Alpen Rose
Questo è un bellissimo manga a cui sono profondamente affezionata. Con "Alpen Rose" siamo catapultati in un mondo che si prepara ai prossimi duri anni del regime nazista, con tutto ciò che ne conseguirà: persecuzioni, fughe e stermini. Lo sfondo storico di portata mondiale infatti caratterizzerà e influenzerà in vario modo le vicende personali dei personaggi alla ricerca della famiglia di Jeudie.
Per quanto riguarda la costruzione tematica, l'autrice origina un intreccio ben strutturato in cui ogni personaggio ha una propria parte attiva nel susseguirsi degli eventi, ed è ben caratterizzato. Perfino i personaggi secondari assumono una posizione se non centrale, quantomeno di rilevanza particolare ai fini dello svolgimento della trama e dello scioglimento finale dell'azione.
Per concludere Alpen rose è un manga bellissimo che consiglio a tutti di leggere perché racchiude in sé una profonda storia d'amore che riesce a catturarti in modo sublime.
Per quanto riguarda la costruzione tematica, l'autrice origina un intreccio ben strutturato in cui ogni personaggio ha una propria parte attiva nel susseguirsi degli eventi, ed è ben caratterizzato. Perfino i personaggi secondari assumono una posizione se non centrale, quantomeno di rilevanza particolare ai fini dello svolgimento della trama e dello scioglimento finale dell'azione.
Per concludere Alpen rose è un manga bellissimo che consiglio a tutti di leggere perché racchiude in sé una profonda storia d'amore che riesce a catturarti in modo sublime.
<b>[Attenzione, possibili lievi spoiler.]</b>
Sinceramente non ho mai capito per quale cavolo di motivo la Star Comics si sia data tanto da fare per ripescare questo titolo dal posto da cui proveniva, ovvero l'immondizia.
Si, vabbé, l'anime che è stato tratto dal manga è stato forse uno dei più massacrati dalla censura italiana, per l'assolutamente logico motivo che è ambientato durante la Second Guerra Mondiale e si parla dunque del nazismo. Non sia mai! Peccato che la Akaishi faccia della ricostruzione storica, della logicità dell'intreccio e dell'ambientazione spaziale carne da macello. Quindi perché sprecarsi per portare una poracciata del genere in Italia?
Ma andiamo con ordine. Questo manga racchiude nella sua trama tutti gli stereotipi dei classiconi shoujo anni ottanta, mischiati alla carlona tutti insieme, con il risultato di ritrovarci tra le mani una sbobba putrescente. Abbiamo per la precisione:
- un'ambientazione occidentale completamente idealizzata dall'autrice, quindi completamente inesistente nella realtà.
- Una protagonista di nome Giovedì (Jeudi vuol dire giovedì in francese: fa quindi ancora così schifo il nome che le hanno appioppato in Italia, Judi?) che è ovviamente bionda, che va in giro ricoperta di fiocchi e frappe, che è ovviamente orfana, che è buona & gentile con il prossimo, tutti le vogliono stra bene e saranno quindi pronti ad aiutare lei ad uscire dai guai e l'autrice ad uscire dall'impasse dei buchi di sceneggiatura che vanno formandosi di volumetto in volumetto.
- Un co-protagonista, Lunedì (Lundi che in francese... vabbè si è capito), che è suo amico d'infanzia e ovviamente diventerà suo promesso sposo.
- Genitori segreti, fratelli segreti, cugini segreti, suoceri segreti, segreti ancora più segreti a go go
La storia vede quindi Giovedì cascare da un aereo in fiamme e ritrovarsi la mattina dopo, senza neanche un fiocco fuori posto, in Svizzera, naturalmente priva di memoria. A salvarla e a prenderla con sé ci pensa Lunedì, e da allora staranno sempre insieme, finché non ci si mette in mezzo il terribile conte Golosone (Gourmant vuol dire... vabbé io mi sono già stufata...), che è cattivissimo, voglio dire, ha pure i capelli come Amedeo Minghi. Golosone rapisce Giovedì perché... perché gli va, ma Lunedì salva Giovedì. Insieme capiscono che è ora di dare una mossa alla storia e si mettono in cerca dei genitori di Giovedì grazie ad un indizio fondamentale: il pappagallo di Giovedì, Primavera, sta sempre a starnazzare "Rosa Alpina". Giovedì appena sente 'ste due parole le piglia un coccolone. Questo vuol dire che qualche suo parente gliela cantava, ovvio.
Sulla loro strada quindi incontreranno:
- una bottegaia che sta sempre a cantare Alpen Rose.
- Un generale svizzero che sta sempre ad ascoltare Alpen Rose.
- Un compositore, Leonard, che è l'autore di Alpen Rose e se non la suona almeno ogni tot di pagine il coccolone se lo prende lui.
- Qualsiasi altra persona a caso che ascolta Alpen Rose.
Durante questo viaggio Golosone ne combinerà di tutti i colori pur di riavere Giovedì: farà saltare in aria treni, strade, autostrade, città e palazzi, senza pensare, non so, che magari avrebbe più successo con le donne offrendo loro un mazzo di rose rosse e una romantica gita sul lago. O magari senza pensare che se Giovedì è già sopravvissuta come niente ad un incidente aereo, usare armi convenzionali contro di lei è totalmente inutile.
Se pensate però che la storia sia la parte più debole del tutto, vi sbagliate di grosso. La nota più stonata di tutto il manga è la ricostruzione storica. Intanto non si capisce assolutamente per quale motivo la Svizzera venga spacciata da questa autrice per baluardo della libertà nell'Europa invasa dai nazisti. Non si capisce nemmeno per quale motivo la canzone Alpen Rose sia l'inno di un'inesistente resistenza europea (tutti sanno per esempio quanto abbia resistito strenuamente l'Austria all'annessione alla Germania, magari pure ascoltando Alpen Rose). La cosa bella poi è che parole come Olocausto o persecuzione degli ebrei e dei dissidenti nemmeno vengono menzionate e se lo si fa, lo si fa come sempre: a cavolo. Non so, vi basta sapere che Leonard, il compositore di Alpen Rose, vive tranquillamente a casa sua? E addirittura lo fanno esibire a teatro i nazisti? Potrei anche dire come mai nessuno lo bolli come omosessuale visto che se ne va in giro come niente fosse con i capelli lunghi e ondulati e una camicia degna di un gay pride, ma qui sto chiedendo veramente troppo. Non vado oltre con gli strafalcioni che sennò spoilero tutto quanto, però avviso che questi sono solo piccoli assaggi, in realtà c'è da mettersi le mani tra i capelli.
Non parliamo poi delle ambientazioni: scordatevi di vedere la cupezza e il clima di terrore dell'Europa sotto occupazione nazista. A parte che tra Austria, Svizzera e Francia, i luoghi dove sono ambientate le vicende del manga, non c'è la benché minima differenza di paesaggio: pare sempre che da un momento all'altro possano spuntare Heidi e le sue insopportabili caprette che fanno ciao. Soprattutto però il tutto sa sempre di cartolina, di un occidente stereotipatissimo visto con gli occhi di un orientale: caffè, palazzi antichi, fontane, fiori, fiori e ancora fiori. Insomma questa Seconda Guerra Mondiale sembra un gigantesco Festival di Sanremo.
Per concludere: una cretinata. Di orfana dolce, buona e sfigata ce ne sta sempre una: Candy Candy. Tutte le altre son nessuna.
Sinceramente non ho mai capito per quale cavolo di motivo la Star Comics si sia data tanto da fare per ripescare questo titolo dal posto da cui proveniva, ovvero l'immondizia.
Si, vabbé, l'anime che è stato tratto dal manga è stato forse uno dei più massacrati dalla censura italiana, per l'assolutamente logico motivo che è ambientato durante la Second Guerra Mondiale e si parla dunque del nazismo. Non sia mai! Peccato che la Akaishi faccia della ricostruzione storica, della logicità dell'intreccio e dell'ambientazione spaziale carne da macello. Quindi perché sprecarsi per portare una poracciata del genere in Italia?
Ma andiamo con ordine. Questo manga racchiude nella sua trama tutti gli stereotipi dei classiconi shoujo anni ottanta, mischiati alla carlona tutti insieme, con il risultato di ritrovarci tra le mani una sbobba putrescente. Abbiamo per la precisione:
- un'ambientazione occidentale completamente idealizzata dall'autrice, quindi completamente inesistente nella realtà.
- Una protagonista di nome Giovedì (Jeudi vuol dire giovedì in francese: fa quindi ancora così schifo il nome che le hanno appioppato in Italia, Judi?) che è ovviamente bionda, che va in giro ricoperta di fiocchi e frappe, che è ovviamente orfana, che è buona & gentile con il prossimo, tutti le vogliono stra bene e saranno quindi pronti ad aiutare lei ad uscire dai guai e l'autrice ad uscire dall'impasse dei buchi di sceneggiatura che vanno formandosi di volumetto in volumetto.
- Un co-protagonista, Lunedì (Lundi che in francese... vabbè si è capito), che è suo amico d'infanzia e ovviamente diventerà suo promesso sposo.
- Genitori segreti, fratelli segreti, cugini segreti, suoceri segreti, segreti ancora più segreti a go go
La storia vede quindi Giovedì cascare da un aereo in fiamme e ritrovarsi la mattina dopo, senza neanche un fiocco fuori posto, in Svizzera, naturalmente priva di memoria. A salvarla e a prenderla con sé ci pensa Lunedì, e da allora staranno sempre insieme, finché non ci si mette in mezzo il terribile conte Golosone (Gourmant vuol dire... vabbé io mi sono già stufata...), che è cattivissimo, voglio dire, ha pure i capelli come Amedeo Minghi. Golosone rapisce Giovedì perché... perché gli va, ma Lunedì salva Giovedì. Insieme capiscono che è ora di dare una mossa alla storia e si mettono in cerca dei genitori di Giovedì grazie ad un indizio fondamentale: il pappagallo di Giovedì, Primavera, sta sempre a starnazzare "Rosa Alpina". Giovedì appena sente 'ste due parole le piglia un coccolone. Questo vuol dire che qualche suo parente gliela cantava, ovvio.
Sulla loro strada quindi incontreranno:
- una bottegaia che sta sempre a cantare Alpen Rose.
- Un generale svizzero che sta sempre ad ascoltare Alpen Rose.
- Un compositore, Leonard, che è l'autore di Alpen Rose e se non la suona almeno ogni tot di pagine il coccolone se lo prende lui.
- Qualsiasi altra persona a caso che ascolta Alpen Rose.
Durante questo viaggio Golosone ne combinerà di tutti i colori pur di riavere Giovedì: farà saltare in aria treni, strade, autostrade, città e palazzi, senza pensare, non so, che magari avrebbe più successo con le donne offrendo loro un mazzo di rose rosse e una romantica gita sul lago. O magari senza pensare che se Giovedì è già sopravvissuta come niente ad un incidente aereo, usare armi convenzionali contro di lei è totalmente inutile.
Se pensate però che la storia sia la parte più debole del tutto, vi sbagliate di grosso. La nota più stonata di tutto il manga è la ricostruzione storica. Intanto non si capisce assolutamente per quale motivo la Svizzera venga spacciata da questa autrice per baluardo della libertà nell'Europa invasa dai nazisti. Non si capisce nemmeno per quale motivo la canzone Alpen Rose sia l'inno di un'inesistente resistenza europea (tutti sanno per esempio quanto abbia resistito strenuamente l'Austria all'annessione alla Germania, magari pure ascoltando Alpen Rose). La cosa bella poi è che parole come Olocausto o persecuzione degli ebrei e dei dissidenti nemmeno vengono menzionate e se lo si fa, lo si fa come sempre: a cavolo. Non so, vi basta sapere che Leonard, il compositore di Alpen Rose, vive tranquillamente a casa sua? E addirittura lo fanno esibire a teatro i nazisti? Potrei anche dire come mai nessuno lo bolli come omosessuale visto che se ne va in giro come niente fosse con i capelli lunghi e ondulati e una camicia degna di un gay pride, ma qui sto chiedendo veramente troppo. Non vado oltre con gli strafalcioni che sennò spoilero tutto quanto, però avviso che questi sono solo piccoli assaggi, in realtà c'è da mettersi le mani tra i capelli.
Non parliamo poi delle ambientazioni: scordatevi di vedere la cupezza e il clima di terrore dell'Europa sotto occupazione nazista. A parte che tra Austria, Svizzera e Francia, i luoghi dove sono ambientate le vicende del manga, non c'è la benché minima differenza di paesaggio: pare sempre che da un momento all'altro possano spuntare Heidi e le sue insopportabili caprette che fanno ciao. Soprattutto però il tutto sa sempre di cartolina, di un occidente stereotipatissimo visto con gli occhi di un orientale: caffè, palazzi antichi, fontane, fiori, fiori e ancora fiori. Insomma questa Seconda Guerra Mondiale sembra un gigantesco Festival di Sanremo.
Per concludere: una cretinata. Di orfana dolce, buona e sfigata ce ne sta sempre una: Candy Candy. Tutte le altre son nessuna.
Ho finito di leggere il manga in due giorni. Sebbene abbia visto prima la trasposizione animata, ho apprezzato di più la sua controparte cartacea. Purtroppo essendo uno di quei tanti shojo degli anni '80 con la solita trama ha vissuto sempre nel silenzio, infatti quasi nessuno ne ha mai sentito parlare. Peccato, i temi trattati, anche se banali, sono ben "organizzati" e ho apprezzato soprattutto le ambientazioni dove si svolgono le vicende, cioè Austria e Svizzera, paesi che io adoro! Nell'ultimo volume si possono vedere le illustrazioni dell'autrice e le sue considerazioni, tra le quali affermava di essersi ispirata al film "Tutti insieme appassionatamente", guarda caso uno dei miei film preferiti! Peccato davvero che il cartone non sia all'altezza del manga anche per il fatto dell'aggiunta di un paio di episodi inutili e del finale completamente diverso! Io ho apprezzato moltissimo le vicende degli ultimi volumetti del manga, sebbene non tutti siano d'accordo. È interessante come il rapporto tra due fratelli completamente diversi, ovvero Lundi e Jean-Jacques, si ricucia a poco a poco. La protagonista non si fa mai odiare o si ha l'impressione che viva troppo del suo vittimismo. Forse risulta troppo sdolcinato Lundi per il fatto che deve recitare la parte del perfetto principe azzurro, buono, dolce, altruista e gentile, infatti preferisco di gran lunga il suo "rivale" Leon, genio assoluto della musica.
Lo consiglio agli amanti del genere shojo degli anni '80, ma anche alla nuova generazione circondata solo da maghette possedenti scettri magici colorati.
Lo consiglio agli amanti del genere shojo degli anni '80, ma anche alla nuova generazione circondata solo da maghette possedenti scettri magici colorati.
In realtà sono ancora indecisa su questo manga, mi ricorda moltissimo Georgie, non tanto per la storia ma per i disegni, anche se Georgie è nettamente superiore sia come storia che come disegni. Ci sono anche delle chiare citazioni al film "Cantiamo insieme", i nazisti, il concerto dove la famiglia si dà alla fuga.
Qualche emozione qui e lì l'ho provata, ci sono delle frasi molto belle, però non mi ha convinto granché. Troppi casini, degni di una soap opera. Probabilmente tutti i manga sulla scia delle orfanelle sono così, però altri sono nettamente superiori. L'ho trovato in alcuni punti stucchevole e negli ultimi 3 volumi risulta evidente un allungamento di brodo fastidioso.
Quasi tutto il manga ruota intorno alla ricerca dei genitori di Jeudi, una ragazza che fu ritrovata su di un prato quando aveva sei anni, priva di ogni ricordo.
Lo consiglio esclusivamente agli amanti dei manga un po' datati, ma anche a quelli non so se potrebbe piacere.
Qualche emozione qui e lì l'ho provata, ci sono delle frasi molto belle, però non mi ha convinto granché. Troppi casini, degni di una soap opera. Probabilmente tutti i manga sulla scia delle orfanelle sono così, però altri sono nettamente superiori. L'ho trovato in alcuni punti stucchevole e negli ultimi 3 volumi risulta evidente un allungamento di brodo fastidioso.
Quasi tutto il manga ruota intorno alla ricerca dei genitori di Jeudi, una ragazza che fu ritrovata su di un prato quando aveva sei anni, priva di ogni ricordo.
Lo consiglio esclusivamente agli amanti dei manga un po' datati, ma anche a quelli non so se potrebbe piacere.
Alpen Rose appartiene a quel filone di manga indirizzati particolarmente verso un pubblico femminile. Ciò non deve però far distogliere lo sguardo a noi maschietti da un'opera del genere solo per la paura di quei pregiudizi che le persone potrebbero farsi nei nostri confronti. Cioè pure io mi sono chiesto prima di acquistare questo manga: cosa penserà la gente di me se lo acquisto? E poi mi sono automaticamente risposto: ma saranno affari miei! Si perché capiamoci, noi appassionati di manga c'è ne dobbiamo altissimamente fregare dei pregiudizi altrui, da quelli che ci considerano bamboccioni cresciuti solo perché leggiamo ancora fumetti o perché guardiamo quelli che loro chiamano "cartoni", e ve lo dice uno che prima stava sul fronte opposto.
Quindi a tutti i maschietti che leggeranno questa recensione dico di fregarsene delle copertine alquanto "shojiesche", di quell'aura romantica o sdolcinata che sia, e di dare una possibilità a questo manga.
Alpen Rose in fondo nonostante prediliga l'aspetto romantico resta pur sempre una bellissima opera. Fa parte di quel filone di manga venuto fuori negli anni 80' che annovera fra i suoi opere come Candy Candy, Lady Georgie, Maime Angel ed oserei dire Lady Oscar (anche se questa, a mio giudizio, un po' si differenzia dalle altre citate). Insomma opere "romantiche", non intese solo per i loro contenuti ma per l'appartenenza a quel genere culturale da cui sicuramente prendono spunto. Ambientazioni occidentali, periodi storici difficili, trama strappalacrime, sono questi i punti che contraddistinguono queste opere. Alpen Rose infatti è ambientato nell'Austria, ed in generale nell'Europa (perché i nostri si sposteranno anche nelle varie nazioni limitrofe), della Seconda Guerra Mondiale. Un periodo non certo spumoso o frizzante ma che rappresenta un tassello importante per lo svolgimento della trama. Ed è forse proprio questo tassello a "prendere" il lettore, potrei quasi dire che il contorno su cui l'autrice, Michiyo Akaishi, ha posto la storia dei due protagonisti della storia, che doveva rappresentare il fulcro su cui tutto doveva girare, ha assunto il ruolo principale per il lettore. Per capirci, mi sembra quasi che il lettore sia obbligato ad indirizzare la propria attenzione piuttosto che sul tassello fondante, le avventure di Lundi e Jeudi, verso quell'ambientazione che nient'altro che questo doveva essere. Al di là di questa impressione, la storia di Alpen Rose non si discosta molto dalle altre opere di questo genere, con addii voluti o meno, genitori o parenti acquisiti malvagi nel profondo, protagonisti pervasi da un buonismo fuori d'ogni logica.
La storia vede il girovagare della bella, e più che ovviamente orfana, Jeudi accompagnata dal tipico prototipo di Cavaliere, Lundi. I due gireranno per l'Europa delle Alpi per scoprire il passato di Jeudi, passato avvolto nell'oscurità in cui l'unico raggio di sole sembra essere quell'incessante parolina spesso ripetuta dal pappagallino della fanciulla, "Alpen Rose". Si scoprirà ben presto che tali parole sono anche il titolo di una canzone patriottica che porterà pian piano a scoprire il mistero sulla vita di Jeudi. Naturalmente i due protagonisti nel corso del loro pellegrinare incontreranno molti altri personaggi che, chi in misura maggiore chi in misura minore, assumeranno un certo e per alcuni fondamentale ruolo nella storia.
Come avete letto è una trama da tipico shojo ma che, come ho detto, punta molto sull'ambientazione storica. La trama è, come modello, simile a quella di molti romanzi di marca inglese dell'800, anch'essa caratteristica comune degli shojo anni 80', che esalta il livello dell'opera tanto da poter dire che non ha nulla da invidiare a tali mostri sacri della letteratura romantica-neoclassica inglese.
Il disegno non è certo eccelso ma comunque il tratto non risulta sporco o impreciso. Ho notato un forte uso di sfondi neri, fastidiosi più che altro perché anneriscono le dita, ma comunque in linea con questo genere di opere. Si può affermare senza paura che lo stile del disegno è quello tipico degli shojo anni 80' già abbondantemente citati, così come del resto la caratterizzazione e la fisionomia dei personaggi.
L'edizione Star Comics si sviluppa in 8 albi al prezzo di 4,20 euro l'uno, con l'edizione classica proposta dall'editore senza sovraccopertine o fronzoli vari.
In sostanza un manga a cui concedere un'occasione, da non perdere assolutamente per chi ha già amato Lady Oscar, Candy Candy e compagnia bella ma da non sottovalutare neanche da chi non ama il genere. Merita sicuramente il voto assegnatogli, una lettura non certo per ridere ma che appassionerà anche chi legge con interesse romanzi "polpettoni" all'Orgoglio e Pregiudizio e Cime Tempestose. Insomma un'opera da proporre anche alle vostre mammine!
Quindi a tutti i maschietti che leggeranno questa recensione dico di fregarsene delle copertine alquanto "shojiesche", di quell'aura romantica o sdolcinata che sia, e di dare una possibilità a questo manga.
Alpen Rose in fondo nonostante prediliga l'aspetto romantico resta pur sempre una bellissima opera. Fa parte di quel filone di manga venuto fuori negli anni 80' che annovera fra i suoi opere come Candy Candy, Lady Georgie, Maime Angel ed oserei dire Lady Oscar (anche se questa, a mio giudizio, un po' si differenzia dalle altre citate). Insomma opere "romantiche", non intese solo per i loro contenuti ma per l'appartenenza a quel genere culturale da cui sicuramente prendono spunto. Ambientazioni occidentali, periodi storici difficili, trama strappalacrime, sono questi i punti che contraddistinguono queste opere. Alpen Rose infatti è ambientato nell'Austria, ed in generale nell'Europa (perché i nostri si sposteranno anche nelle varie nazioni limitrofe), della Seconda Guerra Mondiale. Un periodo non certo spumoso o frizzante ma che rappresenta un tassello importante per lo svolgimento della trama. Ed è forse proprio questo tassello a "prendere" il lettore, potrei quasi dire che il contorno su cui l'autrice, Michiyo Akaishi, ha posto la storia dei due protagonisti della storia, che doveva rappresentare il fulcro su cui tutto doveva girare, ha assunto il ruolo principale per il lettore. Per capirci, mi sembra quasi che il lettore sia obbligato ad indirizzare la propria attenzione piuttosto che sul tassello fondante, le avventure di Lundi e Jeudi, verso quell'ambientazione che nient'altro che questo doveva essere. Al di là di questa impressione, la storia di Alpen Rose non si discosta molto dalle altre opere di questo genere, con addii voluti o meno, genitori o parenti acquisiti malvagi nel profondo, protagonisti pervasi da un buonismo fuori d'ogni logica.
La storia vede il girovagare della bella, e più che ovviamente orfana, Jeudi accompagnata dal tipico prototipo di Cavaliere, Lundi. I due gireranno per l'Europa delle Alpi per scoprire il passato di Jeudi, passato avvolto nell'oscurità in cui l'unico raggio di sole sembra essere quell'incessante parolina spesso ripetuta dal pappagallino della fanciulla, "Alpen Rose". Si scoprirà ben presto che tali parole sono anche il titolo di una canzone patriottica che porterà pian piano a scoprire il mistero sulla vita di Jeudi. Naturalmente i due protagonisti nel corso del loro pellegrinare incontreranno molti altri personaggi che, chi in misura maggiore chi in misura minore, assumeranno un certo e per alcuni fondamentale ruolo nella storia.
Come avete letto è una trama da tipico shojo ma che, come ho detto, punta molto sull'ambientazione storica. La trama è, come modello, simile a quella di molti romanzi di marca inglese dell'800, anch'essa caratteristica comune degli shojo anni 80', che esalta il livello dell'opera tanto da poter dire che non ha nulla da invidiare a tali mostri sacri della letteratura romantica-neoclassica inglese.
Il disegno non è certo eccelso ma comunque il tratto non risulta sporco o impreciso. Ho notato un forte uso di sfondi neri, fastidiosi più che altro perché anneriscono le dita, ma comunque in linea con questo genere di opere. Si può affermare senza paura che lo stile del disegno è quello tipico degli shojo anni 80' già abbondantemente citati, così come del resto la caratterizzazione e la fisionomia dei personaggi.
L'edizione Star Comics si sviluppa in 8 albi al prezzo di 4,20 euro l'uno, con l'edizione classica proposta dall'editore senza sovraccopertine o fronzoli vari.
In sostanza un manga a cui concedere un'occasione, da non perdere assolutamente per chi ha già amato Lady Oscar, Candy Candy e compagnia bella ma da non sottovalutare neanche da chi non ama il genere. Merita sicuramente il voto assegnatogli, una lettura non certo per ridere ma che appassionerà anche chi legge con interesse romanzi "polpettoni" all'Orgoglio e Pregiudizio e Cime Tempestose. Insomma un'opera da proporre anche alle vostre mammine!
<b>Attenzione possibili Spoiler!</b>
Jeudi è una ragazza orfana, che viene trovata da un ragazzo, anch'egli orfano, che vive con i suoi zii. La bambina non ricorda nulla del suo passato, ma accanto a lei è ritrovato un pappagallino che ripete in continuazione "Alpen Rose". Un giorno, la fanciulla incontra per caso il conte Du Goulmont, il quale cerca in tutti i modi di averla tutta per sé, vista la sua somiglianza con la donna di cui è sempre stato innamorato. E' venendo a contatto con un ambiente così diverso da quello campestre in cui è cresciuta, che lentamente riaffiorano i ricordi sopiti della ragazza. Il suo desiderio di ritrovare sua madre la porta, insieme al suo amato Lundi sempre pronto ad aiutarla e a salvarla, ad attraversare mille e più avventure tra Svizzera ed Austria, per ritrovare finalmente la sua famiglia perduta. L'unico indizio che i due hanno a disposizione è proprio Alpen Rose, Rosa Alpina.
Il viaggio dei due ragazzi, però, serve loro non solo a conoscere una serie di personaggi che li aiuteranno nelle loro ricerche, ma anche il momento storico in cui vivono: la seconda guerra mondiale. Siamo nel 1940 e l'Europa sta vivendo l'incubo del nazismo e la stessa Svizzera deve lottare strenuamente per mantenere la propria indipendenza e non cadere nelle mire dei nazisti.
La seconda parte del manga, più breve, rispetto alla prima, è incentrata su Lundi che, a sua volta, scopre di avere un fratello di cui ignorava l'esistenza e che è al servizio dei nazisti. Ammetto che questa parte mi è piaciuta meno: non tanto per i personaggi - anzi, forse il personaggio di Jean Jacques è il più vero tra quelli presenti - ma proprio perché si perde un po' troppo dietro l'analisi dei pensieri di Jean Jacques che ben presto non saprà più cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Nella prima parte, le avventure dei due ragazzi, la scoperta, piano piano, di tutti gli indizi che li condurranno a scoprire la verità su Alpen Rose e, di conseguenza, sulle origini di Jeudi, rendono la vicenda più viva e avventurosa.
Alpen Rose è un manga con molte pecche, così come con molti punti di forza. E' una storia degli anni Ottanta, e questo si riconosce non solo dal tratto molto shoujoso (capelli buoni della protagonista, occhi grandi e splendenti), ma anche da molti topi che attraversano tutta la vicenda; la ragazza orfana che si scopre avere genitori di un certo status sociale (anche se questo è un luogo comune che si perde nella storia della letteratura); il carattere della protagonista, sempre dolce, gentile, buona (diabetica, se posso permettermi), che la rende un personaggio inesistente, nel mondo reale; la presenza di uno o più cavalieri disposti a tutto per lei; il classico "taglio di capelli"...
Nonostante quindi questi elementi collochino il manga fra altri shoujo del suo periodo, quali Candy e Georgie, ragazze che detesto dal profondo del cuore, proprio per la loro perfezione e bontà assurda, ho invece molto apprezzato questo manga. Certo, Jeudi si è fatta odiare abbastanza anche lei, così come Lundi. Non si può dire che i due crescano, nel manga, visto che si tratta di personaggi buoni, troppo, che quindi non hanno motivo di mutare di carattere, a differenza, magari, di altri personaggi che subiscono una certa evoluzione nel loro modo di vedere il mondo (soprattutto grazie ai due, anche se credo fosse inutile aggiungerlo).
Tuttavia, leggendo questa storia, non si ha quasi tempo di perdersi dietro ai pregi/difetti dei due, perché l'attenzione del lettore si focalizza soprattutto sulla componente storica della vicenda.
Come ho già detto, il manga è ambientato durante i primi anni della seconda guerra mondiale, e comunque segue tutto il corso del conflitto. In questo manga emerge con forza il sentimento patriottico di una nazione, di un popolo, di un continente che vuole lottare strenuamente per la propria libertà (Alpen Rose è proprio il titolo di una canzone patriottica), il dolore che solo la guerra può portare e che porta ogni volta a chiedersi perché accade una cosa del genere se siamo tutti esseri umani e "Siamo tutti destinati a morire", come si chiede la stessa Jeudi. E poi l'amore, tra i due giovani, tra fratelli, tra amici, tra amanti, verso il prossimo, per i propri ideali; l'amore, che muove tutti i personaggi di questo manga, sia nel bene che nel male.
Jeudi è una ragazza orfana, che viene trovata da un ragazzo, anch'egli orfano, che vive con i suoi zii. La bambina non ricorda nulla del suo passato, ma accanto a lei è ritrovato un pappagallino che ripete in continuazione "Alpen Rose". Un giorno, la fanciulla incontra per caso il conte Du Goulmont, il quale cerca in tutti i modi di averla tutta per sé, vista la sua somiglianza con la donna di cui è sempre stato innamorato. E' venendo a contatto con un ambiente così diverso da quello campestre in cui è cresciuta, che lentamente riaffiorano i ricordi sopiti della ragazza. Il suo desiderio di ritrovare sua madre la porta, insieme al suo amato Lundi sempre pronto ad aiutarla e a salvarla, ad attraversare mille e più avventure tra Svizzera ed Austria, per ritrovare finalmente la sua famiglia perduta. L'unico indizio che i due hanno a disposizione è proprio Alpen Rose, Rosa Alpina.
Il viaggio dei due ragazzi, però, serve loro non solo a conoscere una serie di personaggi che li aiuteranno nelle loro ricerche, ma anche il momento storico in cui vivono: la seconda guerra mondiale. Siamo nel 1940 e l'Europa sta vivendo l'incubo del nazismo e la stessa Svizzera deve lottare strenuamente per mantenere la propria indipendenza e non cadere nelle mire dei nazisti.
La seconda parte del manga, più breve, rispetto alla prima, è incentrata su Lundi che, a sua volta, scopre di avere un fratello di cui ignorava l'esistenza e che è al servizio dei nazisti. Ammetto che questa parte mi è piaciuta meno: non tanto per i personaggi - anzi, forse il personaggio di Jean Jacques è il più vero tra quelli presenti - ma proprio perché si perde un po' troppo dietro l'analisi dei pensieri di Jean Jacques che ben presto non saprà più cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Nella prima parte, le avventure dei due ragazzi, la scoperta, piano piano, di tutti gli indizi che li condurranno a scoprire la verità su Alpen Rose e, di conseguenza, sulle origini di Jeudi, rendono la vicenda più viva e avventurosa.
Alpen Rose è un manga con molte pecche, così come con molti punti di forza. E' una storia degli anni Ottanta, e questo si riconosce non solo dal tratto molto shoujoso (capelli buoni della protagonista, occhi grandi e splendenti), ma anche da molti topi che attraversano tutta la vicenda; la ragazza orfana che si scopre avere genitori di un certo status sociale (anche se questo è un luogo comune che si perde nella storia della letteratura); il carattere della protagonista, sempre dolce, gentile, buona (diabetica, se posso permettermi), che la rende un personaggio inesistente, nel mondo reale; la presenza di uno o più cavalieri disposti a tutto per lei; il classico "taglio di capelli"...
Nonostante quindi questi elementi collochino il manga fra altri shoujo del suo periodo, quali Candy e Georgie, ragazze che detesto dal profondo del cuore, proprio per la loro perfezione e bontà assurda, ho invece molto apprezzato questo manga. Certo, Jeudi si è fatta odiare abbastanza anche lei, così come Lundi. Non si può dire che i due crescano, nel manga, visto che si tratta di personaggi buoni, troppo, che quindi non hanno motivo di mutare di carattere, a differenza, magari, di altri personaggi che subiscono una certa evoluzione nel loro modo di vedere il mondo (soprattutto grazie ai due, anche se credo fosse inutile aggiungerlo).
Tuttavia, leggendo questa storia, non si ha quasi tempo di perdersi dietro ai pregi/difetti dei due, perché l'attenzione del lettore si focalizza soprattutto sulla componente storica della vicenda.
Come ho già detto, il manga è ambientato durante i primi anni della seconda guerra mondiale, e comunque segue tutto il corso del conflitto. In questo manga emerge con forza il sentimento patriottico di una nazione, di un popolo, di un continente che vuole lottare strenuamente per la propria libertà (Alpen Rose è proprio il titolo di una canzone patriottica), il dolore che solo la guerra può portare e che porta ogni volta a chiedersi perché accade una cosa del genere se siamo tutti esseri umani e "Siamo tutti destinati a morire", come si chiede la stessa Jeudi. E poi l'amore, tra i due giovani, tra fratelli, tra amici, tra amanti, verso il prossimo, per i propri ideali; l'amore, che muove tutti i personaggi di questo manga, sia nel bene che nel male.
Incuriosito dalla trama, ho deciso di seguire questa serie e l'ho trovata molto più godibile di quanto credessi. La storia pure non discostandosi magari da certi canoni del genere, è riuscita a coinvolgermi e i protagonisti e i loro amici e nemici mi sono più o meno piaciuti tutti nel loro essere. Il disegno che non si discosta dal tratto dell'epoca poi l'ho trovato proprio adorabile.
Ho finito di leggere Alpen Rose proprio ieri e devo dire che è stata una lettura scorrevole che fino all'ultimo presenta colpi di scena! Il contesto in cui si svolge è quello della guerra, uno dei miei preferiti... certo, come hanno detto in molti i protagonisti sono molto, come dire "belli, buoni e bravi" però non la trovo una pecca di così alto livello (non da compromettere il mio voto ^__^) e poi anche i disegni e i topos anni '80 non li vedo come un difetto, anzi sono tra i miei preferiti e spero in altre pubblicazioni di classici. =P
In conclusione non posso che consigliare questo manga dai toni romantici e speranzosi (... e poi c'è il pappagallino Printemps che è adorabile *-*)!
In conclusione non posso che consigliare questo manga dai toni romantici e speranzosi (... e poi c'è il pappagallino Printemps che è adorabile *-*)!
Beh, suppongo che da un manga di così vecchia estrazione non ci si possa aspettare molto, no? Ovviamente contiene tutti i difetti e gli elementi ripetitivi dei prodotti più vecchiotti, soprattutto quelli appartenenti al ciclo sulla scia di CandyCandy, delle ragazze orfane dagli splendidi boccoli biondi...
La storia ha molti punti in comune soprattutto con Georgie: la scena in cui uno dei due rischia di morire assiderato e l'altro lo riscalda con il proprio corpo, il punto della storia incui laprotagonista si traveste da uomo...
Senza contare che i protagonisti, maschio e femmina, sono entrambi due personaggi talmente perfetti ed irreali da dare il voltastomaco, cosa che notano persino gli stessi personaggi del manga (ultima parte esclusa xD) e che c'è una certa pomposità in alcuni atteggiamenti e reazioni...
Ma come già detto, sono tutti difetti non insoliti in un manga del ciclo CandyCandy...
Ciò che mi è piaciuto molto di questo manga è però la sua contestualizzazione... Un'Austria ad un passo dalla seconda guerra mondiale, da quel clima realistico che invece manca nei personaggi... XD
La storia ha molti punti in comune soprattutto con Georgie: la scena in cui uno dei due rischia di morire assiderato e l'altro lo riscalda con il proprio corpo, il punto della storia incui laprotagonista si traveste da uomo...
Senza contare che i protagonisti, maschio e femmina, sono entrambi due personaggi talmente perfetti ed irreali da dare il voltastomaco, cosa che notano persino gli stessi personaggi del manga (ultima parte esclusa xD) e che c'è una certa pomposità in alcuni atteggiamenti e reazioni...
Ma come già detto, sono tutti difetti non insoliti in un manga del ciclo CandyCandy...
Ciò che mi è piaciuto molto di questo manga è però la sua contestualizzazione... Un'Austria ad un passo dalla seconda guerra mondiale, da quel clima realistico che invece manca nei personaggi... XD