Hells Angels
Come al solito sarò breve.
Ho comprato questo manga perchè sono un grande fan di Hiromoto e, pur avendo messo un voto così basso, non mi sento né di sconsigliare l'opera né di consigliarla. Sinceramente mi aspettavo dal sensei tutto questo "casino": un inizio di trama da classico isekai che poi si trasforma in un vortice di gag comiche e violenza degna del suo nome. Il manga si fa leggere nonostante tutto.
I disegni di Hiromoto sono sempre fighissimi, grezzissimi e sono perfetti per questo genere di storie violente (anche se la violenza non è il fulcro della storia). Il design dei mostri è di Yasushi Nirasawa (rip) illustratore che ha partecipato a tantissimi lavori d'animazione e prodotti videoludici come concept artist e creature designer.
Comunque, se proprio volete evitare di comprare il manga, potete sempre recuperarvi l'adattamento animato intitolato "Hells", prodotto dallo studio MadHouse.
Ho comprato questo manga perchè sono un grande fan di Hiromoto e, pur avendo messo un voto così basso, non mi sento né di sconsigliare l'opera né di consigliarla. Sinceramente mi aspettavo dal sensei tutto questo "casino": un inizio di trama da classico isekai che poi si trasforma in un vortice di gag comiche e violenza degna del suo nome. Il manga si fa leggere nonostante tutto.
I disegni di Hiromoto sono sempre fighissimi, grezzissimi e sono perfetti per questo genere di storie violente (anche se la violenza non è il fulcro della storia). Il design dei mostri è di Yasushi Nirasawa (rip) illustratore che ha partecipato a tantissimi lavori d'animazione e prodotti videoludici come concept artist e creature designer.
Comunque, se proprio volete evitare di comprare il manga, potete sempre recuperarvi l'adattamento animato intitolato "Hells", prodotto dallo studio MadHouse.
Hells Angels è una miniserie composta da tre volumetti, scritta e disegnata da Shinichi Hiromoto, che vede al Monster design Yasushi Nirasawa, famoso per il suo lavoro di designer per vari giochi e artbooks. La serie è stata edita in Giappone nel fra il 2002 e il 2004, e portata in Italia da Starcomics quasi in contemporanea, al prezzo di 3,10€ (ora 3,90€). È stata adattata come anime film nel 2008.
La storia: Le vicende presentate nel manga seguono Rinne Amamgame, una giovane e allegra ragazzina che sta per iniziare il suo primo giorno di scuola. Per salvare quello che sembrerebbe un semplice gatto la ragazza viene investita, proprio durante la sua corsa verso l'istituto scolastico. Non accorgendosi di essere morta, Rinne continua la sua corsa, verso quello che sembra la sua scuola, ma in realtà è stata catapultata all'inferno. Nella sua nuova classe sono presenti mostri di un po' tutti i tipi, e in particolare c'è la piccola e silenziosa Stila, l'unica ragazza a cui Rinne si affeziona fin da subito. Nel corso dell'opera Rinne viene a sapere che è stata investita ed è in coma, e che per tornare nel mondo dei vivi e risvegliarsi dovrà 'diplomarsi' all'istituto infernale, il cui preside è il demoniaco Mr. Elvis. Durante il suo lunghissimo soggiorno all'inferno Rinne farà la conoscenza di molteplici strani personaggi, e scoprirà di non essere una semplice ragazzina, il che darà una piega del tutto inaspettata alla sua avventura infernale.
Come trama, almeno nel primo volume e mezzo, non è poi così male, ma il problema di questo manga inizia a crearsi verso metà dell'opera, quando l'autore inizia a infilare nella storia più o meno tutto il possibile e l'immaginabile. Fra partite di pallavolo demoniache, riferimenti biblici e personaggi dell'antico testamento, ad un certo punto il confine tra una trama degna di essere chiamata tale e un malloppo di eventi frettoloso si riduce, quasi fino a scomparire. Per farla breve, nel giro di un volume e mezzo succede di tutto e di più, in un'accozzaglia di scene drammatiche, comiche e sere. Concludendosi poi in maniera abbastanza sbrigativa, semplice e troppo tristemente scontata.
I disegni: l'art concept di questo manga è davvero particolarissimo. Hiromoto non è certo il solito disegnatore di manga 'classici', in cui tutto è molto proporzionato e ordinato, e le sue tavole solo caotiche e sporche. Ma, udite udite, ad un certo punto questo diventa un punto a suo favore, perchè pur non essendo questo manga definibile horror (l'infinita positività di Rinne non lo rende un manga così cupo) è comunque indispensabile rendere quello che dovrebbe essere l'inferno un posto cupo e misterioso. Le copertine sono tutte e tre molto carine, ed in particolare l'ultima, semplice ma simpatica. L'unica cosa che non mi ha pienamente convinto è stato il continuo misto di fan service e momenti drammatici. Probabilmente sarei riuscita a concentrarmi di più su alcuni punti della trama se non ci fosse stato tutto questo fan service. In generale comunque io sono una grande fan di autori dal tratto sporco come Q Hayashida o Tsutomu Takahashi, quindi ho apprezzato i disegni.
Edizione: questa serie è uscita ad un prezzo abbastanza ragionevole, ma ormai gli albi ristampati hanno il prezzo adeguato alle opere di prima stampa attuali, quindi per acquistare la serie per intero ci vogliono quasi 12 euro. Il che secondo me è troppo. I volumetti non sono rilegati in nessuna maniera particolare, il numero delle pagine è standard e c'è più di qualche errorino di stampa fra un volume e l'altro. Consiglio quindi di acquistare la serie se la trovate scontata a qualche fiera o usata, perchè non vale 12 euro.
Non mi sento di dare all'opera una piena sufficienza perchè non mi ha nè appassionato nè sorpreso più di tanto, anzi sinceramente mi aspettavo un po' di meglio. Do un 5 12 e lascio aperto il mio giudizio sull'autore, ripromettendomi di leggere altro in futuro. Consiglio l'opera solo a chi non sta cercando niente di particolarmente lungo, impegnativo o profondo ma facilmente reperibile.
La storia: Le vicende presentate nel manga seguono Rinne Amamgame, una giovane e allegra ragazzina che sta per iniziare il suo primo giorno di scuola. Per salvare quello che sembrerebbe un semplice gatto la ragazza viene investita, proprio durante la sua corsa verso l'istituto scolastico. Non accorgendosi di essere morta, Rinne continua la sua corsa, verso quello che sembra la sua scuola, ma in realtà è stata catapultata all'inferno. Nella sua nuova classe sono presenti mostri di un po' tutti i tipi, e in particolare c'è la piccola e silenziosa Stila, l'unica ragazza a cui Rinne si affeziona fin da subito. Nel corso dell'opera Rinne viene a sapere che è stata investita ed è in coma, e che per tornare nel mondo dei vivi e risvegliarsi dovrà 'diplomarsi' all'istituto infernale, il cui preside è il demoniaco Mr. Elvis. Durante il suo lunghissimo soggiorno all'inferno Rinne farà la conoscenza di molteplici strani personaggi, e scoprirà di non essere una semplice ragazzina, il che darà una piega del tutto inaspettata alla sua avventura infernale.
Come trama, almeno nel primo volume e mezzo, non è poi così male, ma il problema di questo manga inizia a crearsi verso metà dell'opera, quando l'autore inizia a infilare nella storia più o meno tutto il possibile e l'immaginabile. Fra partite di pallavolo demoniache, riferimenti biblici e personaggi dell'antico testamento, ad un certo punto il confine tra una trama degna di essere chiamata tale e un malloppo di eventi frettoloso si riduce, quasi fino a scomparire. Per farla breve, nel giro di un volume e mezzo succede di tutto e di più, in un'accozzaglia di scene drammatiche, comiche e sere. Concludendosi poi in maniera abbastanza sbrigativa, semplice e troppo tristemente scontata.
I disegni: l'art concept di questo manga è davvero particolarissimo. Hiromoto non è certo il solito disegnatore di manga 'classici', in cui tutto è molto proporzionato e ordinato, e le sue tavole solo caotiche e sporche. Ma, udite udite, ad un certo punto questo diventa un punto a suo favore, perchè pur non essendo questo manga definibile horror (l'infinita positività di Rinne non lo rende un manga così cupo) è comunque indispensabile rendere quello che dovrebbe essere l'inferno un posto cupo e misterioso. Le copertine sono tutte e tre molto carine, ed in particolare l'ultima, semplice ma simpatica. L'unica cosa che non mi ha pienamente convinto è stato il continuo misto di fan service e momenti drammatici. Probabilmente sarei riuscita a concentrarmi di più su alcuni punti della trama se non ci fosse stato tutto questo fan service. In generale comunque io sono una grande fan di autori dal tratto sporco come Q Hayashida o Tsutomu Takahashi, quindi ho apprezzato i disegni.
Edizione: questa serie è uscita ad un prezzo abbastanza ragionevole, ma ormai gli albi ristampati hanno il prezzo adeguato alle opere di prima stampa attuali, quindi per acquistare la serie per intero ci vogliono quasi 12 euro. Il che secondo me è troppo. I volumetti non sono rilegati in nessuna maniera particolare, il numero delle pagine è standard e c'è più di qualche errorino di stampa fra un volume e l'altro. Consiglio quindi di acquistare la serie se la trovate scontata a qualche fiera o usata, perchè non vale 12 euro.
Non mi sento di dare all'opera una piena sufficienza perchè non mi ha nè appassionato nè sorpreso più di tanto, anzi sinceramente mi aspettavo un po' di meglio. Do un 5 12 e lascio aperto il mio giudizio sull'autore, ripromettendomi di leggere altro in futuro. Consiglio l'opera solo a chi non sta cercando niente di particolarmente lungo, impegnativo o profondo ma facilmente reperibile.
<b>Introduzione</b>
<i>Colonna sonora: “La canzone del sole” - Battisti </i>
Più o meno 6 anni fa, in un affollato treno verso Cervia, a fianco di una signora di mezza età che mi guardava con fare materno, mi leggevo “Hells Angels” con gli occhi di un ragazzo pronto a sfogliare il suo secondo manga della vita.
Chiarisco subito: per me quest’opera di Sin-ichi Hiromoto ha un significato che va oltre alla qualità della storia e del tratto.
Un significato impregnato di nostalgia per i tempi in cui i miei gusti variavano dalle testate Disney a Rat Man, per i tempi in cui non sapevo ancora leggere le vignette da destra a sinistra - impresa che mi richiese più impegno di quanto potreste mai immaginare -; tempi duri, di crisi ormonali e… sto divagando.
Comunque le avventure di Rinne, protagonista del manga che andrò a presentarvi, mi accompagnarono per tutta l’estate del 2005 e tutt’ora, sorprendentemente, riesco a ricordarmi in modo cristallino la trama.
Perché “sorprendentemente”?
Perché è dall’estate del 2005 che non riprendo in mano quella trilogia cartacea lugubre e fuori di testa che segnò la mia concezione infantile dei manga.
Questi tre albi da 3.10€ l’uno sferrarono un cazzotto in pieno volto al Chiba quattordicenne, gridandogli: <i>”I tuoi topi e paperi antropomorfi ci puppano la fava!”</i>
Insomma: uno a zero per Hiromoto.
Palla al centro.
<b>La storia</b>
<i>Colonna sonora: “Digital Versicolor” - Glass Candy</i>
Avrete, certamente, capito che questa non è una recensione qualsiasi, ma una recensione all’insegna dei ricordi con una tendenza all’originalità nella forma sintattica; proprio per questo cercherò di raccontarvi della trama di questo manga con delle tags (parole chiave), in modo da farvi un’idea di cosa contiene l’opera in questione.
Iniziamo:
Morte; scuola infernale; Tim Burton impasticcato; Yin e Yang; Hellvis (Presley); sport scolastici vari; shonen; un diploma per tornare in vita; tette in buona dose; Dio; altra pasticca per Tim Burton; bullismo; la Bibbia; personaggi nuovi ad ogni pagina; un po’ di shojo; combattimenti divini; fratricidio; il basket della vita; mostri a chili; colpi di scena; seinen; cattivi variabili; metafore colte; croci; il valore dell’amicizia; finalone.
Ora: dandoci un’occhiata potrete capire che “Hells Angels” contiene di tutto e di più. È un concentrato di eventi, di immagini e di personaggi. Un turbinio trascinante; un agglomerato di idee che non ti dà la minima sensazione di poter capire dove si andrà a finire.
Hiromoto ti prende per mano - frase ad effetto che uso in ogni recensione ormai - e ti spara un calcio nel culo mostrandoti il medio. Lo sento ancora urlarmi <i>”Prova a capire che direzione prenderò nelle prossime 4 pagine. Prova! Tanto sbaglierai.”</i>
L’essenza dell’autore stesso è stampata sulla carta, e lascia il segno, oh se lo lascia: mi sono rimasti i polpastrelli neri per due settimane. Ma di questo ne parlerò più avanti.
Insomma: l’affezionatissimo Shinichi racconta un susseguirsi di eventi straordinari, emozionanti e magistralmente narrati, riuscendo comunque a dare un tocco personalissimo al complesso.
Data la natura del manga, per di più, le varie stranezze e le svolte repentine di trama sembrano totalmente naturali da parte del lettore che, varcata la soglia del primo volume, si ritroverà dentro un mondo di: [riguardare i tags precedenti]
<b>Il tratto</b>
<i>Colonna sonora: “Dracula Mountain” – Lightning Bolt</i>
Sporco quanto le vostre dita dopo essere state a contatto con i bordi delle pagine per più di un quarto d’ora.
Chi conosce l’autore lo sa: il suo disegno è tagliente e nero, sporco ed oscuro, violento e congruente alla trama.
Un'orgia di china e retini in cui chi ne esce vincitore sono i characters dell’opera.
Un alternarsi di bianco e nero che mostra quanto sia vitale non solo lo stile di disegno dell’artista, ma anche il suo uso dell’inchiostro, capace di cambiare completamente l’atmosfera.
Colpisce tosto anche il design dei mostri a cura di Yasushi Nirasawa: creatore di alcune icone magne del manga quali il preside della scuola: Hellvis (puro genio), e la squadra di panda (non fatemi dire altro, che non vorrei rovinarvi nulla).
Hiromoto, purtroppo, o lo si ama o lo si odia.
Io lo amai.
E, a distanza di 6 anni, non l’ho ancora tradito.
<b>L’edizione</b>
<i>Colonna sonora: “I remember you” - Slim Whitman</i>
Star Comics; inizio estate 2004 (sì, l’ho letto con un anno di ritardo); 3,10€…
Non dovete aspettarvi nulla di nulla da questa edizione.
Rilegatura: quasi inesistente, il primo numero s’è alleggerito di 20 pagine - sparse da qualche parte nell’oscurità della mia camera - in un colpo solo.
Stampa: non macchia, ma di più; attenzione a leggere questa serie con la canotta bianca, l’inevitabile patacco nero è in agguato, e non avrà mai pace.
Formato: 13x18, poco più grande del normale.
Carine le paginette di “Monster Design” dedicate a Hiromoto da un affettuoso Nirasawa infilate a fine di ogni volume e carina la grafica del sommario.
<b>La fine (della recensione)</b>
<i>Colonna sonora: “Song To Say Goodbye” – Placebo</i>
Come detto all’inizio: questa è una recensione che pone le proprie fondamenta nella nostalgia.
“Hells Angels” significa tantissimo per me, non solo per avermi addentrato con forza nel mondo dei manga - all’inizio credevo seriamente fossero tutti così fuori di testa -, ma anche per avermi tenuto compagnia in quel maledetto treno verso Cervia; avermi distratto dalla delusione amorosa imminente; avermi divertito, commosso ed emozionato tutto d’un colpo.
So che, complessivamente, potrebbe essere un manga deludente, caotico, disordinato, insensato o pretenzioso, ma per quel Chiba di 14 anni rimane un capolavoro.
Un capolavoro che m’ha donato tanto e che troverà sempre spazio in un angolo del mio cuore.
A chi l’ha già letto non posso consigliare nulla, ma a chi non l’ha ancora fatto gli posso solo dire di dargli una possibilità e farsi coinvolgere dalle avventure di Rinne Amagane, Stila, Ryu Kuto, Hellvis, 69, Mario e Kiki nella scuola più infernale mai descritta in un manga.
<i>”Andiamo.”</i>
<i>Colonna sonora: “La canzone del sole” - Battisti </i>
Più o meno 6 anni fa, in un affollato treno verso Cervia, a fianco di una signora di mezza età che mi guardava con fare materno, mi leggevo “Hells Angels” con gli occhi di un ragazzo pronto a sfogliare il suo secondo manga della vita.
Chiarisco subito: per me quest’opera di Sin-ichi Hiromoto ha un significato che va oltre alla qualità della storia e del tratto.
Un significato impregnato di nostalgia per i tempi in cui i miei gusti variavano dalle testate Disney a Rat Man, per i tempi in cui non sapevo ancora leggere le vignette da destra a sinistra - impresa che mi richiese più impegno di quanto potreste mai immaginare -; tempi duri, di crisi ormonali e… sto divagando.
Comunque le avventure di Rinne, protagonista del manga che andrò a presentarvi, mi accompagnarono per tutta l’estate del 2005 e tutt’ora, sorprendentemente, riesco a ricordarmi in modo cristallino la trama.
Perché “sorprendentemente”?
Perché è dall’estate del 2005 che non riprendo in mano quella trilogia cartacea lugubre e fuori di testa che segnò la mia concezione infantile dei manga.
Questi tre albi da 3.10€ l’uno sferrarono un cazzotto in pieno volto al Chiba quattordicenne, gridandogli: <i>”I tuoi topi e paperi antropomorfi ci puppano la fava!”</i>
Insomma: uno a zero per Hiromoto.
Palla al centro.
<b>La storia</b>
<i>Colonna sonora: “Digital Versicolor” - Glass Candy</i>
Avrete, certamente, capito che questa non è una recensione qualsiasi, ma una recensione all’insegna dei ricordi con una tendenza all’originalità nella forma sintattica; proprio per questo cercherò di raccontarvi della trama di questo manga con delle tags (parole chiave), in modo da farvi un’idea di cosa contiene l’opera in questione.
Iniziamo:
Morte; scuola infernale; Tim Burton impasticcato; Yin e Yang; Hellvis (Presley); sport scolastici vari; shonen; un diploma per tornare in vita; tette in buona dose; Dio; altra pasticca per Tim Burton; bullismo; la Bibbia; personaggi nuovi ad ogni pagina; un po’ di shojo; combattimenti divini; fratricidio; il basket della vita; mostri a chili; colpi di scena; seinen; cattivi variabili; metafore colte; croci; il valore dell’amicizia; finalone.
Ora: dandoci un’occhiata potrete capire che “Hells Angels” contiene di tutto e di più. È un concentrato di eventi, di immagini e di personaggi. Un turbinio trascinante; un agglomerato di idee che non ti dà la minima sensazione di poter capire dove si andrà a finire.
Hiromoto ti prende per mano - frase ad effetto che uso in ogni recensione ormai - e ti spara un calcio nel culo mostrandoti il medio. Lo sento ancora urlarmi <i>”Prova a capire che direzione prenderò nelle prossime 4 pagine. Prova! Tanto sbaglierai.”</i>
L’essenza dell’autore stesso è stampata sulla carta, e lascia il segno, oh se lo lascia: mi sono rimasti i polpastrelli neri per due settimane. Ma di questo ne parlerò più avanti.
Insomma: l’affezionatissimo Shinichi racconta un susseguirsi di eventi straordinari, emozionanti e magistralmente narrati, riuscendo comunque a dare un tocco personalissimo al complesso.
Data la natura del manga, per di più, le varie stranezze e le svolte repentine di trama sembrano totalmente naturali da parte del lettore che, varcata la soglia del primo volume, si ritroverà dentro un mondo di: [riguardare i tags precedenti]
<b>Il tratto</b>
<i>Colonna sonora: “Dracula Mountain” – Lightning Bolt</i>
Sporco quanto le vostre dita dopo essere state a contatto con i bordi delle pagine per più di un quarto d’ora.
Chi conosce l’autore lo sa: il suo disegno è tagliente e nero, sporco ed oscuro, violento e congruente alla trama.
Un'orgia di china e retini in cui chi ne esce vincitore sono i characters dell’opera.
Un alternarsi di bianco e nero che mostra quanto sia vitale non solo lo stile di disegno dell’artista, ma anche il suo uso dell’inchiostro, capace di cambiare completamente l’atmosfera.
Colpisce tosto anche il design dei mostri a cura di Yasushi Nirasawa: creatore di alcune icone magne del manga quali il preside della scuola: Hellvis (puro genio), e la squadra di panda (non fatemi dire altro, che non vorrei rovinarvi nulla).
Hiromoto, purtroppo, o lo si ama o lo si odia.
Io lo amai.
E, a distanza di 6 anni, non l’ho ancora tradito.
<b>L’edizione</b>
<i>Colonna sonora: “I remember you” - Slim Whitman</i>
Star Comics; inizio estate 2004 (sì, l’ho letto con un anno di ritardo); 3,10€…
Non dovete aspettarvi nulla di nulla da questa edizione.
Rilegatura: quasi inesistente, il primo numero s’è alleggerito di 20 pagine - sparse da qualche parte nell’oscurità della mia camera - in un colpo solo.
Stampa: non macchia, ma di più; attenzione a leggere questa serie con la canotta bianca, l’inevitabile patacco nero è in agguato, e non avrà mai pace.
Formato: 13x18, poco più grande del normale.
Carine le paginette di “Monster Design” dedicate a Hiromoto da un affettuoso Nirasawa infilate a fine di ogni volume e carina la grafica del sommario.
<b>La fine (della recensione)</b>
<i>Colonna sonora: “Song To Say Goodbye” – Placebo</i>
Come detto all’inizio: questa è una recensione che pone le proprie fondamenta nella nostalgia.
“Hells Angels” significa tantissimo per me, non solo per avermi addentrato con forza nel mondo dei manga - all’inizio credevo seriamente fossero tutti così fuori di testa -, ma anche per avermi tenuto compagnia in quel maledetto treno verso Cervia; avermi distratto dalla delusione amorosa imminente; avermi divertito, commosso ed emozionato tutto d’un colpo.
So che, complessivamente, potrebbe essere un manga deludente, caotico, disordinato, insensato o pretenzioso, ma per quel Chiba di 14 anni rimane un capolavoro.
Un capolavoro che m’ha donato tanto e che troverà sempre spazio in un angolo del mio cuore.
A chi l’ha già letto non posso consigliare nulla, ma a chi non l’ha ancora fatto gli posso solo dire di dargli una possibilità e farsi coinvolgere dalle avventure di Rinne Amagane, Stila, Ryu Kuto, Hellvis, 69, Mario e Kiki nella scuola più infernale mai descritta in un manga.
<i>”Andiamo.”</i>
Una delle prime storie che ho letto di Hiromoto. Il primo volume prometteva davvero bene, forse un inizio non proprio originale ma una volta arrivati all'inferno insieme alla protagonista l'estro di Shinichi è uscito fuori... nei disegni. Eh sì, l'autore in questa opera si fa apprezzare (parecchio) solo per la sua bravura nel disegnare. Il primo volume come dicevo sembra ricco di azione, avvenimenti e colpi di scena - troppi colpi di scena - e con la lettura del secondo e terzo volume la storia ha cominciato inesorabilmente a crollare cadendo in una banalità fatale, portando il mangaka a chiudere la storia in modo troppo forzato. Per quanto riguarda l'edizione Star Comics ha fatto un buonissimo lavoro come al solito, peccato solo per l'inchiostro: il manga presenta praticamente tutte le pagine con tanto inchiostro nero che va a macchiare parecchio le dita.
In conclusione comprate questa miniserie di 3 volumi solo se siete dei fan dell'autore, altrimenti lasciate perdere e comprate qualche altra sua opera, sicuramente migliore rispetto a Hells Angels.
In conclusione comprate questa miniserie di 3 volumi solo se siete dei fan dell'autore, altrimenti lasciate perdere e comprate qualche altra sua opera, sicuramente migliore rispetto a Hells Angels.
In questo manga l'autore non esprime il massimo (come in Fortified school), forse per la scarsa lunghezza della storia. I continui colpi di scena rendono la trama non facile da seguire e, talvolta, un poco sconclusionata. Lo stile del disegno è, come sempre, accattivante e l'ambientazione originale ed irrazionale (penso che sia la parte migliore). In ogni caso consiglio la lettura.
Quanto di pù banale si può cercare in un fumetto, va cercato fra le pagine di Hellsangels. Non sarà mai il peggior fumetto letto nella mia vita, ma non è neanche il migliore. E pensare che il primo numero sembrava promettere chissa cosa, ma poi. Disegni più che discreti, che regalano ai personaggi un aspetto grafico accattivante. Poi più niente, in pieno Shinichi Hiromoto Style.
Shinichi Hiromoto ha un grosso pregio: ha un disegno originale e accattivante che riesce a colpire subito il lettore.
In questo caso, però, il tratto dell'autore è l'unica nota positiva.
La trama è a dir poco sconclusionata, la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e il carattere dei vari personaggi non riesce ad essere ben delineato, un po' per il bassissimo numero di volumetti, un po' perchè gli insensati e continui stravolgimenti della storia non permettono di avere un quadro preciso.
Pollice verso.
In questo caso, però, il tratto dell'autore è l'unica nota positiva.
La trama è a dir poco sconclusionata, la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e il carattere dei vari personaggi non riesce ad essere ben delineato, un po' per il bassissimo numero di volumetti, un po' perchè gli insensati e continui stravolgimenti della storia non permettono di avere un quadro preciso.
Pollice verso.
Hells Angels narra la vicenda di Rinne, una ragazza che viene investita da un camion nel tragitto per andare a scuola e che si ritrova in un inferno decisamente bizzarro: si tratta di una scuola simile a una prigione popolata da strani personaggi che dovrebbero essere studenti e guidata da un preside che è un incrocio fra un demone e una caricatura super trash di Elvis. Inutile dilungarsi sulla trama perchè in effetti una vera e propria sceneggiatura non esiste. Gli avvenimenti si susseguono senza nessun filo logico e, se in un primo momento le tematiche sono quelle di un manga ad ambientazione scolastica (in stile horror-demenziale), poi si arriva ad un pasticcio narrativo denso di improbabili riferimenti biblici con esseri di difficile catalogazione che spuntano all'improvviso e si fronteggiano a suon di non ben precisati poteri sovrannaturali. In definitiva un disastro completo... Dal punto di vista grafico si registra la solita discontinuità di Hiromoto: alcuni disegni sono evocativi e affascinanti, altri sono solamente ridicoli. Non si può però inputare a questo autore una mancanza di originalità per ciò che riguarda l'apetto grafico, qualcuno potrebbe anche trovare i suoi disegni accattivanti.
L'edizione è quella economica tipica della Star Comics, poco più che mediocre ma comunque giustificata da un prezzo sicuramente contenuto.
Mi sento di consigliare questo fumetto ai soli amanti dell'autore, per gli altri c'è decisamente di meglio in giro. Attenzione a non basarsi troppo sul primo volume per farsi un'idea del valore di questo prodotto, con i numeri seguenti si ha un calo verticale....
L'edizione è quella economica tipica della Star Comics, poco più che mediocre ma comunque giustificata da un prezzo sicuramente contenuto.
Mi sento di consigliare questo fumetto ai soli amanti dell'autore, per gli altri c'è decisamente di meglio in giro. Attenzione a non basarsi troppo sul primo volume per farsi un'idea del valore di questo prodotto, con i numeri seguenti si ha un calo verticale....
Adoro l'autore, dovete leggere assolutamente Fortified School, che è molto meglio di questo: ci sono molti punti comuni, il fatto che è ambientato in una scuola, la protagonista è molto simile, i presidi sono bizzarri, morte e mostri ovunque, ma qui pare che la storia sia stata compressa per farla rientrare in 3 numeri e quindi perde punti. Valeva la pena allungarlo un pò e spiegare meglio la contortissima trama xD Cmq è un titolo particolare che vale la pena di acquistare per gli amanti del genere.