promozione dell’isola e dei suoi prodotti. Io personalmente non ho trovato la cosa sgradevole e, anzi, sono anni che spero di riuscire a visitarla, ma immagino che ad altri la cosa potrebbe dare fastidio. Ad ogni modo, mia opinione personale, ritengo sia molto peggio quando gli autori buttano dentro capitoli filler a caso pieni di situazioni demenziali o di fan service per coprire i mancati avanzamenti di trama. Una cosa che qui sostanzialmente non succede.
E, proprio parlando di avanzamento di trama, mi sento di dire che Kai Ikada ha fatto un buon lavoro. Differentemente da tante altre serie di questo genere che portano avanti poligoni amorosi per un numero infinito di episodi, qui gli eventi si dipanano piuttosto velocemente. E nei giusti momenti, nei giusti capitoli, per motivi diversi, ciascuna delle ragazze ha il proprio momento di credibilità, il proprio momento da protagonista sul palco e la propria occasione.
L’autore è alla prima opera e credo l’abbia affrontata in modo intelligente. La mia impressione è che ci fosse una consapevolezza di non essere in grado di garantire all’harem la giusta credibilità per un periodo più lungo, e forse anche la coscienza che intrichi amorosi troppo complessi e situazioni che si trascinano troppo a lungo avrebbero intaccato la generale atmosfera positiva, rendendo l’opera inutilmente pesante e melodrammatica.
Anche le varie situazioni romantiche che vengono presentate sono molto dolci, toccanti, talvolta addirittura emozionanti ma, soprattutto, sempre viste in un’ottica giovanile, senza diventare melense o fastidiosamente stucchevoli. L’aspetto ecchi, che era un po’ presente nei primi volumi, successivamente diventa quasi assente e limitato a illustrazioni e cover. Nel fumetto vero e proprio resta solo qualche inquadratura che mette in risalto la silhouette e il seno particolarmente generoso di Fuyuki. Altro plus anche questo, per me, non mi disturba un po’ di ecchi a corollario di una storia, ma tendo a infastidirmi quando le curve e le inquadrature sotto le gonne diventano l’unica cosa rilevante.
Ikada è anche bravo nel non eccedere in modo sconsiderato nell’utilizzo di artifici narrativi e/o deus ex machina. Che comunque ci sono eh... e in almeno un paio di casi avrei preferito non fossero presenti…
Attenzione: questa parte contiene spoiler
…anche perché un paio di queste “interferenze autorali” sono andate a danno diretto della ragazza per cui facevo il tifo, e sto ancora soffrendo per l’emotional damage di vederla “sconfitta”.
Fine parte contenente spoiler
* Sviluppo dei personaggi *
Personalmente ho trovato impossibile non affezionarmi ai personaggi di questo manga, sono tutti tratteggiati in modo troppo positivo perché non mi colpissero. Persino il protagonista maschile, una volta tanto, non l’ho trovato sgradevole e fastidioso.
Tsubasa Shiki è il protagonista maschile. E’ un po’ imbranato e un po’ timido, e a volte sovrappensiero dice cose sconvenienti che mettono gli altri in imbarazzo… tipo apprezzare apertamente le doti di qualcuno o esprimere i propri sentimenti. Insomma, niente di straordinario, cose che per la nostra mentalità occidentale sono tutto sommato abbastanza innocue e normali, ma viste nell’ottica della sobrietà, discrezione e riservatezza nipponiche sono effettivamente un po’ borderline.
Parliamo del classico stereotipo del bravo ragazzo: studioso, educato e di sani principi. Viene da una famiglia benestante, ha buoni voti, sa suonare il pianoforte e officiare la cerimonia del té… ma alla fine (ovviamente) sono la sua sensibilità, la sua capacità di rendersi empatico aprendosi agli altri e la sua affidabilità le doti che fanno innamorare le ragazze. E comunque, come dice Fuyuki, certe volte è un figo (mah, ‘nsomma).
Di solito sono piuttosto critico con questo genere di personaggi, perché li trovo sempre un po’ troppo banali e tutti uguali, ma Tsubasa non mi ha dato cattive vibes, anzi, l’ho trovato abbastanza gradevole nel suo essere misurato e non diventando mai estremo in nessun aspetto. La sua crescita è ben dosata e progressiva, e non ci sono momenti specifici in cui si noti una trasformazione netta. Eppure se dopo aver letto l’ultimo capitolo riguardate i primi la differenza è notevole. Secondo me è stato fatto un buon lavoro.
Fuyuki Minami è una gal estroversa e allegra, ma senza che questo la faccia diventare una ragazza “facile”. Assomiglia un po’ a Marin Kitagawa, ma è un po’ meno estrema quanto a caratterizzazione. Diciamo che è la versione un po’ provinciale di Marin. Personaggio assolutamente positivo, praticamente privo di ombre, su cui in verità non c’è granché da dire… proprio perché è stata caratterizzata in modo tanto spiccatamente positivo. La sua crescita è molto più leggera rispetto a quella del protagonista, e percepibile maggiormente nell’aspetto scolastico e di preparazione all’età adulta, meno sotto l’aspetto sentimentale.
Sayuri Akino è praticamente l’esatto contrario di Fuyuki. Mora anziché bionda. Introversa anziché allegra. Attratta dai videogame anziché dalle amicizie scolastiche. Misurata anziché vivace. Estremamente dolce in alcuni frangenti. Nonostante una caratterizzazione un po’ più ombrosa non si deve pensare che parliamo di un personaggio negativo. Anzi, diventa in breve tempo amica intima di Minami, con cui condivide l’amore per il fashion. La crescita del personaggio, in questo caso, è particolarmente percepibile, e la porta a combattere con tutte le proprie forze per cercare di conquistare Tsubasa, mettendosi in gioco in modo davvero intenso.
Rena Natsukawa è la terza arrivata e, come spesso accade in questi casi, è inizialmente la meno credibile per la vittoria finale. E’ dotata di una forza di volontà assoluta, che la porta ad essere la migliore studentessa della scuola. Dote che si affianca alla bellezza e un’ottima capacità di interagire sia con Tsubasa, sia con le altre due pretendenti. Mai sgradevole, mai sopra le righe, sempre educata e misurata (almeno in pubblico) dal punto di vista della famiglia di lui è certamente la migliore opzione possibile. Per varie ragioni derivanti dalla trama si rivela molto intelligente nel gestire il rapporto con il protagonista, creandosi le possibilità e non limitandosi ad attenderle dal cielo. Grazie a queste capacità copre in breve tempo la distanza che la separa dalle altre due ragazze, diventando non solo un’ottima terza opzione, ma anche un bel personaggio con alcune scene molto dolci e intense.
Personalmente nelle romcom apprezzo i pool di personaggi positivi, che danno vita a relazioni piacevoli, piuttosto che vedere emergere invidie, dispetti e concorrenza spietata. E quindi non posso che promuovere a pieni voti queste “Adorable Hokkaido Gals”.
* Disegni *
I disegni sono onestamente abbastanza altalenanti, soprattutto nei primi volumi. Non sono mai sgradevoli o fatti male, ma lo stile dell’autore è discontinuo, risultando in alcuni frangenti più morbido nelle curve, e altre volte un po’ più spigoloso. Come se non avesse ancora uno stile definito al 100%, cosa che tutto sommato è del tutto possibile essendo alla prima opera. O forse, davvero, possiamo parlare di un limite dal punto di vista della capacità di disegno di Ikada. Questo è evidente particolarmente nei disegni delle ragazze che a volte risultano meno gradevoli, con volti meno piacevoli o con proporzioni almeno un po’ strane, se non sbagliate.
Fondali e paesaggi, comunque, non sono mai bianchi o abbozzati, è evidente come sia stato fatto un buon lavoro di ricerca e rappresentazione. Non ho mai percepito una sensazione di pressapochismo o di disegni realizzati in fretta. Anzi, in aggiunta a un prodotto che reputo in generale fatto piuttosto bene, ci sono un tot di tavole a colori che valorizzano e impreziosiscono i momenti più intensi. Queste sono davvero evocative e danno davvero un boost importante per quanto concerne l’impatto emotivo di determinate scene.Ad ogni modo questo è l'aspetto che più condiziona la mia valutazione... che è buona ma che, altrimenti, sarebbe stata anche più alta.
* Dialoghi e scrittura *
I dialoghi sono in generale abbastanza validi e spaziano da discorsi abbastanza frivoli, ad altri più rilevanti che riguardano l’amore, il futuro dei protagonisti o le loro aspettative. Trattandosi di un’ambientazione adolescenziale ovviamente è comunque tutto abbastanza leggero, come giusto che sia, e non è che ci siano scambi di battute da strapparsi i capelli.
Per quanto riguarda la scrittura di solito non ho molto da dire, trovo che ci sia un livello medio generalizzato nella maggior parte dei manga destinati al pubblico giovanile, per quanto riguarda gli stili e le modalità della narrazione. In questo caso però ho apprezzato che l’Hokkaido sia davvero molto presente, un po’ come un protagonista nascosto tra le righe. I riferimenti sono innumerevoli, e così pure i confronti con la capitale, che si sa essere un mondo a parte. Forse, in alcuni capitoli, qualcuno direbbe che l’Hokkaido è anche troppo presente.
_____
* In definitiva *
In definitiva mi sono gustato ogni momento della lettura di questi dodici volumi, che sono riusciti a emozionarmi in più di un punto, che hanno davvero pochi cali di ritmo e che, in generale, mi hanno convinto quasi completamente, o con pochissime riserve. Insomma, per me, se vi piacciono le romcom è meglio se non ve lo fate scappare.
N.B. Il manga è disponibile gratuitamente in inglese sull’app di Shueisha. Questa recensione in particolare è aggiornata al capitolo 108, che ad oggi è l’ultimo uscito e sarà pubblicato in futuro nel 13° tankobon. Il manga è ancora in corso ma per come sono evoluti gli eventi credo siamo vicini alla conclusione. I giochi sono fatti ormai, le scelte compiute, e quindi non mi aspetto novità tali da richiedere una revisione massiccia di questa recensione.
* Trama e storia *
“Dosanko gyaru wa namara menkoi” è una romcom dalla struttura abbastanza classica per il genere, con rimandi ecchi ed harem non troppo accentuati, ambientata nell’isola più nord del Giappone. Fin dall’inizio la narrazione scorre abbastanza veloce e vediamo già nei primi capitoli il protagonista (Tsubasa Shiki) mettere in subbuglio i sentimenti di due compagne di classe: la bionda gyaru Fuyuki Minami e la mora gaming nerd Sayuri Akino.
Nella primissima fase la narrazione è affidata a una serie di episodi autoconclusivi con alcuni brevi archi che, abbastanza velocemente, diventano un po’ più lunghi, profondi e danno vita a una continuity in cui si intrecciano le relazioni di amicizia e sentimentali del protagonista con le due ragazze. Ben presto comunque la competizione diventa una gara a tre, visto che alla lotta per la conquista del cuore di Tsubasa si aggiunge anche Rena Natsukawa, senpai più vecchia di un anno ma vicina di casa di Tsubaru.
Il manga ha, rispetto a molti altri che ne condividono il genere, uno sviluppo abbastanza veloce, con le ragazze del piccolo harem che comprendono piuttosto bene e tutto sommato velocemente i propri sentimenti, senza neppure troppi tentennamenti o dubbi, ponendo quindi in molte fasi l’accento più sull’aspetto sentimentale, che su quello più divertente legato all’amicizia e alla scuola. Aspetti che comunque, tengo a precisarlo, restano assolutamente centrali nell’opera.
Le trame, che non presentano novità eclatanti in termini di sviluppo, le ho trovate piuttosto coinvolgenti e piacevoli, grazie a un pool di personaggi positivi e gradevoli, alla scelta autorale di limitare al minimo i contrasti nel gruppo, dando invece un forte risalto all’amicizia tra tutti i ragazzi coinvolti, e a un ottimo utilizzo dell’ambientazione scelta: l’Hokkaido.
L’isola più a nord dell’arcipelago giapponese, infatti, è raramente sfruttata, e (per quanto concerne la mia modesta esperienza) quasi sempre gli autori si limitano alla città di Sapporo o a qualche impianto termale. Ottima quindi, per conto mio, la resa di atmosfere un po’ diverse dal solito che garantiscono a situazioni chiaramente già viste un certo senso di freschezza. Va detto però che verso la fine forse l’autore eccede anche un po’ troppo nell’opera di promozione dell’isola e dei suoi prodotti. Io personalmente non ho trovato la cosa sgradevole e, anzi, sono anni che spero di riuscire a visitarla, ma immagino che ad altri la cosa potrebbe dare fastidio. Ad ogni modo, mia opinione personale, ritengo sia molto peggio quando gli autori buttano dentro capitoli filler a caso pieni di situazioni demenziali o di fan service per coprire i mancati avanzamenti di trama. Una cosa che qui sostanzialmente non succede.
E, proprio parlando di avanzamento di trama, mi sento di dire che Kai Ikada ha fatto un buon lavoro. Differentemente da tante altre serie di questo genere che portano avanti poligoni amorosi per un numero infinito di episodi, qui gli eventi si dipanano piuttosto velocemente. E nei giusti momenti, nei giusti capitoli, per motivi diversi, ciascuna delle ragazze ha il proprio momento di credibilità, il proprio momento da protagonista sul palco e la propria occasione.
L’autore è alla prima opera e credo l’abbia affrontata in modo intelligente. La mia impressione è che ci fosse una consapevolezza di non essere in grado di garantire all’harem la giusta credibilità per un periodo più lungo, e forse anche la coscienza che intrichi amorosi troppo complessi e situazioni che si trascinano troppo a lungo avrebbero intaccato la generale atmosfera positiva, rendendo l’opera inutilmente pesante e melodrammatica.
Anche le varie situazioni romantiche che vengono presentate sono molto dolci, toccanti, talvolta addirittura emozionanti ma, soprattutto, sempre viste in un’ottica giovanile, senza diventare melense o fastidiosamente stucchevoli. L’aspetto ecchi, che era un po’ presente nei primi volumi, successivamente diventa quasi assente e limitato a illustrazioni e cover. Nel fumetto vero e proprio resta solo qualche inquadratura che mette in risalto la silhouette e il seno particolarmente generoso di Fuyuki. Altro plus anche questo, per me, non mi disturba un po’ di ecchi a corollario di una storia, ma tendo a infastidirmi quando le curve e le inquadrature sotto le gonne diventano l’unica cosa rilevante.
Ikada è anche bravo nel non eccedere in modo sconsiderato nell’utilizzo di artifici narrativi e/o deus ex machina. Che comunque ci sono eh... e in almeno un paio di casi avrei preferito non fossero presenti…
Attenzione: questa parte contiene spoiler
…anche perché un paio di queste “interferenze autorali” sono andate a danno diretto della ragazza per cui facevo il tifo, e sto ancora soffrendo per l’emotional damage di vederla “sconfitta”.
Fine parte contenente spoiler
* Sviluppo dei personaggi *
Personalmente ho trovato impossibile non affezionarmi ai personaggi di questo manga, sono tutti tratteggiati in modo troppo positivo perché non mi colpissero. Persino il protagonista maschile, una volta tanto, non l’ho trovato sgradevole e fastidioso.
Tsubasa Shiki è il protagonista maschile. E’ un po’ imbranato e un po’ timido, e a volte sovrappensiero dice cose sconvenienti che mettono gli altri in imbarazzo… tipo apprezzare apertamente le doti di qualcuno o esprimere i propri sentimenti. Insomma, niente di straordinario, cose che per la nostra mentalità occidentale sono tutto sommato abbastanza innocue e normali, ma viste nell’ottica della sobrietà, discrezione e riservatezza nipponiche sono effettivamente un po’ borderline.
Parliamo del classico stereotipo del bravo ragazzo: studioso, educato e di sani principi. Viene da una famiglia benestante, ha buoni voti, sa suonare il pianoforte e officiare la cerimonia del té… ma alla fine (ovviamente) sono la sua sensibilità, la sua capacità di rendersi empatico aprendosi agli altri e la sua affidabilità le doti che fanno innamorare le ragazze. E comunque, come dice Fuyuki, certe volte è un figo (mah, ‘nsomma).
Di solito sono piuttosto critico con questo genere di personaggi, perché li trovo sempre un po’ troppo banali e tutti uguali, ma Tsubasa non mi ha dato cattive vibes, anzi, l’ho trovato abbastanza gradevole nel suo essere misurato e non diventando mai estremo in nessun aspetto. La sua crescita è ben dosata e progressiva, e non ci sono momenti specifici in cui si noti una trasformazione netta. Eppure se dopo aver letto l’ultimo capitolo riguardate i primi la differenza è notevole. Secondo me è stato fatto un buon lavoro.
Fuyuki Minami è una gal estroversa e allegra, ma senza che questo la faccia diventare una ragazza “facile”. Assomiglia un po’ a Marin Kitagawa, ma è un po’ meno estrema quanto a caratterizzazione. Diciamo che è la versione un po’ provinciale di Marin. Personaggio assolutamente positivo, praticamente privo di ombre, su cui in verità non c’è granché da dire… proprio perché è stata caratterizzata in modo tanto spiccatamente positivo. La sua crescita è molto più leggera rispetto a quella del protagonista, e percepibile maggiormente nell’aspetto scolastico e di preparazione all’età adulta, meno sotto l’aspetto sentimentale.
Sayuri Akino è praticamente l’esatto contrario di Fuyuki. Mora anziché bionda. Introversa anziché allegra. Attratta dai videogame anziché dalle amicizie scolastiche. Misurata anziché vivace. Estremamente dolce in alcuni frangenti. Nonostante una caratterizzazione un po’ più ombrosa non si deve pensare che parliamo di un personaggio negativo. Anzi, diventa in breve tempo amica intima di Minami, con cui condivide l’amore per il fashion. La crescita del personaggio, in questo caso, è particolarmente percepibile, e la porta a combattere con tutte le proprie forze per cercare di conquistare Tsubasa, mettendosi in gioco in modo davvero intenso.
Rena Natsukawa è la terza arrivata e, come spesso accade in questi casi, è inizialmente la meno credibile per la vittoria finale. E’ dotata di una forza di volontà assoluta, che la porta ad essere la migliore studentessa della scuola. Dote che si affianca alla bellezza e un’ottima capacità di interagire sia con Tsubasa, sia con le altre due pretendenti. Mai sgradevole, mai sopra le righe, sempre educata e misurata (almeno in pubblico) dal punto di vista della famiglia di lui è certamente la migliore opzione possibile. Per varie ragioni derivanti dalla trama si rivela molto intelligente nel gestire il rapporto con il protagonista, creandosi le possibilità e non limitandosi ad attenderle dal cielo. Grazie a queste capacità copre in breve tempo la distanza che la separa dalle altre due ragazze, diventando non solo un’ottima terza opzione, ma anche un bel personaggio con alcune scene molto dolci e intense.
Personalmente nelle romcom apprezzo i pool di personaggi positivi, che danno vita a relazioni piacevoli, piuttosto che vedere emergere invidie, dispetti e concorrenza spietata. E quindi non posso che promuovere a pieni voti queste “Adorable Hokkaido Gals”.
* Disegni *
I disegni sono onestamente abbastanza altalenanti, soprattutto nei primi volumi. Non sono mai sgradevoli o fatti male, ma lo stile dell’autore è discontinuo, risultando in alcuni frangenti più morbido nelle curve, e altre volte un po’ più spigoloso. Come se non avesse ancora uno stile definito al 100%, cosa che tutto sommato è del tutto possibile essendo alla prima opera. O forse, davvero, possiamo parlare di un limite dal punto di vista della capacità di disegno di Ikada. Questo è evidente particolarmente nei disegni delle ragazze che a volte risultano meno gradevoli, con volti meno piacevoli o con proporzioni almeno un po’ strane, se non sbagliate.
Fondali e paesaggi, comunque, non sono mai bianchi o abbozzati, è evidente come sia stato fatto un buon lavoro di ricerca e rappresentazione. Non ho mai percepito una sensazione di pressapochismo o di disegni realizzati in fretta. Anzi, in aggiunta a un prodotto che reputo in generale fatto piuttosto bene, ci sono un tot di tavole a colori che valorizzano e impreziosiscono i momenti più intensi. Queste sono davvero evocative e danno davvero un boost importante per quanto concerne l’impatto emotivo di determinate scene.Ad ogni modo questo è l'aspetto che più condiziona la mia valutazione... che è buona ma che, altrimenti, sarebbe stata anche più alta.
* Dialoghi e scrittura *
I dialoghi sono in generale abbastanza validi e spaziano da discorsi abbastanza frivoli, ad altri più rilevanti che riguardano l’amore, il futuro dei protagonisti o le loro aspettative. Trattandosi di un’ambientazione adolescenziale ovviamente è comunque tutto abbastanza leggero, come giusto che sia, e non è che ci siano scambi di battute da strapparsi i capelli.
Per quanto riguarda la scrittura di solito non ho molto da dire, trovo che ci sia un livello medio generalizzato nella maggior parte dei manga destinati al pubblico giovanile, per quanto riguarda gli stili e le modalità della narrazione. In questo caso però ho apprezzato che l’Hokkaido sia davvero molto presente, un po’ come un protagonista nascosto tra le righe. I riferimenti sono innumerevoli, e così pure i confronti con la capitale, che si sa essere un mondo a parte. Forse, in alcuni capitoli, qualcuno direbbe che l’Hokkaido è anche troppo presente.
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* In definitiva *
In definitiva mi sono gustato ogni momento della lettura di questi dodici volumi, che sono riusciti a emozionarmi in più di un punto, che hanno davvero pochi cali di ritmo e che, in generale, mi hanno convinto quasi completamente, o con pochissime riserve. Insomma, per me, se vi piacciono le romcom è meglio se non ve lo fate scappare.