Sakura, Saku
La nuova opera di Io Sakisaka. Ho aspettato che uscissero tutti i volumi per poterli leggere tutti di fila e apprezzarla al massimo del suo valore. Tecnicamente è stata bella. Ha dei bei personaggi, una storia interessante, divertente ed emozionante. E come sempre degli ottimi disegni e un bel finale. Però sarà che ormai ho letto e visto moltissimi Shojo, ma nel complesso è stata un po' banaluccia come storia, con i classici cliché, momenti che sembrano fatti solo per allungare il brodo e il solito fidanzamento a fine storia. È riuscita comunque a tenermi incollato dall'inizio alla fine al racconto, essendo stato leggero e scorrevole; cosa che non mi stupisce essendo un'opera della maestra Sakisaka. Ho trovato molto bello anche il rapporto di amicizia tra Saku e Kotono (il personaggio che ho preferito tra tutti). Quindi nel complesso è un'opera molto valida, ma che se presentata a dei veterani diventa un po' debole. Tra tutte le sue opere attuali (Strobe Edge, Ao Haru Ride e Amarsi, Lasciarsi) questa si colloca in ultima posizione.
Inoltre la piccola storia oneshot "Dove finisce una ragazza" presente nel 5° volume di Sakura, Saku l'ho trovata molto carina. E' ironico pensare che l'ho trovata quasi meglio dell'opera principale, perché in sole poche pagine è riuscita a creare un bel rapporto tra i personaggi, che inoltre non erano caratterizzati male, a darmi una storia interessante e ad emozionarmi più di quanto non abbia fatto Sakura, Saku in 9 volumi, con inoltre un ottimo finale.
Inoltre la piccola storia oneshot "Dove finisce una ragazza" presente nel 5° volume di Sakura, Saku l'ho trovata molto carina. E' ironico pensare che l'ho trovata quasi meglio dell'opera principale, perché in sole poche pagine è riuscita a creare un bel rapporto tra i personaggi, che inoltre non erano caratterizzati male, a darmi una storia interessante e ad emozionarmi più di quanto non abbia fatto Sakura, Saku in 9 volumi, con inoltre un ottimo finale.
"Nelle recite scolastiche delle elementari facevo l'abitante del villaggio o il cane procione numero due. Ma in tutta onestà, anche se non fossi stata lì nessuno se ne sarebbe accorto. Interpretavo ruoli di quel tipo."
La storia di "Sakura Saku" inizia con questa presentazione in prima persona in un capitolo dal titolo "Il giorno in cui ho trovato il mio nome". Saku è una comune studentessa consapevole di essere invisibile agli occhi degli altri e che vive le emozioni nel suo mondo interiore in maniera assai intensa. Un giorno si trova in treno, in orario di punta, e nella fase di uscita dei pendolari in corsa le si sfila la borsa. ll tentativo di recuperare l'oggetto prezioso sfuma perché nello stesso momento perde i sensi. Si risveglia in una stazione di polizia e un agente le indica la sua borsa "Qualcuno si è fatto in quattro per riprenderla e portarla qui". Qualcuno che sembra averla osservata anche nella fase di insorgenza del malessere e che si congeda lasciando un bigliettino con il nome "Sakura" e un numero di telefono. Nonostante i tentativi per mettersi in contatto con la persona, Saku non la intercetta. Fino a quel momento si riteneva invisibile ma quel giorno qualcuno l'ha notata e non è rimasto indifferente al suo bisogno. Saku fa una promessa con sé stessa. Avendo sperimentato lei stessa l'impatto miracoloso di un gesto gentile, non sarà indifferente alle difficoltà altrui ma si adopererà per aiutare sempre.
Nei capitoli successivi inizia la storia liceale di Saku e già alla cerimonia d'apertura si lascia distrarre da un compagno di classe chiamato dagli altri a voce alta "Sakura". Al contrario di quello che pensa chi le è intorno, non si volta perché ha un cognome simile al suo, quanto perché ha inizio ufficialmente per Saku la ricerca di indizi che la porteranno al suo angelo custode. Tutte le circostanze sembrano associare il gesto al fratello maggiore di Haruki. Il ragazzo, in un primo momento, è poco disponibile verso la piccola investigatrice e ne male interpreta l'insistenza. Sembra inoltre colpito dal suo atteggiamento da "brava bambina" e, dopo qualche piccolo scossone tra i due, accetta di aiutarla.
"Sakura Saku" in nove volumi racconta di Saku e di Haruki come due universi paralleli. Già nei primi volumi entrambi sono persi l'uno dell'altra e ricercano delle tracce di interesse dell'altro. La ricerca dell'angelo custode di Saku è il pretesto per dare avvio ad un percorso dove il vero obiettivo è fuoriuscire dalla propria zona di comfort e imparare a farsi avanti con coraggio. Entrambi i protagonisti idealizzano, riflettono e agiscono in un mondo che è tutto nella loro testa. La gentilezza che li accomuna e li attira diventa allo stesso modo una zavorra. Si innamorano e interpretano i gesti dell'altro secondo i propri schemi mentali, le immense ramificazioni di pensiero e tormento. I protagonisti sono come due giraffe che tentano di nascondersi dietro un albero di ulivo e temono di osare. Quando fanno capolino è solo per cercare delle conferme alle loro miopie, ai propri viaggi mentali, che li lasciano sospesi nelle loro supposizioni e non li fanno avanzare - volume dopo volume - che di pochi timidi millimetri.
Nel frattempo i personaggi che circondano e affiancano i protagonisti vanno avanti nel gioco e chi li legge li considera all'occorrenza dei "disturbatori" o, addirittura, degli "eroi". In due universi paralleli amovibili con il rimorchio e che non si intersecano, la diversità di vedute rappresenta il tentativo di portare il cambiamento. E' il caso del famoso Iryu con cui si costruirà un triangolo (poco riuscito a mio personale avviso) e preferito al protagonista immobile perché un personaggio leggero, capace di dare voce e azione ai propri sentimenti.
Saku e Haruki si rispecchiano nello sguardo e dissimulano i loro sentimenti. Sono introversi, naviganti dei propri viaggi mentali e portatori di una maschera onerosa fatta di parole da pesare e di gesti fraintendibili. Da lettori si diventa impazienti, si avrebbe voglia di entrare tra quelle pagine per urtarli e invitarli a vivere la vita con più slancio, gioia e leggerezza.
"Sakura Saku" è una commedia scolastica dolce e delicata, gentile, lontana dalla dinamicità alla quale ci ha abituati l'autrice in opere passate. Non è una storia da fuochi d'artificio, con protagonisti "bad boy" problematici o principini biondi sicuri di sé; con protagoniste talmente belle da avere bisogno di vestire sciatte e mangiare le merendine per non farsi notare; oppure pronte a passare sul cadavere delle "fidanzate altrui" pur di vivere l'amore della propria vita. E' una storia per chi si accontenta del tepore dei piccoli gesti, per i vigliacchi che si lasciano attorcigliare dalle proprie seghe mentali, che creano un alone immenso intorno ai propri complessi di inferiorità, e collezionano conferme su conferme prima di farsi avanti. E alle volte cambiano idea piuttosto che mettersi in discussione e restare asfaltati dal peso dei propri sentimenti. Sono contenta di avere letto anche questa Io Sakisaka, che non ha lasciato indietro nessuno. "Sakura Saku", tutti hanno il diritto di sbocciare. Anche quelli che apparentemente nessuno vede, gli abitanti del villaggio e i secondi cane procione.
La storia di "Sakura Saku" inizia con questa presentazione in prima persona in un capitolo dal titolo "Il giorno in cui ho trovato il mio nome". Saku è una comune studentessa consapevole di essere invisibile agli occhi degli altri e che vive le emozioni nel suo mondo interiore in maniera assai intensa. Un giorno si trova in treno, in orario di punta, e nella fase di uscita dei pendolari in corsa le si sfila la borsa. ll tentativo di recuperare l'oggetto prezioso sfuma perché nello stesso momento perde i sensi. Si risveglia in una stazione di polizia e un agente le indica la sua borsa "Qualcuno si è fatto in quattro per riprenderla e portarla qui". Qualcuno che sembra averla osservata anche nella fase di insorgenza del malessere e che si congeda lasciando un bigliettino con il nome "Sakura" e un numero di telefono. Nonostante i tentativi per mettersi in contatto con la persona, Saku non la intercetta. Fino a quel momento si riteneva invisibile ma quel giorno qualcuno l'ha notata e non è rimasto indifferente al suo bisogno. Saku fa una promessa con sé stessa. Avendo sperimentato lei stessa l'impatto miracoloso di un gesto gentile, non sarà indifferente alle difficoltà altrui ma si adopererà per aiutare sempre.
Nei capitoli successivi inizia la storia liceale di Saku e già alla cerimonia d'apertura si lascia distrarre da un compagno di classe chiamato dagli altri a voce alta "Sakura". Al contrario di quello che pensa chi le è intorno, non si volta perché ha un cognome simile al suo, quanto perché ha inizio ufficialmente per Saku la ricerca di indizi che la porteranno al suo angelo custode. Tutte le circostanze sembrano associare il gesto al fratello maggiore di Haruki. Il ragazzo, in un primo momento, è poco disponibile verso la piccola investigatrice e ne male interpreta l'insistenza. Sembra inoltre colpito dal suo atteggiamento da "brava bambina" e, dopo qualche piccolo scossone tra i due, accetta di aiutarla.
"Sakura Saku" in nove volumi racconta di Saku e di Haruki come due universi paralleli. Già nei primi volumi entrambi sono persi l'uno dell'altra e ricercano delle tracce di interesse dell'altro. La ricerca dell'angelo custode di Saku è il pretesto per dare avvio ad un percorso dove il vero obiettivo è fuoriuscire dalla propria zona di comfort e imparare a farsi avanti con coraggio. Entrambi i protagonisti idealizzano, riflettono e agiscono in un mondo che è tutto nella loro testa. La gentilezza che li accomuna e li attira diventa allo stesso modo una zavorra. Si innamorano e interpretano i gesti dell'altro secondo i propri schemi mentali, le immense ramificazioni di pensiero e tormento. I protagonisti sono come due giraffe che tentano di nascondersi dietro un albero di ulivo e temono di osare. Quando fanno capolino è solo per cercare delle conferme alle loro miopie, ai propri viaggi mentali, che li lasciano sospesi nelle loro supposizioni e non li fanno avanzare - volume dopo volume - che di pochi timidi millimetri.
Nel frattempo i personaggi che circondano e affiancano i protagonisti vanno avanti nel gioco e chi li legge li considera all'occorrenza dei "disturbatori" o, addirittura, degli "eroi". In due universi paralleli amovibili con il rimorchio e che non si intersecano, la diversità di vedute rappresenta il tentativo di portare il cambiamento. E' il caso del famoso Iryu con cui si costruirà un triangolo (poco riuscito a mio personale avviso) e preferito al protagonista immobile perché un personaggio leggero, capace di dare voce e azione ai propri sentimenti.
Saku e Haruki si rispecchiano nello sguardo e dissimulano i loro sentimenti. Sono introversi, naviganti dei propri viaggi mentali e portatori di una maschera onerosa fatta di parole da pesare e di gesti fraintendibili. Da lettori si diventa impazienti, si avrebbe voglia di entrare tra quelle pagine per urtarli e invitarli a vivere la vita con più slancio, gioia e leggerezza.
"Sakura Saku" è una commedia scolastica dolce e delicata, gentile, lontana dalla dinamicità alla quale ci ha abituati l'autrice in opere passate. Non è una storia da fuochi d'artificio, con protagonisti "bad boy" problematici o principini biondi sicuri di sé; con protagoniste talmente belle da avere bisogno di vestire sciatte e mangiare le merendine per non farsi notare; oppure pronte a passare sul cadavere delle "fidanzate altrui" pur di vivere l'amore della propria vita. E' una storia per chi si accontenta del tepore dei piccoli gesti, per i vigliacchi che si lasciano attorcigliare dalle proprie seghe mentali, che creano un alone immenso intorno ai propri complessi di inferiorità, e collezionano conferme su conferme prima di farsi avanti. E alle volte cambiano idea piuttosto che mettersi in discussione e restare asfaltati dal peso dei propri sentimenti. Sono contenta di avere letto anche questa Io Sakisaka, che non ha lasciato indietro nessuno. "Sakura Saku", tutti hanno il diritto di sbocciare. Anche quelli che apparentemente nessuno vede, gli abitanti del villaggio e i secondi cane procione.
Sakura, Saku è una commedia romantica dell'autrice di opere ben più note e valide come "Amarsi, lasciarsi", "A un passo da te", "Strobe Edge", dove il tema scolastico tipico di tanti shoujo, si ripete senza sostanziali variazioni che facciano elevare questa serie sopra le altre.
Salvo i disegni di Io Sakisaka, che sono sempre molto belli, curatissimi, impostati su una grafica morbida e accattivante, purtroppo la serie sviluppa personaggi e situazioni in maniera farraginosa, ripetitiva o inconcludente; l'autrice non osa avventurarsi su altre strade, ma percorre quelle già battute da lei o da altri mangaka, senza riuscire a costruire una trama innovativa, convincente e sensata, dove sono proprio i personaggi principali a farne le spese, soprattutto la protagonista femminile, Saku, la classica brava ragazza che si sforza in ogni occasione di essere tale, a costo di andare contro i suoi stessi desideri, questo per imitare un ignoto benefattore che all'inizio della storia le fa ritrovare la borsa personale perduta, incipit un po' debole, da cui parte tutta la trama.
La storia d'amore tra lei e il protagonista maschile, Haruki, anche lui classico personaggio buono da shojo-manga, a parte brevi momenti da batticuore, non decolla mai per una serie di fraintendimenti e incomprensioni piuttosto assurde e un po' troppo forzate, quando basterebbe aprire un dialogo costruttivo e ragionevole tra i personaggi coinvolti.
Nella trama l'autrice introduce o accenna a possibili risvolti yuri, che nel corso successivo dei volumi non trovano riscontro, addirittura vengono dimenticati, facendo prendere ai personaggi strade completamente diverse.
Da lettrice, mi sono chiesta se tali elementi fossero stati introdotti a caso o per errore; la Sakisaka forse non ha il coraggio di proseguire in una direzione, e rinuncia a risolvere quell'idea in maniera coerente e sensata, e non saprei dire per quale motivo, forse disinteresse, ma sono difetti che fanno perdere punti alla narrazione, che diventa confusionaria.
I primi volumi erano pure partiti abbastanza bene; c'era un pizzico di mistero attorno al benefattore di Saku, l'amicizia sincera tra Saku e l'amica Kotono in difficoltà col fidanzato, si introduce il rapporto un po' sofferto tra Haruki e suo fratello maggiore Riosuke (personaggio derivato da un'opera precedente della Sakisaka), gli amici di scuola, l'incontro/scontro con il compagno/collega di lavoro Iryu, personaggio fuori dagli schemi, il più insolito di tutta la serie, (non insolito per l'autrice che aveva introdotto uno schema simile anche in Strobe Edge, se non ricordo male, anche lì, il rivale mi piaceva di più del protagonista).
Insomma, per me Iryu è molto più interessante di Haruki, fino all'ultimo ho fatto il tifo per lui, senza aspettarmi variazioni sul tema.
Iryu è il rivale in amore, è l'unico che ha il coraggio di parlare in maniera diretta, non si preoccupa delle convenzioni sociali né di apparire meglio di ciò che è; in parole povere, è l'unico personaggio libero da condizionamenti che ritroviamo negli altri personaggi, prima fra tutti la stessa Saku che in maniera ridicola, si convince di cose inesistenti e pretende di conoscere i reali sentimenti del ragazzo che le piace, cosa che la rende indecisa e sciocca in maniera irritante.
La mia impressione generale è che l'autrice abbia voluto sollevare alcune tematiche, mettendo in evidenza i difetti di una ragazza come Saku, condizionata dalle sue convinzioni su se stessa, su come debba presentarsi agli occhi altrui, convinta erroneamente che il valore personale dipenda da giudizi esterni.
C'è una facciata imposta dalla scuola o dalla società giapponese, un'apparenza che stride con quello che la persona è, o dovrebbe essere, conflitto messo in campo dalle parole schiette di Iryu, "Tu non sei una brava ragazza", quasi l'unico insieme all'amica Kotono, che costringe Saku a confrontarsi con se stessa.
Il tema del conformismo e dell'ipocrisia socio/culturale era interessante, il problema è che l'autrice non riesce a svilupparlo in modo profondo, un peccato, perchè la storia sarebbe stata di ben altro livello.
Il finale è quanto di più scontato e prevedibile ci possa essere, capisco che siamo in ambito shoujo, ma si potevano osare altre direzioni, tentare altre soluzioni, dare spazio maggiore a personaggi meno consueti e canonici.
Mi spiace dirlo, ma questa serie mi ha lasciato davvero poco, i protagonisti con la loro indecisione hanno contribuito a non farmi apprezzare appieno la storia, ad oggi, uno dei lavori meno riusciti di un'autrice che ho molto apprezzato in altri lavori, uno su tutti "Amarsi, lasciarsi" ristampato dalla Planet, dunque facilmente recuperabile, che consiglio a chi voglia avvicinarsi per la prima volta a Io Sakisaka.
La parte grafica è sempre una meraviglia, i disegni sono sempre chiari, eleganti e armoniosi, la tavole sono di ampio respiro, mai ridondanti, con dettagli precisi dove servono, ma da soli non bastano a reggere una storia con poca sostanza e protagonisti privi di spessore e carattere, con bassa crescita psicologica.
Sufficenza scarsa, l'autrice ha fatto certamente di meglio.
Salvo i disegni di Io Sakisaka, che sono sempre molto belli, curatissimi, impostati su una grafica morbida e accattivante, purtroppo la serie sviluppa personaggi e situazioni in maniera farraginosa, ripetitiva o inconcludente; l'autrice non osa avventurarsi su altre strade, ma percorre quelle già battute da lei o da altri mangaka, senza riuscire a costruire una trama innovativa, convincente e sensata, dove sono proprio i personaggi principali a farne le spese, soprattutto la protagonista femminile, Saku, la classica brava ragazza che si sforza in ogni occasione di essere tale, a costo di andare contro i suoi stessi desideri, questo per imitare un ignoto benefattore che all'inizio della storia le fa ritrovare la borsa personale perduta, incipit un po' debole, da cui parte tutta la trama.
La storia d'amore tra lei e il protagonista maschile, Haruki, anche lui classico personaggio buono da shojo-manga, a parte brevi momenti da batticuore, non decolla mai per una serie di fraintendimenti e incomprensioni piuttosto assurde e un po' troppo forzate, quando basterebbe aprire un dialogo costruttivo e ragionevole tra i personaggi coinvolti.
Nella trama l'autrice introduce o accenna a possibili risvolti yuri, che nel corso successivo dei volumi non trovano riscontro, addirittura vengono dimenticati, facendo prendere ai personaggi strade completamente diverse.
Da lettrice, mi sono chiesta se tali elementi fossero stati introdotti a caso o per errore; la Sakisaka forse non ha il coraggio di proseguire in una direzione, e rinuncia a risolvere quell'idea in maniera coerente e sensata, e non saprei dire per quale motivo, forse disinteresse, ma sono difetti che fanno perdere punti alla narrazione, che diventa confusionaria.
I primi volumi erano pure partiti abbastanza bene; c'era un pizzico di mistero attorno al benefattore di Saku, l'amicizia sincera tra Saku e l'amica Kotono in difficoltà col fidanzato, si introduce il rapporto un po' sofferto tra Haruki e suo fratello maggiore Riosuke (personaggio derivato da un'opera precedente della Sakisaka), gli amici di scuola, l'incontro/scontro con il compagno/collega di lavoro Iryu, personaggio fuori dagli schemi, il più insolito di tutta la serie, (non insolito per l'autrice che aveva introdotto uno schema simile anche in Strobe Edge, se non ricordo male, anche lì, il rivale mi piaceva di più del protagonista).
Insomma, per me Iryu è molto più interessante di Haruki, fino all'ultimo ho fatto il tifo per lui, senza aspettarmi variazioni sul tema.
Iryu è il rivale in amore, è l'unico che ha il coraggio di parlare in maniera diretta, non si preoccupa delle convenzioni sociali né di apparire meglio di ciò che è; in parole povere, è l'unico personaggio libero da condizionamenti che ritroviamo negli altri personaggi, prima fra tutti la stessa Saku che in maniera ridicola, si convince di cose inesistenti e pretende di conoscere i reali sentimenti del ragazzo che le piace, cosa che la rende indecisa e sciocca in maniera irritante.
La mia impressione generale è che l'autrice abbia voluto sollevare alcune tematiche, mettendo in evidenza i difetti di una ragazza come Saku, condizionata dalle sue convinzioni su se stessa, su come debba presentarsi agli occhi altrui, convinta erroneamente che il valore personale dipenda da giudizi esterni.
C'è una facciata imposta dalla scuola o dalla società giapponese, un'apparenza che stride con quello che la persona è, o dovrebbe essere, conflitto messo in campo dalle parole schiette di Iryu, "Tu non sei una brava ragazza", quasi l'unico insieme all'amica Kotono, che costringe Saku a confrontarsi con se stessa.
Il tema del conformismo e dell'ipocrisia socio/culturale era interessante, il problema è che l'autrice non riesce a svilupparlo in modo profondo, un peccato, perchè la storia sarebbe stata di ben altro livello.
Il finale è quanto di più scontato e prevedibile ci possa essere, capisco che siamo in ambito shoujo, ma si potevano osare altre direzioni, tentare altre soluzioni, dare spazio maggiore a personaggi meno consueti e canonici.
Mi spiace dirlo, ma questa serie mi ha lasciato davvero poco, i protagonisti con la loro indecisione hanno contribuito a non farmi apprezzare appieno la storia, ad oggi, uno dei lavori meno riusciti di un'autrice che ho molto apprezzato in altri lavori, uno su tutti "Amarsi, lasciarsi" ristampato dalla Planet, dunque facilmente recuperabile, che consiglio a chi voglia avvicinarsi per la prima volta a Io Sakisaka.
La parte grafica è sempre una meraviglia, i disegni sono sempre chiari, eleganti e armoniosi, la tavole sono di ampio respiro, mai ridondanti, con dettagli precisi dove servono, ma da soli non bastano a reggere una storia con poca sostanza e protagonisti privi di spessore e carattere, con bassa crescita psicologica.
Sufficenza scarsa, l'autrice ha fatto certamente di meglio.