Manshu Opium Squad
Mi hanno presentato questo manga come l’erede di Golden Kamui ma credo che le differenze siano enormi. L’unica cosa che hanno in comune è che sono manga seinen storici ma l’ambientazione, il periodo, i personaggi sono fra di loro diversissimi. Credo di aver fatto bene a iniziare questo manga perché tutto ciò rende "Manshu Opium Squad" un buon manga. I suoi autori sono abbastanza nuovi del settore ma l’autore(autrice?) dei testi si è fatto notare negli ultimissimi anni ed ha in questo momento quattro serie in corso contemporaneamente, tra l’altro molto diverse fra loro.
Credo di poterlo dire la Dyn.it ha ottimi manga al suo arco e sceglie spesso molto bene: purtroppo i suoi prezzi non me la rendono simpatica perché sono il doppio rispetto ad altri operatori sul mercato. Questa serie (anche se io recensisco solo quattro volumi e mezzo) ha al suo attivo già dodici volumi in Giappone ed è in proseguo.
L’ambientazione è la Manciuria, lo stato fantoccio dove convivono cinque etnie (per ora sono comparsi personaggi giapponesi, cinesi, mongoli, russi) intorno agli anni ‘40: un soldato giapponese ferito a tradimento da un cinese ritorna dalla famiglia emigrata nel Manchukuo, ma la madre si ammala e ci vogliono tanti soldi per curarla… da questo momento entrerà nel sottobosco criminale dello stato fantoccio controllato dall’esercito giapponese, in collaborazione scontro con la mafia cinese e quella russa tentando di crearsi un mercato per il suo real oppio e conoscendo le bassezze di questo mondo criminale.
Per ragioni di velocizzare le scene gli effetti dell’oppio vengono resi più rapidi, sia l’assuefazione sia il decadimento fisico, ma credo che sia utile far vedere queste cose: la droga rovina chi la usa.
I disegni sono abbastanza ben fatti pur non raggiungendo le vette di altri autori.
Il mio voto attuale è otto.
Credo di poterlo dire la Dyn.it ha ottimi manga al suo arco e sceglie spesso molto bene: purtroppo i suoi prezzi non me la rendono simpatica perché sono il doppio rispetto ad altri operatori sul mercato. Questa serie (anche se io recensisco solo quattro volumi e mezzo) ha al suo attivo già dodici volumi in Giappone ed è in proseguo.
L’ambientazione è la Manciuria, lo stato fantoccio dove convivono cinque etnie (per ora sono comparsi personaggi giapponesi, cinesi, mongoli, russi) intorno agli anni ‘40: un soldato giapponese ferito a tradimento da un cinese ritorna dalla famiglia emigrata nel Manchukuo, ma la madre si ammala e ci vogliono tanti soldi per curarla… da questo momento entrerà nel sottobosco criminale dello stato fantoccio controllato dall’esercito giapponese, in collaborazione scontro con la mafia cinese e quella russa tentando di crearsi un mercato per il suo real oppio e conoscendo le bassezze di questo mondo criminale.
Per ragioni di velocizzare le scene gli effetti dell’oppio vengono resi più rapidi, sia l’assuefazione sia il decadimento fisico, ma credo che sia utile far vedere queste cose: la droga rovina chi la usa.
I disegni sono abbastanza ben fatti pur non raggiungendo le vette di altri autori.
Il mio voto attuale è otto.