Cowa!
“Cowa!” è un volume unico scritto e disegnato da Akira Toriyama, la prima opera realizzata dall’autore dopo la conclusione di “Dragon Ball”. A essere sinceri, si tratta di uno dei suoi lavori che ho apprezzato di meno, anche se complessivamente la reputo una lettura discreta. Un problema che “Cowa!” condivide con altre opere post-Dragon Ball realizzate da Toriyama è a mio avviso il disegno, trascurato e troppo spigoloso per pubblicazioni prevalentemente comiche come questa. Anche sul lato della comicità, siamo a mio avviso non solo lontani dagli alti livelli raggiunti dalle opere maggiori dell’autore, ma anche da opere minori, sia precedenti che successive, che su questo fronte erano più ispirate.
Tirando le somme, “Cowa!” è un volume unico simpatico, ma non particolarmente brillante. Anche mettendolo a confronto con altre opere brevi dell’autore, è leggermente sotto la media in termini sia di qualità tecnica, ma tutto sommato anche come comicità e spunti narrativi. Tra le opere più brevi e meno conosciute di Toriyama, ve ne sono state alcune che per me avrebbero potuto avere più fortuna e una pubblicazione più longeva, sensazione che non ho provato leggendo questo manga. Rimane comunque una lettura consigliata agli amanti dell’autore anche perché impreziosita da diversi riferimenti a “Dr. Slump” e “Dragon Ball”. Per tutti gli altri è invece una lettura più che sufficiente, ma non imperdibile.
Tirando le somme, “Cowa!” è un volume unico simpatico, ma non particolarmente brillante. Anche mettendolo a confronto con altre opere brevi dell’autore, è leggermente sotto la media in termini sia di qualità tecnica, ma tutto sommato anche come comicità e spunti narrativi. Tra le opere più brevi e meno conosciute di Toriyama, ve ne sono state alcune che per me avrebbero potuto avere più fortuna e una pubblicazione più longeva, sensazione che non ho provato leggendo questo manga. Rimane comunque una lettura consigliata agli amanti dell’autore anche perché impreziosita da diversi riferimenti a “Dr. Slump” e “Dragon Ball”. Per tutti gli altri è invece una lettura più che sufficiente, ma non imperdibile.
Se amate l'umorismo di Akira Toriyama, il suo tratto grafico e se vi son piaciute le storie di dr Slump e Arale, non potete non avere Cowa, una miniserie ambientata nel villaggio di Capo Pipistrello. Al villaggio convivono pacificamente sia mostri che umani. I nostri protagonisti per esempio sono Paifu, un ragazzo paffuto mezzo vampiro e mezzo uomo Koala, una sorta di licantropo. Fate attenzione a mostrargli croci, quando si trasforma diventa terribile quanto lo scimmione di Goku, ma meno gigantesco. Suo migliore amico è José Rodriguez, un fantasmino in grado di trasformarsi in ogni cosa e che sotto pressione emette delle inopportune puzzette. Infine abbiamo Arpon, l'amico/rivale di Cowa, di cui non ho capito la razza ma particolarmente superbo. Questi ragazzi come tutti i bambini vivaci sono dei combina guai e ne avremo la conferma fin da subito con due mini storie introduttive che hanno il compito di presentarci i personaggi principali durante le loro marachelle. In questa introduzione avremo così il modo di conoscere il quarto protagonista, un umano ex lottatore di sumo che ha ucciso una persona durante un suo incontro e per tale motivo vive isolato e lontano da tutti. Questo lottatore ha il nome di Mako Maruyama e come nelle migliori tradizioni ha il carattere di un orso, è spaventoso nell'aspetto ma ha un grande cuore. A cosa giocano i nostri bambini mostri? Ma all'angelo dell'amore (un uomo nero al contrario per intenderci). A Capo Pipistrello purtroppo però si diffonde una pericolosa malattia, il raffreddore dei mostri, il quale colpisce solo i mostri e se non si viene curati entro un mese si muore. Gli unici che possono compiere il viaggio per comperare la medicina fino alla strega che vive sopra ad un picco sono proprio i nostri amici assieme a Mako (anche se il bestione viene raggirato).
La storia pertanto prende la piega del lungo viaggio/quest al fine di raggiungere la strega e farsi dare la medicina. Questo manga come ho accennato più sopra è intriso della comicità unica e particolare di Toriyama che abbiamo potuto apprezzare in molte sue opere. I ragazzini mostri sono caratterizzati molto bene per il tipo di manga e le gag infantili ed un pò stupide sono fatte bene. Forse c'è poca coerenza sul modo di sentire il bene e il male dei mostri, in quanto pur ribadendo che odiano le cose belle, l'amore ecc, alla fine si comportano come delle brave persone e anche se commettono qualche furto, sono solo marachelle da bambini. Il manga è spensierato e scorrevole fino all'ultima pagina tanto che ritengo sia un peccato che non abbia un seguito. Forse assomiglia troppo a Dr Slump o forse vi è troppo mix di personaggi e situazioni conosciute in altri manga di Toriyama e per tale motivo il maestro non l'ha proseguito (chissà). Ritengo tuttavia che un suo fans dovrebbe almeno dargli una letta. L'edizione italiana (uscita al tempo delle lire, ben 7000) segue i canoni di quel tempo con addirittura le prime pagine a colori. Niente sovracopertina, volumetto compatto come le edizioni Star Comics di quel tempo dedicate al maestro.
La storia pertanto prende la piega del lungo viaggio/quest al fine di raggiungere la strega e farsi dare la medicina. Questo manga come ho accennato più sopra è intriso della comicità unica e particolare di Toriyama che abbiamo potuto apprezzare in molte sue opere. I ragazzini mostri sono caratterizzati molto bene per il tipo di manga e le gag infantili ed un pò stupide sono fatte bene. Forse c'è poca coerenza sul modo di sentire il bene e il male dei mostri, in quanto pur ribadendo che odiano le cose belle, l'amore ecc, alla fine si comportano come delle brave persone e anche se commettono qualche furto, sono solo marachelle da bambini. Il manga è spensierato e scorrevole fino all'ultima pagina tanto che ritengo sia un peccato che non abbia un seguito. Forse assomiglia troppo a Dr Slump o forse vi è troppo mix di personaggi e situazioni conosciute in altri manga di Toriyama e per tale motivo il maestro non l'ha proseguito (chissà). Ritengo tuttavia che un suo fans dovrebbe almeno dargli una letta. L'edizione italiana (uscita al tempo delle lire, ben 7000) segue i canoni di quel tempo con addirittura le prime pagine a colori. Niente sovracopertina, volumetto compatto come le edizioni Star Comics di quel tempo dedicate al maestro.
Cowa! (che in giapponese significa "fa paura"), è un manga di Akira Toriyama portato in Italia da Star Comics nel 2000.
Questo manga è veramente bello nella sua semplicità per via di diversi aspetti.
La trama non è complessa e non necessita di un grandi sforzi per capirla dato che è ben strutturata nella sua semplicità.
I disegni sono abbastanza carini, forse se li confrontiamo con quelli di altri manga di Toriyama possono sembrare un po' meno curati, ma rimangono comunque dei bei disegni.
Un aspetto che ha fatto lievitare di molto la mia valutazione sono i personaggi, infatti li ritengo molto originali e curati, come in quasi tutti i manga di Toriyama e penso che il migliore sia proprio il protagonista Cowa.
L'edizione di Star Comics non è niente di speciale, anche se nelle prime pagine sono presenti tavole a colori, ma tutto sommato il prezzo è contenuto.
Lo consiglio a tutti ma soprattutto ai fan di Toriyama e alle persone che vogliono rilassarsi leggendo un buon manga senza scervellarsi con storie lunghe e noiose.
Trama: 8
Disegni: 7
Personaggi: 9
Edizione: 6
Questo manga è veramente bello nella sua semplicità per via di diversi aspetti.
La trama non è complessa e non necessita di un grandi sforzi per capirla dato che è ben strutturata nella sua semplicità.
I disegni sono abbastanza carini, forse se li confrontiamo con quelli di altri manga di Toriyama possono sembrare un po' meno curati, ma rimangono comunque dei bei disegni.
Un aspetto che ha fatto lievitare di molto la mia valutazione sono i personaggi, infatti li ritengo molto originali e curati, come in quasi tutti i manga di Toriyama e penso che il migliore sia proprio il protagonista Cowa.
L'edizione di Star Comics non è niente di speciale, anche se nelle prime pagine sono presenti tavole a colori, ma tutto sommato il prezzo è contenuto.
Lo consiglio a tutti ma soprattutto ai fan di Toriyama e alle persone che vogliono rilassarsi leggendo un buon manga senza scervellarsi con storie lunghe e noiose.
Trama: 8
Disegni: 7
Personaggi: 9
Edizione: 6
Spero di essere abbastanza oggettivo mettendo un 8 a questo volume. Intanto devo dire che non ne ho lette molte di serie autoconclusive, che con un unico numero chiudono la storia; solo il fatto che questa storia è riuscita ad appassionarmi molto, ma per poco tempo, mi fa incavolare, ma penso che l'8 ci stia benissimo.
Non parlo della trama, non è una serie lunga e leggendo quella sopra già avrete scoperto pure troppo (un altro po' spiega mezzo volume!).
Parlando dell'edizione ho trovato bellissimo già il fatto di vedere delle pagine a colori, che personalmente adoro e al contrario son dispiaciuto quando ci vengono negate delle bellissime immagini che su rivista erano pubblicate a colori.
Io l'ho comprato e letto di recente e penso che spendere 3,70 euro per un unico volume da provare per credere alla sua bellezza, penso convenga.
Un manga comico che riesce a prenderti molto coi suoi personaggi che ti fanno ridere e anche emozionare un pochino, specialmente nel vedere di come un tipo rozzo come Maruyama piano piano cambi comportamento.
Penso che sia importante anche dire come mi son sentito una volta finito di leggere il volume: all'inizio pensavo "È una storia corta, leggiamocela e via, chi s'è visto s'è visto"; mentre la leggevo invece rivalutavo il mio pensiero pensando che invece mi sarebbe dispiaciuto vedere il tutto concludersi così presto. Invece Toriyama riesce a inserire un finale che mi ha fatto sentire bene, cioè né triste né felice per aver finito; riesce a farti innamorare della storia ma nello stesso tempo anche a non farti sentire nostalgia.
Penso che ribadire quanto sia un grande Toriyama è inutile, e Cowa! mi ha convinto a leggere anche altre sue opere brevi.
Non parlo della trama, non è una serie lunga e leggendo quella sopra già avrete scoperto pure troppo (un altro po' spiega mezzo volume!).
Parlando dell'edizione ho trovato bellissimo già il fatto di vedere delle pagine a colori, che personalmente adoro e al contrario son dispiaciuto quando ci vengono negate delle bellissime immagini che su rivista erano pubblicate a colori.
Io l'ho comprato e letto di recente e penso che spendere 3,70 euro per un unico volume da provare per credere alla sua bellezza, penso convenga.
Un manga comico che riesce a prenderti molto coi suoi personaggi che ti fanno ridere e anche emozionare un pochino, specialmente nel vedere di come un tipo rozzo come Maruyama piano piano cambi comportamento.
Penso che sia importante anche dire come mi son sentito una volta finito di leggere il volume: all'inizio pensavo "È una storia corta, leggiamocela e via, chi s'è visto s'è visto"; mentre la leggevo invece rivalutavo il mio pensiero pensando che invece mi sarebbe dispiaciuto vedere il tutto concludersi così presto. Invece Toriyama riesce a inserire un finale che mi ha fatto sentire bene, cioè né triste né felice per aver finito; riesce a farti innamorare della storia ma nello stesso tempo anche a non farti sentire nostalgia.
Penso che ribadire quanto sia un grande Toriyama è inutile, e Cowa! mi ha convinto a leggere anche altre sue opere brevi.
Cowa! È un divertentissimo volume unico di Akira Toriyama, creatore del famosissimo Dragon Ball.
E’ la storia di Paifu, un piccolo mostro, che parte per un’avventura insieme a due amici, e un umano, Maruyama, ex lottatore di sumo, alla ricerca di una cura per il raffreddore dei mostri, una malattia mortale per questi ultimi.
La storia si svolge in un mondo dove umani e mostri convivono, sebbene abbiano paura uni degli altri, nel caso di Paifu e compagni, sono loro ad avere molta paura di Maruyama.
Tuttavia nel corso del volume le diffidenze iniziali verranno superate. Questo è un messaggio che il manga comunica, superare le differenze, e le paure iniziali; anche Maruyama, che sembra tanto cattivo è in realtà una persona gentile. Inoltre, Toriyama riesce a creare un’ottima storia, che non lascia nulla d’insoluto, in un solo volume, viene creato un intero mondo, in cui il lettore viene rapito, senza che venga in mente di chiedersi com’è che mostri e umani convivano.
La storia è molto semplice, ma è in realtà intrisa di messaggi positivi. Il manga è comunque di tipo comico, è una storia divertente, dove le risate la fanno da padrona.
I personaggi sono molto semplici, sia per disegno che per psicologia, ma sono perfetti per il tipo di storia raccontata.
I disegni di Akira Toriyama sono molto buoni, lontani da quelli visti in Dragon Ball, ma adatti al tipo di fumetto, che richiede uno stile diverso, e qui sta anche la bravura del disegnatore, ovvero cambiare stile all’occorrenza.
Consiglio questo manga davvero a tutti, grandi e piccoli. Una lettura davvero valida in un solo volume, che non può non piacere nel suo essere semplice e positivo. L’acquisto è ancora più obbligato se si è fan dell’autore, che di certo non delude le aspettative.
L’edizione italiana di Star Comics è molto buona, prezzo e formato standard, ma che include tutte le pagine a colori che erano presenti nel volume originale.
E’ la storia di Paifu, un piccolo mostro, che parte per un’avventura insieme a due amici, e un umano, Maruyama, ex lottatore di sumo, alla ricerca di una cura per il raffreddore dei mostri, una malattia mortale per questi ultimi.
La storia si svolge in un mondo dove umani e mostri convivono, sebbene abbiano paura uni degli altri, nel caso di Paifu e compagni, sono loro ad avere molta paura di Maruyama.
Tuttavia nel corso del volume le diffidenze iniziali verranno superate. Questo è un messaggio che il manga comunica, superare le differenze, e le paure iniziali; anche Maruyama, che sembra tanto cattivo è in realtà una persona gentile. Inoltre, Toriyama riesce a creare un’ottima storia, che non lascia nulla d’insoluto, in un solo volume, viene creato un intero mondo, in cui il lettore viene rapito, senza che venga in mente di chiedersi com’è che mostri e umani convivano.
La storia è molto semplice, ma è in realtà intrisa di messaggi positivi. Il manga è comunque di tipo comico, è una storia divertente, dove le risate la fanno da padrona.
I personaggi sono molto semplici, sia per disegno che per psicologia, ma sono perfetti per il tipo di storia raccontata.
I disegni di Akira Toriyama sono molto buoni, lontani da quelli visti in Dragon Ball, ma adatti al tipo di fumetto, che richiede uno stile diverso, e qui sta anche la bravura del disegnatore, ovvero cambiare stile all’occorrenza.
Consiglio questo manga davvero a tutti, grandi e piccoli. Una lettura davvero valida in un solo volume, che non può non piacere nel suo essere semplice e positivo. L’acquisto è ancora più obbligato se si è fan dell’autore, che di certo non delude le aspettative.
L’edizione italiana di Star Comics è molto buona, prezzo e formato standard, ma che include tutte le pagine a colori che erano presenti nel volume originale.
Akira Toriyama, grande fumettista del Sol Levante, ha partorito dalla sua fervida fantasia una miriade di storie fantastiche, ambientate nei più improbabili contesti e paesaggi, unici nel suo genere. I suoi universi sono sempre caratterizzati da personaggi buffi, bizzarri, strambi, innocenti, bambineschi, mostruosi e così via. Basta ricordare Nekomajin, Dragon Ball, Sand Land, Wonder Island, Go Go Ackman!, Il Grande Cashman e altri. E Cowa! non fa eccezione. Conoscete Dr. Slump & Arale, la serie di avventure che vede come protagonista una bambina robot e il suo svitato creatore alle prese con mille peripezie? Beh, prendetene tutte le caratteristiche, aggiungetegli un pizzico di horror e avrete il manga in questione, Cowa! per l'appunto. Di cosa parla, anch'esso di una bambina robot? Assolutamente no. Cowa!(che in giapponese significa "Fa paura!", titolo che, a mio modesto parere, è più che azzeccato) parla di un piccolo villaggio un po' sperduto, Capo Pipistrello. Il paesello è abitato da umani e mostri che convivono tra di loro senza il benché minimo problema. Protagonista è Paifu, un meticcio nato dall'unione di una vampira e di un uomo koala. Il ragazzino è vivace e simpatico, sempre fremente per ogni cosa e libero come l'aria. Nonostante sia un mostro conduce la stessa vita di un bambino della sua età: va a scuola, gioca, sbuffa quando deve svolgere qualche commissione per la mamma, dice le bugie, commette qualche marachella e ha vari amici, tra i quali José, uno spiritello trasformista. Un bel giorno i due decidono di vedere Mako Maruyama, un semplice essere umano che però ha una terribile fama, ovvero di essere uno spietato assassino. Oltre a questa stramba "prova di coraggio" i due dovranno anche superare una ben più impegnativa missione: salvare il villaggio che è stato contagiato dal terribile "Raffreddore da Mostro", fatale per la popolazione di Capo Pipistrello. Ce la faranno? Ecco qua che parte un'altra stupenda avventura targata Toriyama.
Una delle più belle opere del maestro non è caratterizzata da chissà quale tipo di combattimenti, ma bensì da un bel viaggetto visto dagli occhi innocenti di tre bambini che vedono il mondo per la prima volta. L'innocenza e la purezza narrata da Akira Toriyama in quest'unico volumetto è stupefacente, se sei un adulto ti riporta indietro nel tempo facendoti vivere emozioni e sensazioni che soltanto nell'infanzia puoi vivere e se sei un bambino ti fa sentire immediatamente a tuo agio, leggendo le peripezie di tuoi "coetanei" cartacei, magari con un aspetto non proprio simile, ma dall'animo sicuramente identico. La visione di una grande città mai vista prima d'ora, i giochini fatti in macchina per vincere la noia, il sonnellino quotidiano, i piccoli litigi per le stupidaggini, il tutto viene raccontato con una semplicità spaventosa ma dall'altrettanto risultato vincente.
Lungo questo avvincente viaggio potremo, inoltre scoprire come alcune persone, viste così male o considerate cattive in realtà non siano poi così pessime, mostrate dall'autore in scene che non posso negare mi abbiano stretto il cuore.
I combattimenti, come nello stile del maestro Akira Toriyama, sono una costante più o meno presente, ma si limitano ad essere semplici scazzottate dalla breve durata, senza l'uso di chissà quali poteri energetici o acrobatici colpi di arti marziali(i quali avrebbero stonato l'armoniosa e semplice atmosfera della storia) che fanno sempre piacere e che aiutano, il più delle volte, a capire meglio alcuni personaggi.
Il tratto è molto semplice, forse uno dei manga creati dal maestro dove il disegno è molto stilizzato ma indubbiamente efficace. Eh già, in questo volumetto non avremo larghe vedute di paesaggi più o meno fantastici(come possiamo farlo in un Dragon Ball o in un Sand Land), ma solo il minimo indispensabile, per il semplice motivo che i paesaggi non sono l'elemento chiave della vicenda. L'elemento principale non è nemmeno una crescita interiore dei personaggi, nossignore, l'attenzione è spostata su un unico grande elemento che è il più importante di tutti: l'intrattenimento. Ebbene si, il divertimento e il relax provati dal lettore sono il perno centrale dell'opera, dove non dovremo seguire una chissà quale trama complicata, oppure uno spiccato profilo psicologico di qualche protagonista, il lettore deve soltanto divertirsi seguendo le innocenti avventure di Paifu, Josè, Arpon e Makorin (il soprannome di Mako Maruyama appioppatogli da Paifu) dalle quali non rimarrà deluso.
L'edizione, curata da Star Comics è soddisfacente, dotata delle prime pagine completamente a colori ed una reperibilità abbastanza buona.
Che dire, non mi rimane altro che consigliarvi di immergervi nel magico(o dovrei dire spaventoso) mondo di Cowa!, opera che ogni fan di Toriyama, ma anche del Fumetto Giapponese, deve leggere almeno una volta nella vita e dalla quale non si staccherà più. L'innocenza raccontata nel manga è essenziale come l'inchiostro del volume, senza di essa non potrebbe prendere vita un'opera così bella.
Una delle più belle opere del maestro non è caratterizzata da chissà quale tipo di combattimenti, ma bensì da un bel viaggetto visto dagli occhi innocenti di tre bambini che vedono il mondo per la prima volta. L'innocenza e la purezza narrata da Akira Toriyama in quest'unico volumetto è stupefacente, se sei un adulto ti riporta indietro nel tempo facendoti vivere emozioni e sensazioni che soltanto nell'infanzia puoi vivere e se sei un bambino ti fa sentire immediatamente a tuo agio, leggendo le peripezie di tuoi "coetanei" cartacei, magari con un aspetto non proprio simile, ma dall'animo sicuramente identico. La visione di una grande città mai vista prima d'ora, i giochini fatti in macchina per vincere la noia, il sonnellino quotidiano, i piccoli litigi per le stupidaggini, il tutto viene raccontato con una semplicità spaventosa ma dall'altrettanto risultato vincente.
Lungo questo avvincente viaggio potremo, inoltre scoprire come alcune persone, viste così male o considerate cattive in realtà non siano poi così pessime, mostrate dall'autore in scene che non posso negare mi abbiano stretto il cuore.
I combattimenti, come nello stile del maestro Akira Toriyama, sono una costante più o meno presente, ma si limitano ad essere semplici scazzottate dalla breve durata, senza l'uso di chissà quali poteri energetici o acrobatici colpi di arti marziali(i quali avrebbero stonato l'armoniosa e semplice atmosfera della storia) che fanno sempre piacere e che aiutano, il più delle volte, a capire meglio alcuni personaggi.
Il tratto è molto semplice, forse uno dei manga creati dal maestro dove il disegno è molto stilizzato ma indubbiamente efficace. Eh già, in questo volumetto non avremo larghe vedute di paesaggi più o meno fantastici(come possiamo farlo in un Dragon Ball o in un Sand Land), ma solo il minimo indispensabile, per il semplice motivo che i paesaggi non sono l'elemento chiave della vicenda. L'elemento principale non è nemmeno una crescita interiore dei personaggi, nossignore, l'attenzione è spostata su un unico grande elemento che è il più importante di tutti: l'intrattenimento. Ebbene si, il divertimento e il relax provati dal lettore sono il perno centrale dell'opera, dove non dovremo seguire una chissà quale trama complicata, oppure uno spiccato profilo psicologico di qualche protagonista, il lettore deve soltanto divertirsi seguendo le innocenti avventure di Paifu, Josè, Arpon e Makorin (il soprannome di Mako Maruyama appioppatogli da Paifu) dalle quali non rimarrà deluso.
L'edizione, curata da Star Comics è soddisfacente, dotata delle prime pagine completamente a colori ed una reperibilità abbastanza buona.
Che dire, non mi rimane altro che consigliarvi di immergervi nel magico(o dovrei dire spaventoso) mondo di Cowa!, opera che ogni fan di Toriyama, ma anche del Fumetto Giapponese, deve leggere almeno una volta nella vita e dalla quale non si staccherà più. L'innocenza raccontata nel manga è essenziale come l'inchiostro del volume, senza di essa non potrebbe prendere vita un'opera così bella.
Cowa! pubblicato in Italia dalla Star Comics nell'aprile del 2000, è un manga disegnato dall'autore di Dragon Ball, Akira Toriyama, composto da un unico volume che narra l'avventura che Paifu, Josè, Arpon, piccoli mostri, intraprendono con l'aiuto di Maruyama, un uomo alquanto grosso, per trovare la medicina in grado di curare il raffreddore dei mostri.
L'ho preso perché attirato dalla copertina, decisamente carina, e devo ammettere di aver scelto bene una volta tanto! Cowa! è un fumetto semplice, lineare e talvolta divertente che vale la pena leggere nel tempo libero per rilassarsi.
L'ho preso perché attirato dalla copertina, decisamente carina, e devo ammettere di aver scelto bene una volta tanto! Cowa! è un fumetto semplice, lineare e talvolta divertente che vale la pena leggere nel tempo libero per rilassarsi.
Leggere Cowa, mi è piaciuto molto e mi ha emozionato. E' stato il primo titolo di Toriyama post-Dragonball che abbia letto e mi ha portato indietro ai tempi di Dr. Slump & Arale. La storia, semplice e lineare, mostra quanto Toriyama adori disegnare storie dedicate ad un pubblico di giovanissimi, e quanto gli siano a cuore i concept da favola. I personaggi ben caratterizzati in un'atmosfera horror ma tutt'altro che paurosi (Josè e Paifu sono tenerissimi!) ed anzi esilaranti, vivranno un'avventura incredibile ai confini del mondo che ricorderanno probabilmente tutta la vita.
Gustoso, godibile, leggero... cos'è?! Una nuova pietanza?! Sì, si tratta di Cowa ed è adatto ad esser gustato come snack nel tempo libero: non ve ne pentirete!
Gustoso, godibile, leggero... cos'è?! Una nuova pietanza?! Sì, si tratta di Cowa ed è adatto ad esser gustato come snack nel tempo libero: non ve ne pentirete!
Le mie letture mattutine in treno continuano con Cowa!, One Shot del famosissimo Akira Toryama, sul quale ormai è inutile soffermarsi più di tanto. L’opera in se si conclude in un unico volumetto, il quale risulta leggerissimo e piacevole da leggere. Ma veniamo all’opera in se:
Tra i vari capitoli possiamo dire che i primi sono quelli che legano meno con la storia, perché fungono da presentazione dei personaggi principali nella loro vita quotidiana, la quale si differenzia molto dalla storia principale.
Paifu, il protagonista, è un mostriciattolo figlio di una vampira e di un uomo koala, e come tutti i bambini della sua età non perde tempo per giocare e combinarne una delle sue, assieme all’amico fantasmino Josè e l’amico/nemico Arpon, anche lui vampiro, rifacendosi a uno dei punti di forza di Dragonball tra Goku e Crilin.
I tre mostriciattoli si troveranno a dover affrontare un’avventura davvero particolare per salvare tutti i mostri del loro villaggio. Infatti all’interno di Capo Pipistrello è scoppiato il raffreddore da mostro, malattia che attacca solo i mostri portandoli alla morte.
Per riuscire nel loro intento, i tre “ragazzini” si fanno accompagnare da un umano molto burbero, il qual sembra essere molto cattivo anche se alla fine non si confermerà tale. I Quattro partono alla ricerca di una medicina che possiede una strega che si trova molto lontano dal villaggio, è così che Paifu & Co. vengono a contatto con la realtà esterna al loro villaggio, fatta di uomini che temono e denigrano i mostri.
In questo contesto riscoprono nel signor Maruyama (il loro accompagnatore) un valido aiuto, infatti egli è un ex lottatore considerato il più forte al mondo, il quale ha lasciato l’attività a causa di un passato incidente.
Nella storia non mancano le gag umoristiche che caratterizzano Toryama, facendo risultare la lettura ancor più piacevole, fino al finale non troppo scontato.
Cowa! È edito in Italia da Star Comics, e racchiude la sua storia in poco meno di duecento pagine, presentando le prime diciassette a colori. La rilegatura e buona e anche la carta, pur non essendo bianchissima, risulta abbastanza pregevole.
In conclusione non è sicuramente un capolavoro, ma un opera da conoscere e leggere per rilassarsi e passare allegramente il tempo, risulta più piacevole di Nekomajin (opera dello stesso autore) grazie alla storia di fondo, quindi merita un bel 7!
KiraSensei
Tra i vari capitoli possiamo dire che i primi sono quelli che legano meno con la storia, perché fungono da presentazione dei personaggi principali nella loro vita quotidiana, la quale si differenzia molto dalla storia principale.
Paifu, il protagonista, è un mostriciattolo figlio di una vampira e di un uomo koala, e come tutti i bambini della sua età non perde tempo per giocare e combinarne una delle sue, assieme all’amico fantasmino Josè e l’amico/nemico Arpon, anche lui vampiro, rifacendosi a uno dei punti di forza di Dragonball tra Goku e Crilin.
I tre mostriciattoli si troveranno a dover affrontare un’avventura davvero particolare per salvare tutti i mostri del loro villaggio. Infatti all’interno di Capo Pipistrello è scoppiato il raffreddore da mostro, malattia che attacca solo i mostri portandoli alla morte.
Per riuscire nel loro intento, i tre “ragazzini” si fanno accompagnare da un umano molto burbero, il qual sembra essere molto cattivo anche se alla fine non si confermerà tale. I Quattro partono alla ricerca di una medicina che possiede una strega che si trova molto lontano dal villaggio, è così che Paifu & Co. vengono a contatto con la realtà esterna al loro villaggio, fatta di uomini che temono e denigrano i mostri.
In questo contesto riscoprono nel signor Maruyama (il loro accompagnatore) un valido aiuto, infatti egli è un ex lottatore considerato il più forte al mondo, il quale ha lasciato l’attività a causa di un passato incidente.
Nella storia non mancano le gag umoristiche che caratterizzano Toryama, facendo risultare la lettura ancor più piacevole, fino al finale non troppo scontato.
Cowa! È edito in Italia da Star Comics, e racchiude la sua storia in poco meno di duecento pagine, presentando le prime diciassette a colori. La rilegatura e buona e anche la carta, pur non essendo bianchissima, risulta abbastanza pregevole.
In conclusione non è sicuramente un capolavoro, ma un opera da conoscere e leggere per rilassarsi e passare allegramente il tempo, risulta più piacevole di Nekomajin (opera dello stesso autore) grazie alla storia di fondo, quindi merita un bel 7!
KiraSensei
Delizioso one shot di Toriyama pubblicato poco dopo la conclusione di Dragon Ball.
Essendo raccolto in un unico volume, Kowa si legge tutto d'un fiato, e la lettura risulta estremamente piacevole.
Il tratto è moderno e molto personale, e si denota il cambiamento stilistico dell’autore, pur rimanendo perfettamente riconoscibile (del resto, Toriyama l'ha detto che a lui piace cambiare stile di disegno e tematiche a seconda dei vari lavori). Tra l’altro la storia è quasi tutta a colori, anche se purtroppo questo aspetto non è presente interamente nella versione italiana (e presumibilmente anche nella versione originale in tankobon).
L’ambientazione surreale e i personaggi disegnati in maniera semplice e simpaticissima non lasciano alcun dubbio: questo è un manga di Akira Toriyama, per quanto i più lettori più occasionali e sprovveduti magari possono non averlo notato, data l’assenza di ipertrofici guerrieri dai capelli biondi.
Eppure, a chi segue Toriyama da molto tempo e con una grande passione derivategli non solo dall’anime di Dragon Ball Z, la cosa risulta lampante, dato che lo spirito originario della poetica di questo autore traspare in Kowa da ogni pagina o vignetta.
La caratterizzazione dei personaggi è assolutamente perfetta, malgrado le poche pagine a disposizione, e in questo giocano un ruolo fondamentale i primissimi capitoli, che mostrano la vita di tutti i giorni dei nostri mostriciattoli, lungi da quella che sarà l’avventura che vivranno di lì a un paio di capitoli.
Paifu, il nostro protagonista, è un vampirello, sì, ma è anche un bambino assolutamente credibile in ogni sua manifestazione (come, del resto, già Arale prima di lui), con le sue marachelle e i suoi giochi assieme agli amici . Josè, nella parte del timido amico d’infanzia, è credibilissimo anche lui, e così Arpon, che riprende in chiave infantile e giocosa la classica figura dell’amico/rivale che già l’autore sperimentò e portò al successo nella sua opera principale con il personaggio di Vegeta e ancor prima con Crilin.
I nostri tre mostriciattoli hanno vissuto chiusi tra le mura di Capo Pipistrello, temendo gli umani che li temono e li bistrattano a loro volta. Eppure, l’umano che li accompagna sembra essere differente. In primis perché non ha minimamente paura dei mostri, anzi sono loro ad aver paura di lui, che minaccia a gran voce di fargli fare una brutta fine ogni qualvolta (e sono tante) che Paifu e gli altri gli fanno saltare la mosca al naso.
Maruyama è enorme, brusco e scostante. Non vuole avere rapporti né con gli umani né con i mostri, ma, attratto dalla (falsa) promessa finanziaria che Paifu e gli altri gli fanno, accetta controvoglia di accompagnarli in giro per il mondo alla ricerca della medicina che gli serve. Anche perché, nonostante abbia paura di lui, Paifu sente in cuor suo che quella di Maruyama è solo una maschera, che indossa, traumatizzato e spaventato dal triste evento che ha condizionato il suo passato, ma che quell’omone così burbero in realtà è una persona gentile e quindi tenta in ogni modo di farci amicizia.
Il contatto con il mondo sarà emozionante e stimolante per Paifu e gli altri, che sono sempre rimasti chiusi nel loro piccolo villaggio senza mai conoscere ciò che vi era al di fuori. Rimangono così affascinati dalle auto, dalle luci della città, dai dolci delle bancarelle, dai centri commerciali.
Ma si scoprono anche i lati più gretti e oscuri di quel mondo, al cui confronto il villaggio popolato dagli spaventosi mostri si rivela essere di una tranquillità che manco quello dei Puffi: aguzzini, criminali, gente che se ne approfitta dei più deboli e che maltratta e segrega i mostri rifiutando loro di vendergli degli oggetti solo perché non sono umani (in una scena che ricorda molto le tristi vicende storiche della segregazione razziale dei neri nell’America di qualche decade fa).
E’ un mondo quasi privo di effettivi valori, dove regnano solo la criminalità e la forza, tant’è che sempre più persone osannano e stimano il fu Katsukazan per la sua ferocia e violenza e quasi gli fanno i complimenti per essere talmente forte da esser riuscito ad uccidere un avversario, cosa che invece a Maruyama pesa moltissimo.
Trovandosi a dover vivere in un mondo del genere, quasi quasi è pure comprensibile che il povero Maruyama si sia chiuso in sé stesso, deluso dal suo stesso essere umano, e che si trovi piacevolmente sorpreso nel vedere che quei mostriciattoli così terrificanti nelle dicerie popolari siano più gentili e umani degli umani stessi. Paifu, piccolo e birichino ma dal cuore innocente, e i suoi amici, forse gli stanno pian piano sciogliendo il cuore, e il burbero lottatore di sumo magari si sta pian piano affezionando a quegli sciocchi mostriciattoli…
Nel giro di poche decine di pagine, Akira Toriyama riesce a creare nuovamente un universo affascinante, fiabesco e perfettamente credibile. Magari un po’ più gretto e violento del solito, ma sempre tratteggiato in maniera surreale e divertente, nel classico stile in cui questo autore ci ha abituati nel corso della sua lunga e onorata carriera.
Si ride, chiaramente, essendo un manga di Akira Toriyama. Si ride di gusto, come sempre, ma c’è largo spazio anche per i sorrisi, quei sorrisi bonari e di tutto cuore che ci si dipingono sul volto quando leggiamo storie fiabesche e poetiche come questa e che ci fanno sentire un po’ più felici di vivere.
Kowa è una storiella breve e assolutamente disimpegnata, ma va avanti con l’enorme maestria di un grande autore e non manca di farci affezionare a tutti i suoi personaggi, buoni o cattivi, protagonisti o comprimari o semplici comparse che siano, nonché di veicolare messaggi importanti quali il rispetto delle diversità e l’amicizia, che non fanno mai male, specialmente in una produzione per tutti che viene scritta per un pubblico infantile. Ma ovviamente, dato che è comunque di una grande opera di un grande autore che stiamo parlando, Kowa non mancherà di farsi amare anche dal lettore di età più grande, specialmente da quelli più sensibili e rimasti un po’ bambini dentro.
Essendo raccolto in un unico volume, Kowa si legge tutto d'un fiato, e la lettura risulta estremamente piacevole.
Il tratto è moderno e molto personale, e si denota il cambiamento stilistico dell’autore, pur rimanendo perfettamente riconoscibile (del resto, Toriyama l'ha detto che a lui piace cambiare stile di disegno e tematiche a seconda dei vari lavori). Tra l’altro la storia è quasi tutta a colori, anche se purtroppo questo aspetto non è presente interamente nella versione italiana (e presumibilmente anche nella versione originale in tankobon).
L’ambientazione surreale e i personaggi disegnati in maniera semplice e simpaticissima non lasciano alcun dubbio: questo è un manga di Akira Toriyama, per quanto i più lettori più occasionali e sprovveduti magari possono non averlo notato, data l’assenza di ipertrofici guerrieri dai capelli biondi.
Eppure, a chi segue Toriyama da molto tempo e con una grande passione derivategli non solo dall’anime di Dragon Ball Z, la cosa risulta lampante, dato che lo spirito originario della poetica di questo autore traspare in Kowa da ogni pagina o vignetta.
La caratterizzazione dei personaggi è assolutamente perfetta, malgrado le poche pagine a disposizione, e in questo giocano un ruolo fondamentale i primissimi capitoli, che mostrano la vita di tutti i giorni dei nostri mostriciattoli, lungi da quella che sarà l’avventura che vivranno di lì a un paio di capitoli.
Paifu, il nostro protagonista, è un vampirello, sì, ma è anche un bambino assolutamente credibile in ogni sua manifestazione (come, del resto, già Arale prima di lui), con le sue marachelle e i suoi giochi assieme agli amici . Josè, nella parte del timido amico d’infanzia, è credibilissimo anche lui, e così Arpon, che riprende in chiave infantile e giocosa la classica figura dell’amico/rivale che già l’autore sperimentò e portò al successo nella sua opera principale con il personaggio di Vegeta e ancor prima con Crilin.
I nostri tre mostriciattoli hanno vissuto chiusi tra le mura di Capo Pipistrello, temendo gli umani che li temono e li bistrattano a loro volta. Eppure, l’umano che li accompagna sembra essere differente. In primis perché non ha minimamente paura dei mostri, anzi sono loro ad aver paura di lui, che minaccia a gran voce di fargli fare una brutta fine ogni qualvolta (e sono tante) che Paifu e gli altri gli fanno saltare la mosca al naso.
Maruyama è enorme, brusco e scostante. Non vuole avere rapporti né con gli umani né con i mostri, ma, attratto dalla (falsa) promessa finanziaria che Paifu e gli altri gli fanno, accetta controvoglia di accompagnarli in giro per il mondo alla ricerca della medicina che gli serve. Anche perché, nonostante abbia paura di lui, Paifu sente in cuor suo che quella di Maruyama è solo una maschera, che indossa, traumatizzato e spaventato dal triste evento che ha condizionato il suo passato, ma che quell’omone così burbero in realtà è una persona gentile e quindi tenta in ogni modo di farci amicizia.
Il contatto con il mondo sarà emozionante e stimolante per Paifu e gli altri, che sono sempre rimasti chiusi nel loro piccolo villaggio senza mai conoscere ciò che vi era al di fuori. Rimangono così affascinati dalle auto, dalle luci della città, dai dolci delle bancarelle, dai centri commerciali.
Ma si scoprono anche i lati più gretti e oscuri di quel mondo, al cui confronto il villaggio popolato dagli spaventosi mostri si rivela essere di una tranquillità che manco quello dei Puffi: aguzzini, criminali, gente che se ne approfitta dei più deboli e che maltratta e segrega i mostri rifiutando loro di vendergli degli oggetti solo perché non sono umani (in una scena che ricorda molto le tristi vicende storiche della segregazione razziale dei neri nell’America di qualche decade fa).
E’ un mondo quasi privo di effettivi valori, dove regnano solo la criminalità e la forza, tant’è che sempre più persone osannano e stimano il fu Katsukazan per la sua ferocia e violenza e quasi gli fanno i complimenti per essere talmente forte da esser riuscito ad uccidere un avversario, cosa che invece a Maruyama pesa moltissimo.
Trovandosi a dover vivere in un mondo del genere, quasi quasi è pure comprensibile che il povero Maruyama si sia chiuso in sé stesso, deluso dal suo stesso essere umano, e che si trovi piacevolmente sorpreso nel vedere che quei mostriciattoli così terrificanti nelle dicerie popolari siano più gentili e umani degli umani stessi. Paifu, piccolo e birichino ma dal cuore innocente, e i suoi amici, forse gli stanno pian piano sciogliendo il cuore, e il burbero lottatore di sumo magari si sta pian piano affezionando a quegli sciocchi mostriciattoli…
Nel giro di poche decine di pagine, Akira Toriyama riesce a creare nuovamente un universo affascinante, fiabesco e perfettamente credibile. Magari un po’ più gretto e violento del solito, ma sempre tratteggiato in maniera surreale e divertente, nel classico stile in cui questo autore ci ha abituati nel corso della sua lunga e onorata carriera.
Si ride, chiaramente, essendo un manga di Akira Toriyama. Si ride di gusto, come sempre, ma c’è largo spazio anche per i sorrisi, quei sorrisi bonari e di tutto cuore che ci si dipingono sul volto quando leggiamo storie fiabesche e poetiche come questa e che ci fanno sentire un po’ più felici di vivere.
Kowa è una storiella breve e assolutamente disimpegnata, ma va avanti con l’enorme maestria di un grande autore e non manca di farci affezionare a tutti i suoi personaggi, buoni o cattivi, protagonisti o comprimari o semplici comparse che siano, nonché di veicolare messaggi importanti quali il rispetto delle diversità e l’amicizia, che non fanno mai male, specialmente in una produzione per tutti che viene scritta per un pubblico infantile. Ma ovviamente, dato che è comunque di una grande opera di un grande autore che stiamo parlando, Kowa non mancherà di farsi amare anche dal lettore di età più grande, specialmente da quelli più sensibili e rimasti un po’ bambini dentro.