Le recenti vicende che hanno visto la mangaka Hinako Ashihara trovare la morte dopo lo sconcertante caso che l'ha suo malgrado coinvolta nell'adattamento del suo manga Sexy Tanaka-san in un drama televisivo, hanno riaperto una ferita che sanguinava lentamente già da diverso tempo.
Non è la prima volta, infatti, che un mangaka segnala la propria insoddisfazione, più o meno palese, relativamente al modo in cui viene adattato un proprio manga in una versione televisiva o cinematografica dal vivo o animata.
Proprio di recente il mangaka George Morikawa, autore di Hajime no Ippo, attraverso un post rilasciato via Twitter/X aveva raccontato un episodio estremamente simile: egli ha infatti ammesso di aver minacciato l'interruzione della serializzazione del manga dopo aver visto che il lavoro di Madhouse sui primi episodi dell'adattamento animato dell'opera non manteneva affatto la qualità che Morikawa aveva posto come condizione.
Morikawa aveva ricevuto svariate volte in passato l'invito per una trasposizione del manga, rifiutandole sempre per una decina d'anni, fintantoché agli inizi degli anni duemila l'uomo accettò dietro la promessa che l'adattamento animato non avrebbe dovuto deludere né lui né i suoi fedeli lettori.
Dopo tale protesta, e un incontro tra le parti, Morikawa fu rassicurato sulla prosecuzione dell'anime secondo i criteri richiesti, con un miglioramento della qualità. Soddisfatto dell'esecuzione dei nuovi episodi, e sviluppandosi nel frattempo un rapporto di fiducia tra lui e lo staff, Morikawa ha poi smesso di supervisionare la sceneggiatura, affidandosi in toto ai curatori; l'autore ha anche ringraziato per il loro duro lavoro i due registi delle varie serie animate che poi si sono susseguite nel tempo.
Parzialmente diverso negli esiti, ma affine nei valori, è il caso di Eldo Yoshimizu: anch'egli comunica via Twitter di aver immediatamente rifiutato l'offerta di far divenire Ryuko un'opera animata da parte di un produttore americano, poiché per come l'ha originariamente concepita, Yoshimizu la vorrebbe trasposta unicamente con uno stile tarantiniano.
"Se mi venisse offerto di trarne una pellicola animata, vorrei discutere ripetutamente e in maniera franca con il produttore e il regista, così che possa venire a crearsi un rapporto di fiducia tra le parti. Oltre a esporre naturalmente le mie richieste nel contratto, tra cui quella di vantare i diritti degli incassi ai botteghini e profitti connessi."
Quanto invece a Satoshi Mizukami, autore di Samidare, egli confessa di disprezzare apertamente la versione animata del 2022 del suo manga, su cui non ha potuto avere alcun tipo di controllo. Lo ricorda così, in maniera piuttosto aspra: "quando criticavo l'anime, alcuni mi dicevano: "se lo disprezzi a questo punto, non avresti dovuto accordare il permesso di trasporlo" oppure "il colpevole sei tu, dato che hai acconsentito a che ciò venisse fatto." Per un momento pensai che tutto questo fosse vero, ma in realtà non è così, le argomentazioni non stavano in piedi.
Facile dire che si possono evitare questi disguidi prevedendo le cose anzitempo o che si possa fermare da soli un progetto del valore di centinaia di milioni di yen.
Molte cose vengono create nello specifico solo dopo che è stata fornita autorizzazione al progetto nel suo complesso, e pertanto una volta create non possono più essere modificate. A livello pratico è del tutto impossibile per un singolo individuo, persino se si tratta dell'autore originale, detenere ferreo controllo su un progetto di così ampia portata nel quale sono coinvolte centinaia di persone.
Per quanto riguarda me stesso, poi, mi sarebbe impossibile interrompere la mia routine lavorativa quotidiana per recarmi presso la struttura di produzione; inoltre sono un dilettante, per quanto concerne quelle abilità specifiche.
Si dice che sia meglio non lamentarsi riguardo la produzione di un progetto animato perché molte delle persone coinvolte, anche quelle innocenti, ne soffriranno, ma sono un individuo di bassa moralità, pertanto affermo questo: anziché restare fedeli alla storia originale e alla sua struttura, Samidare è uscito come ben sappiamo (con parti della storia che includevano sviluppi originali non relativi al manga - ndr). Sono stato colpito da quella locomotiva impazzita, ed essa stessa ha continuato a procedere coperta del mio stesso sangue, ciò deve essere stato altrettanto doloroso.
E' sciocco affermare che un mangaka ha il dovere di proteggere la propria opera o che ha il diritto di farlo. Avere un diritto e avere il potere di esercitare quel diritto rimangono due cose ben differenti l'una dall'altra."
Dalle parole di Mizukami si riesce a ricostruire quella che forse è la più plausibile delle realtà, confermata peraltro anche da alcune affermazioni passate di Rumiko Takahashi: per quanto concerne quindi i progetti di adattamenti animati, una volta che l'autore conferisce la propria autorizzazione, può avere più o meno voce in capitolo, ma tutto viene perlopiù rimesso in mano al team di produzione, con le conseguenze che in certi casi si sono appurate, e in certi altri si possono intuire.
In merito alla vicenda della Ashihara sono intervenuti anche altri professionisti, sia in ambito dell'animazione che lato produzioni dal vivo; non sono mancate nemmeno toccanti parole di ricordo e preghiera lasciate dalle attrici del controverso drama in questione, tra cui Haruka Kinami che interpreta la protagonista Tanaka-san e Maryjun Takahashi.
La voce della stimata sceneggiatrice Akiko Nogi, autrice di diverse produzioni di successo animate e non (Inu-Oh, Unnatural, MIU404, I am a Hero, Ore Monotagari, The full time wife escapist, Let's go karaoke) riferisce che: "è da qualche giorno che faccio domande in merito a questo, ma ce ne sono ancora tante che rimangono senza risposta alcuna, senza contare che le questioni coinvolte in questo caso sono così svariate che non saprei nemmeno da dove iniziare. E' davvero spiacevole che una serie di questioni si siano sovrapposte l'un l'altra generando un epilogo così triste. Nessuno che sia coinvolto in adattamenti dal vivo, passati e presenti, deve prendere questa faccenda alla leggera.
In ogni caso, i commenti di NTV rimangono insufficienti anche dopo che la seconda versione del loro comunicato è stata rilasciata. Perché si è arrivati a questo, quando tutto si sarebbe potuto ben risolvere negoziando tra NTV e Shogakukan? E se le indagini sono tuttora in corso, sarebbe meglio dichiararlo apertamente e pubblicamente, mostrando l'intenzione di chiarire tutto al meglio prossimamente. Se si palesa invece una diversità di vedute tra NTV e Shogakukan, allora potrebbe essere necessario l'intervento di un comitato esterno che faccia luce in merito.
Nel rispetto della sensei Ashihara, morta cercando di vivere con la massima onestà, e per il bene dei lettori originali e degli spettatori del drama, questa non può certo essere la fine della cosa. Per il bene del cast del drama e dello staff coinvolto, che deve essere rimasto fortemente shockato, spero che NTV voglia agire con altrettanta onestà. Il loro approccio circa quello che è successo sta venendo contestato."
La Nogi si espone anche sulle prassi di lavoro: "si dice che il "non essere in grado di incontrare l'autore originale dell'opera" sia la realtà e la norma, che allo sceneggiatore piaccia o meno. Quando sono diventata una sceneggiatrice anch'io, mi sono stupita della cosa. Per dirla in termini migliori, ciò viene fatto per "proteggere lo sceneggiatore/autore originale", e per dirlo invece in termini negativi, è per "tenerli sotto controllo." Ciononostante, se l'autore originale richiede un incontro con lo sceneggiatore, tale richiesta non può essere rifiutata dal produttore; e se così fosse, meglio sarebbe non partire nemmeno col progetto. Non c'è alcun sceneggiatore che rifiuterebbe un incontro del genere, e se ciò accadesse, esso verrebbe rimpiazzato da qualcun altro. Nell'ambito di un lavoro tratto da un'opera, la posizione dello sceneggiatore è questa, in basso.
Quanto all'interazione tra sceneggiatore e produttore durante la stesura della sceneggiatura, premesso che non conosco cosa sia avvenuto in concreto nello specifico per questo drama, di norma funziona così: il produttore mormora "l'autore originale dice questo", e questo è precisamente tutto ciò che si ha in mano. In passato mi è capitato di faticare a comprendere una storia, pertanto avevo chiesto 'in che termini si è espresso per la precisione l'autore?' e anche 'posso incontrarli e parlar loro direttamente?', salvo poi venire fermata.
Non è nemmeno detto che il produttore riesca a ricevere l'opinione dell'autore originale direttamente, per cui spesso diventa un gioco di rimpalli telefonici tra i rappresentanti della casa editrice e i detentori dei diritti. Ma se anche i disguidi e le incomprensioni nascessero a questo punto, si tratta di qualcosa che comunque si può risolvere, fintantoché ambo le parti ne discutono e riferiscono alle rispettive persone che rappresentano.
Personalmente ritengo che le note dell'autore, con tanto di feedback e impressioni personali, dovrebbero essere trasmesse direttamente allo sceneggiatore; ciò ridurrebbe enormemente le incomprensioni e le discrepanze, e sarebbe più rassicurante per tutti. Io stessa sarei ben più lieta e curiosa di conoscere il pensiero diretto dell'autore originale.
Per quanto riguarda i team di produzione con cui ho lavorato finora, devo dire che ci si è dimostrati sempre molto sensibili alle opinioni degli autori originali e ci è stato riferito che questi ultimi si sono complimentati del lavoro, ne sono stati soddisfatti. Va ricordato tuttavia sempre che si tratta di un lavoro di gruppo, in cui molte cose possono andare storte a causa di lievi incomprensioni o altri fattori che vi si intersecano. Questo è un punto cruciale, e credo che rimanga tale indipendentemente dal fatto che si lavori su un'opera originale o meno.
Infine, va soggiunto anche che le emittenti TV di norma tendono a non badare ai diritti degli scrittori, sia che si tratti di mangaka o di sceneggiatori che creano opere ex-novo. Noi siamo dei singoli, mentre loro sono strutture immense; naturalmente c'è qualcuno che combatte per i nostri diritti, ma molto dipende, alla fine, dalla sensibilità di ciascuno e da quanto conti o meno nella struttura."
A riguardo del lavoro di sceneggiatura si è fatta sentire anche Megumi Ishitani, apprezzata animatrice di One Piece e Dragon Ball Super, che così commenta l'epilogo delle vicende che hanno coinvolto la Ashihara: "il mio cuore è a pezzi, e mi sento svuotata." La Ishitani continua dicendo che è sbagliato diffamare il lavoro degli sceneggiatori, e che è fin troppo frustrante che alcune persone ritengano che sia necessariamente giustificato il dover seguire il manga originale al 100% in un anime, e che dunque cambiare un minimo la sceneggiatura sia "il male".
Come è facile intuire, anche in questo caso alcuni hanno frainteso l'intento delle sue parole, ritenendo cioè che non serbassero rispetto alcuno per Oda e per il suo celeberrimo manga.
Di fronte a situazioni che creano ripetutamente perplessità e disguidi così forti tra le parti coinvolte, se non addirittura peggio, emerge dunque la sensazione che sarebbe auspicabile per il futuro confidare in un maggior dialogo tra gli autori e gli staff chiamati al complesso e arduo compito di adattare le loro creazioni. E forse, a maggior ragione dopo il drammatico caso che ha visto Hinako Ashihara perdere addirittura la vita, si confida che sia giunto ora il momento di volgere verso una comunicazione che possa dirsi davvero sensibile e rispettosa tanto dei mangaka quanto dei sentimenti e delle situazioni che affidano ai loro lettori per tramite delle loro preziose e sofferte pagine.
Fonti consultate:
Twitter-X I, II, III, IV
Account Twitter-X di Megumi Ishitani
Account Twitter-X di Eldo Yoshimizu
Account Twitter-X di Koshi Mizukani
Account Twitter-X di George Morikawa
My Anime List
Non è la prima volta, infatti, che un mangaka segnala la propria insoddisfazione, più o meno palese, relativamente al modo in cui viene adattato un proprio manga in una versione televisiva o cinematografica dal vivo o animata.
Proprio di recente il mangaka George Morikawa, autore di Hajime no Ippo, attraverso un post rilasciato via Twitter/X aveva raccontato un episodio estremamente simile: egli ha infatti ammesso di aver minacciato l'interruzione della serializzazione del manga dopo aver visto che il lavoro di Madhouse sui primi episodi dell'adattamento animato dell'opera non manteneva affatto la qualità che Morikawa aveva posto come condizione.
Morikawa aveva ricevuto svariate volte in passato l'invito per una trasposizione del manga, rifiutandole sempre per una decina d'anni, fintantoché agli inizi degli anni duemila l'uomo accettò dietro la promessa che l'adattamento animato non avrebbe dovuto deludere né lui né i suoi fedeli lettori.
Dopo tale protesta, e un incontro tra le parti, Morikawa fu rassicurato sulla prosecuzione dell'anime secondo i criteri richiesti, con un miglioramento della qualità. Soddisfatto dell'esecuzione dei nuovi episodi, e sviluppandosi nel frattempo un rapporto di fiducia tra lui e lo staff, Morikawa ha poi smesso di supervisionare la sceneggiatura, affidandosi in toto ai curatori; l'autore ha anche ringraziato per il loro duro lavoro i due registi delle varie serie animate che poi si sono susseguite nel tempo.
Parzialmente diverso negli esiti, ma affine nei valori, è il caso di Eldo Yoshimizu: anch'egli comunica via Twitter di aver immediatamente rifiutato l'offerta di far divenire Ryuko un'opera animata da parte di un produttore americano, poiché per come l'ha originariamente concepita, Yoshimizu la vorrebbe trasposta unicamente con uno stile tarantiniano.
"Se mi venisse offerto di trarne una pellicola animata, vorrei discutere ripetutamente e in maniera franca con il produttore e il regista, così che possa venire a crearsi un rapporto di fiducia tra le parti. Oltre a esporre naturalmente le mie richieste nel contratto, tra cui quella di vantare i diritti degli incassi ai botteghini e profitti connessi."
Quanto invece a Satoshi Mizukami, autore di Samidare, egli confessa di disprezzare apertamente la versione animata del 2022 del suo manga, su cui non ha potuto avere alcun tipo di controllo. Lo ricorda così, in maniera piuttosto aspra: "quando criticavo l'anime, alcuni mi dicevano: "se lo disprezzi a questo punto, non avresti dovuto accordare il permesso di trasporlo" oppure "il colpevole sei tu, dato che hai acconsentito a che ciò venisse fatto." Per un momento pensai che tutto questo fosse vero, ma in realtà non è così, le argomentazioni non stavano in piedi.
Facile dire che si possono evitare questi disguidi prevedendo le cose anzitempo o che si possa fermare da soli un progetto del valore di centinaia di milioni di yen.
Molte cose vengono create nello specifico solo dopo che è stata fornita autorizzazione al progetto nel suo complesso, e pertanto una volta create non possono più essere modificate. A livello pratico è del tutto impossibile per un singolo individuo, persino se si tratta dell'autore originale, detenere ferreo controllo su un progetto di così ampia portata nel quale sono coinvolte centinaia di persone.
Per quanto riguarda me stesso, poi, mi sarebbe impossibile interrompere la mia routine lavorativa quotidiana per recarmi presso la struttura di produzione; inoltre sono un dilettante, per quanto concerne quelle abilità specifiche.
Si dice che sia meglio non lamentarsi riguardo la produzione di un progetto animato perché molte delle persone coinvolte, anche quelle innocenti, ne soffriranno, ma sono un individuo di bassa moralità, pertanto affermo questo: anziché restare fedeli alla storia originale e alla sua struttura, Samidare è uscito come ben sappiamo (con parti della storia che includevano sviluppi originali non relativi al manga - ndr). Sono stato colpito da quella locomotiva impazzita, ed essa stessa ha continuato a procedere coperta del mio stesso sangue, ciò deve essere stato altrettanto doloroso.
E' sciocco affermare che un mangaka ha il dovere di proteggere la propria opera o che ha il diritto di farlo. Avere un diritto e avere il potere di esercitare quel diritto rimangono due cose ben differenti l'una dall'altra."
Dalle parole di Mizukami si riesce a ricostruire quella che forse è la più plausibile delle realtà, confermata peraltro anche da alcune affermazioni passate di Rumiko Takahashi: per quanto concerne quindi i progetti di adattamenti animati, una volta che l'autore conferisce la propria autorizzazione, può avere più o meno voce in capitolo, ma tutto viene perlopiù rimesso in mano al team di produzione, con le conseguenze che in certi casi si sono appurate, e in certi altri si possono intuire.
In merito alla vicenda della Ashihara sono intervenuti anche altri professionisti, sia in ambito dell'animazione che lato produzioni dal vivo; non sono mancate nemmeno toccanti parole di ricordo e preghiera lasciate dalle attrici del controverso drama in questione, tra cui Haruka Kinami che interpreta la protagonista Tanaka-san e Maryjun Takahashi.
La voce della stimata sceneggiatrice Akiko Nogi, autrice di diverse produzioni di successo animate e non (Inu-Oh, Unnatural, MIU404, I am a Hero, Ore Monotagari, The full time wife escapist, Let's go karaoke) riferisce che: "è da qualche giorno che faccio domande in merito a questo, ma ce ne sono ancora tante che rimangono senza risposta alcuna, senza contare che le questioni coinvolte in questo caso sono così svariate che non saprei nemmeno da dove iniziare. E' davvero spiacevole che una serie di questioni si siano sovrapposte l'un l'altra generando un epilogo così triste. Nessuno che sia coinvolto in adattamenti dal vivo, passati e presenti, deve prendere questa faccenda alla leggera.
In ogni caso, i commenti di NTV rimangono insufficienti anche dopo che la seconda versione del loro comunicato è stata rilasciata. Perché si è arrivati a questo, quando tutto si sarebbe potuto ben risolvere negoziando tra NTV e Shogakukan? E se le indagini sono tuttora in corso, sarebbe meglio dichiararlo apertamente e pubblicamente, mostrando l'intenzione di chiarire tutto al meglio prossimamente. Se si palesa invece una diversità di vedute tra NTV e Shogakukan, allora potrebbe essere necessario l'intervento di un comitato esterno che faccia luce in merito.
Nel rispetto della sensei Ashihara, morta cercando di vivere con la massima onestà, e per il bene dei lettori originali e degli spettatori del drama, questa non può certo essere la fine della cosa. Per il bene del cast del drama e dello staff coinvolto, che deve essere rimasto fortemente shockato, spero che NTV voglia agire con altrettanta onestà. Il loro approccio circa quello che è successo sta venendo contestato."
La Nogi si espone anche sulle prassi di lavoro: "si dice che il "non essere in grado di incontrare l'autore originale dell'opera" sia la realtà e la norma, che allo sceneggiatore piaccia o meno. Quando sono diventata una sceneggiatrice anch'io, mi sono stupita della cosa. Per dirla in termini migliori, ciò viene fatto per "proteggere lo sceneggiatore/autore originale", e per dirlo invece in termini negativi, è per "tenerli sotto controllo." Ciononostante, se l'autore originale richiede un incontro con lo sceneggiatore, tale richiesta non può essere rifiutata dal produttore; e se così fosse, meglio sarebbe non partire nemmeno col progetto. Non c'è alcun sceneggiatore che rifiuterebbe un incontro del genere, e se ciò accadesse, esso verrebbe rimpiazzato da qualcun altro. Nell'ambito di un lavoro tratto da un'opera, la posizione dello sceneggiatore è questa, in basso.
Quanto all'interazione tra sceneggiatore e produttore durante la stesura della sceneggiatura, premesso che non conosco cosa sia avvenuto in concreto nello specifico per questo drama, di norma funziona così: il produttore mormora "l'autore originale dice questo", e questo è precisamente tutto ciò che si ha in mano. In passato mi è capitato di faticare a comprendere una storia, pertanto avevo chiesto 'in che termini si è espresso per la precisione l'autore?' e anche 'posso incontrarli e parlar loro direttamente?', salvo poi venire fermata.
Non è nemmeno detto che il produttore riesca a ricevere l'opinione dell'autore originale direttamente, per cui spesso diventa un gioco di rimpalli telefonici tra i rappresentanti della casa editrice e i detentori dei diritti. Ma se anche i disguidi e le incomprensioni nascessero a questo punto, si tratta di qualcosa che comunque si può risolvere, fintantoché ambo le parti ne discutono e riferiscono alle rispettive persone che rappresentano.
Personalmente ritengo che le note dell'autore, con tanto di feedback e impressioni personali, dovrebbero essere trasmesse direttamente allo sceneggiatore; ciò ridurrebbe enormemente le incomprensioni e le discrepanze, e sarebbe più rassicurante per tutti. Io stessa sarei ben più lieta e curiosa di conoscere il pensiero diretto dell'autore originale.
Per quanto riguarda i team di produzione con cui ho lavorato finora, devo dire che ci si è dimostrati sempre molto sensibili alle opinioni degli autori originali e ci è stato riferito che questi ultimi si sono complimentati del lavoro, ne sono stati soddisfatti. Va ricordato tuttavia sempre che si tratta di un lavoro di gruppo, in cui molte cose possono andare storte a causa di lievi incomprensioni o altri fattori che vi si intersecano. Questo è un punto cruciale, e credo che rimanga tale indipendentemente dal fatto che si lavori su un'opera originale o meno.
Infine, va soggiunto anche che le emittenti TV di norma tendono a non badare ai diritti degli scrittori, sia che si tratti di mangaka o di sceneggiatori che creano opere ex-novo. Noi siamo dei singoli, mentre loro sono strutture immense; naturalmente c'è qualcuno che combatte per i nostri diritti, ma molto dipende, alla fine, dalla sensibilità di ciascuno e da quanto conti o meno nella struttura."
A riguardo del lavoro di sceneggiatura si è fatta sentire anche Megumi Ishitani, apprezzata animatrice di One Piece e Dragon Ball Super, che così commenta l'epilogo delle vicende che hanno coinvolto la Ashihara: "il mio cuore è a pezzi, e mi sento svuotata." La Ishitani continua dicendo che è sbagliato diffamare il lavoro degli sceneggiatori, e che è fin troppo frustrante che alcune persone ritengano che sia necessariamente giustificato il dover seguire il manga originale al 100% in un anime, e che dunque cambiare un minimo la sceneggiatura sia "il male".
Come è facile intuire, anche in questo caso alcuni hanno frainteso l'intento delle sue parole, ritenendo cioè che non serbassero rispetto alcuno per Oda e per il suo celeberrimo manga.
Di fronte a situazioni che creano ripetutamente perplessità e disguidi così forti tra le parti coinvolte, se non addirittura peggio, emerge dunque la sensazione che sarebbe auspicabile per il futuro confidare in un maggior dialogo tra gli autori e gli staff chiamati al complesso e arduo compito di adattare le loro creazioni. E forse, a maggior ragione dopo il drammatico caso che ha visto Hinako Ashihara perdere addirittura la vita, si confida che sia giunto ora il momento di volgere verso una comunicazione che possa dirsi davvero sensibile e rispettosa tanto dei mangaka quanto dei sentimenti e delle situazioni che affidano ai loro lettori per tramite delle loro preziose e sofferte pagine.
Fonti consultate:
Twitter-X I, II, III, IV
Account Twitter-X di Megumi Ishitani
Account Twitter-X di Eldo Yoshimizu
Account Twitter-X di Koshi Mizukani
Account Twitter-X di George Morikawa
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Se non ti va bene, pazienza, non se ne fa niente.
Che poi, sinceramente, questa troppo frequente attitudine a cambiare se non a stravolgere opere è bizzarra: se ti interessa la mia opera è perché l'hai gradita in quanto tale, perché la vuoi cambiare significativamente o svilire qualitativamente?
Non è detto che bastino.
Mi spiego non avere diciamo "tutele" ovviamente ti porta ad una situazione in cui sei "costretto" ad accettare le modifiche e amen.
Ma per assurdo per quanto uno ci possa rimanere male la questione si chiude lì.
Se invece, giustamente, vuoi far valere i tuoi diritti contrattuali i casi sono 2.
Metti lì delle persone, che lo fanno al posto tuo, e lasci fare a loro (il loro lavoro) e tu continui la tua vita quotidiana, oppure per scelta o necessità scendi tu in campo a combattere per ogni aspetto della trasposizione che non accetti.
Questo, che uno poi l'abbia vinta o meno, ti porta ad una tale dose di stress, in certe persone più che in altre, che rischi di rovinarti la salute, o peggio.
Alternative?
A) tieni alla tua opera più di ogni cosa, non dai i diritti.
B) tieni alla tua opera ma come valore più che come contenuti, prendi più soldi possibili dai diritti e chissenefrega di ciò che combinano, in fondo la "tua" opera è solo quella originale.
C) Fai come Alan Moore, se non posso fermarvi chissenefrega, io vi disconosco e non voglio che neanche mi citiate nei credits dell'adattamento.
Le accettano, primo per i soldi (lo farei anche io), poi per pubblicizzare la loro opera tramite altri media (così aumentano le vendite del manga) e forse anche per far piacere ai fan che vogliono anche altre versioni del manga (su quest'ultimo punto non so).
Si sa benissimo che il risultato finale sarà diverso dal manga, visto che si tratta di media differenti e le persone coinvolte sono diverse. L'ideale per accontentare il mangaka sarebbe che fosse lui stesso a fare il regista e seguire tutte le fasi della produzione, ma è materialmente impossibile a meno che non si prendano anni di pausa.
Mi metto anche dalla parte di chi deve realizzare l'anime e si ritrova ogni giorno l'autore a contestare qualunque cosa e ti tocca buttare tempo e soldi per cercare di accontentarlo.
Per me, prima di accettare, il mangaka valuta la serietà del progetto. Se gli va bene e firma, poi sta zitto e accetta il risultato finale.
La gente non è completamente stupida e sa informarsi per capire se il manga e l'adattamento sono uguali o ci sono differenze e alla fine se l'adattamento è fatto male criticano quello e non il manga (anzi probabilmente consigliano agli altri di leggere il manga).
Spesso la persona che decide di fare la trasposizione e quella che, a livello produttivo, la fa materialmente sono due persone diverse.
Ognuna delle quali, spesso inconsciamente, vuole far valere il suo potere chiedendo modifiche, anche senza senso.
Una sceneggiatrice italiana mi raccontò una volta del "trucco della scena sbagliata": quando propone ad un produttore una sceneggiatura, sostituisce una scena importante con un'altra palesemente sbagliata e scritta male.
Il produttore legge, nota la scena sbagliata e chiede di riscriverla secondo il suo parere. A questo punto la sceneggiatrice manda la scena giusta (e già pronta da un pezzo) ringraziando del suggerimento (che non ha seguito minimamente). Il produttore, soddisfatto il suo ego, allora non chiede di modificare (=peggiorare, massacrare) altre scene che sono già buone.
Sempre secondo la mia amica, il 99% dei "tradimenti" di un'opera originale è data da questo meccanismo perverso per cui un produttore o comunque un detentore di potere deve far valere la sua posizione mettendo bocca dove non dovrebbe.
Il fatto che i produttori giapponesi cerchino di non far parlare tra loro autore e sceneggiatore è l'esasperazione di questo meccanismo di ipertrofia dell'ego.
Perchè in realtà -a volte- vogliono solo usare il titolo famoso per far passare una loro idea adattabile al titolo.
"ua fra del tuo manga faremo na chiavica"
è ovvio che a parole tutti i produttori si vendano bene poi ci sono mangaka smaliziati e che possono anche permetterselo economicamente (questa parte non è da dimenticare)di tenere il punto e firmare solo con clausole precise
sicuramente deve essere devastante sognare per anni di vedere una tua opera animata e poi vedere che te la distruggono
Come c'è scritto sull'articolo, in particolare mizukami, molte cose vengono decise più tardi e se si vuole cambiare è ormai troppo tardi.
E poi scusami se io ti firmo il contratto pretendendo che sia fedele al mio manga, tu, produttore non poi fare quello che vuoi. In quel caso perchè dovrei stare zitto? Ovviamente non tutti gli mangaka mi sembra abbiano il lusso di avere un contratto decente, vedendo come molti anime in passato siano stati alterati con diversi finali o cose simili.
Poi mi sembra che questa problema del sceneggiatore e mangaka che mai s'incontrano è pure trattata in un capitolo di oshi no ko.
Ma quanti mangaka possono permettersi di dedicare tempo al controllo delle sceneggiature della trasposizione?
e al confrontarsi per arrivare ad un accordo su ogni punto?
e a prendersi la responsabilità di mandare magari all'aria una produzione seriale (con ritmi strettissimi) con tutti i costi del caso? Anche avendo ragione è comunque alla fine dipeso dalla tua decisione il futuro di chissà quanti lavoratori.
Imbarcarsi in qualcosa del genere richiede, accordi, tempo per la co-sceneggiature, capacità "mentali" di reggere lo stess che comporta.
Magari noi pensiamo ad una produzione hollywoodiana, fatta con calma, con 3-4-5 sceneggiature riscritte e modificate, con tutto pronto prima dell'inizio delle riprese, che poi magari vengono modificate al volo per esigenze o cambi in corso d'opera.
E invece magari i ritmi serrati e i fattori economici portano ad una lavorazione continua, con puntate sceneggiate con solo qualche settimana d'anticipo e tempi di intervento/modifca strettissimi pena il "salto" della trasmissione settimanale.
Comunque a chi è incuriosito consiglio la lettura del manga Amebe.
Nel secondo (se ricordo bene) volume di 4 si racconta proprio di una situazione come questa, con sceneggiatrice e autrice che finiscono per trovarsi in una reciproca crisi "sucida" e "di stress".
Grazie per la segnalazione, ho corretto subito, mi scuso per la svista.
Aveva odiato tutti filler, criticando giustamente quanto fosse ridicolo che ragazzi americani si comportassero come giapponesi, e ancora di più la lunghezza dei baci tra Yu e Miki.
"Ne ho cronometrato uno: quasi venti secondi per un bacio che nel manga dura una vignetta!"
In merito agli adattamenti, ho sempre dato per scontato che i prodotti vivessero una esistenza simile ma diversa. Per molte esigenze una serie animata (live action - movie...) ha tempi e spazi differenti e quindi un minimo di adattamento occorre sempre. Qualsiasi cosa diversa dall'opera originale diventa di per sè qualcosa di parallelo. Quanti manga di pochi volumi si sono trovati adattamenti da decine o centinaio di episodi. Quanti manga interminabili si trovano con pochi episodi realizzati. Quanti adattamenti si ritrovano con decine di episodi originali, intere saghe filler, finali stravolti, a volte addirittura migliorando l'opera originale altre volte facendone un disastro. Questo vale per tutti i media. Da saghe letterario e film o serie tv da videogiochi a film o serie tv. O il percorso contrario, da film trasposti poi in libri o altro. Idem per gli anime che poi diventano manga (spesso con pessimi risultati). Mi sembra una situazione piuttosto comune, perchè arrivare a questo gesto estremo? penso e da una parte spero che ci sia qualcosa di più serio, perchè il valore di una vita non può essere paragonato a queste vicende, per quanto difficili. Spero che chi si trovi in queste situazioni trovi la forza di chiedere aiuto, o che qualcuno si accorga del problema e non faccia finta di nulla me che comunque sia la propria vita ha sempre un valore che supera qualsiasi avversità.
Se poi dai il consenso alla trasposizione, per qualsiasi motivo che ti porti a prendere questa decisione, soldi, fama, soddisfazione personale... allora credo che vadano fatte delle scelte ponderate. Credo che i mangaka non vengano mandati allo sbaraglio, saranno aiutati da personale della casa editrice e che questi professionisti sappiano come vanno le cose quindi o metti le cose in chiaro, là dove possibile e blindare quanto necessario affinché la tua opera sia realizzata identica alla controparte cartacea oppure se la cosa sfugge di mano per mille motivi ne prendi le distanze. Oggi come oggi hai mille modi per comunicare ed eventualmente dissociarti e farlo sapere ai tuoi lettori, visto che i lettori per lei (ma non solo) sono giustamente il punto cardine della sua carriera.
Non conosco gente dell'ambiente, ma non faccio assolutamente fatica a credere al tuo discorso.
D'altronde il fatto che chi detiene potere lo vuole dimostrare in maniera spesso stupida e nociva si vede in moltissimi ambiti.
Ovviamente non siamo nella testa di un'altra persona, ma penso anch'io che non sia stato solo questo il motivo che l'ha portata a compiere quel gesto.
Magari c'erano altri problemi, o veniva da un periodo già difficile... però non possiamo nemmeno sapere quanto questa cosa possa averla colpita, amareggiata e stressata... dipende molto dalla sensibilità di ognuno.
E' ovvio che quando porti un'opera su un'altro medium questa deve essere adattata, non capisco infatti chi si lamenta, soprattutto nella trasposizione di LN e manga in anime, perché ogni cosa non è riportata uno a uno... ma un conto è appunto adattare, un'altra stravolgere per scelta personale qualcosa andando anche contro il desiderio dell'autore originale.
Non penso funzioni così, spesso anche le case editrici sono state accusate di sfruttare i mangaka, portandoli a volte pure ad avere problemi di salute.
Ricordiamo che il Giappone lavorativamente è un paese ancora molto gerarchico...
Sul dissociarti pubblicamente o cose simili, si funziona se sei Oda, o Togashi, o simili, autori che hanno ormai raggiunto la fama con cui possono controllare completamente la loro opera... di certo non vale per la miriade di autori "minori" che devono agli inizi fare buon viso a ogni situazione...
Il volere dell’autore originale va rispettato sempre e comunque, piuttosto stendi tutta la sceneggiatura per prima cosa e poi se questa viene approvata coinvolgi altro staff. Ci sono autori a cui sta benissimo che l’adattamento non sia fedele e collaborano pure, vedi Kouji Seo per Fuuka. Però entrambe le parti devono essere d’accordo. Non tutte le serie hanno la fortuna di ricevere una “seconda possibilità” come Fruits Basket o Hellsing.
Dietro un suicidio c'è spesso uno stato di debolezza mentale, che porta a seppellire il senso di autoconservazione, che invece in altri momenti ci fa compiere azioni esattamente contrarie (e non necessariamente positive).
In certi casi il suicidio è visto come la via di fuga dai problemi (grandi ma anche piccoli), immediatamente disponibile e raggiungibile, poco conta se "definitiva" e poco conta del dolore che si provocherà in altri.
In questi casi come dici è necessario l'aiuto delle persone che stanno intorno e vedono quello che succede, ma non è poi così facile intervenire, magari perchè in fondo non si pensa che si arrivi a quel punto, anche perchè è appunto un'azione per noi inconcepibile.
In altri casi perchè la persona riesce a tenersi tutto dentro e a meno di non essere costantemente vicino e percepire quei momenti di "crollo" non è detto che sia così semplice accorgersene.
Ho avuto 2 suicidi tra parenti, e in entrambi i casi hanno sorpreso anche chi gli era vicino, sia a lavoro che in casa.
Anche se in entrambi i casi c'erano motivazioni, economiche e psicologiche, ma ripeto nessuno pensava potessero arrivare a quel gesto.
Per fortuna Creature Arcane (o Sengoku Youko che dir si voglia) sempre di Mizukami che è in corso ora ha ricevuto un trattamento ben più dignitoso, ma Samidare ormai è un ferita che resterà aperta per molto tempo.
Quindi un mangaka temo debba tenere in conto fin dall'inizio che l'anime o il film/drama tratto dal suo manga sarà per principio una cosa "un po' meno sua" o addirittura completamente diversa.
Spesso neanche quando gli stessi autori sono nella stanza dei bottoni possono fare un perfetto copia-incolla delle loro opere. Otomo con AKIRA non l'ha fatto per esempio.
Certo tra il fare qualche taglio o modifica e il riscrivere/ridisegnare completamente l'opera (o il fare un'emerita ciofeca) c'è un abisso, ma fatta questa premessa l'autore deve lo stesso scegliere quali e quanti compromessi fare con le sue aspettative.
Se invece non può avere nessuna voce in capitolo, nemmeno sulla decisione se trasporre o meno il manga in anime/film/drama (che sia per ragioni contrattuali o altro), allora ha poco senso avere aspettative in ogni caso. Tocca bersi la minestra per come viene.
Ciò non toglie che comunque dubito fortemente l’autore ne sia stato contento.
Ora, secondo me si sta mancando un punto importante.
Nella realizzazione di un fumetto abbiamo principalmente 2 figure: l'autore e l'editor. Gli assistenti non hanno un reale controllo sul risultato finale.
In una serie animata abbiamo regista, vari episode director, series composer, sceneggiatori, character designer, color designer, animation director, vari layout artist e storyboarder, i singoli animatori, direttore artistico, direttore della fotografia, direttore della CGI, compositore...tutti che lavorano assieme al progetto per anni. Ora, cosa pensate che possa fare l'autore, che al massimo parteciperebbe a un paio di riunioni? Mi pare che in Neverland Shirai fosse coinvolto no? Dovrebbero mettersi a supervisionare ogni cosa? Beh no, non penso ne abbiano il tempo e comunque non sarebbe il loro lavoro.
Se fosse solo questione di fedeltà non ci vorrebbe poi molto, in quei casi però entrano in gioco tempi telvisivi e altri fattori su cui non hanno voce in capitolo neanche gli stessi produttori della serie, figuriamoci i mangaka.
E posso capire il non volerlo approvare, però come accennato dall'autore di Samidare non è neanche così semplice. Non si può decidere a tavolino "questo adattamento lo facciamo bene e quest'altro lo facciamo male". Puoi anche metterci nomi importanti dietro, ma l'animazione è un lavoro corale che dipende da centinaia se non migliaia di persone.
Sarebbe bello conoscere il risultato finale in anticipo, ma non è così che funziona. Nel momento in cui la tua opera riceve un adattamento, devi essere consapevole che quella non è più solo la tua opera e la qualità non dipenderà più da te. E se il risultato non sarà all'altezza, fidatevi che i primi ad esserne affranti saranno i membri dello staff stessi.
Ovviamente parlando di qualità del prodotto, indipendentemente dalla fedeltà. Perchè dubito che l'autrice de Il Castello Errante di Howl sia così dispiaciuta per le differenze del film. Idem l'autrice di Bocchi per prendere un caso recente. Ha avuto la fortuna di avere uno staff di valore che è riuscito a far fronte ai numerosi problemi. A lei è andata bene, ad altri no, ed è così che funziona.
Ci sono anche casi di autori che hanno avuto da ridire su lavori ottimi. L'autrice di KareKano odia l'adattamento anime perché si sente troppo lo stile di Anno...beh, è diretto da Anno, mica da lei...
Con questo non voglio certo mancare di rispetto alla situazione...ma, come ho già scritto nell'altra news, noi non sappiamo i motivi dietro il gesto e mi pare che il tutto stia venendo anche molto "strumentalizzato".
Fosse per me metterei vincoli con relative multe in caso di non rispetto degli standard concordati.
Che poi detto francamente penso che essere fedeli all'opera originale sia semplice: basta leggersi il manga... Al massimo posso capire problemi nella qualità delle animazioni o similari.
Ciò detto ammetto di aver adorato l'anime di Samidare pur con tutti i suoi difetti e se mai il manga verrà portato in digitale spero di poterlo leggere nella sua forma più vera.
E se l'autore lo odia evidentemente è perché la qualità dell'opera è così alta che, nonostante l'abbiano massacrata, è rimasta una qualità di fondo molto elevata.
Non sempre il risultato non fedele è brutto, ma se l'autore sceglie di avere un adattamento fedele deve poterlo imporre a livello di contratto con delle compensazioni in caso non vengano rispettati i termini.
Che poi è vero che non avremmo avuto le opere che hai scritto come sono venute fuori, ma avremmo avuto le versioni fedeli che non sono state prodotte.
Ed è giusto che così sia. Se uno staff vuole essere creativo sul serio può creare un anime original. Se ci si affida ad un'opera preesistente e l'autore è d'accordo a fare cambiamenti ok, ma se l'autore vuole un lavoro di adattamento 1:1 è suo diritto averlo.
E questo vale non solo per i mangaka, ogni creatore di un'opera (di qualsiasi tipo di tratti) ha dei diritti inalienabili tra cui la possibilità di concederla in licenza sotto certe condizioni. L'opera non sarà mai di qualcun altro se non dell'autore stesso (o meglio sarà dell'autore stesso fino a 70 anni dopo la sua morte secondo la legge del copyright italiana) e l'autore può imporre dei vincoli ragionevoli nell'adattamento.
PS. Tra gli anime che hai citato credo che ce ne siano alcuni dove gli autori hanno dato una certa libertà creativa. C'è una bella differenza tra un adattamento in cui questa libertà è stata accordata e un adattamento dove l'autore ha espressamente richiesto un adattamento 1:1 e le promesse sono state disattese.
Ma non scherziamo, l'opera appartiene al mangaka che l'ha prodotta, così come un libro appartiene allo scrittore, il fatto che qualcuno venga pagato per creare un opera non comporta la cessione dei diritti di sfruttamento (che è una cosa a parte).
Se lo scrittore o il mangaka cambiano editore le opere restano loro e il nuovo editore le può in seguito ripubblicare.
Vedere ad esempio la questione Aqua/Aria con il passaggio della Amano da Enix a Mag Garden o Distance che è passato a GOT.
Per fare quello che dici tu l'autore dovrebbe cedere i diritti di sfruttamento della propria opera, ma a quel punto non avrebbe letteralmente nessun controllo, ed è una cosa che generalmente non avviene.
Quindi sì, l'autore del manga ha sempre il diritto di parola e può benissimo far sì che una trasposizione sia bloccata.
Comunque il senso dei miei commenti era più che altro sottolineare che, anche se l'autore venisse coinvolto, non potrebbe fare poi molto. Non ha il potere di far rifare qualcosa (spendendo quindi più soldi) o decidere che l'adattamento deve continuare per altre 4 stagioni anziché 1 sola...non esiste. Avrà anche i diritti d'autore, ma nel pratico a comandare è chi sgancia i soldi.
Mi dispiace moltissimo che hai dovuto affrontare due situazioni tanto dolorose. Le ragioni possono essere molte e a volte anche una piccola crepa all’apparenza insignificante fa crollare fino a questo estremo atto.
Spero che in futuro si riesca a radicare nelle menti di tutti che quella soluzione non è una soluzione. Speriamo.
Si effettivamente hai ragione la società giapponese ha regole e restrizioni di cui non ho tenuto conto.
Se l’autore acconsente va benissimo, soprattutto se può mettere mano di persona ai cambiamenti. Ma che la tua serie venga “maltrattata” senza il tuo permesso… posso capire come sia un’esperienza stressante.
Ma questo dove l'hai letto? La vicenda stessa della Ashihara dice il contrario, così come la testimonianza di Morikawa o tutto l'arco dello spettacolo 2.5D di Oshi no Ko (e volendo anche Shirobako).
Se il mangaka si mette di mezzo può bloccare o comunque creare una marea di problemi, ovviamente si possono fare (e sono fatte) pressioni per non mandare in vacca il lavoro o per continuare un'opera di successo, ma l'opera è sua e quindi la parola finale rimane sempre quella dell'autore, e nessuna produzione andrà mai contro il suo volere perché semplicemente i diritti sono suoi e può rifiutarsi di autorizzare qualsiasi prodotto futuro dell'opera e cambiare editore, e sarebbe una perdita infinitamente maggiore rispetto al cercare di assecondare le sue richieste.
L'esempio più lampante è la Takeuchi e il blocco internazionale dei diritti di Sailor Moon.
Ma non è l'unico caso e ci sono autori che richiedono di approvare personalmente tutti i dettagli delle edizioni estere, per fare un esempio.
Tra l'altro secondo me sui manga stai facendo confusione, ovviamente è l'editore a decidere cosa venga pubblicato sulle sue testate e può fare tutte le richieste che vuole, ma è il mangaka che decide sul suo titolo, se non gli vanno bene le imposizioni può cercarsi un altro editore/rivista. Se il manga è anche solo un pelo famoso non ha senso scontrarsi, perché l'editore ha tutto da perdere.
E aggiungo un'autrice che ha cambiato editore, ovvero la Minekura che è passata a Ichijinsha durante Saiyuki Gaiden, e difatti le riedizioni di Saiyuki sono Ichijinsha.
Davvero vuoi sostenere che sia l'editore a poter decidere delle sorti di un manga quando il mangaka può sfancularli e privarli di ogni futuro sfruttamento economico del titolo?
Il passaggio di editore non so come funziona ma ci saranno procedure apposite.
Quindi non posso che concordare con DoctorDooomIII, aggiungendone una quarta fra A e B
A-B) tengo alla mia opera ma voglio anche i soldi: cedo i diritti cercando di mantenere quanto più controllo possibile e poi mi impegno, sempre nei limiti del realistico, per tutelare il mio lavoro.
Questa credo sia una delle più diffuse ma, al contempo, richiede un forte impegno da parte dell'autore o l'assunzione di qualcuno che lo faccia per te. E questo lo sanno tutti fin dal principio. Se lo sappiamo noi semplici fruitori che ci sono stati adattamenti pessimi e altri validi ma infedeli, vogliamo davvero sostenere che un autore di manga non ne sappia niente e al momento di firmare il contratto creda davvero che l'adattamento sarà precisamente quello che ha in mente?
In un mondo ideale ci sarebbe dialogo costante fra le parti con concreto interessamento di tutti verso un prodotto 'perfetto'. Ma la realtà è altro, e ormai è risaputo. Con questo non voglio dire che un autore non debba lamentarsi di un adattamento mal fatto o eventualmente 'disconoscerlo' se non lo considera valida. Ma sono cose che vanno tenute in conto fin da subito, al momento della stipula dei contratti, perché sono cose ben note e diffuse.
No, allora tu confondi i diritti dell'autore con le possibilità economiche/voglia dell'autore.
Il diritto di copyright e quindi la proprietà dell'opera è dell'autore non dell'editore, quindi l'autore può decidere in modo unilaterale, anche quando non gli conviene economicamente parlando, quasi qualsiasi cosa (ci sono ovviamente delle limitazioni, ad esempio non può venire a casa tua, toglierti i manga che hai comprato e ritirare quindi la licenza limitata che ti ha concesso quando hai acquistato il suo manga, stesso discorso si può applicare ad un anime già prodotto e distribuito, può rifiutarsi di fare un sequel ma quel che è stato già prodotto è ormai stato già prodotto... ma su tutti gli sfruttamenti futuri dell'opera l'autore ha diritto assoluto di veto).
Poi può capitare che un autore abbia poco denaro a disposizione e a volte controvoglia debba cedere i diritti per la produzione di un anime senza mettere paletti nel contratto oppure che non abbia molto tempo e che quindi deleghi le decisioni da prendere ad altri tipo al proprio editore che non sempre andrà a fare i suoi interessi.
Ma di base il copyright in tutto il mondo tranne in stati dove la normativa non esiste (e sono ben pochi) da potere assoluto sull'opera creata, quindi nessun editore può decidere al posto dell'autore a meno che quest'ultimo non gli abbia ceduto questo diritto (anche temporaneamente).
Purtroppo credo che sia la soluzione "ideale" nel mondo "ideale".
Leggiamo di mangaka al pelo con le scadenze, stressati per il lavoro, in alcuni casi neanche pagati chissà quali grandi cifre, realisticamente quella situazione è improbabile.
Magari firmeranno un accordo del genere ma entrambe le parti sanno che poi non sarà realizzabile concretamente.
Il mangaka si limiterà magari a chiedere qualche info, a guardare qualche character desing o partecipare al provino dei doppiatori principali, lo studio e il regista magari chiederanno qualche volta il suo parere (e vedranno se un puntiglioso o un collaborativo) per farlo sentire "coinvolto".
E così via.
Ma se l'"ideale" è 10 è tanto se arriveranno a 2.
Comunque le mie 3 "alternative" non vanno intese come "uniche", ma solo le 3 possibilità che evitino spiacevoli situazioni, anche per illusorie idealizzazioni a cui , con furbizia o meno, qualche autore può essere portato al momento dell'acquisto della licenza di trasposizione.
Ma come in tutte le vicende della vita, l'ideale è cercare di fregarsene il giusto, a volte anche lasciando perdere.
Toriayama per quella ciofeca del film live di DB, forse il peggior adattamento di sempre (e non intendo solo a livello tecnico) alla fine li ha semplicemente mandati a quel paese.
E Toriyama con i suoi soldi è forse la persona che più di tutte (in questo ambiente) avrebbe potuto "combattere" per farsi valere.
Concordo appieno con te. Il mio post serviva solo a sottolineare come di fatto sia l'autore a fare il primo passo cedendo diritti dietro compenso. Varie clausole inserite poi possono garantire più o meno controlli: ma quanto questi siano esercitabili deve essere valutato in anticipo. Si tratta alla fine di compromessi, che si devono valutare prima della firma. Considerando che comunque la maggioranza degli autori ha una conoscenza di questo mondo, quantomeno di base, io la darei per assodata.
Beh sì, se ne vuoi fare una questione di possibilità, certo, tutti quelli coinvolti nel progetto hanno l'interesse a diminuire in ogni modo possibile l'influenza dell'autore originale, sia coinvolgendolo poco sia filtrando i feedback che arrivano da lui.
E lo stesso autore porta avanti la sua opera quindi non può nemmeno dedicarsi a tempo pieno a seguire un suo adattamento.
Però appunto la questione non è tanto sul fatto che possa, quanto sul fatto che nessuno voglia permettergli un simile controllo.
Poi appunto ci sono autori che hanno un grosso potere contrattuale (aka i loro diritti fruttano una valanga di soldi e quindi possono fare quello che vogliono) e vogliono avere il pieno controllo sulle opere derivate.
Non sono ovviamente la maggioranza.
E, per fare un esempio, a Toriyama non è mai palesemente fregato niente, gli interessano solo i soldi.
"Oggi sarà dolce"
Almeno lì l'autrice si era limitata a raggelare con un atteggiamento passivo/aggressivo il ragazzetto che aveva recitato come un cane la parte del protagonista.
Beh sì ma non solo, anche nella saga dell'adattamento teatrale (ancora non spuntata nell'anime) si parla di questo... se l'ha messo in due archi narrativi indica che è un problema sentito
Scommetto che questo discorso si estende anche alla gestione dei diritti all'estero, tra censure e localizzazioni "creative"...
Akasaka almeno è stato fortunato in entrambi i casi xD
Per gli anime i problemi sono minori, quelli maggiore sono per i live action
In questo caso credo che si deve mettere le cose in chiaro, la Takeuchi dopo aver visto le censure subite in occidente da Sailor moon, ha bloccato la trasmissione per molto tempo(si vede che lei poteva), solo con la stipula di nuovi contratti con le relative clausole abbiamo potuto assistere al bacio saffico fra Usagi e Haruka su Rai gulp
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