Elfen Lied
Spinto dalla curiosità e da quello che si diceva su quest'opera l'ho recuperata appena trovato l'occasione di farlo a un prezzo onesto, diversi volumi sono infatti difficilmente reperibili e la serie completa viaggia su cifre abbastanza alte, e dopo aver letto anche l'ultimo non posso nascondere che mi sia rimasto una sensazione di leggero scontento, tengo a precisare che in sé l'opera merita e non annoia mai (ecco il perché del voto comunque abbastanza alto), ma forse ero io che avevo riposto aspettative troppo alte sull'opera.
La storia racconta la storia dei Diclonius, umani (quasi esclusivamente ragazze) in grado di creare dei vettori, ovvero armi che assomigliano a lunghe braccia e con cui sono in grado di uccidere e distruggere sia all'interno che all'esterno il corpo umano, e conosceremo soprattutto Lucy, ragazza fuggita dal centro di ricerca in cui era stata confinata e che cercherà di vivere una vita tranquilla insieme al ragazzo che ama e alle sue amiche, nascondendo però un passato e un presente fatto di morte e distruzione.
Durante i dodici volumi di cui si compone l'opera conosceremo tanti personaggi, e tanti subiranno una morte atroce, cosa che qui non manca, perché tra arti mozzati, teste che saltano via e tante altre morti cruente la separazione dai vari personaggi è sempre dietro l'angolo.
Come detto sin dall'inizio la storia è sin da subito interessante e particolare, con ottime trovate che per alcuni versi la rendono anche originale evitando quella sensazione di già visto che ormai è sempre più comune provare, il ritmo è sempre abbastanza veloce e le varie situazioni si susseguono sempre con abbastanza chiarezza, lasciano un po' più perplessi i momenti di fan service e comici che a volte appaiono davvero esagerati in alcuni contesti, tipo gente che assiste a morti atroci e sembra non sia successo niente per poi essere spensierati due vignette dopo.
In generale comunque consiglio a chi fosse interessato a un'opera diversa dal solito e "senza peli sulla lingua" di leggere "Elfen Lied" perché sicuramente sarà in grado di lasciarvi qualcosa nonostante i suoi difetti.
Parlando di difetti una menzione speciale purtroppo la meritano i disegni, veramente brutti e che in alcune situazioni danneggiano anche l'esperienza di lettura, disegni di cui persino l'autore si scusa nei primi volumi, e se è vero che poi migliorano leggermente con l'andare avanti della storia rimangono comunque abbastanza brutti fino alla fine, e il che è un vero peccato perché con un disegno all'altezza ed evitando alcune situazioni poco riuscite ci saremmo trovati davanti veramente una grande opera.
La storia racconta la storia dei Diclonius, umani (quasi esclusivamente ragazze) in grado di creare dei vettori, ovvero armi che assomigliano a lunghe braccia e con cui sono in grado di uccidere e distruggere sia all'interno che all'esterno il corpo umano, e conosceremo soprattutto Lucy, ragazza fuggita dal centro di ricerca in cui era stata confinata e che cercherà di vivere una vita tranquilla insieme al ragazzo che ama e alle sue amiche, nascondendo però un passato e un presente fatto di morte e distruzione.
Durante i dodici volumi di cui si compone l'opera conosceremo tanti personaggi, e tanti subiranno una morte atroce, cosa che qui non manca, perché tra arti mozzati, teste che saltano via e tante altre morti cruente la separazione dai vari personaggi è sempre dietro l'angolo.
Come detto sin dall'inizio la storia è sin da subito interessante e particolare, con ottime trovate che per alcuni versi la rendono anche originale evitando quella sensazione di già visto che ormai è sempre più comune provare, il ritmo è sempre abbastanza veloce e le varie situazioni si susseguono sempre con abbastanza chiarezza, lasciano un po' più perplessi i momenti di fan service e comici che a volte appaiono davvero esagerati in alcuni contesti, tipo gente che assiste a morti atroci e sembra non sia successo niente per poi essere spensierati due vignette dopo.
In generale comunque consiglio a chi fosse interessato a un'opera diversa dal solito e "senza peli sulla lingua" di leggere "Elfen Lied" perché sicuramente sarà in grado di lasciarvi qualcosa nonostante i suoi difetti.
Parlando di difetti una menzione speciale purtroppo la meritano i disegni, veramente brutti e che in alcune situazioni danneggiano anche l'esperienza di lettura, disegni di cui persino l'autore si scusa nei primi volumi, e se è vero che poi migliorano leggermente con l'andare avanti della storia rimangono comunque abbastanza brutti fino alla fine, e il che è un vero peccato perché con un disegno all'altezza ed evitando alcune situazioni poco riuscite ci saremmo trovati davanti veramente una grande opera.
"Elfen Lied" è un manga di Okamoto Lynn, la serie è più nota per l’anime e per quanto è cruento che per altro, e questo è un vero peccato perché il manga è superiore all’anime ed è una vera e propria perla nascosta.
"Elfen Lied" parla di Lucy una 'diclonius', la capostipite di una nuova razza destinata a soppiantare gli umani, il personaggio di Lucy è estremamente complesso e sfaccettato, sempre in bilico tra bene e male, per quanto lei si macchi di crimini terribili non la si può odiare completamente e resta un’eroina romantica. La storia narra anche del conflitto tra chi vuole un nuovo mondo dominato dai diclonius e chi invece non esita a cercare di ucciderli con ogni mezzo, per preservare la razza umana. Le silpelit una volta raggiunti i tre anni di età uccidono i propri genitori e poi trascorrono il resto della vita ossessionati dalla figura genitoriale, ed è qui che sta la loro complessità, loro uccidono non per cattiveria ma perché è il loro istinto a suggerirglielo, e il loro conflitto tra il voler essere amate ed il voler vivere insieme agli altri e l’istinto ad uccidere gli umani è ciò li caratterizza.
Il manga tratta molti temi complessi e lo fa spesso in modo crudele, leggere "Elfen Lied" è una pugnalata al cuore, un’altalena di emozioni, diversamente dall’anime qui la violenza non è gratuita e per questo fa ancora più impressione, ma quella che colpisce veramente il lettore è la violenza psicologica. Nel manga ciò che potrebbe andare storto va spesso nel peggiore dei modi e tutti i personaggi si ritrovano a vivere grandi sofferenze e traumi profondi, vengono approfonditi i temi dell’abbandono, dell’odio per il diverso, “quando sei miserabile cerchi qualcuno che sia più miserabile di te”, il tema della famiglia e dell’omicidio e della crudeltà umana.
"Elfen Lied" è un manga davvero poco conosciuto e ciò è davvero triste perché sono pochi i manga capaci di far soffrire in questo modo e regalare emozioni tanto forti, le disgrazie che questi personaggi sono costretti a subire nella loro disperata ricerca della felicità, sono una metafora dell’umanità che è incapace di convivere con sé stessa e finisce per abbandonarsi al conflitto consapevole di quante sofferenze comporti. Il manga ha una buona scrittura I personaggi sono sufficientemente caratterizzati ed I loro conflitti interiori che sono il vero motore della vicenda sono rappresentati a dovere, mancano veri colpi di scena, ma certe scene rivelano della storie davvero profonde. I disegni nella prima parte sono in alcuni casi tremendi, ma l’autore nel corso della serie migliora. Vi sono anche dei momenti meno seri in "Elfen Lied", però sono solo un contorno così come lo è il fan-service che è circoscritto a poche scene.
In definitiva penso che "Elfen Lied" sia un manga che tutti dovrebbero conoscere, ma allo stesso tempo non è un’opera per tutti, solo coloro capaci di accettare tanta crudeltà e sofferenza possono apprezzarla assegno all’opera un sei e mezzo, voto leggermente sopra la media, consapevole che in molti non saranno in grado di accettare ciò che comporta leggere "Elfen Lied".
"Elfen Lied" parla di Lucy una 'diclonius', la capostipite di una nuova razza destinata a soppiantare gli umani, il personaggio di Lucy è estremamente complesso e sfaccettato, sempre in bilico tra bene e male, per quanto lei si macchi di crimini terribili non la si può odiare completamente e resta un’eroina romantica. La storia narra anche del conflitto tra chi vuole un nuovo mondo dominato dai diclonius e chi invece non esita a cercare di ucciderli con ogni mezzo, per preservare la razza umana. Le silpelit una volta raggiunti i tre anni di età uccidono i propri genitori e poi trascorrono il resto della vita ossessionati dalla figura genitoriale, ed è qui che sta la loro complessità, loro uccidono non per cattiveria ma perché è il loro istinto a suggerirglielo, e il loro conflitto tra il voler essere amate ed il voler vivere insieme agli altri e l’istinto ad uccidere gli umani è ciò li caratterizza.
Il manga tratta molti temi complessi e lo fa spesso in modo crudele, leggere "Elfen Lied" è una pugnalata al cuore, un’altalena di emozioni, diversamente dall’anime qui la violenza non è gratuita e per questo fa ancora più impressione, ma quella che colpisce veramente il lettore è la violenza psicologica. Nel manga ciò che potrebbe andare storto va spesso nel peggiore dei modi e tutti i personaggi si ritrovano a vivere grandi sofferenze e traumi profondi, vengono approfonditi i temi dell’abbandono, dell’odio per il diverso, “quando sei miserabile cerchi qualcuno che sia più miserabile di te”, il tema della famiglia e dell’omicidio e della crudeltà umana.
"Elfen Lied" è un manga davvero poco conosciuto e ciò è davvero triste perché sono pochi i manga capaci di far soffrire in questo modo e regalare emozioni tanto forti, le disgrazie che questi personaggi sono costretti a subire nella loro disperata ricerca della felicità, sono una metafora dell’umanità che è incapace di convivere con sé stessa e finisce per abbandonarsi al conflitto consapevole di quante sofferenze comporti. Il manga ha una buona scrittura I personaggi sono sufficientemente caratterizzati ed I loro conflitti interiori che sono il vero motore della vicenda sono rappresentati a dovere, mancano veri colpi di scena, ma certe scene rivelano della storie davvero profonde. I disegni nella prima parte sono in alcuni casi tremendi, ma l’autore nel corso della serie migliora. Vi sono anche dei momenti meno seri in "Elfen Lied", però sono solo un contorno così come lo è il fan-service che è circoscritto a poche scene.
In definitiva penso che "Elfen Lied" sia un manga che tutti dovrebbero conoscere, ma allo stesso tempo non è un’opera per tutti, solo coloro capaci di accettare tanta crudeltà e sofferenza possono apprezzarla assegno all’opera un sei e mezzo, voto leggermente sopra la media, consapevole che in molti non saranno in grado di accettare ciò che comporta leggere "Elfen Lied".
"Elfen Lied" è probabilmente uno dei manga più crudi e saturi di violenza che io abbia mai letto, e ciò mi è piaciuto alquanto, devo dire.
Drammatico, ecchi, splatter sono solo alcune delle categorie in cui catalogare quest'opera del maestro Okamoto. Una storia che ti prende, ti sconvolge e che ti fa riflettere sull'essere umano e la sua natura, a volte, deviata.
Lucy è una Diclonius, ovvero un essere umano mutato che supera l'Homo sapiens e che, quindi, mette a rischio l'esistenza stessa del genere umano. È per questo che Lucy e altri Diclonius sono imprigionati in basi segrete super attrezzate allo scopo di tenere lontano questi esseri dal genere umano. Ed è proprio qui che si ha modo di leggere la storia drammatica della Diclonius, privata di quelle poche persone che l'hanno saputa accettare, rendendola assetata di vendetta.
I disegni non sono perfetti ma non sono neanche pessimi, dato che man mano che si procede con i volumi il tratto migliora significativamente.
Considero l'opera cartacea superiore all'adattamento anime, che pur essendo ben fatto si ferma a circa metà del manga, e elimina alcuni personaggi e situazioni.
In definitiva consiglio caldamente la lettura di questo manga, che non può assolutamente mancare nella propria collezione.
Drammatico, ecchi, splatter sono solo alcune delle categorie in cui catalogare quest'opera del maestro Okamoto. Una storia che ti prende, ti sconvolge e che ti fa riflettere sull'essere umano e la sua natura, a volte, deviata.
Lucy è una Diclonius, ovvero un essere umano mutato che supera l'Homo sapiens e che, quindi, mette a rischio l'esistenza stessa del genere umano. È per questo che Lucy e altri Diclonius sono imprigionati in basi segrete super attrezzate allo scopo di tenere lontano questi esseri dal genere umano. Ed è proprio qui che si ha modo di leggere la storia drammatica della Diclonius, privata di quelle poche persone che l'hanno saputa accettare, rendendola assetata di vendetta.
I disegni non sono perfetti ma non sono neanche pessimi, dato che man mano che si procede con i volumi il tratto migliora significativamente.
Considero l'opera cartacea superiore all'adattamento anime, che pur essendo ben fatto si ferma a circa metà del manga, e elimina alcuni personaggi e situazioni.
In definitiva consiglio caldamente la lettura di questo manga, che non può assolutamente mancare nella propria collezione.
Recensione veloce veloce, ma necessaria. Ero rimasto all'anime, visto ormai dieci e passa anni fa. Sapevo che era incompleto, ma disegnato meglio del manga e con una colonna sonora che rendeva giustizia alla sofferta storia dei protagonisti.
Il manga si rivela più "ecchi", ma non meno splatter, drammatico e intenso. Ho finalmente apprezzato anche la misteriosa seconda parte mai trasposta in video, dove si scopre molto di più sui diclonius e si ha un finale davvero più completo e, per certi versi, diremmo, soddisfacente (cosa che poi dipende dai gusti dei lettori, come ogni cosa "non disputandum est").
Nonostante i disegni che ho mal digerito, e qualche forzatura per aumentare il pathos della trama, ribadisco il voto dato all'anime: il massimo.
E' stata una storia che mi resterà sempre nel cuore, perchè nonostante tutto il dolore, c'è sempre la possibilità di ritrovare il sorriso e andare avanti con le persone care al nostro fianco che ci sono rimaste.
Il manga si rivela più "ecchi", ma non meno splatter, drammatico e intenso. Ho finalmente apprezzato anche la misteriosa seconda parte mai trasposta in video, dove si scopre molto di più sui diclonius e si ha un finale davvero più completo e, per certi versi, diremmo, soddisfacente (cosa che poi dipende dai gusti dei lettori, come ogni cosa "non disputandum est").
Nonostante i disegni che ho mal digerito, e qualche forzatura per aumentare il pathos della trama, ribadisco il voto dato all'anime: il massimo.
E' stata una storia che mi resterà sempre nel cuore, perchè nonostante tutto il dolore, c'è sempre la possibilità di ritrovare il sorriso e andare avanti con le persone care al nostro fianco che ci sono rimaste.
Prodotto mediocre. Avevo già visto l'anime qualche anno fa, non lo ricordavo bene e ora ho avuto occasione di leggere il manga, accorgendomi che la versione animata non l'avevo mai conclusa. Sinceramente mi aspettavo di più. L'incipit della storia é interessante ma lo sviluppo é banale e ripetitivo con un finale “chiamato” e che non si discosta di una virgola da quanto facile da prevedere fin dai primissimi volumi. I personaggi sono stereotipati e banali, privi di una profondità che vada oltre la banalità. Perfino il fanservice da l'impressione di essere banale è buttato dentro al solo scopo di coprire il mare di difetti riscontrabili in questo prodotto di poche pretese, strizzando l'occhio al lettore per evitare che passi a letture più coinvolgenti.
Elfen Lied è un manga di Lynn Okamoto, l'edizione italiana è a cura di Planet Manga. E’ una bella edizione di 12 volumetti con sovraccoperta al prezzo, troppo alto per i miei gusti, di 6.50 euro a volume. La trama ruota intorno alle vicende di Lucy, una “diclonius”, ovvero una ragazza con le corna dotata di braccia invisibili capaci di diffondere un virus che farà partorire agli esseri umani delle “silpelit”, diclonius in grado di sterminare la razza umana. Lucy è l'unico esemplare in grado di riprodursi, ed è quindi considerata la “Eva” progenitrice dei diclonius: per questo il governo e alcuni centri di ricerca segreti le danno la caccia. Il suo destino si unirà a quello di Kota, Yuka, Nana, Nozomi e Mayu quando verrà ritrovata su una spiaggia priva di conoscenza. Da lì comincerà tutto, i drammi del loro passato si fonderanno con quelli del presente mentre sempre nuovi nemici “busseranno alla porta” alla ricerca di Lucy.
Tra le varie cose che non vanno in questo manga c'è la presenza di tanto, troppo, inutile fanservice. L'autore non perderà occasione per far ritrovare le protagoniste nude, in situazioni equivoche, in ogni forma: dai baci lesbo ai quasi stupri di minorenni, fino al fetish dei pannoloni. Se si trattasse di episodi che in un certo modo si amalgamano con la trama sarebbe accettabile, ma spesso la curiosità nel sapere cosa succederà a Lucy e a chi le da la caccia viene interrotta da scene a caso di puro fanservice. I disegni dei primi volumi sono veramente pessimi, per fortuna miglioreranno nei volumi successivi. Inizialmente sembra di star davanti a uno stile pigro e abbozzato che prenderà forma man mano, probabilmente in seguito al successo avuto durante la serializzazione. La trama non è male e gli intrecci tra i personaggi sono fin troppo profondi. Tiene comunque con il fiato sospeso anche se, specialmente nelle ultime battute, è pieno di buonismo che stona con la crudeltà che aveva mostrato inizialmente, risultando poco credibile. Il mio voto finale è un 7 perché è in ogni caso una lettura abbastanza piacevole, ma mi aspettavo sicuramente di meglio da un fumetto così fortunato. Non è del tutto da buttare.
Tra le varie cose che non vanno in questo manga c'è la presenza di tanto, troppo, inutile fanservice. L'autore non perderà occasione per far ritrovare le protagoniste nude, in situazioni equivoche, in ogni forma: dai baci lesbo ai quasi stupri di minorenni, fino al fetish dei pannoloni. Se si trattasse di episodi che in un certo modo si amalgamano con la trama sarebbe accettabile, ma spesso la curiosità nel sapere cosa succederà a Lucy e a chi le da la caccia viene interrotta da scene a caso di puro fanservice. I disegni dei primi volumi sono veramente pessimi, per fortuna miglioreranno nei volumi successivi. Inizialmente sembra di star davanti a uno stile pigro e abbozzato che prenderà forma man mano, probabilmente in seguito al successo avuto durante la serializzazione. La trama non è male e gli intrecci tra i personaggi sono fin troppo profondi. Tiene comunque con il fiato sospeso anche se, specialmente nelle ultime battute, è pieno di buonismo che stona con la crudeltà che aveva mostrato inizialmente, risultando poco credibile. Il mio voto finale è un 7 perché è in ogni caso una lettura abbastanza piacevole, ma mi aspettavo sicuramente di meglio da un fumetto così fortunato. Non è del tutto da buttare.
"Elfenlied", letteralmente tradotto "Canzone degli elfi", è originariamente un poema tedesco scritto da Eduard Mörike, da cui è stata in seguito adattata una canzone dal famoso compositore austriaco Hugo Wolf. Ed è proprio da quella canzone che, all'alba dell'ormai lontano 2002, l'allora semi-sconosciuto Lynn Okamoto traeva ispirazione per la sua prima opera, appunto intitolata "Elfen Lied". Concepito originariamente per essere un lavoro breve di due o tre volumi, l'opera si è poi trasformata, grazie all'enorme successo riscosso, in una ben più corposa raccolta composta da dodici numeri, portata anche in Italia da Planet Manga fra l'ottobre del 2012 e l'agosto del 2014.
La storia inizia nei sotterranei di una base segreta dove vengono effettuati esperimenti sui Diclonius, particolari esseri dalla forma umanoide, che, grazie ad un ulteriore sviluppo di una parte del loro cervello, sono in grado di generare dal loro corpo i cosiddetti "vettori", mani invisibili dalla lunghezza variabile dotate di un enorme potere distruttivo. Lucy è una Diclonius che, in seguito ad una distrazione del personale addetto alla sua sorveglianza, riesce a fuggire dalla base, causando caos e panico generale. Dopo una serie di sballottamenti, la ragazza si ritrova senza memoria su una spiaggia, dove farà la conoscenza di Kouta, un giovane studente universitario appena trasferitosi nel paese. Una trama semplice ma di grande effetto, ricca di atmosfere cupe, misteriose e ansiogene, intervallate da brevi momenti di svago. Forse sono questi ultimi, o per meglio dire il loro abuso, l'unica nota stridente di un'opera monumentale quale "Elfen Lied".
Apparentemente un poco studiato insieme di vari generi, quali ecchi, splatter, horror, commedia, sentimentale ed altri ancora, in realtà una piccola opera d'arte, macchiata solamente da una non sempre proficua ridistribuzione di questi, e da uno stile grafico inizialmente grezzo ed incurante delle proporzioni. Una storia che nella sua semplicità riesce a coinvolgere il lettore sin dalle prime battute, scaraventandolo in una realtà che vede contrapporsi, in segreto, il genere umano contro i Diclonius, considerati uno stadio evoluto dell'homo sapiens. Ed è proprio l'evoluzionismo il principale tema che Lynn Okamoto decide di trattare in "Elfen Lied", gli attriti che si possono venire a creare fra due specie diverse, seppur fra loro estremamente simili. Altra nota positiva è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi. Nel corposo gruppo di protagonisti principali, non vi è un solo elemento che goda di una personalità ordinaria.
Vari sono i disturbi della personalità che affliggono le loro vite, a partire da Kouta, che cancella involontariamente una parte dei suoi ricordi per difendersi dal dolore, sino a Lucy, costretta a convivere con diverse personalità che a seconda del momento prendono il sopravvento. Altro personaggio palesemente complessato è Nana, che ritrova nel suo finto padre la figura della salvezza, sviluppando nei suoi confronti un attaccamento morboso e ossessivo. Questi ed altri ancora sono i principali attori che recitano nell'universo di "Elfen Lied", e costituiscono sicuramente una premessa interessante. In conclusione, "Elfen Lied" è un manga crudo e violento, ricco di mistero e colpi di scena che sapranno catturare il lettore sin dai primi capitoli. Un'opera nella quale anche i momenti di gioia e di vita quotidiana assumeranno delle strane sembianze, conservando quella sensazione di malinconia che contraddistingue il prodotto. Un'opera diversa ed originale, ed anche per questo, estremamente consigliata.
La storia inizia nei sotterranei di una base segreta dove vengono effettuati esperimenti sui Diclonius, particolari esseri dalla forma umanoide, che, grazie ad un ulteriore sviluppo di una parte del loro cervello, sono in grado di generare dal loro corpo i cosiddetti "vettori", mani invisibili dalla lunghezza variabile dotate di un enorme potere distruttivo. Lucy è una Diclonius che, in seguito ad una distrazione del personale addetto alla sua sorveglianza, riesce a fuggire dalla base, causando caos e panico generale. Dopo una serie di sballottamenti, la ragazza si ritrova senza memoria su una spiaggia, dove farà la conoscenza di Kouta, un giovane studente universitario appena trasferitosi nel paese. Una trama semplice ma di grande effetto, ricca di atmosfere cupe, misteriose e ansiogene, intervallate da brevi momenti di svago. Forse sono questi ultimi, o per meglio dire il loro abuso, l'unica nota stridente di un'opera monumentale quale "Elfen Lied".
Apparentemente un poco studiato insieme di vari generi, quali ecchi, splatter, horror, commedia, sentimentale ed altri ancora, in realtà una piccola opera d'arte, macchiata solamente da una non sempre proficua ridistribuzione di questi, e da uno stile grafico inizialmente grezzo ed incurante delle proporzioni. Una storia che nella sua semplicità riesce a coinvolgere il lettore sin dalle prime battute, scaraventandolo in una realtà che vede contrapporsi, in segreto, il genere umano contro i Diclonius, considerati uno stadio evoluto dell'homo sapiens. Ed è proprio l'evoluzionismo il principale tema che Lynn Okamoto decide di trattare in "Elfen Lied", gli attriti che si possono venire a creare fra due specie diverse, seppur fra loro estremamente simili. Altra nota positiva è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi. Nel corposo gruppo di protagonisti principali, non vi è un solo elemento che goda di una personalità ordinaria.
Vari sono i disturbi della personalità che affliggono le loro vite, a partire da Kouta, che cancella involontariamente una parte dei suoi ricordi per difendersi dal dolore, sino a Lucy, costretta a convivere con diverse personalità che a seconda del momento prendono il sopravvento. Altro personaggio palesemente complessato è Nana, che ritrova nel suo finto padre la figura della salvezza, sviluppando nei suoi confronti un attaccamento morboso e ossessivo. Questi ed altri ancora sono i principali attori che recitano nell'universo di "Elfen Lied", e costituiscono sicuramente una premessa interessante. In conclusione, "Elfen Lied" è un manga crudo e violento, ricco di mistero e colpi di scena che sapranno catturare il lettore sin dai primi capitoli. Un'opera nella quale anche i momenti di gioia e di vita quotidiana assumeranno delle strane sembianze, conservando quella sensazione di malinconia che contraddistingue il prodotto. Un'opera diversa ed originale, ed anche per questo, estremamente consigliata.
"Elfen Lied" è un'opera piena e completa che riesce a trasmettere varie emozioni volume per volume.
La storia è concentrata sulle Diclonius, nuova specie umana in grado di usare vettori grazie a uno sviluppo di una ghiandola nel loro cervello; questi vettori sono in grado di tranciare un essere umano dall'interno con una facilità incredibile. Per la società loro sono una minaccia e gli alti ranghi hanno ideato una struttura dove tenerli in prigionia e condurre su di essi degli esperimenti per studiarli e trarne vantaggi.
La trama principale vede la Diclonius più potente, Lucy che evade da questa struttura facendo strage di chiunque la ostacoli, ma una volta fuori dalla struttura riceve un colpo alla testa precipitando dallo scoglio finendo in mare. La giovane Lucy verrà ritrovata sulla spiaggia di una tranquilla cittadina da una coppia di ragazzini che la soccorrono portandola in casa loro. Qui si vede il danno prodotto dall'incidente, infatti la Diclonius mostra subito un'altra personalità, o meglio uno sdoppiamento di personalità, dove da un lato c'è la tenera infantile Nyu e dall'altro la terribile omicida Lucy.
Sicuramente "Elfen Lied" è una storia che sorprende, un capolavoro per dirla tutta, trama semplice ma con uno sviluppo impressionante che non ti lascia via di fuga, ti cattura e non puoi far altro che continuare a leggere. Ti affezioni ai personaggi che a modo loro, sanno come farti sorridere e anche commuovere; il giovane protagonista Kota è un adolescente molto curioso ma molto responsabile, infatti lui stesso decide di prendersi cura della Diclonius. L'amica d'infanzia Yuka che ha un debole per lui e vede la nuova arrivata come un pericolo ma è una brava ragazza con dei principi e quindi anche lei darà il suo massimo per prendersi cura della ragazza. La doppia personalità che acquisisce la protagonista è un colpo di genio.
Da un lato abbiamo Lucy, la terribile Diclonius con un altrettanto terribile passato che la resa cattiva e senza pietà, però il suo cuore non è pieno solo di collera e odio ma una gran parte del suo cuore è stato conquistato durante la sua prima fuga da bambina. Questo amore per lei non sarà un ostacolo, bensì una salvezza, il mondo e la sua gente per lei è l'ostacolo che gli si para davanti. Non ha pietà per nessuno e il suo interesse è essere libera e liberare il mondo dal marcio genere umano, anche se lei stessa più volte si è definita un mostro, un errore.
Dall'altra parte abbiamo Nyu, chiamata così da Kota perché non sa dire altro che nyu, tenera e sbadata combina guai ma con un cuore grande. La giovane avrà permanenza nella casa del giovane protagonista che fin da subito riceverà attenzioni e tanto affetto, forse un po' troppo in alcune scene divertenti. Nyu mostrerà un attaccamento a Kota quasi come una sorta di cotta o attrazione che metterà in crisi l'amicizia tra Kota e Yuka.
Spesso le due parti entreranno in contrasto in occasioni non sempre comode.
L'unico vero difetto di "Elfen Lied" sono i disegni, molto superficiali senza dettagli in particolare, errori banali... Insomma, non ho molto gradito i disegni di Okamoto, la sua mano non riflette al cento percento la sua genialità però ovviamente non sono da buttare. Si poteva fare meglio ma la magnifica storia copre il difetto che sicuramente importerà a pochi dopo aver terminato il manga.
Il finale di "Elfen Lied" è una bomba! Magnifico come mi aspettavo, pieno di emozioni che si concentrano in una lacrima e molto soddisfacente.
In conclusione il manga ha molti pro dalla sua parte e un solo contro, ripeto se non fosse stato per i disegni quest'opera poteva avere sicuramente un voto superiore ma così è già un capolavoro!
La storia è concentrata sulle Diclonius, nuova specie umana in grado di usare vettori grazie a uno sviluppo di una ghiandola nel loro cervello; questi vettori sono in grado di tranciare un essere umano dall'interno con una facilità incredibile. Per la società loro sono una minaccia e gli alti ranghi hanno ideato una struttura dove tenerli in prigionia e condurre su di essi degli esperimenti per studiarli e trarne vantaggi.
La trama principale vede la Diclonius più potente, Lucy che evade da questa struttura facendo strage di chiunque la ostacoli, ma una volta fuori dalla struttura riceve un colpo alla testa precipitando dallo scoglio finendo in mare. La giovane Lucy verrà ritrovata sulla spiaggia di una tranquilla cittadina da una coppia di ragazzini che la soccorrono portandola in casa loro. Qui si vede il danno prodotto dall'incidente, infatti la Diclonius mostra subito un'altra personalità, o meglio uno sdoppiamento di personalità, dove da un lato c'è la tenera infantile Nyu e dall'altro la terribile omicida Lucy.
Sicuramente "Elfen Lied" è una storia che sorprende, un capolavoro per dirla tutta, trama semplice ma con uno sviluppo impressionante che non ti lascia via di fuga, ti cattura e non puoi far altro che continuare a leggere. Ti affezioni ai personaggi che a modo loro, sanno come farti sorridere e anche commuovere; il giovane protagonista Kota è un adolescente molto curioso ma molto responsabile, infatti lui stesso decide di prendersi cura della Diclonius. L'amica d'infanzia Yuka che ha un debole per lui e vede la nuova arrivata come un pericolo ma è una brava ragazza con dei principi e quindi anche lei darà il suo massimo per prendersi cura della ragazza. La doppia personalità che acquisisce la protagonista è un colpo di genio.
Da un lato abbiamo Lucy, la terribile Diclonius con un altrettanto terribile passato che la resa cattiva e senza pietà, però il suo cuore non è pieno solo di collera e odio ma una gran parte del suo cuore è stato conquistato durante la sua prima fuga da bambina. Questo amore per lei non sarà un ostacolo, bensì una salvezza, il mondo e la sua gente per lei è l'ostacolo che gli si para davanti. Non ha pietà per nessuno e il suo interesse è essere libera e liberare il mondo dal marcio genere umano, anche se lei stessa più volte si è definita un mostro, un errore.
Dall'altra parte abbiamo Nyu, chiamata così da Kota perché non sa dire altro che nyu, tenera e sbadata combina guai ma con un cuore grande. La giovane avrà permanenza nella casa del giovane protagonista che fin da subito riceverà attenzioni e tanto affetto, forse un po' troppo in alcune scene divertenti. Nyu mostrerà un attaccamento a Kota quasi come una sorta di cotta o attrazione che metterà in crisi l'amicizia tra Kota e Yuka.
Spesso le due parti entreranno in contrasto in occasioni non sempre comode.
L'unico vero difetto di "Elfen Lied" sono i disegni, molto superficiali senza dettagli in particolare, errori banali... Insomma, non ho molto gradito i disegni di Okamoto, la sua mano non riflette al cento percento la sua genialità però ovviamente non sono da buttare. Si poteva fare meglio ma la magnifica storia copre il difetto che sicuramente importerà a pochi dopo aver terminato il manga.
Il finale di "Elfen Lied" è una bomba! Magnifico come mi aspettavo, pieno di emozioni che si concentrano in una lacrima e molto soddisfacente.
In conclusione il manga ha molti pro dalla sua parte e un solo contro, ripeto se non fosse stato per i disegni quest'opera poteva avere sicuramente un voto superiore ma così è già un capolavoro!
Elfen Lied è un manga strutturato in 12 volumi, 107 capitoli che narrano le vicissitudini di Lucy/Kaede, una diclonius (un mutante) pericolosa, sadica, violenta e che minaccia di estinguere l'umanità. Fin qui tutto nella norma, se non fosse che l'introspezione psicologica di questo personaggio è una delle più complesse ed efficaci mai lette prima: doppia personalità, traumi passati di elevata crudeltà, violenza, discriminazione, odio razziale, evoluzionismo, curiosità sessuale e tanto altro. Voi penserete sia impossibile immettere tutte queste tematiche e sfaccettature all'interno di un singolo personaggio. Forse sì ma vi assicuro che cambierete idea leggendo questa splendida opera, raffinata, crudele e reale in ogni sua pagina, senza mezze misure, anzi rappresenta l'umanità nei suoi aspetti più nascosti e tenebrosi. Ebbene Lucy è un personaggio difficilmente collocabile nel classico schema buono o cattivo, poiché probabilmente non appartiene a nessuna delle due categorie o forse appartiene ad entrambe, mediante le sue diverse personalità. Nel corso della storia, contornata da profonda tristezza e talvolta disperazione, si cercherà una risposta al dramma di Lucy e il finale ideato da Lynn Okamoto rispecchia perfettamente l'ideologia di fondo che si nota leggendo il manga. Tante lacrime, sofferenza e commozione accompagnano più volte la lettura e le vicende dei protagonisti, tutti ben caratterizzati, dal primo all'ultimo, presunti amici e nemici, con spessore non indifferente e relazioni interpersonali grandiose, mai banali.
Alcune immagini sono pesanti da osservare perché sanguinose, drammatiche per i protagonisti e per chi legge, spesso colpito da tanto crudele realismo. Infatti si toccano temi sociali controversi come la pedofilia (esplicata senza problemi tramite scene forti), violenza sessuale e sperimentazione sadica su bambine. Posso scrivere con certezza, dunque, che questa opera non la consiglierei ai deboli di stomaco, oltre che ad un pubblico sensibile perché ne rimarrebbe traumatizzato. Non nascondo, d'altra parte, che più di qualche pagina mi ha lasciato un senso di angoscia, tristezza e malinconia, riuscendo a suscitare in me profondi emozioni di portata maestosa, cogliendo nel segno.
Le differenze tra anime e manga sono innumerevoli a causa di scelte divergenti e altre ragioni. Ad esempio il finale dell'anime è notevolmente addolcito rispetto al manga, che invece continua imperterrito verso la sua strada e il suo obbiettivo, evitando coscientemente di addolcire Lucy/Kaede. Ecco perché preferisco il manga: più realistica la reazione di Kouta al ricordo del suo tragico passato, fatto che mi ha sorpreso positivamente perché la curiosa reazione narrata nell'anime era stata uno dei difetti, a mio parere, della serie, qui invero cancellata. Inoltre il manga presenta una crudeltà e una violenza maggiore, senza censure, in particolare demonizzando la protagonista nel corso della serie, più spietata (e disperata) che mai, scavando tuttavia a fondo nelle sue ragioni, originando un contrasto continuo tra buoni e cattivi, accentuato dalle personalità di Nyu (dolce e innocente) e quella di Lucy (sadica, violenta e psicopatica). Poi nell'anime non è presente il personaggio femminile di Nozomi, peraltro abbastanza inutile ai fini della trama e che, quindi, non lascia niente di trascendentale nel manga, anzi lo si dimentica facilmente se confrontato con lo spessore degli altri.
Proprio i flashback relativi a Lucy sono qualcosa di tristissimo ed epico, bellissimi e rari: meritano di essere riletti più volte per comprendere a pieno lo stato emotivo del personaggio, la sua vita distrutta, il desiderio di avere qualcuno con cui parlare e una casa in cui vivere in tranquillità. Spettacolare quanto angosciante... complimenti all'autore!
Il manga presenta, specie nei primi volumi, momenti ecchi e romantici, non volgari o disgustosi, ma leggeri e spesso divertenti. Evidentemente l'autore ha voluto inserire scene in contrasto con il dramma sociale che la fa da padrone, riuscendo nell'obbiettivo, salvo poi spostarsi nella seconda e ultima parte della storia, nell'azione e nel dramma puro e concreto.
Degni di menzione alcuni personaggi particolarmente coinvolgenti e sconvolgenti, a seconda dei punti di vista: Kurama, il direttore del laboratorio di ricerca, Nana, una diclonius incapace di uccidere, Bandou, sadico militare che però subirà una trasformazione nel corso della storia, e Mayu, dolce bambina-ragazzina vittima di pesanti abusi.
I disegni sono imbarazzanti nei primi 6 volumi, probabilmente l'unica stonatura all'interno di questo manga. Purtroppo i personaggi sono disegnati male e sotto questo aspetto, rende meglio l'anime, perché disegna in maniera nettamente preferibile i personaggi. Tuttavia dal settimo volume in poi, Okamoto, preso coscienza di ciò ed essendosi esercitato, mostra progressi sorprendentemente positivi, donando ai restanti volumi disegni, proporzioni e tratti ottimali, perfetti per un'opera così sublime.
Oltre ai disegni, a mio parere, l'unico vero difettuccio è la ricomparsa strana, alla fine della storia, di alcuni personaggi dati per morti certi nei precedenti capitoli, uno in particolare di cui non faccio il nome. Onestamente comunque non lo considero un difetto grave, forse solo una piccola luce in una eccessiva oscurità dell'autore, che avrà voluto cercare di mitigare, per quanto possibile, il finale di questo manga. Quindi posso assolutamente concludere questa mia recensione promuovendo Elfen Lied col massimo dei voti, ossia 10 meritato, grazie ad un coinvolgimento emotivo e personale di elevato livello. Un'opera consigliata a tutti (con le dovute restrizioni enunciate qui sopra), perché penso riesca a entrare nei cuori di tutti, indimenticabile storia e personaggi, specie la protagonista, di un manga tra i più belli mai letti nella mia vita, a dir la verità il più bello. Applausi scroscianti!
Alcune immagini sono pesanti da osservare perché sanguinose, drammatiche per i protagonisti e per chi legge, spesso colpito da tanto crudele realismo. Infatti si toccano temi sociali controversi come la pedofilia (esplicata senza problemi tramite scene forti), violenza sessuale e sperimentazione sadica su bambine. Posso scrivere con certezza, dunque, che questa opera non la consiglierei ai deboli di stomaco, oltre che ad un pubblico sensibile perché ne rimarrebbe traumatizzato. Non nascondo, d'altra parte, che più di qualche pagina mi ha lasciato un senso di angoscia, tristezza e malinconia, riuscendo a suscitare in me profondi emozioni di portata maestosa, cogliendo nel segno.
Le differenze tra anime e manga sono innumerevoli a causa di scelte divergenti e altre ragioni. Ad esempio il finale dell'anime è notevolmente addolcito rispetto al manga, che invece continua imperterrito verso la sua strada e il suo obbiettivo, evitando coscientemente di addolcire Lucy/Kaede. Ecco perché preferisco il manga: più realistica la reazione di Kouta al ricordo del suo tragico passato, fatto che mi ha sorpreso positivamente perché la curiosa reazione narrata nell'anime era stata uno dei difetti, a mio parere, della serie, qui invero cancellata. Inoltre il manga presenta una crudeltà e una violenza maggiore, senza censure, in particolare demonizzando la protagonista nel corso della serie, più spietata (e disperata) che mai, scavando tuttavia a fondo nelle sue ragioni, originando un contrasto continuo tra buoni e cattivi, accentuato dalle personalità di Nyu (dolce e innocente) e quella di Lucy (sadica, violenta e psicopatica). Poi nell'anime non è presente il personaggio femminile di Nozomi, peraltro abbastanza inutile ai fini della trama e che, quindi, non lascia niente di trascendentale nel manga, anzi lo si dimentica facilmente se confrontato con lo spessore degli altri.
Proprio i flashback relativi a Lucy sono qualcosa di tristissimo ed epico, bellissimi e rari: meritano di essere riletti più volte per comprendere a pieno lo stato emotivo del personaggio, la sua vita distrutta, il desiderio di avere qualcuno con cui parlare e una casa in cui vivere in tranquillità. Spettacolare quanto angosciante... complimenti all'autore!
Il manga presenta, specie nei primi volumi, momenti ecchi e romantici, non volgari o disgustosi, ma leggeri e spesso divertenti. Evidentemente l'autore ha voluto inserire scene in contrasto con il dramma sociale che la fa da padrone, riuscendo nell'obbiettivo, salvo poi spostarsi nella seconda e ultima parte della storia, nell'azione e nel dramma puro e concreto.
Degni di menzione alcuni personaggi particolarmente coinvolgenti e sconvolgenti, a seconda dei punti di vista: Kurama, il direttore del laboratorio di ricerca, Nana, una diclonius incapace di uccidere, Bandou, sadico militare che però subirà una trasformazione nel corso della storia, e Mayu, dolce bambina-ragazzina vittima di pesanti abusi.
I disegni sono imbarazzanti nei primi 6 volumi, probabilmente l'unica stonatura all'interno di questo manga. Purtroppo i personaggi sono disegnati male e sotto questo aspetto, rende meglio l'anime, perché disegna in maniera nettamente preferibile i personaggi. Tuttavia dal settimo volume in poi, Okamoto, preso coscienza di ciò ed essendosi esercitato, mostra progressi sorprendentemente positivi, donando ai restanti volumi disegni, proporzioni e tratti ottimali, perfetti per un'opera così sublime.
Oltre ai disegni, a mio parere, l'unico vero difettuccio è la ricomparsa strana, alla fine della storia, di alcuni personaggi dati per morti certi nei precedenti capitoli, uno in particolare di cui non faccio il nome. Onestamente comunque non lo considero un difetto grave, forse solo una piccola luce in una eccessiva oscurità dell'autore, che avrà voluto cercare di mitigare, per quanto possibile, il finale di questo manga. Quindi posso assolutamente concludere questa mia recensione promuovendo Elfen Lied col massimo dei voti, ossia 10 meritato, grazie ad un coinvolgimento emotivo e personale di elevato livello. Un'opera consigliata a tutti (con le dovute restrizioni enunciate qui sopra), perché penso riesca a entrare nei cuori di tutti, indimenticabile storia e personaggi, specie la protagonista, di un manga tra i più belli mai letti nella mia vita, a dir la verità il più bello. Applausi scroscianti!
Il bisogno dell'uomo di essere accettato è radicato in ognuno di noi e cercare prepotentemente di soffocarlo, fingendo che la solitudine non ci ferisca, è una mera utopia. Ognuno di noi sa, nel profondo del suo cuore, di desiderare ardentemente di essere amato. Anche solo una parola, un gesto, un sorriso possono alleviare le pene dell'animo.
Questo è "Elfen Lied". Un'opera intima che colpisce nel profondo chi la legge. Un'opera matura che racconta di come la discriminazione, il disprezzo delle altrui esistenze, le paure che proviamo per ciò che è diverso conducano soltanto l'umanità sull'orlo del baratro.
Lucy fa parte di una razza chiamata Diclonius, in forza di una loro caratteristica preponderante: si tratta di donne munite di piccole corna. Questo peculiare elemento distintivo genera, però, preoccupazione nel prossimo. Coloro che si approcciano ai Diclonius lo fanno con disprezzo e paura. Trattandosi poi di una nuova razza destinata, secondo gli scienziati, a proliferare e a sostituire l'umanità così come noi la conosciamo, si alimenta sempre di più un fuoco di odio che porta questi studiosi ad abusare del corpo delle giovani Diclonius, sottoposte a torture terribili ed inimmaginabili. Nasce così una concatenazione di eventi tragici che conduce le due specie sul ciglio di una vera e propria guerra.
Di fronte alle crudeltà subite, nella nuova razza si palesa in modo innato un desiderio di sopravvivenza e di autoconservazione, che spinge queste ragazze, ree di essere "insolite", ad odiare l'essere umano e a volerlo annientare.
Tutto scaturisce dall'ignoranza, un male assoluto che spinge la sete di conoscenza ai massimi livelli, trasformando l'essere umano in qualcosa di abominevole. Questi diviene pronto a tutto, arrivando al punto di macchiarsi di crimini riprovevoli.
In questo turbinio di dolore, nasce l'amicizia tra Lucy e Kota. I due si incontrano in circostanze fortuite. Lucy, che nella vita ha conosciuto tutto, tranne che l'amore, è una ragazzina disincantata che teme il prossimo, ma ancor di più la solitudine. Kota è un bambino gentile e buono che ha vissuto, viceversa, circondato dal calore familiare. Un solo sorriso, ingenuo e puro, di Kota riesce a far rinascere in Lucy la speranza di poter trovare il suo posto nel mondo e di vivere felice. Un senso di forte attaccamento che, però, sfocia in un tragico evento che segnerà per sempre Kota e Lucy e, conseguentemente, il loro rapporto. Quando i due si rincontrano, diversi anni dopo, non si riconoscono, ma il sentimento che provano, l'uno verso l'altro, è ancora vivido e destinato a legarli in eterno.
La storia di "Elfen Lied" è cruda. Senza mezzi termini l'autore, in modo coraggioso, si sporca le mani e ci mostra quanto possa essere deplorevole l'animo umano. Violenze e sevizie, fisiche e psicologiche, sono all'ordine del giorno per una storia dai tratti splatter, in cui non si capisce, fino all'ultimo, chi sia il vero carnefice. In questa battaglia tra specie, chi è il vero assassino, i diclonius o gli esseri umani? Okamoto lascia a noi l'ultima parola. Ci permette di decidere in autonomia. Dopo averci fornito gli strumenti per operare, possiamo interpretare i fatti e dare noi la risposta; una risposa assolutamente soggettiva e personale.
Tuttavia, Elfen Lied non è solo questo. Non c'è solo disperazione. C'è luce, c'è speranza, emerge chiaramente un forte desiderio di amare e di essere amati. Un velo malinconico accompagna la lettura di questo manga da cui traspaiono valori importanti.
Nonostante gli ottimi contenuti, però, molte sono le pecche dell'opera in questione. Si palesa, difatti, troppo spesso, l'immaturità che contraddistingue un autore alle prese con il suo primo manga. Probabilmente, l'ardore e la voglia di dare tutto di sé, ha spinto Okamoto a commetter parecchie sbavature.
La storia, sovente, si inalbera, prendendo strade impervie. Non si comprende, per l'appunto, perché si sia, forzatamente, voluto inserire degli elementi che hanno, di fatto, solo appesantito una trama già complessa, rallentando la narrazione e rendendola addirittura claudicante, a tratti. In primis, il risvolto harem: la presenza di un protagonista anonimo affiancato da una serie di donne di cui, molte volte, non è chiaro il ruolo, mal si concilia con la trama di fondo che vuole far passare un messaggio preciso e profondo. In particolare, è incomprensibile l'entrata in scena di alcuni personaggi, piuttosto/troppo bizzarri che finiscono per non comunicare nulla se non un senso di fastidio.
Volutamente, si è agito in un modo che ha determinato una perdita di valore per un'opera che sarebbe stata riuscitissima anche senza tutte le forzature introdotte.
Pure, la presenza di un tocco ecchi molto pesante, ai limiti dell'hentai (mi si conceda il termine, seppur, non troppo calzante) e messo a caso, non ha fatto che interrompere situazioni ricche di pathos, rendendole grottesche.
Il tratto stesso dell'autore è particolarmente ostico. Seppure ci sia un miglioramento rispetto agli inizi, rimane comunque a un livello non soddisfacente e, purtroppo, non costituisce un valore aggiunto.
Alla luce di tutto, ponendo su di una bilancia gli aspetti positivi e negativi, che vanno ben ponderati, non si può dire, di rimanere pienamente soddisfatti dalla lettura di "Elfen Lied", un'opera dalla quale ci si aspetta molto di più. Un titolo dalle enormi potenzialità, rimaste in parte sopite.
Questo è "Elfen Lied". Un'opera intima che colpisce nel profondo chi la legge. Un'opera matura che racconta di come la discriminazione, il disprezzo delle altrui esistenze, le paure che proviamo per ciò che è diverso conducano soltanto l'umanità sull'orlo del baratro.
Lucy fa parte di una razza chiamata Diclonius, in forza di una loro caratteristica preponderante: si tratta di donne munite di piccole corna. Questo peculiare elemento distintivo genera, però, preoccupazione nel prossimo. Coloro che si approcciano ai Diclonius lo fanno con disprezzo e paura. Trattandosi poi di una nuova razza destinata, secondo gli scienziati, a proliferare e a sostituire l'umanità così come noi la conosciamo, si alimenta sempre di più un fuoco di odio che porta questi studiosi ad abusare del corpo delle giovani Diclonius, sottoposte a torture terribili ed inimmaginabili. Nasce così una concatenazione di eventi tragici che conduce le due specie sul ciglio di una vera e propria guerra.
Di fronte alle crudeltà subite, nella nuova razza si palesa in modo innato un desiderio di sopravvivenza e di autoconservazione, che spinge queste ragazze, ree di essere "insolite", ad odiare l'essere umano e a volerlo annientare.
Tutto scaturisce dall'ignoranza, un male assoluto che spinge la sete di conoscenza ai massimi livelli, trasformando l'essere umano in qualcosa di abominevole. Questi diviene pronto a tutto, arrivando al punto di macchiarsi di crimini riprovevoli.
In questo turbinio di dolore, nasce l'amicizia tra Lucy e Kota. I due si incontrano in circostanze fortuite. Lucy, che nella vita ha conosciuto tutto, tranne che l'amore, è una ragazzina disincantata che teme il prossimo, ma ancor di più la solitudine. Kota è un bambino gentile e buono che ha vissuto, viceversa, circondato dal calore familiare. Un solo sorriso, ingenuo e puro, di Kota riesce a far rinascere in Lucy la speranza di poter trovare il suo posto nel mondo e di vivere felice. Un senso di forte attaccamento che, però, sfocia in un tragico evento che segnerà per sempre Kota e Lucy e, conseguentemente, il loro rapporto. Quando i due si rincontrano, diversi anni dopo, non si riconoscono, ma il sentimento che provano, l'uno verso l'altro, è ancora vivido e destinato a legarli in eterno.
La storia di "Elfen Lied" è cruda. Senza mezzi termini l'autore, in modo coraggioso, si sporca le mani e ci mostra quanto possa essere deplorevole l'animo umano. Violenze e sevizie, fisiche e psicologiche, sono all'ordine del giorno per una storia dai tratti splatter, in cui non si capisce, fino all'ultimo, chi sia il vero carnefice. In questa battaglia tra specie, chi è il vero assassino, i diclonius o gli esseri umani? Okamoto lascia a noi l'ultima parola. Ci permette di decidere in autonomia. Dopo averci fornito gli strumenti per operare, possiamo interpretare i fatti e dare noi la risposta; una risposa assolutamente soggettiva e personale.
Tuttavia, Elfen Lied non è solo questo. Non c'è solo disperazione. C'è luce, c'è speranza, emerge chiaramente un forte desiderio di amare e di essere amati. Un velo malinconico accompagna la lettura di questo manga da cui traspaiono valori importanti.
Nonostante gli ottimi contenuti, però, molte sono le pecche dell'opera in questione. Si palesa, difatti, troppo spesso, l'immaturità che contraddistingue un autore alle prese con il suo primo manga. Probabilmente, l'ardore e la voglia di dare tutto di sé, ha spinto Okamoto a commetter parecchie sbavature.
La storia, sovente, si inalbera, prendendo strade impervie. Non si comprende, per l'appunto, perché si sia, forzatamente, voluto inserire degli elementi che hanno, di fatto, solo appesantito una trama già complessa, rallentando la narrazione e rendendola addirittura claudicante, a tratti. In primis, il risvolto harem: la presenza di un protagonista anonimo affiancato da una serie di donne di cui, molte volte, non è chiaro il ruolo, mal si concilia con la trama di fondo che vuole far passare un messaggio preciso e profondo. In particolare, è incomprensibile l'entrata in scena di alcuni personaggi, piuttosto/troppo bizzarri che finiscono per non comunicare nulla se non un senso di fastidio.
Volutamente, si è agito in un modo che ha determinato una perdita di valore per un'opera che sarebbe stata riuscitissima anche senza tutte le forzature introdotte.
Pure, la presenza di un tocco ecchi molto pesante, ai limiti dell'hentai (mi si conceda il termine, seppur, non troppo calzante) e messo a caso, non ha fatto che interrompere situazioni ricche di pathos, rendendole grottesche.
Il tratto stesso dell'autore è particolarmente ostico. Seppure ci sia un miglioramento rispetto agli inizi, rimane comunque a un livello non soddisfacente e, purtroppo, non costituisce un valore aggiunto.
Alla luce di tutto, ponendo su di una bilancia gli aspetti positivi e negativi, che vanno ben ponderati, non si può dire, di rimanere pienamente soddisfatti dalla lettura di "Elfen Lied", un'opera dalla quale ci si aspetta molto di più. Un titolo dalle enormi potenzialità, rimaste in parte sopite.
"Elfen Lied" è il primo manga di Lynn Okamoto, ex dipendente della Bandai che si è improvvisato mangaka. Il lettore esperto infatti noterà subito la mancanza di studi da parte dell'autore, sia per i disegni scadenti che per l'uso molto elementare delle regole della prospettiva.
I punti di forza di questo manga sono quindi la trama e la sceneggiatura, che incalzano subito il lettore con numerosi colpi di scena e una certa commistione di generi, che spazia dallo fantascientifico allo psicologico con incursioni nell'harem e nell'ecchi (che comunque sanno molto di fanservice).
Lucy è una diclonius, ovvero un mutante dotato di delle braccia invisibili dette "vettori" che le permettono di avere un potenziale distruttivo enorme. Ella è tenuta prigioniera in un laboratorio in cui, insieme ad altre femmine della sua specie, viene sottoposta a sfiancanti torture tra atroci sofferenze. Gli scienziati umani, comandati da una misteriosa organizzazione, vogliono evidentemente usare questi mutanti a scopi bellici. Tuttavia sembra che abbiano anche dei secondi fini, in quanto Lucy è l'unica diclonius fertile, che potrebbe dare origine ad una stirpe di mutanti in grado di rimpiazzare l'ormai "obsoleto" genere umano.
La nostra protagonista, attraverso un notevole bagno di sangue (i "vettori" sono in grado di macellare orde di soldati senza problema), riesce a fuggire dalla struttura. Essendo quest'ultima in grado di deviare proiettili standard, ma non quelli anticarro, verrà colpita da uno di questi ultimi in testa e perderà coscienza, cadendo in mare.
L'amnesia provocherà un'ulteriore sdoppiamento di personalità nella già disturbata Lucy, che alla fine si ritroverà ad avere una personalità bambina (l'Ego), in grado a malapena di parlare, una personalità cupa legata ai traumi infantili subiti (il Superego) e una personalità istintiva e omicida, il cui scopo è sterminare la razza umana per permettere l'avvento dei diclonius (l'Es). In psicologia quindi i traumi subiti dalla protagonista e la sua condizione di "mutazione favorevole" hanno sdoppiato la sua personalità in Ego, Superego e Es. In biologia è naturale che una mutazione favorevole cerchi di distruggere quella sfavorevole, in questo caso l'uomo comune. Quindi le continue carneficine che compie la protagonista avrebbero una motivazione naturalistica. Tuttavia la situazione è più complessa: le tre personalità sono in contrasto tra loro, e spesso l'Ego o il Superego interferiranno o cercheranno di bloccare il pericoloso Es. L'evento determinante di questo conflitto interiore nella protagonista è l'incontro casuale con Kota, studente universitario che sembra avere un ruolo chiave nel suo passato. Tuttavia Kota ha rimosso, in seguito ad un trauma collegato a Lucy stessa, i ricordi riguardanti il suo passato con lei. Dopo il ritrovamento sulla spiaggia, il protagonista ignaro porta la ragazza a casa sua, nonostante essa riesca a malapena ad esprimersi, in quanto il colpo in testa ricevuto durante la fuga l'ha messa in modalità Ego.
Il ragazzo si ritroverà ad avere in casa una bomba a orologeria, e questo fatto farà degenerare gli eventi e causerà il coinvolgimento della potente organizzazione che ricerca Lucy per chissà quali loschi fini.
Chi è arrivato a leggere fin qui avrà capito che le premesse per generare una storia piena di colpi di scena e dal ritmo serrato ci sono tutte. Le grosse influenze che ha avuto questo autore nella stesura della sceneggiatura sono senza dubbio "Narutaru" e "Xenogears". Da "Narutaru" "Elfen Lied" prende in prestito il tema della violenza sessuale sui minori, le braccia che spuntano dalla terra, la violenza estrema causata da dei ragazzi molto giovani a cui è stato concesso un enorme potere (in "Narutaru" erano gli adolescenti in possesso di un drago, in "Elfen Lied" sono le giovanissime Diclonius). Da "Xenogears" prende in prestito invece tutto il discorso sulle personalità multiple: infatti il protagonista di questo famoso GDR ne ha tre, una delle quali si chiama Id (sinonimo di Es) e vuole annientare definitivamente la razza umana, esattamente come Lucy. Inoltre anche a livello grafico troveremo nella lettura del manga molti (grossolani) richiami a queste due opere, come ad esempio il panettone con gli occhi che è il boss finale di "Xenogears".
I personaggi del manga di "Elfen Lied", a partire dai due protagonisti, sono nettamente caratterizzati meglio rispetto all'anime. Inoltre il manga fornisce un vero e proprio finale senza lasciare nulla in sospeso, come invece faceva la sua controparte animata. Sapremo quindi cosa succederà alla losca organizzazione e vedremo reazioni più credibili dei personaggi in seguito alle tragedie che li colpiranno.
L'edizione Planet manga è molto strana, in quanto è avvolta da una sorta di busta di plastica. Forse l'hanno messa per evitare denunce data la violenza che coinvolge minorenni (ma allora anche la Star Comics avrebbe dovuto far imbustare "Narutaru"!), oppure più semplicemente per nascondere i disegni orrendi (che tuttavia migliorano progressivamente con l'avanzare della storia). Comunque il prezzo è un po' alto per la qualità effettiva dell'edizione: 6,50 euro a volume sono troppi.
In definitiva il voto che secondo me merita "Elfen Lied" è sette e mezzo, tuttavia arrotondo a sette a causa dell'elevato prezzo di copertina e del fanservice abbastanza inutile che spesso caratterizza quest'opera. Per essere il lavoro di un esordiente comunque non è male, e auguro a Lynn Okamoto di continuare ad appassionare i lettori e di riuscire a sviluppare uno stile grafico più originale e maturo.
I punti di forza di questo manga sono quindi la trama e la sceneggiatura, che incalzano subito il lettore con numerosi colpi di scena e una certa commistione di generi, che spazia dallo fantascientifico allo psicologico con incursioni nell'harem e nell'ecchi (che comunque sanno molto di fanservice).
Lucy è una diclonius, ovvero un mutante dotato di delle braccia invisibili dette "vettori" che le permettono di avere un potenziale distruttivo enorme. Ella è tenuta prigioniera in un laboratorio in cui, insieme ad altre femmine della sua specie, viene sottoposta a sfiancanti torture tra atroci sofferenze. Gli scienziati umani, comandati da una misteriosa organizzazione, vogliono evidentemente usare questi mutanti a scopi bellici. Tuttavia sembra che abbiano anche dei secondi fini, in quanto Lucy è l'unica diclonius fertile, che potrebbe dare origine ad una stirpe di mutanti in grado di rimpiazzare l'ormai "obsoleto" genere umano.
La nostra protagonista, attraverso un notevole bagno di sangue (i "vettori" sono in grado di macellare orde di soldati senza problema), riesce a fuggire dalla struttura. Essendo quest'ultima in grado di deviare proiettili standard, ma non quelli anticarro, verrà colpita da uno di questi ultimi in testa e perderà coscienza, cadendo in mare.
L'amnesia provocherà un'ulteriore sdoppiamento di personalità nella già disturbata Lucy, che alla fine si ritroverà ad avere una personalità bambina (l'Ego), in grado a malapena di parlare, una personalità cupa legata ai traumi infantili subiti (il Superego) e una personalità istintiva e omicida, il cui scopo è sterminare la razza umana per permettere l'avvento dei diclonius (l'Es). In psicologia quindi i traumi subiti dalla protagonista e la sua condizione di "mutazione favorevole" hanno sdoppiato la sua personalità in Ego, Superego e Es. In biologia è naturale che una mutazione favorevole cerchi di distruggere quella sfavorevole, in questo caso l'uomo comune. Quindi le continue carneficine che compie la protagonista avrebbero una motivazione naturalistica. Tuttavia la situazione è più complessa: le tre personalità sono in contrasto tra loro, e spesso l'Ego o il Superego interferiranno o cercheranno di bloccare il pericoloso Es. L'evento determinante di questo conflitto interiore nella protagonista è l'incontro casuale con Kota, studente universitario che sembra avere un ruolo chiave nel suo passato. Tuttavia Kota ha rimosso, in seguito ad un trauma collegato a Lucy stessa, i ricordi riguardanti il suo passato con lei. Dopo il ritrovamento sulla spiaggia, il protagonista ignaro porta la ragazza a casa sua, nonostante essa riesca a malapena ad esprimersi, in quanto il colpo in testa ricevuto durante la fuga l'ha messa in modalità Ego.
Il ragazzo si ritroverà ad avere in casa una bomba a orologeria, e questo fatto farà degenerare gli eventi e causerà il coinvolgimento della potente organizzazione che ricerca Lucy per chissà quali loschi fini.
Chi è arrivato a leggere fin qui avrà capito che le premesse per generare una storia piena di colpi di scena e dal ritmo serrato ci sono tutte. Le grosse influenze che ha avuto questo autore nella stesura della sceneggiatura sono senza dubbio "Narutaru" e "Xenogears". Da "Narutaru" "Elfen Lied" prende in prestito il tema della violenza sessuale sui minori, le braccia che spuntano dalla terra, la violenza estrema causata da dei ragazzi molto giovani a cui è stato concesso un enorme potere (in "Narutaru" erano gli adolescenti in possesso di un drago, in "Elfen Lied" sono le giovanissime Diclonius). Da "Xenogears" prende in prestito invece tutto il discorso sulle personalità multiple: infatti il protagonista di questo famoso GDR ne ha tre, una delle quali si chiama Id (sinonimo di Es) e vuole annientare definitivamente la razza umana, esattamente come Lucy. Inoltre anche a livello grafico troveremo nella lettura del manga molti (grossolani) richiami a queste due opere, come ad esempio il panettone con gli occhi che è il boss finale di "Xenogears".
I personaggi del manga di "Elfen Lied", a partire dai due protagonisti, sono nettamente caratterizzati meglio rispetto all'anime. Inoltre il manga fornisce un vero e proprio finale senza lasciare nulla in sospeso, come invece faceva la sua controparte animata. Sapremo quindi cosa succederà alla losca organizzazione e vedremo reazioni più credibili dei personaggi in seguito alle tragedie che li colpiranno.
L'edizione Planet manga è molto strana, in quanto è avvolta da una sorta di busta di plastica. Forse l'hanno messa per evitare denunce data la violenza che coinvolge minorenni (ma allora anche la Star Comics avrebbe dovuto far imbustare "Narutaru"!), oppure più semplicemente per nascondere i disegni orrendi (che tuttavia migliorano progressivamente con l'avanzare della storia). Comunque il prezzo è un po' alto per la qualità effettiva dell'edizione: 6,50 euro a volume sono troppi.
In definitiva il voto che secondo me merita "Elfen Lied" è sette e mezzo, tuttavia arrotondo a sette a causa dell'elevato prezzo di copertina e del fanservice abbastanza inutile che spesso caratterizza quest'opera. Per essere il lavoro di un esordiente comunque non è male, e auguro a Lynn Okamoto di continuare ad appassionare i lettori e di riuscire a sviluppare uno stile grafico più originale e maturo.
Elfen Lied, ovvero "La canzone degli Elfi". Cosa mi ha spinto a leggerlo? Prima di tutto l'anime. Quell'obbrobrio di serie animata che non si conclude, perché non ha senso. Segue il manga fino a un certo punto, difatti la serie animata si conclude con lo scontro tra Lucy e la Diclonius n°35. Poi a un certo punto bam, il manga si conclude così, a fuffa... Non sto a dire che ovviamente lo scontro tra Lucy e la n°35 nel manga è completamente differente ed è da lì che la storia si evolve, procede e prende vita, spiegando misteri e quant'altro.
Di cosa parla questo manga. Beh, di per sé è molto semplice, inizialmente. Kōta (O Kouta. D'ora in poi lo scriverò in questa secondo modo, è molto più semplice) si trasferisce nella città di Kamakura causa scuola. Qui riallaccerà i rapporti con la cugina Yuka, che non vede da otto anni. Parallelamente a tutto ciò in un laboratorio governativo una strana ragazza dotata di corna evade dal centro seminando morte e distruzione praticamente ovunque. Questa ragazza è chiamata Diclonius (che per chi non lo sapesse è il nome dato ai dinosauri dotati appunto di due corna) ed ha la strana capacità di utilizzare dei vettori, ovvero delle mani invisibili capaci di affettare persone fino a una distanza di due metri. Dopo una lunga scia di sangue la Diclonius Lucy viene colpita da un proiettile, perde il casco che le copriva il viso e precipita in mare, per poi finire sulla spiaggia di Kamakura dove i protagonisti Yuka e Kouta la troveranno e la porteranno con loro a casa. Qui scopriamo una nuova Lucy, ovvero una ragazza dolce, sbadata, incapace di parlare che si presenterà ai nostri amici facendogli pipì per terra!
Anche senza leggere il manga, e guardando solo la serie di 13 episodi, ci si può rendere conto che questo manga affronta argomenti come l'alienazione, la crisi d'identità, il pregiudizio, la vendetta, l'abuso di potere (e non solo) il rimpianto e tanto altro.
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Ogni protagonista affronterà il suo passato durante il corso della storia, come per Kouta la morte della sorella minore e del padre, oppure per Lucy/Nyuu il triste trascorso in cui viene vista come "diversa" solo perché ha le corna ed è costretta a subire la crudeltà dei più grandi e dei più giovani, oppure per Mayu, che a mio parere ha il passato più devastante psicologicamente, che nel manga viene trattato in maniera cruda mostrandoci gli abusi che ha subito dal suo patrigno ma che viene affrontato altrettanto leggermente dalla protagonista a mio parere.
<b>[FINE SPOILER]</b>
I Diclonius sono una razza vista come assassina. Gli studi portano a scoprire che una Diclonius ha un'innata insensibilità, capace di uccidere a sangue freddo già dalla tenera età di tre anni, difatti la protagonista vive col marchio di assassina, e come tale si comporta.
C'è stato qualcosa che mi ha disturbato. Devo dire che Elfen Lied non mi ha fatto impazzire, mi è piaciucchiato leggerlo più che guardarlo, e forse ha perso tanto per la costante presenza di situazioni assurde in cui i ragazzini (ricordo che sono ragazzini) vengono buttati. La continua presenza di palpeggiamenti da parte di Nyuu alle sue amiche, addirittura in più scene Nyuu si trova a baciare, toccare, eccitare e palpeggiare le sue amiche. Ovviamente non servo io per dire che queste scene non hanno senso. Diciamo che sono fatte apposta per, ehm, far dire a un ragazzo "Wow! Che figo! Nyuu che limona con Yuka!". Insomma, sono scene che non hanno un senso, lo ripeto: sono fatte apposta per mettere del fan service. Oltretutto è una sorta di mini harem in cui tutte le ragazze in un modo o nell'altro provano una sorta di sentimento d'amore nei confronti del protagonista Kouta (anche se principalmente le due ragazze innamorate di Kouta sono Nyuu e Yuka).
Kouta in questa storia ha un ruolo marginale, a mio parere. I protagonisti veri e propri della serie sono i Diclonius, che vengono presi, torturati, sui quali vengono fatti degli esperimenti, mutilati, umiliati e resi schiavi degli umani. Una cosa che mi ha ulteriormente sorpreso è stato quel tema ricorrente che c'è nella maggior parte dei manga vecchi e degli ultimi tempi. Passando per Kira di Death Note, all'Akatsuki di Naruto, ai W.I.S.E. di Psyren (e a tanti altri) tutti hanno in comune una cosa con il direttore del centro governativo che si occupa dello studio dei Diclonius: Kakuzawa vuole diventare il Dio di un Nuovo Mondo! Non è spoiler, questo suo ideale è presente anche nella serie animata. Il direttore Kakuzawa vuole dare vita a una specie nuova, a quella dei Diclonius, poiché ritiene la razza umana stupida. Un concetto comunissimo nei manga che ho citato prima. Direi che adesso ne ho un po' abbastanza di leggere manga nei quali tutti vogliono diventare Dei di qualcosa.
Nel Manga sono presenti molte più Diclonius, alcune di sola comparsa, altre con un ruolo fondamentale. Il manga è molto diverso dall'anime, sia perché alcune scene di nudo e "lesbo" sono state censurate, sia perché viene completamente eliminato il personaggio di Nozomi, la migliore amica di Yuka. Difatti nel manga Nozomi ha un ruolo importante per Nyu, che non vi dirò per evitare spoiler inutili.
I disegni sono molto orribili! Soprattutto i primi 6 volumi direi. Kouta sformato, con la testa quadrata, Kouta lunghissimo con delle mani giganti, prospettive fallate alla grande oppure teste deformate e sguardi che dovrebbero impaurire che invece non capisci. C'è una grande rivoluzione grafica dal volume 7 in poi. I disegni migliorano, gli sfondi sono più presenti e più dettagliati, inoltre l'impaginazione delle vignette hanno più dinamicità. C'è stato un personaggio che in alcune vignette mi ha ricordato Alucard di Hellsing.
In conclusione. Mi è piaciuto e non mi è piaciuto. Diciamo che mi è piaciucchiato. Forse mi aspettavo di più, e credo che se quelle scene inutili sopracitate non ci fossero state il manga sarebbe venuto sicuramente meglio. L'elemento splatter c'è, quello non manca di certo. Se volete dello splatter Elfen Lied fa per voi. Ma come ha detto una mia cara amica, "non è che se c'è sangue allora è figo".
Di cosa parla questo manga. Beh, di per sé è molto semplice, inizialmente. Kōta (O Kouta. D'ora in poi lo scriverò in questa secondo modo, è molto più semplice) si trasferisce nella città di Kamakura causa scuola. Qui riallaccerà i rapporti con la cugina Yuka, che non vede da otto anni. Parallelamente a tutto ciò in un laboratorio governativo una strana ragazza dotata di corna evade dal centro seminando morte e distruzione praticamente ovunque. Questa ragazza è chiamata Diclonius (che per chi non lo sapesse è il nome dato ai dinosauri dotati appunto di due corna) ed ha la strana capacità di utilizzare dei vettori, ovvero delle mani invisibili capaci di affettare persone fino a una distanza di due metri. Dopo una lunga scia di sangue la Diclonius Lucy viene colpita da un proiettile, perde il casco che le copriva il viso e precipita in mare, per poi finire sulla spiaggia di Kamakura dove i protagonisti Yuka e Kouta la troveranno e la porteranno con loro a casa. Qui scopriamo una nuova Lucy, ovvero una ragazza dolce, sbadata, incapace di parlare che si presenterà ai nostri amici facendogli pipì per terra!
Anche senza leggere il manga, e guardando solo la serie di 13 episodi, ci si può rendere conto che questo manga affronta argomenti come l'alienazione, la crisi d'identità, il pregiudizio, la vendetta, l'abuso di potere (e non solo) il rimpianto e tanto altro.
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Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b>Ogni protagonista affronterà il suo passato durante il corso della storia, come per Kouta la morte della sorella minore e del padre, oppure per Lucy/Nyuu il triste trascorso in cui viene vista come "diversa" solo perché ha le corna ed è costretta a subire la crudeltà dei più grandi e dei più giovani, oppure per Mayu, che a mio parere ha il passato più devastante psicologicamente, che nel manga viene trattato in maniera cruda mostrandoci gli abusi che ha subito dal suo patrigno ma che viene affrontato altrettanto leggermente dalla protagonista a mio parere.
<b>[FINE SPOILER]</b>
I Diclonius sono una razza vista come assassina. Gli studi portano a scoprire che una Diclonius ha un'innata insensibilità, capace di uccidere a sangue freddo già dalla tenera età di tre anni, difatti la protagonista vive col marchio di assassina, e come tale si comporta.
C'è stato qualcosa che mi ha disturbato. Devo dire che Elfen Lied non mi ha fatto impazzire, mi è piaciucchiato leggerlo più che guardarlo, e forse ha perso tanto per la costante presenza di situazioni assurde in cui i ragazzini (ricordo che sono ragazzini) vengono buttati. La continua presenza di palpeggiamenti da parte di Nyuu alle sue amiche, addirittura in più scene Nyuu si trova a baciare, toccare, eccitare e palpeggiare le sue amiche. Ovviamente non servo io per dire che queste scene non hanno senso. Diciamo che sono fatte apposta per, ehm, far dire a un ragazzo "Wow! Che figo! Nyuu che limona con Yuka!". Insomma, sono scene che non hanno un senso, lo ripeto: sono fatte apposta per mettere del fan service. Oltretutto è una sorta di mini harem in cui tutte le ragazze in un modo o nell'altro provano una sorta di sentimento d'amore nei confronti del protagonista Kouta (anche se principalmente le due ragazze innamorate di Kouta sono Nyuu e Yuka).
Kouta in questa storia ha un ruolo marginale, a mio parere. I protagonisti veri e propri della serie sono i Diclonius, che vengono presi, torturati, sui quali vengono fatti degli esperimenti, mutilati, umiliati e resi schiavi degli umani. Una cosa che mi ha ulteriormente sorpreso è stato quel tema ricorrente che c'è nella maggior parte dei manga vecchi e degli ultimi tempi. Passando per Kira di Death Note, all'Akatsuki di Naruto, ai W.I.S.E. di Psyren (e a tanti altri) tutti hanno in comune una cosa con il direttore del centro governativo che si occupa dello studio dei Diclonius: Kakuzawa vuole diventare il Dio di un Nuovo Mondo! Non è spoiler, questo suo ideale è presente anche nella serie animata. Il direttore Kakuzawa vuole dare vita a una specie nuova, a quella dei Diclonius, poiché ritiene la razza umana stupida. Un concetto comunissimo nei manga che ho citato prima. Direi che adesso ne ho un po' abbastanza di leggere manga nei quali tutti vogliono diventare Dei di qualcosa.
Nel Manga sono presenti molte più Diclonius, alcune di sola comparsa, altre con un ruolo fondamentale. Il manga è molto diverso dall'anime, sia perché alcune scene di nudo e "lesbo" sono state censurate, sia perché viene completamente eliminato il personaggio di Nozomi, la migliore amica di Yuka. Difatti nel manga Nozomi ha un ruolo importante per Nyu, che non vi dirò per evitare spoiler inutili.
I disegni sono molto orribili! Soprattutto i primi 6 volumi direi. Kouta sformato, con la testa quadrata, Kouta lunghissimo con delle mani giganti, prospettive fallate alla grande oppure teste deformate e sguardi che dovrebbero impaurire che invece non capisci. C'è una grande rivoluzione grafica dal volume 7 in poi. I disegni migliorano, gli sfondi sono più presenti e più dettagliati, inoltre l'impaginazione delle vignette hanno più dinamicità. C'è stato un personaggio che in alcune vignette mi ha ricordato Alucard di Hellsing.
In conclusione. Mi è piaciuto e non mi è piaciuto. Diciamo che mi è piaciucchiato. Forse mi aspettavo di più, e credo che se quelle scene inutili sopracitate non ci fossero state il manga sarebbe venuto sicuramente meglio. L'elemento splatter c'è, quello non manca di certo. Se volete dello splatter Elfen Lied fa per voi. Ma come ha detto una mia cara amica, "non è che se c'è sangue allora è figo".
Elfen Lied, uno dei manga più affascinanti che abbia mai visto, e, senza alcuna esagerazione, è diventato il mio preferito. Ciò che lo caratterizza davvero è la violenza e perciò è stato ampiamente criticato. Non sono di questo parere perché ogni singola scena di sangue è necessaria ai fini della trama. Non avevo mai visto un manga che riuscisse a lasciarmi profondamente incuriosito sin dal primo volume. E questo che fa di Elfen Lied un'opera meravigliosa: riuscire a sorprendere continuamente il lettore grazie a continui colpi di scena. I personaggi sono caratterizzati alla perfezione, prima fra tutti Lucy, la protagonista, che l'autore riesce a far vedere da mille angolazioni, quasi fosse un diamante dalle mille sfaccettature. Il suo sdoppiamento della personalità è reso alla perfezione e il lettore non può non palpitare d'emozione nel sapere quando la timida Nyu si ritrasformi nella tremenda Lucy. Indubbiamente questo manga è adatto ad un pubblico maturo per i temi trattati, come il razzismo o la pedofilia, ma nulla lo sminuisce dall'essere semplicemente un capolavoro. Questo manga infatti riesce in tutto quello che un manga dovrebbe fare: emozionare. Le situazioni drammatiche sono anticipate da un clima teso e dark perfetto in cui il lettore si sente ormai parte della storia. Ciò che mi ha più colpito è il finale, poiché nell'universo manga la più grande sfida è regalare un finale soddisfacente per tutti. Questo manga è il primo che ho letto ad esserci riuscito. Unica pecca iniziale sono i disegni, molto superficiali e anonimi, ma con lo svilupparsi della trama migliorano in modo straordinario. Eliminata anche questa piccola imperfezione posso dire senza ombra di dubbio che questo manga dovrebbe essere letto da ogni persona che voglia cimentarsi nel mondo dei manga.
Elfen Lied riesce completamente in quello che dovrebbe essere lo scopo non solo di ogni manga, ma in generale di ogni opera, ovvero suscitare emozioni.
I drammi che ciascuno dei personaggi vive vengono mostrati senza alcuna mitigazione, in modo da giungere al lettore in modo tanto diretto da lasciare spesso sconcertati, la naturalezza con cui la violenza si manifesta disarma e coinvolge, e l'aspetto angelico dei diclonius amplifica queste emozioni.
La psicologia dei personaggi viene ben delineata, e in particolare Lucy, con il suo sdoppiamento di personalità si fa carico di incarnare le due realtà diametralmente ci vengono mostrate: la serenità, la sicurezza, il calore di una famiglia, di un luogo in cui vivere, contrapposto all'inferno di una vita fatta di sofferenza, morte e solitudine.
Ogni volta che la personalità della protagonista cambia, il primo pensiero di Nyu è quello di tornare a casa, mentre quello di Lucy è di allontanarsene, poiché ormai sa che una vita del genere non le è concessa.
Dopo questa premessa volevo soffermarmi sulle marcate differenze fra anime e manga, che a mio avviso separano distintamente queste due opere:
L'intreccio tra i ricordi dei protagonisti viene a mio avviso reso meglio nell'anime, dove la scena culminante viene proposta verso la conclusione dell'opera, assieme ai ritrovati ricordi di Kouta, ad ogni modo un flashback del genere non potrebbe mancare di pathos nemmeno se fosse inserito come prologo della storia.
Nel manga di contro la reazione di Kouta è molto più comprensibile e realistica, caratterizzandolo come un personaggio più maturo. Oltre a ciò anche la "natura" di Lucy viene meglio caratterizzata, nell'anime essa tende a sbiadirsi, finendo col cedere al lato umano della protagonista, nella versione cartacea invece non smette mai di essere una parte fondamentale nella sua psiche.
<b>[Attenzione, spoiler.]</b>
Trovo che l'esemplificazione perfetta di queste diverse linee siano gli incontri tra Mayu e Lucy (Lucy, non Nyu), in entrambe le scene il volto della diclonius appare gentile, ma mentre nell'anime le sue intenzioni sono quelle di farsi uccidere da Nana, nel manga tenta di uccidere la bambina.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Personalmente ritengo la versione del manga complessivamente migliore, proprio perché persegue senza vacillare nel suo intento.
Un opera che merita sicuramente di essere letta, non adatta a tutti, ma che non può lasciare indifferenti.
Mi unirei ai tanti che non arrivano al 10 per l'inaccuratezza dei disegni nei primi volumi, tuttavia se è riuscito a colpirmi così nonostante la grafica vuol dire che sopperisce egregiamente a questa mancanza, quindi 10.
I drammi che ciascuno dei personaggi vive vengono mostrati senza alcuna mitigazione, in modo da giungere al lettore in modo tanto diretto da lasciare spesso sconcertati, la naturalezza con cui la violenza si manifesta disarma e coinvolge, e l'aspetto angelico dei diclonius amplifica queste emozioni.
La psicologia dei personaggi viene ben delineata, e in particolare Lucy, con il suo sdoppiamento di personalità si fa carico di incarnare le due realtà diametralmente ci vengono mostrate: la serenità, la sicurezza, il calore di una famiglia, di un luogo in cui vivere, contrapposto all'inferno di una vita fatta di sofferenza, morte e solitudine.
Ogni volta che la personalità della protagonista cambia, il primo pensiero di Nyu è quello di tornare a casa, mentre quello di Lucy è di allontanarsene, poiché ormai sa che una vita del genere non le è concessa.
Dopo questa premessa volevo soffermarmi sulle marcate differenze fra anime e manga, che a mio avviso separano distintamente queste due opere:
L'intreccio tra i ricordi dei protagonisti viene a mio avviso reso meglio nell'anime, dove la scena culminante viene proposta verso la conclusione dell'opera, assieme ai ritrovati ricordi di Kouta, ad ogni modo un flashback del genere non potrebbe mancare di pathos nemmeno se fosse inserito come prologo della storia.
Nel manga di contro la reazione di Kouta è molto più comprensibile e realistica, caratterizzandolo come un personaggio più maturo. Oltre a ciò anche la "natura" di Lucy viene meglio caratterizzata, nell'anime essa tende a sbiadirsi, finendo col cedere al lato umano della protagonista, nella versione cartacea invece non smette mai di essere una parte fondamentale nella sua psiche.
<b>[Attenzione, spoiler.]</b>
Trovo che l'esemplificazione perfetta di queste diverse linee siano gli incontri tra Mayu e Lucy (Lucy, non Nyu), in entrambe le scene il volto della diclonius appare gentile, ma mentre nell'anime le sue intenzioni sono quelle di farsi uccidere da Nana, nel manga tenta di uccidere la bambina.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Personalmente ritengo la versione del manga complessivamente migliore, proprio perché persegue senza vacillare nel suo intento.
Un opera che merita sicuramente di essere letta, non adatta a tutti, ma che non può lasciare indifferenti.
Mi unirei ai tanti che non arrivano al 10 per l'inaccuratezza dei disegni nei primi volumi, tuttavia se è riuscito a colpirmi così nonostante la grafica vuol dire che sopperisce egregiamente a questa mancanza, quindi 10.
Ovvero: come ti sforno un capolavoro pur non sapendo disegnare in maniera decente.
Vi sono opere che nonostante le apparenze ti entrano nel cuore, colpendo le corde più intime dell'animo facendoti riflettere su argomenti profondi e delicati come la vita e la morte, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. "Elfen Lied" è tutto ciò. Nonostante il tratto chiaramente hentai dell'autore, "Elfen Lied" è un manga che incentra le proprie vicende su temi strazianti come l'emarginazione, la violenza, la discriminazione e la rassegnazione dinanzi ad un destino impietoso e spietato.
Il pretesto sono i diclonius, vittime e carnefici allo stesso tempo del genere umano. Considerati come un'anomalia genetica, i diclonius sono ragazze nate con protuberanze ossee all'altezza delle tempie (esteticamente ricordano Chii di Chobits - e cronologicamente ci troviamo pure visto che l'uscita è postuma all'opera delle CLAMP) che altro non sono che la sorgente dei vettori, manifestazione fisica degli innati poteri telecinetici appartenenti a tali soggetti. Ma come ogni passo successivo dell'evoluzione che si rispetti, i diclonius hanno l'istinto primordiale di sostituire i propri predecessori attraverso lo sterminio degli stessi.
La storia ruota attorno a Lucy, l'unica diclonius fertile esistente sul pianeta, e Kouta, un ragazzo il cui destino è legato a quello della protagonista in maniera indissolubile e straziante. Durante la sua fuga dal centro di detenzione in cui era imprigionata, Lucy viene colpita da un proiettile di un cecchino perdendo la memoria e la capacità di parlare in maniera corretta (l'unica parola che riuscirà a pronunciare è "nyu"). Rinvenuta su di una spiaggia da Kouta, assieme alla cugina Yuka, la giovane verrà accolta dai due ragazzi che, vendendola in quelle condizioni, decidono di non lasciarla sola. Nel frattempo Kurama, il direttore del centro di ricerche sui diclonius, manda alcune squadre speciali alla ricerca di Lucy. Fra momenti di lucidità, bagni di sangue, sadismo e personaggi che in un modo o nell'altro sono alterati da forti traumi, le vite dei protagonisti verranno segnate in maniera indissolubile da un vortice di violenza ed efferatezza che non lascia spazio alla speranza.
Lynn Okamoto propone nell'arco dei 12 volumi usciti, una storia crudele fatta di persone capaci di gesti disumani (Kurama e gli scienziati del centro di ricerca), altre profondamente deviate le cui urla di dolore e sofferenza altro non sono che il desiderio disperato di essere accettate ed amate per ciò che sono. Un ritratto impietoso del genere umano capace di mostrare, anche con eccessi inverosimili, quel lato oscuro dell'esistenza che ci sforziamo di non vedere per andare avanti nelle nostre vite.
Unica pecca di quest'opera è proprio la veste grafica, decisamente dilettantistica (vi sono errori grossolani che palesano una certa mancanza di studi da parte di Okamoto), nonostante la storia sopperisca abbondantemente a tale mancanza. Ed è appunto questo modo travolgente di raccontare queste strazianti vicende la vera forza di "Elfen Lied", quella marcia in più capace di far leggere tutte le tavole esistenti in maniera vorace ed ingorda (e se vogliamo essere pignoli c'è anche una certa delusione arrivati alle ultime pagine dell'opera tanto è il trasporto che genera la lettura).
Un'opera unica nel suo genere, sia per profondità che per temi trattati. Gemma preziosa.
Vi sono opere che nonostante le apparenze ti entrano nel cuore, colpendo le corde più intime dell'animo facendoti riflettere su argomenti profondi e delicati come la vita e la morte, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. "Elfen Lied" è tutto ciò. Nonostante il tratto chiaramente hentai dell'autore, "Elfen Lied" è un manga che incentra le proprie vicende su temi strazianti come l'emarginazione, la violenza, la discriminazione e la rassegnazione dinanzi ad un destino impietoso e spietato.
Il pretesto sono i diclonius, vittime e carnefici allo stesso tempo del genere umano. Considerati come un'anomalia genetica, i diclonius sono ragazze nate con protuberanze ossee all'altezza delle tempie (esteticamente ricordano Chii di Chobits - e cronologicamente ci troviamo pure visto che l'uscita è postuma all'opera delle CLAMP) che altro non sono che la sorgente dei vettori, manifestazione fisica degli innati poteri telecinetici appartenenti a tali soggetti. Ma come ogni passo successivo dell'evoluzione che si rispetti, i diclonius hanno l'istinto primordiale di sostituire i propri predecessori attraverso lo sterminio degli stessi.
La storia ruota attorno a Lucy, l'unica diclonius fertile esistente sul pianeta, e Kouta, un ragazzo il cui destino è legato a quello della protagonista in maniera indissolubile e straziante. Durante la sua fuga dal centro di detenzione in cui era imprigionata, Lucy viene colpita da un proiettile di un cecchino perdendo la memoria e la capacità di parlare in maniera corretta (l'unica parola che riuscirà a pronunciare è "nyu"). Rinvenuta su di una spiaggia da Kouta, assieme alla cugina Yuka, la giovane verrà accolta dai due ragazzi che, vendendola in quelle condizioni, decidono di non lasciarla sola. Nel frattempo Kurama, il direttore del centro di ricerche sui diclonius, manda alcune squadre speciali alla ricerca di Lucy. Fra momenti di lucidità, bagni di sangue, sadismo e personaggi che in un modo o nell'altro sono alterati da forti traumi, le vite dei protagonisti verranno segnate in maniera indissolubile da un vortice di violenza ed efferatezza che non lascia spazio alla speranza.
Lynn Okamoto propone nell'arco dei 12 volumi usciti, una storia crudele fatta di persone capaci di gesti disumani (Kurama e gli scienziati del centro di ricerca), altre profondamente deviate le cui urla di dolore e sofferenza altro non sono che il desiderio disperato di essere accettate ed amate per ciò che sono. Un ritratto impietoso del genere umano capace di mostrare, anche con eccessi inverosimili, quel lato oscuro dell'esistenza che ci sforziamo di non vedere per andare avanti nelle nostre vite.
Unica pecca di quest'opera è proprio la veste grafica, decisamente dilettantistica (vi sono errori grossolani che palesano una certa mancanza di studi da parte di Okamoto), nonostante la storia sopperisca abbondantemente a tale mancanza. Ed è appunto questo modo travolgente di raccontare queste strazianti vicende la vera forza di "Elfen Lied", quella marcia in più capace di far leggere tutte le tavole esistenti in maniera vorace ed ingorda (e se vogliamo essere pignoli c'è anche una certa delusione arrivati alle ultime pagine dell'opera tanto è il trasporto che genera la lettura).
Un'opera unica nel suo genere, sia per profondità che per temi trattati. Gemma preziosa.
Premetto che io questo manga l'ho letto per scan prima che Planet Manga ne acquistasse i diritti, e comprerò la versione cartacea appena uscirà nelle fumetterie.
Ecco, appunto, consiglio a tutti di comprare questo manga.
È bellissimo, meraviglioso, perché, anche se è un manga dalle tinte forti, molto forti, riesce a farti emozionare, a farti commuovere.
Lucy non è un essere umano, è una Diclonius, la nuova razza prescelta che dovrà dominare la Terra. Vive prigioniera in un centro di ricerca, ma un giorno riesce a scappare. Colpita da un proiettile alla testa, cadrà in mare, e il giorno seguente verrà ritrovata da una coppia di cugini, Yuka e Kouta. Lucy, però, ha completamente perso la memoria, e riesce solo a dire "Nyu". Si scoprirà anche perché Kouta non ricorda niente del suo passato e cosa lo lega a Lucy... ovviamente non faccio spoiler.
Entreranno a far parte della storia anche Nana, un'altra Diclonius, Mayu, una ragazza fuggita di casa che vive con il suo amato Wanta, Nozomi, una ragazza che aspira a realizzare il proprio sogno, quello di cantare, e molti altri.
È un manga dalle tinte forti, ripeto. Ci sono molte (moltissime) scene splatter, ed altre ecchi, però l'ecchi è presente nella storia come se fosse un elemento naturale, non buttato lì per fare un po' di fanservice. Se vi danno fastidio questi generi non comprate il manga. Anche gli argomenti che si trattano sono molto seri.
Lo stile grafico non è il massimo, ma nel corso della storia migliora molto. Lynn Okamoto ha creato una storia commovente, appassionante, struggente, che mi ha preso fin dal primo volume. Un 10 meritatissimo.
Consigliatissimo.
Ecco, appunto, consiglio a tutti di comprare questo manga.
È bellissimo, meraviglioso, perché, anche se è un manga dalle tinte forti, molto forti, riesce a farti emozionare, a farti commuovere.
Lucy non è un essere umano, è una Diclonius, la nuova razza prescelta che dovrà dominare la Terra. Vive prigioniera in un centro di ricerca, ma un giorno riesce a scappare. Colpita da un proiettile alla testa, cadrà in mare, e il giorno seguente verrà ritrovata da una coppia di cugini, Yuka e Kouta. Lucy, però, ha completamente perso la memoria, e riesce solo a dire "Nyu". Si scoprirà anche perché Kouta non ricorda niente del suo passato e cosa lo lega a Lucy... ovviamente non faccio spoiler.
Entreranno a far parte della storia anche Nana, un'altra Diclonius, Mayu, una ragazza fuggita di casa che vive con il suo amato Wanta, Nozomi, una ragazza che aspira a realizzare il proprio sogno, quello di cantare, e molti altri.
È un manga dalle tinte forti, ripeto. Ci sono molte (moltissime) scene splatter, ed altre ecchi, però l'ecchi è presente nella storia come se fosse un elemento naturale, non buttato lì per fare un po' di fanservice. Se vi danno fastidio questi generi non comprate il manga. Anche gli argomenti che si trattano sono molto seri.
Lo stile grafico non è il massimo, ma nel corso della storia migliora molto. Lynn Okamoto ha creato una storia commovente, appassionante, struggente, che mi ha preso fin dal primo volume. Un 10 meritatissimo.
Consigliatissimo.
"Elfen Lied" è un manga di grande impatto emotivo che richiede uno stomaco forte per essere letto. Non lo consiglio ai minorenni per le moltissime scene di violenza presenti (sessuale e non); probabilmente non è consigliabile neanche a molti maggiorenni. Ciò detto, è un manga molto valido che vale la pena leggere.
Il tema principale di "Elfen Lied" è la violenza, in particole la violenza sui bambini. Il tema viene svolto in un'ambientazione fantascientifica. I bambini sono dei mutanti potentissimi, i dicloni, che sin dall'età di 5 anni manifestano dei poteri eccezionali ed un istinto omicida. Siccome i dicloni sono estremamente pericolosi, vengono cacciati da un'organizzazione che li imprigiona e compie esperimenti (che sarebbe meglio chiamare torture) su di loro. Il lettore viene portato naturalmente a parteggiare per i dicloni, che hanno l'aspetto di ragazze bellissime e dolcissime; purtroppo però i dicloni sono veramente dei mostri. Qui sta l'originalità e la forza di "Elfen Lied": i dicloni sono nello stesso tempo agnelli sacrificali e tigri sanguinarie, ed è impossibile distinguere i due aspetti.
<b>[Attenzione, spoiler.]</b>
La protagonista di "Elfen Lied" è il diclone Lucy. Nel primo episodio Lucy evade dal laboratorio in cui è segregata: durante la fuga massacra decine di persone facendole letteralmente a pezzi. Già da queste prime scene "Elfen Lied" si distanza completamente da uno splatter di bassa categoria. Nel tipico splatter di serie B c'è un protagonista maschile molto muscolare con un gigantesco fucile che ammazza persone a iosa ridendo (tanto i nemici sono i "cattivi"). In "Elfen Lied" invece la situazione è completamente differente. In primo luogo Lucy indossa una maschera completa e non possiamo vedere né la sua faccia né la sua espressione; inoltre Lucy non parla e quindi non abbiamo modo di sapere cosa provi mentre uccide tutte quelle persone. In secondo luogo Lucy è completamente nuda ed il lettore rimane interdetto dalla discrepanza tra il dolcissimo corpo femminile e gli atti mostruosi a cui assiste. La sensazione di irrealtà è resa ancora più forte dal fatto che Lucy non ha alcuna arma visibile, sembra che i corpi dei soldati vengano fatti a pezzi da un'arma invisibile. Infine, si pone fin da subito un problema morale non da poco, perché oltre ai soldati Lucy uccide anche delle persone perfettamente innocenti.
Per esempio, nelle prime pagine il lettore è portato ad affezionarsi a Kisaragi, una giovane e timida impiegata appena arrivata al laboratorio ed il cui lavoro è quello di portare il caffè. Kisaragi si trova in mezzo e viene spietatamente decapitata da Lucy. Il lettore a questo punto rimane completamente spiazzato, ma questo è solo l'inizio. Tutta l'opera continuerà su questo registro spiazzante: vittime che sono anche carnefici, carnefici che sono anche vittime, violenze su innocenti. "Elfen Lied" è un'opera tragica che però è anche umoristica in certe parti, romantica in altre e assistiamo anche a scene d'amore dolcissime in contesti spaventosi.
Se posso anticipare qualcosa del primo capitolo (su 107), la storia continua in questo modo. Lucy viene colpita alla testa da un cecchino e cade in mare; per lo shock perde la memoria e si risveglia la mattina dopo in una spiaggia deserta. Qui incontra il protagonista maschile dell'opera, un giovane universitario di nome Kouta, che la raccoglie e porta a casa. Lucy è ridotta ad uno stadio infantile: non sa parlare, si fa la pipì addosso, è totalmente indifesa. È praticamente ovvio che si verrà a creare una situazione sentimentale tra Lucy e Kouta, ma la cosa non è semplice perché Kouta non è solo, ma in compagnia della cugina Yuka, che è segretamente innamorata di lui da sempre. A questo punto inizia una trama molto complessa che si sviluppa in oltre 2,500 pagine, con decine di personaggi. Non è mia intenzione spoilerare, quindi non entrerò nei dettagli, ma si capirà abbastanza presto che questo non è il primo incontro tra Lucy e Kouta, che in realtà si sono già incontrati da bambini. Inoltre c'è una tragedia nel passato di Kouta, ed è per questo che egli non si ricorda di Lucy. Di più non dico, ma il lungo flashback che tratta dell'infanzia di Lucy e Kouta è quando di più triste e coinvolgente si possa immaginare. È per questo che ho scritto che il tema principale di Elfen Lied è quello della violenza sull'infanzia, e questo si vedrà anche nel caso di molti altri personaggi.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Un altro tema molto importante è quello dell'amore e "Elfen Lied" mutua molti degli elementi tipici della commedia romantica/sentimentale (anche di genere harem/ecchi) che sono ancor più evidenti nell'anime. Sembra impossibile riuscire a coniugare il genere splatter con la commedia romantica, eppure "Elfen Lied" ci riesce, caso più unico che raro. Inoltre, alcune parti sono decisamente umoristiche, ma questo è fatto ad arte con lo scopo di accentuare la differenza tra la vita "normale" e la vita spaventosa dei dicloni, che fin dalla più tenera età sono sottoposti ad abusi indicibili. Si pensi che la maggior parte dei dicloni non ha neppure un nome, perché nel laboratorio vengono soltanto indicati soltanto con un numero.
Tutti i personaggi di "Elfen Lied" hanno una loro personalità diversa e sono molto ben costruiti e credibili. Una menzione particolare meritano il personaggio di Nana, l'unico diclone che non ha mai ucciso nessuno, il personaggio del numero 25 (il diclone più potente che esista ed anche quello con il destino più tragico) e il personaggio del direttore del laboratorio, che è la rappresentazione della figura paterna. Oltre a questi c'è tutta una serie di personaggi minori che fungono più che altro da spettatori della tragedia che si svolge, ma che hanno una loro importanza e valenza. Qui noterò soltanto il personaggio di Nozomi, che è completamente assente nell'anime. In effetti Nozomi non è essenziale nell'economia della storia, ma è importante perché è una cantante che per un saggio deve eseguire la canzone tedesca "Elfen Lied" che dà il titolo a tutta l'opera.
Concludo con una nota sull'aspetto grafico: i disegni sono più che adeguati e le diclonius sono bellissime. Come disegnatore Lynn Okamoto non è niente male. Per chi avessi dei dubbi segnalo che Lynn è un maschio: non bisogna farsi ingannare dal nome d'arte femminile. Lynn ha anche esperienza nel genere hentai ed ecchi e la cosa si vede, ma riesce a dare un'aria di purezza a tutti i suoi personaggio femminili, eliminando ogni volgarità.
Per chi ha visto l'anime segnalo che l'anime è censurato rispetto al manga. Il manga è molto più pesante ed a mio avviso eccessivo in certe parti. È anche molto più lungo e prosegue la storia dopo la conclusione dell'anime. Mentre l'anime ha un finale che sembra dare qualche speranza in più, il manga ha una conclusione definitiva ed inoppugnabile. Comunque è un finale giusto, visto il tenore della storia. La censura nell'anime ha mitigato questi eccessi e per certi versi è anche superiore al manga, peccato soltanto che sia troppo corto.
Il mio voto è 9 e non 10 solo perché a mio avviso l'autore ha troppo esagerato con le violenze sessuali onde generare disgusto ad ogni costo, a discapito della credibilità dell'opera, per non parlare del buon gusto.
Il tema principale di "Elfen Lied" è la violenza, in particole la violenza sui bambini. Il tema viene svolto in un'ambientazione fantascientifica. I bambini sono dei mutanti potentissimi, i dicloni, che sin dall'età di 5 anni manifestano dei poteri eccezionali ed un istinto omicida. Siccome i dicloni sono estremamente pericolosi, vengono cacciati da un'organizzazione che li imprigiona e compie esperimenti (che sarebbe meglio chiamare torture) su di loro. Il lettore viene portato naturalmente a parteggiare per i dicloni, che hanno l'aspetto di ragazze bellissime e dolcissime; purtroppo però i dicloni sono veramente dei mostri. Qui sta l'originalità e la forza di "Elfen Lied": i dicloni sono nello stesso tempo agnelli sacrificali e tigri sanguinarie, ed è impossibile distinguere i due aspetti.
<b>[Attenzione, spoiler.]</b>
La protagonista di "Elfen Lied" è il diclone Lucy. Nel primo episodio Lucy evade dal laboratorio in cui è segregata: durante la fuga massacra decine di persone facendole letteralmente a pezzi. Già da queste prime scene "Elfen Lied" si distanza completamente da uno splatter di bassa categoria. Nel tipico splatter di serie B c'è un protagonista maschile molto muscolare con un gigantesco fucile che ammazza persone a iosa ridendo (tanto i nemici sono i "cattivi"). In "Elfen Lied" invece la situazione è completamente differente. In primo luogo Lucy indossa una maschera completa e non possiamo vedere né la sua faccia né la sua espressione; inoltre Lucy non parla e quindi non abbiamo modo di sapere cosa provi mentre uccide tutte quelle persone. In secondo luogo Lucy è completamente nuda ed il lettore rimane interdetto dalla discrepanza tra il dolcissimo corpo femminile e gli atti mostruosi a cui assiste. La sensazione di irrealtà è resa ancora più forte dal fatto che Lucy non ha alcuna arma visibile, sembra che i corpi dei soldati vengano fatti a pezzi da un'arma invisibile. Infine, si pone fin da subito un problema morale non da poco, perché oltre ai soldati Lucy uccide anche delle persone perfettamente innocenti.
Per esempio, nelle prime pagine il lettore è portato ad affezionarsi a Kisaragi, una giovane e timida impiegata appena arrivata al laboratorio ed il cui lavoro è quello di portare il caffè. Kisaragi si trova in mezzo e viene spietatamente decapitata da Lucy. Il lettore a questo punto rimane completamente spiazzato, ma questo è solo l'inizio. Tutta l'opera continuerà su questo registro spiazzante: vittime che sono anche carnefici, carnefici che sono anche vittime, violenze su innocenti. "Elfen Lied" è un'opera tragica che però è anche umoristica in certe parti, romantica in altre e assistiamo anche a scene d'amore dolcissime in contesti spaventosi.
Se posso anticipare qualcosa del primo capitolo (su 107), la storia continua in questo modo. Lucy viene colpita alla testa da un cecchino e cade in mare; per lo shock perde la memoria e si risveglia la mattina dopo in una spiaggia deserta. Qui incontra il protagonista maschile dell'opera, un giovane universitario di nome Kouta, che la raccoglie e porta a casa. Lucy è ridotta ad uno stadio infantile: non sa parlare, si fa la pipì addosso, è totalmente indifesa. È praticamente ovvio che si verrà a creare una situazione sentimentale tra Lucy e Kouta, ma la cosa non è semplice perché Kouta non è solo, ma in compagnia della cugina Yuka, che è segretamente innamorata di lui da sempre. A questo punto inizia una trama molto complessa che si sviluppa in oltre 2,500 pagine, con decine di personaggi. Non è mia intenzione spoilerare, quindi non entrerò nei dettagli, ma si capirà abbastanza presto che questo non è il primo incontro tra Lucy e Kouta, che in realtà si sono già incontrati da bambini. Inoltre c'è una tragedia nel passato di Kouta, ed è per questo che egli non si ricorda di Lucy. Di più non dico, ma il lungo flashback che tratta dell'infanzia di Lucy e Kouta è quando di più triste e coinvolgente si possa immaginare. È per questo che ho scritto che il tema principale di Elfen Lied è quello della violenza sull'infanzia, e questo si vedrà anche nel caso di molti altri personaggi.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Un altro tema molto importante è quello dell'amore e "Elfen Lied" mutua molti degli elementi tipici della commedia romantica/sentimentale (anche di genere harem/ecchi) che sono ancor più evidenti nell'anime. Sembra impossibile riuscire a coniugare il genere splatter con la commedia romantica, eppure "Elfen Lied" ci riesce, caso più unico che raro. Inoltre, alcune parti sono decisamente umoristiche, ma questo è fatto ad arte con lo scopo di accentuare la differenza tra la vita "normale" e la vita spaventosa dei dicloni, che fin dalla più tenera età sono sottoposti ad abusi indicibili. Si pensi che la maggior parte dei dicloni non ha neppure un nome, perché nel laboratorio vengono soltanto indicati soltanto con un numero.
Tutti i personaggi di "Elfen Lied" hanno una loro personalità diversa e sono molto ben costruiti e credibili. Una menzione particolare meritano il personaggio di Nana, l'unico diclone che non ha mai ucciso nessuno, il personaggio del numero 25 (il diclone più potente che esista ed anche quello con il destino più tragico) e il personaggio del direttore del laboratorio, che è la rappresentazione della figura paterna. Oltre a questi c'è tutta una serie di personaggi minori che fungono più che altro da spettatori della tragedia che si svolge, ma che hanno una loro importanza e valenza. Qui noterò soltanto il personaggio di Nozomi, che è completamente assente nell'anime. In effetti Nozomi non è essenziale nell'economia della storia, ma è importante perché è una cantante che per un saggio deve eseguire la canzone tedesca "Elfen Lied" che dà il titolo a tutta l'opera.
Concludo con una nota sull'aspetto grafico: i disegni sono più che adeguati e le diclonius sono bellissime. Come disegnatore Lynn Okamoto non è niente male. Per chi avessi dei dubbi segnalo che Lynn è un maschio: non bisogna farsi ingannare dal nome d'arte femminile. Lynn ha anche esperienza nel genere hentai ed ecchi e la cosa si vede, ma riesce a dare un'aria di purezza a tutti i suoi personaggio femminili, eliminando ogni volgarità.
Per chi ha visto l'anime segnalo che l'anime è censurato rispetto al manga. Il manga è molto più pesante ed a mio avviso eccessivo in certe parti. È anche molto più lungo e prosegue la storia dopo la conclusione dell'anime. Mentre l'anime ha un finale che sembra dare qualche speranza in più, il manga ha una conclusione definitiva ed inoppugnabile. Comunque è un finale giusto, visto il tenore della storia. La censura nell'anime ha mitigato questi eccessi e per certi versi è anche superiore al manga, peccato soltanto che sia troppo corto.
Il mio voto è 9 e non 10 solo perché a mio avviso l'autore ha troppo esagerato con le violenze sessuali onde generare disgusto ad ogni costo, a discapito della credibilità dell'opera, per non parlare del buon gusto.
Sono stato talmente rapito dall'anime di Elfen Lied, che mi sono buttato a capofitto sul relativo manga, perché volevo conoscere a tutti i costi la fine della storia. Ebbene, sappiate che si tratta di un manga di una profondità notevolissima.
Dico subito che non è uno splatter, anche se di carneficine ce ne sono a vagonate: la violenza qui presente non è il fine per catturare il lettore, bensì uno dei prodotti dei molteplici fattori che operano all'interno della (meravigliosa) trama.
Sebbene si possa catalogare freddamente come una storia di fanta-genetica, in realtà l'opera è un grande quesito su chi siano i veri mostri che qui vi compaiono: degli esseri evolutisi geneticamente in spietati killer, oppure gli scienziati sperimentatori umani privi di scrupoli?
Ma pure questo concetto risulta marginale, perché a farla veramente da padrone sono le relazioni interpersonali, i legami affettivi, l'amicizia, gli istinti profondi dell'animo, l'introspezione psicologica, la fortissima caratterizzazione dei personaggi (veramente sublimi) e un modo di raccontare i pensieri e i sentimenti dei protagonisti completamente spogliato da qualsiasi artefatto, così che il messaggio arrivi puro, semplice, dritto sparato al cervello e al cuore.
Complimenti veramente all'artista, che evolve in un continuo progresso sia l'aspetto grafico che la trama. In effetti egli stesso confesserà che l'opera doveva concludersi molto prima, ma che il crescente successo l'ha portata a una ben più completa maturità. E come guardava con tenerezza le prime tavole! Dirà perfino che le avrebbe cambiate, col senno di poi.
Insomma, il mio voto è quasi il massimo, ma non il massimo, perché appunto la prima parte soffre un po' dell'immaturità artistica, che però, ripeto, va via via acquistando personalità ed estetica. Bravo, Okamoto Lynn!
Dico subito che non è uno splatter, anche se di carneficine ce ne sono a vagonate: la violenza qui presente non è il fine per catturare il lettore, bensì uno dei prodotti dei molteplici fattori che operano all'interno della (meravigliosa) trama.
Sebbene si possa catalogare freddamente come una storia di fanta-genetica, in realtà l'opera è un grande quesito su chi siano i veri mostri che qui vi compaiono: degli esseri evolutisi geneticamente in spietati killer, oppure gli scienziati sperimentatori umani privi di scrupoli?
Ma pure questo concetto risulta marginale, perché a farla veramente da padrone sono le relazioni interpersonali, i legami affettivi, l'amicizia, gli istinti profondi dell'animo, l'introspezione psicologica, la fortissima caratterizzazione dei personaggi (veramente sublimi) e un modo di raccontare i pensieri e i sentimenti dei protagonisti completamente spogliato da qualsiasi artefatto, così che il messaggio arrivi puro, semplice, dritto sparato al cervello e al cuore.
Complimenti veramente all'artista, che evolve in un continuo progresso sia l'aspetto grafico che la trama. In effetti egli stesso confesserà che l'opera doveva concludersi molto prima, ma che il crescente successo l'ha portata a una ben più completa maturità. E come guardava con tenerezza le prime tavole! Dirà perfino che le avrebbe cambiate, col senno di poi.
Insomma, il mio voto è quasi il massimo, ma non il massimo, perché appunto la prima parte soffre un po' dell'immaturità artistica, che però, ripeto, va via via acquistando personalità ed estetica. Bravo, Okamoto Lynn!
Sicuramente uno dei più bei manga da me letti: un disegno abbastanza curato, anche se non eccezionale, ma possiede una storia con delle basi solide e ben radicate già nei primi volumi.
Consiglio la lettura dll'opera solo dopo aver visionato l'anime, che rende molto bene le scene di combattimento, per poi andare a ricercare il vero finale nel manga (l'anime di conclude a metà storia). Questo perchè nonostante si vedano molto bene le varie fasi di un'azione, nella carta manca di quella dinamicità che una storia come questa richiede. Non mancano colpi di scena e parti più "soft", dove sentimenti d'amor puro prendono il sopravvento.
Complessivamente il disegno non è per nulla "brutto", anzi, caratterizza bene i personaggi, la storia è stupenda, il finale adatto; da qui il mio voto.
Consiglio la lettura dll'opera solo dopo aver visionato l'anime, che rende molto bene le scene di combattimento, per poi andare a ricercare il vero finale nel manga (l'anime di conclude a metà storia). Questo perchè nonostante si vedano molto bene le varie fasi di un'azione, nella carta manca di quella dinamicità che una storia come questa richiede. Non mancano colpi di scena e parti più "soft", dove sentimenti d'amor puro prendono il sopravvento.
Complessivamente il disegno non è per nulla "brutto", anzi, caratterizza bene i personaggi, la storia è stupenda, il finale adatto; da qui il mio voto.
Credo che sia un manga che ha sia un lato positivo che uno negativo. Penso che la storia di Elfen Lied sia davvero bellissima anche se il finale poteva essere migliorato ma comunque credo che sia stato disegnato in modo un po' superficiale da come poteva esser davvero disegnato. A parte questo comunque come ho già detto la storia e davvero bellissima quindi in parte lo consiglio a tutti coloro che amano il genere del seguente manga.
E' difficile giudicare oggettivamente Elfen Lied... è uno di quei manga che si possono amare o odiare. E non solo per quanto riguarda la storia, ma anche per quanto riguarda lo stile del disegno, che comunque si evolve nel tempo. In diverse scene il tratto non sembra riuscire a descrivere bene i movimenti, ma si può vedere questo aspetto come appositamente concepito per descrivere una trama terribilmente crudele e parecchio violenta, ma che include anche una storia d'amore. Il comportamento, a volte incomprensibile per un lettore distratto, di alcuni personaggi (ad esempio Nana che riesce a scherzare sul fatto che non riece a usare bene le protesi, nonostante le siano stati amputati tutti gli arti in uno scontro con la protagonista, o Mayu che sembra non aver risentito minimamente delle violenze subite da parte del padre) è invece più che esplicabile con la instabilità mentale di alcuni di essi (chi per un motivo, chi per un altro), che si manifesta in alcune parti del manga, instabilità derivante in parte dai traumi subiti (alcuni dei quali rappresentati e descritti senza l'uso mezzi termini) e in parte dallo sforzo di dimenticare i suddetti traumi. La crudezza della trama, del disegno, il modo in cui gli eventi si susseguono, il fatto che le crudeltà non lascino nemmeno il minimo spazio alla pietà fanno sì che Elfen Lied sia un manga che quantomeno può disturbare chi non apprezza il genere o un lettore superficiale. Ma se lo si vuole leggere superficialmente, meglio lasciar perdere. Elfen Lied va letto a fondo, anche cercando di dare un perchè agli avvenimenti e ai comportamenti dei personaggi. Se si legge in questo modo, Elfen Lied si rivela essere un capolavoro. Almeno io l'ho visto in questo modo. Altrimenti non se ne riesce a cogliere l'essenza. E non va assolutamente comprato solo per vedere qualche sequenza splatter o il fan-service (che comunque in questo caso non è fine a se stesso, si potrebbe anzi dire che la maggior parte delle scene di nudo è parte integrante della storia e non un semplice supplemento di quelli che possono tanto esserci quanto non esserci). Io comunque consiglio di leggerlo.
La storia inizia in una sorta di base, dove vengono condotti degli esperimenti su esseri chiamati Diclonius. Esseri capaci di creare dei vettori, armi che somigliano a braccia capaci di distruggere il corpo di un essere umano dall'interno, grazie ad una ghiandola situata al centro del lobo frontale, estremamente sviluppata nei Diclonius. In uno dei laboratori, una cavia riesce a fuggire dalla prigionia, sfruttando l'incompetenza delle guardie, ma proprio mentre sta per andarsene definitivamente dalla base riceve un violento colpo alla testa, facendola cadere da uno scoglio che sporgeva verso il mare, il giorno seguente viene ritrovata sulla riva di una spiaggia da un coppia formata da un ragazzo ed una ragazza, ma la Diclonius sembra aver perso la memoria ed aver avuto uno sdoppiamento di personalità...
Il manga si presenta con un tratto, che non potremmo definire dei migliori, infatti è legnoso e rende poco nelle situazioni dinamiche (la sua controparte al contrario ha una buona realizzazione tecnica), la storia invece è ottima, non lascia nulla al caso, è piena di colpi di scena e di scene particolarmente crude e violente, consiglio a tutti di vedere prima l'anime e in seguito come approfondimento il manga.
Il manga si presenta con un tratto, che non potremmo definire dei migliori, infatti è legnoso e rende poco nelle situazioni dinamiche (la sua controparte al contrario ha una buona realizzazione tecnica), la storia invece è ottima, non lascia nulla al caso, è piena di colpi di scena e di scene particolarmente crude e violente, consiglio a tutti di vedere prima l'anime e in seguito come approfondimento il manga.