Yoshiyuki Tomino è uno dei grandi padri dell’animazione Giapponese, protagonista di in un periodo storico che ha visto l’esplodere di una creatività e di un fermento artistico nel settore manga e anime di impatto assoluto, prima in Giappone e poi in tutto il mondo
Il padre di Gundam, si sa che non è un uomo coi peli sulla lingua, non è solito a fare dichiarazioni di comodo e quel che dice è solitamente ascoltato attentamente da chiunque.
Sta quindi facendo il giro del web la sua intervista con il quotidiano giapponese Toyo Keizai , dove il leggendario regista e animatore entra in molti dettagli su come ritiene che gli anime stiano affrontando un nuovo boom in termini di investimenti palesando le sue preoccupazione circa quello che possa comportare l'attuale espansione dello streaming sull'industria anime, ma soprattutto sulla qualità delle animazioni.
"È vero che l’industria degli anime è in un periodo di prosperità. Non è però chiaro se questa situazione continuerà in futuro. L’entusiasmo potrebbe continuare per altri cinque o sei anni, ma a quel punto probabilmente comincerà a diminuire" - le parole di Tomino che poi rincara - "Lo stesso vale per romanzi e film, ma ci sono sempre alti e bassi che si verificano con il cambiamento dei tempi. Le opere sono pensate per essere apprezzate dalle persone di cuore, quindi se l'ambiente mondiale cambia, il volto della cultura cambierà, e anche il cuore delle persone cambierà. Quindi, se raggiungiamo il picco ora, da ora in poi raggiungeremo un vicolo cieco. Gli anime in sé e per sé non spariranno, ma penso che d'ora in poi sarà difficile che usciranno opere eccezionali. Un po' come i film della Disney, che sono diventati un po' deludenti da quando sono passati dall'animazione tradizionale al digitale, una cosa del genere. Tuttavia i classici, come ad esempio le opere di Hayao Miyazaki, penso che continueremo a vederli anche d'ora in poi."
Un ulteriore punto degno di nota secondo Tomino circa la strada che si sta percorrendo è che, nonostante il boom degli investimenti negli anime dovuto all’avvento dello streaming, sembra che la prosperità non stia arrivando agli studi di animazione. Tomino descrive lo streaming come "un sistema complicato creato per intrappolare gli utenti e rendere loro impossibile la fuga". Rimane ottimista sul fatto che i disegni analogici ritroveranno la loro strada con una rinascita in futuro, ma resta da vedere se le competenze saranno ancora in circolazione (se non sono già andate perdute). In particolare, ha ipotizzato che la cultura del passaggio dai progetti disegnati a mano a progetti interamente digitali e l’uso di spazi ufficio più ampi e impersonali stia ostacolando la creatività. Tomino sposa la necessità di un "elemento di follia" e che i creatori "siano spirituali, vicini alla Terra e indipendenti"
In particolare fa l'esempio del suo nuovo ufficio:
"È passato un anno da quando il mio posto di lavoro è stato trasferito in questo nuovo edificio a Ogikubo come parte dell'integrazione organizzativa del Gruppo Bandai Namco, ma non penso che sia un buon ambiente per creare nuovo lavoro.
Il padre di Gundam, si sa che non è un uomo coi peli sulla lingua, non è solito a fare dichiarazioni di comodo e quel che dice è solitamente ascoltato attentamente da chiunque.
Sta quindi facendo il giro del web la sua intervista con il quotidiano giapponese Toyo Keizai , dove il leggendario regista e animatore entra in molti dettagli su come ritiene che gli anime stiano affrontando un nuovo boom in termini di investimenti palesando le sue preoccupazione circa quello che possa comportare l'attuale espansione dello streaming sull'industria anime, ma soprattutto sulla qualità delle animazioni.
Gundam creator and legendary anime director Yoshiyuki Tomino recently gave an interview for the Japanese newspaper Toyo Keizai.
— fullfrontal.moe (@fufuro_moe) December 17, 2023
As usual, he's got some interesting things to say on quite a lot of topics...https://t.co/OfWT1THU1R
"È vero che l’industria degli anime è in un periodo di prosperità. Non è però chiaro se questa situazione continuerà in futuro. L’entusiasmo potrebbe continuare per altri cinque o sei anni, ma a quel punto probabilmente comincerà a diminuire" - le parole di Tomino che poi rincara - "Lo stesso vale per romanzi e film, ma ci sono sempre alti e bassi che si verificano con il cambiamento dei tempi. Le opere sono pensate per essere apprezzate dalle persone di cuore, quindi se l'ambiente mondiale cambia, il volto della cultura cambierà, e anche il cuore delle persone cambierà. Quindi, se raggiungiamo il picco ora, da ora in poi raggiungeremo un vicolo cieco. Gli anime in sé e per sé non spariranno, ma penso che d'ora in poi sarà difficile che usciranno opere eccezionali. Un po' come i film della Disney, che sono diventati un po' deludenti da quando sono passati dall'animazione tradizionale al digitale, una cosa del genere. Tuttavia i classici, come ad esempio le opere di Hayao Miyazaki, penso che continueremo a vederli anche d'ora in poi."
Incontro Animeclick - Distopia Evangelion con Tomino negli uffici della Sunrise - agosto 2018
Un ulteriore punto degno di nota secondo Tomino circa la strada che si sta percorrendo è che, nonostante il boom degli investimenti negli anime dovuto all’avvento dello streaming, sembra che la prosperità non stia arrivando agli studi di animazione. Tomino descrive lo streaming come "un sistema complicato creato per intrappolare gli utenti e rendere loro impossibile la fuga". Rimane ottimista sul fatto che i disegni analogici ritroveranno la loro strada con una rinascita in futuro, ma resta da vedere se le competenze saranno ancora in circolazione (se non sono già andate perdute). In particolare, ha ipotizzato che la cultura del passaggio dai progetti disegnati a mano a progetti interamente digitali e l’uso di spazi ufficio più ampi e impersonali stia ostacolando la creatività. Tomino sposa la necessità di un "elemento di follia" e che i creatori "siano spirituali, vicini alla Terra e indipendenti"
In particolare fa l'esempio del suo nuovo ufficio:
"È passato un anno da quando il mio posto di lavoro è stato trasferito in questo nuovo edificio a Ogikubo come parte dell'integrazione organizzativa del Gruppo Bandai Namco, ma non penso che sia un buon ambiente per creare nuovo lavoro.
Questo magnifico edificio è stato completamente digitalizzato e dispone di un'ottima aria condizionata. È la stessa cosa delle noiose opere prodotte oggi dal sistema di produzione digitale della Disney. Una persona creativa deve avere un lato folle. Spirituale, terrestre e indie"
Fonte: Toyo Keizai
Altrimenti potrebbe finire come per il genere mecha che si è quasi estinto dopo essere stato per un periodo tra quelli dominanti
Non so se lo conosca o meno, ma sono convinto che Tomino andrebbe d'accordo con Hideki Kamiya (di Platinum Games, anzi, ormai ex di Platinum Games, se non torna dalla "pensione") XD
Considerazioni comunque condivisibili, e' un problema generico, tutto stanca se non si rinnova. Basti guardare la fine che stanno facendo i Cinecomics.
Il manga/anime ha questo grande vantaggio di poter trattare veramente qualsiasi argomento/genere con un linguaggio mediamente libero, poi stara' ai produttori non farsi legare le mani sui temi trattati.
In passato c'era la moda dei mecha soprattutto negli anni 70-80 oggi gli Isekai e le romcon, il problema è che se ne fanno uscire troppi ne risente la qualità delle produzioni animate male, ripetitive, banali, con storie sempre uguali con personaggi piatti e insignificanti e che alla fine stancano.
Oggi c'è tanta richiesta di anime e lo streaming non fa che alimentare questa continua richiesta, infatti gli studi di animazioni si stanno arricchendo sfruttando i loro lavoratori con turni di lavoro assurdi e disumani a discapito delle stesse produzioni e della qualità per la necessità di garantire l'uscita dell'episodio settimanale.
Comunque gli anime e i manga vanno forte e andranno sempre forte fino a quando saranno capaci di regalare emozioni, divertimento e intrattenimento che il pubblico cerca.
a proposito Tomino, quando una serie mecha come si deve che manca da oltre un decennio?
Sulla parte legata allo streaming, invece, concordo in parte. E' un modello con grosse falle (e Disney in primis se n'è accorta), ma non so quanto possa essere incolpato per la situazione attuale degli anime. Dopotutto, le 50 serie a stagione vengono prodotte per le reti televisive nipponiche, non certo per Netflix.
*case di produzione. Gli studi d'animazione stanno anch'essi con l'acqua alla gola.
Aldnoah.Zero per me meritava e merita ancora.
Per gli anime basta che trovino sempre il coraggio di adattare opere come il recente Under Ninja.
Tomino vai a nanna
Semplicemente già ora ci sono generi di anime che sono noiosi come dice la Signorina Silvani di fantozzi "Du pal*e",
poiché quei sono talmente sfruttati che si ripetono e si copiano pure tra loro. È tra l'altro non fanno neppure successo visto che anche in streaming non se li cag* nessuno.
Mentre ci sono generi di anime che ancora non lo sono è vanno anche bene.
Ovviamente più anime ci saranno più ci si avvicinerà al punto di saturazione, è ripeto alcuni generi di anime già lo hanno raggiunto.
Per quanto riguarda il successo degli anime è sempre stato ciclico, diacianni benissimo seguiti da 5 o dieci anni male, quindi adesso siamo in un fase ascendente che già quest'anno ha dato segni di stanca poiché gli anime hanno subito un calo percentuale vistoso rispetto al 2022.
Ho idea di no visto che come sempre un possibile dibattito si è trasformato nel consueto livore verso un genere o l'altro.
Ah parlava del solo lato tecnico? Fra titolo e commenti ho frainteso la cosa, allora in parte posso anche dargli ragione, a livello strettamente tecnico le produzioni disney ormai sono indistinguibili una dall'altra e questo non è un bene
E' una questione già teorizzata in altri articoli con dichiarazioni di addetti ai lavori, che nasce da un appiattimento delle "realizzazioni" a scapito di un minore spazio alla "creatività".
E che questo stia mettendo a rischio il ricambio generazionale futuro nei settori più importanti.
Poi ognuno vede delle cause, per Tomino c'è una sorta di "freddezza" in una produzione sempre più "meccanica" (digitale) dove il lato artistico sia secondario.
Per altri c'è il serio problema degli stipendi che rendono sempre più difficile per i nuovi lavoratori sostenere la propria passione fino a "imparare" il mestiere.
E così via.
Però ricordiamoci che Tomino non fa trasposizioni, lavora su prodotti originali (spesso se non sempre suoi), quindi lui si riferisce anche alla globalità, all'insieme di fattori.
In un'opera originale il regista è fortemente coinvolto in tutto, dalla storia alle scelte di design e così via.
Se al regista (e di riflesso ad altri) viene a mancare la "creatività", a causa di un ambiente noioso quindi poco stimolante il risultato ne verrà inficiato.
Per capirci, ANIMAZIONE non è solo trasformare in movimento dei disegni statici ma si deve sempre puntare a creare qualcosa di artistico.
old man yells at cloud.jpg
Vai in pensione Tomino.
Te la posto io
Da quando Tomino non tira fuori una buona serie? Se devo vedere gli ultimi 20 anni della "Disney" (bisogna anche vedere cosa intende con Disney) l'ultimo aggettivo che mi verrebbe in mente è deludente.
Nell' intervista cita anche una cosa che reputo un po' piu' da "Ai miei Tempi " ovvero il fatto che il suo ufficio attuale sia troppo moderno. Secondo lui gli animatori per rendere bene devono lavorare in ambienti modesti da che ho capito io
Però, non scordiamoci che la distribuzione internazionale degli anime ormai non è cosa nuova, infatti, è da vari decenni che gli anime siano disponibili (quali in versione originale, quali in versioni censurate o con adattamenti esagerati) in massa nei vari paesi europei e negli USA (e non so ora per l'Asia, però so che anche da queste parti, ormai è una tradizione).
Effettivamente, Hayao Miyazaki stesso, per esempio, aveva già espresso preoccupazioni simili a quelle di Tomino riportate in questa intervista, già molto prima. È una questione discutibile.
Io, cmq, non la vedo così tragica la cosa, tutto sommato, perché credo nei grandi artisti e perché noto che non è solo il Giappone a subire influenze dall'estero, ma sono anche i vari paesi del mondo ad esserne influenzati dal Giappone.
Tuttavia, qualcuno potrebbe vedere questa cosa come una omogeneizzazione dell'arte e, infatti, non suona molto emozionante... Beh, vedremo.
L'avrò scritto in passato anche qui da qualche parte un decennio circa: sono stato in uno studio d'animazione e all'interno non vi era nessuno dico nessuno sporco di colore né con una matita in mano. Stavano tutti davanti al pc con giacca cravatta e impacchettati per bene. Uffici simili tutto sembrano tranne studi d'animazione. Ecco, ho capito cosa intende Tomino...
Io sono uno di quei qualcuno.
Credo di aver fatto/pensato/detto queste sue stesse identiche considerazioni negli ultimi quindici anni, e ho quasi cinquant'anni meno di lui. E non occorre lavorare nel mondo dell'animazione per capire cosa non ci sia più.
Basta vedere il prodotto finito. Tra La Bella Addormentata e Big Hero 6 non ci vuole molto a soppesare le differenze, e non solo per l'evidente scarto cronologico e realizzativo.
Ci vuole un piglio notevole per trovare il sense of wonder delle favole negli odierni film Disney.
Se poi il fine ultimo è addirittura quello di mirare all'arte, prendo una cosa come Fantasia e non credo proprio di trovare niente da mettere sull'altro piatto della bilancia.
Va da sé che nel passaggio da un lavoro analogico ad uno digitale passa la stessa differenza che può esserci tra la manifattura e l'industria.
Non è semplice amarcord o passatismo nostalgico. Non è come il passaggio dal muto al sonoro o dal bianco e nero al colore. Sono proprio cose ontologicamente diverse, che non credo serva a molto mettere sullo stesso piano (io non l'ho mai fatto).
So già che con Il ragazzo e l'airone non vedrò semplicemente qualcosa "alla vecchia maniera" ma un prodotto con un diverso indirizzo mentale, che non mira a imitare il realismo tramite una plausibile tridimensionalità, ma a rendere plausibile una realtà inimitabile (che in quanto tale è favolistica, bidimensionale, e quindi consta del distacco da percorrere mentalmente per rendere palpabile l'idea di qualcosa).
Un cieco e un vedente hanno modi opposti di percepire. Non ha senso il confronto.
QUoto. Tempo fa mi hanno massacrato qui perché, secondo il mio modo di pensare, chiamare animazione i film di oggi, è un errore. I pixar, i disney, ecc.ecc. sono film in cg, al massimo animazione in cg. Ma a denti stretti. L'animazione, quella classica, anche televisiva, è un altra cosa.
Detto questo, a volte anche io commetto l'errore di fare le differenze. Credo lo stesso Tomino, lo stesso Miyazaki, e di recente quell'autore di fumetti americano che mi sfugge il nome e che non è neanche anziano (che ha accusato questa epoca di amnesia culturale riguardo animazione - cinema - fumetto), questo perché i cartoni sono diventati cg lasciando un vuoto. Ci avevano detto che i computer avrebbero aiutato il processo dell'animazione classica, invece in pochi anni l'hanno sostituita con il ben volere della massa...
E ora? Magari si avverasse quello pronosticato da Tomino: un ritorno alla classicità. Ma io sarò morto da un pezzo se questo avverrà...
Appunto.
Scherzi male o trolli forte?
A te la scelta.
Si sta parlando di CGI, disegno digitale o processi digitali come colorazione e compositing?
I film Disney sono interamente digitali dal 1990 e i Ghibli dal 1999, pur restando "disegnati a mano". Pensiamo a Klaus, che è riuscito a riportare l'animazione 2D di alta qualità anche grazie alle nuove tecnologie.
"Disegnato a mano" non vuol dire fatto com'era fatto Biancaneve nel 1937. Come si è passati dalla sola carta ai rodovetri e dall'inchiostrazione alla xerografia, si è poi passati al digitale, ed è giusto così. Chissene frega se si disegna su carta o su una tavoletta grafica.
Se invece si parla della full CGI, sono d'accordo sul fatto che non avrebbe dovuto sostituire l'animazione tradizionale (ad Hollywood), ma non penso neanche che gli anime corrano davvero questo pericolo.
Stagione autunnale 2023 appena conclusa:
Serie televisive: 59, di cui 1 in CGI
Film: 16, di cui 2 in CGI
OVA / ONA / Special: 38, di cui 3/4 in CGI, 1 in stop-motion e alcuni vettoriali
Premesso che Toy Story è uscito quasi 30 anni fa e anche gli anime in CGI esistono dagli anni 90...direi che non c'è pericolo che la CGI prenda davvero il sopravvento.
La CGI è animazione al pari di quella disegnata a mano, della stop-motion, della cut-out, del vettoriale, della paint on glass o della sand animation. Anche le marionette o le ombre cinesi sono animazione. Sono solo tecniche differenti.
Detto questo, la CGI ha un potenziale infinito e lo stiamo vedendo in questi anni con Spider-Verse & co. Se per 20 anni gli studi hollywoodiani si sono limitati a copiare Pixar, la colpa non è della tecnica.
Sicuramente il fatto che serva un budget consistente per far una buona CG limita di molto la sua proliferazione. Con la CGI non si riesce ad avere un buon risultato spendendo 2 lire e non puoi neanche sottopagare troppo chi ci lavora perchè si tratta di un mercato molto meno rigido.
Il problema di questo ragionamento è che hai associato il concetto di "animazione" a quello di "animazione classica" che ti sei creato (perchè animazione classica può significare mille cose differenti).
Come dice wikipedia l'animazione è una tecnica che crea la percezione di movimento tramite immagini proposte allo spettatore in rapida successione temporale.
Per poter creare quel movimento tu puoi usare qualsiasi tecnica e tutte rientreranno dentro alla macro famiglia dell'animazione.
E ora abbiamo prodotti di successo che fondono i 2 mondi grazie a prodotti come Klaus e i 2 film di Spiderman animati che hanno avuto molto successo, stabilendo un precedente che l'industria sta già adottando
Grande vantaggio direi.
Lo so benissimo, ed infatti un film di animazione in stop motion viene definito film d'animazione in stop motion. E non film d'animazione. Perché sono due cose diverse. QUindi seguendo questa regola, specifico regola a cui sono abituato io, non so voi, da quando ero piccolo, letta in riviste libri e quant'altro, un film d'animazione in cg è diverso da un Dumbo o un La fata delle nevi o un La grande avventura di Hols.
Red, Elemental, Oceania, Encanto ecc.ecc. sono film d'animazione in cg. O no?
P.s. AH, dimenticavo, lo Spider che citi a me ha fatto schifo, tanto per essere fine...
Rotoscopio
2 D
3 D
Stop motion
Ecc
Poi se la tua tecnica preferita per te è l' unica forma di animazione che può definirsi tale è un tuo pensiero soggettivo.
Spider-Verse può non esserti piaciuto per mille motivi, ma non puoi negarne l'immenso valore tecnico non inferiore a quello de Il Ragazzo e l'Airone (e parla uno che al tempo criticò il trailer perché "scattoso"...ero stupido scusate).
Chi ha una certa età, chi è cresciuto come me a guardare animazione tutta, sa che fino ad un certo punto della storia, i critici , le riviste cinematografiche, i libri che trattavano l'animazione ecc.ecc., chiamavano animazione, tutta, cioè classica (Disney o Toei), rotoscopio (tipo Il Signore degli anelli) , stop motion (tipo il genio di Švankmajer o Mad God, tra i migliori film d'animazione degli ultimi 20 anni), ombre cinesi (tipo Racconti giapponesi che facevano sulla Rai), ecc.ecc.ecc. FINO A QUANDO, spuntò TOY STORY.
Ora, non so chi qui dentro ricorda, iniziò un dibattito ovunque, all'epoca, che proseguì per diverso tempo, mentre molti film fatti con la nuova tecnica - il computer - si moltiplicavano, e la spaccatura si allargò: da una parte c'erano quelli che non consideravano quella fatta col computer, animazione. Dall'altra gli amanti della nuova tecnologia promuovevano questi film annotandoli come animazione allo stesso livello di quella del passato, cambiava solo la tecnica. Più o meno è successo questo. Il risultato finale è stato che i film realizzati con la tecnica di oggi hanno spazzato tutto ciò che c'era prima. Ora, forse, sarà più facile capire da che parte stavo io. Che non vuol dire - sei rimasto indietro - si va avanti - il progresso bla bla bla - Semplicemente, nonostante tutti questi anni, ancora oggi rimango sulla mia posizione e faccio fatica a chiamare animazione tutta sta roba qui.
Chiaro adesso?
La vera animazione era considerata quella occidentale, ovvero Disney e Hanna & Barbera.
Queste diatribe nascono in ogni epoca e non solo per i cartoni. Ripeto, può non piacere perchè si preferisce quella dei propri tempi ma alla fine l'animazione, come ha specificato Del Toro, è un medium e come ogni medium è in evoluzione
Quando Mitsuo Iso usò per la prima volta il disegno digitale in Blood, uscirono tantissimi articoli e discussioni a riguardo. Molti registi e animatori erano contrari e resero la tecnica quasi un tabù per 15 anni.
Esempio meno recente e che non coinvolga i computer? Yoshinori Kanada. Considerato oggi uno dei più importanti e influenti animatori giapponesi, tra coloro che maggiormente hanno plasmato l'animazione nipponica come la conosciamo oggi. Eppure, al tempo gli dicevano non solo che non sapesse animare, ma addirittura disegnare. E a farlo erano nomi del calibro di Yoshikazu Yasuhiko.
Al di là delle discussioni che ci furono al tempo, la CGI è animazione. Poi non sono certo felice che abbia sostituito completamente il disegno a mano nelle produzioni hollywoodiane, ma questo è un altro discorso.
I film d'animazione in CG più gettonati sono proprio quelli, e ben pochi si salvano negli ultimi anni.
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