Hagane
Avendo apprezzato due titoli come "Ozn" e "Geobreeders", molto più di diversi titoli di grande successo, può essere che siano i miei gusti ad essere tarati; ma, a me, "Hagane" piace.
Pur cominciando con un clichet alquanto scontato (normale, e ingenuotta, liceale scopre di essere in realtà...), "Hagane" vira subito verso binari più originali, recuperando l'organizzazione "Mare Rosso" (o quello che è) dalle pagine del precedente "Xenon", e introducendo la novità del "parassitismo genetico". Grazie a questo il DNA di personaggi del passato può essere impiantato, insieme alla personalità e alle abilità acquisite (il lamarkismo non sarà più molto di moda in campo scientifico, ma è certamente uno spunto interessante), in persone del presente, con le immaginabili dificoltà di adattamento, conflitti di personalità, deliri di onnipotenza e disponibilità ad accettare, o meno, passivamente, il cambiamento.
I personaggi di "Hagane", almeno i principali, sono ben delineati e abbastanza profondi. L'ambientazione riprende le atmosfere cupe e drammatiche di "Xenon", temperandole con un numero maggiore di stacchi comici (data la personalità più scanzonata dei protagonisti) e di abbondante fanservice (se per voi è un difetto... io lo sopporto volentieri). La storia non manca di spunti interessanti, e le possibilità di evoluzione sono pressochè illimitate (qualsiasi personaggio storico potrebbe entrare a fare parte del cast). I disegni sono ben fatti (a me poi, lo stile di Kanzaki piace molto) e le scene d'azione sono rese assai bene.
Ovviamente i difetti non mancano.
Come detto, i personaggi principali sono ben delineati e approfonditi, il fatto è che sono pochi. I protagonisti in scena si contano sulla punta delle dita di una mano, con l'effetto di limitare le possiblità offerte dallo spunto principale dell'opera (appunto il "parassitismo genetico"), l'interazione tra i personaggi stessi, la possibilità di inserire sottotrame e quindi, in definitiva, l'interesse del lettore (difetto questo già presente in "Xenon", e in buona parte delle opere di Kanzaki). Si sente la mancanza di qualche buon comprimario.
La storia inoltre è spesso macchinosa. Con svolte poco spiegate, che sembrano essere giustificate solo dal gusto dell'autore.
Gli avversari "combattenti" sono a volte (non sempre) banali nelle loro motivazioni, mentre le motivazioni dei "comandanti" non sono sempicemente note, nonostante questi appaiano spesso.
Il fatto che il parassita non attecchisca sulle donne infine, limita il numero di belle figliole in scena (a parte la tappezzeria). Ok che Hagane da sola fa per tre, ma sembra operare in un mondo esclusivamente maschile (cosa che contribuisce a limitare il numero di sottotrame e le possibilità di interazione tra i personaggi).
A parte questi peccati, comunque veniali, "Hagane" è un'opera godibile. Un bel manga d'azione "robusto" e non scontato che, per me, si merita un "8" pieno.
Pur cominciando con un clichet alquanto scontato (normale, e ingenuotta, liceale scopre di essere in realtà...), "Hagane" vira subito verso binari più originali, recuperando l'organizzazione "Mare Rosso" (o quello che è) dalle pagine del precedente "Xenon", e introducendo la novità del "parassitismo genetico". Grazie a questo il DNA di personaggi del passato può essere impiantato, insieme alla personalità e alle abilità acquisite (il lamarkismo non sarà più molto di moda in campo scientifico, ma è certamente uno spunto interessante), in persone del presente, con le immaginabili dificoltà di adattamento, conflitti di personalità, deliri di onnipotenza e disponibilità ad accettare, o meno, passivamente, il cambiamento.
I personaggi di "Hagane", almeno i principali, sono ben delineati e abbastanza profondi. L'ambientazione riprende le atmosfere cupe e drammatiche di "Xenon", temperandole con un numero maggiore di stacchi comici (data la personalità più scanzonata dei protagonisti) e di abbondante fanservice (se per voi è un difetto... io lo sopporto volentieri). La storia non manca di spunti interessanti, e le possibilità di evoluzione sono pressochè illimitate (qualsiasi personaggio storico potrebbe entrare a fare parte del cast). I disegni sono ben fatti (a me poi, lo stile di Kanzaki piace molto) e le scene d'azione sono rese assai bene.
Ovviamente i difetti non mancano.
Come detto, i personaggi principali sono ben delineati e approfonditi, il fatto è che sono pochi. I protagonisti in scena si contano sulla punta delle dita di una mano, con l'effetto di limitare le possiblità offerte dallo spunto principale dell'opera (appunto il "parassitismo genetico"), l'interazione tra i personaggi stessi, la possibilità di inserire sottotrame e quindi, in definitiva, l'interesse del lettore (difetto questo già presente in "Xenon", e in buona parte delle opere di Kanzaki). Si sente la mancanza di qualche buon comprimario.
La storia inoltre è spesso macchinosa. Con svolte poco spiegate, che sembrano essere giustificate solo dal gusto dell'autore.
Gli avversari "combattenti" sono a volte (non sempre) banali nelle loro motivazioni, mentre le motivazioni dei "comandanti" non sono sempicemente note, nonostante questi appaiano spesso.
Il fatto che il parassita non attecchisca sulle donne infine, limita il numero di belle figliole in scena (a parte la tappezzeria). Ok che Hagane da sola fa per tre, ma sembra operare in un mondo esclusivamente maschile (cosa che contribuisce a limitare il numero di sottotrame e le possibilità di interazione tra i personaggi).
A parte questi peccati, comunque veniali, "Hagane" è un'opera godibile. Un bel manga d'azione "robusto" e non scontato che, per me, si merita un "8" pieno.
Non sono d'accordo con chi degrada la storia di questo fumetto. L'idea di base (un'associazione che mira a dominare il mondo grazie a parassiti di grandi della storia impiantati in cavie umane) è semplicemente geniale. Che poi Kanzaki a volte non riesca a tenere alta la tensione nella storia è un altro paio di maniche. Mi piacciono i disegni, mi piacciono i personaggi e adoro lo stile splatter seminudo e iperviolento del fumetto. Cattivi come Jack, Pat Garrett o El Drago col loro sadismo mi hanno affascinato (non ho apprezzato Houdinì nel n.12, come personaggio faceva schifo). Sono uno di quelli che ancora spera in un ritorno di Hagane, per sapere finalmente come va a finire. Speriamo di non sperare a vuoto anche se a furia di rinvii...
Dopo aver disegnato le avventure del ragazzo con l'armatura Xenonica, Masaomi Kanzaki crea un eroina, per sconfiggere l'odiatissima Red Sea (Mare Rosso nell'edizione Panini). Qui troviamo una ragazzina ottusa e insulsa che starebbe bene dentro un Hentai di pessima lega e basta. D'intanto in tanto sbarella e la sua personalità viene offuscata fino a diventare il Musashi Miyamoto di cui leggiamo le gesta in Vagabond.
Ha dei compari-macchietta che sanno di già visto e insieme vivono un avventura che annoia. Kanzaki probabilmente lo capisce e si mette a disegnare poppe e culi, per distogliere lo sguardo da un pessimo fumetto, che è anche mal disegnato. L'unica scena decente è il cameo del mitico Ryuji di Xenon. Dargli 5 è anche troppo...
Ha dei compari-macchietta che sanno di già visto e insieme vivono un avventura che annoia. Kanzaki probabilmente lo capisce e si mette a disegnare poppe e culi, per distogliere lo sguardo da un pessimo fumetto, che è anche mal disegnato. L'unica scena decente è il cameo del mitico Ryuji di Xenon. Dargli 5 è anche troppo...
Questo è il primo manga a cui non do la sufficienza. Questo per un unico motivo, è il primo che recensisco fra quelli che non meritano la sufficienza. Dal punto di vista grafico non sarebbe male, certo non svetta, la lista di disegnatori mogliori di Kanzaki è pressocchè infinita, resta comunque buona e superiore alla media generale dei manga. Il problema grosso sta nella storia, che fino al punto in cui la Panini ha stoppato la pubblicazione, resta spesso debole, troppo debole, i cattivi sono prevedibili e prevedibilmente legati al personaggio di cui i protagonisti sono portatori (per chi non ha letto il manga in questione, la frase precedente è un po' astrusa, e me ne scuso). La caratterizzazione troppo stereotipata, la protagonista è sempre la solita ingenua che cade dalle nuvole (tipo Sailor Moon), e così per gli altri personaggi. Il fanservice, che si poteva evitare, anche se non è così invadente, la divisa scolastica si poteva e si doveva evitare. Resta un buona vena ironica-Gneek... What's gneek. Eheheheh, ma un buon fumetto ha ben altre doti.
In un mercatino di fumetti un giorno ho sentito un gran colpo tra le scapole. Era il pacco incellophanato della serie di Hagane che mi avevano, appunto, tirato nella schiena. Il problema di questi manga non è l'uso del nudo o della violenza, bensì le continue cadute nel ridicolo che umiliano un ottimo disegno e un'idea di base in fondo buona, quindi meglio Hagane nuda che imbecillemente in divisa da liceale in kevlar. Comunque, l'espressione ghignante di Hagane posseduta è indimenticabile.
Nonostante tutto quello che ho letto in giro credo che Hagane sia un buon manga. La storia è forse un po' lenta e non sempre chiarissima, ma credo che bisogni dare fiducia all'autore che ha dimostrato comunque di saper creare una storia interessante inquietante e ben disegnata. Peccato per il fatto che è rimasta incompleta, ho letto che probabilmente uscirà a breve il tredicesimo volume che conterrà i tankobon numero 7 e 8, sarà un numero massiccio di più di 300 pagine... spero di non aver letto una bufala...