A Milano, dal 3 gennaio all’11 febbraio 2024, Soggettiva Gallery dedica una mostra-tributo ad Hayao Miyazaki, il grande regista giapponese: intitolata Il mio vicino Miyazaki e l’Oriente, la rassegna vuole essere un omaggio alla straordinaria filmografia del cineasta co-fondatore dello Studio Ghibli, punto di riferimento mondiale per gli amanti dell’animazione cinematografica. L’esposizione raccoglie, in concomitanza all’uscita al cinema (dal primo gennaio) de Il ragazzo e l’airone, gli Alternative Movie Poster di artisti e illustratori internazionali che vedono nel maestro giapponese una fonte d’ispirazione fondamentale per la loro produzione artistica.
I lavori in mostra getteranno nuova luce sui grandi titoli della produzione di Studio Ghibli come La città incantata (enorme successo commerciale con più di 400 milioni di dollari incassati nel mondo), rivista tramite gli sgargianti toni del blu, del rosso e dell’azzurro dal belga Mainger e quella metafisica dell’architetto americano Bailey Race, Ponyo sulla scogliera, rappresentato dal caleidoscopio e vorticoso lavoro di Chris Koeler, Princess Mononoke, che la pluripremiata Zi Xu ci propone attraverso un ritratto corale di creature magiche e di maschere tipiche della tradizione giapponese.
Tra i film di Miyazaki a cui il pubblico è più legato c’è Il mio vicino Totoro: in mostra saranno presenti le versioni di Jordan Bolton, nella dettagliatissima e maniacale versione dedicata agli “oggetti di scena” e de Le Nevralgie Costanti, che propone in esclusiva per Soggettiva Gallery una dolce e iridescente rappresentazione di Totoro.
Inoltre, dal 16 gennaio la mostra verrà ampliata grazie a una ricca selezione di lavori che si rifanno al mito dell’Oriente, centro gravitazionale di una poetica che ancora oggi è oggetto di grande fascinazione da parte del pubblico occidentale, anche per la capacità di riflettere un’immagine che spesso è lontana dalla percezione che l’Occidente ha di sé stesso. Due esempi lampanti sono film di Miyazaki quali Porco Rosso e Il castello errante di Howl: del primo è emblematico l’opera di Fabiocs che ritrae il protagonista a bordo del suo aeroplano (il padre di Miyazaki era ingegnere aereonautico), mentre del secondo saranno esposte due sognanti versioni a cura del famoso incisore Dan Grissom.
Tra gli elementi che più hanno richiamato l’attenzione degli artisti in mostra ci sono le diverse e ricercatissime grafie orientali. Sono infatti svariati gli Alternative Movie Poster che accostano all’immaginario di grandi classici del cinema occidentale l’uso di parole scritte con alfabeti cinesi, giapponesi o coreani: tra le opere più rappresentative di questo genere quelle realizzate dal collettivo americano Rucking Fotten, conosciuto per i periodi limitatissimi con cui rende disponibili i propri lavori, di cui sarà esposta una selezione di 8 titoli, tra cui Arancia Meccanica, Guerrieri della notte e Rosemary’s Baby.
Un’altra tendenza è quella di creare una commistione, e quindi un cortocircuito, tra immaginario occidentale ed orientale: tra i lavori in mostra Ninja Star Wars di Steve Bialik, la versione di Lo squalo reinterpretata da Mark Bell (in cui lo squalo si fonde con una delle immagini più celebri al mondo, la xilografia del pittore giapponese Hokusai intitolata La grande onda di Kanagawa), o ancora le opere di Jed Henry, fine illustratore che si serve unicamente di carta giapponese lavorata a mano: sue due versioni di Star Wars e de La città incantata.
In mostra anche capolavori dell’animazione e del fumetto giapponese che sono stati oggetto di rivisitazione e trasformazione in Alternative Movie Poster: è il caso di Godzilla, visto attraverso gli occhi di Max Dalton e, in esclusiva per Soggettiva Gallery, del bolognese Francesco Casolari; ad Akira, sono dedicate le raffinate opere di artisti rinomati come i Van Orton e l’americano Anthony Petrie, affasciato dalle topografie e dalle mappe.
Infine non potevano mancare anche nomi altisonanti della cinematografia classica giapponese quali Akira Kurosawa (in esposizione un’opera di BRVM ispirata a L’angelo ubriaco) e Yasujiro Ozu (il francese Tom Haugomat si è concentrato su Viaggio a Tokyo) ma anche più recenti maestri del cinema orientale: l’illustratrice Silvia Cocomazzi ha lavorato per Soggettiva Gallery sui film di Wong Kar-wai, mentre altri artisti hanno scelto di rielaborare i film di registi sud-coreani quali Bong Joon-ho (Parasite, The Host, Memorie di un assassino) e Park Chan-wook (Oldboy).
Fonte consultata:
Finestrasullarte
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