Questa è la premessa del nuovo manga romcom targato J-Pop. Si avete capito bene: romcom, ma se avete a che fare con Norio Sakurai non potete aspettarvi nulla di diverso. L’autrice, infatti, è esperta nel ricreare ambienti quotidiani e arricchirli di personaggi insoliti o sopra le righe nonchè di situazioni imbarazzanti e fraintendimenti, al limite dell’assurdo, senza però mai sfociare nell’irrealtà o nella fantascienza. E gli stessi elementi che hanno caratterizzato i due titoli precedenti dell’autrice - Mitsudomoe e Rororro! ancora indediti in Italia - sono i capisaldi anche di The dangers in my heart (o Bokuyaba), il tutto riversato in una commedia d’amore; ne esce, perciò, un’opera particolare, tenera, ironica e, soprattutto, eccentrica che, sulla falsariga di titoli come Kubo won’t let me be invisible (inedita in Italia) e Komi can’t communicate (pubblicata nel nostro Paese sempre da J-Pop), finisce, volontariamente o non, per scardinare gli stilemi tipici che contraddistinguono il genere.
Eccentrico dicevamo. Ecco, questo è il termine cardine che caratterizza quest’opera. La storia, infatti, ruota attorno ai due protagonisti e studenti delle medie Anna Yamada e Kyotaro Ichikawa, entrambi di 13 anni. Lei rappresenta il punto più alto della scala sociale scolastica: bella, socievole, una promettente attrice in erba. Lui, di contralto, il punto più basso: solo, taciturno e in preda a “folli” fantasie adolescenziali in cui immagina di commettere atti macabri, soprattutto nei confronti di Anna, percepita da Kyotaro come una sorta di ideale perfetto che, in qualche modo, va sporcato. Tuttavia, come si è detto all’inizio, dalla sensei Sakurai, ci si può aspettare di tutto e, allo stesso tempo, le cose non sono sempre come appaiono. Ed è in questo scenario che avvengono una serie di incontri ravvicinati (e assai particolari) tra i due in biblioteca, luogo che diventerà il punto nevralgico delle interazioni della coppia nel corso della serie; e nulla sarà come prima.
Kyotaro, infatti, mostrerà ben presto come il suo lato “oscuro” non sia una vera parte di lui, quanto piuttosto un espediente di difesa per mascherare la solitudine (quello che in Giappone chiamano chunibyo, ovvero colui che crea un proprio alter ego, o seconda personalità, spesso “dark” al fine di risultare più particolare o figo), tant’è che, nonostante i suoi modi goffi e impacciati, cercherà di aiutare Yamada, la quale, a sua volta, si rivelerà, agli occhi del ragazzo, non più come la ragazza perfetta che immaginava, ma come una persona fragile, ingenua e assolutamente eccentrica, capace di comportamenti quasi illogici (ma mai irreali o fantastici) che porteranno, da una parte, il lettore ad interrogarsi su cosa stia facendo o sulla sua prossima mossa, dall’altra segnerà un contrasto ancora più netto con la percezione che le persone hanno di lei, che perlopiù si ferma al lato fisico, accentuato anche dalla sua leggera androfobia. E se a tutti questi ingredienti ci aggiungiamo anche gli isterici monologhi interiori di Kyotaro che ondeggiano da dare voce al suo io, a voce della coscienza per le persone (senza che, ovviamente, queste abbiano modo di sentirlo) fino a narratore esterno delle vicende, quasi super partes, si ottiene una ricetta completa per una romcom che mantiene livelli di stranezza tipici della Famiglia Addams, ma che, allo stesso tempo, risulta interessante e divertente.
Tuttavia, se si volesse trovare un neo, questo sarebbe che la storia ci mette almeno qualche pagina a prendere il via. Per i primi due/tre capitoli, infatti, vi è un avvicendarsi di tavole caratterizzate dai deliri adolescenziali di Kyotaro e dagli atteggiamenti eccentrici di Anna, quasi a voler introdurre e caratterizzare i due protagonisti, senza, però, riuscire a creare quell’alchimia nelle loro interazioni che sarà visibile nei capitoli successivi. Altra perplessità riguarda i personaggi di supporto; almeno per quanto riguarda questo primo volume, la sensei non sembra aver fatto un grandissimo lavoro, con i personaggi secondari che potremmo definire un po' stereotipati, vedasi, ad esempio, i compagni di classe di sesso maschile, i quali o si atteggiano a fighi o dicono volgarità (atteggiamenti che potremmo definire anche normali data la loro età, ma che alla lunga finiscono per dare poca profondità e risultare rindondanti) o la cui esistenza sembra sia solo utile a garantire una miglior caratterizzazione o sviluppo dei due protagonisti, a discapito della propria. L’unica eccezione è Kobayashi, la migliore amica di Anna, con la quale l'autrice riesce a creare delle belle dinamiche assumendo il ruolo di “straight man” alle buffonate della protagonista.
Lo stile grafico in The dangers in my heart si presenta con un disegno pulito, ricco di particolari ed espressivo, e punta a ricalcare l’eccentricità dei due attori principali e a trasmettere le emozioni in gioco. Le tavole, tuttavia, risultano, a volte, un po' cariche: la ricerca del dettaglio unita alla poca lunghezza dei singoli capitoli (una decina di pagine) e, quindi, alla necessità di condensare tante informazioni, infatti, dà come risultato alcune pagine un po' sature, caotiche e, in generale, pesanti da leggere.
Kyotaro Ichikawa, un introverso in preda a un tornado di fantasie adolescenziali, passa le giornate a immaginare sogghignando come sarebbe assassinare Anna Yamada, la ragazza più bella della scuola. Il contrasto tra la bellezza di lei e i suoi strani comportamenti, però, inizia a fare breccia nell’ “oscuro” cuore di Kyotaro. La sua adolescenza sta per diventare più movimentata…
Eccentrico dicevamo. Ecco, questo è il termine cardine che caratterizza quest’opera. La storia, infatti, ruota attorno ai due protagonisti e studenti delle medie Anna Yamada e Kyotaro Ichikawa, entrambi di 13 anni. Lei rappresenta il punto più alto della scala sociale scolastica: bella, socievole, una promettente attrice in erba. Lui, di contralto, il punto più basso: solo, taciturno e in preda a “folli” fantasie adolescenziali in cui immagina di commettere atti macabri, soprattutto nei confronti di Anna, percepita da Kyotaro come una sorta di ideale perfetto che, in qualche modo, va sporcato. Tuttavia, come si è detto all’inizio, dalla sensei Sakurai, ci si può aspettare di tutto e, allo stesso tempo, le cose non sono sempre come appaiono. Ed è in questo scenario che avvengono una serie di incontri ravvicinati (e assai particolari) tra i due in biblioteca, luogo che diventerà il punto nevralgico delle interazioni della coppia nel corso della serie; e nulla sarà come prima.
Kyotaro, infatti, mostrerà ben presto come il suo lato “oscuro” non sia una vera parte di lui, quanto piuttosto un espediente di difesa per mascherare la solitudine (quello che in Giappone chiamano chunibyo, ovvero colui che crea un proprio alter ego, o seconda personalità, spesso “dark” al fine di risultare più particolare o figo), tant’è che, nonostante i suoi modi goffi e impacciati, cercherà di aiutare Yamada, la quale, a sua volta, si rivelerà, agli occhi del ragazzo, non più come la ragazza perfetta che immaginava, ma come una persona fragile, ingenua e assolutamente eccentrica, capace di comportamenti quasi illogici (ma mai irreali o fantastici) che porteranno, da una parte, il lettore ad interrogarsi su cosa stia facendo o sulla sua prossima mossa, dall’altra segnerà un contrasto ancora più netto con la percezione che le persone hanno di lei, che perlopiù si ferma al lato fisico, accentuato anche dalla sua leggera androfobia. E se a tutti questi ingredienti ci aggiungiamo anche gli isterici monologhi interiori di Kyotaro che ondeggiano da dare voce al suo io, a voce della coscienza per le persone (senza che, ovviamente, queste abbiano modo di sentirlo) fino a narratore esterno delle vicende, quasi super partes, si ottiene una ricetta completa per una romcom che mantiene livelli di stranezza tipici della Famiglia Addams, ma che, allo stesso tempo, risulta interessante e divertente.
Tuttavia, se si volesse trovare un neo, questo sarebbe che la storia ci mette almeno qualche pagina a prendere il via. Per i primi due/tre capitoli, infatti, vi è un avvicendarsi di tavole caratterizzate dai deliri adolescenziali di Kyotaro e dagli atteggiamenti eccentrici di Anna, quasi a voler introdurre e caratterizzare i due protagonisti, senza, però, riuscire a creare quell’alchimia nelle loro interazioni che sarà visibile nei capitoli successivi. Altra perplessità riguarda i personaggi di supporto; almeno per quanto riguarda questo primo volume, la sensei non sembra aver fatto un grandissimo lavoro, con i personaggi secondari che potremmo definire un po' stereotipati, vedasi, ad esempio, i compagni di classe di sesso maschile, i quali o si atteggiano a fighi o dicono volgarità (atteggiamenti che potremmo definire anche normali data la loro età, ma che alla lunga finiscono per dare poca profondità e risultare rindondanti) o la cui esistenza sembra sia solo utile a garantire una miglior caratterizzazione o sviluppo dei due protagonisti, a discapito della propria. L’unica eccezione è Kobayashi, la migliore amica di Anna, con la quale l'autrice riesce a creare delle belle dinamiche assumendo il ruolo di “straight man” alle buffonate della protagonista.
Lo stile grafico in The dangers in my heart si presenta con un disegno pulito, ricco di particolari ed espressivo, e punta a ricalcare l’eccentricità dei due attori principali e a trasmettere le emozioni in gioco. Le tavole, tuttavia, risultano, a volte, un po' cariche: la ricerca del dettaglio unita alla poca lunghezza dei singoli capitoli (una decina di pagine) e, quindi, alla necessità di condensare tante informazioni, infatti, dà come risultato alcune pagine un po' sature, caotiche e, in generale, pesanti da leggere.
Nonostante alcune carenze (personaggi secondari, tavole a volte troppo sature di informazioni) e un inizio un pò incerto, Norio Sakurai ci porta in dote una romcom nuova, tenera, che si allontana dai rigori del genere e contraddistinta dal suo marchio di fabbrica: l’ironia e l’eccentricità. I due protagonisti, infatti, si ritrovano a vivere situazioni quotidiane, a volte, particolari che, però, sono anche una fonte di crescita personale (non dimentichiamo che hanno 13-14 anni) in quella fase critica che è l’adolescenza, nonché del loro rapporto. Perchè, alla fine, un altro aspetto piacevole di questo manga è anche quello di dare l’impressione di seguire assieme al lettore lo sviluppo del legame tra Anna e Kyotaro, una crescita lenta, ma costante, fatta di alti e bassi e senza escamotage o avvenimenti improvvisi a giustificare un cambio repentino dei sentimenti. Quindi se siete fan di queste dinamiche - e siete disposti ad accettare di navigare a vista per i primi 2-3 capitoli, The dangers in my heart sarà un titolo che difficilmente vi deluderà.
L’edizione che J-Pop ci propone, presente anche nella sua versione variant - che differisce dalla regular solo per l’illustrazione - è brossurata con sovraccoperta, 12,5x18 cm, in bianco e nero al prezzo di 6,50€.
L’edizione che J-Pop ci propone, presente anche nella sua versione variant - che differisce dalla regular solo per l’illustrazione - è brossurata con sovraccoperta, 12,5x18 cm, in bianco e nero al prezzo di 6,50€.
Ho adorato l'anime, quindi devo dare per forza una possibilità al manga, soprattutto se la serie animata non dovesse arrivare al finale.
Comunque la caratterizzazione dei personaggi secondari per me è perfetta, considerando l'età di questi personaggi. Chi si aspetta qualcosa di più profondo forse non si ricorda com'era ai tempi delle medie.
Devi ovviamente andare oltre i primi capitoli, ma la cosa è naturale… molto più che in altre serie…
A chi piacciono le romcom, ma non solo a loro, non lasciatevelo sfuggire… e arrivate almeno al secondo volume dove la storia ingrana del tutto (come l’anime in cui bisogna superare i primi 2/3 episodi).
Avevo già cominciato a leggerlo in concomitanza con l’anime… ora ho già messo in abbonamento l’edizione jpop…
Veramente bello
no perchè a me i gag manga non piacciono se non i rarissimi casi
per dirvi un manga come mashle l'ho droppato al primo numero
i manga che mi fanno ridere sono quelli di Kiminori Wakasugi il suo detroit metal city mi ammazzava dal ridere e anche la sua ultima opera che si conclude col decimo numero domani il pranzo sei tu mi fa ridere alla grande, ma appunto non sono gag manga
Non è assolutamente un gag manga, e nemmeno una romcom comica stile girlfriend girlfriend, o ancora di più le 100 ragazze.
È una romcom classica non harem, con personaggi un po’ particolari al massimo… per restare su roba recente può essere simile a kubo san o dosanko gal…
Prova l’anime al massimo, ma arriva almeno al terzo episodio…
Comunque avevo letto i pareri ed il fatto che tutti dicessero di resistere fino all'episodio 3 ma onestamente per me non è cambiato niente e l'ho droppato comunque perché se giri intorno a te stesso non posso aspettare 4-5 volumi per prendere una decisione. Tanto per essere chiari, spoiler sull'episodio 3
Di romcom ne ho viste, ne vedo e me leggo a pacchi da anni, ma già dalle fasi iniziali capisco se faccia per me o meno, purtroppo non è scattata la scintilla e le cose che ho scritto nel primo paragrafetto hanno influito.
E poi arriva Poirot.
E' arrivata ad un buon punto della narrazione e non tende a dilungarsi, secondo me puoi comprarla
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