Be Free!
Qualche giorno fa m'è tornata in mente la prima e miglior opera di Tatsuya Egawa, il quale nel corso degli anni ha fatto un percorso artigianale tutto fuorché iperbolico.
Cominciamo dall'inizio e riassumendo: siamo nei primi anni '80 e Rumiko Takahashi ha già pubblicato perle come Lamù, Rumic World e Maison Ikkoku da qualche anno; il suo tratto e lo stile di disegno ricercato, cristallino e che trova negli acquerelli il tocco di poeticità che fa innamorare milioni di appassionati oltre, ovviamente, alla straordinaria capacità delle sue storie di raccontare (mondi di fantasia con personaggi sia inediti e originali sia presi dal folklore nipponico, vuoi leggende o racconti con un background storico oppure slice of life dai toni maturi) dimostrano al mondo che l"appellativo di "regina dei manga" assegnatole quasi subito e che verrà riconfermato con ogni sua opera (tranne alcune eccezioni di medio livello, ma mai infimo) è meritatissimo, e le stesse qualità le permetteranno di divenire una delle più prolifiche e poliedriche artiste del panorama fumettistico giapponese.
Cosa c'entra questo con il "nostro" mangaka?
Beh, Egawa (così come Akemi Takada per Madoka Ayukawa, nell'anime Orange Road di Izumi Matsumoto), rende omaggio (tra l'altro e non solo) a uno dei personaggi più iconici della Maestra, cioè: Kyoko Otonashi, per il personaggio femminile principale di Be Free!: Keiko Okano. Questa è più una curiosità e una chicca feticistica da appassionati, perché so che vi aspettate questo da me, quindi vi accontento! Del resto una blanda trama, comunque, l'accennerò più avanti cercando di non fare nessuno spoiler.
Però, ciò che più conta è un altro e fondamentale aspetto con il quale spero di attirare maggiormente la vostra attenzione: il sensei Egawa è stato il maestro di quel Tohru Fujisawa, "nomignolo" da niente nell'ambiente fumettistico che amiamo, autore, diversi anni dopo, di Shonan Junai Gumi (1990), Bad Company (1997), GTO (1997), ecc. ecc... robetta da niente, va! Proprio quest'ultimo, come assistente e allievo di Egawa, ha avuto modo di apprendere e ispirarsi al meglio al suo sensei!
Al contrario di Egawa e della sua parabola discendente, però, il percorso di Fujisawa è stato iperbolico e pieno di successi e fumetti uno più meritevole, importante e prezioso dell'altro, contenutisticamente soprattutto, ma non solo... È finita qui?
Assolutamente no, perché adesso dopo il mirabolesco preambolo arriva il bello e l'opera di cui voglio parlarvi! "Be free!" (il punto esclamativo fa parte del titolo) è l'anima, l'ispirazione, il mezzo plagio - direi anche: "grazie al cielo" - proprio delle opere più importanti che, in seguito, pubblicò Fujisawa!
Scioccati?!
Fareste bene a esserlo e vi capirei! Potremmo dire che il manga in questione è una commistione e un pot-pourri della propria successiva opera, il succitato "Golden boy" e di "GTO" di Fujisawa; sicuramente migliore della prima e peggiore della seconda di queste, ma comunque un precursore e archetipo di entrambe! "Akira Sasanishiki, colui che un giorno diventerà ministro dell'istruzione", è una didascalia che ci ricorda e riporta ad altre più celebri che, di certo, avrete riconosciuto!
Il protagonista di "Be Free!", edito per la prima volta nel 1984, è un ragazzo di 23 anni, biker (motociclista) e professore, ex membro di gang di cui era capo e con la quale spadroneggiava in città che, deciso a mettersi la testa a posto, passa all'insegnamento. Il suo approccio con le studentesse è sì, forse, volto a una filosofia che porti come risultato a un amore verso lo studio, ma meno platonico del corrispettivo e più famoso Eikichi Onizuka tanto da finire, spesso, a letto con le proprie studentesse. Il che suggerisce e spiega il "vietato ai minori di anni 18" sulla prima della sovraccoperta. Il suo approccio all'insegnamento è anticonvenzionale, pragmatico, "sudicio", brutale, ma con l'intento di portare a casa sempre un risultato che aiuti a riflettere non solo gli alunni della propria classe ma, soprattutto il lettore. Il suo orientamento alla vita al di fuori del contesto scolastico è mirato alla libertà; da qui il titolo dell'opera che è quasi un comando. Eppure Akira non è un poco di buono, nonostante molte sue azioni potrebbero farlo detestare a chi si fermi a un giudizio di pancia - istintivo quindi -; ha un cuore e una morale che alternano luci e ombre, scheletri nell'armadio, segreti ma anche azioni coraggiose o sensibili che lo rendono umano e ricco di complessità psicologica. Il suo amore per la collega Keiko lo renderà disposto a qualunque cosa ed, nel suo percorso verso questo obiettivo, empatizzare con lui non sarà né difficile né impossibile.
Alcuni capitoli sono esagerati ed essendo un manga che, d'altro canto, fa della comicità una sua carta (vincente o meno lo decida il gusto personale), si potrà comunque passare sopra a scene e incontri (o scontri) a volte piuttosto forzati, ma che rivedremo in maniera simile proprio nei suddetti "Golden Boy" o "GTO".
Nonostante l'improvviso e probabile senso di straniamento di chi legge, tutto riacquisirà un senso e una logica nel finale e, di conseguenza, una seconda rilettura dell'opera porterà un gradimento e un valore aggiunto di comprensione e di giudizio, a chi vi si appresterà.
Nella parte centrale, come nel suo lavoro successivo, incentra la progressione della storia in una critica sociale didascalica, pungente, ma anche da saper cogliere verso la società giapponese di quegli anni e, soprattutto come ci si può immaginare, sul sistema scolastico troppo rigido e gerarchico del paese del Sol Levante.
Un'opera che ha ispirato moltissimi mangaka e fumetti di tantissimi autori successivi, di qualità non più raggiunta dal suo stesso autore che, infatti, nonostante il maggior successo e fama di "Golden boy" - nonostante questa sia un'opera godibile solo per meno di metà dei volumi, in quanto poi diventa un trash ed ecchi senza senso e, soprattutto, con un finale indegno - ha avuto un percorso carrieristico di lento declino.
Un'ultima curiosità è che in tutti i volumi ci sono omaggi e citazioni, per chi ha una cultura approfondita e attenta dei manga del tempo, ad altri disegnatori e autori della sua stessa casa editrice, cioè la Shueisha, come: Hiroshi Motomiya o Katsuhiro Hotomo! La consiglio vivamente a chiunque ami il collezionismo, la storia dei manga, GTO o le opere del Maestro Tohru Fujisawa che, quasi tutte, si ispirano a quest'opera semisconosciuta ma che meriterebbe molto più rispetto, lustro e popolarità.
Il disegno ha i suoi alti e bassi, ed essendo la prima opera di Egawa è comprensibile che il suo tratto fosse ancora sporco e ingenuo, ma comunque godibile.
Non è un capolavoro ma, per essere stato il capostipite di manga e mangaka successivi che gli devono tanto, o tutto, merita - secondo me - un 8 pieno!
ESCANOR
Cominciamo dall'inizio e riassumendo: siamo nei primi anni '80 e Rumiko Takahashi ha già pubblicato perle come Lamù, Rumic World e Maison Ikkoku da qualche anno; il suo tratto e lo stile di disegno ricercato, cristallino e che trova negli acquerelli il tocco di poeticità che fa innamorare milioni di appassionati oltre, ovviamente, alla straordinaria capacità delle sue storie di raccontare (mondi di fantasia con personaggi sia inediti e originali sia presi dal folklore nipponico, vuoi leggende o racconti con un background storico oppure slice of life dai toni maturi) dimostrano al mondo che l"appellativo di "regina dei manga" assegnatole quasi subito e che verrà riconfermato con ogni sua opera (tranne alcune eccezioni di medio livello, ma mai infimo) è meritatissimo, e le stesse qualità le permetteranno di divenire una delle più prolifiche e poliedriche artiste del panorama fumettistico giapponese.
Cosa c'entra questo con il "nostro" mangaka?
Beh, Egawa (così come Akemi Takada per Madoka Ayukawa, nell'anime Orange Road di Izumi Matsumoto), rende omaggio (tra l'altro e non solo) a uno dei personaggi più iconici della Maestra, cioè: Kyoko Otonashi, per il personaggio femminile principale di Be Free!: Keiko Okano. Questa è più una curiosità e una chicca feticistica da appassionati, perché so che vi aspettate questo da me, quindi vi accontento! Del resto una blanda trama, comunque, l'accennerò più avanti cercando di non fare nessuno spoiler.
Però, ciò che più conta è un altro e fondamentale aspetto con il quale spero di attirare maggiormente la vostra attenzione: il sensei Egawa è stato il maestro di quel Tohru Fujisawa, "nomignolo" da niente nell'ambiente fumettistico che amiamo, autore, diversi anni dopo, di Shonan Junai Gumi (1990), Bad Company (1997), GTO (1997), ecc. ecc... robetta da niente, va! Proprio quest'ultimo, come assistente e allievo di Egawa, ha avuto modo di apprendere e ispirarsi al meglio al suo sensei!
Al contrario di Egawa e della sua parabola discendente, però, il percorso di Fujisawa è stato iperbolico e pieno di successi e fumetti uno più meritevole, importante e prezioso dell'altro, contenutisticamente soprattutto, ma non solo... È finita qui?
Assolutamente no, perché adesso dopo il mirabolesco preambolo arriva il bello e l'opera di cui voglio parlarvi! "Be free!" (il punto esclamativo fa parte del titolo) è l'anima, l'ispirazione, il mezzo plagio - direi anche: "grazie al cielo" - proprio delle opere più importanti che, in seguito, pubblicò Fujisawa!
Scioccati?!
Fareste bene a esserlo e vi capirei! Potremmo dire che il manga in questione è una commistione e un pot-pourri della propria successiva opera, il succitato "Golden boy" e di "GTO" di Fujisawa; sicuramente migliore della prima e peggiore della seconda di queste, ma comunque un precursore e archetipo di entrambe! "Akira Sasanishiki, colui che un giorno diventerà ministro dell'istruzione", è una didascalia che ci ricorda e riporta ad altre più celebri che, di certo, avrete riconosciuto!
Il protagonista di "Be Free!", edito per la prima volta nel 1984, è un ragazzo di 23 anni, biker (motociclista) e professore, ex membro di gang di cui era capo e con la quale spadroneggiava in città che, deciso a mettersi la testa a posto, passa all'insegnamento. Il suo approccio con le studentesse è sì, forse, volto a una filosofia che porti come risultato a un amore verso lo studio, ma meno platonico del corrispettivo e più famoso Eikichi Onizuka tanto da finire, spesso, a letto con le proprie studentesse. Il che suggerisce e spiega il "vietato ai minori di anni 18" sulla prima della sovraccoperta. Il suo approccio all'insegnamento è anticonvenzionale, pragmatico, "sudicio", brutale, ma con l'intento di portare a casa sempre un risultato che aiuti a riflettere non solo gli alunni della propria classe ma, soprattutto il lettore. Il suo orientamento alla vita al di fuori del contesto scolastico è mirato alla libertà; da qui il titolo dell'opera che è quasi un comando. Eppure Akira non è un poco di buono, nonostante molte sue azioni potrebbero farlo detestare a chi si fermi a un giudizio di pancia - istintivo quindi -; ha un cuore e una morale che alternano luci e ombre, scheletri nell'armadio, segreti ma anche azioni coraggiose o sensibili che lo rendono umano e ricco di complessità psicologica. Il suo amore per la collega Keiko lo renderà disposto a qualunque cosa ed, nel suo percorso verso questo obiettivo, empatizzare con lui non sarà né difficile né impossibile.
Alcuni capitoli sono esagerati ed essendo un manga che, d'altro canto, fa della comicità una sua carta (vincente o meno lo decida il gusto personale), si potrà comunque passare sopra a scene e incontri (o scontri) a volte piuttosto forzati, ma che rivedremo in maniera simile proprio nei suddetti "Golden Boy" o "GTO".
Nonostante l'improvviso e probabile senso di straniamento di chi legge, tutto riacquisirà un senso e una logica nel finale e, di conseguenza, una seconda rilettura dell'opera porterà un gradimento e un valore aggiunto di comprensione e di giudizio, a chi vi si appresterà.
Nella parte centrale, come nel suo lavoro successivo, incentra la progressione della storia in una critica sociale didascalica, pungente, ma anche da saper cogliere verso la società giapponese di quegli anni e, soprattutto come ci si può immaginare, sul sistema scolastico troppo rigido e gerarchico del paese del Sol Levante.
Un'opera che ha ispirato moltissimi mangaka e fumetti di tantissimi autori successivi, di qualità non più raggiunta dal suo stesso autore che, infatti, nonostante il maggior successo e fama di "Golden boy" - nonostante questa sia un'opera godibile solo per meno di metà dei volumi, in quanto poi diventa un trash ed ecchi senza senso e, soprattutto, con un finale indegno - ha avuto un percorso carrieristico di lento declino.
Un'ultima curiosità è che in tutti i volumi ci sono omaggi e citazioni, per chi ha una cultura approfondita e attenta dei manga del tempo, ad altri disegnatori e autori della sua stessa casa editrice, cioè la Shueisha, come: Hiroshi Motomiya o Katsuhiro Hotomo! La consiglio vivamente a chiunque ami il collezionismo, la storia dei manga, GTO o le opere del Maestro Tohru Fujisawa che, quasi tutte, si ispirano a quest'opera semisconosciuta ma che meriterebbe molto più rispetto, lustro e popolarità.
Il disegno ha i suoi alti e bassi, ed essendo la prima opera di Egawa è comprensibile che il suo tratto fosse ancora sporco e ingenuo, ma comunque godibile.
Non è un capolavoro ma, per essere stato il capostipite di manga e mangaka successivi che gli devono tanto, o tutto, merita - secondo me - un 8 pieno!
ESCANOR
Devo fare una recensione su Be Free e sinceramente non so da dove iniziare per la delusione!
Prima di tutto vorrei spezzare una lancia a favore di GTO: questo manga non ha niente a che fare con GTO! Paragonare questo manga improponibile solo perchè il protagonista, Akira Sasanishiki, è un professore un po' matto, che gli piacciono le ragazze e le professoresse e sa guidare una moto, non lo si può paragonare all'altro, è come dire uno sproloquio.
Assolutamente voto 3, e sono stato generoso, solo perchè i primi volumi potevano essere passabili, ma poi mamma mia non lo si può leggere.
Una confusione unica, veramente.
Segui le tavole del manga, cioè cerchi di seguire la storia dove c'è questo professore che a suo modo cerca di aiutare i suoi studenti indisciplinati, e poi ti ritrovi completamente in un'altra situazione, lo scenario cambia del tutto e cerchi di capire come è potuto accadere, se sono state strappate delle pagine, perchè non te lo spieghi, e ti domandi se chi ha scritto il manga è un disegnatore o uno scaricatore di porto.
Poi mi è subito caduto in basso quando va a letto con le sue alunne e poi ha i rimorsi di coscienza.
Ecco spiegato vietato ai minori di 18 anni, ma poteva anche risparmiarselo questo manga un po' ecchi, faceva più bella figura, disegnato veramente male, sembra che doveva fare un hentai e costruirci una trama intorno.
Confusione nel tratto, negli sfondi, nel disegnare le ragazze: hanno le facce tutte uguali, cambia solo la pettinatura.
Non vi dico quello che accade negli ultimi due numeri perchè non mi piace fare spoiler e rovinare la lettura a chi vuole leggerselo, ma una cosa surreale: vi dico che sono tutti nudi, professore e studenti.
Vi dico solo che mi sono fermato a leggerlo al penultimo, perchè dopo le prime pagine del 12° lo chiuso, e ancora oggi non sono per niente curioso di sapere il finale, tanto è illogico.
Se non volete perdere tempo leggete qualcos'altro.
Prima di tutto vorrei spezzare una lancia a favore di GTO: questo manga non ha niente a che fare con GTO! Paragonare questo manga improponibile solo perchè il protagonista, Akira Sasanishiki, è un professore un po' matto, che gli piacciono le ragazze e le professoresse e sa guidare una moto, non lo si può paragonare all'altro, è come dire uno sproloquio.
Assolutamente voto 3, e sono stato generoso, solo perchè i primi volumi potevano essere passabili, ma poi mamma mia non lo si può leggere.
Una confusione unica, veramente.
Segui le tavole del manga, cioè cerchi di seguire la storia dove c'è questo professore che a suo modo cerca di aiutare i suoi studenti indisciplinati, e poi ti ritrovi completamente in un'altra situazione, lo scenario cambia del tutto e cerchi di capire come è potuto accadere, se sono state strappate delle pagine, perchè non te lo spieghi, e ti domandi se chi ha scritto il manga è un disegnatore o uno scaricatore di porto.
Poi mi è subito caduto in basso quando va a letto con le sue alunne e poi ha i rimorsi di coscienza.
Ecco spiegato vietato ai minori di 18 anni, ma poteva anche risparmiarselo questo manga un po' ecchi, faceva più bella figura, disegnato veramente male, sembra che doveva fare un hentai e costruirci una trama intorno.
Confusione nel tratto, negli sfondi, nel disegnare le ragazze: hanno le facce tutte uguali, cambia solo la pettinatura.
Non vi dico quello che accade negli ultimi due numeri perchè non mi piace fare spoiler e rovinare la lettura a chi vuole leggerselo, ma una cosa surreale: vi dico che sono tutti nudi, professore e studenti.
Vi dico solo che mi sono fermato a leggerlo al penultimo, perchè dopo le prime pagine del 12° lo chiuso, e ancora oggi non sono per niente curioso di sapere il finale, tanto è illogico.
Se non volete perdere tempo leggete qualcos'altro.
"Akira Sasanishiki... Colui che un giorno diventerà ministro dell'educazione"
Questo è l'incipit di Be Free!, primo manga serializzato del maestro Tatsuya Egawa, che ancora oggi, pur risultando un po' datato, mantiene ancora il fascino originale e resta un must have per tutti gli amanti di fumetti.
Come dice appunto l'incipit, la storia parla di un giovane professore, Sasanishiki, che, trovandosi quasi per caso a svolgere la professione, si innamora della collega Keiko, e si dichiara disposto a tutto pur di conquistarla. Sasanishiki è però anche un teppista, e questo lo spinge a scagliarsi contro il sistema scolastico giapponese (allora molto più rigido di oggi, anche per i lunghi strascichi della sconfitta giapponese nella II guerra mondiale), che non fa altro che impartire nozioni da ripetere meccanicamente, senza permettere ai ragazzi di pensare autonomamente né di divertirsi. Ricordo ancora oggi una frase bellissima di Sasanishiki, "se una cosa non è scritta sui libri, non vuol dire che non sia accaduta", proprio a sottolineare l'errore di chi si affida solo a ciò che gli viene detto, senza riflettere.
Questa tematica si sviluppa nella seconda parte del manga, in cui Egawa attacca tutte le convenzioni sociali del Giappone, convenzioni fatte di apparenza e formalità vuote: ne è un esempio la famiglia di Keiko, che condanna la sua relazione con Sasanishiki in quanto uomo non convenzionale. La storia, purtroppo, prende nella parte finale una strada molto fantasiosa che si stacca notevolmente dall'atmosfera originale dell'opera, e diventa, almeno a una prima lettura, molto confusa. Solo nel finale si capiranno i motivi di questa scelta da parte dell'autore, che rendono Be Free! molto più agile ad una seconda lettura.
Questa pecca (che resta comunque una mia opinione) non impedisce comunque di godersi uno dei manga più belli in circolazione, antecedente di quel famoso Golden Boy, sempre di Egawa, e padre spirituale di GTO.
Niente da dire sui disegni, che ora risultano invecchiati, ma comunque d'effetto, e, se paragonati ad altre opere dello stesso periodo risultano innovativi e dinamici. Il 10 Be Free! se lo merita fino in fondo, perchè, dopo quasi trent'anni rimane ancora attuale e, se magari le singole situazioni ci possono apparire scontate, è solo perchè Egawa ha saputo ispirare migliaia di mangaka più giovani che ancora oggi ripropongono, o almeno tentano di farlo, idee prese da un'opera che rimarrà immortale.
Questo è l'incipit di Be Free!, primo manga serializzato del maestro Tatsuya Egawa, che ancora oggi, pur risultando un po' datato, mantiene ancora il fascino originale e resta un must have per tutti gli amanti di fumetti.
Come dice appunto l'incipit, la storia parla di un giovane professore, Sasanishiki, che, trovandosi quasi per caso a svolgere la professione, si innamora della collega Keiko, e si dichiara disposto a tutto pur di conquistarla. Sasanishiki è però anche un teppista, e questo lo spinge a scagliarsi contro il sistema scolastico giapponese (allora molto più rigido di oggi, anche per i lunghi strascichi della sconfitta giapponese nella II guerra mondiale), che non fa altro che impartire nozioni da ripetere meccanicamente, senza permettere ai ragazzi di pensare autonomamente né di divertirsi. Ricordo ancora oggi una frase bellissima di Sasanishiki, "se una cosa non è scritta sui libri, non vuol dire che non sia accaduta", proprio a sottolineare l'errore di chi si affida solo a ciò che gli viene detto, senza riflettere.
Questa tematica si sviluppa nella seconda parte del manga, in cui Egawa attacca tutte le convenzioni sociali del Giappone, convenzioni fatte di apparenza e formalità vuote: ne è un esempio la famiglia di Keiko, che condanna la sua relazione con Sasanishiki in quanto uomo non convenzionale. La storia, purtroppo, prende nella parte finale una strada molto fantasiosa che si stacca notevolmente dall'atmosfera originale dell'opera, e diventa, almeno a una prima lettura, molto confusa. Solo nel finale si capiranno i motivi di questa scelta da parte dell'autore, che rendono Be Free! molto più agile ad una seconda lettura.
Questa pecca (che resta comunque una mia opinione) non impedisce comunque di godersi uno dei manga più belli in circolazione, antecedente di quel famoso Golden Boy, sempre di Egawa, e padre spirituale di GTO.
Niente da dire sui disegni, che ora risultano invecchiati, ma comunque d'effetto, e, se paragonati ad altre opere dello stesso periodo risultano innovativi e dinamici. Il 10 Be Free! se lo merita fino in fondo, perchè, dopo quasi trent'anni rimane ancora attuale e, se magari le singole situazioni ci possono apparire scontate, è solo perchè Egawa ha saputo ispirare migliaia di mangaka più giovani che ancora oggi ripropongono, o almeno tentano di farlo, idee prese da un'opera che rimarrà immortale.
Questa prima opera di Egawa dovrebbe essere letta da tutti gli appassionati di manga, perché è un qualcosa di molto particolare.
Andando con ordine, i disegni sono tipici di Egawa, ma ancora un po' acerbi facendo un confronto con le sue opere più recenti; non vengono tralasciati i particolari, e gli sfondi non sono per niente trascurati, come invece avviene (volutamente) in Deadman.
La caratterizzazione dei personaggi è molto accurata dal punto di vista psicologico, ed è qui che si può inoltre notare una delle particolarità di questo manga: il protagonista, Akira Sasanishiki, è si ben caratterizzato, ma fino alla fine dell'opera resta su di lui un alone di mistero, quel pizzico di imprevedibilità che fa pensare al lettore di non conoscerlo a fondo, e di non sapere cosa stia pensando in determinate situazioni, anche a causa di sue azioni e comportamenti apparentemente insensati.
Sicuramente un seinen più che uno shounen, affronta argomenti che spaziano dal comico al sociale fino al metafisico, le scene erotiche non sono mai fini a se stesse, e per essere più precisi gli eccessi e le situazioni paradossali non sono mai inserite a caso, ma fanno parte di un disegno più ampio che può essere compreso solo dopo aver completato la lettura di quest'opera.
Come ho già detto i temi affrontati sono diversi: in linea generale la narrazione è inserita in una cornice di comicità, infatti non mancheranno divertenti gag e risate nel corso di tutta la storia, ma la grande qualità di questo manga sta proprio nel fatto che l'umorismo è accompagnato da una mirata denuncia sociale e da profonde considerazioni implicite sulla natura umana (implicite perché spesso sarà il lettore a doverle captare). Per capire a fondo il significato di Be Free! sarebbe necessario leggerlo almeno 2 volte, e dare un'occhiata alla nota finale dell'ultimo volume (che personalmente mi ha aiutato molto).
Un'opera che in Italia non ha goduto del successo che a mio avviso avrebbe meritato, considerando il fatto che ha ispirato Tōru Fujisawa nella composizione del celebre G.T.O. (si possono notare infatti numerose analogie).
Concludo scrivendo che senza dubbio Be Free! può essere considerato un capolavoro, proprio in virtù della varietà dei temi trattati, e della storia appassionante.
Andando con ordine, i disegni sono tipici di Egawa, ma ancora un po' acerbi facendo un confronto con le sue opere più recenti; non vengono tralasciati i particolari, e gli sfondi non sono per niente trascurati, come invece avviene (volutamente) in Deadman.
La caratterizzazione dei personaggi è molto accurata dal punto di vista psicologico, ed è qui che si può inoltre notare una delle particolarità di questo manga: il protagonista, Akira Sasanishiki, è si ben caratterizzato, ma fino alla fine dell'opera resta su di lui un alone di mistero, quel pizzico di imprevedibilità che fa pensare al lettore di non conoscerlo a fondo, e di non sapere cosa stia pensando in determinate situazioni, anche a causa di sue azioni e comportamenti apparentemente insensati.
Sicuramente un seinen più che uno shounen, affronta argomenti che spaziano dal comico al sociale fino al metafisico, le scene erotiche non sono mai fini a se stesse, e per essere più precisi gli eccessi e le situazioni paradossali non sono mai inserite a caso, ma fanno parte di un disegno più ampio che può essere compreso solo dopo aver completato la lettura di quest'opera.
Come ho già detto i temi affrontati sono diversi: in linea generale la narrazione è inserita in una cornice di comicità, infatti non mancheranno divertenti gag e risate nel corso di tutta la storia, ma la grande qualità di questo manga sta proprio nel fatto che l'umorismo è accompagnato da una mirata denuncia sociale e da profonde considerazioni implicite sulla natura umana (implicite perché spesso sarà il lettore a doverle captare). Per capire a fondo il significato di Be Free! sarebbe necessario leggerlo almeno 2 volte, e dare un'occhiata alla nota finale dell'ultimo volume (che personalmente mi ha aiutato molto).
Un'opera che in Italia non ha goduto del successo che a mio avviso avrebbe meritato, considerando il fatto che ha ispirato Tōru Fujisawa nella composizione del celebre G.T.O. (si possono notare infatti numerose analogie).
Concludo scrivendo che senza dubbio Be Free! può essere considerato un capolavoro, proprio in virtù della varietà dei temi trattati, e della storia appassionante.
Eccoci a parlare della prima opera di Egawa.
La storia parte in modo piuttosto banale.
Akira Sasanishiki è un giovane centauro nonché insegnante presso la scuola Meiboku della città di Ishikawa.
E' attratto dalla bella Keiko Shimamoto, insegnante di matematica perbene ed educata.
Akira farà di tutto per possedere (nel senso più carnale del termine) l'oggetto del suo desiderio e, ovviamente, considerato il carattere diciamo "gioviale" (per essere precisi: lussurioso, lascivo e maniaco) del prof, il tutto porterà a creare situazioni assai particolari!
Col tempo si aggiungeranno numerosi personaggi di rilievo e tutti finiranno per essere coinvolti da Sasanishiki nel suo folle proposito (che non vi svelo)!
L'opera si mostra come una commedia strutturata in brevi capitoli, alcuni dei quali rappresentano delle e vere e proprie evasioni rispetto alla trama principale.
L'opera parte con un taglio comico/erotico per diventare qualcosa di ampio respiro nella seconda metà dell'opera, stemperando un pochino la comicità ed accentuando l'aspetto sessuale.
Premetto che mai (quasi mai, va...) il sesso viene strumentalizzato e tutte le scene sono sempre brevi e non certo di cattivo gusto. Insomma, non abbiamo per le mani un hentai, che questo sia chiaro!
Sasanishiki è un vulcano di bizzarrie e più volte vi strapperà una sana risata per le sue strambe trovate e avventure.
Col suo modo di essere poco incline al rigido inquadramento tipico delle scuole nipponiche, spesso si caccerà in situazioni al limite dell'assurdo.
Ed è proprio questo il difetto principale dell'opera.
Sebbene sia lecito, visto il taglio dell'opera, concedere all'autore una certa libertà di sceneggiatura, ci sono momenti in cui la trama sembra sfuggire di mano al mangaka.
Mi riferisco in particolare alla lunga vicenda in cui viene coinvolto un gruppo della yakuza tra il n. 8 e il n. 10.
Va bene che siamo in un manga comico, però arrivare a sfidare ogni legge (anche di fantasia) della fisica e portare i personaggi ad essere quasi delle divinità visto quello che fanno e subiscono, porta a sminuire il valore della narrazione e a perdere quel gusto della sorpresa.
Succede più volte che difronte ad un evento inaspettato e ben congegnato ci si ritrovi una giustificazione assolutamente irreale, aldilà di ogni immaginazione.
Esempio tipico è Okano che è velocissima in bici al pari di moto e auto.
Però in un inseguimento in cui zompi, voli, vieni ferita, hai una persona addosso da trasportare, il tutto nel bel mezzo della città tra persone che vengono ferite da armi da fuoco, palazzi che crollano e yakuza infuriati alle costole, riuscire tenere in piedi una bici che somiglia alle vecchie "Graziella" (manca solo il cestello davanti) ha un po' di assurdo, anche per un manga del genere.
La conseguenza è che non si resta più sorpresi per nulla...
Per fortuna gli ultimi due volumi interrompono questa (secondo me) mancanza di idee dell'autore e si reimmettono su dei binari più consoni.
Il volume 12 in particolare rappresenta, a mio modo di vedere, non solo un finale ben fatto e soddisfacente, ma anche il volume meglio realizzato come sceneggiatura.
Accennando al lato tecnico bisogna dire che il tratto, soprattutto nei primi numeri, è acerbo e si vede, anche se con l'avanzare della storia i miglioramenti sono palesi.
Soprattutto nei (numerosi) personaggi femminili Egawa sembra essere in difficoltà nella caratterizzazione.
Più volte vi capiterà di confondere un personaggio con un altro.
Con i maschi invece la cosa non succede.
Nonostante i disegni non siano eccelsi raggiungono però quello che era, secondo me, lo scopo dell'autore: essere sensuali.
Chiome molto folte e fluenti, occhi sottili e corpi rotondi contribuiscono a creare quell'aria di erotismo un pelo morboso che aleggia in tutto il manga.
Il sesso (il sesso senza taboo soprattutto) viene visto infatti dall'autore come "scusa" per trasmettere un messaggio di più ampio respiro (e che viene reso benissimo nell'ultimo numero): ovvero l'importanza dell'uomo in quanto tale, della sua individualità ed originalità (vedasi tutta la vicenda che porta alla creazione della sezione Sakura a scuola).
L'autore tende a sminuire tutti i paletti che la società odierna ci impone e che, fondamentalmente, "ci assopiscono" e distraggono dalla nostra vita reale.
L'utilizzo del sesso è efficace perché, soprattutto nel contrasto col rigido sistema scolastico nipponico, si presenta agli occhi di chiunque come elemento al di sopra delle righe e, pertanto, efficace portatore del messaggio di rottura con gli schemi convenzionali.
Be free è un inno alla libertà, un inno a godersi la vita nelle cose più semplici e genuine che sono, in realtà, quelle più importanti e che più appagano l'uomo.
Affannarsi a raggiungere gli obiettivi che ci vengono imposti come traguardi per la realizzazione personali, per il successo, per l'affermazione del proprio io, serve solo a sprecare il tempo.
E sul tempo, sempre nell'ultimo numero, Egawa saprà lasciarci sorpresi con un colpo di scena interessante e significativo.
Be Free! è Be Free!, e non poteva essere scelto titolo più azzeccato per un'opera del genere.
Riguardo all'edizione Dynanmic, devo dire che complessivamente è di buona qualità, anche se il prezzo di 5.40 (a cui trovato oggi i volumi in fumetteria) è un pochino elevato per gli standard attuali.
Unico difetto rilevante che ho riscontrato è che i primi numeri hanno la tinta rosa/rossa che fa da base a tutte le copertine, più chiara e accesa rispetto ai numeri successivi. Tenendoli tutti allineati la cosa è abbastanza evidente.
Concludo consigliano a tutti la lettura di Be Free!, non perché sia un capolavoro indimenticabile, ma per l'originalità dell'impostazione e del messaggio di cui si fa portatore.
Il voto reale sarebbe un 7 e 1/2 ma visto che i mezzi voti non ci sono, voglio essere buono e assegnare l'8 in virtù del 12° volume che mi ha molto soddisfatto.
La storia parte in modo piuttosto banale.
Akira Sasanishiki è un giovane centauro nonché insegnante presso la scuola Meiboku della città di Ishikawa.
E' attratto dalla bella Keiko Shimamoto, insegnante di matematica perbene ed educata.
Akira farà di tutto per possedere (nel senso più carnale del termine) l'oggetto del suo desiderio e, ovviamente, considerato il carattere diciamo "gioviale" (per essere precisi: lussurioso, lascivo e maniaco) del prof, il tutto porterà a creare situazioni assai particolari!
Col tempo si aggiungeranno numerosi personaggi di rilievo e tutti finiranno per essere coinvolti da Sasanishiki nel suo folle proposito (che non vi svelo)!
L'opera si mostra come una commedia strutturata in brevi capitoli, alcuni dei quali rappresentano delle e vere e proprie evasioni rispetto alla trama principale.
L'opera parte con un taglio comico/erotico per diventare qualcosa di ampio respiro nella seconda metà dell'opera, stemperando un pochino la comicità ed accentuando l'aspetto sessuale.
Premetto che mai (quasi mai, va...) il sesso viene strumentalizzato e tutte le scene sono sempre brevi e non certo di cattivo gusto. Insomma, non abbiamo per le mani un hentai, che questo sia chiaro!
Sasanishiki è un vulcano di bizzarrie e più volte vi strapperà una sana risata per le sue strambe trovate e avventure.
Col suo modo di essere poco incline al rigido inquadramento tipico delle scuole nipponiche, spesso si caccerà in situazioni al limite dell'assurdo.
Ed è proprio questo il difetto principale dell'opera.
Sebbene sia lecito, visto il taglio dell'opera, concedere all'autore una certa libertà di sceneggiatura, ci sono momenti in cui la trama sembra sfuggire di mano al mangaka.
Mi riferisco in particolare alla lunga vicenda in cui viene coinvolto un gruppo della yakuza tra il n. 8 e il n. 10.
Va bene che siamo in un manga comico, però arrivare a sfidare ogni legge (anche di fantasia) della fisica e portare i personaggi ad essere quasi delle divinità visto quello che fanno e subiscono, porta a sminuire il valore della narrazione e a perdere quel gusto della sorpresa.
Succede più volte che difronte ad un evento inaspettato e ben congegnato ci si ritrovi una giustificazione assolutamente irreale, aldilà di ogni immaginazione.
Esempio tipico è Okano che è velocissima in bici al pari di moto e auto.
Però in un inseguimento in cui zompi, voli, vieni ferita, hai una persona addosso da trasportare, il tutto nel bel mezzo della città tra persone che vengono ferite da armi da fuoco, palazzi che crollano e yakuza infuriati alle costole, riuscire tenere in piedi una bici che somiglia alle vecchie "Graziella" (manca solo il cestello davanti) ha un po' di assurdo, anche per un manga del genere.
La conseguenza è che non si resta più sorpresi per nulla...
Per fortuna gli ultimi due volumi interrompono questa (secondo me) mancanza di idee dell'autore e si reimmettono su dei binari più consoni.
Il volume 12 in particolare rappresenta, a mio modo di vedere, non solo un finale ben fatto e soddisfacente, ma anche il volume meglio realizzato come sceneggiatura.
Accennando al lato tecnico bisogna dire che il tratto, soprattutto nei primi numeri, è acerbo e si vede, anche se con l'avanzare della storia i miglioramenti sono palesi.
Soprattutto nei (numerosi) personaggi femminili Egawa sembra essere in difficoltà nella caratterizzazione.
Più volte vi capiterà di confondere un personaggio con un altro.
Con i maschi invece la cosa non succede.
Nonostante i disegni non siano eccelsi raggiungono però quello che era, secondo me, lo scopo dell'autore: essere sensuali.
Chiome molto folte e fluenti, occhi sottili e corpi rotondi contribuiscono a creare quell'aria di erotismo un pelo morboso che aleggia in tutto il manga.
Il sesso (il sesso senza taboo soprattutto) viene visto infatti dall'autore come "scusa" per trasmettere un messaggio di più ampio respiro (e che viene reso benissimo nell'ultimo numero): ovvero l'importanza dell'uomo in quanto tale, della sua individualità ed originalità (vedasi tutta la vicenda che porta alla creazione della sezione Sakura a scuola).
L'autore tende a sminuire tutti i paletti che la società odierna ci impone e che, fondamentalmente, "ci assopiscono" e distraggono dalla nostra vita reale.
L'utilizzo del sesso è efficace perché, soprattutto nel contrasto col rigido sistema scolastico nipponico, si presenta agli occhi di chiunque come elemento al di sopra delle righe e, pertanto, efficace portatore del messaggio di rottura con gli schemi convenzionali.
Be free è un inno alla libertà, un inno a godersi la vita nelle cose più semplici e genuine che sono, in realtà, quelle più importanti e che più appagano l'uomo.
Affannarsi a raggiungere gli obiettivi che ci vengono imposti come traguardi per la realizzazione personali, per il successo, per l'affermazione del proprio io, serve solo a sprecare il tempo.
E sul tempo, sempre nell'ultimo numero, Egawa saprà lasciarci sorpresi con un colpo di scena interessante e significativo.
Be Free! è Be Free!, e non poteva essere scelto titolo più azzeccato per un'opera del genere.
Riguardo all'edizione Dynanmic, devo dire che complessivamente è di buona qualità, anche se il prezzo di 5.40 (a cui trovato oggi i volumi in fumetteria) è un pochino elevato per gli standard attuali.
Unico difetto rilevante che ho riscontrato è che i primi numeri hanno la tinta rosa/rossa che fa da base a tutte le copertine, più chiara e accesa rispetto ai numeri successivi. Tenendoli tutti allineati la cosa è abbastanza evidente.
Concludo consigliano a tutti la lettura di Be Free!, non perché sia un capolavoro indimenticabile, ma per l'originalità dell'impostazione e del messaggio di cui si fa portatore.
Il voto reale sarebbe un 7 e 1/2 ma visto che i mezzi voti non ci sono, voglio essere buono e assegnare l'8 in virtù del 12° volume che mi ha molto soddisfatto.
Be Free! è un'opera che non appartiene un genere preciso, ma riesce comunque a coinvolgere il lettore già dai primi numeri. Egawa, come nelle altre sue opere, cerca di trattare situazioni di vita quotidiana con l'erotismo tipico dell'autore, comunque ancora acerbo nel tratto. Negli ultimi volumi la trama prende una piega che sinceramente non mi aspettavo, e anche il finale mi ha lasciato parecchio perplesso. Comunque rimane un ottima opera e decisamente imperdibile a chi gradisce i temi taratati da Egawa.
Ho letto solo un numero di questo avvincente manga, ma posso garantire che è davvero eccezionale, non può mancare assolutamente, le risate ci sono e i disegni sono davvero avvincenti, lo consiglio davvero a tutti.
Akira Sasanishiki, colui che diventerà Ministro...
Grande professore trasformista che riesce ad insegnare coinvolgendo gli alunni al massimo delle loro capacità, senza possibilità d'errore.
Grande professore trasformista che riesce ad insegnare coinvolgendo gli alunni al massimo delle loro capacità, senza possibilità d'errore.