Ripensando alla connotazione che il mese di giugno riveste nell'ambito della comunità LGBTQIA+, Animeclick.it ha optato per proporre una panoramica di titoli che trattano tematiche ad essa inerenti: possiamo così apprezzare e scoprire -o, perché no, ri-scoprire appieno- opere che hanno contribuito ad avvicinare universi che sembravano inconciliabili.
Per tendersi la mano, verso un mondo che possa essere contraddistinto dal rispetto nei confronti dei sentimenti di ogni possibile colore.
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Dedichiamo questo speciale appuntamento, in particolare, ad alcuni titoli del database di AnimeClick.it che propongono tematiche e personaggi LGBTQIA+ e ne affrontano le complesse sfaccettature a vario titolo.
Ricordiamo che l'articolo non pretende di essere esaustivo nell'offrire tutto lo scibile realizzato in merito nel Paese del Sol Levante, bensì piuttosto un modo per rinvenire alcuni titoli perlopiù disponibili nel nostro Paese che possono fungere da interessante approccio o approfondimento su tali argomenti.
Confidiamo, allo stesso tempo, che forniscano spunti interessanti per la nascita di discussioni, riflessioni e pensieri nell'ambito dell'utenza.
MANGA
I want to say I love me - sull'essere mangaka e transgender
Tematiche: identità di genere, figura transgender, autobiografia, problemi sul lavoro, molestie
Editore: Dynit
Poppy Pesuyama racconta ai lettori la sua vicenda personale, che ha due temi principali che si intrecciano: l’attività lavorativa di giovane mangaka, che ha subito molestie sessuali sul posto di lavoro, e il suo percorso personale per arrivare ad accettare, in qualche modo, il corpo di donna in cui si è trovat@ a nascere.
Il tratto dei disegni è semplice e molto espressivo, e la sofferenza causata dalle molestie è resa con grande potenza. La scrittura è molto equilibrata e gioca abilmente con una serie di flashback che non fanno mai calare l’attenzione durante la lettura.
È un’opera stratificata che molto racconta al lettore, ma che molto gli chiede: lo interroga, lo forza a guardare dentro di sé e attorno. Perché se una parte dell’esperienza di Pesuyama può risultare del tutto sconosciuta a chi legge, che non è detto abbia esperienza diretta dell’essere un mangaka non-binary, le esperienze delle molestie sessuali è difficile che risultino così aliene. E il legame delle vicende personali con quello che avviene nella società, i cambiamenti di percezione della sensibilità generale sono una parte rilevante di questa storia.
Si avverte la grande capacità di analisi dell’artista e la sua grande voglia di comunicare, di spiegarsi, anche di dettagliare il percorso: ogni sentimento è analizzato, senza tacere quelli meno nobili, come l’arrivare a ferire di proposito le altre persone sull’onda di un profondo malessere, o la misoginia interiorizzata.
Non è un manga che si legge a cuor leggero: la sofferenza di Poppy Pesuyama un po’ raggiunge il lettore. La sua scarsa autostima, la difficoltà a rapportarsi con gli altri, accentuata dal fatto che già solo sentirsi chiamare con il nome proprio, sia fonte di disagio, arrivano e fanno un po’ male. Ma la lucidità, che permea ogni tavola - che non manca memmeno nel presentare una terapia controversa come l'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) – arricchisce di punti di vista nuovi e inattesi.
I due volumi, editi in italia da Dynit, si chiudono con due capitoli extra di cui il secondo racconta, con leggerezza e ironia, come anche la masturbazione -che Pesuyama definisce un passatempo piacevole e divertente- possa essere un’attività un po’ complicata se si ci ritrova in un corpo con cui non si ha un buon rapporto.
Il tratto dei disegni è semplice e molto espressivo, e la sofferenza causata dalle molestie è resa con grande potenza. La scrittura è molto equilibrata e gioca abilmente con una serie di flashback che non fanno mai calare l’attenzione durante la lettura.
È un’opera stratificata che molto racconta al lettore, ma che molto gli chiede: lo interroga, lo forza a guardare dentro di sé e attorno. Perché se una parte dell’esperienza di Pesuyama può risultare del tutto sconosciuta a chi legge, che non è detto abbia esperienza diretta dell’essere un mangaka non-binary, le esperienze delle molestie sessuali è difficile che risultino così aliene. E il legame delle vicende personali con quello che avviene nella società, i cambiamenti di percezione della sensibilità generale sono una parte rilevante di questa storia.
Si avverte la grande capacità di analisi dell’artista e la sua grande voglia di comunicare, di spiegarsi, anche di dettagliare il percorso: ogni sentimento è analizzato, senza tacere quelli meno nobili, come l’arrivare a ferire di proposito le altre persone sull’onda di un profondo malessere, o la misoginia interiorizzata.
Non è un manga che si legge a cuor leggero: la sofferenza di Poppy Pesuyama un po’ raggiunge il lettore. La sua scarsa autostima, la difficoltà a rapportarsi con gli altri, accentuata dal fatto che già solo sentirsi chiamare con il nome proprio, sia fonte di disagio, arrivano e fanno un po’ male. Ma la lucidità, che permea ogni tavola - che non manca memmeno nel presentare una terapia controversa come l'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) – arricchisce di punti di vista nuovi e inattesi.
I due volumi, editi in italia da Dynit, si chiudono con due capitoli extra di cui il secondo racconta, con leggerezza e ironia, come anche la masturbazione -che Pesuyama definisce un passatempo piacevole e divertente- possa essere un’attività un po’ complicata se si ci ritrova in un corpo con cui non si ha un buon rapporto.
ANIME
Tadaima, okaeri
Tematiche: famiglia arcobaleno, coppia sposata, genitori LGBT
Disponibilità: Crunchyroll
Tratto da: manga omonimo di Ichi Ichikawa (inedito in Italia)
Tratta da un manga ancora colpevolmente inedito nel nostro paese, la serie Tadaima, Okaeri racchiude nel suo stesso titolo il suo senso più profondo: "Sono a casa, bentornato", una formula di saluto tanto cara ai giapponesi ma di cui possiamo facilmente riconoscerne l'importanza anche noi. Tornare a casa, salutare chi ci aspetta e sentirci a nostra volta salutati e accolti in quello che dovrebbe essere il luogo sicuro della nostra esistenza quotidiana. La famiglia Fujiyoshi, due papà e due figli, quel luogo lo ha creato e trasuda di amore e affetto.
Sarebbe bello pensare che in un posto del genere siano presenti solo sentimenti belli e positivi, ma una famiglia è fatta di persone e le persone portano sulle proprie spalle un passato, traumi, paure, speranze che possono essere disattese. Masaki è un omega, Hiromu un alpha, ma per quanto la serie si collochi all'interno del complesso sistema dell'omegaverse, Masaki e Hiromu sono in primis due persone che si amano e hanno deciso di passare la vita insieme mettendo al mondo due splendidi bambini, come potrebbe succedere in qualunque serie romantica o anche nella vita reale.
Le difficoltà della coppia sono le stesse che potrebbe incontrare qualunque essere umano, omegaverse o meno: la paura di essere discriminati, le difficoltà di comunicazione con la famiglia, l'imparare ogni giorno a conoscere nuovi aspetti dei propri figli rispettandone la personalità e le inclinazioni e tanto altro.
Partendo dalla nozione di omega, tramite il personaggio di Masaki la serie offre lo spunto per riflettere sul più generale concetto di accettazione di se stessi, come persone in sé, come padri e come partner. Ci invita a pensare in maniera concreta all'idea, tanto semplice quanto complessa, di famiglia, un ecosistema fatto di persone portatrici di una propria individualità che insieme si fondono e diventano un tutt'uno.
Per quanto il dolcissimo Hikari sia un bimbo fin troppo dotato per la sua età, Tadaima, Okaeri racconta in modo semplice, dolce e a modo suo realistico le tappe quotidiane della crescita del piccolo e dei suoi genitori (Hina-chan, aspettiamo anche te), proponendo fortemente l'idea che all'interno di una famiglia tutti facciano quotidianamente dei passi avanti, tutti crescono e maturano e lo fanno insieme, guidati dall'amore, dal rispetto reciproco e dall'aiuto delle persone che ci circondano, anche fuori dal nucleo familiare. E tutto questo è totalmente indipendente dall'essere una coppia etero o meno, una famiglia "tradizionale" o meno. Non esiste tradizione, esistono solo amore e rispetto.
Sarebbe bello pensare che in un posto del genere siano presenti solo sentimenti belli e positivi, ma una famiglia è fatta di persone e le persone portano sulle proprie spalle un passato, traumi, paure, speranze che possono essere disattese. Masaki è un omega, Hiromu un alpha, ma per quanto la serie si collochi all'interno del complesso sistema dell'omegaverse, Masaki e Hiromu sono in primis due persone che si amano e hanno deciso di passare la vita insieme mettendo al mondo due splendidi bambini, come potrebbe succedere in qualunque serie romantica o anche nella vita reale.
Le difficoltà della coppia sono le stesse che potrebbe incontrare qualunque essere umano, omegaverse o meno: la paura di essere discriminati, le difficoltà di comunicazione con la famiglia, l'imparare ogni giorno a conoscere nuovi aspetti dei propri figli rispettandone la personalità e le inclinazioni e tanto altro.
Partendo dalla nozione di omega, tramite il personaggio di Masaki la serie offre lo spunto per riflettere sul più generale concetto di accettazione di se stessi, come persone in sé, come padri e come partner. Ci invita a pensare in maniera concreta all'idea, tanto semplice quanto complessa, di famiglia, un ecosistema fatto di persone portatrici di una propria individualità che insieme si fondono e diventano un tutt'uno.
Per quanto il dolcissimo Hikari sia un bimbo fin troppo dotato per la sua età, Tadaima, Okaeri racconta in modo semplice, dolce e a modo suo realistico le tappe quotidiane della crescita del piccolo e dei suoi genitori (Hina-chan, aspettiamo anche te), proponendo fortemente l'idea che all'interno di una famiglia tutti facciano quotidianamente dei passi avanti, tutti crescono e maturano e lo fanno insieme, guidati dall'amore, dal rispetto reciproco e dall'aiuto delle persone che ci circondano, anche fuori dal nucleo familiare. E tutto questo è totalmente indipendente dall'essere una coppia etero o meno, una famiglia "tradizionale" o meno. Non esiste tradizione, esistono solo amore e rispetto.
DRAMA (LIVE ACTION)
Kinou nani tabeta Season 2 (What did you eat yesterday?)
Tematiche: convivenza, famiglia atipica, rapporto genitori/figli, coppia omosessuale, diritti civili
Distribuzione: inedito
Tratto da: manga omonimo di Fumi Yoshinaga (inedito in Italia)
Come già nella prima serie, nonché nello special e nel successivo film, anche nella seconda stagione del drama tratto dall'apprezzata opera di Fumi Yoshinaga osserviamo le vicende di una coppia omosessuale di mezz'età.
Attraverso la condivisione dei pasti, già titolo dell'opera, la quotidianità di Kenji e Shiro si riveste di sfumature pacate e piacevoli, ovvero l'assaporare momenti di serenità ritagliati talora a fatica dalla frenesia delle giornate.
Frizzanti, tenere e commoventi le performance degli straordinari Hidetoshi Nishijima e Seiyo Uchino.
Man mano che il legame affettivo della coppia -già solido- si fa sempre più stretto, lo spettatore ha modo di emozionarsi assieme a loro mentre i due affrontano nodi via via più delicati: la rigidità di genitori che non accettano del tutto l'amore tra due uomini, la progressione di una carriera che può rendere più difficoltoso il ménage familiare. La consapevolezza di poter invecchiare insieme, il forte desiderio di volerlo fare venendo riconosciuta la propria unione come tale, senza passare per artifici; la necessità infine di una tutela per il proprio nucleo familiare, che vada persino oltre la propria vita.
Malgrado tematiche così importanti si dipanino numerose di volta in volta, un episodio dopo l'altro, la serie non abbandona mai la vena di sottile commedia che la caratterizza; del mondo queer sa offrire, infatti, anche il suo lato più ironico, maturo e sfrontato. Divertentissimo vedere in tal senso, ancora una volta, la coppia di amici ottimamente interpretati da Koji Yamamoto e Hayato Isomura; immancabili poi le affettuose strizzatine d'occhio al mondo dei manga e ai suoi carismatici personaggi, dal Ryo Saeba del maestro Hojo al Gilbert di Keiko Takemiya.
Attraverso la condivisione dei pasti, già titolo dell'opera, la quotidianità di Kenji e Shiro si riveste di sfumature pacate e piacevoli, ovvero l'assaporare momenti di serenità ritagliati talora a fatica dalla frenesia delle giornate.
Frizzanti, tenere e commoventi le performance degli straordinari Hidetoshi Nishijima e Seiyo Uchino.
Man mano che il legame affettivo della coppia -già solido- si fa sempre più stretto, lo spettatore ha modo di emozionarsi assieme a loro mentre i due affrontano nodi via via più delicati: la rigidità di genitori che non accettano del tutto l'amore tra due uomini, la progressione di una carriera che può rendere più difficoltoso il ménage familiare. La consapevolezza di poter invecchiare insieme, il forte desiderio di volerlo fare venendo riconosciuta la propria unione come tale, senza passare per artifici; la necessità infine di una tutela per il proprio nucleo familiare, che vada persino oltre la propria vita.
Malgrado tematiche così importanti si dipanino numerose di volta in volta, un episodio dopo l'altro, la serie non abbandona mai la vena di sottile commedia che la caratterizza; del mondo queer sa offrire, infatti, anche il suo lato più ironico, maturo e sfrontato. Divertentissimo vedere in tal senso, ancora una volta, la coppia di amici ottimamente interpretati da Koji Yamamoto e Hayato Isomura; immancabili poi le affettuose strizzatine d'occhio al mondo dei manga e ai suoi carismatici personaggi, dal Ryo Saeba del maestro Hojo al Gilbert di Keiko Takemiya.
L'amore di Ossan: il ritorno
Tematiche: coppia omosessuale, convivenza, rapporto genitori/figli, famiglia, pressioni sociali
Distribuzione: Viki
Se la percezione delle opere che trattano tematiche legate all'universo queer è profondamente mutata in Giappone negli ultimi anni, lo si deve anche all'ampio, inatteso e incredibile successo riscosso dalla dissacrante commedia Ossan's Love (L'amore di ossan) del 2018: vi si raccontano le (dis)avventure amorose di un triangolo che coinvolge l'imbranato salaryman Haruta, il suo capufficio di mezz'età Kurosawa e il competente e affascinante collega Maki.
Probabilmente, l'intento degli scrittori della serie non era quello di far luce in maniera realistica o accurata su una storia d'amore omosessuale, tuttavia i risultati di gradimento da parte degli spettatori hanno saputo accogliere nella normalità del quotidiano ciò che prima, a conti fatti, non si vedeva ipotizzabile nemmeno nel mondo della fiction.
Grazie anche a un'interpretazione acuta ancorché delirante da parte del trittico di protagonisti Kei Tanaka, Kotaro Yoshida e Kento Hayashi e del vivace cast di attori comprimari, facile intuire come mai Ossan's Love abbia poi goduto di due remake, un film sequel e una seconda stagione, tutti disponibili su Viki per l'Italia.
Come nei precedenti, anche in L'amore di Ossan: il ritorno l'attenzione alle tematiche LGBTQIA+ non diviene mai il focus principale della storia, ma si fa qui tuttavia assai più vivida, precisa e calzante all'attualità: Haruta e Maki sono ormai una famiglia, e il riconoscimento concreto della coppia da parte della coppia stessa, della famiglia e del loro circondario è uno dei perni delle vicende.
Venire accettato come compagno del figlio da parte del suocero, peraltro bisognoso di assistenza, avere l'autorizzazione ufficiale per badare ai figli di una collega, discutere su come gestire al meglio le pulizie e il governo della casa tra le mille difficoltà di ogni giorno, ritagliarsi momenti di tenerezza e affetto malgrado la frenesia degli impegni o la stanchezza. La famiglia che prende forma su Haruta e Maki si declina anche attraverso tutto questo, affrancando con forza la normalità del loro amore e rimarcando la volontà di portare avanti un legame nel corso del tempo e degli anni. Ciò che emerge dalla visione è dunque un quadro onesto quand'anche sempre delirante, che con uno sguardo fortemente ironico sancisce il diritto legittimo a raccontare dell'amore, a prescindere sempre dal suo colore.
Probabilmente, l'intento degli scrittori della serie non era quello di far luce in maniera realistica o accurata su una storia d'amore omosessuale, tuttavia i risultati di gradimento da parte degli spettatori hanno saputo accogliere nella normalità del quotidiano ciò che prima, a conti fatti, non si vedeva ipotizzabile nemmeno nel mondo della fiction.
Grazie anche a un'interpretazione acuta ancorché delirante da parte del trittico di protagonisti Kei Tanaka, Kotaro Yoshida e Kento Hayashi e del vivace cast di attori comprimari, facile intuire come mai Ossan's Love abbia poi goduto di due remake, un film sequel e una seconda stagione, tutti disponibili su Viki per l'Italia.
Come nei precedenti, anche in L'amore di Ossan: il ritorno l'attenzione alle tematiche LGBTQIA+ non diviene mai il focus principale della storia, ma si fa qui tuttavia assai più vivida, precisa e calzante all'attualità: Haruta e Maki sono ormai una famiglia, e il riconoscimento concreto della coppia da parte della coppia stessa, della famiglia e del loro circondario è uno dei perni delle vicende.
Venire accettato come compagno del figlio da parte del suocero, peraltro bisognoso di assistenza, avere l'autorizzazione ufficiale per badare ai figli di una collega, discutere su come gestire al meglio le pulizie e il governo della casa tra le mille difficoltà di ogni giorno, ritagliarsi momenti di tenerezza e affetto malgrado la frenesia degli impegni o la stanchezza. La famiglia che prende forma su Haruta e Maki si declina anche attraverso tutto questo, affrancando con forza la normalità del loro amore e rimarcando la volontà di portare avanti un legame nel corso del tempo e degli anni. Ciò che emerge dalla visione è dunque un quadro onesto quand'anche sempre delirante, che con uno sguardo fortemente ironico sancisce il diritto legittimo a raccontare dell'amore, a prescindere sempre dal suo colore.
More than words
Tematiche: scoperta di sé stessi, amore omosessuale, amicizia, crescita caratteriale, famiglia, pressioni sociali
Distribuzione: amatoriale
Tratto da: manga omonimo di Etsuko (inedito in Italia)
“More than words” è un drama realizzato in maniera così realistica che diventa quasi straziante, tratto dal manga della medesima autrice di The Flavor of Melon, quest'ultimo giunto da noi in Italia per Dynit.
La trama è unica e non parla di un semplice triangolo amoroso.
Si seguono le vicende di tre ragazzi, vedendo la loro crescita e il loro apportarsi per la prima volta alla società: Mieko, una ragazza che non riesce a capire a pieno il sentimento chiamato “Amore”; Makio, un ragazzo gay; Eiji, un ragazzo più grande che lavora come cuoco in un ristorante.
Questa storia racconta di come l’equilibrio che si è creato nel semplice rapporto di tre persone possa essere inesorabilmente incrinato e spezzato, a causa delle pressioni familiari e delle aspettative da parte della società.
Il drama non ci vuole presentare delle soluzioni, ma semplicemente dei problemi: difficoltà che si sono venute a creare per piccole omissioni, per non aver chiarito subito alcuni sentimenti ed emozioni o per delle decisioni erronee prese in modo affrettato, troppo presi dalla situazione per pensare lucidamente.
Tutto questo è talmente tangibile e raccontato in modo così concreto che diventa quasi lacerante. Si gioisce insieme ai protagonisti, ma soprattutto ci rattristiamo per e insieme a loro.
Durante la visione, lo spettatore proverà rabbia, odio per i personaggi, ma sicuramente non arriverà mai a giudicarli perché ogni loro sentimento, decisione e incertezza è spiegata e recitata al meglio.
La trama è unica e non parla di un semplice triangolo amoroso.
Si seguono le vicende di tre ragazzi, vedendo la loro crescita e il loro apportarsi per la prima volta alla società: Mieko, una ragazza che non riesce a capire a pieno il sentimento chiamato “Amore”; Makio, un ragazzo gay; Eiji, un ragazzo più grande che lavora come cuoco in un ristorante.
Questa storia racconta di come l’equilibrio che si è creato nel semplice rapporto di tre persone possa essere inesorabilmente incrinato e spezzato, a causa delle pressioni familiari e delle aspettative da parte della società.
Il drama non ci vuole presentare delle soluzioni, ma semplicemente dei problemi: difficoltà che si sono venute a creare per piccole omissioni, per non aver chiarito subito alcuni sentimenti ed emozioni o per delle decisioni erronee prese in modo affrettato, troppo presi dalla situazione per pensare lucidamente.
Tutto questo è talmente tangibile e raccontato in modo così concreto che diventa quasi lacerante. Si gioisce insieme ai protagonisti, ma soprattutto ci rattristiamo per e insieme a loro.
Durante la visione, lo spettatore proverà rabbia, odio per i personaggi, ma sicuramente non arriverà mai a giudicarli perché ogni loro sentimento, decisione e incertezza è spiegata e recitata al meglio.
Moonlight Chicken
Tematiche: amore omosessuale, accettazione di sè, pressioni sociali, famiglia, disabilità
Distribuzione: amatoriale, con sub approvati ufficialmente
“Moonlight Chicken” è un drama che con solo otto episodi riesce a toccare tantissimi temi importanti e profondi, e trattandoli con estrema delicatezza: difficoltà economiche, la morte di una persona cara, il tradimento, una gravidanza inattesa, la disabilità, il linguaggio dei segni.
In mezzo a tutto questo, vengono presentate più relazioni omosessuali, tutte emozionanti, alcune tenerissime e dolci, altre tristi, ma tutte diverse fra loro.
I protagonisti sono realistici e imperfetti; si portano dietro un bagaglio emotivo pesante, di storie non sempre finite nel migliore dei modi. È proprio questo aspetto che ce li fa sentire più vicini e per cui ci affezioniamo subito a ogni personaggio.
Durante la visione, non pochi sono i commenti, più o meno diretti, verso la società thailandese. Un esempio lampante, che mi è rimasto impresso anche a distanza di anni, è il dibattito dei due protagonisti sulla società di oggi.
Jim è preoccupato per il nipote e queste preoccupazioni riflettono semplicemente le sue insicurezze: a causa della società, lui continua a sentirsi in colpa per la sua omosessualità, considerando anche il fatto che, in Thailandia, i matrimoni con persone dello stesso sesso non sono riconosciuti. Wen cerca di confortarlo affermando che se le cose non cambieranno, può semplicemente diventare deputato e scrivere una bozza di legge.
Sarà stata forse questa minaccia a far cambiare idea a qualche “dinosauro conservatore”, come li definisce Wen, e far approvare il disegno di legge per i matrimoni egualitari?
La Thailandia diventa così il terzo paese asiatico, dopo Taiwan e Nepal, che legalizza le nozze tra persone dello stesso sesso.
In mezzo a tutto questo, vengono presentate più relazioni omosessuali, tutte emozionanti, alcune tenerissime e dolci, altre tristi, ma tutte diverse fra loro.
I protagonisti sono realistici e imperfetti; si portano dietro un bagaglio emotivo pesante, di storie non sempre finite nel migliore dei modi. È proprio questo aspetto che ce li fa sentire più vicini e per cui ci affezioniamo subito a ogni personaggio.
Durante la visione, non pochi sono i commenti, più o meno diretti, verso la società thailandese. Un esempio lampante, che mi è rimasto impresso anche a distanza di anni, è il dibattito dei due protagonisti sulla società di oggi.
Jim è preoccupato per il nipote e queste preoccupazioni riflettono semplicemente le sue insicurezze: a causa della società, lui continua a sentirsi in colpa per la sua omosessualità, considerando anche il fatto che, in Thailandia, i matrimoni con persone dello stesso sesso non sono riconosciuti. Wen cerca di confortarlo affermando che se le cose non cambieranno, può semplicemente diventare deputato e scrivere una bozza di legge.
Sarà stata forse questa minaccia a far cambiare idea a qualche “dinosauro conservatore”, come li definisce Wen, e far approvare il disegno di legge per i matrimoni egualitari?
La Thailandia diventa così il terzo paese asiatico, dopo Taiwan e Nepal, che legalizza le nozze tra persone dello stesso sesso.
FILM (LIVE ACTION)
I am what I am
Tematiche: asessualità, rapporto genitori/figli, famiglia, pressioni sociali
Distribuzione: nel catalogo del Japanese Film Festival Online 2024
Questo film è fatto di tanti piccoli eventi e personaggi che si susseguono e che ruotano attorno alla protagonista: nessuno di loro è fondamentale, ma tutti sono rilevanti e preziosi per farci comprendere a fondo Kasumi. Il focus è sulle sue emozioni e su quello che prova.
In un mondo in cui la sfera romantica è così predominante, tanto da essere anche argomento per rompere il ghiaccio o passare il tempo, Kasumi è una persona aromantica e asessuale.
La cosa che mi ha colpito subito e che mi ha piacevolmente stupito, è che la protagonista non mette mai in dubbio quella che è e la sua identità, ma vuole semplicemente essere silenziosamente accettata dalle altre persone che davanti alla sua confessione reagiscono in modi diversi.
Molto significativo anche la rappresentazione delle altre figure femminili della famiglia di Kasumi, la nonna, la madre e la sorella: loro non sono come Kasumi, ma questo non significa che abbiano una vita semplice o che siano sempre appagate, perché ognuna di loro ha avuto o ha problemi con il proprio partner; tutto questo sta a sottolineare che essere una persona “normale” non implica essere felici.
In sottofondo, la musica è quasi assente: qui l’importante sono le parole che spesso vengono pronunciate dai personaggi che ruotano intorno alla protagonista, non tanto da lei stessa che, spesso, preferisce quasi tacere.
In “I am what I am” non è lei, infatti, che lotta per accettare se stessa, ma sono le persone intorno a lei che devono farlo per accettarla.
In un mondo in cui la sfera romantica è così predominante, tanto da essere anche argomento per rompere il ghiaccio o passare il tempo, Kasumi è una persona aromantica e asessuale.
La cosa che mi ha colpito subito e che mi ha piacevolmente stupito, è che la protagonista non mette mai in dubbio quella che è e la sua identità, ma vuole semplicemente essere silenziosamente accettata dalle altre persone che davanti alla sua confessione reagiscono in modi diversi.
Molto significativo anche la rappresentazione delle altre figure femminili della famiglia di Kasumi, la nonna, la madre e la sorella: loro non sono come Kasumi, ma questo non significa che abbiano una vita semplice o che siano sempre appagate, perché ognuna di loro ha avuto o ha problemi con il proprio partner; tutto questo sta a sottolineare che essere una persona “normale” non implica essere felici.
In sottofondo, la musica è quasi assente: qui l’importante sono le parole che spesso vengono pronunciate dai personaggi che ruotano intorno alla protagonista, non tanto da lei stessa che, spesso, preferisce quasi tacere.
In “I am what I am” non è lei, infatti, che lotta per accettare se stessa, ma sono le persone intorno a lei che devono farlo per accettarla.
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Vi invitiamo infine a scoprire gli approfondimenti degli scorsi anni, così come le molte altre opere correlate presenti nel nostro database: si possono rinvenire attraverso la ricerca specifica per tag, quali ad esempio "temi-LGBT", "omosessualità", "intersessualità" ed altri ancora.
Affronta temi delicatissimi come la disforia di genere, le molestie sessuali, la riabilitazione psicologica dei traumi subiti dall’autore per questo e i cambiamenti nella società moderna sempre in punta di piedi e con una lucidità pazzesca.
L’unico difetto che ho riscontrato io è che per leggere entrambi i volumi può volerci anche qualche ora essendo molto scritto e articolato, ma tutto il tempo speso è sicuramente ripagato, a mio parere ne vale decisamente la pena
Tadaima, Okaeri invece non lo conosco bene ma un po’ mi interessa, se il manga venisse annunciato in Italia da qualche editore lo proverei sicuramente
È una serie delicata e che scalda il cuore, oltretutto vengono descritte alcune ricette di cibi "coccola" spettacolari. I protagonisti poi sono due uomini di mezza età ed è bello vederli nella loro quotidiana vita di coppia.
De gustibus
A quattro giorni dalla fine...
E' vero, il pilota è un po' un'altra cosa. Sia la prima che la seconda serie però sono centratissimi su quell'adorabile uomo che è Kotaro Yoshida, quindi... * occhiolinissimo *
Grazie per avercelo fatto sapere, stanotte dormiremo tutti più sereni.
Il fatto che sia tratto da un manga di Etsuko è un bel punto a suo favore, mi interessa sicuramente
Mi pare chiaro da quello che è stato scritto che la menzione non è stata fatta in quanto omegaverse ma in quanto storia che parla di famiglia, di essere genitori (indipendentemente dall'aver partorito i figli, avrebbero potuto adottarli e il succo sarebbe rimasto uguale). Tu in quella storia vedi dei genitori che portano avanti una famiglia con il supporto delle persone che amano, facendo fronte a tanti problemi che possono essere quelli di una famiglia reale, etero o non, con figli naturali o meno. Il focus della serie è quello e non mi pare proprio che manchi "l'orgoglio" che si cerca di celebrare questo mese.
Ogni anno abbiamo avuto cura di inserire in questa rubrica (e in tutte le altre che abbiamo fatto a riguardo) delle opere che non fossero semplicemente BL o GL, altrimenti qua stesso avresti trovato molti altri titoli pubblicati quest'anno dai nostri editori, al contrario abbiamo sempre cercato di mettere storie che avessero il focus su qualcosa in particolare, che da un lato o dall'altro guardassero in maniera "seria" a una qualche sfumatura dell'argomento. Tadaima lo abbiamo scelto perché, ripeto, parla di famiglia e lo fa anche in una maniera bella, indipendentemente da come siano nati sti bambini. E noi su quello abbiamo cercato di porre l'attenzione. Perché altrimenti gli scorsi anni non dovevamo menzionare manco un Oltre le onde, cosa vuoi che c'entrino la magia e il soprannaturale con i diritti LGBT?!
Comunque sia bell'articolo.
Si potrebbe anche consigliare My Genderless boyfriend, anche un po' vecchiotto
Apprezzo opere che hanno certi tratti come Banana fish,Golden kamui, Utena,Shinsekai yori,ecc
Ma sto alla larga da opere che parlano solo di quello, per avere una possibilità dovrebbero essere opera più che meritevoli.
Guarda, nemmeno io sono un'amante in generale dell'omegaverse, la maggior parte li schivo proprio. In questo caso la preponderanza stava in altri aspetti che io personalmente trovo straimportanti. Poi ci sta che non piaccia il genere o un titolo in particolare
Penso che se posso considerare Fruits Basket una delle più belle storie d'amore etero, e c'è un fortissimo elemento soprannaturale, allora posso considerare Tadaima una bella storia omosessuale pur essendoci anche qui una sorta di "fantascienza". Insomma, per me la normalizzazione di questi argomenti sta anche in questa "parità".
Avevamo anche pensato a Story of me daddy and daddy, volume unico molto carino che tratta anche in questo caso l'argomento della genitorialità seppur in un contesto fantastico quale "i matrinoni/adozioni gay in giappone sono consentiti e siamo tutti felici", anche quello ha del soprannaturale, almeno per adesso 😆 Solo che ci è parso che fosse focalizzato in maniera meno profonda di un Tadaima, nonostante quest'ultimo sia un omegaverse.
Innanzitutto questo è un articolo che consigliano opere di un determinato tipo in concomitanza del mese del pride. È ovvio che queste opere non interessino a tutti, ma nessuno vi sta obbligando a guardarle. Sono consigli per chi è interessato. Chi non lo è può semplicemente non leggerle/guardarle, come succede con qualsiasi cosa.
Per quanto riguarda la questione di "Tadaima, Okaeri!", capisco che la questione omegaverse possa non attirare, ma non è minimamente di rilievo in questa storia. È solo un setting dell'universo.
Come ha detto giustamente nella sua descrizione Arashi, la storia si basa sul crearsi la propria famiglia, che sia quella con la persona con cui sei sposato o la famiglia che si crea con gli amici.
Parla di discriminazioni dovuti al genere (che in questo universo sono più di 2, ma non è questo il punto), che nel nostro universo è molto simile alla situazione che vivono ogni giorno le donne, discriminazioni perché un alpha deve sposarsi con un altro alpha e non con un omega (non vi fa suonare un campanello sulle relazioni omosessuali?). C'è un importantissimo focus nel crescere dei figli in un ambiente sano, nonostante tutto il mondo ti dica che sei sbagliato.
È quindi così sbagliato consigliare un'opera che ha così tante dolorose similitudini con la realtà, solo perché degli uomini possono partorire?
Non vi ispira, per carità, ci mancherebbe altro! Ma non dite che è sbagliato consigliare quest'opera quando avrebbe così tanto da passare come messaggio.
E, fra l'altro, non è nemmeno un'opera "porno" come molti altri omegaverse, ma solo molto dolce e sensibile sotto diversi aspetti.
Con la differenza che nel nostro universo sono discriminazioni per motivazioni culturali, nell'omegaverse la discriminazione è di tipo "genetico".
Un "patriarcato" a cui non si potrà mai sfuggire.
Poi ci puoi fare discorsi interessanti attorno, ma onestamente, opinione personale, non avrei tirato dentro per il pride un'opera basata sull'omegaverse, che è pur sempre un universo nato da fanfiction erotiche che si porta dietro un sacco di idee che definirei piuttosto reazionarie.
Quoto interamente quanto espresso da Arashi84, e aggiungo anche il mio pensiero: mi piacciono i BL (alcuni, non tutti) da tantissimi anni, ciononostante per un probabile limite mio non mi sono mai avvicinata all'omegaverse (non mi interessa e non mi attira). L'unica eccezione che aveva solleticato la mia curiosità era Tadaima, Okaeri; quando è uscito l'anime ho quindi colto l'occasione per cercare di capirne di più. In realtà, pur seguendolo, continuo a non capire come funzioni l'omegaverse, ma la cosa continua a non interessarmi, non mi turba nemmeno.
Ciò che mi sta piacendo di Tadaima è invece precisamente ciò che ha ben scritto Arashi nel suo testo nella notizia e come commento successivo qui sotto: ovvero il fatto che quello che si vede in Tadaima è la costruzione e la crescita di una famiglia "atipica", che parte da presupposti fragilissimi, lato accettazione di sé, e solidissimi dal punto di vista affettivo/sentimentale.
Trattandosi di una famiglia costituita da due uomini con prole, trovo molto interessante il racconto di questo percorso (fatto di difficoltà e tante piccole conquiste quotidiane); e trovo che viaggi davvero molto in parallelo, se non in sovrapposizione per certi versi, con i diritti LGBT che prefigurano tra le altre cose anche, precisamente, questi aspetti, e dunque perfettamente a tema con l'articolo e gli obiettivi che si pone.
Le repressioni da parte della polizia che portarono ai Moti di Stonewall (le primissime manifestazioni "moderne" di gruppi omosessuali americani) avvennero nella notte a cavallo tra il 27 e il 28 giugno 1969.
Per questo motivo a posteriori sono state scelte, per convenzione, queste date come celebrative di tutto il Pride Month nella sua interezza, a ricordo appunto di quell'avvenimento.
Quindi non è che sono i newser di Animeclick ad essere "in ritardo" coi tempi, semplicemente i due giorni più rappresentativi arrivano alla fine del mese, niente più di questo.
Be non c'era bisogno di farcelo sapere, quando vedo articoli su film horror non entro solo per dire che preferisco quelli d'azione 😅
Non lo sapevo, grazie.
Quoto tutto! Aggiungo anche che nonostante non sia un grandissimo fan dell'omegaverse (non solo con coppie omosessuali ma anche etero), da ragazzo gay che vorrebbe adottare dei bambini un giorno, adoro come Tadaima Okaeri tratti il tema della famiglia rappresentata da una coppia "atipica" (due persone dello stesso sesso con figli, ecc), come la coppia affronti le discriminazioni, ecc. Mi piacerebbe che ci fossero altre serie incentrate su coppie dello stesso sesso che crescono dei figli (anche non omegaverse)
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