Jinbe
Adachi è uno dei miei autori preferiti, per la capacita di esprimere grandi cose con silenzi e sfondi.
Per questo lo apprezzo maggiormente quando fa opere un pochino più lunghe.
Un volume. Un volume per questa storia è lungo e se non fosse che me l’avevano già spoilerata ci sarei rimasto di sasso con quel finale. Io credo che sia stato avventato. Si la situazione si può anche immaginare o accettare a posteriori in base alle ultime tavole ma io avrei preferito che ci fossero indizi più evidenti.
La storia sembra quella di una normale famiglia padre-figlia. Nei pochi capitoli scopriamo che in realtà è una famiglia atipica fatta di un genitore che non è che il secondo marito della mamma e di una figlia avuto dalla donna in un precedente matrimonio finito in divorzio… la storia evolve come la storia di un padre un po’ possessivo e una figlia un po’ troppo “rispettosa”, niente fan service, le abituali e sempre nuove scene di slice of life, in cui l’autore mostra cose che possono essere vere senza calcare nel dramma, la novità che non si parla di sport e per protagonista un “vecchio” di quarant’anni… tutto poteva portare ad una lunga serie ma il nostro sensei non ci ha creduto fino in fondo. Forse si è voluto concentrare su H2 iniziato anche esso nel 1992 e durato 34 volumi, certo che Jimbe poteva essere qualcosa di nuovo e diverso nel carnet dei successi di Adachi.
Alla fine mi sento di potergli dare per quel poco che ho letto un otto: figuratevi cosa poteva nascere se avesse proseguito.
PS: Molti lo consigliano come opera da leggere per avvicinarsi ad Adachi in quanto è comunque un opera di un solo volume e dunque prevede poco esborso e in fondo si sente l’aria di Adachi e i suoi disegni sono simili a quelli di altre opere. Il ragionamento tiene ma io sono dell’avviso che Adachi rende di più in opere come "Touch" o "Katsu!!". Per arrivare ad una via di mezzo, con un opera che sviluppa tutte le potenzialità dell’autore ma non è troppo lunga, consiglio di iniziare con "Slow step".
Per questo lo apprezzo maggiormente quando fa opere un pochino più lunghe.
Un volume. Un volume per questa storia è lungo e se non fosse che me l’avevano già spoilerata ci sarei rimasto di sasso con quel finale. Io credo che sia stato avventato. Si la situazione si può anche immaginare o accettare a posteriori in base alle ultime tavole ma io avrei preferito che ci fossero indizi più evidenti.
La storia sembra quella di una normale famiglia padre-figlia. Nei pochi capitoli scopriamo che in realtà è una famiglia atipica fatta di un genitore che non è che il secondo marito della mamma e di una figlia avuto dalla donna in un precedente matrimonio finito in divorzio… la storia evolve come la storia di un padre un po’ possessivo e una figlia un po’ troppo “rispettosa”, niente fan service, le abituali e sempre nuove scene di slice of life, in cui l’autore mostra cose che possono essere vere senza calcare nel dramma, la novità che non si parla di sport e per protagonista un “vecchio” di quarant’anni… tutto poteva portare ad una lunga serie ma il nostro sensei non ci ha creduto fino in fondo. Forse si è voluto concentrare su H2 iniziato anche esso nel 1992 e durato 34 volumi, certo che Jimbe poteva essere qualcosa di nuovo e diverso nel carnet dei successi di Adachi.
Alla fine mi sento di potergli dare per quel poco che ho letto un otto: figuratevi cosa poteva nascere se avesse proseguito.
PS: Molti lo consigliano come opera da leggere per avvicinarsi ad Adachi in quanto è comunque un opera di un solo volume e dunque prevede poco esborso e in fondo si sente l’aria di Adachi e i suoi disegni sono simili a quelli di altre opere. Il ragionamento tiene ma io sono dell’avviso che Adachi rende di più in opere come "Touch" o "Katsu!!". Per arrivare ad una via di mezzo, con un opera che sviluppa tutte le potenzialità dell’autore ma non è troppo lunga, consiglio di iniziare con "Slow step".
Per essere un'opera di Mitsuru Adachi trovo la trama audace di base: Un rapporto all'apparenza tra patrigno e figlia che in realtà porta alla luce un sentimento profondo di amore tra uomo e donna.
Devo dire che mi aspettavo un pò più di trasgressione e passione viste le premesse, ma chi conosce lo stile narrativo di Adachi può immaginare cosa aspettarsi.
Nonostante sia amante delle trame atipiche e molto passionali, questo manga mi ha piacevolmente intrattenuta per qualche ora, parliamo di un volume unico.
Mitsuru Adachi è assolutamente caratteristico, sia per disegno (inconfondibile, e col difetto di far sembrare i volti tutti uguali di solito, ma in questo volume ogni personaggio ha caratteristiche ben distinguibili, cosa che mi è piaciuta tantissimo) , sia per stile narrativo: la delicatezza, l'ironia e la leggerezza con cui riesce a creare i suoi personaggi sono un aspetto meraviglioso che si replica nelle sue opere e incanta chi legge.
Jinpei è un uomo fisicamente robusto, soprannominato appunto Jinbe (squalo) di quasi quarant'anni che vive con la diciasettenne Miku, figlia della defunta moglie, tra i due non vi è un legame di sangue. Nel pieno stile dell'autore, i due mostrano i loro sentimenti d'amore attraverso piccoli ma importanti gesti, da battute, dai silenzi e dialoghi ben congeniati all'apparenza semplici.
Se da un lato Jinbe vorrebbe lasciare margine alla figliastra di rifarsi una vita, lei invece cerca di forzare un pò i tempi.
Il finale mi è piaciuto e non lo considero un finale aperto, tuttavia avrei voluto vedere l'evolversi della trama, ci sarebbe potuto essere altro da raccontare.
Nel pieno stile Adachi, viene anche inserito un piccolo paragrafo sportivo, dedicato questa volta al calcio, che si sposa perfettamente con la trama.
La Star Comics ha fatto a mio parere un'ottima edizione in formato grande e numerosissime pagine a colori, buona la qualità della carta.
Lo consiglio ovviamente a tutti i fan di Adachi ma anche a chi vorrebbe avvicinarsi per la prima volta a questo autore.
Devo dire che mi aspettavo un pò più di trasgressione e passione viste le premesse, ma chi conosce lo stile narrativo di Adachi può immaginare cosa aspettarsi.
Nonostante sia amante delle trame atipiche e molto passionali, questo manga mi ha piacevolmente intrattenuta per qualche ora, parliamo di un volume unico.
Mitsuru Adachi è assolutamente caratteristico, sia per disegno (inconfondibile, e col difetto di far sembrare i volti tutti uguali di solito, ma in questo volume ogni personaggio ha caratteristiche ben distinguibili, cosa che mi è piaciuta tantissimo) , sia per stile narrativo: la delicatezza, l'ironia e la leggerezza con cui riesce a creare i suoi personaggi sono un aspetto meraviglioso che si replica nelle sue opere e incanta chi legge.
Jinpei è un uomo fisicamente robusto, soprannominato appunto Jinbe (squalo) di quasi quarant'anni che vive con la diciasettenne Miku, figlia della defunta moglie, tra i due non vi è un legame di sangue. Nel pieno stile dell'autore, i due mostrano i loro sentimenti d'amore attraverso piccoli ma importanti gesti, da battute, dai silenzi e dialoghi ben congeniati all'apparenza semplici.
Se da un lato Jinbe vorrebbe lasciare margine alla figliastra di rifarsi una vita, lei invece cerca di forzare un pò i tempi.
Il finale mi è piaciuto e non lo considero un finale aperto, tuttavia avrei voluto vedere l'evolversi della trama, ci sarebbe potuto essere altro da raccontare.
Nel pieno stile Adachi, viene anche inserito un piccolo paragrafo sportivo, dedicato questa volta al calcio, che si sposa perfettamente con la trama.
La Star Comics ha fatto a mio parere un'ottima edizione in formato grande e numerosissime pagine a colori, buona la qualità della carta.
Lo consiglio ovviamente a tutti i fan di Adachi ma anche a chi vorrebbe avvicinarsi per la prima volta a questo autore.
"Jinbe" è un manga di un unico volume disegnato e ideato da Mitsuru Adachi.
I protagonisti di questa storia sono Jinpei, un omone sui quarant'anni soprannominato Jinbe, e sua figlia Miku, una normale liceale di diciassette anni. Fra loro non vi è in realtà alcun legame di sangue, in quanto Miku è la figlia avuta dalla moglie, ormai defunta, in una precedente relazione.
Dopo la morte della madre Miku non è tornata a vivere col suo vero padre, ma è rimasta invece con Jinbe.
La storia parla del rapporto padre/figlia, raccontandoci alcune situazioni della loro vita quotidiana: man mano che si prosegue nella lettura si vede un notevole cambiamento nel rapporto fra Jinbe e Miku, e spesso viene da chiedersi se fra loro non vi sia qualcosa di più profondo. La difficile tematica che Adachi vuole trattare in quest'opera è proprio questa, facendo quindi un confronto fra il rapporto d'amore che si crea fra padre e figlia e quello che si crea fra un uomo adulto rimasto solo e una giovane ragazza.
Jinbe si dimostra essere ancora innamorato della sua defunta moglie e quindi si trova in difficoltà quando le vengono presentate altre donne, ma se fosse proprio sua figlia a innamorarsi di lui quale sarebbe la sua reazione? E, soprattutto, quale potrebbe essere la reazione della società di fronte a quello che agli occhi di tutti non sembrerebbe altro che uno scandalo?
Queste sono le domande sulle quali l'autore ha voluto farci riflettere, presentandoci una situazione anomala e di difficile interpretazione.
L'edizione di Star Comics è molto bella, in un formato grande e con molte tavole a colori: leggerla è un vero piacere.
In conclusione, un'opera molto riflessiva, ma comunque leggera e a tratti divertente. Molto consigliata!
I protagonisti di questa storia sono Jinpei, un omone sui quarant'anni soprannominato Jinbe, e sua figlia Miku, una normale liceale di diciassette anni. Fra loro non vi è in realtà alcun legame di sangue, in quanto Miku è la figlia avuta dalla moglie, ormai defunta, in una precedente relazione.
Dopo la morte della madre Miku non è tornata a vivere col suo vero padre, ma è rimasta invece con Jinbe.
La storia parla del rapporto padre/figlia, raccontandoci alcune situazioni della loro vita quotidiana: man mano che si prosegue nella lettura si vede un notevole cambiamento nel rapporto fra Jinbe e Miku, e spesso viene da chiedersi se fra loro non vi sia qualcosa di più profondo. La difficile tematica che Adachi vuole trattare in quest'opera è proprio questa, facendo quindi un confronto fra il rapporto d'amore che si crea fra padre e figlia e quello che si crea fra un uomo adulto rimasto solo e una giovane ragazza.
Jinbe si dimostra essere ancora innamorato della sua defunta moglie e quindi si trova in difficoltà quando le vengono presentate altre donne, ma se fosse proprio sua figlia a innamorarsi di lui quale sarebbe la sua reazione? E, soprattutto, quale potrebbe essere la reazione della società di fronte a quello che agli occhi di tutti non sembrerebbe altro che uno scandalo?
Queste sono le domande sulle quali l'autore ha voluto farci riflettere, presentandoci una situazione anomala e di difficile interpretazione.
L'edizione di Star Comics è molto bella, in un formato grande e con molte tavole a colori: leggerla è un vero piacere.
In conclusione, un'opera molto riflessiva, ma comunque leggera e a tratti divertente. Molto consigliata!
Mitsuru Adachi è senza dubbio uno dei miei autori preferiti. Molti si lamentano del fatto che le sue storie si assomigliano un po' tutte e non sarà certamente il sottoscritto a smentirli.
Ciò che trovo straordinario è che, nonostante questo, Adachi ha la capacità di ipnotizzarmi, non di certo per i colpi di scena o per la suspense delle sue storie. Ciò che rende magici i sui lavori sono i dialoghi, i silenzi, gli sguardi, l'atmosfera e la delicatezza che sanno esprimere.
Le parole, nei fumetti di Adachi, hanno un peso enorme; più che nella maggior parte degli autori. Si ha la netta percezione che ogni frase sia stata pensata e ripensata per ottenere proprio quel determinato effetto; proprio per questo una traduzione fedele diventa determinante.
Jinbe è una storia abbastanza breve, racchiusa in un unico volume, che ha per protagonisti padre e figlia.
Jinpei e Miku non hanno però legame di sangue, visto che la ragazza è nata dal precedente matrimonio della madre. Come in quasi tutte le storie narrate da Adachi, ci troviamo in presenza di un lutto che sconvolge la vita dei protagonisti. In questo caso si tratta proprio della madre di Miku, scomparsa tre anni prima dei fatti narrati.
Questo avvenimento stravolge le dinamiche familiari, alterando il rapporto padre-figlia su cui infatti poggia l'intera trama.
I due vivono sotto lo stesso tetto da pochi anni e, ora che la ragazza è quasi maggiorenne, l'amore di un rapporto filiale si confonde e sovrappone con quello tra uomo e donna.
Il tocco di Adachi è come sempre incantevole, riuscendo a trattare queste tematiche con una semplicità, una dolcezza ed una profondità senza paragoni.
I personaggi sono perfettamente caratterizzati, anche se l'introspezione psicologica si sofferma solamente sulla coppia di protagonisti; Adachi è un maestro nel tracciarne la psicologia attraverso una miriade di piccoli, ma importantissimi gesti. Questa è infatti un'altra caratteristica riscontrabile in pressoché tutte le opere dell'autore.
Il tratto dell'autore è quello di sempre: o lo si ama, o lo si odia.
Quel che è certo è che si sposa alla perfezione con le vicende narrate e tutta la sensibilità che scaturisce dal racconto viene pienamente esternata dai disegni.
L'edizione della Star Comics è esteriormente abbastanza povera, ma mantiene il verso originale di lettura e le pagine a colori.
L'adattamento sembra essere stato eseguito con criterio; non si riscontrano infatti errori grossolani di traduzione. Il formato è generoso e rende più piacevole la lettura.
Ciò che trovo straordinario è che, nonostante questo, Adachi ha la capacità di ipnotizzarmi, non di certo per i colpi di scena o per la suspense delle sue storie. Ciò che rende magici i sui lavori sono i dialoghi, i silenzi, gli sguardi, l'atmosfera e la delicatezza che sanno esprimere.
Le parole, nei fumetti di Adachi, hanno un peso enorme; più che nella maggior parte degli autori. Si ha la netta percezione che ogni frase sia stata pensata e ripensata per ottenere proprio quel determinato effetto; proprio per questo una traduzione fedele diventa determinante.
Jinbe è una storia abbastanza breve, racchiusa in un unico volume, che ha per protagonisti padre e figlia.
Jinpei e Miku non hanno però legame di sangue, visto che la ragazza è nata dal precedente matrimonio della madre. Come in quasi tutte le storie narrate da Adachi, ci troviamo in presenza di un lutto che sconvolge la vita dei protagonisti. In questo caso si tratta proprio della madre di Miku, scomparsa tre anni prima dei fatti narrati.
Questo avvenimento stravolge le dinamiche familiari, alterando il rapporto padre-figlia su cui infatti poggia l'intera trama.
I due vivono sotto lo stesso tetto da pochi anni e, ora che la ragazza è quasi maggiorenne, l'amore di un rapporto filiale si confonde e sovrappone con quello tra uomo e donna.
Il tocco di Adachi è come sempre incantevole, riuscendo a trattare queste tematiche con una semplicità, una dolcezza ed una profondità senza paragoni.
I personaggi sono perfettamente caratterizzati, anche se l'introspezione psicologica si sofferma solamente sulla coppia di protagonisti; Adachi è un maestro nel tracciarne la psicologia attraverso una miriade di piccoli, ma importantissimi gesti. Questa è infatti un'altra caratteristica riscontrabile in pressoché tutte le opere dell'autore.
Il tratto dell'autore è quello di sempre: o lo si ama, o lo si odia.
Quel che è certo è che si sposa alla perfezione con le vicende narrate e tutta la sensibilità che scaturisce dal racconto viene pienamente esternata dai disegni.
L'edizione della Star Comics è esteriormente abbastanza povera, ma mantiene il verso originale di lettura e le pagine a colori.
L'adattamento sembra essere stato eseguito con criterio; non si riscontrano infatti errori grossolani di traduzione. Il formato è generoso e rende più piacevole la lettura.
"Jinbe" rappresenta uno dei più classici canoni narrativi del maestro Mitsuru Adachi, tuttavia il protagonista vero e proprio stavolta non è un ragazzetto in tenera età ma un omone di circa 40 anni che è colui che da il titolo all'opera stessa. Quest'uomo, la cui caratterizzazione appare tanto semplice quanto incredibilmente realistica, ha una figlia, una figlia nata dalla donna con la quale precedentemente era sposato ma... una figlia del quale non è il padre naturale. La giovane ragazza ha circa diciannove anni, ha vissuto gran parte della sua vita con il padre naturale ma da prima che la madre morisse vive assieme a "papà" Jinbe. Il rapporto tra i due sembra sin da subito non propriamente cristallino, è chiaro soltanto che i due si vogliano molto bene, forti di una certa complicità, ma col progredire della trama il lettore più arguto non tarderà a leggere le sfumature nel modo più consono.
Se dovessi paragonare "Jinbe" ad un'altra opera di Adachi lo potrei paragonare a "Miyuki", cosa accomuna vagamente le due opere lo scoprirete strada facendo.
Jinbe è una storia al contempo semplice e molto profonda, anche nelle sue svariate sfaccettature di contorno. Mitsuru Adachi si conferma un autore con una spiccata sensibilità per tematiche di stampo sentimentale.
Piccola caduta di stile forse verso la fine con un avvenimento che è un semplicissimo pretesto per poter portare la storia verso il finale vero e proprio, comunque decisamente valido.
L'edizione è della Star Comics in un formato decisamente grande e ben rilegato e con parecchie tavole a colori, il costo dell'opera è di 5 euro e, volendo prendere atto della bontà della storia, della bellezza (classica) dello stile di Adachi, dell'ottima edizione e di quanto scritto in precedenza beh... io affermerei senza timore di smentite che quest'opera vale ogni singolo centesimo pagato, con un rapporto qualità prezzo a dir poco straordinario.
Se dovessi paragonare "Jinbe" ad un'altra opera di Adachi lo potrei paragonare a "Miyuki", cosa accomuna vagamente le due opere lo scoprirete strada facendo.
Jinbe è una storia al contempo semplice e molto profonda, anche nelle sue svariate sfaccettature di contorno. Mitsuru Adachi si conferma un autore con una spiccata sensibilità per tematiche di stampo sentimentale.
Piccola caduta di stile forse verso la fine con un avvenimento che è un semplicissimo pretesto per poter portare la storia verso il finale vero e proprio, comunque decisamente valido.
L'edizione è della Star Comics in un formato decisamente grande e ben rilegato e con parecchie tavole a colori, il costo dell'opera è di 5 euro e, volendo prendere atto della bontà della storia, della bellezza (classica) dello stile di Adachi, dell'ottima edizione e di quanto scritto in precedenza beh... io affermerei senza timore di smentite che quest'opera vale ogni singolo centesimo pagato, con un rapporto qualità prezzo a dir poco straordinario.
<b>Attenzione, qualche spoiler</b>
Prosegue la mia avventura nel territorio di Adachi con "Jinbe", volume unico datato 1997.
La storia è quella di Jinbe, uomo sui 40 anni che vive insieme alla figliastra Miku. La mamma di Miku, ovvero la moglie in seconde nozze di Jinbe, è morta prematuramente, quindi tra i due non ci sono legami di sangue.
Si suddivide in 7 capitoli, e andando avanti con la lettura si capisce che Jinbe in realtà prova qualcosa per la figliastra, ma nulla di morboso o squallido. È un sentimento levigato, quasi soffuso. Infatti il finale è aperto (e questo l'ho apprezzato molto).
Nelle varie storie si analizza di più il carattere dei protagonisti, ad esempio nel capitolo dedicato alla gita si capisce che Jinbe è iperprotettivo nei confronti della figlia, ma non lo da a vedere. Poi c'è l'intermezzo peggiore, quello del rapimento. È solo una trovata per creare un'atmosfera nella quale Jinbe capirà molte cose di se stesso e del suo rapporto con la figliastra.
In definitiva è un seinen che consiglio anche a chi, come me, non è propriamente un amante di Mitsuru Adachi.
Ho messo solo 7 perchè certe cose mi sembravano un po' scontate: non so, certe scene le ho trovate troppo inverosimili per essere un Seinen...Però ovviamente nei manga tutto può accadere.
Darei un 10 all'edizione della Star Comics. Cinque miseri euro per un volume 15x21, e ci sono pure delle bellissime pagine a colori! Manca la sovracopertina, ma chi se ne importa.
Una piacevole lettura consigliata, che non annoia.
Prosegue la mia avventura nel territorio di Adachi con "Jinbe", volume unico datato 1997.
La storia è quella di Jinbe, uomo sui 40 anni che vive insieme alla figliastra Miku. La mamma di Miku, ovvero la moglie in seconde nozze di Jinbe, è morta prematuramente, quindi tra i due non ci sono legami di sangue.
Si suddivide in 7 capitoli, e andando avanti con la lettura si capisce che Jinbe in realtà prova qualcosa per la figliastra, ma nulla di morboso o squallido. È un sentimento levigato, quasi soffuso. Infatti il finale è aperto (e questo l'ho apprezzato molto).
Nelle varie storie si analizza di più il carattere dei protagonisti, ad esempio nel capitolo dedicato alla gita si capisce che Jinbe è iperprotettivo nei confronti della figlia, ma non lo da a vedere. Poi c'è l'intermezzo peggiore, quello del rapimento. È solo una trovata per creare un'atmosfera nella quale Jinbe capirà molte cose di se stesso e del suo rapporto con la figliastra.
In definitiva è un seinen che consiglio anche a chi, come me, non è propriamente un amante di Mitsuru Adachi.
Ho messo solo 7 perchè certe cose mi sembravano un po' scontate: non so, certe scene le ho trovate troppo inverosimili per essere un Seinen...Però ovviamente nei manga tutto può accadere.
Darei un 10 all'edizione della Star Comics. Cinque miseri euro per un volume 15x21, e ci sono pure delle bellissime pagine a colori! Manca la sovracopertina, ma chi se ne importa.
Una piacevole lettura consigliata, che non annoia.
Jinbe è un'opera di Mitsuru Adachi pubblicata in patria dalla Shogakukan nel 1997 e portata in Italia della Star Comics nel 2005.
Con questa opera mi sono approcciato per la prima volta al mangaka Mitsuru Adachi. Sicuramente autore molto apprezzato dal pubblico di tutto il mondo, ma comunque un autore che non mi aveva mai ispirato più di tanto sia per le sue storie, sia per le sue tavole.
Jinpei “Jinbe” Takanashi è un omone sulla quarantina che ha sposato una donna con già una figlia. Purtroppo la donna pochi anni dopo il matrimonio muore, così si ritrovano a vivere insieme Jinbe e Miku, la sua figliastra, una bella liceale. Da questo incipit partono una serie di episodi legati e vita quotidiana dei due.
Tutta l'opera fa richiamare subito agli occhi del lettore il rapporto tra Jinbe e Miku, che è un oscillare tra odio e amore caratteristico del rapporto padre-figlio che quotidianamente abbiamo vissuto e viviamo tutt'ora.
Il tratto, conoscendo di nomea le altre sue opere, è il tipico tratto del maestro, lineare, dolce, semplice. I personaggi, anche se pochissimo dettagliati, riescono comunque a suscitare emozioni nel lettore e in più, danno quella tranquillità al lettore che poche altre opere sono riuscite a dare.
Le ambientazioni sono l'unica cosa che mi ha deluso e dalle quali mi aspettavo molto di più, essendone amante. Infatti in molte tavole lo sfondo risulta quasi inesistente e, dove è presente, non riesce a dare chiaramente la sensazione di vita, il tutto sembra quasi morto e monotono, certamente non parlo tutte tutte le tavole ma di una buona parte, dove l'autore poteva fare molto di più.
La copertina devo dire che mi è piaciuta molto, soprattutto perché riassume in modo splendido e conciso più o meno tutta l'opera. Padre e figliastra vicini, felici e con uno sfondo che richiama l'aspetto-modo di fare de Jinbe.
L'edizione non è quella standard della Star Comics, ma comunque mi ha soddisfatto e non poco: volumetto più grande del solito, carta lucida, spessa e poco trasparente e con molte pagine a colori (3-4 ogni capitolo). Brossatura ottima e molto resistente. Prezzo 5,00 euro, ottimo per un volume unico di questa qualità, forse per una volta siamo andati meglio noi come lettori.
Voto Globale: 7,5
Manga seinen abbastanza tranquillo che si fa leggere tutto d'un fiato, non mi ha sconvolto ma è una buona storia.
Consigliato a chi cerca letture veloci e rilassanti. Quotidiano.
Con questa opera mi sono approcciato per la prima volta al mangaka Mitsuru Adachi. Sicuramente autore molto apprezzato dal pubblico di tutto il mondo, ma comunque un autore che non mi aveva mai ispirato più di tanto sia per le sue storie, sia per le sue tavole.
Jinpei “Jinbe” Takanashi è un omone sulla quarantina che ha sposato una donna con già una figlia. Purtroppo la donna pochi anni dopo il matrimonio muore, così si ritrovano a vivere insieme Jinbe e Miku, la sua figliastra, una bella liceale. Da questo incipit partono una serie di episodi legati e vita quotidiana dei due.
Tutta l'opera fa richiamare subito agli occhi del lettore il rapporto tra Jinbe e Miku, che è un oscillare tra odio e amore caratteristico del rapporto padre-figlio che quotidianamente abbiamo vissuto e viviamo tutt'ora.
Il tratto, conoscendo di nomea le altre sue opere, è il tipico tratto del maestro, lineare, dolce, semplice. I personaggi, anche se pochissimo dettagliati, riescono comunque a suscitare emozioni nel lettore e in più, danno quella tranquillità al lettore che poche altre opere sono riuscite a dare.
Le ambientazioni sono l'unica cosa che mi ha deluso e dalle quali mi aspettavo molto di più, essendone amante. Infatti in molte tavole lo sfondo risulta quasi inesistente e, dove è presente, non riesce a dare chiaramente la sensazione di vita, il tutto sembra quasi morto e monotono, certamente non parlo tutte tutte le tavole ma di una buona parte, dove l'autore poteva fare molto di più.
La copertina devo dire che mi è piaciuta molto, soprattutto perché riassume in modo splendido e conciso più o meno tutta l'opera. Padre e figliastra vicini, felici e con uno sfondo che richiama l'aspetto-modo di fare de Jinbe.
L'edizione non è quella standard della Star Comics, ma comunque mi ha soddisfatto e non poco: volumetto più grande del solito, carta lucida, spessa e poco trasparente e con molte pagine a colori (3-4 ogni capitolo). Brossatura ottima e molto resistente. Prezzo 5,00 euro, ottimo per un volume unico di questa qualità, forse per una volta siamo andati meglio noi come lettori.
Voto Globale: 7,5
Manga seinen abbastanza tranquillo che si fa leggere tutto d'un fiato, non mi ha sconvolto ma è una buona storia.
Consigliato a chi cerca letture veloci e rilassanti. Quotidiano.
La storia di una strana convivenza tra Jinbe, possente uomo quasi quarantenne, e sua figlia Miku studentessa liceale è al centro di questo manga. Nella sua solita narrazione del quotidiano Adachi ci fa conoscere questa coppia senza legami di sangue unita da un rapporto non troppo chiaro. Jinbe vuole molto bene alla ragazza ma il suo affetto prettamente paterno non accontenta Miku che vuole essere vista come donna e non come figlia. Da un lato c'è Jinbe, vedovo che non pensa a rifarsi una vita perché vuole dedicarsi alla figlia della defunta moglie dall'altra c'è Miku che sembra non notare altri uomini oltre al padre, se per Jinbe la relazione può rimanere platonica Miku non l'accetta e cerca di forzare le cose.
La trama, come al solito, è priva di grandi fatti e avvenimenti, la forza di questo fumetto è lo stile di narrazione tipico del maestro che fa sembrare reali i suoi personaggi.
Jinbe piacerà sicuramente agli estimatori di Adachi, ma potrebbe essere consigliato anche a chi evita le sue opere a priori, è solo un numero e potrebbe farvi rivalutare uno dei migliori autori giapponesi spesso snobbato ingiustamente solo per lo stile di disegno.
La trama, come al solito, è priva di grandi fatti e avvenimenti, la forza di questo fumetto è lo stile di narrazione tipico del maestro che fa sembrare reali i suoi personaggi.
Jinbe piacerà sicuramente agli estimatori di Adachi, ma potrebbe essere consigliato anche a chi evita le sue opere a priori, è solo un numero e potrebbe farvi rivalutare uno dei migliori autori giapponesi spesso snobbato ingiustamente solo per lo stile di disegno.
Solitamente non sono attratta e portata alle storie autoconclusive, a meno che non si tratti di un artista da me apprezzato per altre opere per così dire più "consistenti" (a livello di lunghezza, non sto parlando di contenuti).
Questa è un'opera davvero ben strutturata in quanto riesce a trasmettere tutto quello che deve e vuole nella semplicità delle sue quasi 200 pagine. Ne deriva così che i vari passaggi, tematiche e sentimenti non devono essere approfonditi in modo meticoloso, ma possono rimanere così come sono, non definiti. Infatti ne risulta così un coinvolgimento e un impatto sì leggero, ma al contempo intenso a livello d'immaginazione; praticamente le parole non dette sono con una cadenza ideale, perfette.
Tratto dal manga: "Sono Miyu Takahashi, ho diciotto anni. Quando ne avevo dodici mia madre si risposò, ma morì dopo un anno, due mesi e quattordici giorni.
Ora vivo con il mio patrigno, un uomo di quarant'anni che lavora in un acquario e che non ha alcun legame di sangue con me. Si chiama Jimpei Takanashi, ma tutti lo chiamano Jinbe. Il mio hobby è la fotografia e sogno un giorno di poter fotografare un jinbezame, lo squalo che porta lo stesso nome di mio padre, magari nuotando insieme a lui".
Sicuramente una situazione alquanto particolare e per alcuni aspetti ambigua. Dove la vicenda non è il classico rapporto tra adolescenti trattati dal maestro Adachi, ma ci si trova davanti un uomo di mezza età e una ragazza che condividono lo stesso tetto, sono una famiglia, ma allo stesso tempo il legame che li lega non è proprio quello classico tra padre e figlia. Una situazione singolare che mette "la classica pulce nell'orecchio" al lettore sin dalle prime pagine, dove fino alla fine rimane l'incertezza della comprensione dei sentimenti dei protagonisti e la conclusione della stessa storia.
Come sempre è presente un minimale angolo di sport, che
fa da sottofondo in due capitili su sette del volume, come da grande tradizione del Sensei.
Volume promosso con un 8 per la tematica e i protagonisti diversi delle classiche serie di Adachi. Il tratto è perfetto come sempre. Un punto in più gli viene dato dall'edizione Star Comics, che lo presenta in un formato fuori "standard-tradizionale", con un uso di carta spessa e non "classica-trasparente", contenente un buon numero di pagine a colori ed a un prezzo davvero ragionevole, 5 euro; insomma un'edizione a mio giudizio deluxe della stessa casa editrice.
Questa è un'opera davvero ben strutturata in quanto riesce a trasmettere tutto quello che deve e vuole nella semplicità delle sue quasi 200 pagine. Ne deriva così che i vari passaggi, tematiche e sentimenti non devono essere approfonditi in modo meticoloso, ma possono rimanere così come sono, non definiti. Infatti ne risulta così un coinvolgimento e un impatto sì leggero, ma al contempo intenso a livello d'immaginazione; praticamente le parole non dette sono con una cadenza ideale, perfette.
Tratto dal manga: "Sono Miyu Takahashi, ho diciotto anni. Quando ne avevo dodici mia madre si risposò, ma morì dopo un anno, due mesi e quattordici giorni.
Ora vivo con il mio patrigno, un uomo di quarant'anni che lavora in un acquario e che non ha alcun legame di sangue con me. Si chiama Jimpei Takanashi, ma tutti lo chiamano Jinbe. Il mio hobby è la fotografia e sogno un giorno di poter fotografare un jinbezame, lo squalo che porta lo stesso nome di mio padre, magari nuotando insieme a lui".
Sicuramente una situazione alquanto particolare e per alcuni aspetti ambigua. Dove la vicenda non è il classico rapporto tra adolescenti trattati dal maestro Adachi, ma ci si trova davanti un uomo di mezza età e una ragazza che condividono lo stesso tetto, sono una famiglia, ma allo stesso tempo il legame che li lega non è proprio quello classico tra padre e figlia. Una situazione singolare che mette "la classica pulce nell'orecchio" al lettore sin dalle prime pagine, dove fino alla fine rimane l'incertezza della comprensione dei sentimenti dei protagonisti e la conclusione della stessa storia.
Come sempre è presente un minimale angolo di sport, che
fa da sottofondo in due capitili su sette del volume, come da grande tradizione del Sensei.
Volume promosso con un 8 per la tematica e i protagonisti diversi delle classiche serie di Adachi. Il tratto è perfetto come sempre. Un punto in più gli viene dato dall'edizione Star Comics, che lo presenta in un formato fuori "standard-tradizionale", con un uso di carta spessa e non "classica-trasparente", contenente un buon numero di pagine a colori ed a un prezzo davvero ragionevole, 5 euro; insomma un'edizione a mio giudizio deluxe della stessa casa editrice.
Jinbe è un manga in un unico volume dell’autore Mitsuru Adachi.
La storia racconta le vicende di Jinpei Takanashi, detto Jinbe, e di sua figlia Miku. In realtà Jinbe e Miku non hanno legami di sangue, la ragazza è la figlia che Rikako, moglie di Jinbe, ha avuto dal precedente matrimonio. Dopo solo un anno, due mesi e quattordici giorni, come tende a precisare Jinbe, Rikako morì, lasciandoli soli.
Per tutto il manga assistiamo al difficile e complicato rapporto padre-figlia che i due hanno. Da un lato c’è Jinbe, che cerca di fare il meglio che può come padre, ad esempio per proteggerla da eventuali pretendenti, spesso con risvolti comici, come seguire di nascosto la figlia in vacanza, o sfidare in una sfida ai rigori l’asso del club di calcio della scuola mettendo in palio un appuntamento con la figlia, (ai tempi della scuola Jinbe era il miglior portiere del campionato scolastico).
Dall’altro, Miku che tramite frasi sibilline e comportamenti precisi cerca di far capire a Jinbe che lei non lo vede come un padre, cosa che però viene capita diversamente dall’uomo.
Il tutto è raccontato in modo molto bello e piacevole da leggere, molto scorrevole e per nulla pesante o fuori posto, nonostante un tema abbastanza delicato. I personaggi principali come sono Jinbe e Miku, sono ben caratterizzati, e s’impongono subito al lettore con il loro modo di fare, mentre i comprimari svolgono bene i loro ruoli di spalle.
I disegni sono ben fatti, e li ho trovati perfetti per un manga come questo.
L’edizione italiana del volume è molto buona, formato leggermente più grande, pagine a colori, ottima sfogliabilità.
Questo volume è il primo manga di Mitsuru Adachi che leggo e l’impressione è sicuramente positiva, se ne avrò possibilità, leggerò sicuramente altre sue opere. Mi sento di consigliarlo a tutti.
La storia racconta le vicende di Jinpei Takanashi, detto Jinbe, e di sua figlia Miku. In realtà Jinbe e Miku non hanno legami di sangue, la ragazza è la figlia che Rikako, moglie di Jinbe, ha avuto dal precedente matrimonio. Dopo solo un anno, due mesi e quattordici giorni, come tende a precisare Jinbe, Rikako morì, lasciandoli soli.
Per tutto il manga assistiamo al difficile e complicato rapporto padre-figlia che i due hanno. Da un lato c’è Jinbe, che cerca di fare il meglio che può come padre, ad esempio per proteggerla da eventuali pretendenti, spesso con risvolti comici, come seguire di nascosto la figlia in vacanza, o sfidare in una sfida ai rigori l’asso del club di calcio della scuola mettendo in palio un appuntamento con la figlia, (ai tempi della scuola Jinbe era il miglior portiere del campionato scolastico).
Dall’altro, Miku che tramite frasi sibilline e comportamenti precisi cerca di far capire a Jinbe che lei non lo vede come un padre, cosa che però viene capita diversamente dall’uomo.
Il tutto è raccontato in modo molto bello e piacevole da leggere, molto scorrevole e per nulla pesante o fuori posto, nonostante un tema abbastanza delicato. I personaggi principali come sono Jinbe e Miku, sono ben caratterizzati, e s’impongono subito al lettore con il loro modo di fare, mentre i comprimari svolgono bene i loro ruoli di spalle.
I disegni sono ben fatti, e li ho trovati perfetti per un manga come questo.
L’edizione italiana del volume è molto buona, formato leggermente più grande, pagine a colori, ottima sfogliabilità.
Questo volume è il primo manga di Mitsuru Adachi che leggo e l’impressione è sicuramente positiva, se ne avrò possibilità, leggerò sicuramente altre sue opere. Mi sento di consigliarlo a tutti.
Jinbe è un manga a sfondo familiare con un tema parzialmente delicato. Nonostante la mancanza di un legame di sangue tra i protagonisti, ci sono altri spunti da tenere in considerazione, tra cui i 20 anni di differenza e i legami parentali un po' spinosi. È un'opera valida dall'inizio alla fine, ma in cui mastro Adachi purtroppo non riesce a toccare il massimo picco della sua delicatezza e fluidità, pur regalandoci indubbiamente qualcosa di sé. Uno dei motivi per cui Jinbe non arriva all'eccellenza e la sua brevità, l'ideale era un'opera in 3 volumi, infatti non mancano gli elementi sfruttabili per allungare la narrazione o per disturbare l'armonia. Tra di essi vi sono Mariko, la collega di Jinbe completamente dimenticata, Teranishi il calciatore scolastico, valido per qualche altra scena goffa, e soprattutto il padre di Miku, un po' troppo ignorato e messo da parte. Jinbe dal canto suo qualche volta pecca di egoismo e Miku di indifferenza. Questi elementi contribuiscono a renderli più umani, ma non rendono appieno per via del poco spazio disponibile. La sensazione finale è di episodi concatenati alla Short Program più che una storia vera e propria. Dispiace finire così in fretta questo titolo gradevole, un vero peccato.
Di Adachi ho cominciato a leggere Cross Game e poi Rough, "imbeccata" da un'amica letteralmente innamorata di questo mangaka. Leggendo i due titoli sopra citati (anche se Cross Game è ancora in corso, ma promette molto bene) ho capito perché. Questo volume unico è assolutamente atipico rispetto a quanto ho letto finora: niente sport, niente amori adolescenziali ma una storia più adulta e quasi "scabrosa" (anche se padre e figlia, come ripetuto ampiamente durante tutta la storia, non hanno legami di sangue tra loro, essendo la figlia nata da un precedente matrimonio della madre). Mi è piaciuto, ma ho avuto l'impressione che Adachi abbia "compresso" una storia che in due-tre volumetti avrebbe dato sicuramente di più. Do comunque otto perché apprezzo lo stile, sia di disegno che di "storyteller" del sensei, ma trovo che il suo meglio lo dia in storie più lunghe, che gli permettono di prendersi tutto il tempo che vuole per esprimere la poesia delle storie.
L'edizione è buona, anche se non c'è sovracopertina, ma ci sono le tavole a colori ad ogni inizio di capitolo (anzi, di "Episodio"), che ho molto apprezzato. Consigliato ai cultori di Adachi e anche a chi non lo conosce.
L'edizione è buona, anche se non c'è sovracopertina, ma ci sono le tavole a colori ad ogni inizio di capitolo (anzi, di "Episodio"), che ho molto apprezzato. Consigliato ai cultori di Adachi e anche a chi non lo conosce.
Mitsuru Adachi, nato a Isesaki, il 9 febbraio 1951, è sempre stato un autore abbastanza prolifico, tanto da realizzare anche diverse storie brevi.
Per chi non conosce questo autore vi riassumo le sue opere più note e amate in ordine cronologico: Nine, Oira Hōkago, Wakadaishō, Rise- Setting Sun!!, Hiatari Ryōkō!, Miyuki, Touch, Slow Step, Rough, Niji Iro Tōgarashi, Jinbē, H2, Itsumo Misora, Katsu!, Cross Game.
In questo caso trattiamo di un volume autoconclusivo pubblicato in Giappone nel 1997.
La storia verte sullo strano rapporto fra Jinpei Takanashi e Miku Takanashi, che però non sono padre e figlia naturali in quanto Miku è figlia di un precedente matrimonio, in sostanza non esistono legami di sangue fra i due.
Non voglio svelarmi la trama per non rovinarvi il piacere di leggerla, vi dico solo che la storia include anche il vero padre naturale della ragazza che si batte per averla con se.
Il volume della Star Comics è solido e bello, all'interno di sono anche alcune pagine a colori che lo impreziosiscono.
La storia non è originalissima, in Giappone potete trovare opere simili a questa, quello che la contraddistingue è una certa limpidezza e pulizia dei disegni e delle vicende. Non c'è fanservice, neanche scene azzardate o battute soggette a fraintendimenti.
La parte più bella è il quarto capitolo "Un Viaggio d'Estate", in cui padre e figlie si recano in montagna a far visita ai parenti, e qui si vede anche un ricorso a elementi sovrannaturali che si incastrano bene nella storia.
In generale è il solito Adachi che sfrutta la gestualità dei suoi personaggi per farci capire i loro sentimenti, in questo volume però questo ruolo viene svolto molto di più dai personaggi secondari o di contorno. Infatti i due protagonisti usano i dialoghi in modo intensivo.
Un fumetto che consiglio agli amanti di Adachi e a coloro che non sono conformisti, in fondo i sentimenti non hanno età e questo il nostro mangaka lo sa molto bene.
Il finale e' arguto e intrigante, nel perfetto stile di una donna che sa quello che vuole cambiando il suo ruolo pur di ottenerlo. Buona lettura.
Per chi non conosce questo autore vi riassumo le sue opere più note e amate in ordine cronologico: Nine, Oira Hōkago, Wakadaishō, Rise- Setting Sun!!, Hiatari Ryōkō!, Miyuki, Touch, Slow Step, Rough, Niji Iro Tōgarashi, Jinbē, H2, Itsumo Misora, Katsu!, Cross Game.
In questo caso trattiamo di un volume autoconclusivo pubblicato in Giappone nel 1997.
La storia verte sullo strano rapporto fra Jinpei Takanashi e Miku Takanashi, che però non sono padre e figlia naturali in quanto Miku è figlia di un precedente matrimonio, in sostanza non esistono legami di sangue fra i due.
Non voglio svelarmi la trama per non rovinarvi il piacere di leggerla, vi dico solo che la storia include anche il vero padre naturale della ragazza che si batte per averla con se.
Il volume della Star Comics è solido e bello, all'interno di sono anche alcune pagine a colori che lo impreziosiscono.
La storia non è originalissima, in Giappone potete trovare opere simili a questa, quello che la contraddistingue è una certa limpidezza e pulizia dei disegni e delle vicende. Non c'è fanservice, neanche scene azzardate o battute soggette a fraintendimenti.
La parte più bella è il quarto capitolo "Un Viaggio d'Estate", in cui padre e figlie si recano in montagna a far visita ai parenti, e qui si vede anche un ricorso a elementi sovrannaturali che si incastrano bene nella storia.
In generale è il solito Adachi che sfrutta la gestualità dei suoi personaggi per farci capire i loro sentimenti, in questo volume però questo ruolo viene svolto molto di più dai personaggi secondari o di contorno. Infatti i due protagonisti usano i dialoghi in modo intensivo.
Un fumetto che consiglio agli amanti di Adachi e a coloro che non sono conformisti, in fondo i sentimenti non hanno età e questo il nostro mangaka lo sa molto bene.
Il finale e' arguto e intrigante, nel perfetto stile di una donna che sa quello che vuole cambiando il suo ruolo pur di ottenerlo. Buona lettura.
C’era una volta un uomo che sposò una donna la quale aveva già una figlia a carico, avuta in una precedente relazione. Ma poi la donna morì e l’uomo si ritrovò così a doversi occupare della figliastra come se fosse il suo vero padre.
Questa è la storia di Jinpei “Jinbe” Takanashi, formidabile portiere della squadra di calcio al liceo e adesso omone quarantenne impiegato in un acquario e impegnato a prendersi cura della figliastra, Miku, un bellissima liceale.
Dove prendersi cura di lei significa farsi accettare in quanto patrigno, combattere ogni giorno con la cruda realtà che ti dice che lei già un padre biologico ce l’ha e quello non sei tu.
Ma anche combattere col fatto che prima o poi qualcuno te la porterà via, cancellando così quel già fragile legame che giorno dopo giorno hai tentato faticosamente di costruire, sia esso quel borioso compagno di classe asso del club di calcio che ci prova spudoratamente con tua figlia, sia esso il suo ricchissimo padre biologico che cerca di convincerla ad andare a vivere con lui.
E’ soltanto apprensione questo sentimento? E’ soltanto un debito nei confronti della tua amata moglie defunta? E’ soltanto il legame che intercorre tra i genitori e i figli?
Rispondi, Jinbe, omone di quarant’anni! Si tratta soltanto di questo? Oppure c’è qualcos’altro?
Se in un futuro non troppo lontano lei scegliesse il suo vero padre e non il suo patrigno, tu che faresti?
Pensi che potresti continuare a starle accanto non come padre ma come qualcosa di più profondo, incamminandoti sulla difficile strada dell’immoralità, soltanto per amore di quella ragazza?
“Jinbe”, una storia in un unico volumone (completo di superbe pagine a colori) dal piglio estremamente più adulto rispetto allo standard Adachiano, essendo questo un seinen e non il classico shonen di formazione adolescenziale che l'autore è abitato a realizzare ormai da decenni. Anche qui si parla d’amore, ma non dell’amore tra gli amici d’infanzia, tra ragazzi, tra adolescenti. Qui si parla dell’amore del genitore nei confronti della figlia e di quello di un uomo attempato nei confronti di una ragazza molto più giovane di lui che (è proprio il caso di dirlo!) potrebbe essere sua figlia.
Importantissima da sempre nei lavori di Adachi e qui punto cardine della vicenda, la tematica della famiglia e del rapporto tra genitori e figli, è anche in “Jinbe” trattata con maestria e rende questo volume una delle più ambiziose e meglio riuscite opere del maestro.
La storia di Jinbe e Miku si snoda in sette capitoli, ognuno dei quali aggiungerà un tassello al racconto del loro grande legame affettivo e familiare, fino a farli giungere ad una conclusione del tutto inaspettata e un po' spiazzante ma, a freddo, molto toccante e profonda.
Il tratto caratteristico dell'autore appare qui più sapiente e piacevole, dando il meglio di sé nelle bellissime tavole a colori. I personaggi riescono a brillare nonostante il poco tempo a disposizione per farsi conoscere dal lettore, e difficilmente ci si dimentica di Jinbe, un protagonista inusuale, divertente e indubbiamente ben riuscito, che riesce a divertire e a farsi amare dal lettore anche quando questo è un ragazzo e non ci si può identificare.
Con la sua consueta, sapiente, delicatezza, Adachi ci regala ancora una volta un piccolo gioiellino, che, giusto per la cronaca, ha vinto anche un piccolo ma importante premio come miglior volume a fumetti dell'anno al Romics del 2005.
Consigliato come punto di partenza per scoprire l'opera magna di Adachi? Forse. Ma indubbiamente è un validissimo prodotto.
Questa è la storia di Jinpei “Jinbe” Takanashi, formidabile portiere della squadra di calcio al liceo e adesso omone quarantenne impiegato in un acquario e impegnato a prendersi cura della figliastra, Miku, un bellissima liceale.
Dove prendersi cura di lei significa farsi accettare in quanto patrigno, combattere ogni giorno con la cruda realtà che ti dice che lei già un padre biologico ce l’ha e quello non sei tu.
Ma anche combattere col fatto che prima o poi qualcuno te la porterà via, cancellando così quel già fragile legame che giorno dopo giorno hai tentato faticosamente di costruire, sia esso quel borioso compagno di classe asso del club di calcio che ci prova spudoratamente con tua figlia, sia esso il suo ricchissimo padre biologico che cerca di convincerla ad andare a vivere con lui.
E’ soltanto apprensione questo sentimento? E’ soltanto un debito nei confronti della tua amata moglie defunta? E’ soltanto il legame che intercorre tra i genitori e i figli?
Rispondi, Jinbe, omone di quarant’anni! Si tratta soltanto di questo? Oppure c’è qualcos’altro?
Se in un futuro non troppo lontano lei scegliesse il suo vero padre e non il suo patrigno, tu che faresti?
Pensi che potresti continuare a starle accanto non come padre ma come qualcosa di più profondo, incamminandoti sulla difficile strada dell’immoralità, soltanto per amore di quella ragazza?
“Jinbe”, una storia in un unico volumone (completo di superbe pagine a colori) dal piglio estremamente più adulto rispetto allo standard Adachiano, essendo questo un seinen e non il classico shonen di formazione adolescenziale che l'autore è abitato a realizzare ormai da decenni. Anche qui si parla d’amore, ma non dell’amore tra gli amici d’infanzia, tra ragazzi, tra adolescenti. Qui si parla dell’amore del genitore nei confronti della figlia e di quello di un uomo attempato nei confronti di una ragazza molto più giovane di lui che (è proprio il caso di dirlo!) potrebbe essere sua figlia.
Importantissima da sempre nei lavori di Adachi e qui punto cardine della vicenda, la tematica della famiglia e del rapporto tra genitori e figli, è anche in “Jinbe” trattata con maestria e rende questo volume una delle più ambiziose e meglio riuscite opere del maestro.
La storia di Jinbe e Miku si snoda in sette capitoli, ognuno dei quali aggiungerà un tassello al racconto del loro grande legame affettivo e familiare, fino a farli giungere ad una conclusione del tutto inaspettata e un po' spiazzante ma, a freddo, molto toccante e profonda.
Il tratto caratteristico dell'autore appare qui più sapiente e piacevole, dando il meglio di sé nelle bellissime tavole a colori. I personaggi riescono a brillare nonostante il poco tempo a disposizione per farsi conoscere dal lettore, e difficilmente ci si dimentica di Jinbe, un protagonista inusuale, divertente e indubbiamente ben riuscito, che riesce a divertire e a farsi amare dal lettore anche quando questo è un ragazzo e non ci si può identificare.
Con la sua consueta, sapiente, delicatezza, Adachi ci regala ancora una volta un piccolo gioiellino, che, giusto per la cronaca, ha vinto anche un piccolo ma importante premio come miglior volume a fumetti dell'anno al Romics del 2005.
Consigliato come punto di partenza per scoprire l'opera magna di Adachi? Forse. Ma indubbiamente è un validissimo prodotto.
Sono da sempre restio ad acquistare volumi autoconclusivi perché mi danno sempre l'impressione che consistano in lavori frettolosi o esperimenti tappabuchi d'autore. Ma quando si è al verde e si è ansiosi di immergersi in una lettura breve si tenta. E devo dire che questo Jinbe non mi ha deluso.
Premesso che è l'unica opera di Adachi che ho comprato, autore che conosco ma che ho sempre evitato a causa della sua fissazione di incentrare le sue storie nel mondo dello sport (non come contorno, ma come base).
Guarda caso l'aspetto meno riuscito del manga in questione riguarda lo sport come metafora della vita, che risulta chiaramente un argomento forzatamente inserito e poco convincente, ma per fortuna anche poco invasivo.
Il tratto di Adachi risulta piacevole ma niente di più (anche se si vedono i progressi, in questo senso, nei confronti delle opere più anziane).
Adachi mostra la sua professionalità in un aspetto ben più importante: la sceneggiatura.
Nonostante la brevità del racconto, riesce a farci immedesimare nei protagonisti (molto riusciti ed interessanti), renderceli simpatici, mostrarci i loro pregi e difetti e molto altro ancora con un equilibrio notevole.
Riesce, inoltre, nell'intento di alleggerire argomenti pesanti come il divorzio e lutti familiari facendo si che la narrazione scorra in maniera fluida e senza premere troppo sul sentimentalismo.
Certo queste qualità non sono egualmente dosate in tutti e 7 gli episodi (un paio sono afflitti da qualche cliché e banalità) ma, in definitiva, è da considerare veramente un buon lavoro.
Premesso che è l'unica opera di Adachi che ho comprato, autore che conosco ma che ho sempre evitato a causa della sua fissazione di incentrare le sue storie nel mondo dello sport (non come contorno, ma come base).
Guarda caso l'aspetto meno riuscito del manga in questione riguarda lo sport come metafora della vita, che risulta chiaramente un argomento forzatamente inserito e poco convincente, ma per fortuna anche poco invasivo.
Il tratto di Adachi risulta piacevole ma niente di più (anche se si vedono i progressi, in questo senso, nei confronti delle opere più anziane).
Adachi mostra la sua professionalità in un aspetto ben più importante: la sceneggiatura.
Nonostante la brevità del racconto, riesce a farci immedesimare nei protagonisti (molto riusciti ed interessanti), renderceli simpatici, mostrarci i loro pregi e difetti e molto altro ancora con un equilibrio notevole.
Riesce, inoltre, nell'intento di alleggerire argomenti pesanti come il divorzio e lutti familiari facendo si che la narrazione scorra in maniera fluida e senza premere troppo sul sentimentalismo.
Certo queste qualità non sono egualmente dosate in tutti e 7 gli episodi (un paio sono afflitti da qualche cliché e banalità) ma, in definitiva, è da considerare veramente un buon lavoro.